giovedì 28 maggio 2015

Nulla è mai gratuito "qua, così", visto che (ti) consumi.


Ci sono parole/espressioni/termini… che, non appena udite/i (ri)connettono circuiterie che sovrastano il pensiero; in maniera tale da rendere immediata(mente) l’idea di quale sarà la “via” del futuro a medio/lungo termine.
Sulla gratuità di Internet, ormai, ci fai proprio conto. Vero?
Beh… se ci pensi bene, la Rete (in quanto novità, seppure alla moda) doveva (con)vincere la Massa, relativa(mente) a qualcosa che 1) prima non esisteva, 2) era estrema(mente) invasiva rispetto alla “tradizione” e 3) dunque, necessitava di una prima e lunga fase di “accomodamento gratuito”.
Ora, dopo (diciamo) più di 15 anni (in Italia) di Internet “gratuito” (per quanto riguarda i servizi di base, come ad esempio la ormai insostituibile “e-mail”) qualcosa sembra “(ri)bollire in pentola” (insieme a te, ovvio)…
Internet, Cardani: superare il concetto di gratuità totale.
Occorre superare il concetto di gratuità totale sui contenuti che vengono pubblicati sul web. Lo afferma il presidente di Agcom, Marcello Cardani, che in un'intervista pubblicata dal Sole 24 Ore afferma che il concetto di gratuità totale su internet è da considerarsi "non più adeguato".
"Ci si dimentica - spiega il presidente dell'Agcom - che quel che genera utilità anche sul web ha un costo nella sua costruzione. E questo costo deve essere ribaltato su coloro ne traggono vantaggio".
"Il concetto di gratuità assoluta - continua - che andava bene per una fase pionieristica del web, non è più adeguato.
Certo, ci sono scelte commerciali sui contenuti e va bene.
Ma il principio della gratuità assoluta non è più attuale.
Poi su come arrivare al pagamento o valutare la redistribuzione dei ricavi dall'uso della rete rispetto a chi sostiene i costi, editori compresi, io non mi avventuro.
Ma sul principio credo che ci siano pochi dubbi".
Link
  • non più adeguato
  • quel che genera utilità anche sul web ha un costo nella sua costruzione
  • questo costo deve essere ribaltato su coloro ne traggono vantaggio (chi ha l'autentico vantaggio?)
  • andava bene per una fase pionieristica del web
  • sul principio credo che ci siano pochi dubbi
Non si parlava, forse, di “old e new… economy”? He He… Ora scopri o stai per scoprire che:
  • sei stato/a, prima, reso/a (di)pendente della necessità auto indotta della/dalla Rete
  • sei stato/a come… drogato/a, nel tempo “adeguato”
  • il costo della costruzione” ti sta per essere “ribaltato” contro
  • sul principio (“credo”) non ci sono dubbi
   

mercoledì 27 maggio 2015

Continuazione, st(r)ati ed... "intonaco".



Loop.
"Dopo 2 mila anni… si sta consumando una nuova tragedia greca, le tragedie greche hanno incidenti gravi ma poi la vita continua".
Antonio Patuelli
È proprio questo il vero, unico e continuo “problema”:
poi la vita continua”.
Il “continuare” indica un (pro)seguire (dove?)… lungo la stessa direzione (pre)cedente, che ha procurato la “crisi”. Perché? Perché il reale manifesto “qua, così”… non ti lascia scampo, ossia, scelta, alias, alternativa.
La vera tragedia è che tutto, nonostante tutto, (ri)torna sui propri passi. Tutto è (pro)curato. Le “cose” vengono (ri)vissute solo in salsa apparente(mente) (di)versa, più “moderna”. E questa presunta “ciclicità” viene anche passata dalle “autorità” (e non certo dal tuo acume) come “naturale”… Sì, perché:
  • la Terra ruota su se stessa e attorno a…
  • le stagioni si alternano
  • il giorno e la notte si danno sempre il cambio.
Natura = verità?
He He.
SPS ti indica una via altra; questa:
Creazione = artificialità.
La natura è stata creata. Vero? Da “Dio” (nelle sue varie “nature”, legate alle coordinate Planetarie e, dunque, ai vari circuiti dell’interesse, del potere, del controllo… di “turno” – non ciclico, ma solo redistribuito ubiqua ‘mente’).
Ogni “creazione” genera artificialità/artifizio.
Anche la “prima”. Anche quella “originale”. Anche quella “che hai in mente, tu”…
Naturale è, allora:
un artificiale che fa comodo  1) al suo Creatore, 2) a chi, viene dopo, e controlla il “creato”, perché (ri)corda, (ri)conosce, 3) allo status quo – usufruitore, conservatore e portatore dell’interesse.
  

martedì 26 maggio 2015

Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.


Quale "senso" ha la lettura del (Re)ale (com)presente?

Non esiste un limite oltre il quale l’obbedienza cessa di essere un dovere?...”.
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi
Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.
Tu lo capiresti Quinto? Io lo capirei?

Il Gladiatore
So molto bene che la distruzione di Parigi non ci farà vincere la guerra. Ma amo i miei figli...”.
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi
Il “ricatto” sa essere anche molto sottile. Anzi, la “peggior specie” (di ricatto) è proprio quella strisciante, che non vedi ma "senti" (accusi dentro).
Quella che “si sa che funziona così”… ma, che “non ci puoi fare niente”.
Quella delimitata dal potere dei “superiori”. Altri esseri umani, come te, che in qualche modo hanno trovato il modo di interpretare una (p)arte, a "maggior gerarchia" rispetto alla tua.
È come nascere in Italia (ad esempio) oppure in una favelas? In un certo senso, sì.
È “fortuna”?
È “casuale”?
Beh… credere al “caso/caos” è come (ri)tenere di "venire al Mondo" dopo una estrazione al Bingo, alla Lotteria, alla Pesca di Beneficenza o dopo un “giro di scommesse clandestine” (come se… ci fosse sostanziale differenza tra “gioco d’azzardo legale e non”… solo perché – a decidere – c’è lo Stato, ossia, ancora tu ma… senza saperlo/capirlo. Denudato/a del tuo “valore” e del tuo “potenziale”, che è e rimane sempre sulla “carta… non solo Costituzionale”).
Potresti raccontare questa “bella storiella”, ai tuoi figli, prima di accompagnarli tra le braccia di Morfeo:
“sai, prima di nascere, quando eri sulla nuvoletta… la tua anima ha giocato alla roulette, scommettendo che se avesse azzeccato il numero pieno, avrebbe vinto un viaggio premio in un luogo a scelta sulla Terra, potendo decidere ogni particolare della Vita che l’avrebbe aspettata, proprio perché… vinta. Se, invece, l’anima indovina solo il colore uscito, allora avrà diritto a scegliere il colore della pelle che avrà una volta rinata. Se, purtroppo, non indovina nulla… allora il suo viaggio sulla Terra sarà deciso da…”.
He He… che "storia", è?
Come puoi ancora credere al “caso”? Forse, se sei orientato/a in una simile direzione, dovresti credere – allora – alla storiella qua sopra proposta. 
L’esito “casuale” di ogni (ri)nascita, si “sposa” molto meglio, a quell’esito che puoi (ri)tenere lo sbocco di un “giro di scommesse”, che (av)viene in altra (p)arte.