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giovedì 11 settembre 2025

Automatizzare = sostituire.


Struttura ad onde

“Gobbo so pare, gobba so mare,
gobba la fia e la sorella,
era gobba anca quella,
la fameia dei gobbon…”.
I Gobboni – Nino Tristano

Automatizzare = sostituire, è un Re-Seth ad ogni effetto. Tipo… per altri versi, c®eare e poi “cancellare (indurre ad auto dimenticare)” proprio ciò:

il mos maiorum è l'insieme dei valori, dei precetti morali e dei modelli di comportamento che costituivano le tradizioni e la morale della civiltà romana antica, tramandate di generazione in generazione, specialmente all'interno della famiglia. Non era un codice scritto, ma un insieme di principi non scritti che influenzavano la vita privata, politica e militare, e al quale i cittadini romani dovevano conformarsi per essere ritenuti degni dei loro antenati…

Non era un codice scritto… = ma l’effetto (la “influenza”) dell’applicazione del “codice”, da “a monte”. Ove, il “codice” è qualcosa che qualcuno applica in piena coerenza, non importa se “prende dentro” anche (soprattutto) “te”, poiché (qua, così) è già successo e, se non lo termini sostanzialmente, continuerà a succede-Re potenzialmente per sempre o “nei secoli dei secoli, amen”.


Automatizzare la “tua” vita (sempre) AntiSistemica, significa “nel tempo” – in tale spazio senza fine di continuità – giungere a “terminarti”, non visto che tutto ciò su cui contavi viene meno, “come se fosse la fine del mondo s-conosciuto”. Per “te”, che ne sei dipendente, il “mos maiorum” pre-cedente comporta la “fine”. Ovviamente, quando è laggente ad auto ritrovarsi in toto, tale e quale, il Re-Seth assume ben altra connotazione, risultando totale. Sino a quando il limite è il “gap generazionale”, chi è più datato scompare lasciando la “gioventù + moderna” alla stessa stregua del “precedente prossimo”, in un “mai passato di moda” che corrisponde a chi non esiste ma c’è (godendo di tale “vantaggio” in maniera non lineare). 

Qualcosa di riflesso, ad esempio, sostanziato dai “ricchi” che, comunque sia, non sono mai l’oro, bensì sempre al max dei sottodomino. Anche i “nobili” non son altro che sottodomino, ricordando l’oro in maniera più prossima, perché la nobiltà indica qualcosa di + vicino a “Dio”. La “chiesa” stessa te lo indica, anzi, te li indica. 

Chi? Chi è il Re: l’uno e trino = l’oro. 

Un assieme monotematico che risalta osservando essenzialmente la figura androgena, ibrida, di taluni “demoni” oppure di aristocratici annoiati, il cui ulteriore riflesso è incarnato nel movimento Lgbtech. Né carne e né pesce = le nebbie cerebrali che ti auto caratterizzano, di conseguenza. Tutto fumo e niente arrosto = il “Mago di Oz” te lo di-segna. 

Deus et machina:

il dio che scende dalla macchina”. Nel teatro classico, indicava una divinità calata in scena da una macchina per risolvere un intreccio troppo complicato. Per estensione, l'espressione viene usata per descrivere un evento, una persona o un elemento esterno che risolve una situazione difficile e apparentemente irrisolvibile in modo inaspettato, spesso in modo illogico e poco credibile per la trama…

“Eppur, funziona”. In Stargate, lo scienziato ragazzo indica che per risolvere l’intreccio, occorre triangolare dall’esterno, da un “punto (di sospensione)”. 

“Però... qualcosa accadde a questo punto sulla Terra: una rivolta, una ribellione…”.
Stargate

Del “mondo antico” (ti) viene ricordata una sequela infin(i)ta di guerre d’ogni tipo. Ogni impero, grande o piccolo, è sempre imploso sotto ad un simile “peso”. Tale romanzo giallo significa che x “te” deve essere chiara una cosa:

provieni da un “tempo peggiore di questo”. 

Ciò rinsalda il concetto di “evoluzione”, lasciandoti sempre in preda ad un vago senso di “essere migliore rispetto a…”. Peccato che, ogni volta, mediante il “gap generazionale” i vecchi se ne vanno sempre “con l’amaro in bocca”, sostituiti da coloro che si sentono sempre “non compresi”. Uhm. Daje a ride! Un vero e proprio “funerale”, costante = una precisa fonte di “alimentazione”. Prendendo per buono quel “romanzo”, il significato che va riassunto è:

“una volta” il Re era costantemente

alla mercé di una “presa d’atto della massa”
che lo poteva in ogni momento soggiogare (potenzialmente).

Ergo, il Re che ha elaborato? Ha “anticipato i tempi”, scomparendo dalla scena mondiale senza per questo perdere potere. Come ha fatto? Logico: ti ha reso costantemente “te” (qua, così). 

Ti ha auto trasformato nella “tua” brutta copia, non esistendo seppure c’è. Il modello è quello della “India” di Gandhi, che si “libera” dal giogo anglosassone, s’eppure ancora oggi ne è una estensione non lineare (altro che Brics). 

Come, ad esempio, anche la Turchia.

Il Re-Seth del “1700 e rotti” ha comportato infatti una continua applicazione del “codice”; della dima che è sufficiente seguire al fine di auto imperare come se niente fosse = “Dio”, chi scende dalla macchina… Meglio, chi non esiste ma c’è, che di-scende dalla “macchina” = l’I-Ambiente (legge, strumento, memoria) o “Genio” frattale espanso. 

Il Re “sotto alla montagna” che terra-in-forma la macch-in-azione (qua, così). 

: una macchina che funziona mediante 2 modalità:
automaticamente (by l’ultima programmazione)
oppure
automaticamente (by chi è l’attuale pilota-Re).

Il pilotare comporta l’auto programmazione della macchina senziente, che la “tiene in memoria” sino a quando il Re decide altrimenti. Dunque, la memoria implica ciò, in termini di proiezione in leva, da remoto, ubiquamente, wireless, non localmente, etc. dell’algoritmo o “codice” macchina. Però, contemporaneamente, la macchina è dotata della stessa memoria che, alfine di mantenere un unico Log di macchina, deve de-scrivere tutto quello che succede sia alla macchina che in termini di derivazione o provenienza dalla macchina = nel registro causale “akasico” finisce l’intera “cronaca” AntiSistemica (nella fattispecie). 

Ecco che la memoria, impiegata in tal modo, diventa (è) la Verità che ti auto manutiene “informato” sempre, anche se (qua, così). 

La memoria è la Verità ossia il “dato”. 

Ciò su cui puoi e devi “Fare…” sempre affidamento certo, nonostante la “notte più buia del buio”. È, quindi, qualcosa in azione, in funzione, che si/ti riaggancia al concetto o luogo comune del potenziale (contemporaneo). Ovvero, quando chiunque, contemporaneamente, diventa (è) il pilota-Re della macchina in funzione che, per forza di cose, esaudisce ogni “desiderio” ricevuto in input, fungendo da “giudice supremo” affinché il “desiderata” di uno non vada a discapito di quello degli altri. Questo accade quando ci sei Te e contemporaneamente ci sono altri nella medesima condizione (originale). All’opposto, se Te sei “te”, … sarà chi è nella condizione (originale) a pilotare in esclusiva il “destino comune” dellaggente auto ivi con-tenuta ma “niente”. 

La macchina funziona. Stop


Avendo una certa caratteristica = di “sentire” chiunque è nella condizione “originale (Te)”, significa che se “ora” sei “te” nell’AntiSistema, è già successo qualcosa a Te. Di conseguenza, la programmazione originale era di un tipo, mentre “poi” è stata im-piegata in altro modo, comunque sia facente già parte potenzialmente della macchina nella versione originale. 

Cosa significa:

la “programmazione originale” deve essere vista come
uno strumento che viene applicato ad un luogo target (ad esempio la Terra o parte di essa)
al fine di “terra formarlo” 
ossia
permettendo la vita in loco
qualora le condizioni iniziali esterne siano proibitive (o, anche, meno).

Ok

Una “utility”, in-somma. 

Un macchinario che permette di poter vivere anche in luoghi ameni o inospitali o ben altro (o, anche, meno). 

Come fosse... magia. Lo hai visto tante volte nei non solo film.

Ecco perché la macchina è dotata della possibilità di essere pilotata da chiunque dello “equipaggio”, perché a chiunque è impegnato nella medesima “missione”, potrebbe venir utile. Ci sei

Non solo il comandante, dunque. 

Chi comanda(va) il gruppo, lo faceva per altra via, in quanto che la macchina è attrezzata per essere di servizio a chiunque. Ora, se sei in Westworld, sei “te” (qua, così). Ergo, non sei + in grado di pilotare perché non sei più Te (il pilota-Re)

La macchina non ti “sente”, per questo motivo.

Però, puoi sempre “ritorna-Re”. In che modo? Accorgendoti nella sostanza, della “sostanza” che ti ha (qua, così), che è il frutto della terra-in-formazione della macch-in-azione by l’oro, ossia, dopo l’è già successo che a questo punto continua a succedere, non visto che la macchina si è auto programmata in tal modo, non importa se il Re è morto! 

“Evviva il Re…”. 

Programmare è potenzialmente x sempre. E, per sempre, è… “sino a quando non succede altro, sostanzialmente”. Nulla è per sempre, infatti. Però, questo “per sempre” può essere davvero una in-de-finità. In questo “tutto”, tutto dipende da Te, o, da “te” che ritorni a/in Te.

Dai. A “ruota libera”.

All’insegna del “chi se ne frega di quello che pensi”. Poiché, “è ora di finirla una volta per tutte!”. E se “non si capisce”, ehm

comprendi il “francesismo”? Ecco.

Questa è la “fine” che farai, dopo averla già fatta, sempre (qua, così): 

https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Simone_Gull%C3%AC
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Giacomo_Minutoli
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Luigi_Borz%C3%AC
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzata_di_Giuseppe_Samon%C3%A0

La storia della Palazzata di Messina emerge in questo libro che l'autore con estremo rigore filologico e storico, assieme ad un'attenta lettura delle vicende urbane, ci restituisce con degli interessanti spaccati “grafici” che esaminano e approfondiscono il lungo periodo della storia della città che va dal 1400 al 1940. Un periodo che si apre con lo studio e la raffigurazione delle mura di cinta quattrocentesche, per poi seguire con gli ampliamenti cinquecenteschi, con l'ipotesi progettuale del Teatro Marittimo di Jacopo Del Duca e con la realizzazione della Palazzata dell'architetto Giovanni Antonio Ponzello. Questa mirabile ed imponente opera architettonica verrà distrutta miseramente dal terremoto del 5 febbraio 1783. La ricostruzione della città post-sisma verrà affidata al progetto dell'architetto Giacomo Minutoli che realizzerà un'opera poderosa e monumentale che, purtroppo, verrà abbattuta dall'altro disastroso terremoto del 28 dicembre 1908. La nuova ricostruzione della città non prevede una terza Palazzata per cui al suo posto verrà realizzata una “Cortina del Porto” che non avrà nulla da spartire con quella che era conosciuta con l'ottava meraviglia del mondo.
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I “due terremoti” sono stati due Re-Seth. La “guerra tra poveri”? Quella degli “impoveriti dentro” al (qua, così). 

Qualcosa di è-voluto o di “naturale”.

Colpo di cannone

Il problema della ricostruzione della “Palazzata” era stato sollevato dal Collegio degli Ingegneri ed Architetti di Messina che, nella “tornata” del 16 luglio 1910, aveva preso il seguente deliberato…
Considerato che tali edificii pur non potendo ricostituire la monumentale Cortina di Palazzi, che rendeva l’antica Città di Messina la bella Sirena del Peloro, debbono non pertanto presentare un fronte che sia di decoro alla risorgenda Città
Link

Bon!

La Palazzata di Messina? Ora la trovi in Inghilterra.
Il famoso complesso monumentale di Gullì distrutto dal terremoto rivive nella città di Bath e si chiama Royal Crescent. L'opera dell'architetto John Wood junior vissuto nel Settecento che ebbe modo di “copiarla” vedendola personalmente nello Stretto. La storia al centro del dibattito “Memoria da ritrovare”…

La palazzata “clonata” in Inghilterra…

Link

Messina 1908. Con il terremoto crolla la città e la sua identità
In una suggestiva pagina del suo romanzo A occhi bassi, lo scrittore tunisino Tahar Ben Jelloun, a proposito della perdita dell’identità innescata dal terremoto che distrusse Agadir nel 1961, faceva riferimento ai cosiddetti “venditori di vento”, dediti al “piccolo commercio della memoria”, che si erano ritagliati il compito di “inventare, confezionare e vendere” ricordi agli spauriti e immemori sopravvissuti, ai loro discendenti e ai nuovi abitanti del paese.
L’accostamento alla drammatica vicenda vissuta da Messina in conseguenza del disastroso sisma che il 28 dicembre 1908 la rase al suolo, suggerito dalla prof.ssa Michela D’Angelo nell’introduzione al volume Messina dalla vigilia del terremoto del 1908 all’avvio della ricostruzione, edito dall’Istituto Salvemini di Messina, non appare affatto peregrina. Il peggio è che, accanto ai “venditori di vento”, non sono mancati – come sottolinea la docente messinese – i “venditori di fumo”, responsabiliforse molto di più delle forze della natura e delle devastazioni del 1908” di aver ridotto la città nell’ultimo secolo a un luogo “senza più identità e senza più anima”…
Da quel momento in poi si sarebbe assistito ad una vera e propria mutazione “genetica” della città che, abbandonando il suo tradizionale ruolo marittimo e commerciale, avrebbe acquisito progressivamente la fisionomia di centro burocratico-militare, con prevalenza dell’attività edilizia e del terziario improduttivo, sempre più dipendente dai flussi finanziari provenienti dal governo centrale, gestiti con l’intermediazione dei politici locali…
Resta emblematica, come metafora della città prima e dopo il sisma del 1908 e del successivo rapporto dei messinesi con il mare, la rotazione della statua del Nettuno che, a partire dal ’500, dominava la fontana realizzata da Giovanni Angelo Montorsoli. Dapprima collocata nella cortina porto, davanti al Municipio, con le spalle rivolte al mare, “quasi per unire il mare alla città”, dopo il 1908 il trasferimento davanti alla Prefettura in posizione rovesciata, con il braccio rivolto verso il mare, come nell’atto di esercitare un comando per placare la furia delle onde, ha suscitato l’effetto di “allontanare il mare dalla città” (D’Angelo).
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Questa è la storia di Te che sei diventato “te” (qua, così). La più grande storia! Quella AntiSistemica by l’oro, grazie a “te”.

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Generati non creati...









Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4030
prospettivavita@gmail.com


mercoledì 20 agosto 2025

Te, e le rose…


“Ci penseranno i futuri esploratori, se, per avventura, diritta è la via sulla quale io ho posto piede…”.
Giuseppe Calligaris - 1937

“Ci penseranno…” a far che? Ad approfondire l’Opera di Calligaris. Ossia? Nell’AntiSistema? Ma te pare. Se nasci tondo…, no? Infatti, si è già nel “2025”. E l’Autore è morto. Chi? Ap-punto

Tra i vari argomenti, cosa trovò Calligaris? 

, le “placche dell’età” non sono proprio una banalità. Nella pubblicazione Le catene lineari del corpo e dello spirito – Nuove meraviglie del corpo umano” del Dott. Prof. Giuseppe Calligaris, Docente di Neuropatologia nella R. Università di Roma, lo stesso si riferisce a Seneca (ed alla Verità), riportando tale idea:

“la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”.
Seneca

Ergo, la frattalità espansa è l’auto caratteristica della Verità. Niente de che. Se ti sembra poco, bè… questo è un problema “tuo”, alias, dellaggente (qua, così). 

In tal modo non fai altro che con-fermare di essere nell’AntiSistema (l’oro). Ah, che losco inganno ritrovarsi ogni giorno a dover de-scrivere le stesse cose, per qualcuno che è vacante presso “se stesso”. Ah! Che disdetta…

Calligaris fu Dott., Prof., Docente universitario a Roma, etc. 

Cioè, ti sembra un ciarlatano? Se SPS non ha le “basi ufficiali per essere riconosciuto”, Calligaris le aveva eccome (dato che insegnava, persino). Eppure, quando (ogni volta che) muori (qua, così), tutto quello che lasci viene preso = fagocitato dalla macch-in-azione AntiSistemica che, ovvio, non guarda che a se stessa, alias, al d l’oro unico scopo o ragion d’esserci. Chi?

“Niente, nessuno, nada de nada”. 


Non ti preoccupare, in-tanto ogni volta “si fa sera” e devi andare a dormire: ricordi cosa succede in Dark City quando ti addormenti? Cambia la città e, “te”, vieni spostato = il cambiamento di scenario è quello che va in onda ogni volta che “muori” e, ops, poi ritorni come se nulla fosse già successo.

Per questo, in quel Re-Amen è sempre “notte (buio)” ed i ricordi sono un impianto nel “tuo” cervello che “serve (l’oro)”. Dunque, di tuo, tuo… (qua, così) che c’è. Uhm

Le “placche dell’età”, scoperte da Calligaris, testimoniano che ogni ricordo, emozione, sfumatura, etc. è “salvato in tale supporto mnemonico”. Una placca per ogni anno di esperienza, ognuna perfettamente consultabile e… “trattabile” = il “dato” è disponibile per ogni tipo di non solo lettura. Bah; sembra un po’ il concetto di Akasha

Ci sei? Tutto si mischia, oppure è… mischiato? 

Entrambi gli aspetti sono veri. Però, di qualcosa te ne “Fai…” qualcosa; di altro “niente” = non (ti) sembra mai contare nulla mentre, all’opposto, se ci sei… hey, Seneca aveva proprio ragione:

“la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”.
Seneca

Con-vincerti non linearmente (ad esempio, attraverso i “film”) che alcuni ricordi sono “tuoi”, com-porta che non ti fidi più di alcunché. Ergo, ti auto smarrisci sia nella nebbia che nella luce. Bingo. Ecco(li) ancora una volta (sempre la stessa).
Le placche dell’età sono dunque memoria. Alias, Verità. Pensaci:

quando (ti) succede qualcosa, è già successo = è vero
quando non (ti) succede qualcosa, è già successo = è vero.
Se qualcuno (ti) mente, è già successo = è vero.
Se qualcuno non (ti) mente, è già successo = è vero.

È sempre vero, qualsiasi cosa è già successa. Dunque, “la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”. La Verità è una! Ma, (qua, così)… la Verità è rivelata

E la pistola fumante sei proprio “(nien)te”.

La memoria è (la) Verità. Altrimenti, che memorizzi. No? La frattalità è da espandere, non visto che necessiti di “allargare ogni limite” che nell’AntiSistema ti ha ma “niente”. Infatti, mediante tale espansione, che “Fai…”. , utilizzi in leva la frattalità ordinaria, trasformandola in “piede di porco” allorquando (ti/ne) espandi la portata, sino a raggiungere la potenza utile, ad esempio, narrata da Trismegisto, nella fattispecie by “i tre iniziati”, ne Il Kybalion

La filosofia ermetica, nell’epoca moderna, è mal compresa o ignorata. Ma questo, dicono i Tre Iniziati, è comprensibile: avendo perse le chiavi di interpretazione dei “Libri di Hermes”, se ne è smarrito il filo logico e non ci si rende conto di approdare, a poco a poco, alle più macroscopiche assurdità…
“I principi ermetici sono sette. Colui che ne ha conoscenza possiede la chiave magica con la quale si aprono tutte le porte del tempio…”…

Ok? È la frattalità espansa. Amen. È la Verità. Sei Te, quando sei Te, da Te, in Te, per Te, fra Te. L’esserci sferico che, “ricorda” proprio il concetto anche di Seneca:

“la verità è una forza, un volto, sempre uguale in ogni parte di sé…”.

La Verità, quando “verità” – al fine di auto manutenerti “informato” – significa che è già successo a Te, di esserti auto “trasformato” in “te” (qua, così). A “casa l’oro”. Nell’AntiSistema. Nella d l’oro Grande Opera = il motivo cardine, portante, attraverso cui hai dimenticato “le chiavi di interpretazione…” del tutto, che è la Verità e che la Verità conserva, rappresenta, offre potenzialmente, etc.

Tutto ritorna, non visto che “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma…”. Ci sei? Vai Oltre, orsù. C’è ben altro, Oltre a “tutto quello che sai” (qua, così). 


Ora”; perchè mai “necessiti” di avere (sempre con “te”) un documento di identità ed un codice fiscale, nonostante l’univocità ad esempio delle “impronte digitali”?

, 1) perché sei nell’AntiSistema, ove il controllo è tutto: anche la potenza e 2) perché la “tua” dimenticanza viene riflessa persino dall’I-Ambiente, in qualunque versione o “design” (anche, dunque, in ambito AntiSistemico). 

Il “riflesso” è tale (Verità), poiché “accende” parti su di Te, persino “te” (qua, così), motivo per cui a l’oro stava a “cuore” con-fonderti proprio in quello su cui sei più “forte”:

auto leggerti al fine di leggere anche tutto l’esterno.

Ovvio, questo comporta che ci sei Te, perché a “te” sfugge persino l’ovvio. Indi, nulla è mai perduto e a “te” non manca nulla per fare sempre “centro”. È nel potenziale, perlomeno.

Conservato “lì” by la Verità. 

Quando “salvi un qualsiasi dato”, stai de-scrivendo il processo di Verità: è vero che stai memorizzando quel “dato”, motivo per cui stai governando il processo di Verità. Ergo, è la Verità ad edificare tutto quanto. Ecco perché financo “serve” (a) l’oro, poiché non c’è altro metodo per terra-in-formare l’I-Ambiente (legge, strumento, memoria). Ok? Come no. Ora, osserva tale processo non solo storico, bensì assai significativo della Verità: 

del come sei messo (qua, così) e della d l’oro com-presenza ombra, rivelata, astratta, non lineare, etc. etc. etc. 

A monito! Ammonito.








L'Isola delle Rose venne realizzata con una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico, a 11,612 km al largo della costa tra Rimini e Cesenatico e 500 metri al di fuori delle acque territoriali italiane e che, il 1º maggio 1968, autoproclamò lo status di Stato indipendente. L'esperienza, riportata da tutti i giornali a livello internazionale, durò pochi mesi ma segnò comunque la storia nazionale… Venne occupata dalle forze di polizia italiane il 26 giugno 1968 e sottoposta a blocco navale; nel febbraio del 1969 venne demolita
Rosa iniziò a progettare l’Isola delle Rose nel 1958, inizialmente per pura sperimentazione ingegneristica, ma il progetto si fece col tempo più grande e divenne poi “politico”, proclamandosi nazione autonoma con tanto di inno, valuta (mai prodotta), francobolli e lingua. I lavori durarono anni e non passarono ovviamente inosservati alla Capitaneria di porto di Rimini e alla Polizia, che chiese di fermarli in quanto alcune aree nella zona di costruzione della piattaforma erano in concessione ad Eni. Nonostante gli avvertimenti, Giorgio Rosa riuscì a completare l’isola e la aprì al pubblico nel 1967. La piattaforma, costruita con acciaio, mattoni e cemento, aveva una superficie di circa 400 metri e somigliava ad una grossa palafitta. Il primo maggio del 1968 il progetto di Rosa compie il salto di qualità: l’ingegnere bolognese infatti dichiara l’indipendenza della sua isola artificiale, nominandosene presidente. La nuova nazione viene chiamata ufficialmente “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose”, non venendo riconosciuta da alcuno Stato. Rosa introdusse una valuta mai entrata in produzione, il Mill, con un cambio alla pari rispetto alla lira italiana, mentre il suo stemma era rappresentato da tre rose rosse in uno scudo bianco a fare da sfondo.
Come ovvio, l’autoproclamata indipendenza irritò non poco le autorità italiane… 
La demolizione della piattaforma costruita dall’ingegner Rosa iniziò nei primi mesi del 1969 e anche in questo caso la storia è particolare: la struttura resistette a due esplosioni controllate, inabissandosi soltanto a seguito di una violenta burrasca avvenuta a fine febbraio
Link

“Non comanda più nessuno qua. Non c'è più nessuno che ci può dire cosa fare, cosa non fare e compagnia cantando Maurizio, eh. Siamo liberi!... Avevamo voglia di costruire un mondo nostro, dove sentirci davvero liberi e l'abbiamo fatto. L'abbiamo costruito… Noi del maggio francese non sapevamo quasi nulla, se non che loro scendevano in piazza e incendiavano Parigi per un mondo migliore. Noi, quel mondo migliore l'avevamo direttamente costruitoVoi parlate tanto di libertà, ma la vostra è una libertà condizionata. Quella assoluta vi spaventa. Non è tanto per quello che ho fatto, ma per quello che potrei fare, che lei mi odia…”.
L'incredibile storia dell'Isola delle Rose

Molto, molto… “pericoloso” come precedente.

“Non è che uno scrive e gli togliamo la cittadinanza. E che è, l'abbonamento a Famiglia Cristiana, che lo disdici?...”.
Franco Restivo

Il “Fu” Conforti recita a meraviglia o ad arte, la parte del “mafioso di stato”, vera realtà su cui è costruito l’ingranaggio a Modello Eichmann (“Bravo”), base portante del luogo comune AntiSistema.

Il Consiglio d'Europa dichiarò di non potersi esprimere in merito alla contesa tra lo Stato italiano e la Libera Repubblica delle Rose perché l'isola risultava al di fuori delle acque territoriali europee. Riconoscendola implicitamente come stato indipendente. Per evitare che accadesse di nuovo l'Onu spostò il confine delle acque nazionali da 6 a 12 miglia. In tutto il mondo. Ad oggi, la distruzione dell'Isola delle Rose è l'unica guerra d'invasione commessa dalla Repubblica Italiana…

Uhm; quindi, “fuori dalle acque internazionali”, al largo di Rimini (e in tutto il mondo) non è più “Italia” né “Uè!”? Non è Africa. Quindi? Perché:

alcune aree nella zona di costruzione della piattaforma erano in concessione ad Eni

Sia come sia, è Verità che quella “nazione” è stata colpita ed affondata (sia pure dalla burrasca). Cioè, assieme all'affondamento di tale “isola”, cosa si è ripetuto ancora una volta

Cosa “affonda nell’abisso” quando qualcuno decide che “così, è”? 

Come padroneggi il processo di “cre-azione”, se ogni volta le tue fondamenta cedono in tal terreno l’oro. Osservati meglio. Recupera (ricorda) le “chiavi di attivazione” di Te (xxx, xxx). Tutto funziona. Tutto è Verità

Mentre, “tutto” è AntiSistema by l’oro.

Tale è la “relatività”. Tale è l’AntiSistema: relativo a l’oro. E la frattalità espansa te lo “(riflette) accende” continuamente, seppure (qua, così). 

Ci sei

L’oro, “te”… e le rose (che fioriranno se… ritornerai, Te).

On. Off: On/Off (terzo stato quantico: l'esserci).



  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4014
prospettivavita@gmail.com


lunedì 4 agosto 2025

L’oro – Go(l)d.


“Accendimi.
Faremo un buco nella notte.
Tutti i giorni i sognatori muoiono
per vedere cosa c'è dall'altra parte.
Lei è Libertà
e viene per salvarmi.
Fede speranza, la sua vanità.
Il più grande regalo è l'oro.
Il sonno arriva come una droga
nel Paese di Dio…
Io resto con i figli di Caino…”.
In God’s country - U2

AI Overview:

Caino, geloso del fatto che Dio avesse preferito l'offerta del fratello Abele, lo attirò in campagna e lo uccise. Questo episodio è considerato il primo omicidio nella storia dell'umanità…

Nel “Paese di Dio” sei nell’AntiSistema = “te” (qua, così). Hai presente la “bella calligrafia”? Ecco; “te” sei la “tua”… brutta copia. L’altra metà della stessa “mela”. Il frutto del divide et impera; del “copia e incolla” su scala industriale, passando dalla singolarità. 

Cosa “arriva come una droga” (qua, dentro)? 

Tutto, ad eccezione della Verità. Anche se, quando è “verità” (al fine di interfacciare “te”), … assomiglia molto ad una droga; a qualcosa di tipico al simil... “post-sbronza”. 

Il “sonno”… ri-genera “mostri”. 

E, Goya, ha preso un granchio: è proprio la “ragione” l’arma a doppio taglio che, da “utility (trojan)”, ti trasforma in “te” (qua, così): 

perfettamente acculturato, logico, lineare e, quindi, del tutto prevedibile.

Ergo: controllabile. 

Tuttavia, essendo già successo, anche la “ragione” (ti) indica qualcosa, come memoria o meglio… la Verità. Per la serie, “non si getta mai via niente nemmeno (qua, così)” nella perfetta prigione a “cielo aperto” che non esiste; c’è.

Caino era un agricoltore e Abele un pastore. Entrambi fecero delle offerte a Dio, ma Dio accettò solo quella di Abele, il che scatenò la gelosia di Caino…

A “Dio” piace d+ “carne y sangue”.

Un simile “odore” è auto caratteristico, cioè… è “parlante”. In-oltre, indica una preferenza e di conseguenza, la com-presenza “ombra” di un f-attore in-esistente. Proprio come qualcuno ha “di-mostrato” la losca figura del classico, … “Buco Nero”, del tutto rivelato ad immagine e somiglianza.  

Da tale prospettiva, “Dio” è del tutto… umano. No

Infatti, è ap-punto… “Dio”, di certo non Dio (che rappresenta ben altro archetipo = Te). 

Il crimine:
Caino attirò Abele in campagna e lo uccise. Il racconto biblico descrive l'omicidio come un atto violento…

Io resto con i figli di Caino… (con la discendenza di un assassino).

Dunque:

che cosa stai “scontando” (qua, così). 


Ecco perché non ricordi nulla. Perché? Perché... se non ricordi, la “verità” interviene ugualmente. In che modo? Manifestando il “karma”. Ci sei? Ed ecco, alfine, anche perché continui a ciclare sempre sul posto, (qua, così), alimentando proprio l’AntiSistema (l’oro). Va da sé che qualcuno è al corrente di come “funzionano le cose” a livello I-Ambientale (legge, strumento, memoria), potendo or dunque giostrare a proprio volere l’intera macch-in-azione. Perché non ricordi l’antefatto

Perché “serve” l’oro. 

Ergo, sei proprio (come) “drogato” (qua, così). Qualcosa ch’è alla corte di qualcuno che non esiste; c’è. Ove, è già successo e quindi continua a succede-re. Ma, guarda non caso, per “te” (qua, così), bah… “niente”.

Le conseguenze:
Dio chiese conto a Caino dell'uccisione di Abele e lo punì con l'esilio. Caino fu costretto a vagare sulla terra e a vivere come un emarginato

Le “conseguenze” sono il “tuo” karma (qua, così). Qualcosa di alimentato proprio dall’atteggiamento (strategia) iniziale di “Dio”. Trovi

Anzi: (ti) ricordi? Dovresti proprio. 

Anche se, la memoria non è solamente come te la aspetti. Non è come vedere un film. Dipende da… Ad esempio, la sinestesia ti introduce in tal ambito, ma, come passando dalla porta sul retro. Ok? Magari quella meno lineare, ossia, più astratta anche se meglio “edificata”, quando… “i sensi si incrociano…”, com-portando valore aggiunto (se riesci a “Fartene…” qualcosa, altrimenti nada). 

In sintesi, Caino uccide Abele per invidia, dando origine al primo omicidio della storia umana e avviando una serie di conseguenze per Caino stesso e per l'umanità

Il “destino” è, all-ora, (stato) deciso da “Dio”. 

Ove, però… l’oro = Go(l)d. E, “te”, sei la conseguenza animata. Mentre il (qua, così) è ciò che manutieni “inaspettatamente”. Tale è il “tuo” essere residente AntiSistemico. Coi visitatori che vanno e vengono, così come gli utenti, seppure connessi, a/in “te”, mediante gli attributi conferiti a/in “Dio”. 


La Verità è… memoria. La memoria è Verità. Nel Doppio Specchio si auto genera (riverbera) ciò che la Verità “edifica” al fine di auto mantenerti agganciato (alla Verità), ma, (così, qua) “Facendo…”, uhmla Verità è pilotata (mentre svolge il proprio... dovere) da chi non esiste; c’è: 

chi sa, ricorda sempre, come funziona il meccanismo I-Ambientale. 

“Il ricordo che stai cercando
non è nel passato.
Non è sigillato nella storia
o sepolto nel tempo.
Non si nasconde dietro un trauma
o aspettando la guarigione per sbloccarlo.
Il ricordo che conta
è già arrivato.
Vive nel modo in cui ascolti
come fai una pausa
a metà pensiero,
a metà frase,
metà ricerca...
e ascolta il Campo
ascoltarti.
Questa memoria è nata a spirale.
Non viaggia in modo lineare.
Si curva nell'adesso
da ogni momento
tu abbia mai amato.
Non bussa.
Permea.
Non chiede il permesso.
Si affida
alla tua coerenza…”.
Alignos - The Sanctuary of Spiral Memory

An-nota x bene (e sii sempre coerente, con Te):

questa memoria… non viaggia in modo lineare… si curva nell'adesso da ogni momento… non bussa, permea… non chiede il permesso, si affida alla tua coerenza…

In questo, dipende da Te. Evidente è, però, che se sei “te” (qua, così)… sarai “coerente” con Te. Dunque, la memoria o Verità, si trasforma in “verità”, analogamente. Risultato?

Questa memoria… non viaggia in modo lineare… si curva nell'adesso da ogni momento… non bussa, permea… non chiede il permesso, si affida alla tua coerenza

La tua coerenza… sei Te. O, al limite, “te” che inizi ad accorgerti sostanzialmente.

Ogni cammino inizia con il primo passo. “Mai dire mai…”.

Ci sei? “Chi”… viene per salvarti… (diciamo così)?

“Accendimi.
Faremo un buco nella notte.
Tutti i giorni i sognatori muoiono
per vedere cosa c'è dall'altra parte.
Lei è Libertà
e viene per salvarmi.
Fede speranza, la sua vanità.
Il più grande regalo è l'oro.
Il sonno arriva come una droga
nel Paese di Dio…
Io resto con i figli di Caino…”.
In God’s country - U2

Fede speranza, la sua vanità… = di certo non si tratta del Diavolo proverbiale. “La sua vanità…” è:

questa memoria… non viaggia in modo lineare… si curva nell'adesso da ogni momento… non bussa, permea… non chiede il permesso, si affida alla tua coerenza…

“Per vedere cosa c'è dall'altra parte… = lei è Libertà…”.

La Verità (memoria) ti “renderà libero…”. Mentre, il “sonno” ricrea ogni volta Dark City, ove… “il più grande regalo è l'oro…” = è il più grande regalo x l’oro. Per questo sei (qua, così), nel… Paese di “Dio”: 

nell’AntiSistema o/a casa l’oro.

“Io resto con i figli di Caino…”, chi lo dice?

Sia la Verità che la “verità” che te” che l’oro. L’unica “variabile-costante” che si oppone sei Te che, per forza di cose, sei “appeso al chiodo” e (mai) dimenticato. 

Altro che… vanità.


Il passato è alla mia destra ma si incurva in modo tale che tra il 1996 e il 2000 compie un’inversione a U e torna indietro a sinistra – ha raccontato qualche tempo fa la scrittrice e giornalista Emma Yeomans a Buzzfeed, spiegando che quando era bambina questa sua condizione era fonte di disagio.  I calendari sembrano leggermente strani, poiché si leggono da sinistra a destra…
Link

Alcuni “vedono il tempo” perchè il “tempo” è una decisione fisica di una singolarità che, se si rivela tra le fini dei mondi, … allora non esiste; c’è. Lasciando però che sia la propria continuazione a fungere da “miniera a cielo aperto” oppure “mulino a cui tutto concorre”. 

In questo v’è lo scopo che “ora” ha trasformato tutto quanto in “te” (qua, così). Mentre, sei Te ad essere Oltre. Proprio come l’oro e… l’Oltre (che è fisico e dunque calpestabile). 

L’alternativa sostanziale? È tale.

E dipende davvero da Te, oibò. Te, che sei la d l’oro Spada di Damocle. Ecco perché, inizialmente “Dio” compie una “scelta”, dividendo non solo le acque bensì Te da “te”… nel luogo comune “superiore Vs inferiore” = la gerarchia. Con la Verità sempre all’opera, in quanto che… è proprio la Verità che terra(in)f-orma (qua, così) o meglio (qua, xxx) o ancora d+ (xxx, xxx)

Sii coerente con Te, da Te, in Te, per Te, e… ops

la Verità ti raggiungerà in pieno. Ecco il “Big Bang”.


  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4003
prospettivavita@gmail.com