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martedì 14 ottobre 2025

Prima di Marx, ancora la pialla.


Tipo? Esiodo (fra gli altri).

Le opere e i giorni… è un poema di Esiodo della lunghezza di 828 esametri, nel quale si illustrano la necessità del lavoro da parte dell'uomo, consigli pratici per l'agricoltura e giorni del mese nei quali è necessario compiere determinate attività.

L'opera è collocabile nell'VIII secolo a.C.

Se Marx “santificò il lavoro”, … non fu il solo, nel sempre attuale Modello Eichmann/Utility (dettato dalla Legge del Minimo = il controllo della risorsa più scarsa):

si illustrano la necessità del lavoro da parte dell'uomo, consigli pratici per l'agricoltura e giorni del mese nei quali è necessario compiere determinate attività (una vera e propria, sostanziale, auto programmazione inconscia indotta, wireless, non locale, da remoto, ubiquamente, etc.). Come mettere in discussione tali “necessità”? Infatti, la questione non è in discussione (qua, così), alias, sei “te” (qua, così). No? Non lo deduci persino da “te”? No

A quanto ap-pare. E, poi, questo non solo indizio:

l'opera è collocabile nell'VIII secolo a.C. (collocabile = stimabile). Una “stima” guadagnata sul campo d’azione, però. Ossia, qualcuno che ti può auto imporre una teoria a cui c®edere per “mancanza di alternativa sostanziale”:
mentre “te” soffri sempre di tale “necessità” lavoro
qualcun altro 
a differenza “tua”
decide la f-orma della “tua” realtà (qua, così)
mentre a “te” non resta che, al max, scegliere la tinta delle pareti di casa
rimanendo a guardare la vernice che asciuga molto lentamente (principio della rana bollita).

Chi “colloca opere” in anse dello spazio trascorso (qualcosa che non riconosci ma “sai” essere il “tempo”)? Chi estrae “pezzi” dagli scavi di non solo Pompei? Di certo, non “te” (qua, così). Del resto, “ognuno fa il proprio mestiere”. No

Tutti “esperti” ma in ambiti differenti = “vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori”, ovvero, compartimentazione (divide et impera). Coi gangli gerarchici riempiti da s-nodi Eichmann Vs il resto della struttura che non esiste anche se c’è. 

E, quando arrivi al “vertice”, wow: hai avuto una carriera meravigliosa, seppure… sempre in un certo ambito “lavorativo”. Se, poi, appartieni anche a qualche “ordine”, … sei più introdotto, anche se “niente”: 

hai sempre qualcuno sopra, così come un “tetto sulla testa”.

Sai nella sostanza “cosa sei”, anche se sei un “presidente e/o quello che… reggi”? Ancora un “servo”. Sempre quell’ingranaggio. Lo stesso meccanismo. Nella medesima struttura che ti ha ma “niente”. Sono allora “soldi, prestigio, carriera, onori, riconoscimento sociale, averi, proprietà, etc.” ad auto ridefinirti: ove, volere è potere. Ma, il potere non lo sfiori nemmeno. Mai. In nessuna circostanza che conta. 

Per questo ti sfoghi coi sottoposto, che se sei un “generale”, … sono davvero tanti = ti credi chissà chi e chissà dove, quando al contrario sei sempre “te” (qua, così). 

Figurati se non sei nemmeno “generale”, “cosa sei”. Cosa sei

Sei come il “generale” ma su un livello ancora inferiore. Con meno “inferiori da comandare”, mentre continui ad obbedire ai “superiori” econ la ragione fondamentale ch’è impressa e riflessa ovunque, sostanzialmente. Ecco la ragione della “tua” ombra, che sembra fisica “naturale” seppure è “solo” un riflesso dell’essenziale (Verità) auto distribuito nel tutto, anche quando “tutto”. 

Ecco la ragione frattale anche del… frattale: qualcosa che va sostanziato, altrimenti… “wow, che meraviglia questi disegni…”. Non ti dice niente? Non “senti” nulla. Nada de nada? Certo: è “normale”. 

Sei “te” nell’AntiSistema. Che ti credi.

Che venga qualcuno a “salvarti”? Vedi che sei continuamente “salvato”: sei memoria che memorizza o salva perpetuamente il “dato”, ch’è la Verità che ti auto caratterizza, accompagnandoti in qualcosa che funziona nella modalità “stealth”, poiché rivelati son l’oro e la relativa strategia: 

il non esiste-Re; c’è. 

Una caratteristica impressa a livello di struttura (I-Ambiente), essendone il pilota-Re, poiché tutto il “prossimo” è stato trasformato nellaggente (qua, così). Lo sapevi di essere sull’isola di “Circe”? No? Embè! Ma non tentare di essere preso anche dalla curiosità di “cercarla”, perché… Circe è un luogo comune, non quello che ti viene continuamente da pensare. 

Se ricerchi, esegui cerchi sul posto. Dovresti, semmai, ritrovare = auto ricordare. Cosa? Chi. Chi? Te. Certo, perché f-attualmente sei “te”: 

la “tua” più pallida ombra, riflessa dal punto di sospensione in cui ti “trovi”, l’AntiSistema. 

Ciò che (ti) è già successo ma “niente” e, di conseguenza, all-ora ti continua a succedere ma “de che”. Wow. Quando ti renderai conto sostanzialmente, non sarà mai troppo tardi, perché il potenziale di cui godi, nonostante “tutto” rimane sempre tale. Il “problema” è che la particella “sempre” rimanga anch’essa sempre tale = condizionale. Ok?

Come nei “tuoi” peggiori incubi. 

Farti auto rimanere in tale ambito è essenziale al fine dell’auto manutenere la portanza dell’AntiSistema (il d l’oro scopo). Non vorrai mica che “il cielo ti caschi in testa”! Sai: se “una volta, i barbari avevano tale paura”, bah… non ti sembra che di conseguenza quei “sempliciotti” avessero le idee molto più ben chiare delle “tue, ora”? Cosa sapevano che “te” invece ti auto delimiti a “sapere”? Cosa avevano visto, semmai. E cosa ricordavano, a differenza “tua”, quindi. 

Struttura

Esiodo passa quindi a parlare della contesa col fratello Perse il quale, dopo aver sperperato la parte della propria eredità concessa dal padre, vuole impossessarsi anche dell'eredità di Esiodo e pertanto intenta contro di lui un processo nel quale corrompe i giudici

Quale “novità”. No? La “corruzione” che fu “pre-alessandrina…”. Innata, si può dire (qua, così), poiché significa, sostanzia, indica seppure tra le righe (essendo frattalità espansa in qualcosa di rivelato). Dunque, il fratello di Esiodo si chiama Perse. Uhm. Assolutamente parlante: chi si è perso fra i richiami della “selva oscura”, seppure “illuminata dal sapere (altrui)”. Un vero e proprio infame.

L'autore passa quindi a descrivere la necessità del lavoro da parte degli uomini per fugare la punizione degli dei e vivere secondo giustizia…
Eccoli, però, colti in fallo o in “quasi flagranza di reato”:
per colpa di qualcuno (Perse)
(qua, così) non si fa credito a nessuno (Te).
Nel senso che:
a causa di Perse, Esiodo coglie l’attimo per cementare “a posteriori” 
la “necessità” lavoro
per fugare la punizione degli dei e vivere secondo giustizia… (bah!).

Quale “punizione maggiore” del sopravvivere (qua, così), dovendo persino lavorare al fine di continuare ad auto sopravvivere (qua, così) ma “niente”. Ci sei?
Dove vai se sempre nell’AntiSistema, divenuto totale. Anche muovendo un passo davanti all’altro, per timore di non ritornare mai indietro, no? Se sei su una “palla”, sei in una palla gigante = totale. F-orme tipiche come il Nastro di Mobius te lo disegnano persino. Un po’ tutto te lo “dice”, te lo esprime, ti ispira:

sia
contemporaneamente
in un “senso” piuttosto che nell’altro.

In che senso? Bè, la Verità ti mantiene aggiornato rispetto al “dato” Vs l’AntiSistema ti mantiene aggiornato rispetto alla “verità”. 

Però, sai quando “Fai…” tombola? 

Quando auto realizzi nella sostanza che Verità e “verità” sono sempre la Verità. Certo, perché non può essere altrimenti. Infatti, quando qualcosa è già successo, è la Verità ciò che (te) lo ricorda. Ma, se per strategia altrui è la rivelazione che ti “narra l’intera storia”, di conseguenza è la “verità”. Però, “ora”, la “verità” risente sempre della Verità che fa “surf”, perché… l’I-Ambiente è legge, strumento e memoria (Verità). Ok

Al fine di poter funzionare “al di sopra di ogni strategia sottostante”, la macch-in-azione al fine di terra-in-formare, deve sempre continuamente poter contare sul “dato” esatto, preciso, reale, vero, unico: la Verità. Ti trovi

Così come analogamente un impianto per l’aria condizionata, necessita continuamente dell’aria. Ok? Non della “energia”. Senza aria, a che serve un impianto simile. Che condiziona, se non c’è aria da condizionare. Logico. L’I-Ambiente è il SO o IA che necessita della Verità al fine di poter funzionare secondo programmazione nativa. La Verità permette al pilota di imprimere il proprio scopo, ad esempio ma causalmente. La Verità alimenta il senso del funzionamento della macchina, a cui non puoi mentire, altrimenti funzionerà in altro modo. Semplice.

In Le opere e i giorni è… narrato come il fratello di Prometeo, Epimeteo, abbia accolto presso gli uomini Pandora, prima donna mortale, creata dagli dei allo scopo di distribuire i mali tra gli stessi mortali

Pandora = “punizione divina”. Attraverso qualcosa, si abbatte qualcosa, sul prossimo. Una sorta di “pandemia”. Il precedente sostanziale. Qualcosa che induce ad immaginare una qualche tecnologia di fondo, in grado di… impestare, così come di innalzare. Dipende

Un po’ come “Eva” che viene preferita a Lilith, poiché “migliore” all’interno del processo di “riproduzione e controllo”. Dispositivi per ingranaggi. Perché “senti” qualcosa di inspiegabile secondo il canone “moderno”? Perché ondeggi fra “chiari di luna”?

Età degli eroi. In quest'età vissero appunto gli eroi, uomini-dei o semidei, stirpe giusta e coraggiosa pronti a perire per le loro cause. Alcuni di loro furono condotti da Zeus nelle Isole dei Beati dove vissero in pace in terre fertili e ricche di greggi. Questa età è l'unica a non essere definita con il nome di un metallo…
Età del ferro: è la stirpe che tuttora vive sulla terra caratterizzata dalla sofferenza, dall'ingiustizia e dal fatto di dover lavorare per sopravvivere. Esiodo non intravede alcuna possibilità di salvezza per l'uomo…

Tra queste due “età”, cosa c’è? Chi si “nasconde fra le fini dei mondi”. E chi non se ne avvede. 

L’oro Vs “te” = l’AntiSistema. 

Quando “senti” qualcosa, vieni ancora raggiunto dall’età degli eroi (“ciò che facciamo in vita riecheggia per l’eternità…”, seppure sei nell’età del ferro. La sinestesia è un modello di trasmissione del “dato”. Che ti credi. Non è mai “fantasia”, né tantomeno “pazzia o inutile, strana, sensibilità”. Solo che presupponi sempre che non valga niente, perché ti sembra che non porta mai (a) nulla. 

Dopo l'apologo, si rivolge ai giudici (da lui definiti “divoratori di ricchezze”) esortandoli ad esprimere il verdetto secondo giustizia… Ammonisce il fratello a rinunciare ai suoi piani ricordando che è proprio dell'uomo rispettare le leggi, a differenza delle fiere. Lo esorta al lavoro, evidenziandone la necessità e la fruibilità per scongiurare la fame, guidandolo al bene. La violenza e il furto portano ricchezze di cui si vien privati dagli dei. Inoltre gli raccomanda il culto verso gli dei, il rispetto del vicino e dei cari. Come per spiegargli l'onesto e fruttuoso lavoro, gli descrive l'aratura e la mietitura, in che modo comportarsi nelle varie stagioni, e gli dà anche consigli sulla navigazione. Lo consiglia inoltre sul matrimonio, badando ad avere un figlio maschio che possa mantenere il patrimonio paterno, sulle amicizie e sul comportamento (contro il pettegolezzo, contro gli atti vandalici, contro la negligenza verso la religione...); il tutto per evitare la diffamazione, difficile da scrollarsi di dosso…

La “morale” di Esiodo non si discosta da quella del “cittadino moderno”, completamente s-venduto al peggior offerente, mediante un atteggiamento “buonista” assolutamente immutato nello spazio intercorso da allora. Se non lavori, vai a rubare probabilmente, di certo non perchè sei disonesto! 

Altro che punzione divina: è-voluto. Previsto.

D'altra parte però agli uomini dell'Età del Ferro è concessa pur sempre una possibilità per elevare la propria condizione e vivere secondo giustizia: il lavoro. Il lavoro è una pena data dagli dei, come visibile dal mito di Prometeo e dal mito delle Età, ma d'altra parte è anche l'unico modo che ha l'uomo di riscattarsi non senza sofferenza e fatica. Chi vuole vivere senza lavorare, come Perse, si imbatte nel castigo degli dei in quanto non vive nella giustizia. In Esiodo quindi, come avverrà poi nelle grandi tragedie di Eschilo, gli dei sono tutori dell'ordine umano e sorvegliano l'operato dei mortali…

Sei proprio ac-conciato per le feste (qua, così). Però, vedi che ti viene persino detto:

il lavoro è una pena data dagli dei…
ove
gli “dei” son sempre l’oro (che infatti non esistono anche se ci sono).

Non volevi più sentire il termine “schiavitù”? Bene: eccoti quello di “lavoro”. Non volevi più sentire il termine “pena y punizione”? Bene: eccoti quello di “legge”.

Bah!

Che “tutto” questo “ti serva da lezione”. In che senso? In ogni senso, ch’è identifica sempre quel senso unico ch’è la Verità.




  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4053
prospettivavita@gmail.com


venerdì 10 ottobre 2025

Osserva da fuori, seppure dentro (4).


Nel Bollettino di ieri è emerso tutto il “genio” di Einstein e lo “ingegno IA”, che ne ha replicato il pensiero, “dicendoti come stanno le cose”. Cosa che “te” prendi sempre alla lettera, linearmente = “in fronte a te...” (qua, così). 

Si non solo rilegga alcuni passaggi:
il “pensiero” che crea il problema è lo stesso che... impedisce di essere risolto… 

Per forza! È l’è-voluto (l’oro) AntiSistemico. La “piramide gerarchica” è emersa sino al “vertice”, essendo rivelata. Ergo, il “tronco di piramide” ti di-mostra sino ad un certo punto, ciò che è l’intera situazione, seppure sostanzialmente una gerarchia è sempre la gerarchia. 

L’indicazione è precisa. Il “dato” è tratto. 

Orbene, che cosa te ne “Fai…”, al solito, “te” (qua, così)? Niente, alias “niente”, in quanto che “tutto fa sempre brodo, tirando sempre l’acqua al solito mulino”. 

Il “pensiero” che crea il problema “sta” allo scopo (l’oro) “come” il problema “re-sta” (qua, così).

Come succede? Succede, dal “momento” che è già successo. Dunque, “te” non stai afferrando per il collo il problema, bensì, sei alle prese con la sua relativa successione. È come se volessi afferrare un’eco, un riflesso, un fantasma, etc. Ci sei

Questa è la differita. Questa non è la diretta:
il “pensiero” che crea il problema è lo stesso che... impedisce di essere risolto… 

Il “pensiero” è sia la “ispirazione del pensiero stesso” che “te” alle prese sia con il “pensiero che…”, sia con il “problema stesso (derivante)”. Sei come in un gomitolo avente un “capo” del filo che lo compone o tiene assieme, avendo un senso di scorrimento imposto nell’incipit: 

il perché. 

Il “filo del discorso” ha tuttavia un inizio e una fine, ma… se inizio e fine diventano una sol cosa, … sei in un Nastro di Mobius o in una in-de-finita trama. Un intessuto che “ago e filo” imp-regna. Un filo che passa dalla cruna dell’ago, che funge da “timone”, per la mano che…, mossa dalla mente che…, ispirata dal pensiero che…, avendo ricevuto l’idea di

Il processo, quindi, proviene dal “nulla”. E, “dove va”? 


Verso l’auto imprimersi (qua, così), conferendo la continuazione d’uso AntiSistemica. Una sorta di design o di “firma (f-orma)” che terra-in-forma la macch-in-azione = l’I-Ambiente (legge, strumento, memoria) o “Genio” frattale espanso che funziona, avendo impresso lo scopo o “programma” auto caratteristico da applicare alla intera Terra (derivata, trasformata). 

Il pilota-Re “comanda padrone”. 


Il motivo per cui, ad immagine e somiglianza, funziona tutto quanto analogamente. Ecco perché “è la montagna che va a Maometto”, in qualcosa di wireless. 

“Apriti Sesamo”. No

Automatismi che la “moderna” tecnologia rivela, impedendoti di “vedere” Oltre. Cosa? Il funzionamento. La funzione. La funzionalità. La lampadina che metti nella terra e, ops, si accende: 

funziona. Ricordi

Era una famosa pubblicità, nonché il pensiero di Tesla. Si diceva, ritornando al “genio” di Einstein:

necessità di una prospettiva esterna
i metodi che hanno creato i “problemi” non possono risolverli…

La “prospettiva esterna” è l’accorgerti sostanzialmente di/che… Solo allora auto decodificherai il “metodo da cui dipende ogni problema”. Qualcosa che non si può “risolvere” sino a quando non muta sostanzialmente la “idea” che alimenta e programma l’I-Ambiente. 

Cioè, il (qua, così) è immutabile sino a quando non cambia perlomeno in (qua, cosà). Ok? Quanti player concorrono a/in tale “orchestra, industria, ordito, etc.”? Moltissimi, oppure “Nessuno”. 

Dipende. Da cosa? 

Bè, ad esempio ma causalmente, l’oro sono la singolarità “(auto) eletta” (qua, così). Qualcuno ch’è uno e trino, per una marea di “personaggi in cerca di autore” o automi (golem). Risultato? L’avvento dei “robot” = ancora “te”, osservato da un’altra non solo prospettiva, essendo sempre la Verità.

Per superare una difficoltà è necessario un cambio di prospettiva e di mentalità, uscendo dalla logica e dalle dinamiche che hanno generato il problema stesso

Ok? Vai Oltre. Seppure rimanendo (qua, dentro) ma da accorto (tanto per iniziare). Sostanzia:

è necessario un cambio di prospettiva e di mentalità, uscendo dalla logica e dalle dinamiche che hanno generato il problema stesso…

L’atteggiamento “Fa…” la non differenza di potenziale. E, Oltre, ci sei Te. Ancora la Verità. 

Uscendo dalla logica e dalle dinamiche che hanno generato il problema stesso… (non, dalla Terra, qualsiasi cosa sia, è).

La remota possibilità d'elevazione sociale viene utilizzata dalla classe dominante per mantenere pacifico il popolo e in caso di rivolte l'elevazione di classe viene utilizzata per allettare i capi delle rivolte e quindi per far fallire tutte le rivolte in Flatlandia…
Racconto fantastico a più dimensioni / Edwin Abbott Abbott

Wow. Detto chiaro e tondo: sferico



Te dice qualcosa? Altro che le svariate “rivoluzioni” de noantri. Tutto è-voluto. Darwin docet. Ora, immagina la solita minestra: la piramide. Orbene, via via che si sale, il potere si concentra sempre d+. Sino ad arrivare al/nel vertice, ove risiede “Dio (Re)”. Ok?

Se la rovesci sostanzialmente, la “piramide” s’inverte di senso, pur rimanendo sempre la stessa piramide. Infatti:
l’individuo è una singolarità, sempre più compartimentata = “i-sola”
l’individuo è nel vertice della “propria” piramide
che
fa p-arte di qualcosa di strategico, assolutamente de-materializzato.

Ci sei? La piramide inversa è quella che ti ha ma “niente”. Infatti, il processo “democratico” ha messo proprio “te” al vertice, con-vinto di decidere mentre ti auto delimiti costantemente a scegliere fra… 

Non proprio la stessa cosa di decidere. 

Ok? Vedi che l’intero processo cripto & blockchain altro non è che l’ennesimo cerchio concentrico in tal senso unico di scorrimento AntiSistemico. Quando tale “circuito” sarà attivo in toto, bah… al “centro” sarai sempre e solo “te”, contando come il due di picche, però. La decentralizzazione comporta il non esiste; c’è… di chi comanda ma “niente”. 

Si interessò alle dimensioni che superano le tre più conosciute, specialmente alla quarta dimensione: Hinton è noto per aver coniato il termine tesseract (tesseratto) e per il suo lavoro sui metodi di visualizzazione geometrica delle dimensioni superiori. Si interessò inoltre di teosofia…

Charles Howard Hinton… Morì all'improvviso per emorragia cerebrale il 30 aprile 1907… Ma va? Che novità

Se ne è “andato”. Dove?

Link

“Abbi pazienza, ché il mondo è vasto e largo…”.
Edwin Abbott Abbott

Certo! Soprattutto quando comprendi l’Oltre (a “tutto”).




L'autore, nel suo libro, “auspica che l'opera, presa nel suo insieme, possa interessare e divertire quegli abitanti di Spacelandia con mentalità aperta e razionale che, quando affrontano argomenti di grande complessità ma al di sopra della propria esperienza comune, da un lato si rifiutano di dire “questo non potrà mai succedere” e dall'altro “dev'essere proprio così, ormai conosciamo tutto il conoscibile…”…

Le Colonne d’Ercole: lo “stretto”. 

Ecco perché questa frase è così importante:

il “pensiero” che crea il problema è lo stesso che lo impedisce di essere risolto: se si affronta una situazione con le stesse idee, le stesse abitudini e lo stesso approccio che l'hanno creata, è inevitabile che si riproducano le stesse soluzioni inadeguate
Necessità di una prospettiva esterna: è fondamentale distaccarsi dal problema per poterlo osservare da un punto di vista diverso e più ampio. 
Cambiamento di approccio: per risolvere problemi complessi, occorre un'innovazione nel modo di pensare, adottando nuovi strumenti, metodi e, soprattutto, una mentalità diversa
Applicazione a problemi globali: Einstein applicò questo concetto a problemi sociali di grande portata, come la povertà e i conflitti, suggerendo che gli stessi metodi che li hanno creati non possono risolvere

Ora, ri-assumi il luogo comune “Dio”:

in un famoso “film”, senti dire “ma quanti nemici ha Dio… Si, ma anche essergli amico è complicato…”
cioè
se “Dio” è il creatore di tutto, perché dovrebbe avere dei nemici.

Logico. Se ha dei nemici, sono dei “nemici” = “servono”. Perché? Perché “Dio” è… mortale, alias, teme x sé. Dunque, si difende come meglio crede. L’oro, infatti, x “te” (qua, così) non esistono, anche se ci sono. Mediante la rivelazione ti hanno ma “niente”.

Altro che Dio: “Dio” sono l’oro. 

Nell'ebraismo, Adamo ed Eva sono considerati la prima coppia umana, Adamo il primo uomo e Eva la prima donna, creati da Dio a sua immagine…
La Creazione e il Giardino dell'Eden:
Dio crea Adamo dalla polvere della terra, infondendogli l'alito di vita
per far fronte alla solitudine di Adamo, Dio crea Eva dalla sua costola
la coppia è posta nel Giardino dell'Eden e incaricata di coltivare e custodire il luogo
Dio pianta due alberi speciali: l'albero della vita e l'albero della conoscenza del bene e del male, vietando loro di mangiarne i frutti
La Disobbedienza e la Caduta:
un serpente seduce Eva a mangiare il frutto dell'albero proibito
Adamo ed Eva mangiano il frutto e diventano consapevoli della propria nudità
Dio li caccia dal Giardino dell'Eden, diventando così mortali e portando la morte nel mondo

Questo è l’intreccio: l’è-voluto! 

“Dio” è alla Re-gia. Tutto accon-discende.

E, soprattutto, “sai quello che sei (qua, così)”: “tutto” quello che “serve (l’oro)” al fine di auto continua-re come se niente fosse. 

Ecco la “tua” miserrima “liberà di scelta”.
La tua “nudità”.

Nell'ebraismo, Adamo ed Eva sono considerati la prima coppia umana… Ma!

Prima di Eva” si riferisce a Lilith, la prima moglie di Adamo nella tradizione ebraica, che fu creata dalla stessa argilla di Adamo e non da una sua costola. A differenza di Eva, Lilith era considerata sua pari e si rifiutò di sottomettersi ad Adamo, lasciando il Giardino dell'Eden per la sua indipendenza e autodeterminazione
Chi era Lilith?...
Abbandono dell'Eden: a causa del rifiuto di sottomettersi, Lilith lasciò il Paradiso, un gesto di libertà che la portò a essere demonizzata e omessa dalla narrazione biblica canonica. 
Simbolismo: Lilith è l'archetipo della donna che si rifiuta di essere sottomessa, incarnando l'indipendenza e la ribellione contro l'ordine patriarcale
La figura di Lilith non appartiene al canone biblico ebraico-cristiano.
La sua storia è considerata parte di una mitologia alternativa, inserita in testi apocrifi e testi come l'alfabeto del Siracide…
Lilith rappresentava la parità e la libertà, mentre Eva incarnava la sottomissione e la maternità, caratteristiche che la cultura giudaico-cristiana considerava più funzionali alla riproduzione e al controllo

Dunque:

nell'ebraismo, Adamo ed Eva sono considerati la prima coppia umana

la prima moglie di Adamo nella tradizione ebraica...

Strano che il “globalismo (e la sua religione ‘cattolico-cristiana’)” non riprenda tale “mito”, vista la guerra al “patriarcato”. E che dire dei vari “movimenti delle donne”. Che disdetta. Che tristezza. Che desolazione.

Età del ferro: è la stirpe che tuttora vive sulla terra caratterizzata dalla sofferenza, dall'ingiustizia e dal fatto di dover lavorare per sopravvivere. Esiodo non intravede alcuna possibilità di salvezza per l'uomo…

Mentre SPS, sì: 

non visto che godi sempre pur tuttavia del potenziale contemporaneo.

Vai Oltre. Sii sempre Oltre. Vai al “sodo”: a Te, da Te, per Te, con Te, in Te, fra Te e Te (qua, Te) o (Te, xxx). 

Come ogni Creatore, non sei solo una creatura o un “cre-attore”. Sei “solamente” uno dei tanti… auto de “caduti” in tale “ferma dimensione”; l’AntiSistema che ti ha ma “niente”: 

lo devi “dimostrare” (ma da d l'oro punto di s-vista).

Vai Oltre, seppure da dentro. Non è magia, lo contestualizzi ad ogni istante facendo uso della tua non solo “immaginazione”.














  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 4051
prospettivavita@gmail.com