Alla “radio” sento la musica, solo se non ne capisco il testo. Sento davvero la musica. La comprensione del testo comporta udire canzoni in italiano, il che comporta mal di stomaco in quanto che… è tutta retorica, propaganda, prostituzione, s-vuoto veicolato per tutt’altro, etc. etc. etc.
La musica perlomeno non mente, essendo “rumore”.
Mentre il testo “serve”. Due anni e mezzo di questo “ritmo” hanno sancito che “menti sempre come se non ci fosse domani”, sebbene continua ad essere tutto verità. È sempre vero, infatti, che menti qua nell’AntiSistema (così come ti mentono). Un opera-to che continuerà incessantemente sino a quando tenderai ad auto sopravviverci “dentro”.
Una questione di atteggiamento e... renderti conto:
non, ar-renderti e “far di conto” con quello che (ti) passa l’essere con-vento.
Se, sempre alla radio, poi interviene il Dj (diciamo così) o, peggio ancora, la coppia di imbonitori sempre gai, frizzanti, “amichevoli o amiconi”… quelli che ti danno la “sveglia” ogni giorno o alba, bè… che te lo dico a fare:
alla larga.
Il solo percepirne la presenza mi fa dar di stomaco, mi imbarazza. Falsi. Assolutamente: un tipo di “amicizia” che dura quanto il contratto stesso che hanno firmato con la direzione. Meglio: un tipo di “amicizia” che dura tanto quanto la telefonata che vi mette in contatto.
Lo spettacolo deve andare “avanti”, del resto.
Come una Messa continua-ta che non smette poiché ritmo battente AntiSistemico = qualcosa che “serve” proprio a/in tal status quo (pro). Dunque, non è “meglio essere tonti (e non capire il testo delle canzoni straniere)”, bensì… finire di farsi prendere in giro da chi scrive testi “bifidi”, buoni per incantar coloro che possono venir buoni al fine di ingrassare tali campi sempre alla ricerca di nuovo “letame”.
Il testo in lingua straniera se non lo capisci, “ti salva la vita”.