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martedì 29 novembre 2016

Lo sanno tutt3.



La decodifica dell’informazione “ambientale frattale espansa (tutto quello che 'succede' nella realtà manifesta)”, è un’opera complessa, alias:
strutturata (avente una struttura, una forma di organizzazione, causale).
E, una simile portante, lo è... sia dalla parte ricevente che da quella emittente.
La ricevente è ogni dispositivo Human Bit (l’essere umano).
L’emittente è:
la dominante (grande concentrazione di massa)
il Dominio (posseduto dalla dominante)
il sistema operativo frattale espanso tri-unitariamente (ripartendo l’informazione secondo la compresenza di grandi concentrazioni di massa, a livello giurisdizionale)
la memoria frattale espansa
le sottodominanti
l’essere umano stesso.
Ovvio che la ripartizione percentuale della portanza (emittente), va dal “maggiore dell’ottanta percento” della dominante, sino all'uno per cento dell’essere umano.
Questo sino a quando “qua, così”
Il famoso rapporto 80/20 o “principio di Pareto”, oltre che a provare l’esistenza della caratteristica ambientale frattale espansa, dimostra proprio il “(già) successo” avvento della dominante (che per delegazione frattale espansa, utilizza il sistema operativo frattale espanso, attraverso il Dominio, giurisdizionalmente… ossia, nell’AntiSistema, a livello globale planetario).
Una reale immagine della ripartizione di “priorità (padronanza)” a livello globale, può essere la seguente:
dominante al 99%
essere umano al 1% (ma in perenne stato di totalità potenziale).
Tutto ciò che è “interno” e/o “collabora” univocamente e/o contemporaneamente, con i due estremi della situazione reale manifesta “qua, così”, è ricompreso sia nel 99% che nel 1%, non contribuendo a variare la distribuzione di questa caratteristica funzionale.

venerdì 25 novembre 2016

La percentuale soglia.



Avendo dimenticato, causalmente, hai smarrito la connessione all'indice dei tuoi ricordi, al “è già successo” e, quindi, alla tua più autentica esperienza, dalla quale deriva la consapevolezza, senso e direzione. 
Così, “ora”, non sei più sicur3 di nulla (è possibile tutto, ma non credi in nulla che sia alternativo sostanziale. Qualcuno/qualcosa ha, quindi, già deciso anche per "te").
Anche quando credi di avere un progetto, non puoi mai essere del tutto cert3 che sia autenticamente tuo (infatti, il "tuo" progetto, serve). 
E non puoi nemmeno pronunciare sentenze su qualsiasi “natura”, dal momento in cui… “non ricordi, esattamente, un bel niente”. In questo vuoto, hai inspirato dentro di tutto. Tutto quello che supponi di sapere. Tutto ciò che ti utilizza. La somma del ritenuto “tuo” essere…
E, sempre nel vuoto (che è uno spazio svuotato, piuttosto che uno spazio senza dentro nulla originalmente) si è inserita qualsiasi “arte deviata ‘qua così’”.
La “scienza” – in qualsiasi ambito – ha preso il posto della tua esperienza.
Qualcosa che ti ha già invas3, conquistat3 e possedut3.
Qualcosa che da una simile prospettiva ed inclinazione, può trarre infinito vantaggio ad “immagine e somiglianza” del proprio Ego, interesse, progetto… strategia, controllo, lungimiranza, coerenza, stabilità, auto sostenibilità, etc.
Il “qua, così” ribalta la tua autentica prospettiva, che diventa AntiSistema. Per intenderci, è come guardare un qualunque episodio della parodia “Famiglia Adams”, nella quale “tutto è ribaltato, rispetto alla convenzione sociale”.
Per loro, invece, è assolutamente normale "essere gli Adams"...

giovedì 24 novembre 2016

La truffa sempre da “provare”.



Che cosa è una “truffa” (un momento…), quando la Massa può abituarsi (e si abitua) a tutto?
Cosa “passa” attraverso, insieme, unitamente allo status quo “qua, così”?
Sai una cosa?
Tu sai già tutto, ma (ma)… "non ci credi" mai, troppo, a fondo.
Ti dici: “non può essere vero”.
E, così, metti a tacere quel tuo “senso di ragno”, che nonostante tutto continua ad “ammonirti” sulla reale portata di tutto quello che continui a scambiare per unico.
È un processo di auto svalutazione, come l’inflazione in campo economico, deviato, di parte:
quello che ti trapassa (attraverso)
è
una “truffa”.
Nel diritto italiano, la truffa è l'ottenimento di un vantaggio a scapito di un altro soggetto indotto in errore attraverso artifici e raggiri.
Nel diritto anglosassone si parla di "false rappresentazioni"… così come, diversamente dall'Italia, in altri diritti oggettivi (austriaco e tedesco, ad esempio) l'errore può essere già presente nella mente della vittima
Si ritiene che la parola "truffa" derivi dal francese truffe… (tartufo, nonostante il termine francese corrente per truffa sia escroquerie), in quanto già nell'antichità il prezioso tubero veniva utilizzato per ingannare ignare e golose vittime;
secondo l'etimologia è anche probabile che l'espressione "tartufo" fosse la stessa di "tubero", secondo l'accezione di persona poco sveglia o sciocca...
A sua volta il termine "infinocchiare" (che ha il senso di "truffare, imbrogliare") ha simili origini, in quanto deriva dalla pratica di utilizzare il finocchio come antipasto per ingannare il gusto del cliente nei confronti di un vino di scarsa qualità, sia di utilizzarne i semi per alterare il gusto del vino imbottigliato
Link 
Estrai valore aggiunto frattale espanso, dalla tua/umana, centralità, attraverso un filtro universale (chiave di lettura/decodifica), che riassume ed auto mantiene la giustizia “ad angolo giro”:
un vantaggio a scapito di un altro soggetto indotto in errore attraverso artifici e raggiri
false rappresentazioni
l'errore può essere già presente nella mente della vittima
ingannare
persona poco sveglia o sciocca
imbrogliare
alterare…
Ora, tra tutte queste espressioni, quella che in un certo senso “buca lo schermo” è questa:
l'errore (che è) già presente nella mente della vittima…

martedì 22 novembre 2016

Stai osservando la “scena del delitto”.



Sei nella tua, più o meno confortevole “casetta”, e fuori tira un forte vento.
Il “clima” che c’è dentro, non è quello che c’è fuori, sia che faccia caldo, sia che faccia freddo. Fuori ti sembra tutto “naturale”. Dentro ti appare come tutto “artificiale”.
Eppure, dentro ti senti protett3, più a tuo agio (se non si tratta di ambire a fare una passeggiata nei boschi o a fare compere). 
Sai sempre che, qualsiasi cosa accadrà di fuori, tu potrai sempre ritornare dentro. E questo ti conforta e ti fa sentire quel “tepore di casa”, che vale anche quando fa già un caldo esagerato, perché trattasi di altro tipo di “calore”, rispetto a quello misurato con la temperatura. 
Ecco… sei in una situazione come questa e, improvvisamente, esci. 
Sino ad un attimo prima, avevi un certo “disegno” nella mente. Ti sentivi in un modo “tutto tuo”:
abbastanza forte e cert3 del far tuo.
Non appena metti piedi al di fuori di casa, cambia subito qualcosa
Sarà il clima, un po’ più “ostile”.
Sarà solo una tua impressione. 
Però, qualcosa cambia ed è diverso.
Al di fuori c’è, anche, tutto quello che – dentro – è un po’ meno “forte (intenso)”. Ci sono gli altri, c’è un “clima” diverso, c’è la città e la natura d’assieme, c’è traffico, c’è sempre qualcun3/qualcosa da “affrontare”.
Qualcosa che percepisci come “non proprio tuo affine”. È un disagio psichico? È una “malattia”? Oppure, è il risultato del sopravvivere “qua, così”?

giovedì 17 novembre 2016

Attraverso tutto, ricarica l’ambiente.



Fermati, dunque, tu sei così bello! La traccia dei miei giorni terreni non potrà svanire in eterno”.
Faust – Goethe
Attraverso la memoria, si forma l’esperienza.
Allo stesso tempo:
attraverso la “tua” memoria, si forma la “tua” esperienza…
Sei nel “qua, così”. Sei nell’AntiSistema. Sei alla rovescia, rispetto a… Te.
Sei, dunque, solamente “te”.
Il tuo “diritto” non è qualcosa di concesso, bensì, di auto esistente (e se mai dovesse essere una “acquisizione”, ossia, una “concessione”… allora, lo sarebbe solamente al di là del “qua, così”. Ossia:
in ogni “caso”, Tu – ora – sei “uno stato di diritto, che viene prima di tutto quello che ti caratterizza in questo reale manifesto by dominante).
E, nel tuo diritto sta tutta una serie di attributi “di serie”, che ti sembrano ormai inimmaginabili
Cioè:
che non ti sembrano affatto possibili, poiché nemmeno riesci a ricavare il minimo fondamento in termini di alveolo ideale.
Come se ti venisse a mancare persino l’ispirazione
Come se… tutto fosse controllato, goccia a goccia, a monte di te.

mercoledì 16 novembre 2016

Il compassato futuro compresente.



Proust ascolta i suoni che provengono dal passato, Benjamin quelli che anticipano un futuro che intanto è divenuto esso stesso passato.
A differenza di Proust, Benjamin non vuole liberarsi della temporalità, non vuole contemplare le cose nella loro essenza astorica, ma mira ad una esperienza e ad una conoscenza storiche; è però respinto nel passato, in un passato, tuttavia, che non è concluso, ma è aperto e promette un futuro.
Il tempo verbale di Benjamin non è il passato prossimo, ma il futuro anteriore in tutta la sua paradossalità:
di essere un futuro e tuttavia anche un passato
Speranza nel passato. Su Walter Benjamin - Peter Szondi
Essere un futuro e tuttavia anche un passato…” = quel “tuttavia” è un “allo stesso tempo (contemporaneamente)”. 
Ciò significa che il tempo è come un indice o, meglio, dalla prospettiva dominante… il rendere eterno un punto di/nel passato, che serve da riferimento unico, globale, collettivo (nella misura in cui diventa una cieca imposizione, senza apparente genitorialità), al fine di ancorare ogni altro possibile punto di presente (futuro) all'unico “filo del discorso”, che sembra – “qua, così” – possibile scegliere di percorrere.
Hai presente quando leggi un libro (cartaceo) e, ad un certo punto, pieghi un lembo di pagina a mo’ di “segnalibro”? Ecco…
Da un punto di (mai autenticamente) passato (è già successo), la dominante “piega” tutto alla propria intenzione che, di più, è la facoltà concessa alla grande concentrazione di massa, di poter – in delegazione frattale espansa – interagire (passare ordini di comando) con il sistema operativo frattale espanso:
l’autentico “pennino” in grado di descrivere (manifestare, arredare, governare) la realtà manifesta, secondo l’interpretazione che ne fa, la dominante (“qua, così”)
oppure
quella parte che riassume in sé gli “attributi” per divenire il “pilota”.
Da “lì”, immaginare che la realtà manifesta possa, anche, essere giusta ad angolo giro “lato tuo/umanità, centrale”, In Comunione… diventa pressoché impossibile. Almeno, sino a quando “vive e regna, nei secoli dei secoli” una visione dominante, di stampo “legge della giungla” o “Modello Far West”.
SPS (Io) ho espanso (ricordato), altresì, la possibilità potenziale di poter incarnare sempre (parte per parte) la caratteristica appena poco sopra esposta:
il “lato tuo/umanità, centrale”
con la giustizia ad angolo giro
In Comunione.
Questo può succedere (succede) quando l’essere umano 1) smette di avere paura, timore del futuro e 2) la dominante viene meno (in quanto, essa è una fonte continua di virale compresenza, immanifesta, di tipo inerente al caratterizzare con la “malattia” il genere umano, in toto.
Alias:
quando ricordi chi/cosa già sei, anche ora, nel “qua, così”.

martedì 15 novembre 2016

Non c’è più esperienza.



Non importa, nell'ottica della cosiddetta “sincronicità”, quando qualcosa è stato scritto, pensato, pubblicato
Importa, invece, quando si presenta all'interno del “campo di risposta” di una singolarità (essere umano). 
Così, ad esempio, un pensiero dei tempi antichi, che non è per nulla “nuovo”, può esserlo sostanzialmente… per col3i che ha “interrogato (emesso 'domanda')” il sistema operativo frattale espanso (da cui la famosa “legge d’attrazione”).
Infatti, nel momento in cui giunge la “risposta (feedback)”, ogni “pensiero, opera e omissione” ritornano “nuovi”, nella misura in cui sono utili alla “causa” dell’emittente “domanda, curiosità, comando”.
Questo quadro della situazione, di fatto, taglia fuori ogni concetto sociale AntiSistemico, collegato al copyright, non essendo – gli autori – impegnati in un’opera commerciale o di marketing, bensì, in qualcosa che li utilizza per quello che hanno detto, scritto, pensato e, così, rappresentato.
Tutto come se ci fosse un unico puzzle (dalla prospettiva della singolarità emittente, verso il sistema operativo frattale espanso ricevente, ed esaudente di “rimbalzo”) ed infiniti tasselli (modi) per poter rispondere (elaborare risposta, esaudire comando).
Il “come funziona (esattamente)” tutto questo, prevede un’apertura del grado di “accoglimento della risposta”, appunto, mediante una... espansione della propria capacità di annessione dell’espansione richiesta per
L’espansione non è mai una ridondanza.

lunedì 31 ottobre 2016

Sempre possibile poiché potenziale.




Fuori dalla cassaforte, il buio…”.
Frase attribuibile a Paperon De’ Paperoni
È la prospettiva dell’osservatore che ridefinisce la realtà.
Il “valore”, contenuto nello status quo, lo è per la parte dominante, la quale crea anche la realtà esterna “a propria immagine e somiglianza (spesso... attraverso le paure, replicandole)”.
Al tempo dell’impero romano:
fuori da Roma, le tenebre…”.
Al tempo dei filosofi greci:
fuori dalla luce di Atene, la notte…”.
È sempre la stessa “cosa”. La stessa situazione di fondo. Qualcosa che si ripete, nel tempo. Al di là del cambiamento, la trasformazione. Il “qua, così”.
Espressioni come “tra i due litiganti, il terzo gode”, “la storia si ripete”, “nulla succede per caso”, “tra il dire ed il fare, c’è di mezzo il mare”, “squadra che vince, non si cambia”, etc. dipingono una situazione esatta:
la ragione fondamentale, dominante, “qua, così”
il terzo che “gode” (all'ombra dei litiganti)
la storia che si “ripete” (all'ombra della memoria)
la connotazione del “caso” (all'ombra della consapevolezza)
il mare che è “di mezzo” (all'ombra dell’evidenza)
la squadra che “vince” (all'ombra di tutto).
Ciò chegode, ripetendosi, causalmente, attraverso il vincere (affermandosi)” …

venerdì 28 ottobre 2016

Una origine, di sicuro, ce l’hai.


Certamente, provieni da qualche parte (magari ancora da qua, ma - comunque - una origine ce l'hai).
Nonostante tutto quello che tendi a “pensare”, una origine di sicuro ce l’hai. Ma, “qua, così” vivi come senon ti interessasse ricordarla.
Sì, perché se una origine ce l’hai (e ce l’hai), allora, l’unica spiegazione per un simile “vuoto”, è che tu l’abbia dimenticata.
Quindi, “togli i sigilli” alla tua memoria
Di cosa “parliamo”? Di fare “ricerca”? Di studiare? Di consumarsi, in ogni modo, al fine di? Di... credere a/in?
No. Per niente e nulla, affatto. Si tratta di "ritrovare".
Qui, la questione è che hai dimenticato (per qualsiasi sia il motivo intercorso e nonostante sia il modello di “credo” che ti affligge “qua, così”).
Vuoi rimanere sul “pezzo”?
?
E, allora, smettila di far finta di niente, di fare la vittima, di rimandare sempre, di non dare retta a quello che “senti”, di recitare la “tua” parte, di avercela con tutto e con tutti… pur di distogliere l’attenzione da quel “chiodo fisso” che ti rode, comunque (sempre) dentro, in profondità (anche se non lo ammetti nemmeno a te stess3).
Ok?
Smettila. Ed, allo stesso tempo, “inizia”
La “via” non è solo una. E tu sei, “ora”, lungo quella che ti ha deviato nel “qua, così”.
Nella sfera del reale manifesto che “ti ha”.
No. Non si tratta di fantascienza. Non hai cambiato dimensione. Si è, solamente, trasformato il mondo “tutto attorno a te” o, meglio, “tutto attorno alla dominante (con te, dentro)”.
Da quel “momento (in poi)”, nulla è più stato identico al “prima”, compresa la “tua” memoria e, quindi, compreso te… mentre sopravvivi e ti chiedi (nella tua profonda intimità) “Chi sono? Dove vado? Perché?”.
 

giovedì 20 ottobre 2016

Costante, delta, formula, tecnologia, leva, delegazione, potere…



Ora, che hai (puoi) a tua disposizione uno schema (modello) di pensiero logico e razionale “altro” (come certamente ti sarai accort3, prendendo atto degli ultimi tre Bollettini - link, link, link), che cosa te ne farai?


Nella “tua” giornata, “qua, così”, può progressivamente/istantaneamente “cambiare tutto (sliding doors)” – ad ogni istante – ma... se “in qualcosa che può solo trasformarsi (sempre in ‘nuovo’ se stess3)”, nella sostanza cambia di posto solo la polvere che, comunque, tende a depositarsi nuovamente sopra ad ogni superficie (dopo qualsiasi ventata di novità).
Perché SPS (Io) affermo questo?

Perché 1) lo dice, prima ancora, la scienza deviata ("tutto si trasforma"), 2) sei in una forma di perpetuo status quo “qua, così”, 3) esiste la relativa/assoluta ragione fondamentale, 4) esiste l’intelligenza frattale espansa, che permette tutto questo e che amministra, sorveglia e ricorda tutto questo.
SPS (Io) mi limito, solamente, a mettere assieme tutti i pezzi, decodificando “lato mio/tuo/umanità, centrale”.
La risultante è... qualcosa che fa “male, allorquando smetti di “far finta di nulla”, veramente.
Un tipo di “dolore” derivante dalla libera constatazione della “forma”, nella quale “sei”. 

mercoledì 19 ottobre 2016

Dio è un simbolo di quello che è già successo.



Come “ne riesci”, da una situazione tanto coinvolgente, da essere divenuta (ritenuta) globale e “senza apparente via di ‘ritorno’”?
Quando la paura si è manifestata, infiltrata e ha colonizzato il tuo “complesso” … essa “vive e regna” in te.
Quando “è così”, ogni scusa diventa buona per “lasciare tutto esattamente e paradossalmente, com'è”. A quel “punto”, esistere (essere quello che già sei) diventa vivere (interpretare, adattare, abituare) e poi sopravvivere (vivere o morire). 
Ossia, fa la sua comparsa… la morte. 
La ritenuta fine dell’esperienza nel “proprio” corpo fisico.
La facoltà di poter pensare, distintamente all'interno di “te”, convince che esistano due ambiti diversi, uniti insieme… come la mente ed il corpo. 
Questa distinzione, porta con sé uno sdoppiamento di qualsiasi “decisione”, che puoi elaborare.
Allo stesso tempo, la distinzione provata dal fatto che 1) pensi, 2) dentro a qualcosa, 3) porta ad incarnare il pensiero nel corpo, arrivando a condizionare ogni processo organico/fisico.
Ecco che, così, la paura s’insinua nel corpo, nascendo nella mente.
Un simile processo di pensiero (elaborazione), senza la necessaria e portante memoria originale, conduce ad un radicamento nello status quo ed, al contempo, al desiderare di “andar via” dallo stesso tipo di scenario (se… il “qua, così” è vissuto come una fonte continua di “ingiustizia”).
Anche questa “prassi”, forma ed auto mantiene la forma di sdoppiamento dell’essenza, personalità, carattere, atteggiamento, risposta immunitaria del complesso corpo-mente, etc. 
Per cui, la formazione del binomio indissolubile “bene e/o male”, è il frutto di una sensazione interiore (sdoppiamento, dubbio, smarrimento, etc.) che deve, per forza di cose, ritrovare un “senso” in tutto quello che succede interiormente/esteriormente
La società globale, assume - causalmente - questa “forma” di 1) necessità, 2) mancanza, 3) dipendenza, 4) conseguenza, 5) scarsità, 6) paura, 7) ingiustizia, 8) separazione, 9) speranza e 10) morte.