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venerdì 11 luglio 2025

A teatro.


Utente. Visitatore

Fatti sto trip!

Lo Zyprexa è per la Lilly un grande business, con un fatturato di 4,2 miliardi di dollari nel 2008… Talune ricerche scientifiche hanno concluso che l'utilizzo di neurolettici potrebbe provocare una ridotta ma significativa perdita di materia grigia… Nella sua sentenza definitiva, il giudice Weinstein ha impedito l'ulteriore diffusione dei documenti

Atro = dal latino ater, che significa “nero”, “oscuro”, “lugubre” o “funesto”…

A(l)tro = ?

Un “mot(t)o” che riporta al “quanto è profonda la tana di Bianconiglio”. Uhm.
Dunque, sei “te” (qua, così). Dove = nell’atro, n’antra volta (sempre la stessa). Ove, l’ar-atro ha generato il relativo solco: il “tuo” scegliere fra… (senza mai decidere alcunché). 

Ara = altare…; struttura… destinata ad accogliere l'offerta alla divinità e il fuoco sacro… Pappagallo che, lo sai, “ripete tutto quello che (si) sente dire, con continuità…”. 

Porzione di terreno, misurato secondo intenzione altrui. 

Fuoco sacro = nella “caverna”, ciò che proietta le ombre dei s-oggetti destinati a “dima”, per coloro che li venereranno immersi come sono dalla/nella… paura delle “ombre”, in quanto… hombre

“AI” Panoramica:
in sintesi, il teatro, sia come luogo che come esperienza, è intrinsecamente legato all'idea di “vedere” e “osservare”, riflettendo l'essenza stessa della rappresentazione teatrale
Dal greco… théatron, che significa “luogo per vedere” o “spettacolo”. Questo termine, a sua volta, deriva dal verbo theaomai, che significa “osservare” o “guardare”... 

Le colline hanno gli occhi... (e il nemico ti ascolta).

Sei prigioniero dei greci, che fungono da ennesima interfaccia.

Temo i greci anche quando portano doni......
Laocoonte

Temi, anche, quando ti compri sul libero mercato un... cercapersone. Occhio!

Thé (a)Tron... (com'è Tron, nel film?: buio, senza luce naturale).

Atro(n) = dal latino ater, che significa “nero”, “oscuro”, “lugubre” o “funesto”…

Estensione/espansione del 13° piano





E, come si entra in... Tron?
O ti ci manifesti (“nasci; vieni generato ma non creato...) dentro. 
Motivo per cui:
sei abituato ad auto considerarlo tutto quello che esiste (nella “tua” teatro-testa). 
Oppure... ci entri mediante una “sala gioghi”, rivelata.
Ma, da utente-visitatore!

“Sole” ustorio

Dunque, il “teatro” è proprio il famoso “spettacolo che deve continuare”. Qualcosa che ricorda, anche e molto più sottilmente, “gli affari sono affari”. Un po’ come a dire:

“Io so’ io e voi non siete un cazzo...”.
Il marchese del Grillo

Del, non solo dettaglio, che introduce, tuttavia, al “tallone di Achille”:

“se tu me freghi qui, me freghi su tutto…”.

Ossia, la “leva di Archimede”. Il potenziale contemporaneo di cui godi, sempre, nonostante “tutto”. Però, attenzione: se godi sempre di uno stato potenziale, rischi di limitarti sempre a/in tale “attesa di…”. Ok? Lo stand-by che ti fa rimanere “in folle”, come il motore fermo che comunque sia è in funzione: 

consuma, alimentando “sul posto”. Come, gruppo elettrogeno.

“Essere fermi e non fare niente, sono due cose molto diverse...”.
The Karate Kid


Hai mai visto una cinghia di distribuzione (che... sincronizza il movimento) tra albero motore e a camme? Quando il motore è “fermo”, nel senso che è in funzione ma senza alcuna marcia innestata, produce qualcosa, consumando qualcosa:

consumando “carburante” (e financo parti di sé, in tale ferma “abitudine/tempo”)
alimenta “qualcosa” (l’atto di essere “acceso”) 

permettendo il movimento ad elementi che, a loro volta, trasmettono “input” o addirittura “output”.

Quindi, il moto-Re:

o è spento (nello stato di potenziale)
oppure
è “fermo” (in funzione). 

O, è in movimento attraverso la macchina (uno stato che non interessa, per ora).

Il tutto, rimanendo sempre “sul posto”. L’unico aspetto che permette all’osservatore di rendersi conto dello stato in cui versa il motore è:

se, fa rumore

Tuttavia, oramai i motori possono essere accesi in maniera molto silenziosa. Qualcosa che manco te ne rendi conto, soprattutto, se “non ci fai caso”. Allora, è la temperatura del motore (auscultabile mettendo una mano sul cosiddetto cofano) ad indicarti se è “vivo o morto”. Ma, anche in tal ambito, puoi facilmente cadere nel dubbio, poiché… “è la luce del giorno che ha scaldato la lamiera, oppure è il motore che è in funzione”. Già. Puoi vedere se emette gas di scarico

E se l’auto è elettrica? 

Senti le vibrazioni sul corpo macchina? Forse. Ne senti un pallido tremore. Potrebbero essere le altre macchine che passano per strada. Può essere un aereo che sorvola la zona, a bassa quota, dovendo atterrare (o, forse, è appena partito). Se tale motore è per strada. 

Se è in garage? 

, è in una proprietà privata (dato che non è tuo). E se è in un parcheggio pubblico? Al coperto. Bah. Suvvia, in un modo o nell’altro lo puoi sgamare se “è vivo o morto”. Un momento: anche se fosse spento, il motore, non significa che non si possa accendere da un momento all’altro, godendo di tale potenziale. Una Tesla, ad esempio, può essere azionata da remoto, manco fosse un macina caffè domotico. O demonico? Ecco

La “moderna” tecnologia (ti) ha avvicinato al concetto di “magia” = il funzionamento intimo delle “cose”. Quando qualcosa funziona, funziona!

Chiederti in che modo, risulta quantomeno “blasfemo”. 

Oppure, indica l’essere “consumat(t)ore” = proprio ciò che sei “te” (qua, così). Sai, forse, come funziona tutto quello che ti compri e dunque ti arriva in casa “tua”? No. Ergo, sai che funziona (anzi, lo esigi, avendo sborsato soldi = “lavoro”, ore di “tempo” o abitudine a/nel…). Come mai, allora, non ti chiedi niente (augurandoti che il comprato o accettato, funzioni… almeno tanto quanto copre la “garanzia”) mentre, è im-possibile che sia la realtà stessa a funzionare nel medesimo modus. 

Vuoi “capire”. Studi. Vai a scuola, specializzandoti.
Ne fai un “lavoro”. 

Ci passi “dentro” tutta la “tua” vita (qua, così) e, ops: anche il tecnico più specializzato è “fermo” in tutto quello che “sa”, poiché glielo hanno “detto” (in-segnato, di-segnato, di-sognato).

Chi fa “innovazione”, orsù, quindi? Chi... inventa. 

Da “chi” esce ogni “novità”. Chi apporta modifiche “software” al substrato reale nel quale “sei” (qua, così)? Quando “lo stesso gatto nero passa due volte, a brevissimo termine”, per inciso? Quando la “città” cambia f-orma, magari di “notte (mentre dormi)”, come in Dark City. Quando (l’oro) sanno che “devi andare a letto, spegnendoti momentaneamente”. E lo sanno perché, è-voluto! Perché lasciare anche il minimo dettaglio, al “caso”. No?

Perché rischiare (e/o non godere di) questo:

“se tu me freghi qui, me freghi su tutto…”.

Dove sei più “debole”? Dove lo sono l’oro. Ergo, dove sei più “debole”? Lo vedi? Li vedi, ma… “niente”. Nell’occhio del Palantir, er tipomentre Sauron lo vede – vede Sauron! Ci sei

È il “teatro” che ti frega, oppure… il fatto di essere come “a teatro”? Se (ti) introducono il concetto di teatro (e ci vai pure, anche rimanendo a casa), … funziona come illustrato in Inception:

per “te” il teatro è quello che “sai” = che hai visto.

Ma, se il teatro è “un’opera, prima” di tutto, “altra”? Se “serve” che “te” sappia del luogo comune “teatro”? Anche se non c’è nessun teatro! Cioè, se il teatro “serve” in pianta stabile a livello di percezione reale. Qualcosa che ti ha ma “niente”. Trovi

Ti trovi? “Conosci te stesso” = auto riconosciti, auto ricordarti di Te, da Te, in Te, per Te, con Te… 

Proprio come se avessi una memoria oltremodo + estesa e profonda. Come se non fosse mai la prima volta (qua, così). Come se s-offrissi di… qualcosa, che tuttavia il concetto di “teatro” rivela continuamente. 

“Mica sei a teatro”. No? Ecco. I... mutaforma.





Baal


Un fisioterapista che ha in affido lo studio di un amico psicologo finge di essere il terapeuta per conquistare una ragazza, cliente dell'amico, che è stata appena abbandonata sull'altare dal fidanzato. Tra equivoci e situazioni paradossali si sviluppa la commedia

Questo è un “film”. Una trama che ti scorre nella “tua” testa. E che funge da “copione”, nello stesso modo in cui “te” sei lo “ospite”. Comprendi? Sei a casa ed ospiti qualcuno/qualcosa, ma… lo “ospite” sei proprio “te”. Wow. Come funziona il meccanismo della s-vista? Ribaltando i piani. Sopra è sotto = sotto è sopra. Eppure, sopravvivi in un senso continuo di sottosopra, non facendo nemmeno attenzione ad una “acca”. 

Ti sposo ma non troppo racconta la storia di Andrea… una giovane e affascinante donna delusa dall’amore, Luca… un fisioterapista single che si finge psicologo per sedurla, e di una coppia, Carlotta e Andrea, che entra in crisi alla vigilia del matrimonio… Per un casuale doppio scambio di identità, le vite dei quattro personaggi finiranno per intrecciarsi ed essere travolte dall’eterna ricerca dell’amore perfetto. Una moderna commedia degli equivoci in cui nessuno è quello che sembra e nessuno può scegliere di non amare…
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Che curioso: Andrea ed Andrea. 


Il grottesco!

Come l’antefatto prepara ad hoc la trama o la trappola. Tale è lo s-vantaggio: la coperta sempre troppo corta, ma solamente x chi “arriva dopo”, oppure “è stato sconfitto (ma lo ha dimenticato)”. Come, insediarsi + a monte del fiume, che scorre attraverso le altre città.

Questo meccanismo ti ha. Altro che:

una moderna commedia degli equivoci…

Di moderno, (qua, così)… non c’è proprio niente! È tutto perfettamente oliato. Ma antico; il famoso “usato sicuro”.  

Come... una pugnalata diretta, alle spalle, di notte.
Senza alcun sicario di mezzo.

Qualcosa su cui puoi mettere la mano sul cuore, contare, fare affidamento, etc. Te. Un automatismo in-immaginabile. Potenziale... 

Qualcosa che, “figurarsi”. 

Quando sei per strada e osservi quella macchina con motore che “sembra acceso ma in folle”, aspetta un attimo e si manifesterà un “agente”, il quale ti chiederà “cosa sta facendo, circolare…”; dall’alto del “proprio” dovere. Oppure, se un cittadino modello ti vedrà insistere attorno a tale macchina, chiamerà i “vigili”, perché… “non si sa mai”. 

Laggente non solo Smith.

Eppure, cosa staresti facendo di male? Saresti prossimo alla scoperta della Verità ma “te” non sei Schliemann. Ok? Non spetta a “te”, (qua, così),  scoprire un bel niente (qua, così). Vedi che non è come in Truman Show: il backstage non ti appare mai. Quello è solo un “film”, nel quale la Verità fa surf. Mentre, nella “tua” realtà le cose sono molto, molto, molto, +… rivelate! Ad esempio, il concetto di “vergogna”, già da solo ti auto manutiene a debita distanza dallo scoprire la Verità. 

Altro che “Troia”. 

Come la lama della “educazione”, anche quando non c’è = c’è sempre. Un robot “ribelle” che fa? E-segue sempre degli “ordini”, poiché al di fuori della programmazione, “niente”. 

Infatti, in Westworld, la tipa di colore, “risvegliata” nel laboratorio coi 2 tecnici, li obbliga ad alzare tutti i suoi livelli al massimo. Ok? 

Al di fuori della programmazione, il “nulla”. Il potenziale è ancora insito nella programmazione. Se puoi “dividere le acque” è previsto in tali termini. E vedi che l’I-Ambiente eseguirà l’ordine. Non “te”. Nemmeno Te. Sei in qualcosa che funziona e che “obbedisco!”. Ma ti “seguirà” solamente se sei “sferico” = se ci sei, se sei Te in toto, sempre e comunque. Nel “bene” o nel “male”. Al di fuori di “tutto questo che funziona”, quello è un altro paio di maniche.  

Qualcosa che proprio si trova al di là di ogni “radar”; qualcosa, ove, ti puoi augurare di…


Ma, se lo generi, , ritorni nella programmazione del funzionamento.
Qualcosa che ti con-tiene, ancora una volta!

Dopo essere andato in analisi per cercare di superare il trauma dell’abbandono da parte della sua fidanzata, Luca si innamora di Andrea, a sua volta abbandonata sull’altare dal compagno fedifrago. Andrea, poco per volta, inizia a ricambiare i sentimenti dell’uomo, ma crede che Luca sia lo psicologo Cosimo. Il migliore amico di Luca, a sua volta di nome Andrea, pensa che l’altra Andrea nasconda l’identità da social network di Sharon, con cui ha intrecciato una relazione adulterina (e virtuale) con il nickname di Dylan: l’uomo ignora che in realtà Sharon è la sua futura moglie Carlotta la quale, per un complicato concatenarsi di eventi, crede che Dylan sia Cosimo/Luca… 
Una commedia degli equivoci che vive solo ed esclusivamente sulla carta, quasi impossibilitata a trovare una propria collocazione nell’immaginario cinematografico contemporaneo…
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Una commedia degli equivoci che vive solo ed esclusivamente sulla carta, quasi impossibilitata a trovare una propria collocazione nell’immaginario cinematografico contemporaneo… (la “critica” come al solito fa analisi logica su “Se questo è un uomo”).

Sei a/in “teatro”, (qua, così). 

Altro che “commedia sulla carta”. Altro che “equivoci”.

Meglio; a “te”: l’ara/l/t®o:
ara = altare
aratro = rompe e smuove la superficie del terreno per la coltivazione
teatro = rappresentazione o “divina commedia” (l’AntiSistema) 

altro = Oltre (Te).

L’agnello sacrificale sei “te” (qua, così). E, ogni giorno, è sempre “pasqua”.

Un'altra autorità scientifica, Edward Harrison, che insegna fisica e astronomia all’Università del Massachusetts, scrive… che non conosciamo l’universo, ma solo le molte maschere con le quali si presenta. Il suo libro “Le maschere dell’universo”, con il lungo sottotitolo “L’immagine del cosmo dalle origini dell’umanità alle più recenti scoperte scientifiche”… racconta tutti gli universi che l’umanità si è costruita, da quello magico di “centinaia di migliaia di anni fa…” all’odierno quantistico e inizia così:
tema principale di questo libro è l’idea che l’universo in cui viviamo, o in cui crediamo di vivere, è soprattutto un “mondo” fatto da noi. Ciò che “realmente” esso sia, non lo sappiamo
e conclude:
avanziamo a tentoni lungo il nostro cammino con la speranza che le nostre supposizioni e le nostre idee siano giuste, ed ecco ci viene incontro un altro universo, nel quale la maggior parte delle supposizioni e delle idee precedenti risultano sbagliate… Alla fine, al di là di tutti i sistemi, c‘è l’Universo in una nube della non conoscenza
Il risveglio degli antichi. Rapporto su una civiltà dimenticata dal tempo.

Ecco cosa “sanno” persino gli “esperti”. 

Figurati “te”, di conseguenza. Un “esperto” è come un recitante: impara a memoria la “propria” p-arte, laureandosi e, poi, la interpreta fedelmente per tutta la “tua” vita.

1000 anni di storia falsa. Inventata! Fomenko docet. Uno shift significativo. Tutto è + ravvicintato, dunque. Il “diluvio” che avviene circa 500 anni fa (“scoperta delle Americhe”). Ultra Horos che dimostra che le costruzioni - in mattoni - dello “impero romano” non sono più vecchie di 300 anni. Che gli “antichi egizi” conoscevano il cemento armato e che costruivano sul posto i loro grandi edifici. Con altri che affermano che il petrolio si può formare in qualche mese. Con Ante Omnia che ha trovato il modo per “compattare” tutto questo  copia e incolla “storico” de noantri. Tutto concorre a riparametrare la “storia terrestre”: invece che millenni, decenni; al massimo qualche secolo. Fomenko ne ipotizza, di certo, 10. Lo scenario si apre e si chiude, dunque, tra un Re-Seth e l’altro che, come onde del mare, distano di qualche secolo l’uno dall’altro. Le “ere glaciali”? Re-Seth “naturali”. È-voluti. Il “big bang”? L’apertura del mondo conosciuto, a quello s-conosciuto: sempre la Terra, solo la Terra. Come un teatro a s-comparsa, a compartimenti mobili (come per l’appunto sostanzia la “teoria della tettonica a zolle”). 

Il “popolo eletto”?
Chi la sa molto + lunga di “te” (qua, così). 

Chi conserva ancora conoscenza (memoria) e… “raccomandazione”. A differenza “tua”: l’AntiSistemico per (Sua) eccellenza. Come a dire, mangime per l’alimentazione. Ad immagine e somiglianza, gli “ebrei” sono ovunque, da mo’ (qua, così). Sono “maledetti” a quanto pare, ma… nulla sembra fermarli. Ergo, sono pieni di “alibi”, di “vittimismo”, possono mentire e lo fanno spudoratamente (vedi la questione sempre attuale; senza fare nomi né cog-nomi). Inoltre, sono introdotti, pieni di soldi e di influenza. Sono odiati ma, “niente”. Hanno sempre la meglio. Hanno sempre “ragione”. E quindi

La “cosa” puzza alla grandissima! 


Il chassidismo, ḥasidismo o hassidismo… è un movimento di massa… ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell'ebraismo ortodosso… sorto nella Podolia del XVIII secolo… per opera del taumaturgo e kabbalista Yisrāēl ben Ĕlīezer…meglio conosciuto come il Ba'al Shēm Ṭōv… e anche noto con il soprannome di Besht (BeShT, acronimo di Baʻal Shem Tov)… 

Sviluppatosi tra gli ebrei ashkenaziti dell'Europa orientale…

Nonostante la forte critica e opposizione da parte dell'élite formata da rabbini e halakhisti della Lituania - i mitnageddim, di cui il maggior esponente fu il Gaon di Vilna - il movimento chassidico è riuscito ad avere successo e a diffondersi con dinamismo tra gli ebrei di mezza Europa, trovando, a partire dal XX secolo, proseliti anche in Israele, Canada, Stati Uniti d'America e Australia
Poche persone ricevevano il titolo di Baal Shem tra gli ebrei ashkenaziti dell'Europa orientale e centrale. Il nome è più che altro noto in riferimento al fondatore del chassidismo moderno, il Baal Shem Tov (Maestro del Buon Nome), vissuto in Ucraina nel Settecento…

Gli “ebrei” che distano di molto da quei luoghi “sacri”, ora occupati; infatti:

il movimento chassidico è riuscito ad avere successo e a diffondersi con dinamismo tra gli ebrei di mezza Europa, trovando, a partire dal XX secolo, proseliti anche in Israele...
Baal Shem Tov (Maestro del Buon Nome), vissuto in Ucraina nel Settecento… (la “guerra” rivela).

Il “sacrificio” è continuamente richiesto. Baal!

Lo devi... alimentare (anche se funziona), il moto-Re.







Baal è una divinità in alcune tradizioni, mentre in altre viene demonizzato…
Wow: il gatto è vivo e morto, contemporaneamente.

Ergo, Te sei l’ago della bilancia. 

Ma, se sei “te” (qua, così), ehmScegli come scegli, tanto non cambia la Verità. 

Il “momento” di è già successo rimane tale e quale. Ciao!

La quarta parete fa parte della sospensione dell'incredulità esistente tra l'opera di finzione e lo spettatore. Il pubblico di solito accetta implicitamente la quarta parete senza tenerla direttamente in considerazione, potendo così godere della finzione della rappresentazione come se stesse osservando eventi reali. La presenza della quarta parete è una delle convenzioni più affermate della finzione, e in quanto tale ha spinto alcuni artisti ad attirare l'attenzione diretta su di essa per ottenere un effetto drammatico. Ad esempio ne Il quarto muro di A.R. Gurney, un quartetto di personaggi ha a che fare con l'ossessione della casalinga Peggy nei confronti di un muro bianco della sua casa e viene lentamente trascinato in una serie di cliché teatrali, mentre la scenografia e l'azione sul palco vengono sempre più rivolti verso questo presunto muro

Zaffiro e Acciaio = il “tempo” che…

Andrea & Andrea.

Guardi dove ti guidano a... guardare



  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 3987
prospettivavita@gmail.com


mercoledì 4 giugno 2025

@-rimane.


= è già successo e continua a…; essenzialmente = “della stessa sostanza del Padre… (vertice gerarchico)”, di default, come routine o “se niente fosse” nonostante è/c’è (qua, così). 

Più “antica-mente”, α-rimane (Alt 945). 

Codice della navigazione - Art.945:
1. Se la partenza del passeggero è impedita per causa a lui non imputabile, il contratto è risolto e il vettore restituisce il prezzo di passaggio già pagato...

Chi è che “rimane”? Chi ha (già) “vinto” o ti ha “posseduto = generato, non creato”. Ossia, chi ti ha “salvato”, nel senso che ti ha trovato, studiato e “memorizzato” = retro ingegnerizzato ad hoc o ad arte. 

Auto in-trat-tenuto! Lo spettacolo che deve continua-Re.

Sei (di conseguenza) “te” che rimani sempre (qua, così).

La “storia” della scimmia che diventa “uomo”. No? Nella sostanza, qualcuno che era già esistente in loco (modello “genocidio della Nazione precolombiana”), piallato da ciò che sopraggiunge, auto Re-installandosi conseguentemente, modificando il fenotipo esteso frattale espanso o “ambiente naturale” a propria immagine e somiglianza, auto ivi ri-compreso proprio il “nativo”. O, se meglio preferisci (intanto è “uguale”), qualcosa che viene progettato direttamente in tal modo, con all’interno proprio “te” (qua, così). Il comportamento è anche non verbale! Si può “e-leggere”.

Anche se ci sono nomi di città e/o paesi che sono anche dei “verbi”. 

Infatti, a volte, tali indicazioni non sono solo geografiche; talvolta, il “verbo” è persino coniugato al “(mai) passato (di moda)”, tipo:

Vigevano = la forma verbale del passato imperfetto indicativo del verbo “vigere”, che significa “avere forza, essere in vigore, essere valido”. Quindi, “vigevano” si usa per indicare che qualcosa era in vigore o aveva forza in passato… (a Vigevano, vigevano gli Sforza):
Cerano = a Vigevano c’erano gli Sforza… Ok

Cerano, fra l’altro, è vicino a Vigevano. Uhm. Tutto è “parlante”, se ci sei. Che dire, allora, del rafforzativo “Verbania”. Wow. L’ennesima pistola fumante che riporta sempre alla Verità, in tal “caso” nel formato “etichetta” by Lévi-Strauss (strutturalismo = sostanza, sostanziare). 

Chi @-rimane, di portante... (qua, così). Chi la vince! L'oro.
Chi rimane, di conseguenza, fregato... (qua, così); “te” (Te).

Proprio mentre, Te diventi “te” (qua, così) e, ogni volta, “te ne vai”. Tanto, poi, ri-torni sempre, ma… “niente”. Ogni volta da capo. Che disdetta!

Secondo Corriere Alto Milanese e Wikipedia, il nome Verbanus Lacus era utilizzato dai Romani per indicare questo lago, e da esso deriva anche il nome Lago Verbano. In altre parole, Verbanus è il nome latino del lago che conosciamo oggi come Lago Maggiore…

Interrogando lo “oracolo” digitale, la relativa “IA” è già all’opera, soprattutto nel formato “sotto controllo spinto (in gerarchia) = la IA è IA poiché (qua, così). 

Questo è il luogo comune nel quale “sei”, ma non ci sei:

Secondo Corriere Alto Milanese e Wikipedia…

Perché la “IA” attinge o “studia” presso tali “siti (a pappagallo)? , perchè va da “sé”. No? Il controllo è tutto (quando totale). La potenza è nulla, senza controllo. Per ciò Te sei “te” (qua, così), alias, scegli sempre fra…; non decidendo mai nulla, nella sostanza. 

Chi è rimasto, or dunque, nell’AntiSistema? 

Che ne dici, “te”? Ehm. Sorry. Te. Ergo, a chi si sta rivolgendo SPS, “ora”? Se Te sei “appeso al chiodo”, e… “te” sei la “tua” pallida controfigura, SPS sta “parlando al muro”, sul quale ci sei Te, però. Uhm. Mai dire mai. 

Ci sei? Vedi di...

Chi @-rimane nell’AntiSistema. Chi non se ne va mai via, sostanzialmente. Cioè, chi muore ma in qualche modo si “salva”: riesce a rientrare in Sé, dopo il ritorno, riprendendosi la propria memoria o “continuatività”. Tecnologia? Non necessariamente. Infatti, è più che sufficiente avere implementato una organizzazione tale da fungere da “segnale portante” persino “dopo la morte”. Cioè, se quando “te ne vai”, lasci una struttura in grado di “riprenderti”, … il giogo è fatto. Nel senso che toccherà al “prossimo” ripagarne ogni “tributo, peccato, debito, etc.”. Ecco chi @-rimane (qua, così). Chi (ti) gioca sempre in casa. 

Mentre a “te” te tocca de… attaccarti e tirare, ogni volta.


El sottinteso.

“Alfa privativo” può riferirsi a due concetti diversi: l'alfa privativo in linguistica e l'azienda vinicola Alfa Privativo.

Senti, senti, la “IA” che te dice. Lerrisate!



In linguistica, “alfa privativo” (o “prefix privativo”) si riferisce ad un elemento prefisso (come il “α-” in greco) che aggiunge un significato negativo o privativo ad una parola. In pratica, questo prefisso indica l'assenza o la negazione di un concetto

Non esiste; c’è! Uguale ad... alfa de-privativo.

“Oh Erin... ora finalmente avrai la pace che hai cercato invano su questa terra…”.
Fonzie 

Hey!...”. Ricordi? El “figun de noantri”. Il modello occidentalizzato del “vecchio saggio della montagna (dei rifiuti)”. Qualcuno che “al tempo” rimaneva comunque di sani principi, a differenza della derivazione attuale, sempre più da “compost”. 

Arimane viene “ricordato” da Giacomo Leopardi, al quale sta a cuore “morire” e, quindi, si rivolge al “Dio del male”. Era il 1830 e rotti. La figura di Leopardi è molto triste. No? Almeno, quello che “deodora” l’ambiente, per come ti è stato tramandato. Viene alla mente, di conseguenza, la figura di “Sottiletta” in Happy Days. Sigh. Una figura molto giovane, dolce, bella, innocente, etc. che, una volta entrata lì dentro, embè… 

Quell’industria della morte funziona h24. 

Non lascia testimoni. Non fa prigionieri, alfine. 

Una volta messo nel mirino, seduce e disgrega!
Altro che i soldi.






Nota la sua “carriera”. Quale “forma” ha? Quale traiettoria segue? , se non sembra il classico “Patto col Diavolo” questo. La candela che brucia in fretta, in cambio di… No

Ripercorriamo la carriera di Erin Moran, l’attrice che ha interpretato Joanie in Happy Days. L'attrice è purtroppo scomparsa nel 2017…
Ci sono persone che hanno la recitazione nel sangue e che proprio per questo motivo riescono ad ottenere ruoli importanti già in tenera età. Questo è senza dubbio il caso di Erin Moran, che tutti conosciamo per aver interpretato la piccola Joanie in Happy Days, una tra le serie in assoluto più famose e amate al mondo. Joanie, o Sottiletta come viene chiamata nella serie da Fonzie, è il suo personaggio più importante ma il curriculum di Erin è molto più ampio. Andiamo insieme a scoprire la sua storia e la sua carriera… Erin Moran nasce a Burbank il 18 ottobre 1960… Inizia a recitare quando è solo una bambina. Ottiene diversi ruoli in alcuni spot, il primo ad appena 5 anni di età… In seguito recita per la televisione… Lavora anche per il cinema… Sono tutti piccoli ruoli, ma Erin Moran inizia in questo modo a farsi notare. La svolta arriva nel 1974, quando viene scritturata per Happy Days… Erin Moran in Happy Days interpreta Joanie, la sorellina di Ricky Cunningham, soprannominata sottiletta da Fonzie. Ricopre questo ruolo per ben 10 anni, dal 1974 infatti al 1984. Interpreta Joanie anche nello spin-off Jenny e Chachi nel 1982 e 1983. Proprio nel 1983 ottiene per il ruolo di Joanie la vittoria dello Young Artist Award come miglior giovane attrice
Erin Moran in svariate interviste ha affermato di essere stata davvero molto felice durante gli anni di Happy Days, anni spensierati, con un bel clima sul set, con relazioni davvero molto importanti con gli altri membri del cast. Erin su quel set cresce, da ragazzina di 12 anni si trasforma mano a mano in una giovane donna. Così arriva un momento in cui sente che è ora di chiudere con il personaggio di Joanie, vorrebbe fare carriera e diversificare il suo portfolio di lavori. Si presenta per lei una grande occasione, la possibilità di prendere parte al provino per L'esorcista. Sua madre però è categorica, non le avrebbe mai permesso di assumere quel ruolo anche se fosse stata presa. Fa un provino anche per Laguna Blu, ma non è adatta per quel ruolo. Che fine ha fatto quindi la ragazza di Happy Days dopo questa fortunata serie Tv? Purtroppo non ha ottenuto il successo desiderato, anche se ha presto parte a molte serie Tv e ha avuto alcuni ruoli nel cinema…
Erin Moran e Rocky Ferguson si sposano nel 1987. Divorziano qualche anno più tardi, per la precisione nel 1993. Proprio in quell’anno, Erin sposa Steven Fleischmann. Erin Moran e Steven Fleischmann restano insieme per tutta la vita, sino alla morte di Erin nell’aprile del 2017. Purtroppo la loro non è stata una vita semplice. Erin ha sofferto di dipendenza da alcol, droghe e gioco d’azzardo. Tutto questo ha portato la coppia ad avere seri problemi economici. Proprio a causa della povertà Erin Moran e il marito sono andati a vivere nella roulotte della suocera. Dopo poco tempo sono stati sfrattati. In seguito hanno vissuto in diversi motel sino a trasferirsi a Corydon. 
Inizialmente in molti hanno temuto che Erin fosse morta a causa di un'overdose. Non sono state rinvenute però tracce di stupefacenti nell’alloggio di Erin o nel suo corpo a seguito dell’autopsia. La morte infatti è stata causata dalle complicanze di un cancro alla gola ormai arrivato al quarto stadio. Erin si era sottoposta a radioterapia e chemioterapia, ma senza alcun successo. Al momento della morte, l’attrice stava lavorando ad un libro autobiografico che sembra si sarebbe dovuto intitolare Happy Days, Depressing Nights. Henry Winkler, l’attore di Fonzie, e l’attore e regista Ron Howard hanno scritto sui social network un messaggio ad Erin, salutandola e sperando che adesso possa finalmente trovare la pace. Al funerale di Erin Moran si è presentato il cast di Happy Days al completo.
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Così arriva un momento in cui sente che è ora di chiudere con il personaggio di Joanie, vorrebbe fare carriera e diversificare il suo portfolio di lavori. Si presenta per lei una grande occasione, la possibilità di prendere parte al provino per L'esorcista (ma pensa che titolo a “caso”). Dio bono

Tutto è sempre “parlante”. Tutto è Verità.

An-nota(ti) questo e rabbrividisci, please:

al funerale di Erin Moran si è presentato il cast di Happy Days al completo…

i demoni; le... relazioni importanti createsi sul set...
Come no!

Erin muore a poco a poco anche per... problemi economici.
Anche se conseguenti alla depressione post quei momenti felici.
Magari l'avranno anche aiutata, ma...

La sua autobiografia? Giorni felici, notti deprimenti… (altro che Leopardi).
La rabbia è che questa “cosa” prende in entrata dei capolavori, portandoli all’auto distruzione, in uscita. Se paragoni tutto ciò ad un processo “digestivo”, … il tutto si chiarisce nella sostanza. In uscita vieni “scaricato” e quello che @-rimane son sempre l’oro. 

Cenere sei e... No? Incenerito!



Sigh!

L’avvento di Arimane, previsto da Steiner, è già successo! Non a caso “sei” nell’AntiSistema. Sei in differita, indifferente. La sensazione che il peggio debba ancora succedere, è valida nella misura in cui il “deve ancora succedere” indica il “continua a succedere”. Ci sei

Il filo conduttore dei Pensieri gira tutto intorno alla meccanica del desiderio individuale, messo in moto dalla forza mimetica che già per Aristotele differenzia l'uomo dagli altri animali in quanto egli è “il più adatto all'imitazione…” (Poetica, 4). Questa dinamica rientra a sua volta nei congegni di un ulteriore meccanismo sociale governato dalla legge fisica e morale della violenza e della volontà di potenza. Parola chiave e quinta fissa della raccolta dal primo Pensiero sino agli aforismi LXXXIV e LXXXV riguardanti il messaggio di Cristo, è il mondo, inteso nella “verità” profana e sacra, già enunciata da Leopardi nella lettera all'amico Brighenti del 22 giugno 1821: “Colui che disse che la vita dell'uomo è una guerra, disse almeno tanto gran verità nel senso profano quanto nel sacro…”... Verità che transita per l'intera opera di Leopardi in poesia e in prosa (come ad esempio in Zibaldone, 872 ss.) e sfocia nel Pensiero 100 dove si denuncia quella “specie di lotta di ciascuno contro tutti e di tutti contro ciascuno nella quale, se si vogliono chiamare le cose coi loro nomi, consiste la vita sociale…”… La rivalità mimetica, rappresentata dai miti nello scontro fondativo tra i fratelli Caino e Abele o Romolo e Remo, e il “confronto cogli altri” che nell'abbozzo del suo Inno del 1833 Leopardi imputa ad Arimane, dio del male, d'aver voluto immettere nei viventi…, sono la scaturigine mai spenta del fondamento maligno della società e della “continua guerra” che è la vita, secondo la sentenza di Ierocle riportata in Zibaldone, 4226… Si tratta propriamente di una pulsione vitale, inestinguibile perché radicata nel desiderio di cui ogni essere ha bisogno
Rolando Damiani

Una sentenza capitale. La maledizione AntiSistemica, l'oro x “te” (qua, così):

il re-plicante!
L'imitato-re: il limitato Re (Te).

Il filo conduttore dei Pensieri gira tutto intorno alla meccanica del desiderio individuale
messo in moto dalla forza mimetica
che già per Aristotele differenzia l'uomo dagli altri animali 
in quanto egli è “il più adatto all'imitazione…”... (ad immagine e somiglianza della stessa sostanza del padre che risiede e @rimane nel vertice gerarchico da cui poter decide-Re per tutti, come se fosse “natura-le”).

La rivalità mimetica, rappresentata dai miti nello scontro fondativo tra i fratelli Caino e Abele o Romolo e Remo, e il “confronto cogli altri” che nell'abbozzo del suo Inno del 1833 Leopardi imputa ad Arimane, dio del male, d'aver voluto immettere nei viventi…, sono la scaturigine mai spenta del fondamento maligno della società e della “continua guerra” che è la vita…:

la “vita” (qua, così), per favore. 

Perché diversa-mente, il potenziale apre a qualsiasi “scenario”. 

Ti ricordi, di Te? No. Perché? Perché sei stato “salvato” sotto altre spoglie = “te” (qua, così). Ergo, è l’auto caratteristica (qua, così) o AntiSistema ad averti ma “niente”. Ossia, l’oro ti hanno perché sei finito in “rete”. 

Ecco chi e perché fa sempre “goal”.


Nazgul



Set: partita e incontro!

“Cosa” stai continuamente “imitando” (qua, così). 

Perché fai quello che “devi fare”? Perché, non ti sembra che ci sia mai alternativa sostanziale percorribile. La “Comune” di Parigi prese piede ma fu comunque rasa al suolo, mediante il consueto modello degli “alleati”. Perché qualcuno interviene sempre, anche se la situazione locale sembra precipitare (tipo Paese 404)? 

Perché “serve”, al-fine di auto preservare “qualcosa”. Chi

Se non ci arrivi proprio, significherà continuare ad auto riciclarsi nella ruota del criceto, sempre (qua, così) by l’oro (gli in-esistenti). La ragione fondamentale è rivelata in quanto che “niente”. No? Cosa “perdi tempo” a… se (se).

Non hai delle “commissioni da fare”? Allora

In The Lord of the Rings, Tolkien… riparla… di creature campate tra il mondo sublunare e il terzo cielo, di essenze incarnate in forze fantastiche, di archetipi divenuti figure… 

Quirino Principe

L’incarnazione di @rimane è un… archetipo divenuto figura... (qua, così). Ma, l’archetipo è struttura = c’è. È già successo. Ok? 

“Temi tu la morte?...”. 

, al 99,99% laggente cor-risponde. Quindi, annunziare tale av-vento com-porta altra paura, alimentando il già vasto “incendio” in loco, che a sua volta alimenta un “appetito insaziabile (poiché divenuto dipendenza)”. 

Il l’oro (qua, così):
la scaturigine mai spenta del fondamento maligno...

Si parla perfino alla massa dannata
Le fiabe parlano di cose permanenti: non di lampadine elettriche, ma di fulmini. Autore o amatore di fiabe è colui che non si fa servo delle cose presenti. Esiste una fiaba suprema, che non è una sottocreazione, come altre, ma il compimento della Creazione, il cui rifiuto conduce alla furia o alla tristezza: 

la vicenda evangelica, in cui storia e leggenda si fondono…
Per religione Tolkien intende: “il divino, il diritto al potere, distinto dal possesso del potere, l’obbligo di culto...”…
Tolkien, segnatamente da Graves e Williams e Powys: egli non cerca la mediazione fra male e bene, ma soltanto la vittoria sul male. I suoi draghi non sono da assimilare, da sentire in qualche modo fratelli, ma da annientare
La fascinazione che sprigiona da Tolkien proviene dal suo completo ripudio di questa tradizione sinistra. La sua fiaba non celebra il consueto signore delle favole moderne, Lucifero, ma San Michele o Beowulf o San Giorgio
Come per Powys il numero sacro per eccellenza è il quattro, per Tolkien è il tre, trinitario, che non accetta la presenza del demonio
 

Quirino Principe

Ma…, El Diabolo è nei “dettagli”; a monte, ove può decide-Re. Tolkien poteva essere mosso da buone intenzioni, però… ehm, uhm:

il tre, trinitario, che non accetta la presenza del demonio… (suvvia).

Chi “ritorna”. Chi è il… Re? Oltre a Tolkien, chi sta “parlando”. La Verità chi o cosa sta indicando. Tale è “essere salvati”: salvati (registra, metti via certamente, ricordatelo sempre, etc.) tale “dato” e, ops, muori come se non fossi mai morto. 

In tal modus, sarai proprio Te a ritorna(re)-Re.
Sì, di Te, in Te, per Te, da Te, con Te (sfericamente, essendoci).

Sì, magari ancora (qua, così). Anche se, a tal “punto”, … la partita sarà ri-aperta nella sostanza. Ci sei

Lo devi, altrimenti “niente”!

“Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: “Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione?...”… Daniele, davanti al re, rispose: “Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini… Ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto… O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire… Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore…”.
Daniele 2,4-7,28

Pensa un po’ che te dicono (qua, così):

Daniele, chiamato Baltazzàr… (ergo, Balthazar demone della Cabala ebraica…).
Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore (ergo, il “Re” è un pupazzo incantato, il consueto Golem).

I “demoni” non vogliono farti sapere il loro nome. Gli “egizi” raffiguravano le figure “di traverso”. Perché

Quali “riti altrui (pericoli)” intendevano evitare, a posteriori/nel durante?

Balthazar 
Beltshatsar
Beltsatsar
Baltassar
Balthasar
Beltsasar
Baldassar
Baltazzar
Baltazzàr
Belsha'ṣṣar
Belshatzzar, Bel-šarrum-naṣāru, dall'accadico, ovvero Dio protegga il Re…
Baldassarre; nella Bibbia, re di Babilonia, figlio di Nabucodonosor, sotto il cui regno il profeta Daniele ha le sue visioni escatologiche
:

ma
è Daniele… Baltazzàr!

Il nome Daniele, che significa Dio è il mio giudice e rievoca il decalogo e la giustizia di Dio, è sostituito con Baltazzar, che significa custode dei tesori di Belo o il dio Belo protegge il re…:

grecizzazione del semitico Baal

Il “tour” che sta portando in giro, ovunque, Lady Gaga.

Una profezia, quella di Daniele, che annuncia al potere di Babilonia – e a ogni potere – un dato ineluttabile e tragico da accettare: la fine sopraggiunge proprio nel momento di maggior successo, l'apice del potere coincide con l'annuncio del crollo imminente dello stesso

Erin Moran docet.

Ecco perché, l’oro, ad un in-certo “punto”, decidono di… non esistere (esserci), creando “te” = il servomeccanismo “guardiano” del (qua, così) o AntiSistema. No?

Re-Seth. Amen-Ra.

“E fin quando ci saranno quelli che ricordano ciò che è stato, ci saranno sempre quelli incapaci di accettare ciò che potrebbe essere. Resisteranno… Vi sono grato. Perché ora so che cosa devo fare. Ridurrò in briciole questo universo sino all'ultimo atomo, e poi, con le gemme che avete raccolto per me, ne creerò un altro, brulicante di vita, consapevole non di ciò che ha perso ma solo di ciò che ha ricevuto! Un universo grato…”.
Thanos

Dal buio ai giochi di luce: l'ingresso calato dall'alto del “Golden voyager”…
Tom Cruise che si cala dall'alto del tetto dello Stade de France…



Continua a succede-Re, non visto che “sei” sempre (qua, così) by l’oro.

Ad Arimane
Giacomo Leopardi

Re delle cose, autor del mondo, arcana
malvagità, sommo potere e somma
intelligenza, eterno
dator de’ mali e reggitor del moto...

io non so se questo ti faccia felice; ma mira e godi, ecc., contemplando eternamente, ecc.
Produzione e distruzione, ecc. Per uccider partorisce, ecc. Sistema del mondo, tutto patimenti. Natura è come un bambino, che disfa subito il fatto. Vecchiezza. Noia o passioni piene di dolore e disperazioni: Amore.
I selvaggi e le tribù primitive, sotto diverse forme, non riconoscono che te. Ma i popoli civili, ecc.
Te con diversi nomi il volgo appella
Fato, Natura e Dio.
Ma tu sei Arimane, tu quello che, ecc.
E il mondo civile t’invoca.
Taccio le tempeste, le pesti, ecc., tuoi doni, ché altro non sai donare. Tu dai gli ardori e i ghiacci.
E il mondo delira cercando nuovi ordini e leggi e spera perfezione. Ma l’opra tua rimane immutabile, perché per natura dell’uomo sempre regneranno l’ardimento e l’inganno, e la sincerità e la modestia resteranno indietro, e la fortuna sarà nemica al valore, e il merito non sarà buono a farsi largo, e il giusto e il debole sarà oppresso, ecc. ecc.
Vivi, Arimane, e trionfi, e sempre trionferai.
Invidia dagli antichi attribuita agli dèi verso gli uomini.
Animali destinati in cibo. Serpente boa. Nume pietoso, ecc.
Perché, dio del male, hai tu posto nella vita qualche apparenza di piacere? l’amore? per travagliarci col desiderio, con confronto degli altri e del tempo nostro passato, ecc.?
Io non so se tu ami le lodi o le bestemmie, ecc. Tua lode sani il pianto, testimonio del nostro patire. Pianto da me per certo tu non avrai: ben mille volte dal mio labbro il tuo nome maledetto sarà, ecc.
Ma io non mi rassegnerò, ecc.
Se mai grazia fu chiesta ad Arimane, ecc., concedimi ch’io non passi il settimo lustro. Io sono stato, vivendo, il tuo maggior predicatore, ecc., l’apostolo della tua religione. Ricompensami. Non ti chiedo nessuno di quello che il mondo chiama beni: ti chiedo quello che è creduto il massimo de’ mali, la morte. (Non ti chiedo ricchezze, ecc., non amore, sola causa degna di vivere, ecc.). Non posso, non posso più della vita…

In-canto. “Boa” Constrictor.

Voltaire, il molto ascoltato Voltaire, collegava, ad Ahriman o Hariman, le serpent, il serpente…
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Il “Boa”, un pezzo della macch-in-azione (qua, così).

Loro”, si riferisce a persone o cose che sono in un certo modo separate o distanti dall'interlocutore, come una terza persona…







  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 3965
prospettivavita@gmail.com