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lunedì 23 giugno 2025

Tutto è uno.


Lux Obnubilata

Più che “dove” (essendo dapper-tutto), da quando

Quando, è già successo: (da) quando è tutto (in) gerarchia. Molto logico, persino. Ti occorre essere, forse, “laureato” per…? No. L’intelligenza è nativa. Non la acquisti a “scuola”. Non si compra. Al limite, la puoi s-vendere (qua, così). La puoi “perdere”, nell’AntiSistema. 

Che è diverso dal non averla. Ok?

Come se fosse un “vuoto a rendere”, in cambio de che, però. Del “nulla”. Ricordi? Perline colorate e specchietti (per le non solo allodole) in cambio di… preziosi (la “anima”, la sostanza, il valore aggiunto, etc. dei “nativi” = le “abitudini-tradizione-conoscenza” natie, in cambio dello s-vuoto ap-portato dalla “Corona”). 

Son sempre i nativi che affermavano, quando qualcuno voleva scattare una fotografia, che era l’anima ad essere imprigionata e/o portata via, mediante quello “scatto”. Non a caso, la schiavitù colpì anche quelle zone. La Verità agisce in ogni modo, nell’unico modo im-possibile (potenziale) = facendo “surf” attraverso/mediante, tutto, anche quando “tutto”. 
Ove:

inflazione = tassa.
invecchiamento = malattia.
tempo = abitudine.

Auto decodifica sostanziale frattale espansa (la Verità).

Il tutto in un sol, unico, algoritmo (programm-azione o scopo, da cui l’assoluto interesse e direzionamento di fondo lungo il verso della corrente del/nel canale artificiale AntiSistemico o il design, applicato da l’oro, che riveste, rivela, la relativa Terra).

La primavera araba ha dato l'avvio a una nuova fase di quel processo di “estinzione archeologica di massa” - per usare l'espressione dell'archeologo Alexander H. Joffe - che sembra contraddistinguere il secolo XXI (e che, è necessario ricordarlo, ha registrato il suo funesto esordio con il saccheggio del Museo Archeologico di Baghdad durante l'invasione del 2003). Si tratta di un capitolo di storia appena aperto, di cui è difficile prevedere sviluppi ed esiti futuri…
Archeo – dicembre 2012

Era il “2012” e certe cose (te) le scrivevano ancora.

L’ennesima “rivoluzione” de noantri. Qualcosa che lo “11 settembre 2001” ha accelerato, spalancando la “porta”; come ne’ “L’attacco dei giganti” le possenti mura furono “bucate” dai calci del giga-gigante (come un assalto al castello di vecchio stampo, alias, quando sei perfettamente localizzato e quindi attaccabile senza ombra di dubbio). 




Quando il “Signore” era nel castello, dimostrava il proprio “tallone di Achille”. Motivo per cui, la strategia è cambiata sostanzialmente. Anche se, chi era ancora nei castelli, non era di certo l’eco-dominante (l’oro), bensì, sottodomino ad immagine e somiglianza che, di conseguenza, hanno cambiato strategia adottando appunto quella ecodominante (ovviamente, inconsciamente, senza averne conoscenza ma limitandosi a rifletterne compresenza, portata e scopo). La vera “fuga” ecodominante avvenne quando ritornarono Oltre, dopo aver camminato fra gli uomini e aver edificato ogni maestosità del “tempo antico”, scambiato per l’opera di chi è rimasto fra queste “quattro mura”. Sigh! Che livello di “cecità (sostanziale)” è (stato) intercalato (qua, così). Qualcosa che stende un impietoso velo, offendendo qualsiasi livello o grado di intelligenza, arguzia, sentire, capire, sostanziare, etc. etc. etc

Proprio non ci sei, “te” (qua, così):
“esisti, dunque pensi e quindi sei?”. 

Wow; come sei (stato) auto demolito nell’AntiSistema. Lasciato come gli avanzi del “fiero pasto”; “te” che sei “il beato invitato alla cena del Signore…”

belato te” (qua, così). 

L’agnello sacrificale. Il gregge che fa? Bela. No? Sei proprio una “bela” pecora, alias, laggente non solo Smith. Nell’AntiSistema, va da sé, tutto è uno = tutto è l’oro! Potenzialmente, per sempre = sino a quando sopravvivi “te”, in-vece che esserci Te.


A partire dall'VIII secolo a. C. la struttura politica nel cui ambito i greci erano vissuti e avevano sviluppato la loro civiltà era stata quella della città-Stato, e fino al 400 tale sistema politico si era dimostrato, nel complesso, soddisfacente. La circostanza che la lealtà comunitaria fosse una sua esigenza vitale amalgamava le istituzioni e le tendenze religiose, sociali e politiche dei cittadini in una unità che ne attutiva i contrasti. La polis incanalava e favoriva l'arte e la letteratura greca. In parte tale successo fu reso possibile dal fatto che la Grecia era ancora un paese semplice. Le città-Stato non erano troppo vicine le une alle altre e, sebbene autonome, sapevano mettere da parte le loro differenze individuali nel momento del pericolo, così come era avvenuto al tempo delle guerre persiane. Quando il sistema politico greco era ancora in fase di consolidamento, l'Egeo non era minacciato da pericoli esterni e, al tempo dell'invasione persiana, i greci erano ancora abbastanza forti da poter respingere il Gran Re. I dissensi e le spaccature interne erano state mitigate normalmente con la colonizzazione, con i migliora- menti economici che ne erano risultati per la madrepatria e con il tradizionale spirito di lealtà verso i fini comuni…
Storia del mondo antico - Chester G. Starr

, la “ricetta” sembra sempre la stessa (finché regge). Nella sostanza, il mutar d’intensità non rende diversa la consueta strategia: quella che funziona sino a quando lo deve “Fare…”. Ossia?

Il grande filosofo Aristotele, guardando retrospettivamente a questi avvenimenti, osservava che gli spartani “crollarono non appena ebbero conquistato l'impero. Essi non sapevano destreggiarsi in tempo di pace, perché la disciplina nella quale erano meglio addestrati era quella della guerra…”.
Storia del mondo antico - Chester G. Starr

La “scia” di imperi che si sono auto succeduti, a livello di “storia (deviata)”, nell’AntiSistema, è-voluta! Qualcosa che continuamente “ri-cicla”, spazza via ogni dubbio relativamente al sostanziale essere un unico impero (l’oro) che non esiste anche se c’è. Ovvio: gli individui che, ogni volta, vivono sulla propria pelle gli sconvolgimenti, sono la prova com-provata di ciò che continua a succedere. Però, a “tempo debito”, saranno come al solito gli “studiosi” a ri/de-scrivere ogni singolo episodio, in maniera tale da incarnare la figura dei bastioni oramai de-materializzati ad hoc, proprio in tal senso: non esiste-Re; c’è! 

Laggente è tale poiché sottoposta continuamente a Re-Seth (qua, così). Thanos preferisce “un universo grato per quello che ha…”; mentre quello che ha “perduto”, ogni volta, viene slavato via opportunamente. Un po’ come avere sempre mal di stomaco per quello che succede e, quindi, far finta di niente al fine di “smettere di soffrire”. Uhm

Mors tua, vita mea… 

Ignorare è valido quando non si dimentica essenzialmente e, dunque, ci si prepara ad arte, ben sapendo. Mentre, ignorare è dimenticare allorquando “niente”: hai sempre e solo in mente “diritti e doveri” di/in questa società (l’oro) x “te” (qua, così). Se “Sparta”, non appena conquista l’impero, crolla… altri si comportarono diversamente (in un’altra parte del Re-Amen)…

Se la nascita relativamente tarda della civiltà Maya è spettacolare, la sua scomparsa lo è ancora di più. Nell'anno 830 d.C., dopo cinque-seicento anni di intensa attività, i centri principali vennero abbandonati alla giungla e all'opera del tempo. Di tutti gli enigmi che ci pongono i Maya, questo sembra essere il più grande. Per quanto ci si sia sforzati di ipotizzare rivoluzioni interne, siccità, carestie, pestilenze, quali cause dell'abbandono dei grandi centri, non c'è la prova definitiva di nessuna di queste teorie. Resta la possibilità, per quanto sbalorditiva possa apparire al nostro modo di pensare, che i Maya abbiano consapevolmente abbandonato la loro civiltà una volta giunta al suo apice. Se così fosse, dovremmo chiederci il perchè…
Il fattore Maya (La via al di là della tecnologia) – Josè Arguelles

Ergo:

per quanto sbalorditiva possa apparire al nostro modo di pensare… i Maya abbiano consapevolmente abbandonato la loro civiltà una volta giunta al suo apice
gli spartani… crollarono non appena ebbero conquistato l'impero

Gli uni “abbandonarono”. Gli altri “crollarono”. Uhm. La Verità sembra proprio “farti persino capire” le diverse modalità in atto, nell’AntiSistema = l’oro Vs “te”.
Chi “abbandona” al-fine di evitare il proprio “crollo”, la sa lunga relativamente allo scopo dell’AntiSistema = favorire unilateralmente chi non esiste; c’è. Ora, o i Maya erano una p-arte di l’oro (“utenti”), oppure è la Verità che te li “di-segna”. Ma, di certo, l’atteggiamento non è assolutamente casuale (del resto, “Dio non gioca a dadi…”). No

Costruire per distruggere è questa feroce ed affermata “ciclicità”, ove “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma…” e quindi vaffanculo! Cosa si “trasforma” (qua, così)? Tutto ciò che “serve” l’oro. Ad eccezione proprio di l’oro che sono sempre in “diretta” quindi l’evoluzione è utile, lato l’oro, sostanzialmente. L’oro sono quelli che autenticamente progrediscono, rimanendo nei secoli, semper fidelis (a se stessi). 

Alias, senza alcun intermezzo altrui a rompere le uova nel paniere. Diversamente, in-vece, va sempre a “te” (qua, dentro, così). Ci sei? La “tua” è sempre differita. La l’oro altresì, è la diretta! L’oro decidono, mentre “te” scegli sempre fra…

Alias, cos’è la “morte”?

Così si arriva alle stelle…” dice Apollo nell’Eneide ad Ascanio, il figlio di Enea, per incoraggiarlo a guardare in alto, a mirare a obiettivi importanti, a non farsi piegare dai nemici o dalle difficoltà…
Tempora mutantur, nos et mutamur in illis…; “i tempi cambiano e noi con loro...”…

Naútes.
Posso chiamarti così?
In greco antico significava “navigante”…

“Siamo gli unici, tra gli animali, a essere consapevoli della limitatezza della vita: ed è proprio questa consapevolezza la nostra forza, perché ci permette di vivere a pieno tutto quello che facciamo, dando valore a ogni singolo momento della nostra breve apparizione sulla Terra…”
Daniele Coluzzi

Ma pensa, Te! 

La limitatezza della vita… = è proprio questa consapevolezza la nostra forza…
Come no. Infatti, ogni volta te tocca de morì, nella paura, in solitudine, nella sofferenza, etc. In tutto quello che ti auto cancella la memoria, usual-mente (qua, così). Come (in) un processo di fabbrica(zione) ove, “dopo alcuni anni”, s-cade la “garanzia”. 

Sempre Re-Seth!
Lo stesso motivo imperante per cui:
gli imperi devono de-cadere, ogni volta (per preservare il l'oro).

“Così si arriva alle stelle…”? Proprio no. Orsù, perché “devi” morire? Perché lo ritieni “l’unica cosa giusta al mondo”! Wow. E perché dopo una vita “stressante”, proprio non ce la fai più, ergo, te lo auguri di morire. 

Indi, muori perché sei nell’AntiSistema = è pre-visto che…

Dunque, lo “invecchiamento” è una “malattia”. Un programma. L’è-voluto!

Ma per non procedere ulteriormente senza risultati, bisogna sapere che generalmente la Pietra Filosofale non è nient'altro che l'umido radicale degli elementi che si trova espanso per mezzo di essi ed unito nella loro pietra, costretto e insozzato da tutti gli elementi estranei. Per cui, non v'è meraviglia se possa resistere a cose di tal fatta, dal momento che si sa per certo che la vita degli animali, dei vegetali e dei minerali consiste nel loro umido radicale e ciò è di indubbia certezza e nessuno mai potrà negarlo. Infatti, qualora qualcuno possegga dell'olio riserbato nella propria casa da versare nella lampada, chi sarà così stolto da ritenere che tale lampada possa estinguersi per mancanza di olio, che è l'esca per alimentare il suo fuoco; e qualora l'affievolimento della luce derivi dalla mancanza dell'olio, certamente ritornerà la precedente luce dopo che sia stato aggiunto dell'olio. Seguendo un ragionamento simile, la nostra vita consiste nel nostro umido radicale; il piccolo fuoco si trasmette in esso ed è da esso trattenuto consumato questo umido, quella luce vitale fuggirà libera da vincoli. Perciò mediante la nutrizione la natura ha come compito quello di rigenerare l'umido…
Lux Obnubilata - Crassellame

Ecco la coltivazione intensiva (qua, così). Ed il controllo. Financo, la sostanza, però! Vai alla “IA”, ora…

AI Overview
“Umido radicale” in italiano può avere due significati principali, a seconda del contesto: asfissia radicale (in ambito agronomico) o umido radicale (in senso più ampio, legato alla teoria dei quattro umori). 
1. Asfissia radicale (o ristagno idrico): 
in questo contesto, “umido radicale” si riferisce al fenomeno del terreno eccessivamente bagnato, in cui l'acqua occupa gli spazi normalmente occupati dall'aria, impedendo alle radici delle piante di respirare correttamente. Questo può portare a: 
Marcimento delle radici: le radici, private dell'ossigeno, possono marcire, indebolendo la pianta. 
Vulnerabilità ai parassiti: piante indebolite sono più suscettibili agli attacchi di funghi e altri parassiti. 
Alterazioni nei processi nutritivi: il ristagno idrico può influenzare negativamente l'assorbimento di nutrienti da parte delle radici. 
Degradazione del terreno: il ristagno prolungato può portare alla perdita di struttura del terreno. 
2. Umido radicale (in riferimento alla teoria degli umori): 
in questo caso, “umido radicale” fa riferimento alla teoria medica antica (di derivazione galenica e ripresa da Avicenna) che vedeva l'organismo umano composto da quattro umori fondamentali (sangue, flemma, bile gialla e bile nera). L'umido radicale, in questa prospettiva, è considerato l'umore fondamentale su cui si basa la vita e che influenza la costituzione dell'individuo. Avicenna, ad esempio, lo utilizzava per spiegare malattie come le febbri e l'invecchiamento
In sintesi, “umido radicale” può indicare un problema di ristagno idrico nel terreno che danneggia le piante, oppure un concetto legato alla teoria degli umori che identifica l'umido fondamentale per la vita dell'organismo…

An-nota x bene:

Avicenna, ad esempio, lo utilizzava per spiegare malattie come le febbri e l'invecchiamento…

Ergo:

l’invecchiamento è una malattia (programmata).

E, cosa (ti) de-scriveva SPS, proprio nel seguente Bollettino.

Esperimento (esperienza): stare senza social (nella fattispecie il solo Telegram) per “x tempo”, formando un’abitudine alternativa o ritornando a quando non erano ancora presenti, almeno in tale f-orma digitale. 
Il malessere che provoca tale frequentazione, quando ossessiva (anche solamente seguendo la geopolitica, ad esempio, in un periodo storico particolarmente “a stiletto”, conficcato continuamente a livello di “stomaco e mente”) è una porta aperta alla/sulla “malattia” = l’auto pre-disposizione ad “offrirsi ad invecchiare”

quel “recipiente” in cui confluisce il malessere provocato socialmente, gerarchicamente, a cui l’individuo non può opporsi ritenendo l’intero processo del tutto “naturale y divino”. 

Del resto, (qua, così) “fan tutti”. 
E la “cesura (morte)” è un programma che va in onda ad ogni istante all’interno della “tua” vita AntiSistemica by… chi non esiste; c’è (qualcosa che assume le sembianze di un fantasma o di un sussurro o di una… ispirazione). Una co-i-spirazione, come ad esempio di una “banda criminale”: 
l’oro & co. Ok? Chi altri, Oltre a l’oro?
Ogni sottodomino, alias, chiunque potenzialmente vi aderisce. Cioè, ecco perché “Smith” è in ognuno, essendo ognuno “parte dell’equipaggio, parte della nave…”.

Ci sei? Vedi di esserci. Altrimenti, “niente”. 

Ci si ritorna su Lux Obnubilata. Oh, !


Obscured by Clouds (Fluido Rosa).

Che “colore” avrà lo “umido radicale”? 

Sogno un cimitero di campagna e io là
all'ombra di un ciliegio in fiore senza età
per riposare un poco, due o trecento anni
giusto per capir di più e placar gli affanni.
Sogno al mio risveglio di trovarti accanto
intatta con le stesse mutandine rosa
non più bandiera di un vivissimo tormento
ma solo l'ornamento di una bella sposa.
Ma che colore ha
una giornata uggiosa?
Ma che sapore ha
una vita mal spesa?...
Sogno di abbracciare un amico vero
che non voglia vendicarsi su di me di un suo momento amaro
e gente giusta che rifiuti d'esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda…
Sogno il mio Paese infine dignitoso (ma che colore ha?)
e un fiume con i pesci vivi a un'ora dalla casa (ma che colore ha?)
di non sognare la nuovissima Zelanda (ma che colore ha?)
per fuggire via da te, Brianza velenosa…
Una giornata uggiosa - Lucio Battisti 

Rete

Aristotele diceva che il bene supremo è la felicità, e forse di lui possiamo fidarci. Ma che cosa intendeva, più precisamente, quando per parlare di “felicità” utilizzava il termine eudaimonía? Questa parola è composta da daímon, “demone”, ed eu, “buono, bene”: la felicità è uno stato di grazia con il proprio demone interiore. Ognuno di noi, in effetti, ha una particolare virtù che lo caratterizza, una specifica capacità che lo anima e lo direziona: quando siamo in accordo con essa, con il nostro “demone”, e ci permettiamo di farla uscire allo scoperto, allora stiamo realizzando la felicità. Attenzione, però: avrai capito che per ottenere tutto questo devi prima ricercare te stesso e poi adoperarti affinché il tuo demone si esprima. Insomma, la felicità non è qualcosa che si ottiene passivamente, ma è prima di tutto attività… Cioè “l’eudaimonía è nell’attività che è conforme alla nostra virtù”…
Così si arriva alle stelle - Daniele Coluzzi

La felicità è uno stato di grazia con il proprio demone interiore… (con lo “utente” ed i diversi gradi di auto separazione che ne conseguono?). 

Uhm. Demone = ancora una volta, un... programma!

E, Te, quindi? Ricorda “Pinocchio”, sempre. A prescindere dall’essere “triste”, è la Verità. Anche se sei stato “generato e non creato”, … anche se sei stato “creato”, bah… ti puoi sempre “evolvere” = ritorna-Re a/in/con/da/per Te (qua, Te). 

Quando auto collimi, è Te che (t)esprimi!

Tutto il resto mandalo, anzi… lascialo, alla malora. Fallo crollare, dopo che ti sei levato di torno, essendoci come non sei mai stato (qua, così). 

Fai come quei “Maya”. Che aspetti? Il... successo, è già successo!



  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 3977
prospettivavita@gmail.com


mercoledì 4 giugno 2025

@-rimane.


= è già successo e continua a…; essenzialmente = “della stessa sostanza del Padre… (vertice gerarchico)”, di default, come routine o “se niente fosse” nonostante è/c’è (qua, così). 

Più “antica-mente”, α-rimane (Alt 945). 

Codice della navigazione - Art.945:
1. Se la partenza del passeggero è impedita per causa a lui non imputabile, il contratto è risolto e il vettore restituisce il prezzo di passaggio già pagato...

Chi è che “rimane”? Chi ha (già) “vinto” o ti ha “posseduto = generato, non creato”. Ossia, chi ti ha “salvato”, nel senso che ti ha trovato, studiato e “memorizzato” = retro ingegnerizzato ad hoc o ad arte. 

Auto in-trat-tenuto! Lo spettacolo che deve continua-Re.

Sei (di conseguenza) “te” che rimani sempre (qua, così).

La “storia” della scimmia che diventa “uomo”. No? Nella sostanza, qualcuno che era già esistente in loco (modello “genocidio della Nazione precolombiana”), piallato da ciò che sopraggiunge, auto Re-installandosi conseguentemente, modificando il fenotipo esteso frattale espanso o “ambiente naturale” a propria immagine e somiglianza, auto ivi ri-compreso proprio il “nativo”. O, se meglio preferisci (intanto è “uguale”), qualcosa che viene progettato direttamente in tal modo, con all’interno proprio “te” (qua, così). Il comportamento è anche non verbale! Si può “e-leggere”.

Anche se ci sono nomi di città e/o paesi che sono anche dei “verbi”. 

Infatti, a volte, tali indicazioni non sono solo geografiche; talvolta, il “verbo” è persino coniugato al “(mai) passato (di moda)”, tipo:

Vigevano = la forma verbale del passato imperfetto indicativo del verbo “vigere”, che significa “avere forza, essere in vigore, essere valido”. Quindi, “vigevano” si usa per indicare che qualcosa era in vigore o aveva forza in passato… (a Vigevano, vigevano gli Sforza):
Cerano = a Vigevano c’erano gli Sforza… Ok

Cerano, fra l’altro, è vicino a Vigevano. Uhm. Tutto è “parlante”, se ci sei. Che dire, allora, del rafforzativo “Verbania”. Wow. L’ennesima pistola fumante che riporta sempre alla Verità, in tal “caso” nel formato “etichetta” by Lévi-Strauss (strutturalismo = sostanza, sostanziare). 

Chi @-rimane, di portante... (qua, così). Chi la vince! L'oro.
Chi rimane, di conseguenza, fregato... (qua, così); “te” (Te).

Proprio mentre, Te diventi “te” (qua, così) e, ogni volta, “te ne vai”. Tanto, poi, ri-torni sempre, ma… “niente”. Ogni volta da capo. Che disdetta!

Secondo Corriere Alto Milanese e Wikipedia, il nome Verbanus Lacus era utilizzato dai Romani per indicare questo lago, e da esso deriva anche il nome Lago Verbano. In altre parole, Verbanus è il nome latino del lago che conosciamo oggi come Lago Maggiore…

Interrogando lo “oracolo” digitale, la relativa “IA” è già all’opera, soprattutto nel formato “sotto controllo spinto (in gerarchia) = la IA è IA poiché (qua, così). 

Questo è il luogo comune nel quale “sei”, ma non ci sei:

Secondo Corriere Alto Milanese e Wikipedia…

Perché la “IA” attinge o “studia” presso tali “siti (a pappagallo)? , perchè va da “sé”. No? Il controllo è tutto (quando totale). La potenza è nulla, senza controllo. Per ciò Te sei “te” (qua, così), alias, scegli sempre fra…; non decidendo mai nulla, nella sostanza. 

Chi è rimasto, or dunque, nell’AntiSistema? 

Che ne dici, “te”? Ehm. Sorry. Te. Ergo, a chi si sta rivolgendo SPS, “ora”? Se Te sei “appeso al chiodo”, e… “te” sei la “tua” pallida controfigura, SPS sta “parlando al muro”, sul quale ci sei Te, però. Uhm. Mai dire mai. 

Ci sei? Vedi di...

Chi @-rimane nell’AntiSistema. Chi non se ne va mai via, sostanzialmente. Cioè, chi muore ma in qualche modo si “salva”: riesce a rientrare in Sé, dopo il ritorno, riprendendosi la propria memoria o “continuatività”. Tecnologia? Non necessariamente. Infatti, è più che sufficiente avere implementato una organizzazione tale da fungere da “segnale portante” persino “dopo la morte”. Cioè, se quando “te ne vai”, lasci una struttura in grado di “riprenderti”, … il giogo è fatto. Nel senso che toccherà al “prossimo” ripagarne ogni “tributo, peccato, debito, etc.”. Ecco chi @-rimane (qua, così). Chi (ti) gioca sempre in casa. 

Mentre a “te” te tocca de… attaccarti e tirare, ogni volta.


El sottinteso.

“Alfa privativo” può riferirsi a due concetti diversi: l'alfa privativo in linguistica e l'azienda vinicola Alfa Privativo.

Senti, senti, la “IA” che te dice. Lerrisate!



In linguistica, “alfa privativo” (o “prefix privativo”) si riferisce ad un elemento prefisso (come il “α-” in greco) che aggiunge un significato negativo o privativo ad una parola. In pratica, questo prefisso indica l'assenza o la negazione di un concetto

Non esiste; c’è! Uguale ad... alfa de-privativo.

“Oh Erin... ora finalmente avrai la pace che hai cercato invano su questa terra…”.
Fonzie 

Hey!...”. Ricordi? El “figun de noantri”. Il modello occidentalizzato del “vecchio saggio della montagna (dei rifiuti)”. Qualcuno che “al tempo” rimaneva comunque di sani principi, a differenza della derivazione attuale, sempre più da “compost”. 

Arimane viene “ricordato” da Giacomo Leopardi, al quale sta a cuore “morire” e, quindi, si rivolge al “Dio del male”. Era il 1830 e rotti. La figura di Leopardi è molto triste. No? Almeno, quello che “deodora” l’ambiente, per come ti è stato tramandato. Viene alla mente, di conseguenza, la figura di “Sottiletta” in Happy Days. Sigh. Una figura molto giovane, dolce, bella, innocente, etc. che, una volta entrata lì dentro, embè… 

Quell’industria della morte funziona h24. 

Non lascia testimoni. Non fa prigionieri, alfine. 

Una volta messo nel mirino, seduce e disgrega!
Altro che i soldi.






Nota la sua “carriera”. Quale “forma” ha? Quale traiettoria segue? , se non sembra il classico “Patto col Diavolo” questo. La candela che brucia in fretta, in cambio di… No

Ripercorriamo la carriera di Erin Moran, l’attrice che ha interpretato Joanie in Happy Days. L'attrice è purtroppo scomparsa nel 2017…
Ci sono persone che hanno la recitazione nel sangue e che proprio per questo motivo riescono ad ottenere ruoli importanti già in tenera età. Questo è senza dubbio il caso di Erin Moran, che tutti conosciamo per aver interpretato la piccola Joanie in Happy Days, una tra le serie in assoluto più famose e amate al mondo. Joanie, o Sottiletta come viene chiamata nella serie da Fonzie, è il suo personaggio più importante ma il curriculum di Erin è molto più ampio. Andiamo insieme a scoprire la sua storia e la sua carriera… Erin Moran nasce a Burbank il 18 ottobre 1960… Inizia a recitare quando è solo una bambina. Ottiene diversi ruoli in alcuni spot, il primo ad appena 5 anni di età… In seguito recita per la televisione… Lavora anche per il cinema… Sono tutti piccoli ruoli, ma Erin Moran inizia in questo modo a farsi notare. La svolta arriva nel 1974, quando viene scritturata per Happy Days… Erin Moran in Happy Days interpreta Joanie, la sorellina di Ricky Cunningham, soprannominata sottiletta da Fonzie. Ricopre questo ruolo per ben 10 anni, dal 1974 infatti al 1984. Interpreta Joanie anche nello spin-off Jenny e Chachi nel 1982 e 1983. Proprio nel 1983 ottiene per il ruolo di Joanie la vittoria dello Young Artist Award come miglior giovane attrice
Erin Moran in svariate interviste ha affermato di essere stata davvero molto felice durante gli anni di Happy Days, anni spensierati, con un bel clima sul set, con relazioni davvero molto importanti con gli altri membri del cast. Erin su quel set cresce, da ragazzina di 12 anni si trasforma mano a mano in una giovane donna. Così arriva un momento in cui sente che è ora di chiudere con il personaggio di Joanie, vorrebbe fare carriera e diversificare il suo portfolio di lavori. Si presenta per lei una grande occasione, la possibilità di prendere parte al provino per L'esorcista. Sua madre però è categorica, non le avrebbe mai permesso di assumere quel ruolo anche se fosse stata presa. Fa un provino anche per Laguna Blu, ma non è adatta per quel ruolo. Che fine ha fatto quindi la ragazza di Happy Days dopo questa fortunata serie Tv? Purtroppo non ha ottenuto il successo desiderato, anche se ha presto parte a molte serie Tv e ha avuto alcuni ruoli nel cinema…
Erin Moran e Rocky Ferguson si sposano nel 1987. Divorziano qualche anno più tardi, per la precisione nel 1993. Proprio in quell’anno, Erin sposa Steven Fleischmann. Erin Moran e Steven Fleischmann restano insieme per tutta la vita, sino alla morte di Erin nell’aprile del 2017. Purtroppo la loro non è stata una vita semplice. Erin ha sofferto di dipendenza da alcol, droghe e gioco d’azzardo. Tutto questo ha portato la coppia ad avere seri problemi economici. Proprio a causa della povertà Erin Moran e il marito sono andati a vivere nella roulotte della suocera. Dopo poco tempo sono stati sfrattati. In seguito hanno vissuto in diversi motel sino a trasferirsi a Corydon. 
Inizialmente in molti hanno temuto che Erin fosse morta a causa di un'overdose. Non sono state rinvenute però tracce di stupefacenti nell’alloggio di Erin o nel suo corpo a seguito dell’autopsia. La morte infatti è stata causata dalle complicanze di un cancro alla gola ormai arrivato al quarto stadio. Erin si era sottoposta a radioterapia e chemioterapia, ma senza alcun successo. Al momento della morte, l’attrice stava lavorando ad un libro autobiografico che sembra si sarebbe dovuto intitolare Happy Days, Depressing Nights. Henry Winkler, l’attore di Fonzie, e l’attore e regista Ron Howard hanno scritto sui social network un messaggio ad Erin, salutandola e sperando che adesso possa finalmente trovare la pace. Al funerale di Erin Moran si è presentato il cast di Happy Days al completo.
Link

Così arriva un momento in cui sente che è ora di chiudere con il personaggio di Joanie, vorrebbe fare carriera e diversificare il suo portfolio di lavori. Si presenta per lei una grande occasione, la possibilità di prendere parte al provino per L'esorcista (ma pensa che titolo a “caso”). Dio bono

Tutto è sempre “parlante”. Tutto è Verità.

An-nota(ti) questo e rabbrividisci, please:

al funerale di Erin Moran si è presentato il cast di Happy Days al completo…

i demoni; le... relazioni importanti createsi sul set...
Come no!

Erin muore a poco a poco anche per... problemi economici.
Anche se conseguenti alla depressione post quei momenti felici.
Magari l'avranno anche aiutata, ma...

La sua autobiografia? Giorni felici, notti deprimenti… (altro che Leopardi).
La rabbia è che questa “cosa” prende in entrata dei capolavori, portandoli all’auto distruzione, in uscita. Se paragoni tutto ciò ad un processo “digestivo”, … il tutto si chiarisce nella sostanza. In uscita vieni “scaricato” e quello che @-rimane son sempre l’oro. 

Cenere sei e... No? Incenerito!



Sigh!

L’avvento di Arimane, previsto da Steiner, è già successo! Non a caso “sei” nell’AntiSistema. Sei in differita, indifferente. La sensazione che il peggio debba ancora succedere, è valida nella misura in cui il “deve ancora succedere” indica il “continua a succedere”. Ci sei

Il filo conduttore dei Pensieri gira tutto intorno alla meccanica del desiderio individuale, messo in moto dalla forza mimetica che già per Aristotele differenzia l'uomo dagli altri animali in quanto egli è “il più adatto all'imitazione…” (Poetica, 4). Questa dinamica rientra a sua volta nei congegni di un ulteriore meccanismo sociale governato dalla legge fisica e morale della violenza e della volontà di potenza. Parola chiave e quinta fissa della raccolta dal primo Pensiero sino agli aforismi LXXXIV e LXXXV riguardanti il messaggio di Cristo, è il mondo, inteso nella “verità” profana e sacra, già enunciata da Leopardi nella lettera all'amico Brighenti del 22 giugno 1821: “Colui che disse che la vita dell'uomo è una guerra, disse almeno tanto gran verità nel senso profano quanto nel sacro…”... Verità che transita per l'intera opera di Leopardi in poesia e in prosa (come ad esempio in Zibaldone, 872 ss.) e sfocia nel Pensiero 100 dove si denuncia quella “specie di lotta di ciascuno contro tutti e di tutti contro ciascuno nella quale, se si vogliono chiamare le cose coi loro nomi, consiste la vita sociale…”… La rivalità mimetica, rappresentata dai miti nello scontro fondativo tra i fratelli Caino e Abele o Romolo e Remo, e il “confronto cogli altri” che nell'abbozzo del suo Inno del 1833 Leopardi imputa ad Arimane, dio del male, d'aver voluto immettere nei viventi…, sono la scaturigine mai spenta del fondamento maligno della società e della “continua guerra” che è la vita, secondo la sentenza di Ierocle riportata in Zibaldone, 4226… Si tratta propriamente di una pulsione vitale, inestinguibile perché radicata nel desiderio di cui ogni essere ha bisogno
Rolando Damiani

Una sentenza capitale. La maledizione AntiSistemica, l'oro x “te” (qua, così):

il re-plicante!
L'imitato-re: il limitato Re (Te).

Il filo conduttore dei Pensieri gira tutto intorno alla meccanica del desiderio individuale
messo in moto dalla forza mimetica
che già per Aristotele differenzia l'uomo dagli altri animali 
in quanto egli è “il più adatto all'imitazione…”... (ad immagine e somiglianza della stessa sostanza del padre che risiede e @rimane nel vertice gerarchico da cui poter decide-Re per tutti, come se fosse “natura-le”).

La rivalità mimetica, rappresentata dai miti nello scontro fondativo tra i fratelli Caino e Abele o Romolo e Remo, e il “confronto cogli altri” che nell'abbozzo del suo Inno del 1833 Leopardi imputa ad Arimane, dio del male, d'aver voluto immettere nei viventi…, sono la scaturigine mai spenta del fondamento maligno della società e della “continua guerra” che è la vita…:

la “vita” (qua, così), per favore. 

Perché diversa-mente, il potenziale apre a qualsiasi “scenario”. 

Ti ricordi, di Te? No. Perché? Perché sei stato “salvato” sotto altre spoglie = “te” (qua, così). Ergo, è l’auto caratteristica (qua, così) o AntiSistema ad averti ma “niente”. Ossia, l’oro ti hanno perché sei finito in “rete”. 

Ecco chi e perché fa sempre “goal”.


Nazgul



Set: partita e incontro!

“Cosa” stai continuamente “imitando” (qua, così). 

Perché fai quello che “devi fare”? Perché, non ti sembra che ci sia mai alternativa sostanziale percorribile. La “Comune” di Parigi prese piede ma fu comunque rasa al suolo, mediante il consueto modello degli “alleati”. Perché qualcuno interviene sempre, anche se la situazione locale sembra precipitare (tipo Paese 404)? 

Perché “serve”, al-fine di auto preservare “qualcosa”. Chi

Se non ci arrivi proprio, significherà continuare ad auto riciclarsi nella ruota del criceto, sempre (qua, così) by l’oro (gli in-esistenti). La ragione fondamentale è rivelata in quanto che “niente”. No? Cosa “perdi tempo” a… se (se).

Non hai delle “commissioni da fare”? Allora

In The Lord of the Rings, Tolkien… riparla… di creature campate tra il mondo sublunare e il terzo cielo, di essenze incarnate in forze fantastiche, di archetipi divenuti figure… 

Quirino Principe

L’incarnazione di @rimane è un… archetipo divenuto figura... (qua, così). Ma, l’archetipo è struttura = c’è. È già successo. Ok? 

“Temi tu la morte?...”. 

, al 99,99% laggente cor-risponde. Quindi, annunziare tale av-vento com-porta altra paura, alimentando il già vasto “incendio” in loco, che a sua volta alimenta un “appetito insaziabile (poiché divenuto dipendenza)”. 

Il l’oro (qua, così):
la scaturigine mai spenta del fondamento maligno...

Si parla perfino alla massa dannata
Le fiabe parlano di cose permanenti: non di lampadine elettriche, ma di fulmini. Autore o amatore di fiabe è colui che non si fa servo delle cose presenti. Esiste una fiaba suprema, che non è una sottocreazione, come altre, ma il compimento della Creazione, il cui rifiuto conduce alla furia o alla tristezza: 

la vicenda evangelica, in cui storia e leggenda si fondono…
Per religione Tolkien intende: “il divino, il diritto al potere, distinto dal possesso del potere, l’obbligo di culto...”…
Tolkien, segnatamente da Graves e Williams e Powys: egli non cerca la mediazione fra male e bene, ma soltanto la vittoria sul male. I suoi draghi non sono da assimilare, da sentire in qualche modo fratelli, ma da annientare
La fascinazione che sprigiona da Tolkien proviene dal suo completo ripudio di questa tradizione sinistra. La sua fiaba non celebra il consueto signore delle favole moderne, Lucifero, ma San Michele o Beowulf o San Giorgio
Come per Powys il numero sacro per eccellenza è il quattro, per Tolkien è il tre, trinitario, che non accetta la presenza del demonio
 

Quirino Principe

Ma…, El Diabolo è nei “dettagli”; a monte, ove può decide-Re. Tolkien poteva essere mosso da buone intenzioni, però… ehm, uhm:

il tre, trinitario, che non accetta la presenza del demonio… (suvvia).

Chi “ritorna”. Chi è il… Re? Oltre a Tolkien, chi sta “parlando”. La Verità chi o cosa sta indicando. Tale è “essere salvati”: salvati (registra, metti via certamente, ricordatelo sempre, etc.) tale “dato” e, ops, muori come se non fossi mai morto. 

In tal modus, sarai proprio Te a ritorna(re)-Re.
Sì, di Te, in Te, per Te, da Te, con Te (sfericamente, essendoci).

Sì, magari ancora (qua, così). Anche se, a tal “punto”, … la partita sarà ri-aperta nella sostanza. Ci sei

Lo devi, altrimenti “niente”!

“Il re disse allora a Daniele, chiamato Baltazzàr: “Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che ho fatto e darmene la spiegazione?...”… Daniele, davanti al re, rispose: “Il mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né da saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini… Ma c'è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel che avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto… O re, i pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il futuro; colui che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire… Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore…”.
Daniele 2,4-7,28

Pensa un po’ che te dicono (qua, così):

Daniele, chiamato Baltazzàr… (ergo, Balthazar demone della Cabala ebraica…).
Se a me è stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una sapienza superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al re e tu possa conoscere i pensieri del tuo cuore (ergo, il “Re” è un pupazzo incantato, il consueto Golem).

I “demoni” non vogliono farti sapere il loro nome. Gli “egizi” raffiguravano le figure “di traverso”. Perché

Quali “riti altrui (pericoli)” intendevano evitare, a posteriori/nel durante?

Balthazar 
Beltshatsar
Beltsatsar
Baltassar
Balthasar
Beltsasar
Baldassar
Baltazzar
Baltazzàr
Belsha'ṣṣar
Belshatzzar, Bel-šarrum-naṣāru, dall'accadico, ovvero Dio protegga il Re…
Baldassarre; nella Bibbia, re di Babilonia, figlio di Nabucodonosor, sotto il cui regno il profeta Daniele ha le sue visioni escatologiche
:

ma
è Daniele… Baltazzàr!

Il nome Daniele, che significa Dio è il mio giudice e rievoca il decalogo e la giustizia di Dio, è sostituito con Baltazzar, che significa custode dei tesori di Belo o il dio Belo protegge il re…:

grecizzazione del semitico Baal

Il “tour” che sta portando in giro, ovunque, Lady Gaga.

Una profezia, quella di Daniele, che annuncia al potere di Babilonia – e a ogni potere – un dato ineluttabile e tragico da accettare: la fine sopraggiunge proprio nel momento di maggior successo, l'apice del potere coincide con l'annuncio del crollo imminente dello stesso

Erin Moran docet.

Ecco perché, l’oro, ad un in-certo “punto”, decidono di… non esistere (esserci), creando “te” = il servomeccanismo “guardiano” del (qua, così) o AntiSistema. No?

Re-Seth. Amen-Ra.

“E fin quando ci saranno quelli che ricordano ciò che è stato, ci saranno sempre quelli incapaci di accettare ciò che potrebbe essere. Resisteranno… Vi sono grato. Perché ora so che cosa devo fare. Ridurrò in briciole questo universo sino all'ultimo atomo, e poi, con le gemme che avete raccolto per me, ne creerò un altro, brulicante di vita, consapevole non di ciò che ha perso ma solo di ciò che ha ricevuto! Un universo grato…”.
Thanos

Dal buio ai giochi di luce: l'ingresso calato dall'alto del “Golden voyager”…
Tom Cruise che si cala dall'alto del tetto dello Stade de France…



Continua a succede-Re, non visto che “sei” sempre (qua, così) by l’oro.

Ad Arimane
Giacomo Leopardi

Re delle cose, autor del mondo, arcana
malvagità, sommo potere e somma
intelligenza, eterno
dator de’ mali e reggitor del moto...

io non so se questo ti faccia felice; ma mira e godi, ecc., contemplando eternamente, ecc.
Produzione e distruzione, ecc. Per uccider partorisce, ecc. Sistema del mondo, tutto patimenti. Natura è come un bambino, che disfa subito il fatto. Vecchiezza. Noia o passioni piene di dolore e disperazioni: Amore.
I selvaggi e le tribù primitive, sotto diverse forme, non riconoscono che te. Ma i popoli civili, ecc.
Te con diversi nomi il volgo appella
Fato, Natura e Dio.
Ma tu sei Arimane, tu quello che, ecc.
E il mondo civile t’invoca.
Taccio le tempeste, le pesti, ecc., tuoi doni, ché altro non sai donare. Tu dai gli ardori e i ghiacci.
E il mondo delira cercando nuovi ordini e leggi e spera perfezione. Ma l’opra tua rimane immutabile, perché per natura dell’uomo sempre regneranno l’ardimento e l’inganno, e la sincerità e la modestia resteranno indietro, e la fortuna sarà nemica al valore, e il merito non sarà buono a farsi largo, e il giusto e il debole sarà oppresso, ecc. ecc.
Vivi, Arimane, e trionfi, e sempre trionferai.
Invidia dagli antichi attribuita agli dèi verso gli uomini.
Animali destinati in cibo. Serpente boa. Nume pietoso, ecc.
Perché, dio del male, hai tu posto nella vita qualche apparenza di piacere? l’amore? per travagliarci col desiderio, con confronto degli altri e del tempo nostro passato, ecc.?
Io non so se tu ami le lodi o le bestemmie, ecc. Tua lode sani il pianto, testimonio del nostro patire. Pianto da me per certo tu non avrai: ben mille volte dal mio labbro il tuo nome maledetto sarà, ecc.
Ma io non mi rassegnerò, ecc.
Se mai grazia fu chiesta ad Arimane, ecc., concedimi ch’io non passi il settimo lustro. Io sono stato, vivendo, il tuo maggior predicatore, ecc., l’apostolo della tua religione. Ricompensami. Non ti chiedo nessuno di quello che il mondo chiama beni: ti chiedo quello che è creduto il massimo de’ mali, la morte. (Non ti chiedo ricchezze, ecc., non amore, sola causa degna di vivere, ecc.). Non posso, non posso più della vita…

In-canto. “Boa” Constrictor.

Voltaire, il molto ascoltato Voltaire, collegava, ad Ahriman o Hariman, le serpent, il serpente…
Link

Il “Boa”, un pezzo della macch-in-azione (qua, così).

Loro”, si riferisce a persone o cose che sono in un certo modo separate o distanti dall'interlocutore, come una terza persona…







  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 3965
prospettivavita@gmail.com