martedì 5 aprile 2022

L’essiccatura.



Dal lessico = l’essiccare.

Dall’essiccatura = la cattura.

Il fiume secco diventa… “deserto”.

A briglie sciolte.

Le “riunioni fra studiosi (convegni)” sostanziano (indicano, ricordano) quei ristretti “circoli elitari” che nel passato (e non solo) hanno deciso per il “futuro del prossimo”; hanno pianificato il mondo “prima, durante e dopo ogni reset”. 

La rivelazione consiste nel trasformare in dibattito fra “esperti” - teorie, credo, etc. - ciò che alcuni individui hanno deciso (progettato) per l’essere (andato a finire) “a Massa”. Cioè, questi continui briefing sono come una sorta di “rito”, di ritorno di fiamma, di ricordo, di “pensiero senza pensatore”, etc. 

Sono come una celebrazione di qualcosa/qualcuno che non esiste nonostante c’è. Come e-segue anche la Chiesa, ad esempio. 

Come memoria o “festività”. 

Perché si riuniscono dette” materie grigie”? 

Perché continua a succedere. Poiché “è già successo”. In-somma, non s’inventa mai nulla veramente da zero. È tutto un pro-cedere, c®edere… all’insegna del gran numero di menti che ti fanno presupporre possa esserci autentica “bio-diversità” e, all’opposto, si tratta di “pensiero unico” eco-dominante, nell’AntiSistema. 

Ecco:
Tu/“tu” sei qua. 

In questa “mappa” che riconosci perché “te l’hanno detto” masarà davvero così? Uhm

di autenticamente tuo, esattamente, cosa c’è? 

 

L’essere individuale è diviso, qua nell’AntiSistema: in p-arte è “sé”, mentre rimane Sé potenzialmente. E, in questa auto suddivisione, chi sei quando ti richiami a memoria? Quando fai riferimento a ciò che credi di essere ed, allora, auto rievochi perlomeno nella mente. Ecco: 

a chi o cosa ti appelli al fine di “riconoscerti”?

Ad immagini, pensieri, memoria, logica, convenzioni e convinzioni, tradizione, valori; magari persino a… sogni, aspettative, desideri, fantasia o “complottismo”, etc. etc. etc. 

Il potenziale è come un arsenale: in-de-finito, però. 

Qualcosa che “sì, figurati”. Oppure “magari”. 

Il programma “Struttura (Matrix)” funge da richiamo (eco), anche se “è solo un film”. Allora, di questo passo, non crederai più a niente né a nessuno, ivi auto ricompreso persino… Te: 

ecco perché sei già diventato, “te”. 

Qua: nell’AntiSistema. Dove “non ci posso credere”. E infatti, “niente”: 

non c’è niente da vedere. Da fare.

Eppure, si “sente” sempre qualcosa che or dunque, s-fugge. Ma non va mai veramente via. Ritorna sempre, perché sostanzialmente è “padrone della situazione” a differenza tua che “manco pe’ sogno”. 

 



Quando, in una cittadina, la trama da ”film” prevede che il “cattivo” sia e rimanga sempre tale, sino alla conclusione presumibile della trama (quindi, forse, mai)… che cosa continua a succedere

Dunque, nel “film” è il consueto copione; nella “realtà manifesta” è qualcosa che ti ri-guarda:

qualcosa che non va via sino a quando non farà più p-arte della routine.

Ovvero, se la routine è il solito “tran tran” allora può non esistere (anche se c’è), mentre se ne trascendi la portata di conseguenza potrai contare sul riassorbimento totale, non solo nella scena, bensì dell’intera narrazione. 

Terraformare è anche, così: questo. 

È come disporre di uno scenario unico e poterlo “arredare” come meglio si decide (“sogno”). I Bollettini ti riforniscono proprio di questa “prospettiva”.

Come… memoria. O Sveglia. 

Oppure, come “non potendone fare a meno”. Certo

è una vita che vale la pena vivere, allora

Non come trascinandosi sempre sino a sera, ogni “nuova” volta. Allora, ripensa al “mito”: a quando viene de-scritto in “tempi sempre moderni”, tanto da far passare ieri per il vecchio e oggi sempre sulla cresta dell’onda del “domani”. 

Ebbene, un “titolo” efficace potrebbe essere, ad esempio, “dai miti degli antichi al metaverso”. 

Alias?

Il metaverso, allora, sembra la gran novità: il “futuro”, la tendenza, la moda, etc. Eppure, all’opposto, “è già successo”. Non ti dicono e “sai” che ci sono tutte queste ere storiche, proprio come se fossero dei diversi scenari aperti sul mondo. Mentre in Westworld sono aree diverse dello stesso “tempo compresente”: 

come padiglioni di un parco dei “divertimenti”. 

Laddove ci sono i “dinosauri”, il “mondo romano”, quello “egizio, greco, cataro”, etc. etc. etc. Poi, c’è quello del “Grande Diluvio Universale” e della “Rivoluzione Industriale”:

laddove sembri esserti come “fermatoci dentro”. 

Come se non ci fosse domani. Nel “tempo” ma “senza tempo”:

nell’eco che ti ha, anche se è “normale” oppure “niente”. 

Hai presente? Qualcosa che ti attira anche se mai lo desidereresti, lo sceglieresti, te lo augureresti. Se solo lo potessi “Fare…”. Sì, perché c’è sempre questo accanimento: 

come coro di Sirene “di” Ulisse. 

Incanto. Fermo. Iter. “Legge”. Caos. Caso. Fato… Bah: la figura classica dello zombie o del Golem, raffigura l’essere “già successo”. 

Avvenimenti che non si sono mai troppo discostati dallo “Albero”, da cui accon-discendono o “cascano”, come semi che chissà mai quale funzione avranno. Vero

Ecco la genetica, allora. 

Le radici. La “radioattività”. Le comunicazioni di qualsiasi tipo ma soprattutto il wireless, il “senza fili”, l’influsso, l’influenza, l’infiltrazione. E, perché no, la muffa, la ruggine, il calcare. L’attrito, la resistenza, il “folklore”. 

Come forse puoi “vedere”, è tutto in sostanziale connessione, frattale espansa

nulla è a sé. 

Tutto ha senso, perché tutto è verità, checchesenedica. Certo: “e dov’è la dimostrazione”? Facile: non esiste ma c’è. Allora, ritrovala. Perché dovresti pendere da labbra altrui? Forse, perché sei così abituato dal dipendere sempre, in costante continuità. Dipendente dal dipendere:

l'in-de-finito.

Così come la Terra ruota ad una velocità talmente elevata che… “niente”: puoi contare sul fatto che la chioma non ti volerà via. Anzi: 

spesso, in estate, c’è anche l’afa. Ci sei? 

E se non c’è vento, l’aquilone manco prende quota. Eppure, tutto sta ruotando a “mille-mille all’ora”. Wow: ti rendi conto che sei ancora come quel bimbo che credevi di aver lasciato indietro, da qualche p-arte? Prova a cercarlo in soffitta, allora:

come se volessi scovare la musica rompendo la radio. 

È ovvio che è proprio il “niente”. Nevvero? Infatti, qualora ti scaldassi all’insegna di tale impulso, stai tranquillo perché al solito “dura sempre poco”. Poi passa. Non ti preoccupare. 

Ad un certo punto ti domanderai, “cosa sto facendo?”. E a domanda seguirà “risposta”, ossia: 

“niente”. 


Sì, non stavi facendo proprio niente. O “nulla de che”. Proprio come quando perdi il “filo del discorso” e non riesci a proseguire e, allora, “sarà stato qualcosa di non importante”. No? Pensa: 

magari eri sul palco, davanti ad una moltitudine, e… “niente”. 

Immagina che “figura di palta”. Ecco: immagina che ogni volta è proprio questo che ti accade, come se fosse un caso. Come fulmine a ciel sereno. Come a dire, “toh”. A cui segue sempre, sostanzialmente, “boh. Bah”. 

Uhm. Dov’è che ti stanno fregando? 

Esattamente, dove “ti hanno già fregato”: dal momento in cui “è già successo” a con-seguire (in gerarchia). An-nota bene:

non, ti “è già successo”

bensì

“è già successo”.

Trovi? Il discorso è comune, come il famoso “luogo”. Come la Terra, ad esempio. Ognuno conta sul fatto che la Terra sia la “casa madre”. Non è che ognuno pensa di essere sulla propria Terra. Anche se ognuno si compra o affitta un pezzo di terra, dove parcheggiarci sopra o dentro

Eco. Sostanza. Potenziale contemporaneo. 

In-somma, di/in questa “torta”… chiunque ne desidera un pezzetto; salvo poi non giungere mai alla conclusione, sostanziale, che detta torta comune è auto suddivisibile attraverso infiniti modi, non a caso una città qualsiasi è amministrata dal potere dello Stato, della Regione, della Provincia, della Città, del Quartiere, etc. etc. etc. ma, in ultima analisi, la “Mafia” può esserne l’autentica proprietaria

Subappalto docet.

Non solo: nella “Italia”, il potere internazionale può farla da padrone, anche se lasciando alla “colonia (asset)” la capacità ed il “diritto/dovere” di amministrare le “proprie” terre

Affitto docet.

Vedi che è un po’ come “scoprire la fonte di un fiume”: ma dove? L’acqua è un tutt’uno. Ergo, come puoi credere davvero di aver mappato l’origine di ogni “fiume”? È logico che si tratta di “mappe concettuali”, frutto dell’osservazione lineare. Qualcosa che, ad esempio, se smette di piovere si secca tutto e allora “ciaone”. Eppure, quel luogo (comune) continuerà a chiamarsi fiume, nonostante il tracciato nodoso di sassi e ciarpame vario.

Ebbene, quel “letto di fiume” potrà, nell’andazzo generale, anche essere trasformato in parcheggio”, salvo essere sempre nel rilievo orografico e, dunque, all’occorrenza ritornerà ancora un invaso solo adiacente al concetto di fiume. 

Analogia frattale espansa o sostanza Vs “quello che vuoi” = qualcosa che va e ritorna, superficialmente; mentre in profondità è diverso

Infatti, il fiume esiste per il pensiero comune, quando scorre in superficie, mentre non c’è se è sotterraneo. Il tracciato “fiume” è una memoria terrestre, nonostante si riempia di acqua. 

Il contenuto allora non “Fa…” alcuna differenza? 

Cioè, se il fiume è vuoto si chiama ancora fiume? Oppure, diventa una distesa di sabbia, sassi, pezzi di legno, organismi morti o rinsecchiti, etc.?

Quando il fiume è in secca, si è già asciugato

E, pur mancando di contenuto, è ancora trasparente (proprio come quando scorreva ancora l’acqua), infatti si vede il relativo “letto”; il dentro o sotto. 

Or dunque, com’è sopra è sotto. 

E viceversa. Quando, allora, la forma o la geografia, parlano sempre la stessa “lingua”, non importa cosa, dove, come, quando, perché, etc.? Quando la forma viene auto decodificata nella f-orma (laddove, l’orma è informazione Ambientale ad auto caratteristica frattale espansa o ad immagine e somiglianza). Qualcosa che per succedere in coerenza, Tu devi essere Tu, da Te in Te per Te. 

Viceversa, sarà come in Narnia II, allorquando la natura ha smesso di “parlare” ai protagonisti e non solo. Semi-nuovi.

Sostanza.



Per provare a fare i conti con un fenomenocome la guerra, si ha la tentazione a ricorrere a categorie assolutorie e semplicistiche quali l’irrazionalità degli attori in campo, la loro pazzia, la crudeltà gratuita.

Semplicistiche perché, di fatto, non spiegano nulla

assolutorie perché ci risparmiano il peso di porci delle domande.

Questa guerra, come tutte le guerre, non è iniziata per caso, ma perché interessi materiali precisi si sono sedimentati fino a un punto di non ritorno. Se le sirene guerrafondaie ci martellano giorno dopo giorno, soffiando sul fuoco e spingendoci sempre un passo in più verso l’abisso di una guerra di proporzioni inimmaginabili, sempre un passo più lontani da una risoluzione diplomatica del conflitto, è perché precisi interessi materiali hanno solo da guadagnare dalla situazione che si è venuta a creare nelle ultime settimane.

A chi conviene la guerra?...

29 marzo 2022 Coniare Rivolta Link

Non è iniziata per caso, ma perché interessi materiali precisi si sono sedimentati fino a… (manifestare il “fiume” con relativo scorrimento degli e-venti).

Il denaro è l’arma convenzionale utilizzata per… il ricatto esistenziale sostanziale. Qualcosa che rende “necessario”, allora, il… lavoro, alias, la f-orma mitigata di schiavitù che non a caso si ricorda ancora essere al centro portante del mondo “passato”, ma già (ancora) AntiSistema. 

Prima ancora non esiste ma c’è… il potere. 

Infatti, “una volta” ti ordinavano qualcosa e se non obbedivi ti riempivano di mazzate, intanto la “manodopera” non mancava. 

Allora, la “dima” in vigore come ragiona e cosa prevede? 

Questo:

se prendi l’esempio del “contante”

chi emette valuta ha l’onere di pagare il personale, l’azienda Zecca e relativa manutenzione, nonché l’adempienza fiscale, etc. etc. etc.

mentre

se, all’opposto, il denaro diventa o ritorna “digitale (virtuale)”

di conseguenza i costi saranno eliminati

mentre il potere rimarrà tale, semper in auge.

Questo “a costo zero” per chi amministra, produce, controlla… sostanzia proprio che “il denaro è una invenzione” sin dall’origine. Altro che baratto o “necessità” e allora ecco la “utility”. O l’abitudine sempre alla moda: 

che e-segue o dipende sempre dall’essere “alla moda” o “nella moda”. 

Come corrente nel fiume o del fiume. 

Quando tutt3 dipende dal denaro ed il potere te lo fa mancare, ecco che saresti disposto a tutto pur di… ritornarne in possesso. Uhm: il “ricatto” è fra le righe del non detto

 Allora, ecco come i vari “Ordini” bloccano l’intero. 

In gerarchia. Sulla base di una decisione sempre altrui, che si disperde da Oltre Orizzonte (non linearità). E nella compartimentazione stagna, ristagni proprio “tu”, qua nell’AntiSistema. 

Adesso lo “vedi” un po’ meglio il luogo comune, “fiume”? 

Qualcosa che se rinsecchisce, allora “non c’è più corrente”? Non proprio, perché sostanzialmente permane il “rilievo”; alias, la sostanziale situazione di s-fondo non viene mai meno, perché non esiste anche se c’è

L’eco-dominante ti ha, proprio in ciò. 

Come a dire che “hai voglia”. Il nemico è utopico? Allora, il nemico è una scusante. L’alibi preferito per far finta di nulla, nonostante la “corrente” scorra sempre intensa all’interno del solco del “grande fiume secco”. 

Ecco il deserto. 

Con la “natura” che impazza, come se fosse sempre una giungla vitale. E, in effetti, sia sotto la sabbia che sotto alla neve, c’è sempre vita o “semenza”. Così, non appena la “temperatura” lo permette, la fioritura va da sé, proprio come un programma. 

I-Ambiente.

Nessuno ha provocato tanta rabbia culturale quest'anno come il comico Dave Chappelle per il suo ultimo speciale di Netflix. Il comico non è estraneo alle polemiche, ma il 2SLGBTQIA+ cancel mob sembra essersi spinto troppo oltre anche per il Netflix di sinistra, che ha difeso Chappelle e finora si è rifiutato di acconsentire alle sue richieste di strappare lo speciale…

17 novembre 2021 Link

Accidenti.

La “sigla” diventa sempre più lunga (“inclusiva”):

ora ha raggiunto la “dimensione” 2SLGBTQIA+

Bah. Con tutto il rispetto, “questo aggiornamento” ha scaricato nella realtà manifesta ad hoc, qualcosa di “ostrogoto”, s’eppure faccia p-arte del potenziale contemporaneo. 

Dunque, dovresti proprio accorgerti sostanzialmente che:

o sei Tu (e allora attingi dal potenziale contemporaneo)

oppure

sei “tu” qua nell’AntiSistema (e allora è il potenziale contemporaneo ad inondarti).

Qualcosa che, mentre “tu” scegli sempre fra…, qualcuno ha già deciso anche per Te che, infatti, sei diventato “tu”, in detta landa desolata o in-giusta (dipende).

 




In “Studio Battaglia” ti dicono allegramente, “le brave persone non fanno gli avvocati…”. Mentre, in Don Matteo 13, “la giustizia non è sempre verità…”.

Che dire, se non che “te lo dicono ma… niente”. 

Il problema è che sei “tu” in luogo di Tu. Il problema è che “tu” non te ne rendi conto, assolutamente. Il problema è che non ti piace l’algebra e la geometria

E te credo: non ti devono piacere. 

Perché? Perché se ti piace diventi un “esperto”? No: se ti piace il rischio è che puoi “Fartene…” qualcosa, sostanzialmente. Ecco che il “lavoro” ti incanala, all’insegna del “Dio” denaro, allontanandoti o mantenendoti distante da Te, come la nave va lasciando la costa e allora ne percepisci la “distanza”, allorquando inizia subito a “mancarti”. Eppure, la nave è appena partita. 

Ecco il “sentire”. 

Qualcosa che non ha alcuna… distanza, essendo vibrazione, atteggiamento, essere ed esserci. Qualcosa che puoi dimenticare? Qualcosa che sembri poter dimenticare...

“Fai…”. 

Emettere onda di f-orma garantisce dall’essere ciclico = in balia degli e-venti altrui per Te che, in quanto a risultante, liofilizzi (essichi) in “te” qua nell’AntiSistema (nel fiume, del mondo...).

 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2022
Bollettino numero 10-639
prospettivavita@gmail.com