venerdì 11 settembre 2020

Rompere il soffitto di cristallo.



“Rompere”? Col rischio che poi ne devi persino pagare i danni. Ovvio:
si tratta di un discorso tra le righe. No?
Ma, stando al giogo...
quando non si tratta di vandalismo, allora si è in una rivoluzione? 
È la guerra, dove tutto è lecito nel durante, salvo poi essere processati dalla parte che ha vinto e che, dunque, decide quale sia l’entità del “male” e di conseguenza anche del “bene”. 
Di più, è una “sceneggiata” quella che va in onda. Ed è sostanziale la “cosa”.
La parte nella parte della parte, etc. etc. etc. 
Una trama assai “profonda”, in grado di avviluppare mentre si sviluppa, cambiando connotati e dimensione alle menti contenute, come leggi e la relativa giurisdizione. 
Qualcosa che tuttavia è globale, sì… ma nell'essenza. 
Mentre impazzano i confini, i limiti ed ogni auto disinnesco. Mentre credi. 
Mentre cedi. 
Mentre sopravvivi e dunque ti esponi al miglior offerente, avendo un prezzo, come un qualsiasi “prodotto” in vetrina, in una società che livella tutto in funzione gerarchica e, poi, in termini di “costi”.
  
Nel “di fatto” o Anti-Sistema, il sostanziale va a farsi benedire = non esiste anche se c’è (proprio come la compresenza eco-dominante, l’Anti-Sistema stesso ed il come dovrebbe essere o potenziale contemporaneo). Un esempio?
Ecco(lo)…
Chi è Jane Fraser, la Ceo di Citigroup che ha rotto il soffitto di cristallo.
Si chiama Jane Fraser e sarà la prima donna a guidare una delle principali banche quotate a Wall Street. Dopo 16 anni di carriera in Citi, dove è entrata per occuparsi di client strategy nella divisione della banca di investimento…
Ivana Pisciotta Agi 11 settembre 2020 Link
“Di fatto”, donne o uomini… non cambia nulla, sostanzialmente, nella “direzione” dell’Anti-Sistema. 
Perché? 
Perché si tratta di fumo negli occhi, di recita a tema ed a s-oggetto, di sceneggiatura da interpretare fedelmente o, persino, istrionicamente… in tanto, l’acqua scorre sempre e soltanto per un verso:
quello che non riesci a dimostrare, poiché credi che sia “di fatto” la dimostrazione, osservando la “legge” che è causale = in-dimostrabile.
Il “di fatto” rivela qualcosa (qualcuno) di sostanziale. 
Perché è sostanzialmente che le “cose” continuano a succedere, dopo che “è già successo”. 
L’essere vivente “sociale” è come Big Jim, Ken oppure Barbie (non cambia nulla a livello di essenza e dunque di status quo Anti-Sistema). 
In che senso? Hai presente in che modo te lo vendono o vendevano? Sì, potevi già scegliere la versione (abbigliato con la tal veste) ma era nella versione “integrale (in mutande)” che dava il meglio di sé, a livello di significato o dima:
da quel singolo acquisto partiva una corsa disperata al desiderare ogni tipo di “avventura” per esso che, di conseguenza, si trasformava (dava luogo) in una continua apertura del “borsellino” di mamma e papà. 
Quante versioni esistevano in commercio? Tante. Forse infinite (da quanto “piccolo” eri tu e da quanto “grande” era la vetrina sociale da cui attingere a pagamento). 
E per la Barbie? Forse è ancora “peggio”, calcolando che va nelle mani di bambine carne da cannone.
Attraverso tale vera e propria iniziazione, i ruoli di genere si distinguono e nelle relative menti subentra la parte nella parte della parte o “destino”, che attende con pazienza l’impaziente di turno.
Ecco che quando ti manifesti nel mondo fisico reale, sei proprio come uno di questi “pupazzi”. 
Sei nudo ed alla completa mercé di… cosa (chi)? 
Non te ne rendi conto nemmeno. Sai solo che ci sono almeno due persone che si prendono cura di te e che, dopo un po’, impari a riconoscere e chiamare in un certo modo.
Hanno un nome ma anche una sorta di “etichetta”:
papà e mamma
mamma e papà
che sono i “miei” genitori
dunque
io sono importante… e fortunato.
Ed è con questa idea (cementata nei primi anni di “vita” particolarmente invitante, se sei cresciuto nel luogo comune giusto) che poi ti presenti in società, andando a scuola ed al lavoro =
Laddove, il trattamento da “speciale” diventa perlomeno diversità (diciamo così), andando a creare un solco o una vera e propria intercisione, tra te e dunque “te” o la versione artificiale che si forgia come conseguenza di tale “bagno di folla”.
Risultato? Il “nulla”:
giorni (e notti) che si susseguono sostanzialmente tutti uguali
eppure
“di fatto”, sembra che ci sia questa “(bio)diversità” di mezzo, che in soldoni è solo quel “libero arbitrio” che coincide con la massima lunghezza della “catena” a cui sei essenzialmente vincolato.
E anche se sei in “democrazia” va da sé che, ogni volta, tendi a festeggiare l’essere in democrazia, proprio come dovrebbe essere ma, tant’è che non è… poiché puoi anche non crederci ma sei nell’Anti-Sistema;
nella negazione di quel Sistema che si prende come spunto o base iniziale per ogni e qualsiasi tipo di ragionamento che, allora, comporta costantemente un’auto deviazione standard in cui “liberamente” ricircolare.
Osserva a fondo (accorgiti) di come, tra le due figure “pilotate”, insista qualcosa (qualcuno) che auto ricavi solamente mettendo a fuoco laddove usualmente non tendi mai a “Farlo…”. 
Ecco il non esiste; c’è
Il f-attore portante che non è solo semantica, bensì che si rivela anche grazie alla semantica;
all’interfaccia che si crede unica, al fine di comunicare e “com-prendersi”. 
Se sulla Terra impazzasse una bufera continua, per “te” diverrebbe normale sopravviverci “dentro”. In che modo? Nel “tempo”.

San Franciscoarancionecome in Blade Runner: la somiglianza è impressionante
Euronews 10 settembre 2020 Link
La “somiglianza” è causale = è informazione frattale espansa o auto caratteristica ambientale, in qualcosa che funziona, di qualcosa che funziona. 
Le fette di salame sugli occhi, purtroppo per te, t’impediscono di vedere Oltre
Di conseguenza, il “cielo” può assumere qualsiasi colorazione, intanto per “te” è uguale, sostanzialmente. 
Ti aspetti di attendere che tutto passi, senza “Fare…” nulla. 
Che le “correnti” compiano il proprio “lavoro”. 
Che, come Mosè, qualcuno compia il miracolo, anche per te. 
Anche se, allorquando le acque si divisero, le persone dovettero camminarci dentro (attraversare) e non solo attendere che il fenomeno passasse. 
Un “film” è solo… cosa? Un film? 
Qualcosa frutto dell’immaginazione di… qualcuno? 
Sì. E poi? 
Qual è l’informazione sostanziale che attraversa tutto?
È l’informazione sostanziale stessa. Stop.
Ecco perché non ne auto decodifichi l’essenza, attendendo(ti) chissà mai cosa, dove, quando, come e perché mai.
Gli italiani? Han paura della disoccupazione, non degli immigrati
Mtt Yahoo Notizie 8 ottobre 2018 Link
La paura di qualcosa di intangibile, come un’idea, che diventa una fisica ossessione, è liberamente riproducibile
. Solo che mentre “tu” lavori sempre ad altro, qualcuno ha messo a punto le tecniche particolari per farsene qualcosa, a livello essenziale (bada bene, in un modo che analogamente tende come a “sparire” se l’essere sociale è sempre “a Massa” e dunque deve comprovare “di fatto” ogni singolo sospetto). 
Laddove, in ogni aula di tribunale vengono sottilmente tarpate leali”, come se fosse cosa buona e giusta, non rilevando proprio nulla rispetto a ciò che continua a succedere. 
Ergo:
ogni “dibattito” o “dibattimento”
è sempre lo stesso
essendo “già successo” quel processo da cui si è manifestata l’attuale forma di paradigma, che si basa sulla gerarchica presa d’atto, rispetto a tutto ciò che va, e si ritrova, ad “a valle” o ad “a Massa” senza nemmeno sapere di esserlo. 
Così come, “c’era una volta…” la “natività precolombiana” ed “ora” non c’è più, se non in termini di “contaminazione”.
Il nocciolo duro del “discorso” è tale:
come riunisci il sostanziale, al fisico reale
permettendoti così di manifestarti diversamente?
È di un dialogo interiore che si tratta. 
Fermo atteggiamento sostanziale. 
Qualcosa che ad un certo punto inizi a praticare, intonando una comunicazione fra te e te, lasciando “te” come in periferia? No
Coinvolgendo tutto ciò che è comunque (in) te. 
Sì, perché, “te” è dentro di te; né è una versione che si diparte dal potenziale contemporaneo, ad immagine e somiglianza, però, della “dima” Anti-Sistemica che funge da esempio o campo morfogenetico, in gerarchia. 
Non si tratta di corromperti o corrompere una parte di te, ma di convincerti una buona volta per tutte.
Infatti, come riportato anche in Prospettiva Vita, da quel punto (di sospensione) o Io non c’è nulla che si possa mettere di traverso, tanto è intenso e totale la sfericità dell’essere in questione.
Il sostanziale, dunque, si riunisce al fisico reale, nello stesso modo in cui lo “Fa…” anche il “di fatto” = è proprio nell’atteggiamento il modus, che ti viene già bene (dal momento in cui anche la pratica ordinaria Anti-Sistemica te lo richiede continuamente al fine di essere “te”). 
Ergo, sii come non sei “ora” ma manifestati come dovrebbe essere senza mutare nulla nella modalità che ti rende manifesto nella realtà di riferimento unica.
Sembra complesso (oppure, sembra troppo semplice) ma l’unica “cosa” che s’emana è questa:
tu sei tu, in coerenza di te, tra te e te, in te.
Ossia, sei sempre un campo sferico, anche quando sei Anti-Sistemico, nell’Anti-Sistema.
La chiave universale per l’interpretazione univoca o sostanziale “è”:
l’esempio a te più prossimo è quello Anti-Sistemico? Bene. Allora, prendi spunto da “lì” e, poi, auto disinnescane ogni tipo di “radioattività”.
La memoria ambientale si serve di tutto e, quindi, anche dell’Anti-Sistema... per auto rammentarti di te e dell’essere “già successo” che continua a succedere (o “storia”). 
Quale “destino” insiste in tutto questo, se non te ne rendi nemmeno conto? Il solito:
“di fatto” ma sostanzialmente.
Con “te” che attendi e… come in un fermo immagine in movimento.
Un sogno inseguito da parecchio tempo.
Quando nel 2018 la Cnn le chiese se se la sentiva di rompere il soffitto di cristallo, rispose:
“non vedo l'ora”.
Rompere il soffitto di cristallo è un modo di dire nella lingua inglese per indicare una situazione in cui una persona riesce nella sua carriera a superare ostacoli di natura sociale o culturale che rendevano fino ad allora difficile un suo avanzamento…
Ivana Pisciotta Agi 11 settembre 2020 Link
Come “rompi il soffitto di cristallo” in qualcosa dove continuamente hai il “bastone tra le ruote”?
Semplice:
non lo rompi e, se, lo rompi, significa che sei in un meccanismo di “scatole cinesi”.
Nel nastro trasportatore che in retroingegneria, ti ha come se fosse norma.
È già tanto iniziare a “Fare… spazio”, auto accorgendosi mentre si auto decodifica l’informazione ambientale, con il ricordo e la memoria (esperienza) che ritornano, dal momento in cui non si necessita più di decodificare nulla, perché il codice ritorna ad essere intelligibile, ovvero, proprio ciò da cui prende spunto:
l’esperienza pregressa che incorpora anche il momento di “è già successo”
che è sostanziale o indubitabile.
Che “cosa (chi)” s’intende per essere “già successo”?
L’esempio è tipico, anche se è proprio la sostanza che tendi a farti sfuggire (il significato):
il “diluvio universale” è un punto di sospensione
è l’essere “già successo”
da cui, a conseguire, continua a succedere in termini di “onde, flussi e riflussi, riverberi, etc.”.
È, però, nell’ad immagine e somiglianza che ritrovi il senso. Il tal fenomeno è sempre inerente al tal atteggiamento o “cosa (chi)” ne è responsabile.
C’è qualche “necessità” di essere un esperto, oppure di avere studiato i massimi esperti
Quando ti formi l’esperienza, che è basata su ciò che ti “è già successo” e che continui fermamente a ricordare… diventi l’esperto, perché a quel punto nessuno ti può più smuovere. 
Ecco perché “dovevi” dimenticare, sostanzialmente. 

Perché questo “fa comodo” a chi se ne serve.
Qualcuno che ovviamente non sei più tu, come un Re spodestato dal proprio trono, oppure, la nobiltà che perde pezzi dopo essere caduta in miseria; in che modo? 
Finanziariamente
a causa della “complessa” finanza, ch’è speculazione o l’avvento di “qualcosa”. 
Come un “nuovo” modo di pensare, che può mutare la forma sociale di riferimento comune? 
Già
Avendo però sede in qualcuno che si rivela, piuttosto che altro. 
Come potresti aspettarti, seguendo il copione che prevede la “grandezza, maestosità” dell’ego.
I bagni di folla? L’essere acclamati e conclamati? L’essere adorati? L’essere temuti e dunque rispettati? La celebrazione della propria forza, mediante lo sfilare dell’esercito? L’essere pregati?
Solo iconografia fine a se stessa = strategia.
La rivelazione passa “attraverso” il non esiste; c’è. Proprio come l’essere “Dio”.
Qualcosa (uno stato) che, comunque, fa la differenza di potenziale, e permette tutto quello di cui sopra, ma, in un modo che non lo sembra affatto
Come se fosse più… “umano”. Vero?
Immagina questa scena, e…:
c’è chi viene torturato drammaticamente
e
c’è chi tortura drammaticamente…
ad un certo punto, tra i due s’instaura una forma di “dialogo”, che sino ad ora c’era stata ma in termini di gerarchia, con evidenti differenze in termini di “diritti”
tale comunicazione riporta la questione su un piano Oltre evidente misura
in cui o attraverso il quale
tra i due si ferma tutto e diventa immediatamente chiaro il sostanziale che aleggia ovunque
e cioè che si tratta di una scenografia, in cui ognuno recita la “propria” p-arte.
Invece di torturare e poi estorcere l’informazione agognata, diventa evidente il ruolo e dunque l’essere in sostanziale gerarchia, in cui comunemente si è. 
Per cui, il torturatore all’evidenza ricorda, così come il torturato, andando a terminare tale celebrazione o “rito”. 
E tale “spezzare del pane…” interrompe la continuità della scena. In che modo? 
Nella sostanzialità della successione, che interrompi allo stesso modo e non solo “di fatto”, perché altrimenti… morto un re se ne riforma un altro.
In questo, SPS (Io) si “sente” profondamente isolato o, meglio, su una via altra o, meglio, da una percezione diversa. 
Oltre, non in termini di al di là, bensì per quanto concerne la “posizione” e la “situazione” da cui ci si sostanzia e in cui si sostanzia tutto, in quanto a non differenza di potenziale contemporaneo o totalità dell’essere sferico.
Ergo:
questo tipo di “comunicazione” sostanziale
con chi può essere portata “avanti”?
In un film si direbbe, “interrompendo” la scena:
a prescindere da quello che abbiamo detto e fatto sino ad ora
lo sappiano molto bene, sia io che te, come stanno veramente le cose
quindi, che cosa vogliamo “Fare…”?
continuiamo a farci la guerra, oppure…
Ecco come ne riesci. Instaurando una comunicazione efficace, ossia, sostanziale. 
Essendo e rimanendo sostanziale.
Sostanzial-mente.
Oltre, seppure persino “dentro” all’Anti-Sistema.
Ecco, allora, la “forma” dell’incanto:
essere altro costantemente perché l’anima non abbia radici… andare avanti, inseguire l’assenza di avere un fine e dell’ansia di raggiungerlo…”.
Fernando Pessoa
Quando diventi “caos”, seppure nella causalità ambientale, nella strategia Anti-Sistemica.
Fai…” di tutta l’erba un fascio:
a volte, è essenziale. Il soffitto è di cristallo e ci guardi oltre, anche se ci sei sempre dietro (dentro), da cui trai la conclusione che devi sempre andare “avanti”, ma… andare Oltre è altro.
“Di fatto” auto ristagni, mentre sostanzialmente continua a succedere.
      
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2020
Bollettino numero 10-243
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