mercoledì 30 settembre 2020

Prodotto.


Andando avanti così, finirà che su Marte verrà scoperta l’esistenza di centri per il benessere o Spa, “naturalmente formatisi”. 

Così come “natura conserva”, oppure… crea? 

Diciamo che non ci “capisci” più niente e, nel durante, credi a quello che ti dicono e dunque “sai”. Allora, cos’è che esattamente… “conosci (e ricordi)”? Ovvio, in materia nonsolofiscale o sportiva. Relativamente a questioni portanti come l’origine della “vita”, il perché ed il percome interconnessi, ad esempio che cosa puoi sostenere

Nel “film” Non ci resta che piangere, viene messo in evidenza come, anche se tu disponessi del vantaggio della “modernità”, qualora retrocedessi nel “tempo” portando con te la tua memoria, non riusciresti ugualmente a fartene qualcosa.

Perché, nella sostanza tutto ciò di cui disponi “ora”, compresa la tecnologia, non ti appartiene nel senso che non ne sai nulla.

 

 

Infatti, immagina di “tornare” nel 1500 e di ricordare che “una volta” esisteva il frigorifero. Bene. Come lo realizzi in quell’epoca? E un citofono? E lo sciacquone? Sembra facile, però… c’è sempre di mezzo qualcosa che è perlomeno “ostile”, come una sorta di attrito o di resistenza. Inoltre, ci sarebbe anche l’inconveniente del “credo” relativo alla popolazione dell’epoca e della relativa classe “dirigente” che, come ogni volta a prescindere dal “tempo” e dagli usi e costumi del tempo, è sempre compresente nonostante ogni luogo comune.


Come potresti convincere quella gente che le “tue” idee non siano, nella realtà, l’opera del Diavolo? Ti scontreresti con una realtà sostanzialmente identica ad “ora”, in termini di trattamento speciale, mentre “di fatto” sembrerebbe… tutto “diverso”. 

Inoltre, soffriresti di “saudade”, con tutto quello che ne consegue. Cioè, dopo qualche giorno, settimana, mese, anno, etc. che cosa ne sarebbe di te? Il carico, la “pressione” a cui saresti sottoposto, avrebbe la portata di mille sacchi di grano sulle spalle. Ed all’improvviso tenderesti a pensare che “si stava meglio quando si stava peggio”. 

Quando perlomeno il male era comune e allora era un mezzo gaudio

Quando, nonostante ogni avversità, c’era sempre il Calcio ad alleviare ogni sofferenza, che potevi rimandare al mattino successivo, chissà... per magari ritrovarti più “leggero”, se la squadra del tuo cuore aveva vinto la partita. 

Ma in quella situazione in cui, invece, ti ritrovavi (nel 1500) nessuno amava il Calcio perché era fuori giurisdizione = non era ancora stato “inventato”. Inoltre, tutta quella gente parlava una lingua che non si capiva, nonostante fosse – in teoria – “Italia”.


Per loro, tu eri una sorta di anomalia che non si spiegavano e che allora veniva da sé più semplice considerarti perlomeno strano e dunque pericoloso. Nel caso peggiore, avresti fatto la fine del “topo”. Oppure, credi che dall’alto della tua “superiorità” avresti fatto breccia nella Corte del Re di turno e avresti scalato la gerarchia, divenendo il favorito o, addirittura, il Re stesso. 

Tutto è possibile, per carità. 

Ma… le difficoltà auto realizzative sociali che puoi riscontrare “oggi”, stanne certo, sono le stesse di “c’era una volta…”.

Analogamente, se nel presente ti è come “impedito”, perché nel passato dovrebbe andare diversamente?

Nell’atteggiamento che ti porti “dietro” c’è come qualcosa che ti auto caratterizza, a prescindere ed anzitempo; cioè, sei sempre tu o, meglio, “tu”, come se risentissi costantemente di una sorta di analogia oltremodo resistente e persistente rispetto a “tutto”, persino alla volontà che credi appartenerti ed invece si “limita” a caratterizzarti come se fosse normale.


SPS (Io) condivide informazione in Bollettini quotidiani, aventi più che lo scopo, la funzione di… disarcionarti dalla linea di tendenza che ti ha e che è scambiata per ogni “tua” abitudine, fede, sogno, progetto, idea, etc. 

La comunicazione non lineare, infatti, ha la capacità di raggiungerti in profondità, laddove è più “facile (probabile)” che possa succedere. Tuttavia, l’Anti-Sistema immunitario che soprassiede alle funzioni di normo regolazione della situazione “ora” o dello status quo eco-dominante, interviene costantemente in tal senso, tendendo a ripristinare e, prima ancora, ad impedire ogni sorta di “interferenza aliena” giudicata tale ponendo come costante, appunto, la “norma” Anti-Sistemica, anche se tu non esisti ma ci sei e dunque “senti”. 

Di te allora che cosa è rimasto?

Innanzitutto, ci sei “tu” che tutto sommato sei ancora tu, ma shiftato in una versione alternativa e, nell’Anti-Sistema, cristallizzata. Poi o contemporaneamente, c’è appunto tale “sentire”, che ti contraddistingue sempre ma in una f-orma di realtà manifesta in cui imperversi “tu” ed allora tu è come se venissi meno, anche se comunque non puoi mai smettere di comunicare fra le p-arti in maniera non lineare, ovvero, sostanziale. 

E, in ciò, sei “tu” che ometti di dare “corda” a detta auto informativa, mantenendo il timone di una nave che in realtà viaggia al traino, come IA, di qualcosa che è l’intenzione in-diretta di qualcuno, dotato della “ferma” volontà di… comandare da remoto, come se fosse “Dio”, ovvero, imperturbabilmente. 

Or dunque, ladomandaè… “che cosa funziona in quanto artificiale e, viceversa, cosa puoi considerare come naturale?”. 

Ovvero, come ti accorgi e decidi e dunque “sai”, e tratti di conseguenza, che la tal “cosa” è artificiale? E, all’opposto, che la tal “cosa” è naturale. 

? Devi una “risposta” se stai nonsololeggendo

Una macchina è artificiale, perché lo “sai”. 

Perchè ricordi che “prima” non c’erano macchine per le strade. E vale anche se tale immagin-ar-e l’hai presa in eredità da chi è venuto “prima” di te. È artificiale, poi, un robot, una casa e potenzialmente una “invenzione”. Così come Internet, i computer e la Tv o la radio. 

Allo stesso modo della legge, allora? O dell’abitudine? E… come per le città? Una via asfaltata è artificiale? E un negozio? Una caramella? Ed il “lavoro” oppure la “Chiesa”? Lo Stato?

Sino a giungere a te e a “te”… 

Come puoi immaginare, non è così netta la distinzione fra… Diciamo che spesso si tratta di scegliere fra… e quasi mai di decidere che… A meno che, analogamente, non confondi le questioni fra loro, mischiando tutto insieme auto disperdendoti “dentro”.


Se “tutto” parte dalla cosiddetta “Creazione”, che ritrovi sempre non importa se a livello religioso, spirituale, filosofico, morale, scientifico, legislativo, culturale, etc., cosa significa allora distinguere fra naturale ed artificiale

Se sei la conseguenza di un simile ad “a monte”, come puoi anche solo illuderti di considerare proprio te come naturale, a discapito di ogni rimanenza? Certo, la questione non riguarda solo te, bensì, l’intero genere e persino la “natura”, da cui l’essere naturali. 

Ma… se tutto questo è un punto di vista, una prospettiva, un panorama, una illusione collettiva, etc. ovvero, un punto di sospensione altrui? Che cosa ti rimane, se non continuare a credere che tu sei tu, in quanto ad essere naturale… avendo come contraltare la solidità del processo artificiale che, più che impaurirti ti svuota di significato

Già. È così che tendi ad auto dimenticare. 

Il “reset” viene spontaneo e non dà nell’occhio la ferma intenzione altrui che, viceversa, può disporre di un piano inclinato libero da ogni sorta di attrito “naturale”.


Se (se) da questo piattume esistenziale, infatti, togli qualcuno, di conseguenza tale compresenza diventa come una sorta di “ombra” che cammina, veleggia, ormeggia, si dileggia, etc. nonostante te, grazie a “te”

Quale differenza (sostanziale) insiste tra il “prodotto” della terra ed il “prodotto” dell’industria? 

L’unica differenza riguarda ciò che tendi a pensare e, dunque, a mantenere on air, piuttosto che anzichenò. Se fai un innesto ad una pianta, i frutti sono ancora naturali? E se ne ricombini il Dna o il genoma? Se la coltivazione è Ogm? È ancora natura?

Oppure è “natura” = industria. 

“Ora”, se muti prospettiva e riassumi tutto a livello sferico, sostanziale, ciò che ti si presenta è un “campo d’informazione” espanso a livello frattale, auto caratteristico = sede stabile di verità, analogamente, sostanziale o essenziale

Dunque, se l’ambiente riflette un’eco simile, suddiviso ipoteticamente tra natura(le) ed artificiale, che cosa ti sta indicando senza alcuna ombra di dubbio? Ricorda che ti stai riflettendo in ciò e quindi vieni riflesso da tutto ciò.

L’immagine che si f-orma ti riguarda, anche se non ci sei solo tu al mondo. Ovvero, l’immagine è comune perlomeno sino a quando ha senso e si rimane al di là di ogni caratterizzazione individuale, che è come fumo negli occhi allorquando la “query” riguarda la situazione di fondo generale, in termini di memoria collettiva ambientale o “destino” dell’intero excursus di specie.

Il significato è inerente ad una situazione sud-divisa o in una strategia (divide et impera) tale. Sì, perché si tratta di “Dio” che crea (e del corrispettivo scientifico deviato) e di te vs “te”, che ne derivi. Laddove l’auto suddivisione fra p-arti intercambiabili poiché sovrapposte ed in simbiosi funzionale ma in gerarchia, sostanzia proprio l’esserci di una compresenza “ombra” che si avvale di tutto ciò e dunque è perlomeno la sede di ogni “egoismo”, da cui “te”. 

Allora, l’essere artificiale che il territorio mette in risalto, contrastando attraverso l’accezione “naturale”, che cosa (chi) indica se non proprio tale situazione di auto suddivisione extra cellulare.


Di conseguenza, non è tanto il “mondo” ad essere un progetto industriale, quanto tale versione “del mondo” ad essere il frutto di una semina altrui, che tendi a scambiare per tutto quello che funge da pagliericcio per riempire “di fatto” il vuoto o lo svuoto che si è creato conseguentemente all’essere “già successo”, che continua a succedere sostanzialmente. 

Il famigeratodistacco” da… è verità e non “solo” materia per teologi o che dir si voglia. 

La “caduta” è stata immortalata in ogni modo, dall’ambiente che (ti) ricorda. E quando a cadere è l’Atlantide, “tu” cerchi (ma non trovi) una città, un impero, della materia ormai deforme, etc. mentre la “storia” è proprio te che inquadra solitamente.

Te che non esisti ma ci sei (in profondità), come depositato su un fondo oceanico che ha avuto la meglio in termini di “Farsi…” bastare, al fine di contenere chi “c’era una volta…” ed ora, come una statua, rimane fermo sulle “proprie” posizioni.





Credersi figli di “Dio” o delle “Stelle” pone proprio in evidenza l’essere artificiale. In qualcosa dove di naturale allora non c’è nulla, in tale accezione, poiché tutto consegue, dipende ed è “eredità”. Lo puoi persino capire, dal momento in cui disegni un albero genealogico ove poni nelle radici l’origine, da cui dipende l’intera espansione del corpo unico. Ok?





Allora, occorre porsi in maniera altra, persino non lineare o controintuitiva, al fine di ricomporre lo “strappo”. Naturale ed artificiale pari son, in termini di accon-discendenza. Perlomeno sino a quando non ne espandi la giurisdizione, fuori uscendo dal relativo cono d’ombra o fallout “radioattivo”. 

Ovvero, “Facendotene...” qualcosa. In buona sostanza, accorgendoti, ricordandoti, realizzando che… 

Oltre, insomma. 

Il linguaggio è anche un collo di bottiglia, dunque, governabile in gerarchia, qualora funzioni come, ad esempio, per un qualsiasi “stretto” geografico; chi controlla la posizione, controlla il “traffico” che vi passa e può imporre addirittura la richiesta di una certa “somma” da pagare, essendoci un vantaggio nel passare da lì o per lì.

Trovi? 

Dividi et impera = naturale o artificiale? Se rispondi ti schieri e, dunque, sei carne da macello o da cannone. 

Bada bene che, nel “tempo”, anche una qualsiasi “risposta” ottiene di farti auto sedimentare su tale “fondo”, da cui la stanzialità che ti porta a desiderare una casa “tua”, un lavoro “tuo” e quanto consegue per quanto concerne tale status quo o incanto o appunto artifizio. 

Una città, allora, che cosa significa? Un ammasso di individui s-oggetti del desiderio altrui; di cosa “è”, chi si nutre di questo e di ogni componente che, nella gerarchia, analogamente o ad immagine e somiglianza insiste a replicare, proprio come un qualunque servo-meccanismo. 

Cosa ci sia Oltre, è un luogo comune inesplorato allo stato dell’arte “ora”. Ovvero, chi sia alla “radice” è Colonna d’Ercole. Mentre, chi f-orma un altro “albero”, delinea un’altra “pianta” universale. 

Allora, ha senso intuire o espandere persino il concetto di universi paralleli? “Fai…” attenzione; il rischio di ulteriore divide et impera automatico è sempre auto ricorrente, se continui a scegliere fra… omettendo regolarmente di decidere di… 

Qualcosa che prevede solo l’atteggiamento sostanziale, infatti, non può succedere nel “di fatto”, che è come recintare tutto ponendo cartelli “proprietà privata” e poi togliere tutto in-tanto c’è la “legge” che fa rispettare comunque tale ferma imposizione. 

Ecco la cosiddetta “evoluzione”. 

Dunque, gli universi paralleli sono una traccia percorribile nel senso frattale espanso della “cosa”: informazione ambientale.

Ma se credi che sia materialmente così, ce ne passa di acqua. A Filtro di Semplificazione attivo, tutto riporta nell’unica “terra promessa” che vedi, tocchi e percepisci come tale. Ancora una trappola? SPS (Io) crede di no, sino a quando rimane assodata l’espansione dal proprio campo sferico, da cui l’accesso al totale del potenziale contemporaneo. 

Quindi, estrarre “ispirazione” sostanziale da ogni processo diciamo distopico, permette l’auto realizzazione di qualsiasi tipo di cristallizzazione nel reale manifestabile, del reale da manifestare.





Prendere spunto da ciò, non comporta che gli universi paralleli siano reali. Ma certamente significano e dunque rappresentano in tale senso una solida realtà di riferimento, che può tornare a rianimare anche l’atrofizzazione più datata. 

Ma con me ci sei tu…”.

La spada magica

E tu non sei “tu”, ergo, ti conservi sempre anche nel “tempo”. Sì, poiché, sei potenziale ed in quanto tale ci sei sempre nonostante “tutto”. Ma dal potenziale va da sé che occorre destarsi, altrimenti rimani tale. Motivo per cui ti puoi cristallizzare in realtà manifesta. 

Un luogo comune che, comunque, può ospitare chiunque, a prescindere. Ma, allo stesso modo, può essere sede di una ferma intenzione altrui, che ha deciso di dare luogo alla propria e relativa gerarchia. Del resto, se l’approdo è questo… 

“Ora”, immagina di espandere la ancora iniziale rin-corsa allo “Spazio”. Portati Oltre, seguendo tale tendenza, e… “vedi” a cosa porta: più mondi naturali abitati, più realtà consolidate ed artificiali, città galleggianti e colonie ad immagine e somiglianza che comunque sviluppano caratteri “propri” e magari iniziano a rivendicare l’auto determinazione, essendo collegate alla “Terra”. 

Ti ricorda nulla? Ad esempio, ciò che “è già successo” fra la Madre Patria Inghilterra e le “ex” colonie “Usa”. No? La storia deviata, del mondo, dall'Anti-Sistema. 

Ecco che, allora, tutta l’espansione nello Spazio che immagini, può dare sì luogo agli universi paralleli ma quantunque sempre interconnessi fra loro da un collante oltremodo inossidabile o “origine” comune di ogni vicissitudine o “destino”. 

Sino a quando non si risale tale china, (gli universi paralleli) auto ricordano l’essere “già successo” che continua a…

Allora, sarà sempre tutto una conseguenza sostanziale di tale accadimento disperso o rivelato nel “tempo”. 

Laddove è un “attimo” far perdere la memoria; seppure di una intera specie si tratta.



Il Governo dei pochi è la necessità dell’essere in gerarchia. 

E… dove mai si possono accasare tali pochi, avendo a disposizione praticamente “tutto”? 

Sottoterra? Nell’altro dei cieli? All’ultimo piano dei grattacieli? Oppure, dato che non esistono ma ci sono… allora, ovunque, comunque e quantunque. Già

Anche il “tuo” vicino di casa può essere uno di loro. Ci pensi?

E questo è l’esito riconfermato di tale strategia, che rispetto a quando erano imperatori, faraoni, re, etc. rischiavano sempre di essere parte in causa di ogni “crollo” programmato, che la storia (deviata) ricorda in quando a ricorrente “crisi” strutturale compresente immancabilmente in ogni epoca; come a dire e ribadire che… nessuno è al di là di tale “legge”, motivo per cui tendi ad auto disinnescarti da te in “te”, nell’Anti-Sistema.

Qualcosa che continua a funzionare e allora? 

Allora, significa che anche lo Stato e la “democrazia” hanno lo stesso effetto e la stessa funzione. Adesso che sono diventati “Dio”, il vuoto crea e mantiene distacco, ovvero, gerarchia che riempie tutto di senso altrui

E, in tale progetto, cosa sia naturale e cosa artificiale è una assoluta perdita di sé, provenendo tutto da… essendo tutto in gerarchia. 

Ciò che scombussola un po’ le “carte” è, comunque, l’informazione ambientale che non sembra trovare alcun senso, in qualcosa che rivela tutto. 

Ecco l’astrazione e l’arte astratta, ad esempio. 

I faraoni sono ormai scesi dal trono e non abitano più in palazzi faraonici. Mentre, faraonica è rimasta la portata del di-segno originale. È sufficiente guardare alle città modello Blade Runner.


Da un momento all’altro sono spuntante come dalnulla”, nella cronaca cittadina che costruisce “edifici” mentre ti racconta i fatti del giorno, di cui non sembri fartene nulla, eppure… giorno dopo giorno ti ritrovi con queste distese incredibili di fili, catrame, acciaio, onde, carne, ossa, leggi, etc. che illuminano il suolo anche dallo Spazio, proprio come un immane ed insospettabile grande “cartello”. 

E qui comando io e questa è casa mia…”. 

Welcome nella proprietà privata Anti-Sistema. Siete sempre i “benvenuti”. Accomodatevi prego. 

Ed ecco, alfine, la “nascita”... in tale manifestazione reale “prodotto”.


Infiammazione silente, sovrappeso e incremento delle patologie.

Quelle del sovrappeso e dell’infiammazione silente sono problematiche sempre più frequenti nella nostra società. Le cause sono diverse: numerose persone, infatti, seguono una dieta sbagliata, ricca di grassi e di zuccheri raffinati, e conducono una vita troppo sedentaria. A ciò si possono aggiungere molti altri fattori, fra cui quello genetico…

Adnkronos 29 settembre 2020 Link

“Fai…”, tu. Che è meglio.

 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2020
Bollettino numero 10-256
prospettivavita@gmail.com

Riproduzione libera”.