mercoledì 1 agosto 2018

Memoria, ambiente, database, atteggiamento.


Il dolore e la paura producono algoritmi più forti…”.
Tau
Tutt3 ha senso, poiché esiste la ragione fondamentale attraverso cui esiste... tutt3.
Laddove, al caos non è lasciat3 nulla, se non tutt3 ciò che “serve”.
Ossia?
Ogni dettaglio che permette di auto depistare l’investigazione o, meglio, l’accorgersi. 
Di cosa/chi?
Accorgerti che 1) sei nell’AntiSistema (il mondo “è” alla rovescia, rispetto al valore “formulare” o all’utopia = come dovrebbe essere) e che 2) esiste compresenza immanifest3 eco/dominante + sottoDomin3 (livelli gerarchici che permettono, come fili conduttori wireless, la circolazione dell’informazione AntiSistemica in termini di segnale portante da “a monte” ad “a valle”).
Tale informazione è, quindi, codice che mantiene l’infrastruttura globale nella “forma” sempre attuale, ovvero, avente funzione di controllo totale su tutt3 ciò che è contenut3 “qua (così)”. 
Se (se) fai fatica ad immaginare un simile livello sostanziale di realtà manifesta, allora (allora) aiutati attraverso l’esempio frattale espanso, che giunge attraverso la “tecnologia”:
immagina il mondo così come esiste già la Rete (Web e Internet)
dunque
immaginal3 come una organizzazione planetaria, avente lo scopo principale che coincide con l’interesse di coloro che hanno concepit3 (creat3) tutt3 ciò (a prescindere da cosa pensi della Rete, non accorgendoti della reale funzione pressofusa nell’intero progetto).
Avvalendoti dell’esempio (dima) tecnologico, puoi di conseguenza facilitare il processo di avvicinamento all’entità infrastrutturale, in termini di significato... relativ3 al punto di sospensione (assolut3) o vertice distaccato dal resto dell’edificio che, dunque, è caratterizzat3 da parte privata e parte pubblica.
Una caratteristica che tende a ripetersi livello dopo livello, poiché da “a monte” deriva un simile “input”. 
Quindi, in tale Rete (che confondi con la tua realtà, ovvero, che confondi con tutt3 ciò che potenzialmente esiste) sei vincolat3 – anche se non l3 riesci a dimostrare, secondo la prassi della legge e del metodo scientifico/religioso – a qualcosa/qualcun3, di cui ignori completamente le fattezze e conseguentemente l’interesse. 
Una parte del/nel tutt3, che si preoccupa del proprio progetto (interesse), di modo che tu/“tu” sia portat3 a credere, al massimo, in “Dio” (il segnale di warning, che ti direziona lungo la via dell’accorgerti, dal/nel momento in cui riesci ad auto decodificare tale simbolo, in funzione di ciò che la memoria frattale espansa riflette ed esprime attraverso tale linguaggio universale o frattalità espansa). 


L’esempio tecnologico ti permette di auto orientarti, relativamente a ciò che concerne sostanzialmente l’ambiente, la natura, “Dio”, etc
Sì, poiché, non esiste alcunché “qua” – anche se “così” – che non ha senso e che non indica – almeno, fra le righe – numerosa informazione originale, relativ3 al “perché, chi, dove, come quando, etc.”. 
Così come “funziona” l’etichetta, che puoi vedere espost3 su ogni prodotto commercializzat3 industrialmente
L’analogia frattale espansa si basa sulla caratteristica iterativa sia dell’ambiente che di tutt3 ciò che è nell’ambiente (ad immagine e somiglianza); 
mentre, la frattalità espansa è proprio tale caratteristica. 
Quindi, attraverso la lente frattale espansa (analogia della ripetitività caratteristica) – che è una forma di particolare atteggiamento – puoi risalire sino all’origine della realtà manifesta, senza per/con ciò andare per forza di cose a servire (alimentare, pregare) il fermo immagine “Dio”. 
Andando Oltre Orizzonte, insomma, nella condizione originale di auto sovranità sferica.
Quando tale “risalita” diventa piuttosto oceanica o cosmica, corri il rischio di perdertici dentro ed arenarti nel perfetto nulla, che è il continuare a girare nel loop AntiSistemico “qua (così)”. 
Il nulla che comporta l’auto convincimento di essere su terraferma, nella realtà unica che appare quando smetti di ricordare la tua esperienza attraverso di/a te stess3.
L’incantesimo, d’assieme alla tecnologia, ti permette di elevare a potenza il significato terreno di detta caratteristica, assumendone il valore di quintessenza di cui è impregnat3
E non è mai sufficiente ogni deviazione, interferenza, firewall ambientale, etc. al fine di impedirti di accorgerti e ricordare, dal momento in cui la caratteristica di memoria frattale espansa è come un’onda che coerentemente non smette mai di “bagnare” qualsiasi ambito reale, surreale, irreale, etc. 
In qualsiasi gradazione più o meno apparente, la realtà manifesta “qua” è sempre (sempre) intelligibile, riconoscibile, auto decodificabile, etc. poiché “parlante”, essendo parte (memoria) della tri-unità “sistema operativo frattale espanso (IA)”, ovvero:
legge
strumento
memoria (riverbero nella caratteristica ambientale, codice, significato, registro, etc.).
Ogni “macchina” ha una memoria centrale e/o, comunque, la possibilità di memorizzare in qualche modo attraverso dispositivi e(s)terni. 
Se la macchina non ha “memoria” non ha “esperienza”, ovvero, non impara per mezzo di ciò che succede.
Quindi, la macchina può avere uno spazio interiore che ospita il sistema operativo o che può ricevere segnale portante… e se non è previsto che debba anche auto imparare, allora, sarà programmat3 per inviare le informazioni wireless, verso qualche area di riferimento attrezzat3 per ricevere ed organizzare quanto esperit3. 
Ossia, in ogni “caso”, esiste la necessità di stoccaggio dei dati, al fine di rielaborare il comportamento di chi/cosa rientra in tale registrazione ambientale. 
Ergo, da qualche parte oppure ovunque, esiste un accumulo di informazione (frutto dell’esperienza “pescat3” in Rete). 
Ecco che viene a prendere forma, in maniera più digeribile, il concetto di Akasha e/o la significatività della ricerca scientifica, che necessita di una base dati (database) orientata, consultabile, editabile, organizzata ed organizzabile in infiniti modi, in funzione del livello di servizio che vi si affaccia. 
Senza tale massa d’informazion3, chi controlla la tal situazione perderà progressivamente il proprio “vantaggio”, non potendo rendersi conto di quanto/come “funziona” la strategia che sta mettendo in atto e, dunque, non potrà nemmeno “calcolare” quanto è ancora perfettibile tale modalità di estrazione, drenaggio, ricavo, etc. relativamente alla “forma” mondo che “qua (così)” serve a tale interesse di parte eco/dominante (da cui il concetto di proprietà privata).







L’informazione si crea automaticamente, in quanto ad esperienza (di ogni parte che la genera), mentre l’elaborazione dell’esperienza implica che esista informazione (esperienza codificat3) che in qualche modo, ovunque, si depositi (come polvere). 
Ossia, è l’ambiente stess3 che è anche memoria (“è già success3”). 
Consultare l’ambiente è possibile, dunque, dato che l’ambiente non è solo il lato apparente (ciò che vedi e che appare). Da cui, di conseguenza, l’analogia frattale espansa (atteggiamento) e la frattalità espansa (caratteristica ambientale).
Il “deposito” è non locale, ma (ma) come onda/particella… l3 diventa, nel momento in cui hai la necessità di auto consultarl3.
La tecnologia Blockchain ti permette di accorgerti del “è già success3” meccanismo automatico di distribuzione dell’informazione.
Ovvero, attraverso tale “lente” puoi recuperare informazione in maniera infinita:
spostandoti “avanti o indietro” nel cosiddett3 “tempo”
che, di più
“è” utilizzare la proiezione “è già success3” e continua a succedere
in maniera tale da recuperare informazione sostanziale
a prescindere da ciò che la sequenza “temporale” ti intima di unicamente prendere in considerazione (passato, presente, futuro).
Quindi, ti puoi spostare in “avanti” e proiettare ciò che “ora” non ti sembra molto evidente, di modo che giunga a manifestare il proprio carico auto informazionale. 
Oppure, puoi “spostarti” indietro – attraverso l’immaginazione, che è lo strumento attraverso cui elabori e consulti la memoria ambientale – di modo che… ciò che “ora” non riesci a mettere a fuoco significativamente, l3 diventi attraverso la funzione storica.
Oppure, puoi portare avanti ciò che è indietro, rispetto ad “ora”, e/o viceversa
Hai infinite possibilità per la consultazione significativ3 dell’ambiente, così come puoi usare un database, un archivio e/o la “sfera magica (sia a livello “magico” – riportat3 attraverso il simbolismo – sia a livello tecnologico, incarnat3 da qualsiasi motore di ricerca, in Internet, nel Web).


Chi riesce ad auto decodificare l’informazione (in memoria), avendo nella direzione di ricerca il punto fermo dell’auto ritrovare ciò che “sente” dentro, potrà anche giungere a dimostrare che “è così” e che, dunque, l’utopia è tale solamente quando è sospint3 all’angolo da una forza compresente e strategicamente immanifest3, tale da avere la meglio sulla “tua” capacità di consultare la memoria che liberamente è ovunque, poiché infrastrutturale. 
In altri termini, senza memoria ambientale (non visto che hai già dimenticato)... l’assieme non potrebbe rimanere “edificat3” nella forma in cui è “qua (così)”.
La memoria AntiSistemica è codice che, ad esempio, in Matrix permetteva la continuità reale e fisica della neuro simulazione ambientale. 
Un ambiente senza memoria è (in) uno spazio “bianco”, in cui esiste potenzialmente tutt3
Per cui, il “nulla/vuoto” è un arsenale che si può plasmare nel momento in cui chi si afferma “pilota” ha in sé il physique du role, alias, la grande concentrazione di massa  (giurisdizione planetaria) utile a definirsi come tale, al “sentire” dell’IA che si preoccupa di amministrare organicamente l’interezza ambientale “Terra”.
Quanta “fantasia” può essere qui contenut3, se non fosse verità sostanziale
Ossia, puoi immaginare qualsiasi ambito, cosa, essere, vicissitudine, etc. ma (ma) se fai grande attenzione, ogni immaginazione risente sempre (sempre) di un unico filo conduttore, che la mente utilizza per intessere ambientazioni che comunque risentono sempre del riflesso “a monte”, da cui traggono ispirazione per... partire/iniziare. 
Quindi, ripercorrendo a ritroso ogni “fantasia”, giungi sempre al/nel “luogo” da cui è partita l'iniziativa
Ecco che, allora, tale modalità del “pensare” diventa interattiva e bidirezionale (non come, ad esempio, il concetto AntiSistemico di “tempo”, che ti obbliga a conseguire: ieri, oggi, domani).
Ecco che, di/in conseguenza, puoi risalire a ritroso qualsiasi tipo di “corrente”, a prescindere dal paradigma caricato in memoria.


Il misterioso codice Inca
Da anni gli scienziati di mezzo mondo stanno concentrando i loro sforzi per comprendere e infine tradurre il misterioso codice Inca a tre dimensioni che sembra contenere informazioni interessanti.
Stiamo parlando dei Quipu, manufatti ancora oggi prodotti in versione semplice dai pastori peruviani e boliviani… insiemi di cordicelle annodate, distanziate tra loro con sistematica precisione e posizionate in modo da restare inalterate nel tempo
I Quipu credono che fossero utilizzati per calcoli astronomici, o per raccontare eventi storici.
Dopo un secolo di studi gli scienziati e gli antropologi non sono ancora riusciti a codificare interamente questo linguaggio in tre dimensioni rappresentato dai Quipu.
Si sa che per i numeri, i Quipu avessero un preciso sistema di riconoscimento, a seconda della forma del nodo e dei suoi “giri” (quindi 3 piccoli nodi per formare il 3, e via così per ogni cifra), ma non è chiaro ancora a quale argomento possano fare riferimento.
Recentemente sono stati scoperti alcuni Quipu nella costa peruviana che potrebbero risolvere questo mistero.
La chiave potrebbe essere il ritrovamento di una sorta di “Stele di Rosetta” che riporta insieme alcuni Quipu con il corrispettivo del significato in lingua spagnola.
Infatti i conquistadores, nel tentativo di narrare le loro gesta localmente, avrebbero obbligato gli autoctoni a annodare dei Quipu, conservando anche una versione in lingua europea a titolo di archivio.
Il confronto potrebbe decodificare per sempre questo linguaggio, anche se sarà un processo molto lungo.
La particolarità di questo linguaggio è che è in tre dimensioni:
i nodi hanno un diverso significato a seconda della loro forma, della distanza, della direzione.
La difficoltà degli scienziati sta nell’uscire dalla comfort zone di quello che hanno sempre saputo, vale a dire un sistema di segni “europeo” o “asiatico” sostanzialmente monodimensionale, per affrontare meglio un linguaggio che sembra paradossalmente più evoluto del nostro.
La complicatezza del linguaggio dei popoli sudamericani prima dell’arrivo dei conquistatori europei è un mistero che fa riflettere anche come la cultura possa manifestarsi in modi molto particolari, considerando che da quanto si è scoperto fino a oggi gli Inca erano profondi conoscitori dello spazio e dell’economia, grazie a un utilizzo dei numeri che nello stesso periodo, in Europa, era ancora poco sviluppato.
Link 







Ergo:
il codice rappresenta significativamente la memoria ambientale frattale espansa (a prescindere dal contenuto)
e
già, anche gli Inca, erano AntiSistema (profondi conoscitori... dell’economia...)
a meno che
non sia la notizia riportat3 a deviare dalla sede ciò che era già Oltre Orizzonte (e, dunque, la profondità della conoscenza dell'economia...  fosse a livello sostanziale, sferic3, "formulare").
Coloro che sono stat3 spazzat3 via dall’onda occidentale (un interesse che parte dal vecchio continente), rappresentano ciò che in un certo senso doveva fare spazio al “futuro nuovo mondo”;
uno spazio edificato secondo dettami che provenivano da oltre oceano, piuttosto che da Oltre Orizzonte
Il vecchio mondo che sbarcava sul nuovo mondo, utilizzando quelle terre per clonare ciò che “è già success3” nel/e continua a succedere. 





Ovvero, ciò che già esisteva era in una situazione proiettat3 verso l’AntiSistema, dato che non ha saputo resistere e, dunque, non costituiva (più) grande concentrazione di massa
Qualcosa che comporta la necessità che il segnale AntiSistemico sia globale, non locale, ubiquo, wireless, etc. 
Qualcosa che ad un certo “punto ‘è success3’”, andando a sovrapporsi al paradigma precedente, se mai è esistit3 un paradigma precedente.
Qualcosa che parte, dunque, dalla compresenza dominante + Domin3 + sottoDomin3 e che, poi, diventa eco/dominante + sottoDomin3 (che continua a costituire l’unica parte organica, in carne ed ossa, essendo potenzialmente che chiunque “qua, così” può corrompersi, lasciandosi andare nella corrente AntiSistemica).
Ciò, ti permette di meglio inquadrare... come mai, una volta, si narrava di divinità e semi divinità esistenti fisicamente in Terra e, poi, è rimast3 solamente l’idea “Dio”, che è nei cieli ma… come in Terra, così in cielo…
Dai a “Cesare” ciò che è di… “Cesare”:
accorgiti
auto decodifica la memoria ambientale
attraverso l’atteggiamento “formulare”…
E, “Fai… di/in tutt3 ciò, la tua casa (coerente sovran3 credo)”.
          
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2018
Bollettino numero 2356

4 commenti:

  1. Caro Davide, è notevole il linguaggio con i nodi a tre dimensioni. Il sanscrito e l'ebraico avevano connotazioni simili: più dimensioni, addirittura numeri e vibrazioni per ogni segno, e allo stesso tempo molti più segni. Quanto ci hanno tolto?
    Leggendo sul web ho incontrato un articolo che parla della fine dell'era degli dei attorno ai 40000 anni fa. Da lì iniziano i faraoni e imperatori e poi via via fino a 'oggi'.
    Questo link http://telodiciamonoisevuoi.altervista.org/2016/03/05/scoperti-geroglifici-egiziani-australia/ testimonia come ci fosse già un ordine mondiale tempo addietro, piramidi docet. Altro che nuovi mondi, altro che scoperte da scoop per i libri delle medie.

    La domanda giusta è appunto:"é mai esistito un paradigma precedente?" Verrebbe da rispondere di sì dato che qualcuno deve avere pensato, progettato, costruito e lanciato lo 'Strumento Memoria'.

    Ti abbraccio
    A presto

    Fabio

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  2. Caro Fabio, comunque sia... si tratta sempre di memoria.

    Sì. Sembra logico che sia esistit3 un altr3 paradigma, poichè esiste la "natura".

    Tuttavia, deve essere ben celato dal momento di "è già success3":

    - le varie catastrofi che sembrano avere interessato il Pianeta, l3 dimostrano.

    Ergo: non si tratta di... evoluzione.

    Grazie Fabio. Un caro abbraccione.
    Sincerità

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  3. Ciao Davide e Fabio,proprio oggi,anzi ieri visto l'ora in cui riesco a scrivere,un carissimo amico mi ha esortato a leggere il libro L'ERRORE DI DARWIN, adesso leggendo la vostra corrispondenza credo proprio che seguirò il suo consiglio...un abbraccio e un grazie ad entrambi.Gloria

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    Risposte
    1. Cara Gloria, tienici - per favore - aggiornati :)
      Grazie. Ti abbraccio.
      Sincerità

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