martedì 1 agosto 2017

Sullo stato dell’ambiente.



Craccare
(diritto)(informatica) agire sulle protezioni di un programma informatico in modo da permetterne un uso illegale senza le necessarie licenze
Dall'inglese to crack cioè "rompere, spezzare"…
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L’analisi che puoi fare, relativamente allo “stato dell’ambiente (status quo, paradigma, convenzione o, meglio, ‘qua così’)” – nel quale “sei” – è portante e centrale, nella misura in cui “te ne fai realmente/sostanzialmente qualcosa”. 
Altrimenti… rientra sempre (sempre) nel “qua, così” stesso.
Questa non è una fantasia, bensì, è un fatto dimostrato dalla scienza (deviata) stessa:
l'osservatore modifica la realtà
Secondo la fisica quantistica potenzialmente coesistono infinite possibilità. Tutto può accadere.
La probabilità che qualcosa avvenga (in termini tecnici quando avviene il collasso della funzione d’onda) è strettamente legata all’atto di osservazione che diventa coerente con ciò che prevediamo di vedere.
Quando osserviamo e “scegliamo” uno specifico risultato, tutte le altre possibilità diventano incoerenti rispetto a ciò che vediamo e si auto-escludono.
Siamo noi a determinare ciò che si verificherà e sperimenteremo nella nostra vita sulla base del nostro punto di osservazione.
Quando iniziamo a guardare il mondo da molti più punti di visti che vanno oltre le credenze limitanti, iniziano a manifestarsi nuovi eventi, situazioni e sincronismi.
Solo perché crediamo che qualcosa sia possibile, ci apriamo a quella possibilità nella nostra vita…
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Ma (ma) questo “fatto”, ammesso dalla convenzione nella convenzione (una grande influenza che – allo stesso tempo - crea 1 una depressione a forma di invaso, che sfrutta la pendenza al fine di attirare tutto a sé e 2 una grande compressione a forma di cupola, che sfrutta la conducibilità dell’ambiente al fine di irraggiare, tutt’attorno, il proprio sé), “fa a botte” col risultato concreto (un altro “fatto”), di modo che il proverbio “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” trova piena concretizzazione extratemporale.
Non solo, infatti, anche il “vale più la pratica che la grammatica” ha un pieno senso compiuto, salvo il “fatto” che – inerzialmente – “qua, così”... ti devi dotare della “grammatica” al fine di ottenere i requisiti “sulla carta” per poter, poi, aspirare ad un “posto di lavoro”, una volta divenut3 “grande (sviluppo)”. 
Sì, perché, quando sei “cresciut3” c’è solo un “mondo” che ti aspetta
quello del lavoro (sul/nel quale ruoterà tutta la “tua” vita). 
Come, forse, puoi notare… ti dicono, allo stesso tempo, che:
tu determini le “cose”
anche se la forma reale sociale non te lo conferma.
E:
è più importante la pratica
ma
inizi sempre con la teoria scolastica (un periodo di tempo significativo, che viene polarizzato dalla scuola, a partire da quando sei ancora “pura carta assorbente”. Qualcosa che, dunque, ti polarizza, auto convince, forma, orienta e… coordina).
Qualcosa che, poi, non si assume nessuna responsabilità in termini di "conseguenze", poiché "porto di mare".
Al primo colloquio di lavoro ti chiedono “esperienza”.
Ti chiedono già tutto, ma (ma) sottopagandoti, alias, sfruttando ogni occasione che la risacca del mare porta costantemente sulla "loro" riva, causalmente.
E, nonostante a livello teorico la legge recita in un certo modo (e, su una simile forza, fai fede e testo, speranza/certezza), quando entri nella realtà “mondo del lavoro” ti accorgi subito che “fatta la legge, trovato l’inganno”. 
Ossia, vige una sorta di auto interpretazione della legge, sostanzialmente impunita. Anzi, quasi... incoraggiata inerzialmente... 
Ogni “tuo” fondamento perde subito di senso e, di conseguenza, inizi a provare “sulla tua pelle” quanto sia vera la “legge della giungla”. 




Qualcosa che, nonostante l’aspetto della modernità, non è mai (mai) venut3 meno, poiché sei sempre “qua, così”
La “restaurazione” è sempre attuale e attende dietro all’angolo, di essere lasciata libera di agire, secondo la propria funzione (carattere, programma). 
Di conseguenza in conseguenza, accusi ed incassi ogni “colpo” ricevuto, deformando la tua struttura interiore (un tipo di interno che nemmeno se ti vivisezionano, può essere ritrovato fisicamente).
Il che significa: 
non c’è prova che tutto l’esterno sia in grado di agire sull’interno
non c'è "danno" e dunque non c'è "colpa"


E, dunque, significa che di fronte ad un tribunale super partes – teorico – non potrai mai sperare di battere lo status quo “qua, così”). 
Quindi, nel tempo, assumi una valenza che “prima” non avevi (essendo te stess3).
Mentre, “ora”… che sei cresciut3, sei sopra a tutto diventat3 una delle possibilità del potenziale, estratta dalla forza “qua, così”… dalla tua faretra piena di frecce. 
Questa riprogrammazione è, di più, qualcosa che accade da sé allorquando le condizioni ambientali, nel quale “sei” - per un tempo necessario e sufficiente - hanno la meglio sulla tua più autentica spinta interiore. 
Il focus da fare assolutamente è, però, sulla particella descrittiva “qualcosa che accade da sé allorquando le condizioni ambientali, nel quale ‘sei’ - per un tempo necessario e sufficiente - hanno la meglio…”.
Che cosa significa.
Le “condizioni ambientali” ed il “tempo sufficiente e necessario”, sono dei fatti che regolarmente tendi asottovalutare, prendendoli per buon3... poiché “forze troppo grandi per essere affrontate da te”


Quindi, alla “tua” base c’è un meccanismo di auto svalutazione, che non si forma casualmente e che può essere indagato (valutato e compreso) dalla prospettiva “profana”, che mette tutto in discussione, senza per/con questo decadere “dalla padella nella brace”. 

Ossia, dare libero sfogo (reagire) a ciò che senti farti del male, dentro, senza comprenderne il perché… significa esporti a quel tipo di forza, potere e compresenza (immanifesta nella sua ragione fondamentale), che conta proprio sul farti sfogare per poi riprenderti più avanti, cert3 che “non hai nessun’altra possibilità di scelta in alternativa sostanziale”.
Questo accade e continua ad accadere, poiché “è già successo”
Rifletti. 
Non è una banalità o una stupidata come, probabilmente, ti sembra facile giudicare. 
I “tempi” della “tua” crescita sono preventivati. 
Sei già conosciut3
Sì, perché “anche tu funzioni come ogni altr3 ‘qua così’”. 
E... solo quella forza che ha organizzato la propria conoscenza, senza divulgarla, condividerla e ricordandola sempre unilateralmenteha la possibilità di giungere a terra riformare tutt3, dando luogo alla transizione (già accaduta) dal “qua” al “qua, così”
Insomma, la “tua” realtà manifesta (che non puoi proprio mettere in discussione fondamentalmente ma, al limite, puoi illuderti di “combattere”… in che modo? 
Adottando modelli di comportamento, al limite “reazionari, rivoluzionari, controcorrente, etc.” che credi essere unici ma che, nella sostanza, non sono altro che "nuove" forme di auto disinnesco, basate sull’apparenza di quello che indossi, fai, credi di, etc
Qualcosa che... se ti accorgi, è sempre, sempre, la stessa “cosa”, che t’illudi di combattere, evitare, cambiare, etc.). 

Tatuarti, nella tua piena fase di reazione, e/o appartenere ad una “crew”, non ti fa divers3 da ogni altra singolarità inquadrata “qua, così”.
Stai, in fondo, solo auto bruciando la possibilità di accedere al tuo potenziale
Qualcosa che se (se) ci sei autenticamente, puoi accorgerti che è sempre… AntiSistema. 
Qualcosa che sembra lasciarti per, poi, riprenderti più avanti… senza forze né speranza di poter concretizzare le “tue” idee, relativamente al “tuo” sogno nel sogno di… qualcun3 d’altr3, che non riesci mai a mettere sufficientemente a fuoco, poiché sfugge regolarmente e, soprattutto, strategicamente
Il grosso vantaggio di “non essere pres3 in considerazione e di essere, al contempo, grande concentrazione di massa giurisdizionale planetaria, dominante”è di poter imporre il proprio “giogo”, senza che questo affiori concretamente alla superficie reale manifesta di/come conseguenza
Semplicemente, la Massa segue delle regole che ha già trovato radicate dal momento della propria manifestazione “qua, così”. E… il grande effetto illusorio, derivante da ciò che ti racconta la storia (deviata), è quello di farti credere che attraverso il sacrificio – passato - di molte persone, “ora” puoi godere di tutto ciò che la loro immolazione ha permesso. 
Qualcosa che non ha assolutamente “cambiato la sostanza nella quale sei”, dato che la presa dominante non è mai (mai) venuta meno, dato che quel “cambiamento” non ha mai coinciso ed inciso… con il cambiamento in cui la Massa credeva (e crede). 
Qualcosa che... se hai avuto la possibilità di esperimentare direttamente, allora puoi auto renderti conto – da te – che “è completamente illusori3”, poiché frutto di compromessi, inganni, trappole, etc. che concretamente hanno svilito e deviato il flusso originale, permettendo solo il controllo della reazione mediante relativa auto conversione in forza utile, ancora, per essere utilizzata nell’unico senso che auto governa il moto d’assieme del genere umano. 
Quel "senso" che continua a sfuggire, guarda non caso
Pensa che c’è una massa globale nello stato di:
disoccupazione
povertà e povertà assoluta
disperazione e depressione
atrofizzazione della speranza (potenziale), etc.
Mentre tutto il resto umano vive come nel mezzo, sospeso tra
Osserva, a tal pro (nell'immagine qua sopra), come l'automatismo abbia proprio eliminato dall'immagine totale (quella con i pedali), la parte (perno) dominante, che assorbe il tuo "lavoro" senza che te ne accorgi (essendo, ormai, normale che...).
Per quale motivo (chi) continui a... pedalare "qua, così"?
La domanda è, ovvio, retorica.
Ora, chiediti perché tutto questo gran numero di singolarità continua a “morire istante dopo istante, auto consumandosi senza nemmeno comprenderne il motivo fondamentale”.
E… senza “unire le forze”.
Cosa alquanto strana, dato che “ti insegnano a scuola” la versione della storia “dell’unione fa la forza”:
in un in-certo passato, molte e molte volte, le persone si sono unite nonostante le incomprensioni interne, solo per far fronte alla grande minaccia incarnata da un potenziale esercito invasore, esterno
Ossia, tra un destino che vedeva certe terre essere invase e conquistate da un popolo oppressore, unito da/in quella impresa, un altro popolo comprendeva che era molto meglio, in quel momento, lasciare da parte ogni disputa altra, al fine di poter sperare che ci fosse ancora un “domani”
La sensazione che conferiva quell’esercito invasore era quella di compattare gli animi e le forze degli assediati.
Ok?
Questo succedeva perché il nemico era visibile, ed era disposto sullo stesso piano s-oggettivo, di coloro che lo potevano anche “prendere per le corna”, difendendosi con tutt3 se stess3. 
“Oggi” che cosa succede? Stai vivendo un esatto opposto. 
Il rullo compressore è già passato dalle tue parti ed è all’opera, ad esempio, in medio oriente, in centro America, in Africa, etc. 
Infatti, di quei luoghi senti, leggi e vedi… la cronaca giornaliera filtrata attraverso i media. Là, cadono ancora le bombe dal cielo, i droni sparano veri missili sulle città, gli eserciti si sfidano e le guerre civili sono nuovamente realtà… 
Eppure (eppure) anche quelle “coordinate”, nel tempo, cederanno la loro intera sovranità. A chi
Al potere locale, che fa da “parafulmine”, oppure, a quello non locale che giurisdizionalmente giunge sino “lì”, in leva (dopo avere deciso la legge internazionale)?
Quello che, oscuramente, suddivide, arma le fazioni e finanzia
oppure
il “signore della guerra” che agisce alla luce del Sole?
È sempre la stessa “mano”… 
La compresenza immanifesta dominante. 
Il “nemico” che non riesci più nemmeno ad immaginare e che, dunque, non puoi nemmeno prendere in considerazione, credendo in un modo pacificato sotto alla minaccia delle armi.
Quindi, come dovresti ormai ricordare, ti devi accorgere di questa compresenza fondamentale, da tutto ciò che “lascia indietro e tutto attorno a sé”, in termini in-diretti significativi (tracce frattali espanse).
Un’altra in-utile teoria
Te lo fanno credere e tu ci caschi sempre.
Per comprendere le dinamiche che controllano il globo intero, immagina cosa succede in un grande edificio, isolato dal resto del mondo, con dentro anche solo qualche decina di individui:
fondamentalmente, nel tempo, succede la stessa cosa che “è già successa” a livello planetario. 
E, questo, a prescindere da qualsiasi siano le condizioni iniziali dei “partecipanti al gioco/giogo”. 
Nel tempo, quindi, tendi a “cambiare”? No
Nel tempo tendi, allora, ad allinearti con l’intenzione AntiSistemica “qua, così”. 
Allora, come mai se esiste una simile potente forza, le persone si ritrovano in una condizione di iniziale “reazione”
Bè, in questa fase della “civiltà”, come giudicheresti un mondo senza nemmeno questo tipo di “minima reazione”?
Sarebbe troppo sospetto. Non credi? Ergo:
una simile “non reazione” susciterebbe solo la tua attenzione
che, invece
deve rimanere completamente auto convinta della/nella convenzione.
La “lente” che permette sempre (sempre) di 1) mantenere coerenza e 2) osservare coerentemente (senza più ritornare a dimenticare) la compresenza immanifesta dominante, è quella “formulare”.
Se (se) non sai che cosa “è”, fai opera di ritrovamento in questo spazio (potenziale), tra i Bollettini.
L’analisi ambientale (accortezza) dipende dalla prospettiva.
La prospettiva, seppure infinita (potenziale), è “qua, così” appannaggio della forza che continua regolarmente a sfuggire, essendo giurisdizionalmente portante e centrale.
Ergo:
come puoi trovare ciò che si rende introvabile
e che, per giunta
regola il meccanismo del ritrovamento (credo, teoria e pratica)?
Ecco il loop che, poi, si “spalma” ovunque “qua, così”. 
Ecco la ragione (fondamentale), per la quale le domande millenarie del genere umano non trovano risposta definitiva (originale, sensata “formularmente”).
Ecco, persino, la ragione del loop stesso, in quanto “arma (non) convenzionale di auto intrattenimento (ricircolo) della Massa”.
Ogni (ogni) notizia che ti raggiunge, narra della compresenza immanifesta dominante. 
E non è paradossale, dato che la memoria frattale espansa è realtà, e… corrisponde ambientalmente la grande concentrazione di massa che, a livello gerarchico, “governa il mondo intero attraverso la polarizzazione della realtà manifesta ‘qua, così’”. 
Come se del tuo intero set di "frecce (potenziale)", solo una rappresentazione annacquata (auto disinnescata) può manifestarsi se (se) sempre dentro al “sogno” altrui. 
Quando succede e si radica una simile situazione generale?
Quando “è già success3”
Solo a quel “punto (fulcro, leva)”, di conseguenza, la strategia dominante diventa anche la “tua” e quella “globale”. 
Ergo:
solo dopo che la situazione stessa è già stata resa un tutt’uno, coesa e riunita sotto alla “non necessità di un vessillo esposto al vento”.
L’immanifestazione è la strategia più funzionale
Potresti combattere un “fantasma”?
Fantasma? Quale… fantasma?
Craccare…
(diritto)(informatica) agire sulle protezioni di un programma informatico in modo da permetterne un uso illegale senza le necessarie licenze…
Dall'inglese to crack cioè "rompere, spezzare"…
Link 
“Fai… che ti accorgi e, poi, ti fermi e poi…”.
      
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2111



2 commenti:

  1. Ciao Davide, sono anni che conosco SPS, ogni tanto ti ho anche commentato. E' sempre arduo leggerti. Una cosa mi chiedo: come mai hai scelto di scrivere "3" anzichè "o" alla fine di certe parole? E' qualcosa che ha a che fare col simbolo dell'infinito?

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    1. Ciao "Umberto", molto lieto :)

      Il "3" indica sia il genere femminile che quello maschile (allo stesso tempo). Perché continuare ad utilizzare la più generale terminologia al maschile (default)? Non è giusto. Anzi: è parziale. Per cui, invece di scrivere solo, ad esempio, "questo", ed evitando di scrivere "questo/questa" oppure "questo/a"... ho pensato di agganciare il "3", sostituendo il "carattere finale per il genere convenzionale". Perché? Leggi qua: https://sacroprofanosacro.blogspot.it/search?q=qualificatore+esistenziale
      Ok? Bene...

      Ti ringrazio ed abbraccio.
      Serenità

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