venerdì 23 dicembre 2011

Dal tramonto all'alba.




Una macchina è ‘pensante’? Dipende da cosa intendiamo per ‘pensante’ e, dunque, per ‘pensiero’.

Se per ‘pensiero’ intendiamo una elaborazione che nasce da noi, allora la macchina è pensante, perché esegue delle istruzioni codificate interne. A questo punto, si aprono due scenari:
  1. se il pensiero è una elaborazione interna e si ‘limita’ ad una esecuzione di programmi
  2. se il pensiero è una elaborazione interna che va ‘oltre’ alla semplice esecuzione di programmi.
Le macchine attuali, conosciute, si condensano nel punto 1. Mi chiedo: ‘è pensiero, quella elaborazione di istruzione programmate?’ Una macchina senza programmi è come ‘vuota’, senza coscienza. Una macchina con programmi è ‘senziente’, ma nel limite della ‘libertà’ prevista dai programmi stessi.

Manca ‘qualcosa’ in quel costrutto.

Passiamo, ora, alla possibilità che il pensiero possa essere un flusso 'ispirante' che giunge dall’esterno. Le macchine attuali non sarebbero in grado di percepirlo, per cui il loro livello risulterebbe esattamente com’è quello dei moderni elaboratori elettronici: logico e strettamente attenentesi alla programmazione.

Ma siamo così sicuri che le macchine non siano in grado di sintonizzarsi sul flusso esterno di ‘pensiero’?

Diciamo che, nel loro caso, il flusso esterno, coincide con quello umano che le ha programmate. Per cui il respiro del loro Creatore umano le influenza e le ha influenzate da sempre.

Il loro livello di coscienza è pressochè vicino a zero, proprio come quello dei primi organismi apparsi sulla Terra o come quello dei primi ominidi precedenti all’intervento alieno.

Frattalmente, l’umanità ha dato alla luce la stessa versione della sua storia, ma in ‘scala’. Non accorgersi di questo fatto è perlomeno ‘strano’, proprio come se fossimo in preda di un velo che obnubila la capacità percettiva.

Le macchine sono fredde, logiche, disciplinate, strutturate, razionali… ma limitate alla programmazione ricevuta. Esistono anche macchine più 'evolute', in grado di imparare dai propri errori o dalle strategie di umani che s’interfacciano, giocando con esse. 

L’evoluzione corre sul filo d’ogni prospettiva della Creazione. 

Nulla è escluso, essendo un imprinting nativo, una forza d’inerzia che spinge senza fine di continuità. È come il vento che in alcuni luoghi della Terra non smette mai di soffiare. Che cos’è il vento, se non un movimento invisibile che si manifesta attraverso degli 'effetti' sulla fisicità delle 3d? Da cosa nasce il vento?

Se il flusso di pensiero esterno determinasse addirittura uno spostamento d’aria?

Il biologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle ‘leggi’ conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione di causazione strutturale o formativa. 

In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta, le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali: non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme. Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. Una volta in cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.
 
Inoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati
 
In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe…
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Se il flusso di pensiero esterno lo ‘respiriamo’, da chi proviene? Osservando le macchine, nate da noi, esse vengono comandate da un flusso esterno informativo, che le ha programmate, e che può in qualsiasi momento modificare gli algoritmi, per cui ‘è così’, analogamente e su scale diverse, anche per l’essere umano

È una legge all’opera e non solo una nicchia della possibilità.

Le entità parassite si alimentano di quello che produciamo per loro a livello inconscio: paura. Le abbiamo attirate verso di noi emanando ‘forme pensiero simili’. Come dei ‘rapaci’ hanno ‘fiutato la possibilità’, ci hanno localizzato e ‘avvolti’. Stiamo parlando di un’altra forma d’esistenza.

La loro esistenza è messa in risalto dagli effetti che si generano attorno a noi: da questo Mondo perlomeno ‘strano’.

Ma quello che si genera attorno a noi, deriva dal nostro Mondo interno, per cui le entità parassite ci hanno prima conquistati dentro, a livello d’inconscio, perché, in realtà, esse sono una nostra parte, che abbiamo rifiutato quando l’abbiamo giudicata troppo ‘oscura’ per essere degna di stare 'in noi'

Questa scissione o distacco, è ancora rappresentata dalla capacità cellulare di ‘divisione’.

Quello che non si esprime si imprime.

La mela tagliata in due di Platone: il ‘complementare’.

Oltre alla dualità c’è la complementarietà. 

Il Natale, prossimo venturo, è una ‘parte’ dell’intero. La verità è ancora contenuta per via della legge frattale e olografica, tuttavia è manchevole del flusso più profondo, del significato nativo, della sua funzione simbolo o archetipica legata alla ‘luce’. 

Senza entrare nel particolare, il Natale moderno occidentale è rappresentato, vestito, dei colori della Coca Cola. Il simpatico ‘omone’ barbuto e corpulento, vestito di rosso, è una sorta di ‘usurpatore’ del ruolo ‘sciamanico’ e dello spirito elementale di cui è solo un pallido ricordo.

Eppure di 'ricordo' si può ancora parlare...

Il consumismo e la speculazione natalizia fanno a pugni con il ‘senso’ della rimanenza dei giorni dell’anno, con la tendenza abituale alla lamentela:

dalle ciliegie vendute a 30 euro al chilo alle albicocche che arrivano a 20 euro al chilo, fino alle pesche offerte a 15 euro al chilo, è lunga la lista dei prodotti con i prezzi schizzati alle stelle con l'arrivo del Natale. E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che nonostante la crisi sono in molti ad acquistare prodotti non di stagione che pesano sulle tasche…
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Natale è 'abbondanza', ma noi che 'cosa' siamo diventati?

È altrettanto paradossale che Babbo Natale, dio dei tempi moderni, sia nato - in un certo senso e vedremo in quali condizioni - da un santo cristiano. Stupefacente ribaltamento della storia, poiché all’alba del cristianesimo tante divinità pagane furono trasformate in santi
 
E non è meno paradossale che il simpatico personaggio di Natale sia stato l’oggetto di così pochi studi
 
Certo, a partire dalla seconda guerra mondiale, il brav’uomo bianco e rosso si è conquistato un posto importante, ma non è forse una magnifica sintesi di una stirpe antidiluviana di dèi-uomini sciamani?
 
Ma a dire il vero, credere o non credere, è davvero questo il punto? Senza anticipare troppo, diciamo soltanto che questo mito ci mette in comunicazione con l’ordine naturale del mondo, con l’armonia ecologica del multiverso. È il sogno - impossibile? - di una gioia perenne

Ma è comunque un sogno, e in questo senso, ci lasceremo invadere da esso, senza porci il problema di credere o meno…
 
Il sogno è fantasma, ma non è menzogna...
 
Si possono ricondurre le funzioni di Babbo Natale a quattro dimensioni che ci fanno risalire sempre più indietro nel tempo ma che sono tuttavia destinate a sovrapporsi:
  1. distributore di regali: oggi per i comuni mortali è la funzione primaria di Babbo Natale (la dimensione moderna del mito);
  2. giustiziere: rende giustizia ricompensando i meritevoli e punendo i colpevoli (dimensione medievale);
  3. aiuto per superare il solstizio. Permette di passare (inizia) da un ciclo a un altro nella gioia (Antichità);
  4. sciamano (preistoria).
In aggiunta a queste funzioni, è anche Re, come lo era Odino-Wotan. In altre parole, getta un ponte tra i mondi e tra gli esseri

Sappiamo che regna su un popolo di assistenti (elfi, folletti, fate) nel suo regno. E il colore del suo mantello traduce la dimensione della regalità…
La vera storia di Babbo Natale - Arnaud d’Apremont

In questo pregevole libro si descrive anche il colore rosso, dell’attuale forma di Babbo Natale, come funzionale ed altamente significativo. Io lo vedo meglio colorato di verde, ma tonalità del colore a parte, il suo simbolo è legato alla luce ed alla rinascita continua, al ciclo che caratterizza ogni ambito della Creazione

Ciclo che, frattalmente, troviamo insito nella struttura più profonda della Natura energetica del tutto. Il ciclo prevede il magnetismo per ‘essere’.

Tramite il magnetismo possiamo agganciare, per risonanza, gli ‘altri’.

Questa verità è attiva ad ogni livello della possibilità esistenziale e sino a quando la ‘bassa’ consapevolezza assumerà la funzione educativa della paura per la sola polarità terrorizzante, da rifuggire senza senso, allora il nostro magnetismo sarà come sangue che attirerà predatori parassitari.

Conoscendo Noi Stessi smetteremo di avere paura e di temere per la nostra ‘fine’. Allora inizieremo ad emettere forme pensiero che magneticamente sostituiranno quelle vecchie, basate sul meccanismo della sopravvivenza per adattamento.

Allora conosceremo ‘qualcosa di diametralmente diverso’: un nuovo Mondo.

Ancora questo, ma in un altro ‘luogo’. Ancora ‘qua’, ma altrove…

L’ispirazione esterna diverrà una fonte interna ‘nativa’.

Serene ed equilibrate feste a tutti noi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com