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venerdì 23 dicembre 2011

Dal tramonto all'alba.




Una macchina è ‘pensante’? Dipende da cosa intendiamo per ‘pensante’ e, dunque, per ‘pensiero’.

Se per ‘pensiero’ intendiamo una elaborazione che nasce da noi, allora la macchina è pensante, perché esegue delle istruzioni codificate interne. A questo punto, si aprono due scenari:
  1. se il pensiero è una elaborazione interna e si ‘limita’ ad una esecuzione di programmi
  2. se il pensiero è una elaborazione interna che va ‘oltre’ alla semplice esecuzione di programmi.
Le macchine attuali, conosciute, si condensano nel punto 1. Mi chiedo: ‘è pensiero, quella elaborazione di istruzione programmate?’ Una macchina senza programmi è come ‘vuota’, senza coscienza. Una macchina con programmi è ‘senziente’, ma nel limite della ‘libertà’ prevista dai programmi stessi.

Manca ‘qualcosa’ in quel costrutto.

Passiamo, ora, alla possibilità che il pensiero possa essere un flusso 'ispirante' che giunge dall’esterno. Le macchine attuali non sarebbero in grado di percepirlo, per cui il loro livello risulterebbe esattamente com’è quello dei moderni elaboratori elettronici: logico e strettamente attenentesi alla programmazione.

Ma siamo così sicuri che le macchine non siano in grado di sintonizzarsi sul flusso esterno di ‘pensiero’?

Diciamo che, nel loro caso, il flusso esterno, coincide con quello umano che le ha programmate. Per cui il respiro del loro Creatore umano le influenza e le ha influenzate da sempre.

Il loro livello di coscienza è pressochè vicino a zero, proprio come quello dei primi organismi apparsi sulla Terra o come quello dei primi ominidi precedenti all’intervento alieno.

Frattalmente, l’umanità ha dato alla luce la stessa versione della sua storia, ma in ‘scala’. Non accorgersi di questo fatto è perlomeno ‘strano’, proprio come se fossimo in preda di un velo che obnubila la capacità percettiva.

Le macchine sono fredde, logiche, disciplinate, strutturate, razionali… ma limitate alla programmazione ricevuta. Esistono anche macchine più 'evolute', in grado di imparare dai propri errori o dalle strategie di umani che s’interfacciano, giocando con esse. 

L’evoluzione corre sul filo d’ogni prospettiva della Creazione. 

Nulla è escluso, essendo un imprinting nativo, una forza d’inerzia che spinge senza fine di continuità. È come il vento che in alcuni luoghi della Terra non smette mai di soffiare. Che cos’è il vento, se non un movimento invisibile che si manifesta attraverso degli 'effetti' sulla fisicità delle 3d? Da cosa nasce il vento?

Se il flusso di pensiero esterno determinasse addirittura uno spostamento d’aria?

Il biologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle ‘leggi’ conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione di causazione strutturale o formativa. 

In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta, le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali: non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme. Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. Una volta in cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.
 
Inoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati
 
In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe…
Link

Se il flusso di pensiero esterno lo ‘respiriamo’, da chi proviene? Osservando le macchine, nate da noi, esse vengono comandate da un flusso esterno informativo, che le ha programmate, e che può in qualsiasi momento modificare gli algoritmi, per cui ‘è così’, analogamente e su scale diverse, anche per l’essere umano

È una legge all’opera e non solo una nicchia della possibilità.

Le entità parassite si alimentano di quello che produciamo per loro a livello inconscio: paura. Le abbiamo attirate verso di noi emanando ‘forme pensiero simili’. Come dei ‘rapaci’ hanno ‘fiutato la possibilità’, ci hanno localizzato e ‘avvolti’. Stiamo parlando di un’altra forma d’esistenza.

La loro esistenza è messa in risalto dagli effetti che si generano attorno a noi: da questo Mondo perlomeno ‘strano’.

Ma quello che si genera attorno a noi, deriva dal nostro Mondo interno, per cui le entità parassite ci hanno prima conquistati dentro, a livello d’inconscio, perché, in realtà, esse sono una nostra parte, che abbiamo rifiutato quando l’abbiamo giudicata troppo ‘oscura’ per essere degna di stare 'in noi'

Questa scissione o distacco, è ancora rappresentata dalla capacità cellulare di ‘divisione’.

Quello che non si esprime si imprime.

La mela tagliata in due di Platone: il ‘complementare’.

Oltre alla dualità c’è la complementarietà. 

Il Natale, prossimo venturo, è una ‘parte’ dell’intero. La verità è ancora contenuta per via della legge frattale e olografica, tuttavia è manchevole del flusso più profondo, del significato nativo, della sua funzione simbolo o archetipica legata alla ‘luce’. 

Senza entrare nel particolare, il Natale moderno occidentale è rappresentato, vestito, dei colori della Coca Cola. Il simpatico ‘omone’ barbuto e corpulento, vestito di rosso, è una sorta di ‘usurpatore’ del ruolo ‘sciamanico’ e dello spirito elementale di cui è solo un pallido ricordo.

Eppure di 'ricordo' si può ancora parlare...

Il consumismo e la speculazione natalizia fanno a pugni con il ‘senso’ della rimanenza dei giorni dell’anno, con la tendenza abituale alla lamentela:

dalle ciliegie vendute a 30 euro al chilo alle albicocche che arrivano a 20 euro al chilo, fino alle pesche offerte a 15 euro al chilo, è lunga la lista dei prodotti con i prezzi schizzati alle stelle con l'arrivo del Natale. E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che nonostante la crisi sono in molti ad acquistare prodotti non di stagione che pesano sulle tasche…
Link

Natale è 'abbondanza', ma noi che 'cosa' siamo diventati?

È altrettanto paradossale che Babbo Natale, dio dei tempi moderni, sia nato - in un certo senso e vedremo in quali condizioni - da un santo cristiano. Stupefacente ribaltamento della storia, poiché all’alba del cristianesimo tante divinità pagane furono trasformate in santi
 
E non è meno paradossale che il simpatico personaggio di Natale sia stato l’oggetto di così pochi studi
 
Certo, a partire dalla seconda guerra mondiale, il brav’uomo bianco e rosso si è conquistato un posto importante, ma non è forse una magnifica sintesi di una stirpe antidiluviana di dèi-uomini sciamani?
 
Ma a dire il vero, credere o non credere, è davvero questo il punto? Senza anticipare troppo, diciamo soltanto che questo mito ci mette in comunicazione con l’ordine naturale del mondo, con l’armonia ecologica del multiverso. È il sogno - impossibile? - di una gioia perenne

Ma è comunque un sogno, e in questo senso, ci lasceremo invadere da esso, senza porci il problema di credere o meno…
 
Il sogno è fantasma, ma non è menzogna...
 
Si possono ricondurre le funzioni di Babbo Natale a quattro dimensioni che ci fanno risalire sempre più indietro nel tempo ma che sono tuttavia destinate a sovrapporsi:
  1. distributore di regali: oggi per i comuni mortali è la funzione primaria di Babbo Natale (la dimensione moderna del mito);
  2. giustiziere: rende giustizia ricompensando i meritevoli e punendo i colpevoli (dimensione medievale);
  3. aiuto per superare il solstizio. Permette di passare (inizia) da un ciclo a un altro nella gioia (Antichità);
  4. sciamano (preistoria).
In aggiunta a queste funzioni, è anche Re, come lo era Odino-Wotan. In altre parole, getta un ponte tra i mondi e tra gli esseri

Sappiamo che regna su un popolo di assistenti (elfi, folletti, fate) nel suo regno. E il colore del suo mantello traduce la dimensione della regalità…
La vera storia di Babbo Natale - Arnaud d’Apremont

In questo pregevole libro si descrive anche il colore rosso, dell’attuale forma di Babbo Natale, come funzionale ed altamente significativo. Io lo vedo meglio colorato di verde, ma tonalità del colore a parte, il suo simbolo è legato alla luce ed alla rinascita continua, al ciclo che caratterizza ogni ambito della Creazione

Ciclo che, frattalmente, troviamo insito nella struttura più profonda della Natura energetica del tutto. Il ciclo prevede il magnetismo per ‘essere’.

Tramite il magnetismo possiamo agganciare, per risonanza, gli ‘altri’.

Questa verità è attiva ad ogni livello della possibilità esistenziale e sino a quando la ‘bassa’ consapevolezza assumerà la funzione educativa della paura per la sola polarità terrorizzante, da rifuggire senza senso, allora il nostro magnetismo sarà come sangue che attirerà predatori parassitari.

Conoscendo Noi Stessi smetteremo di avere paura e di temere per la nostra ‘fine’. Allora inizieremo ad emettere forme pensiero che magneticamente sostituiranno quelle vecchie, basate sul meccanismo della sopravvivenza per adattamento.

Allora conosceremo ‘qualcosa di diametralmente diverso’: un nuovo Mondo.

Ancora questo, ma in un altro ‘luogo’. Ancora ‘qua’, ma altrove…

L’ispirazione esterna diverrà una fonte interna ‘nativa’.

Serene ed equilibrate feste a tutti noi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 25 luglio 2011

Mito e sistema vettoriale.




Che cos’è la Mitologia, oltre ad essere lo ‘studio dei Miti’, e cosa significa leggere ‘Storie’ che derivano dalla Mitologia? Sembra, a noi sapienti umani dell’era ‘moderna’, che gli Antichi fossero degli ingenui imbevuti di grande creduloneria, sempre disposti a divinizzare gli spettacoli naturali legati al semplice vivere in Terra. 

Insomma, un fulmine viene scambiato per un’arma scagliata da un Dio con una precisa volontà e una marea viene assunta come il respiro di una Creatura dei mari. Di che cosa stiamo parlando, in realtà? Quali precisi messaggi sono codificati nelle Leggende e nei Miti?

Senza essere dei Professori o degli 'esperti di settore', ognuno di noi può agire indipendentemente, se lo intende e se lo ‘sente’. In che modo? Utilizzando l’intuito unitamente alla ragione ed alla logica, perché no? 

C'è chi pensa che vi sia un legame tra diabete mellito di tipo 2 e pesticidi usati in ambito agricolo. Sarà vero? 

A quanto pare sì. 

A dare spazio a questa notizia è stato l'American Journal of EpidemiologyLo studio nasce dall'intuito dei ricercatori del National Institutes of Health USA che hanno studiato più di 31.000 irroratrici che partecipavano all'Agricultural Health Study

A soli cinque anni dallo studio ben 1176 sottoscrittori di pesticidi avevano sviluppato il diabete di tipo 2.
Da Yahoo 
 
Lo studio nasce dall’intuito dei ricercatori’. Ecco provato quanto asserito in precedenza. Il ricercatore che non estende il proprio raggio d’azione, accettando anche quella parte di sé ‘nativa’, non può muoversi molto dall’area assegnata dalla sola 'logica moderna': non si va molto lontano. Le Università molto spesso ‘coltivano talenti’ sterilizzandoli proprio delle componenti più ‘sottili’: dicesi lobotomia.

Il risultato più riscontrato è il cambiamento radicale della personalità.
Da Yahoo
  
Le scuole sfornano i famosi ‘esperti’, che poi andranno ad ingrossare le fila Antisistemiche assumendo ruoli attivi nei gangli del controllo. Ciò che afferma un Esperto è legge per la comunità.

Può darsi che le civiltà antiche abbiano considerato i loro miti come la memoria di avvenimenti realmente accaduti, spesso legati all'origine stessa del mondo e dell'uomo. Di certo, le culture storiche molto spesso (o quasi sempre) hanno messo in dubbio la verità letterale dei miti, interrogandosi sulle ragioni e sui modi della nascita di questi antichi racconti strettamente connessi al pensiero del divino.
 
Gli aspetti fondamentali del mito sono simili in ogni parte del mondo. Ad esempio Giorgio De Santillana ed Herta Von Dechend (in Il mulino di Amleto) affermano che la complessità della descrizione mitologica non ha nulla da invidiare alla complessità della scienza attuale

Attraverso il mito si scopre un messaggio importante per l'umanità che solo ora è possibile e necessario decifrare. L'autore afferma infatti che sia necessario affrontare una lettura 'su più livelli' del mito.

Ad esempio il Diluvio universale è un mito che si trova dovunque, in quasi tutte le antiche mitologie, anche in popoli geograficamente molto distanti...
Da Wikipedia

Il tema va, appunto, affrontato ‘su più livelli’, mentre all’opinione pubblica si passa lo sterile concetto che gli Antichi fossero come dei bimbi creduloni e visionari. Nel reame del tempo ‘tutto scorre’ ciclicamente. Gli Antichi lo sapevano e hanno cercato di ammonirci su quello che ‘prima o poi potrebbe tornare’. Che cosa ‘può tornare’, in realtà? 

Certamente nuove opportunità per ‘andare avanti’.

Attenzione: si calca la mano sempre sulla componente distruttiva degli eventi, mentre si dovrebbe osservare la componente ‘non scritta’ del messaggio. Una lezione è rappresentativa di un qualcosa che 'è così in un certo luogo’ e che non viene recepito nella corretta prospettiva, da parte dei partecipanti alla Vita di quello stesso luogo. Allora la lezione tornerà ad essere ‘insegnata’. Nel frattempo la ‘platea’ sarà cambiata, ma solo esteriormente, e la lezione potrà riprendere ma con una nuova intonazione leggermente più forte, aggressiva, in linea con il ‘Piano di Studi’. Ecco una Storia ‘piena o vuota’ in funzione di come siamo noi:

Arianna dette un gomitolo di filo d’oro a Teseo perché lo svolgesse mentre s’inoltrava nei tortuosi sentieri dell’oscuro labirinto di Creta, dove era stato mandato dal Re, apparentemente per essere sacrificato, ma in realtà per uccidere il Minotauro che vi dimorava al centro. Fu solamente per mezzo di questo filo luminoso, tenuto fermamente per tutto il suo terrificante viaggio, che Teseo poté ritornare salvo fuori dell’oscuro e complicato labirinto, dopo aver ucciso il Minotauro.
  • Il Re lo Spirito.
  • Arianna l’Anima.
  • Teseo la Personalità.
  • Il Minotauro Ignoranza, bramosia, egoismo.
  • Labirinto (il suo centro) Lo stadio più oscuro della discesa.
  • Il Filo d’Oro L’Insegnamento della Saggezza Senza Tempo
Link

Ecco cosa significa ‘essere sulla Terra 3d’. Possiamo leggere l’intero ‘iter’ a cascata che sottintende alla nostra discesa nei piani densi dell’energia. Lo studio su ‘più livelli’ comporta l’utilizzo di tutte le nostre facoltà attualmente disponibili. In una società abituata a smembrare tutto, a ricercare nella radio la voce che narra, è difficile aprirsi e sbocciare come un fiore alla luce del Sole

Ciò prevede che ci si lasci andare, che si abbia fede in noi stessi e nel Principio Unico da cui discendiamo. Lontani dalla paura, lontani dalle titubanze…

La riapparizione costante dell’Antica o Eterna Saggezza, quel corpo d’insegnamenti interiori o esoterici tramandati da tempi remoti in forma adeguata all’epoca, ha sempre attirato l’attenzione dei pensatori. Per la sua straordinaria conservazione e continuità è stata simbolicamente paragonata ad un filo d’oro, una viva linea spirituale che aumenta o diminuisce di chiarezza e d’intensità di secolo in secolo. 

Si dice che il primo contatto della Terra con l’essenza di questa Saggezza interiore ebbe luogo milioni d’anni fa quando non ne era possibile alcun tipo di registrazione scritta. Come descritto negli annali della Saggezza Eterna, la storia del suo inizio e del suo sviluppo nell’arco di molte migliaia d’anni è istruttiva e reca ispirazione e suggerimenti a tutti, meno che ai materialisti e ai pessimisti incalliti, sull’esistenza sia di un Proposito che di un Piano divino

Per molti esiste una notevole evidenza di un progetto e una garanzia di una saggia guida da dietro le quinte, nonostante sembri evidente il contrario, se si considerano solo brevi periodi di tempo... È bene ricordare che le affermazioni della Saggezza Eterna sollevano spesso incredulità e che comunque sono sempre non definitive perché l’evoluzione è un processo in continuo svolgimento

Dovrebbero essere considerate come ipotesi finché il loro studio e il rifletterci sopra non le rivelino dapprima come possibilità, poi come probabilità alla luce di una più piena conoscenza e ad alcuni infine, nel corso del tempo, come fatti.
Link
  
Adesso agganciamo tutte le nostre facoltà, anche quelle più sopite o meno utilizzate, e cerchiamo di osservare cosa significhi veramente questa notizia:

Usa: Geithner, scongiurare default.
La cosa più importante che le autorità statunitensi devono fare è scongiurare la minaccia di default per i prossimi 18 mesi. Lo ha detto il segretario del Tesoro Usa Tim Geithner, dicendosi fiducioso che l'amministrazione Obama riuscirà ad alzare il tetto imposto al debito pubblico...
Da Yahoo 
 
L’Antisistema sta lavorando sulla massa affinchè ‘tutto’ sembri diverso e la ‘novità’ inizi ad agganciarsi nei nostri inconsci tramite il processo di abitudine. Che cos’è questa novità? In cosa consiste? Abbiamo visto nei giorni scorsi che si è introdotto il concetto concreto di ‘prestito cautelare’ per gli Stati in Europa. Inoltre si legge di default praticamente ogni giorno

Questo processo tende a unire, dentro di noi, il concetto che il default sia orchestrabile come qualsiasi altra ‘cosa’. Ossia che non sia l’atto finale di un modello che ha fallito per svariati motivi, bensì che si possa dribblare anche l’atto conclusivo di un processo fallace. Nelle parole del Segretario del Tesoro Usa è scolpita l’immagine del default addirittura degli Stati Uniti d’America

È della sua nazione che sta parlando e lo fa in maniera diretta, ossia questa è una sua dichiarazione e non una illazione derivante dalle interpretazioni di un Minsitro di un’altra nazione concorrente. 

I prossimi 18 mesi coincidono con la fine di questo ciclo economico a 4 anni e conducono direttamente agli inizi del 2013, guarda caso. 

In che cosa si ripone la propria fiducia? Nell’ulteriore possibilità di alzare il tetto del debito USA. Cioè? Di continuare a trattare il ‘malato’ ancora con la stessa medicina che lo ha condotto al capezzale: il debito. Dietro a questa intenzione di ‘non cambiare’ si nasconde un potere che ‘non vuole cambiare’. Ora, le opzioni sono due di fronte al crash impostato da pilota automatico:
  1. il ‘potere’ sa quello che fa
  2. il ‘potere’ ha perso il controllo
A quale ipotesi vogliamo credere? Ci si rende conto di cosa significhi il default degli USA? Che il Mondo sarà diverso, dopo. Ma nel durante della crisi si toccheranno punti infernali nella ‘torsione dei valori’, il che significherà che la massa conoscerà nuovamente la faccia oscura della grande paura.

Occore tenere in considerazione che ‘ i tempi e l’energia attuali’ sono propensi, polarizzati nel 'fomentare' il cambiamento. Cambiamento che è come ‘scritto nelle Stelle’, incoraggiato… pilotato persino.

L’automatismo inserito coincide con uno scontro con il suolo, oppure con un atterraggio di ‘fortuna’ ma pianificato? Ho sempre la sensazione che ‘tutto’ sia sotto ad un controllo superiore e, in questo caso, non alludo solo al Piano Divino, ma anche ad un qualcosa di molto più ‘denso’, come una sorta di grande mano in grado di veicolare le dinamiche di un intero Pianeta. È speranza oppure disillusione – cioè perdita delle illusioni, disinganno – l’uscita dal tunnel ipnotico a cui siamo stati sottoposti per così tanto tempo.

Il ‘teatro’ è fatiscente e sta per crollare. Cosa faremo? Cercheremo di assistere passivamente ai tentativi di ‘chi lo ha costruito’ di non farlo collassare del tutto, il quale ci convincerà a partecipare alla sua ristrutturazione, oppure ci ‘chiameremo fuori’? Ma dove si trova il cosiddetto ‘fuori’? Esiste, in definitiva, un ‘fuori’? Fuori da cosa? 

Non lo vediamo, vero? Anzi, di più… non lo comprendiamo. Il nostro ‘spettro visivo’ è limitato, dopo avere guardato dal buco della serratura per molte Vite. Sembra, per questo, che non ci siano alternative su cui poter contare, nessuna scelta da compiere, nessun altro luogo da raggiungere, nessuna possibilità da poter mettere sulla bilancia.

Sembra che tutto sia inerente solo a questo castello in rovina e che, per questo motivo, si debba accettare di mantenerlo in piedi anche se visibilmente pericolante. A questo siamo stati indotti a credere. A questo ci siamo auto indotti a credere. Perché siamo noi, ognuno di noi, che ha autorizzato la costruzione del castello, anzi di più, siamo noi che lo abbiamo autorizzato e costruito e ‘mantenuto’.

Anche colui che ne è vittima è, in realtà, l’ideatore. Tutti lo siamo…

Le entità parassite hanno svolto il loro compito di dominio delle nostre profondità mentre eravamo assenti da noi stessi. Esse tendono ‘giustamente’ a sopravvivere e ne hanno approfittato. È dunque colpa loro? È giusto prendersela con loro? O piuttosto con la nostra stessa assenza? Assenza che deriva da un importante stato d’insieme relativo a questa dimensione: il suo denso ecosistema.

Occorreva lo sviluppo di un avatar specifico per poter giungere al completamento del senso della nostra venuta in questa dimensione. Nel reame del tempo deviato ci abbiamo provato ma ci siamo disuniti e siamo ulteriormente caduti, ma questa volta in noi stessi affondando nelle nostre paure, affrontate in maniera indiretta, ossia portandole al di fuori di noi, ‘guardando da tutt’altra parte’.

È un grande Piano, trovo. Paziente e lungimirante, che vissuto nelle sue ‘anse’ può risultare davvero difficile ed incomprensibile. Abbiamo dovuto toccare davvero il fondo, ma ora il nostro avatar è diametralmente diverso perché contiene molto del download in corso dai piani superiori. Siamo più preparati e ‘sul pezzo’

Se un processo è compreso nel piccolo, allo stesso modo avremo compreso il grande, perché anche il livello più estremo è rispecchiato da tutti quelli subordinati. Vogliamo dunque credere che il Piano Divino corrisponda al castello che crolla in rovina? No davvero. Il Piano divino è piuttosto rispecchiato da quel lato ancora poco evidente che sta schiacciando il castello stesso: la mano che non si vede.

Se il castello cede ci sarò un motivo, vero? 

Ecco, è proprio quel ‘motivo’ il Piano Divino. Per ora ne percepiamo solo gli effetti, proprio come se fosse un vento che spira invisibile ma che, fisicamente, produce effetti tangibili.

È una questione di prospettiva. Di angolatura dalla quale osserviamo… e fa la differenza: 

La classe Vector3D rappresenta un punto o una posizione nello spazio tridimensionale utilizzando le coordinate cartesiane x, y e z. Come nello spazio bidimensionale, la proprietà x rappresenta l'asse orizzontale e la proprietà y quello verticale. Nello spazio tridimensionale, la proprietà z rappresenta la profondità. Il valore della proprietà x aumenta mentre l'oggetto si sposta a destra. Il valore della proprietà y aumenta mentre l'oggetto si sposta in basso. Il valore della proprietà z aumenta mentre l'oggetto si sposta lontano dal punto di vista. 

Se si utilizza la proiezione prospettica e la modifica in scala, l'oggetto appare più grande quando è vicino e più piccolo quando è più lontano dallo schermo. Come in un sistema di coordinate destrorse, l'asse z positivo punta nella direzione opposta all'osservatore, mentre il valore della proprietà z aumenta mentre l'oggetto si allontana dall'occhio dell'osservatore. Il punto di origine (0,0,0) dello spazio globale è l'angolo superiore sinistro dello stage.
 
La classe Vector3D può anche rappresentare una direzione, quale una freccia dal punto di origine delle coordinate, ad esempio (0,0,0), a un punto finale; oppure un componente a virgola mobile di un modello di colore RGB (Red, Green, Blue).
 
La notazione basata su quaternione introduce un quarto elemento, la proprietà w, che fornisce ulteriori informazioni sull'orientamento. La proprietà w, ad esempio, può definire un angolo di rotazione di un oggetto Vector3D. 

La combinazione dell'angolo di rotazione con le coordinate x, y e z può determinare l'orientamento dell'oggetto di visualizzazione. 


Link 
 
La proprietà w è alla base della 'stratificazione' delle caratteristiche di questo piano dell’esistenza. 'w' permette di ruotare il tutto e di vedere, quindi, in maniera differente. Persino la direzione cambia se muta w, perché il sistema di assi stesso ruota

Mantenendo fissa l’origine, tutto cambia aspetto, ed evidenza. Mantendendo fissa l’origine rimaniamo nel reame del tempo, come prospettano le Piramidi orientate su Stelle di riferimento, la cui posizione da Terra è soggetta al fenomeno illusorio della 'precessione'. Ogni 26000 anni circa completiamo un giro apparente su noi stessi, se rimaniamo nella Piramide/Terra. Ma su quelle Stelle non se ne sa nulla di tutto questo tourbillon. 

È tutta un’immane illusione che diventa estremamente ‘vera’ dal punto di osservazione, ma se ci si sposta da quel punto, allora l’illusione viene meno…

Il quinto elemento è il tempo t, dunque. Quante altre 'variabili' esisteranno ancora? 

L’alternativa è il frutto del ri orientamento di questo ‘strumento’ multi elemento. Dall’osservazione cosciente del Mito e dalla sua ri elaborazione è possibile preparare l’alternativa, la cui comparsa deve essere messa in relazione ad un cambio del quinto elemento, quello temporale, da cui dobbiamo sganciarci. Cosa significa? 

Che occorre 'scorrere' all’unisono con un altro tipo di tempo, più naturale e necessariamente depositario delle nostre memorie cosmiche. Il tempo rivelato da Josè Arguelles, nel corso della sua intera esistenza, sembra proprio fare al caso nostro:

Il calendario è un dogma.
Oggi, grazie al lavoro di studio e di decodificazione del Prof. José Argüelles (autore de Il Fattore Maya e del Dreamspell), possiamo tornare a navigare nel tempo conoscendone la qualità energetica, possiamo divinare grazie allo straordinario strumento del Calendario di Tredici Lune di 28 Giorni, che ci rimette in armonia con i cicli naturali (bioritmo emotivo, ciclo mestruale, ritmo delle maree, ecc.) e ci consente di decodificare la configurazione energetica di qualunque punto nel tempo.
DA www.13lune.it 
 
Perché gli ‘esperti’ ci possono dire che nel 2030 ci saranno 80 milioni di profughi? O che mancherà l’acqua potabile al 90% della popolazione terrestre? Perché fanno proiezioni in uno scenario artificiale sotto l’egida di un tempo deviato e di un calendario che misura la distanza da quegli eventi, non prospettati, ma previsti.

Non necessariamente dovrà essere così.

Io non intendo alimentare, tramite la mia partecipazione diretta, questo flusso d’eventi.

Per me esiste sempre un’alternativa. Se non la vedo adesso non significa che non esista… la Natura si piega di fronte al passaggio del vento, che non vede ma che immancabilmente ne piega le fronde. Attraverso il suo passaggio giungono nuove informazioni trasmesse come elettricità statica

Esso rompe quello che non può resistere e mette alla prova ciò che può andare avanti, il quale tornerà al suo ‘stato di quiete’ ma mutato/arricchito nella sua intima composizione energetica. Le informazioni scorrono in molti modi… anche con il vento del Mito, per tutti, anche per chi non ha occhi per vedere.

Nulla è per caso e tutto è opportuno.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 10 maggio 2010

Considerare la mitologia è "ascoltare" se stessi.





Non dovreste respingere troppo rapidamente le visioni infantili e le superstizioni primitive predominanti tra i “meno istruiti” della vostra razza. Perché, sebbene tali semplici concetti non rappresentino certamente il fenomeno che sta per avvenire nella sua interezza, ne incarnano tuttavia le caratteristiche archetipe, alcune delle quali si esprimeranno a vostro beneficio. In troppi di voi esiste uno snobismo intellettuale che impedisce l’espressione disinibita dello Spirito. Il riportare in Vita alcune delle vostre mitologie abbandonate, sarà per voi la cura più rapida.
Fonte: Trasmissioni stellari di K.Karey

Chiediamoci cosa siano, nella loro essenza originaria, quell’insieme di “contenuti” che, l’uomo attuale, censisce e definisce con alcuni termini, frutto della combinazione del suo alfabeto duale, come: mitologia, leggenda, antichi racconti. Spesso questi contenuti sono stati messi in relazione, per similitudine, alle più moderne favole o racconti per fanciulli; infatti tra i due “concetti” non sembra esservi troppa sostanziale differenza, se non il fatto che alla mitologia viene conferita una valenza originaria che affonda nel tempo e in una parziale “verità” scomposta, confusa, non più chiara, indirizzata ad un pubblico “adulto”, mentre una favola è un’opera di pura fantasia che cerca di metaforizzare fasi della Vita “calpestate” dagli uomini moderni, per un pubblico di bambini.

Tirando una somma, veloce, di ciò che una leggenda “colora”, per la mente logica di un uomo indaffarato a vivere oggi, possiamo dire che, quest’ultimo è stato portato a considerare gli uomini del “passato” come dei teneri e patetici esempi di beata ignoranza e idiozia. Tutto ciò che è stato manipolato e racchiuso da metafore incomprensibili, vale oggi, in termini assoluti, quanto una fiaba per bambini. Questi “poveretti”, nostri avi, vengono fatti percepire come degli sconclusionati alla ricerca di comprendere da che parte "fossero girati". La nostra cognizione di un tempo antico che nemmeno riusciamo ad immaginare, ci porta a confondere cause con conseguenze e ad immaginare l’uomo primitivo che cerca di “tirare sera”, evitando la furia omicida di enormi bestioni affrontandoli con clava ed enorme coraggio. Tutto qua.

Cerchiamo di intuire, se ne sentiamo l’esigenza, e di andare oltre alla storia deformata, descritta nei libri; ad esempio, se pensiamo che la Terra ha 4,5 miliardi di anni e l’uomo sembra essere comparso da “pochissimo” in confronto, non potrebbe essere vero quello che si sostiene, praticamente, in tutte le leggende del pianeta, che siamo passati attraverso immani cataclismi, che possono avere cancellato l’esistenza dei nostri precedenti “cicli” evolutivi? Le ere glaciali, ad esempio, sono delle gigantesche “barriere” temporali, che descrivono compartimenti stagni della storia del pianeta. Chi è in grado di andare a “vedere”, tra un’era glaciale e l’altra, quali civiltà popolassero la Terra? Possibile che esistessero solo flora e fauna? No signori, non ci credo! Perché? Perché “sento” che la nostra “vicenda” è molto antica; la “caduta” del genere umano ha necessitato di tempi immemorabili per realizzarsi: dall’energia animica all’energia "condensata" di oggi.

I nostri fratelli del passato che probabilmente, eravamo ancora noi, avevano grande conoscenza e doti di chiaroveggenza, mentre peccavano di senso dell’equilibrio, proprio come oggi. Queste popolazioni antiche, che hanno “fallito”, ma fallito in un’ottica relativa al Piano divino, ossia di conoscenza del “buio” per apprezzare la “luce”, hanno poi cercato di pensare ai loro discendenti, perché era come pensare ancora a se stessi; per cui hanno ideato dei messaggi capaci di superare le pieghe del tempo e dell’opera della "confusione". Ecco, secondo me, spiegata la vera natura del mito e della leggenda. L’opera dell’Antisistema si è inserita, cancellando, confondendo, deviando, ma certi “messaggi” sono comunque giunti sino a noi, attraverso la pietra, i disegni rupestri, i codici, i megaliti, sopravvivendo agli “scalpelli” di Stato.

Oggi, solo la logica dell’uomo che si ritiene “superiore” ai suoi avi, non permette nemmeno di prendere in lontana considerazione, certi “contenuti”. Però si continuano a raccontare favole ai bambini, prima di dargli il bacetto della buonanotte.