Nel film Blackthorn, ambientato alla fine degli anni 20 del secolo scorso, sono (ri)prese anche delle "scie chimiche" lasciate dagli aerei; segno evidente della modernità del "manufatto". Vice(versa), cosa c'è nei tempi attuali... di antico?
Inventare un "illustre contenitore pubblico", da lasciare ai posteri... "serve".
Ad esempio, a distanza di così tanto tempo, giustificare l'esistenza di un "peso massimo", come Leonardo da Vinci, è solo un atto di (ri)costruzione storica non diretta(mente) verificabile, da te. Per cui, così... riempito/a di nozioni (te) e così riempiti i libri di storia, di "dime mentali di (ri)ferimento"... anche la figura leggendaria di Leonardo "serve" al potere unico del "dominio" (Nucleo Primo), per ispirarti ed (in)fondere in te, l'idea di progresso, di leva, di ruota dentata, di "volo", in una (f)orma di tecnologia a(d)atta al (man)tenerti sempre "qua, così"; con(fondendo) lo sviluppo successivo... con la "modernità di ciò che non si (ri)corda più"...
E tuttavia leggendo, studiando, contemplando, osservando, diventò chiaro che qualcosa non andava. Nessuno sembrava rendersene conto.
Gli archeologi tutti trattavano la civiltà Maya come se fosse un'allegra ed enigmatica aberrazione dell'Età della Pietra.
Sono arrivato al punto di sospettare che il motivo per cui gli archeologi li studiavano fosse che la loro mentalità petulante non sarebbe mai arrivata a comprendere veramente quella Maya, mentre loro sono convinti che sia colpa dei Maya se non ci riescono…
Il Fattore Maya. La via al di là della tecnologia – Josè Arguelles
Non si può comprendere (anche perchè, fondamentalmente, non interessa) un’altra cultura (che si penetra e che è destinata, di fatto, ad essere conquistata), studiandola con la propria mentalità “invasiva”.
A maggior ragione, se questo ambito (ri)guarda le culture antiche. Figurati, poi, se con tali “studi”, (pre)tendi di inquadrare “in seguito... anche ciò che è stato fatto estinguere”…
Per intenderci, è questo il modello del “martirio e della beatificazione, post mortem”.
Oggi, quello che sai relativa(mente) al “passato” (dal quale si riproietta questa forma di presente), (de)riva proprio da una prospettiva “moderna”, che (ri)porta (alla) luce (del proprio tempo ed interesse)… ciò che era stato fatto sprofondare, allorquando entrò in vigore la prima fase della colonizzazione (ossia, del progressivo stato di possesso di tutti coloro che abitavano già nei territori, così interessanti dal punto prospettico dell’interesse “lato invasore”).
Una sorta di (ri)petizione dei conflitti, scaturiti dalla cosiddetta apologia della “terra promessa”:
qualcosa che è promesso ad un popolo
per p(arte) di un Dio
che invita, di fatto, ad andare a conquistare terre già abitate.
Un Dio che fomenta (al)la guerra…
Una lottizzazione del territorio, tra esseri che ne delineano le (f)orme a livello “cartografico”.
Non possedendo nulla, se non la “fede” di coloro che, di fatto, sono sprofondati nella mancanza più totale (nella Bibbia, ad esempio, gli ebrei sono schiavi e, dunque, non hanno nulla da perdere. Scegliere tra di loro, scegliere loro, costituiva la strategia più “intelligente”, al fine di poter disporre di decine di migliaia di persone “pronte a tutto, pur di venir fuori da una condizione di 'zero assoluto'”).
“Nessuna generazione è libera. E la nostra non è diversa…
Perché? Perché l’umanità è malata. Da una parte c’è il mondo, le sue religioni, i suoi politici e i loro interessi.
Dall’altra c’è Dio…
Ogni essere umano, in ogni momento storico, ha dovuto compiere la medesima scelta…”.
Persecuted
“Dall’altra c’è Dio…”:
ne sei proprio sicuro/a?
SPS è propenso a (ri)tenere che:
dall’altra c’è… un “vuoto”, che il Nucleo Primo ha (in)carnato e caratterizzato.
Il vuoto è la mancanza di risposte. Una carenza di (ri)cordi.
Un “vuoto di memoria”…
Qualcosa che rende tutto "complesso".
Ma... è molto semplice, eliminare la complessità:
basta “(pre)cederla”
ossia
è sufficiente (ri)salirla, come per superare il manto delle nuvole, per accedere al sereno, ai raggi solari, alla visione più “alta”.
La complessità è come inquinamento, che avvolge tutto e con(vince) – per “asfissia” – che sia “normale così”.
Al di sotto (dentro) c’è una normalità “artificiale”.
Al di sopra (fuori) c’è una normalità “naturale” (laddove, per naturale, occorre rendersi conto che… si tratta di un grado di artificiale, del quale non si ha più memoria, relativamente alla “causa originale”).
Tutto ciò che è oggetto dell’opera della “Creazione” (di qualsiasi natura sia)… è sempre “artificiale” (proprio perchè... creato).
Da questa prospettiva, ti rendi conto che... la “classificazione per separazione”, ad opera della mente, è un modo di processare la realtà (ri)emersa, piuttosto limitato e limitante.
L’Oltre Orizzonte, “qua, così”… non lo “afferri mai”.
“Quando sono arrivato sul ciglio di questo immenso buco… mi si è aperta davanti, in una frazione di secondo, la storia dell’umanità. La storia della costruzione delle piramidi, la torre di Babele, le miniere di re Salomone…”. Sebastião Salgado
Beh… la visione, anche, del solo “trailer”… di questa opera, cor(risponde) dav(vero) ad un “viaggio nel tempo”, lad(dove) – il tempo – non è altro che “lo status quo (tra)vestito d’altro” (sempre nel "solco dell'aratro).
“Questo meraviglioso documentario sul fotografo Sebastião Salgado è una testimonianza coinvolgente del nostro tempo e una riflessione sulla condizione umana a livello mondiale che mostra la possibilità di sperare per l'umanità.”…
Motivazione della giuria del Festival di Cannes 2014 per la Menzione Speciale… ricevuta dal film… Link
Questo documentario è… “meraviglioso”?
Quando guardi “film”, ad esempio, come “Schindler’s list” o “Katyn”, li definisci “meravigliosi”?
La “fotografia è meravigliosa”? Perché (ri)prende prospettive (di)verse… da/di quello che ti aspetti? Perchè tutto è "spettacolo"?
È il “gesto tecnico”, che è… “meraviglioso”?
Lo è... la bellezza del “prodotto finale”, dettaglio per dettaglio?
Un document(ari)o è, innanzitutto, qualcosa che... se viene mercificato, allora, subisce quel solito e consueto… disinnesco, che annichilisce la “portata prima”, legata alla simbologia rap(presentativa) della rilevanza di quella che è, nella sostanza, una “denuncia”…
Tutto è business, perché tutto viene trasformato in business. Perché c’è un interesse, interessato a…
Se vuoi diventare popolare (ergo, riconoscibile e, anche, “merce valutabile in denaro”), allora, costruisci(ti) un modo “originale” di vendere tutto ciò che fai/sei; (ri)costruisci(ti) attorno (ad) un mo(n)do, che ti “sappia valorizzare”. Che cosa im(porta), dunque, che la “colonna vertebrale” del tuo interesse (che era primario... come una denuncia), vada inesorabil(mente) in secondo piano?
La “denuncia” che cosa diventa?
Spettacolo, "meraviglia", curiosa brama di “ve(n)dere”, per poi, (ri)tornare a dimenticare.. tronfi(o/a) del “tuo stato attuale”, che… tutto sommato… non è poi così male, se paragonato a come vivono molte persone, non su Marte, bensì… sullo stesso Pianeta, nella stessa Realtà/Mondo che ti (con)tiene (e che "denunci", perdendo la memoria subito dopo, così come succede a tutti gli "spettatori", attirati dallo spettacolo e non certamente dalla sostanza di ciò che passa oltre, perchè magari... "troppo". Come una sorta di "tilt").
Basta poco per capire “come sei” (visto che te lo “sei” dimenticato).
Quando hai guardato per la prima volta il trailer di questo “documentario/film”, che cosa hai immediata(mente) percepito “di” te?
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