lunedì 26 giugno 2017

Significativamente.



La serie “Il Significato” continua, cambiando titolo ma non significato (sostanza). 
E, ciò, è significativo, alias: 
portante. 
È come essere alle prese con il concetto scientifico di “costante”, il segno matematico di “uguaglianza” e l’equilibrio dei livelli in vasi comunicanti. O come, ad esempio, una condizione che si ripete a livello frattale
Di più, avrai certamente notato che, a prescindere dalla “forma” di governo politico… ogni Paese è sottinteso dallo stesso modello economico finanziario speculativo, globale:
nella sostanza c’è una “eguaglianza”, che nulla ha a che vedere con il concetto (universale) di giustizia (ad angolo giro).
Per evitare la noiosa ripetizione di queste parole:
"è uguale a", userò un paio di linee parallele della stessa lunghezza, perché non ci sono due cose uguali tra loro più di due rette parallele”.
Robert Recorde 
Il simbolo “=” (uguale) di per sé fa capire (incorpora) il disinnesco “già” successo. 
Perché… due rette parallele non sono per nulla affatto… “uguali”, andando a descrivere – semmai – qualcosa che non ha nulla da condividere con qualcos'altr3.
Ok?
Ergo: 
utilizzando il segno “=”, a cosa (chi) stai alludendo, seppure inconsciamente (automaticamente)? 

venerdì 23 giugno 2017

Il “significato” (6).



Quando gli altri seguono ciecamente la verità. Ricorda… Nulla è reale. Quando gli altri si piegano alla morale o alla legge. RicordaTutto è lecito”.
Assassin’s Creed
Segui l’onda di forma, il ragionamento, il filo conduttore, la trama, quella sottile ma indemagliabile strutturazione della realtà manifesta… per intuito, percezione, senso, quintessenza, valore, simbolo, significato… 
Come “in Leonardo da Vinci” v’è raccolta la sua memoria, frastagliata, annotata, conservata… in pagine di “codice”, mischiando le carte in tavola… allo stesso modo - in questo spazio (potenziale) - sono inserite comprensioni e ricordi “ad incastro”.
Laddove “nulla avviene per caso (se non lasci nulla, al caso, se è previsto così allorquando ad intendere sei finalmente, tu, anche se nel ‘qua così’)”. Accorgiti…
Immagina di vivere (sopravvivere) nella realtà manifesta, che ti appare guardando costantemente dentro ad un teleobiettivo (attraverso un effetto zoom, che sono i “tuoi” occhi). 
Se (se) una persona “ti passasse davanti… non la vedresti”, se non per una breve sensazione “ombra”, che transita velocemente nella “ripresa reale manifesta (davanti ai “tuoi” occhi)”:
ecco cosa è (e chi è) la immanifestazione compresente dominante

giovedì 22 giugno 2017

Il “significato” (5).



La coerenza è un atteggiamento
Si può pensare che sia una “qualità”, in qualche modo, dispersa nell’aria. Che qualcun3 respira, mentre, qualcun altr3, no. Cioè, si può pensare alla coerenza come a qualcosa di casuale, di stranamente meritori3, di assegnat3 da dinamiche sconosciute e da logiche quantomeno misteriose. 
Invece, sostanzialmente, la coerenza “è”… uno stato proprio interiore, a livello universale (potenziale).
Qualche “rigo di codice”, di programmazione? Qualche configurazione neuronale o lascito ereditario genetico? Il frutto dell’esperienza tua, “tua” e consanguinea? La conseguenza interna di una compressione esterna? 
Perché (quando) una persona è definibile come “coerente”?
In seguito a quali azioni? Secondo quale prospettiva? Attraverso quale “morale (riferimento)”? 
È la distanza temporale, tra il “detto e fatto”, che permette di delineare sostanzialmente la figura altrui
È il proprio comportamento (“fatto”) nell'atteggiamento coerente con il “detto”, che ricava “per contrasto” il rilievo della in-coerenza. 
Ma, come al solito, “qua, così” una persona può essere – allo stesso tempo – coerente ed incoerente, rispetto ad una serie infinita di “valori (riferimenti)”.