"Ho sempre considerato meritevole di attenzione e sostegno lo sforzo volto ad affrontare temi di particolare attualità e di comune interesse per lo sviluppo e il futuro del paese, in un clima di pacato confronto e di aperta cooperazione, al di là delle frontiere politiche che legittimamente attraversano l'arena parlamentare provocando però negativi eccessi di contrapposizione e di chiusura", ha scritto Napolitano in una lettera inviata all'Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà in occasione delle Giornate di Formazione "Per Vincere Domani", come si legge sul sito del Quirinale.
"Il mio auspicio è che nell'individuare i nodi da sciogliere e i termini obbiettivi delle diverse soluzioni possibili, si esprima uno spirito di condivisione come quello che ritengo da tempo doveroso sollecitare in ogni occasione", ha proseguito il Capo dello Stato, richiamando l'attenzione nel suo messaggio su "una prospettiva di riforme e di politiche pubbliche di medio e lungo termine di cui l'Italia ha innegabile bisogno".
Fonte: Yahoo
Signori e Signore, le espressioni del Capo dello Stato ricalcano, con lo stampino, quelle di tutti i suoi predecessori. Vorrei evidenziare questa luminosa consuetudine. Perché? Perché “tutto” funziona in questo modo in questa versione del “Sogno”. Il Presidente designato di volta in volta, è uno dei tanti Politici che si azzuffano quotidianamente nell’Arena, nel Pentolone, nel Guazzabuglio, del “nostro” Paese. Uno dei tanti.
Colui che viene “eletto”, improvvisamente, cambia!
Cosa dicono da sempre questi uomini che raggiungono lo “scranno” presidenziale?
In Italia questo ruolo è completamente svuotato di qualsiasi funzione direttrice. Questi “nonni” sono messi lì per fare da pacieri nelle varie situazioni che si creano quasi settimanalmente, come degli “imbonitori” che tentano di gettare acqua sul fuoco facendo finta di… Inalberarsi, sempre con calma da “nonnino”.
Se analizzate, o leggete bene le espressioni del Capo dello Stato, riportate nella notizia in apertura di articolo, potrete notare tutta la virtualità, il vuoto, l’assenza di gravità, l’ininfluenza, lo scarso peso, la fantasia, di quelle parole gettate letteralmente al vento di una “opinione pubblica” attenta, da sempre, proprio a valutare queste frasi di circostanza, piuttosto che ricercare Valore e Pratica Lungimiranza.
È sufficiente che un personaggio, investito di una certa Carica, si limiti a rispettare la Maschera imposta dalla Carica stessa: il resto quasi non conta.
Il Prete deve esprimersi da Prete, il Politico da Politico, il Medico da Medico, l’Avvocato da Avvocato, l’Operaio da Operaio? Ma certo che no! Ma dove stiamo andando a “parare”? In questa maniera la Biodiversità verrà distrutta, catalogata nelle Caste, nel livellamento globale.
Per fortuna che l’uomo non è tanto classificabile, anche se l’Antisistema tenta da sempre di condurlo proprio verso i “recinti” dell’annichilimento. Diciamo solo che è sulla buona strada.
Ma l’ultima parola è, e sempre sarà, a carico della singola Individualità Incarnata, la quale può attingere alle verdi o celesti estensioni del proprio Spirito immanente.
Le frasi di “cellophane” del Capo dello Stato sono un frattale del Velo che ci divide da noi stessi. Quando finiremo di credere alle Favole per bimbi cresciuti che ci racconta ogni giorno il caro Nonno?
A questo link è possibile farsi una idea, un po’ più generale, sul “panorama” Napolitano. Quanto Vuoto e quante Chimere? Quanta Maschera e quanta Responsabilità? Quanta Verve interpretativa e quanto falso Moralismo? Ma forse c’è anche dell’altro, a leggere bene… Chissà! Tremonti Docet.
Questi uomini hanno le “mani” legate dai “Pendoli” che Vadim Zeland descrive così bene nelle sue Opere.
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