lunedì 29 marzo 2010

Le responsabilità per questo mondo alla rovescia, di chi sono?





Tra la “testa” che guida le aziende ed il “braccio” che esegue i “comandi” ci sono le persone. Le macchine non hanno ancora capacità alla Matrix, per cui sono ancora le persone che uniscono un input ricevuto dal loro “responsabile” all’azione, magari anche programmando una macchina. Gli uomini e le donne di “buona volontà” come si intende descriverli in termini persino religiosi. Già da queste poche righe si presentano i soliti “attori” che calcano le platee della società da secoli. Religione, business, controllo, tecnologia, uomini. Se alziamo lo sguardo ampliando il concetto di azienda, giungiamo ad abbracciare le multinazionali; veri e propri transatlantici dell’organizzazione umana del lavoro. Lavorare per una di esse è motivo di vanto, perché ci si sente internazionali, importanti o alla moda, soprattutto per persone abituate a vivere in piccoli centri, Milano compresa. 
 
In questi casi la “buona volontà” porta ad adempiere alla propria mansione in maniera impeccabile. 
 
Ma sino a che punto possono giungere le persone nell’adempimento degli incarichi assegnati? Il mondo è pieno di comparse umane, di tanti “attori in cerca di personaggio”. Sino a quale punto sono disposte a spingersi al fine di perseguire la propria “tranquillità” o “sicurezza” economica? Pensando al futuro come ad un buco nero, le persone cosa possono riuscire a fare, a sacrificare della propria integrità morale ed etica? Possiamo tranquillamente inorridire di fronte all’evidenza che ogni attimo della storia conosciuta o non conosciuta, sia stato “registrato” da esseri umani. Le più grandi guerre, stragi, soprusi, violenze, abomini, genocidi, etc. sono stati compiuti da esseri umani. Come potrebbe essere altrimenti! No? Dunque; le organizzazioni segrete di ogni tipo sono costituite da esseri umani, i centri di potere, la materia grigia che si annida nell’oscurità, i militari, i pirati, le orde barbariche, i politici corrotti, gli uomini al comando delle grandi aziende, ogni “parte” del copione è ricoperta da esseri umani. 
 
Da ciò si evince che l’uomo è l’artefice del proprio destino, perché è solo l’uomo che ha il potere di “fare” ad un certo livello. Mantenendo fuori da questo discorso le “interferenze” aliene che, comunque, agiscono ancora e sempre sull’umanità, è l’umanità stessa che deve commutare la propria polarità esistenziale. Gli uomini delle SS di Hitler uccidevano a sangue freddo degli innocenti, come se si trattasse di eliminare un pelo superfluo. Uomini che uccidevano altri uomini. Attori che interpretavano una parte a loro assegnata da un serie di variabili ponderate. Cosa sarebbe successo se quegli uomini delle SS si fossero rifiutati di eseguire gli ordini? Sarebbero stati uccisi a loro volta, ma da chi? Da altri uomini pronti a farlo. Perché? 
 
Per paura e lucida follia. 
 
E probabilmente anche per una programmazione ricevuta in tanti anni di addestramento folle. Quello che mi preme evidenziare è che si tratta sempre di uomini. Uomini che sono stati bambini. Bambini che sono cresciuti in ambienti, dove i loro genitori hanno permesso che certe cose accadessero. La popolazione tedesca che visse a cavallo delle due guerre mondiali, permise ad altri uomini di indottrinarli come docili automi. Perché la storia deve sempre incolpare qualcuno, lasciando fuori da ogni responsabilità la popolazione? La innocente popolazione che subisce da millenni un potere sempre più imperante. Quella popolazione che oggi vive nella massima illusione possibile, convinta di essere libera
 
L’umanità è responsabile quanto Hitler, ad esempio, dello scempio di un teatro da sempre addobbato con fondali da guerra. 
 
Siamo tutti responsabili di ciò che è accaduto e che accade. L’Antisistema ci ha persino convinti che le “colpe” sono sempre di pochi individui, capri espiatori, o di società segrete che possono fare tutto quello che vogliono. Col piffero! Senza la nostra “autorizzazione” nulla potrebbero. Noi, tutti insieme, esprimiamo un potere senza eguali. Noi siamo i veri responsabili di un mondo maciullato dalle nostre paure. Paure che hanno creato i mostri esterni che possiamo vedere ed incolpare. Come al solito si punta al sintomo. Come al solito il cane si morde la coda.
 
Chi si sente responsabile per lo scempio umano? E chi si sente responsabile cosa fa concretamente?
 
Le “piccole cose” hanno valenza esponenziale: perché non partiamo da quelle piccole cose? Come ad esempio modificando le nostre abitudini alimentari. Troppo poco? Sicuri? Pensiamo a questi nomi: Coca Cola, Nestlè, Mc Donald’s, solo per fare i primi 3 che mi vengono in mente. Aziende globali che contribuiscono a “drogare” miliardi di individui che accettano di interpretare la parte dei dediti al sapore, al gusto, al profumo di invitanti prodotti immondizia
 
Ormai lo sappiamo tutti. 
 
Eppure non ce la facciamo ad eliminarli dalle nostre tavole. Partiamo da qua! E non dal pretendere di fermare le guerre o la fame nel terzo mondo. Partiamo dalle piccole grandi cose. Le aziende sono fatte di uomini e donne, sono fatte da noi. Perché maledire l’amministratore delegato della Coca Cola, quando egli è uno e i dipendenti che lo assecondano sono decine di migliaia? Non si fa nulla perché quelle persone perderebbero il posto di lavoro? Ma andiamo! 
 
Ogni scusa è buona per non rinunciare ad una barretta di cioccolato, un hamburger, una bibita gassata. 
 
Non nascondiamoci dietro all’evidenza. Siamo tutti noi che facciamo “tendenza”. In un mondo di astemi non si venderebbe vino. In un mondo di drogati la droga sarebbe non drogarsi. Ricordiamoci che siamo stati riprogrammati ad una funzione di inversione delle “cose”. È tutto alla rovescia. Capendo questo sappiamo quale è la nostra originale “tendenza”: quella di vivere nella “Luce”.
Siamo qua, appunto, per capirlo…    
 
 

5 commenti:

  1. Le cose accadono perchè lo permettiamo.
    Perchè abbiamo un governo di ladri ? Perchè lo permettiamo
    Perchè ci fanno vivere con uno stipendio appena sufficiente ? Perchè lo permettiamo.
    Perchè pensiamo che il nostro modo di vivere sia l' unico, il migliore ? Perchè lo permettiamo.
    Certamente alcune persone possono dire "Io questo non l' ho voluto" ma gran parte della massa o per ignoranza, per ignavia, per poca moralità o per tornaconto permettono tutto questo. E' il regno del pensare per sè, il regno della poca luce e della scarsa lungimiranza.
    La nostra potrebbe essere ricordata come la società della corretta comunicazione, la società della sapienza e della saggezza, la società della tecnica al servizio dell' uomo invece... La società dei consumi.
    Consumi: che schifo di parola.

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  2. Caro Fabio,
    è vero! Dipende da tutti noi.
    Noi tutti siamo responsabili per il mondo che abbiamo. E' ora di finirla di criticare sempre chi è al comando che, semmai, ricopre solo i panni della "zecca". Occorre consapevolezza del nostro potere di co creazione. Prenderne atto ed agire da "dentro" di noi stessi.
    Questa è una ricetta direttamente usufruibile, costruttiva e finalmente operativa. Iniziamo a cambiare abitudini, tendenza, consuetudine. Mutando le esigenze della società, le aziende dovranno adattarsi per non fallire. Il potere lo abbiamo noi. Noi siamo presenti in numero stratosferico. Noi siamo Dio.
    Non si può basare tutto sulla modalità di "consumo"; sul PIL e boiate varie.
    Grazie per il tuo prezioso contributo.
    Un abbraccio.
    Serenità

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  3. quello che si legge in questa condensa di errori
    è allucinante ma la cosa più allucinante è che ne stanno prendendo coscienza maggiormente le fasce di età come le nostre innanzitutto, quando
    ne abbiamo già combinate tante . Cioè bisogna diventare bianchi di capelli e rugosi sul volto per capire tutte le idiozie che abbiamo sostenuto
    Non ho parole per la nostra stupidità.Spero tanto
    che possiamo riscattarci educando e aprendo gli occhi ai nostri figli per portarli su una strada
    più onorevole e consapevole .intanto penso che a causa dei nostri ritardi coscienziali, i giovani hanno perso la vera identità , e non avendo modelli da cui prendere , lanciano un grido di confusione devastante. A noi più adulti spetta davvero fare qualcosa per gli altri dopo tanto bivaccare. Ovviamente non tutti sono a questo livello buio , ma abbiamo fatto comunque troppo poco .Ammettercelo qui in questo luogo è già un piccolo passo . ma ce ne sono tanti ancora da fsre verso la scuola , le famiglie verso i giovani e verso noi stessi in primis.
    Ammetto, qui io pur di essere grande e vaccinata
    di aver usufruito di quintali di cioccolata, anche se avevo promesso per amore di una società piò sana di non toccarla mai più. Ma col cavolo ci sono riuscita . Ora mi sono promessa altre cose , non vi dico nulla perchè devo vedere se l ho smessa di predicare bene e razzolare male . bah! vi abbraccio ed in particolare chi ama la cioccolata. ecco .

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  4. per condensa di errori mi riferivo a noi umani che ne facciamo tanti nella vita senza pensare mai di poterli eliminare e non a Davide . Volevo precisare.

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  5. Cara Loredana,
    sino a quando ci concentreremo sui grandi problemi del mondo tralasciando le piccolezze, non andremo da nessuna parte; i grandi problemi non li possiamo risolvere direttamente, ma aggirandoli risolvendo i piccoli problemi. Per quello scrivevo di iniziare a modificare le abitudini alimentari che la pubblicità ci "impone". Sembra facile, si potrebbe dire. Ma proviamo cosa vuol dire fare a meno di una nostra golosità. Altro che facile; in quel modo capiamo quanto siamo drogati e senza spina dorsale. Penso sia un buon esercizio da farsi, che alla fine può portare anche un miglioramento della salute e della lucidità mentale. Lasciamo perdere le guerre nel mondo, quelle spariranno da sole quando torneremo ad essere padroni di noi stessi.
    Anche la politica... basta! Per me è morta come le religioni. E' inutile odiarli perchè non porta a nulla un simile comportamento. Davanti alle nostre tv, alla sera, giaciamo come sacchi di patate senza "forma".
    In questo "vuoto" una certa energia trova sempre sostentamento...
    Grazie.
    Un abbraccio.
    Serenità

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"Fai..." un po' Te.