mercoledì 28 agosto 2024

Chi sono, Io.


Questo dovresti “domandarti”. Anzi: “sapere”. Meglio: 

auto ri-cordarti.
In che modo? Continuamente. Come? In coerenza

“Conosci Te stesso” = auto ricordati di Te, da Te, in Te, con Te, per Te.
C’è un “delta” che ti ha; la fonte del costante s-vantaggio, ad opera l’oro (chi non esiste; c’è). Ciò che fa della diretta, la “tua” differita = il passaggio da Te a “te” (qua, così). 


Nell’AntiSistema che, allo stesso modo, sempre x “te” non esiste; nonostante c’è! Ecco che persino logicamente sei “te” il pilone portante AntiSistemico, non visto che senza di “te” tutto ciò si sfascia, prima sostanzialmente e solo dopo, fisicamente. 

Ecco come puoi sempre pilotare la realtà: la manifestazione o proiezione ideale, nella densità della “lavagna fisica” (qua, xxx). Perché non ci riesci? , perché è già successo che…, e di conseguenza, “niente”. 

Ergo: ti è impedito. 

Non è che “non ce la fai”. E se proprio la vuoi mettere su questo piano, allora “non ce la fai più” = continua a succedere ciò che (ti) è già successo, ovvero, l’intercisione e relativa dispersione AntiSistemica di Te, che diventi “te” (qua, così). Meglio: 

diventando “te”, dai luogo e/o manutieni il (qua, così), dato che “uovo e gallina” sono sempre contemporanei essendo p-arte del medesimo progetto che si manifesta all’unisono...

altro che balle!


I Savoia sono (stati) la “Casa” imp®egnante sul/nel territorio “italico”: 

come riempiendo lo spazio contenuto all’interno della f-orma dello “stivale”.

Per gentile concessione.
Entrate, prendete in possesso il paese che il Signore ha giurato di dare ai vostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, e alla loro stirpe dopo di essi...

Deuteronomio 1-4

Cioè, andate là, ma non lì.

Come lottizzazione post crollo dell’Impero della Grande Tartaria. Ossia, come i “dipendenti (sottodomino)” di qualcosa, quando viene meno tale qualcosa, assumono ruoli e fulcri diversi, approfittandosi dell’e-vento = “momento” di è già successo (anche se, nella sostanza, rimane la continuazione del medesimo “frame” che in leva, sostanzialmente, tende ad auto ripetersi per via del funzionamento “conservatore” I-Ambientale che, ovvio, x “te” – guarda un po’ – ancora una volta come sempre... non esiste, anche se c’è). 

Infatti, tale è la leva mediante cui tutto rimane in “ferma” azione (qua, così). 

Come shiftando dal potenziale contemporaneo (qua, xxx) al potenziale individuale elitario singolare, l’oro (qua, così) o per l’ap-punto (di/in sospensione), AntiSistema. 

“Chiamalo se vuoi…”, terra-in-formazione. 

Qualcosa che “se cerchi di studiare la storia”, uhm… ma che vuoi discernere? Cosa puoi con-seguire su una simile “pista”? , la relativa “rotta”, a rotta di collo, giù per lo strapiombo, laddove non hai mai “tempo (fiato)” per lucidamente affrontare l’assoluto-relativo continua a succedere ma “niente”. 

Ecco perché occorre “fermarti”. 







Sì, fermare di... auto de-cadere continuamente da “a monte” Vs ad “a valle”, come se niente fosse. Come aspettando, ogni volta, di “dover morire”, perché… (qua, così) fan tutti, belli e brutti. Wow

ecco lo spazio a cuneo dove (ti) si è infilata la “democrazia”. 


Nel tuo “core (business)” tenero, laddove fa più male. Come ti auto reputi, al solito? Dai: 

come sei (ti hanno) “registrato” all’anagrafe? 

Sei “italiano”. Sei “cittadino”. Sei (in) quel “codice (non solo fiscale)”? Col fischio! Vedila da una prospettiva altra, anzi, Oltre.  

App-arte-nenza.

Eugenio di Savoia, noto come Principe Eugenio (Parigi, 18 ottobre 1663 – Vienna, 21 aprile 1736), è stato un nobile e generale italianoal servizio dell'Esercito del Sacro Romano Impero

Apperò! Molto logico:

un nobile e generale italiano… al servizio dell'Esercito del Sacro Romano Impero…

“Buongiorno Italia con i tuoi artisti
con troppa America sui manifesti
Lasciatemi cantare
perché ne sono fiero
sono un italiano
un italiano vero…”.
Toto Cutugno

Tra i brani che lo hanno portato maggiormente al successo c'è, senza dubbio, “L’Italiano”, presentato a Sanremo nel 1983, dove si classificò quarto

Ci sei? A “SantoRemo”, laddove trionfano sempre l’oro, infatti, nemmeno una lisciata di lingua come questa venne premiata. Non poteva succedere.

Perché Sanremo è “SantoRemo”. Ok? 


E lo hai veduto alla grande dal “2020” a con-seguire (qua, così). 

Persino Cutugno, però, “puzza di Dem”:

era sposato con Carla Galli dal 1971. La coppia non ha avuto figli, ma il cantante ha riconosciuto il figlio Niko, frutto di una relazione extraconiugale

Bè, la “famiglia” è tutto. No? Soprattutto, l’appartenenza alla “Casa”, da cui anche l’ombra (sostanziale) della “mafia”. Le relazioni sono non lineari, tanto per lasciarti sempre alla mercé della “tua” in-capacità acquisita o, meglio, acquistata (qua, così), sempre a s-favore di ciò che sei e rimane a livello di potenziale (contemporaneo). Questa è l’essenza dell’intercisione

del distacco da Te, continuamente “te” (qua, così). 

Ecco l’è-voluto. Ecco l’oro. Ecco-“te”. Sei a nudo, ora: 

ti vedi? Lo vedi? Ci sei? Ti trovi? Ricordi?


Membro di Casa Savoia (era diretto bisnipote del duca Carlo Emanuele I), apparteneva al ramo cadetto dei Savoia-Carignano e, in particolare, alla linea dei Savoia-Soissons. Iniziò la sua carriera al servizio della Francia, passando poi a quello dell'Impero, divenendo ben presto comandante dell'esercito imperiale… Fu uno dei migliori strateghi del suo tempo e con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo la possibilità di imporsi in Italia e nell'Europa centrale e orientale…

Un vero “patriota”, dato che era “italiano”. No?

Membro di…
Apparteneva a…
Iniziò la sua carriera al servizio della Francia, passando poi a quello dell'Impero…
Con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo la possibilità di imporsi in Italia e…

Bah

Sì, “un italiano vero…”. Come gli El-Kann!

E, poi, nel 1600/1700, cosa ne era della “Italia”, anzitempo? Allorquando i “Savoia” non avevano ancora “pensato di unificarla”. No

Prima dell’invasione. Prima degli eccidi. Prima del genocidio. 

Si parla tanto che... la “Italia” è stata sempre terra di conquista altrui, però… non si parla mai che nella “Italia” le cose sono sempre andate nello stesso modo: conquistando la terra altrui, seppure “italica” = facente p-arte del territorio delimitato dalle acque e dai monti.

Da “italiano vero”, con le sue vittorie e la sua opera di politico assicurò agli Asburgo la possibilità di imporsi in Italia e…

Una serpe in seno; in senso unico nemmeno alternato!

Un momento, però. Attenzione. Attenzione…

Premesso che definire univocamente la nazionalità di personaggi storici in epoca pre-contemporanea risulta tendenzialmente problematico, il principe Eugenio viene prevalentemente indicato dalle fonti storiche comeitaliano”… A sostegno di tale determinazione vi è il suo convinto radicarsi, mantenuto fino alla vecchiaia, all'interno di una famiglia, i Savoia, che aveva allora definitivamente orientato il proprio centro di interessi verso l'Italia e che sarebbe in seguito stata il fulcro dell'unificazione nazionale…

Ah. Ecco come stanno le cose, sostanzialmente:

era “italiano”
poiché
appartenente ai “Savoia”
che
aveva(no) allora definitivamente orientato il proprio centro di interessi verso l'Italia

Ossia, la “Italia” era il l’oro “centro di interessi”. Ci sei


Da “lì” (quella p-arte della cordata), sorse l’idea della “unificazione (del territorio)” da amministrare univocamente, alla faccia “tua”. Ecco come la storia è (stata) deviata. Ecco perché la “storia” è continuamente deviazione standard (qua, così). E, a proposito di lisciate di lingua o slinguazzate, beccati anche questa.    

È cosa singolare che la popolarità, di cui la figura del principe Eugenio di Savoia gode tuttora nell’Europa centrale e soprattutto in Austria non abbia quasi affatto riscontro in Italia, ove, se si prescinde da ambienti ristretti di storici e di tecnici dell’arte militare, ben poco si sa di lui. Eppure noi qui ci troviamo dinanzi non soltanto ad uno dei più nobili esponenti della stessa stirpe della nostra Casa regnante, ma altresì dinanzi ad un uomo che presenta in larga misura i caratteri di un simbolo: di un simbolo proprio oggi particolarmente significativo. Infatti in Eugenio di Savoia si è dimostrata la possibilità di un’integrazione dell’elemento italiano e latino con quello germanico, assumente senz’altro un valore europeo. Dopo il Medioevo dantesco e ghibellino, il principe Eugenio è una delle poche figure, nelle quali è apparso chiaro ciò che un tale incrocio può significare ai fini, appunto, di un’idea supernazionale occidentale, legata al simbolo dell’impero. Nato dal ramo dei Savoia Carignano, apparentato con la casa reale di Francia, il principe Eugenio, più che la Francia in cui era nato, va a sentire come patria adottiva sempre più l’Austria, la quale pertanto, in quel periodo, non si presentava come una particolare nazione, bensì come l’erede dell’idea supernazionale del Sacro Romano Impero e quindi come il custode della stessa tradizione europea di là dalla crisi rappresentata dalla Riforma. Più tardi, questa conversione compiuta dal principe Eugenio come individuo, in stretta relazione con l’azione sua, dove compierla la stessa Casa di Savoia, staccandosi, nella guerra della successione spagnola, dalla Francia e passando essa stessa dalla parte dell’Impero e della idea europea. Così, non è forse troppo azzardato dire, che in quel periodo proprio con riferimento alla figura del principe Eugenio, fu anticipato qualcosa del significato superiore contenuto nel simbolo dell’“Asse”… Come abbiamo detto, forse oggi quanto mai la sua figura presenta un valore simbolico di simbolo europeo italico-germanico, dimostrando tutto ciò che possono le forze delle due razze quando esse trovano le vie per un incontro creativo.
Julius Evola - Tratto da La Stampa del 21 maggio 1943 – XXI

Un uomo che presenta in larga misura i caratteri di un simbolo: di un simbolo proprio oggi particolarmente significativo. Infatti in Eugenio di Savoia si è dimostrata la possibilità di un’integrazione dell’elemento italiano e latino con quello germanico, assumente senz’altro un valore europeo (si legge “volontà di...”, in seguito, dare luogo o sfiato alla “Uè!”).

Il principe Eugenio è una delle poche figure, nelle quali è apparso chiaro ciò che un tale incrocio può significare ai fini, appunto, di un’idea supernazionale occidentale, legata al simbolo dell’impero (ovvero, “L’Impero colpisce ancora”).

L’Austria, la quale pertanto, in quel periodo, non si presentava come una particolare nazione, bensì come l’erede dell’idea supernazionale del Sacro Romano Impero e quindi come il custode della stessa tradizione europea di là dalla crisi rappresentata dalla Riforma… (il “continua a succedere”, a prescindere).

Così, non è forse troppo azzardato dire, che in quel periodo proprio con riferimento alla figura del principe Eugenio, fu anticipato qualcosa del significato superiore contenuto nel simbolo dell’“Asse”  (ecco la lisciata di lingua nei confronti del “momento” = il regime fascista in auge; infatti, si era ancora nel 1943).

Come abbiamo detto, forse oggi quanto mai la sua figura presenta un valore simbolico di simbolo europeo italico-germanico, dimostrando tutto ciò che possono le forze delle due razze quando esse trovano le vie per un incontro creativo (già; qualcosa che sembra essere stato “spezzato”, bensì, è talmente ancora contemporaneo che “niente”).

Del resto:

“inglesi” = anglosassoni = sia gli Angli che i Sassoni erano “tedeschi” = ? I “sionisti” dell’entità Aschenazi(s)ta, da dove arrivano? Dove s’origina lo yiddish? 

Che cos’è il “Nord”, dal momento in cui lo “Antartide” esiste ma non c’è, ovvero, corrisponde ad un perimetro che circo-de-scrive un’area? Ergo, è una “idea” che ti ha ma “niente”. 

Al solito (qua, così).

Però, Evola, poi, trascende l’appartenenza, sos-ten(d)endo che:

il cammino dell'uomo durante la sua involuzione (come la definisce lo stesso Evola in aperto contrasto con le teorie darwiniane) avviene attraverso un percorso di tipo circolare, non lineare. Traccia di questa teoria la si trova, ad esempio, nello schema proposto da Esiodo relativo alla cosiddetta teoria delle cinque età (dell'oro, dell'argento, del bronzo, degli eroi, del ferro), corrispondenti ai quattro yuga dell'induismo (satya, treta, dvapara e kali). Queste civiltà menzionate – ritenute “superiori” da Evola – si basano dunque su una più elevata dimensione metafisica e spirituale dell'esistenza, anziché su criteri di ordine materiale. La naturale decadenza di queste società è direttamente proporzionale all'aumento del progresso e della modernità. Tale processo di decadenza ha inizio con la perdita dell'unico polo che in passato racchiude sia l'autorità spirituale sia quella temporale e prosegue con la spinta propulsiva dei valori illuministi espressi con la Rivoluzione francese: si arriva così alla società odierna dove la dimensione spirituale dell'esistenza è andata definitivamente perduta. In particolare Evola rifiuta totalmente il concetto di egualitarismo, in favore di una visione differenziatrice della natura umana. Ne consegue un netto rifiuto per la democrazia (intesa come strumento di massa) e parimenti per ogni forma di totalitarismo, anch'esso ritenuto uno strumento di massa che si basa non su un'autorità spirituale, bensì su un'autorità esclusivamente di tipo temporale. Evola inoltre critica fortemente i concetti di “nazione“ e di “patria“ in quanto concetti di origine “naturalistico-collettivista“ responsabili della degenerazione dell'Europa dal suo ipotetico antico stadio imperialesuper-storico”…

L’Europa, infatti, ora è “Uè!” by “Usa” by “li mortacci l’oro”. Ergo

questi non hanno mai mollato niente, sostanzialmente.

“Non concedete loro niente! Ma prendete da loro tutto!...”.
Leonida - 300

Deuteronomio

Tale processo di decadenza ha inizio con la perdita dell'unico polo che in passato racchiude sia l'autorità spirituale sia quella temporale e prosegue con la spinta propulsiva dei valori illuministi espressi con la Rivoluzione francese… (il “momento” di è già successo è, sì, all’interno della “perdita dell’unico polo che in passato…”, tuttavia, ciò significa... piuttosto che “voler dire” ed or dunque, delinearne la presa all’interno del flusso modificato storico, comporta ulteriore involuzione = al continuo l’oro è-voluto).

L'unico polo... è lo stato di potenziale contemporaneo, che non puoi mai perdere definitivamente, essendo sfericità dell'esserci (funzionare, funzionale, funzionamento). 

Auto ricordarti, allora!


Secondo Evola l'uomo ha la possibilità di elevarsi alla sfera divina e metafisica attraverso precise strade (il rito e l'iniziazione, la cosiddetta via iniziatica), utilizzando determinati strumenti (l'azione e la contemplazione) all'interno di contesti sociali predeterminati (la casta, l'impero). In aperto contrasto con le teorie di Sant'Agostino espresse nel De civitate dei e in sintonia con i dettami del buddhismo delle origini, Evola sostiene che non esiste differenza qualitativa tra l'uomo e il dio. Per l'autore ogni uomo è un dio mortale e ogni dio un uomo immortale

Questo è un mischione tremendo di verità e “verità”, cosparso ad arte al fine di auto manutenerti “te” continuamente (qua, così). Ovvero, è il (qua, così) o “Impero” l’obiettivo, il focus, il progetto l’oro: 

mentre “te” sei il relativo target o “ospite-testimone” che, di volta in volta, diventi anche “paziente, cliente, membro, abbonato, etc. etc. etc.”. Ecco le “tue” in-finite “doppie facce”. Ed ecco anche il significato della “tua” ombra (qua, così).

Ocio, allora:

per l'autore ogni uomo è un dio mortale e ogni dio un uomo immortale…
Vs
il cammino dell'uomo durante la sua involuzione… avviene attraverso un percorso di tipo circolare, non lineare…

Ergo?
Verità e “verità”, pari son se (se) ci sei Te (qua, xxx) ad auto decodificarne trama, portata, sostanza. Altrimenti

Esisterai “te” e di conseguenza il (qua, così) = l’oro (la proprietà), che a differenza “tua”, sempre x “te” non esisteranno anche se ci sono. 

Lo “vedi” adesso lo s-vantaggio? E la diretta? E Te? Dai

Chi sono, Io? Sei Te.

  

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2024
Bollettino numero 3774
prospettivavita@gmail.com


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