martedì 8 novembre 2011

La povera società.




La dottrina sociale cattolica ha sempre sostenuto che l'equa distribuzione dei beni è prioritaria
Benedetto XVI 23 settembre 2007

La scissione tra ‘reale e ideale’ rende sempre più confusa l’opera esistenziale umana. Il tempo che ‘sfugge via’ comporta un restringimento della percezione tra quello che ‘è’ e quello che ‘dovrebbe essere’. 

Nella mente si confondono le due polarità, mentre ci si convince che il modello sociale sia una lotta continua per la sopravvivenza e, allo stesso tempo, quando se ne ha la possibilità si riesce a capire che ‘quello che manca continua a sfuggire perché non si ha il tempo di dedicarsi ad una ricerca seria’.

Tempus fugit.

La frase dell’attuale Pontefice è ‘esemplare’, in tal senso, in quanto esprime una grande verità ‘ideale’, che non trova nessun riscontro nella ‘realtà’ di tutti i giorni. Ciò corrisponde ad una separazione talmente evidente e ‘vasta’ da dichiarare ‘fuori luogo’ la versione ideale della verità in questione.

Homo homini lupus.

Crisi: in Usa 49,1 mln di poveri, il 16% della popolazione.
Sono 49,1 milioni i cittadini degli Stati Uniti in povertà. Lo afferma il Census Bureau che ha diffuso nuovi dati dopo quelli pubblicati a settembre che davano la cifra a 46,2 milioni. Secondo la nuova stima (riferita al 2010) i poveri sono il 16% del totale della popolazione Usa, contro il 15,1% della precedente rilevazione.
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Crisi: Bankitalia, il 23,4% dei giovani non lavora nè studia.
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La condizione di povertà è attualmente un qualcosa 'di cui vergognarsi' da entrambe le polarità della prospettiva. Il povero è visto come una zavorra da gettare il prima possibile nel dimenticatoio o ‘sotto al tappeto’. Ma come si mette se di poveri iniziano ad esisterne a decine di milioni? Come ‘nasconderli sotto al tappeto?’…

‘Narcotizzando’ il resto della popolazione e i poveri stessi.

La situazione dei poveri nel mondo antico romano divenne particolarmente grave in coincidenza con la crisi dell'Impero

Fino ad allora le stesse classi sociali più ricche avevano provveduto ad attenuare le condizioni dei poveri allo scopo di evitare sommovimenti sociali: periodiche elargizioni di beni, soprattutto alimentari, riuscivano così a conservare l'ordine sociale…
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Il potenziale pericolo che deriva dalla massa povera è sempre stato temuto sin dai tempi antichi. Una simile e numerosa comunità di nullatenenti ha il potere di non essere ricattabile come lo è il resto della popolazione. Il ‘ricatto’ deve diventare più pratico e 'costoso' per il Controllo:

cibo, prima di tutto, e una parvenza di futuro gestibile all’orizzonte.

Osserviamo come il povero costituisse, tempo fa, una precisa responsabilità per la Chiesa, in quanto organo più vicino, per ‘mandato’, alla possibilità di assistenza e cura dei più bisognosi:  

nel Medioevo il patrimonio della Chiesa, enormemente accresciuto per le donazioni dei re franchi, era espressamente definito come proprietà dei poveri che si doveva amministrare con la cura del pater familias, imponendo a tutti di non pesare su di esso qualora non ci fossero stati i requisiti della povertà, e difendendolo anche con minacce di sanzioni come la scomunica. 

Solo chi non poteva sostenersi con il proprio lavoro aveva il diritto di ricorrere alle proprietà ecclesiastiche.

Anche il clero si doveva sostenere con il proprio lavoro: ‘Il chierico provveda al vitto e al vestito con un lavoro artigianale o contadino... anche il chierico erudito nella Parola di Dio’ (IV concilio di Cartagine del 398).  

Chi attenta al patrimonio dei poveri è da considerarsi necator pauperum, assassino dei poveri come affermano molti concili della Gallia nei secoli VI-XI che stabiliscono anche che nessuno, neppure i vescovi possono alienare né vendere nessun bene che sia stato dato alla Chiesa perché con questi beni vivono i poveri (canone IV del concilio di Adge dell'anno 506), altrimenti saranno considerati anch'essi necatores pauperum e subiranno la scomunica.Link
 
E ancora:

il povero era stato per tutto il Medioevo un simbolo di valori cristiani: in ogni povero c'era la sofferenza di Cristo e la stessa elemosina più che un carattere di solidarietà sociale assumeva un valore religioso. 

La figura del povero prima assimilata a quella dell'eremita, del viandante pellegrino ora si confondeva con quella di un esercito minaccioso di miserabili.Link
 
Il ‘peso specifico’, o etichetta, discriminante il povero, cambia nel tempo. La società inizia a riflettere e generare abbagli, come il caricare sui più bisognosi tutti i problemi del Mondo. Il giudizio necessita di capri espiatori, di alibi indiretti per rovistare tra la parvenza di coscienza e metterla a tacere con rara disinvoltura.

Nell'Inghilterra dell'ormai avviata rivoluzione industriale era giunto il tempo di una nuova legge per la povertà che, emanata nel 1834, aboliva la ‘carità legale’, proibiva l'aiuto a domicilio e costringeva i poveri nelle nuove workhouse (case di lavoro), nuove versioni degli ospedali generali con il medesimo rigido regime del passato di costrizioni e di privazioni, nonché di separazione secondo il sesso e l'età.
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Il povero diventa sempre più ‘scomodo’, raccolto e ghettizzato. Questa classe numerosa di ‘separati in casa’ è oggigiorno un importante ‘asset’ da sfruttare per l’industria del 'business'.

Il povero ‘moderno’ ha migliorato la propria condizione esistenziale rispetto ai tempi del medioevo. Oggi una famiglia ‘disagiata’ ha comunque quasi sempre un tetto sulla testa, una tv, un cellulare, magari un lavoro sottopagato però in grado di non far mancare il pane ai propri figli. Mediamente il Controllo cerca di non far ‘imbufalire’ questa classe sociale, la quale vede rosso solo quando inizia ad ‘avere fame’

I tumulti nel nord Africa sono iniziati quando il prezzo del pane è andato alle stelle per via della speculazione e delle mire strategiche di chi si nasconde dietro alla ribellione.

I poveri moderni europei sono i ‘precipitati’ dal centro che l’introduzione dell’Euro ha contribuito a separare secondo l’effetto a clessidra, ossia con un centro rarefatto e due grandi estremità. I poveri moderni vivono a vista, non possono pianificare ed in questo sono più ‘liberi’ della rimanenza della popolazione, anche se non ne hanno consapevolezza.

Un bimbo di otto anni che ha vissuto da sempre in una favelas ed uno della stessa età che ha trascorso il proprio tempo in una grande città dell’occidente, in realtà non hanno la stessa età:

l’apertura dell’uno corrisponde alla chiusura dell’altro.

Storie diverse assegnate per una sfortunata coincidenza relativa alla nascita? Non penso. Il caso non esiste. Piuttosto una valorizzazione di un ‘vuoto Animico’ che necessita di essere colmato attraverso la scuola auto educativa della Terra Antisistemica 3d, nella location più opportuna per poter maturare 'valore aggiunto'.

La povertà produce valore aggiunto per la persona che la vive?  Secondo me, se si è pronti, sì. La società tassa il valore aggiunto tramite l’Iva. Un segno netto che testimonia come ogni ambito sociale sia sottoposto al ricatto energetico e debba produrre energia da barattare con una speranza di Vita maggiormente dilatata, come una sorta di patto con il Diavolo.

C’è sempre un dare e un avere.

La società del Pil ‘cresce’ sempre se c’è ‘movimento’ e il movimento c’è quando si crea una corrente che spinge. La corrente nasce dalla separazione, dalla dualità, dagli estremi che si dibattono credendosi unici

È un motore che brucia di tutto in maniera anacronistica.

Fuori dal tempo… Un motore 'povero'.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 7 novembre 2011

Tinteggiare una nuova realtà.




Analizziamo i 'titoli' di queste notizie economiche che appaiono nella home page di Yahoo finanza verso le 10.30 di questa mattina:
  • Gonzalez (Bce), solo l'Italia può risolvere i suoi problemi.
  • Attacco all'Italia, rendimento Btp al 6,6%.
  • Telecom Italia: per Unicredit adesso è un titolo da comprare.
  • Lettera finanziaria settimanale: Italia ferita e lacerata.
Possiamo osservare una miscellanea di verità spirituali riflesse nella realtà 3d. I problemi dell’Italia è lei stessa che li deve risolvere. Non si deve aspettare l’aiuto di nessuno, perché i problemi sono ‘nativi’, sono inerenti alla popolazione italica e, dunque, agli individui che la compongono. 

Questa ‘debolezza’ si presta all’attacco di ‘entità’ predatrici, esattamente come accade con le entità parassite che detengono il controllo della situazione globale umana da lunghissimo tempo. 

Il ‘tasso d’interesse’ che si alza è sinonimo di ‘maggiore rischio’. È un ‘premio’ che viene riconosciuto a coloro che sostengono lo status quo senza consapevolezza, adattandosi come zecche al pelo animale.

I vari ‘attori’ sotto le luci dei riflettori come, soprattutto, le 'unità bancarie', camminano come morti viventi o malati terminali, non ‘ascoltando’ ciò che ormai le descrive pienamente, continuando a dispensare ‘consigli’ per il resto della platea inconsapevole, che attende come degli uccellini l’imbeccata della madre. 

Il risultato è un'ulteriore riduzione del contesto italico ad un ammasso decadente in lenta e continua regressione.

G20: Italia Vigilata Da Fmi. Berlusconi, Lo Abbiamo Chiesto Noi.
I venti grandi del pianeta hanno importanti responsabilità poichè rappresentano circa l'85% del Pil mondiale. Dal lato della crescita economica si punterà a spingere politiche per favorire l'occupazione cercando di agire in modo virtuoso sugli squilibri mondiali, una sorta di ‘do ut des’… 

Gli Usa, la prima economia del mondo, si impegnano a…
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Potrebbero, la Bce o l'Fmi, fare qualcosa per l’Italia? Certo. Potrebbero 'favorirla' in due modi:
  • economicamente, ossia attraverso la creazione di altro debito
  • 'moralmente', ossia attraverso un monitoraggio attento e continuo di quello che l’Italia si è impegnata a ‘fare’ per risolvere i suoi problemi.
Tra le due polarità, la prima rappresenta certamente la linea di continuazione con la 'politica' del paradigma in auge, mentre la seconda implica perlomeno un atteggiamento di attenzione più vicina all’introspezione meditativa. L’Ego è rappresentato dalla reazione del Governo italico.

Osserviamo anche come il linguaggio sia pregno di 'simbolismo' più o meno inconscio:
  • i venti grandi del Pianeta; l’utilizzo del termine ‘grande’ cosa identifica in questo caso?
  • hanno importanti responsabilità; di quale responsabilità si sta scrivendo?
  • gli squilibri mondiali; la responsabilità che i ‘grandi’ sentono è verso questo problema? Oppure verso il mantenimento della curva del Pil?
  • gli Usa, la prima economia del Mondo; sostenere questa ‘ipotesi’ è vivere in una dimensione 'made in the Usa' e non rappresenta più la dimensione in cui tutto sta trasformandosi, smantellando progressivamente ‘pezzi’ di Antisistema colorato da questa versione della realtà 3d.
Queste notizie costituiscono il ‘polso’ della situazione italica e, per riflesso, la situazione media in cui versano gli individui e quella inerente ai ‘blocchi’ geografici continentali ed extra continentali ed, infine, persino della situazione globale terrestre

Non servono trattati chilometrici redatti da 'esperti'.

Sono notizie in cui il 'vecchio ed il nuovo' coesistono, perlomeno in un ottica di realtà attuale e di sua proiezione potenziale futura. Il potenziale del cambiamento è contenuto nella fruizione del paradigma. 

Estrarre un significato piuttosto che l’altro è opera dell’osservatore interessato alla visione esperienziale della scena osservata. 

Allo stesso modo con il quale si estrae un diamante dal suo agglomerato grezzo, è possibile vedere la luce velata dall’oscurità del senso di impotenza in cui il genere umano è ammantato. Occorre lungimiranza, consapevolezza, centratura, assenza di paura, presenza

Ieri si è concretizzata l’occasione, nella splendida location di Palazzo Chintamani, di poter ‘ascoltare’ della vera e propria sincronicità, quando Carlo Dorofatti ha affrontato con ‘gentilezza, proprietà e profondità’ la memoria storica inerente alla carica energetica di Krishnamurti, sino a giungere al suo celebre discorso dello 'scioglimento dell’Ordine della Stella d'Oriente'. 

Ringrazio Carlo per quanto sta facendo al fine di diffondere maggiore consapevolezza e prospettiva. Ecco che, dunque, mi è sembrato persino intuitivo ricorrere al medesimo discorso, appena citato, in qualità di collante perfetto con quanto scritto oggi:

Allora vedrete l’assurdità della struttura che avete costruito, alla ricerca di un eterno aiuto, dipendendo da altri per il vostro conforto, la vostra felicità, la vostra forza. Tutto questo si può trovare soltanto dentro di voi
 
Siete abituati a sentirvi dire da qualcuno quali progressi avete fatto, quale sia la vostra condizione spirituale. Quanto siete infantili! Chi, se non voi stessi, potrebbe dirvi quanto siete belli o brutti interiormente? Chi, se non voi stessi, può dirvi se siete incorruttibili? Voi non siete seri in queste cose
 
Ma coloro che realmente desiderano comprendere, che vogliono trovare ciò che è eterno, senza principio né fine, cammineranno insieme con maggior intensità e saranno un pericolo per tutto ciò che non è essenziale, che non è reale, per ciò che è in ombra
 
E queste persone si concentreranno, diventeranno la fiamma, perché esse comprendono. Dobbiamo creare un nucleo così, è questo il mio scopo. 
 
Perché da quella reale comprensione deriverà una vera amicizia. Perché quella vera amicizia – che a quanto pare voi non conoscete – comporterà una effettiva collaborazione gli uni con gli altri. E tutto questo non per via di un’autorità, né per la salvezza, né perché vi immolate per una causa, ma perché comprendete veramente e quindi siete in grado di vivere nell’eterno

Ed è qualcosa di più grande di qualsiasi piacere, di qualsiasi sacrificio. 
 
Queste sono alcune delle ragioni per le quali, dopo due anni di attenta riflessione, ho preso questa decisione. Non si tratta di un impulso momentaneo. Non sono stato convinto da nessuno. Non mi faccio persuadere in queste cose; ci ho riflettuto sopra per due anni, con calma, con attenzione e pazienza e ora ho deciso di sciogliere l’Ordine, dato che ne sono il capo. Voi potrete formare altre organizzazioni e aspettare qualcun altro; a me questo non interessa, non voglio creare altre gabbie e nuove decorazioni per quelle gabbie.
 
Il mio solo interesse è di rendere l’uomo assolutamente, incondizionatamente, libero.
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Le sue ‘parole’ vivono ancora e per sempre ‘tutte intorno a noi’, quanto i moniti pubblicitari che delineano ‘cerchi’ attorno ad ognuno di noi. Noi siamo il catalizzatore. Cosa scegliamo di ‘fare/ascoltare’? 
 
Noi siamo il fulcro da cui si riflette la dualità. In noi è insito il polo unificato. La nostra proiezione ‘colora’ tutto ciò che viviamo nelle 3d

La Paura è un colore. L’Amore è un colore…

Questo Mondo ha tanta necessità di essere ‘ritinteggiato’.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

venerdì 4 novembre 2011

Il peso delle notizie.




Visioniamo il modello imperante, inerente alla comunicazione Antisistemica, in cui un’affermazione apparentemente positiva diventa un veicolo funzionale ad emettere negatività o, per coloro che preferiscono, 'concretezza' relativa allo status quo:

Con 'in statu quo ante' si può fare riferimento alla situazione mondiale in un dato momento. Normalmente si utilizza questa espressione nel caso in cui le forze mondiali siano in equilibrio (appunto, status quo), più o meno duraturo nel tempo. 

Nel caso che l'equilibrio si rompa, lo status quo è a favore della forza più potente.

Con mantenimento dello status quo si intende un duraturo stato di equilibrio, che può variare a favore dell'uno o dell'altro, mantenendo comunque un equilibrio mondiale.

In politica lo statu quo viene utilizzato soprattutto per indicare, spesso negativamente, una situazione di immobilismo, il più delle volte originata da convenienze di compromesso tra le parti.
  
G20: Actionaid, crisi non sia alibi per dimenticare lotta a povertà.
‘Il G20 non trasformi la crisi in un alibi per mettere da parte la lotta alla povertà’, cosi Luca De Fraia, portavoce di ActionAid a margine del G20 in corso a Cannes. Per De Fraia, il G20 si deve prendere anche ‘la responsabilità di affrontare la sfida della povertà e dello sviluppo globale’ anche alla luce di ‘una crisi alimentare che è alle porte’.
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Deframmentiamo questa notizia:
  • abbiamo un ‘monito’ che esprime positività, una verità, e che mette a nudo una negatività, la modalità reale di conduzione della ‘politica’ del G20
  • abbiamo il positivo che introduce il negativo
  • abbiamo la constatazione che è il negativo a ‘colorare’ questa versione della realtà
  • si parla di ‘sfida alla povertà’ e di una conseguente ‘lotta alla povertà’, mettendo il risalto un volere positivo, mentre utilizzando il linguaggio in questi termini ‘negativi’, lotta e sfida, in realtà si provvede a rinforzare la ‘povertà’, perché ogni cosa che si combatte la si aiuta a diventare più forte, proprio come quando si allena un muscolo del proprio corpo
  • per finire, si veicola ulteriore negatività annunciando ‘una crisi alimentare che è alle porte’, di fatto evidenziando un modello inverso alla propria volontà individuale di 'non voler vivere in un Mondo simile'.
Ecco che il ‘disegno’ è completo. Se ci mettiamo nei panni dell’osservatore medio, cosa mai potrà maturare leggendo o ascoltando affermazioni di questo tipo? Come minimo:
  • rabbia
  • impotenza
  • pessimismo
  • mancanza di alternativa
  • auto svalutazione
Non intendo, a mia volta, essere negativo scrivendo in questa maniera, ma cerco di mettere in evidenza una modalità assolutamente sovrana di ‘lavorare ai fianchi’ gli individui senza quasi ‘fare nulla’, lasciando che i ‘segnali’ lanciati lavorino in autonomia e vengano ‘respirati’ dalla popolazione, che attrae polarità negativa perché abituata a farlo inconsciamente.

La visione di un qualunque telegiornale fotocopia crea, nel tempo, questa forma d’onda abitudinaria. Ogni notizia viene celebrata con toccante partecipazione in maniera mirabile, poi, la notizia successiva viene ‘montata’ ad arte per dissacrare l’atmosfera appena creata. Per cui dopo una notizia drammatica può accadere, con buona regolarità, che ne venga data un’altra diametralmente opposta per intensità

Qualcuno potrà obiettare che in questo modo si solleva il ‘morale’ degli ascoltatori, invece si provvede a creare uno 'scollamento' interiore, che nel tempo procura una certa insensibilità di fronte ad ogni tipo di notizie.
 
Non avendo, personalmente, un televisore da circa un anno e mezzo, io e la mia famiglia non assistiamo più allo ‘spettacolo’ dei tg, per cui ormai ne siamo esclusi, tuttavia a volte, capita di vedere degli spezzoni di telegiornali a casa di amici o parenti. Ecco, mi è capitato di vedere in un tg nazionale, all’ora di pranzo, un accostamento di notizie di questo tipo:
  • servizio toccante e molto intenso sulla morte di Simoncelli
  • servizio sul 'Grande Fratello'.
Mi sono subito accorto che l’anchorman (in questo caso l’anchorwoman) si stava comportando come se il peso delle due notizie fosse assolutamente eguale. Il modo di annunciare i due servizi, chiaramente, è stato emozionalmente diverso, però la sua capacità di entrare e uscire da quella che era a tutti gli effetti una ‘parte’, mi ha lasciato davvero di sasso

Chiaramente non è lui/lei che pianifica l’ordine delle notizie, per cui a monte c’è una regia davvero ‘maliziosa’ all’opera. 

Si crea un potenziale di ascolto altamente sensibile, mediante la diffusione di un servizio veramente toccante, e quando le persone si lasciano andare sull’onda della commozione e abbassano gli 'schermi difensivi', le si colpisce con il servizio successivo, che è certamente importante in termini di business ed ancoraggio della folta platea sintonizzata in quel momento.

Tutto 'viene buono' per realizzare questa strategia, davvero poco morale.

Poco conta se quello che scrivo può essere completamente ‘smontato’ attraverso le chiacchiere dei diretti interessati. Per me quello che conta è il mio punto di osservazione e nessuno può venire a farmi cambiare idea a ‘parole’. Allo stesso tempo rispetto il volere della massa che continua a permettere il perpetuarsi di un simile scenario negativo attraverso la propria 'diretta partecipazione silente'.

Senza l’appoggio della massa non è possibile cambiare il Mondo. Probabilmente non è il Mondo che deve cambiare, no?

Per questo motivo credo che questo scenario 3d sia destinato perennemente a ciclare. Perché questa ‘scuola auto educativa’ ha proprio questa funzione nativa. Ad ‘esami’ superati si passa ad 'altro'.

L’Antisistema è l’inversione della logica finale Divina: è previsto che sia così. Anche se in realtà l’Antisistema è neutro per sua diretta definizione. Esso si carica, si programma, con quello che la massa esprime sotto forma di forma d’onda preponderante al livello delle 3d, ossia tenendo in considerazione lo stacco dal proprio sé e, dunque, dopo avere 'perso la memoria globale’ e la consapevolezza della sua realtà superiore.

Del resto, un campo di addestramento, o una scuola, servono proprio per fornire valore aggiunto, di qualsiasi entità e spessore, in funzione del ‘momento’ in cui si è incarnati e, comunque, riflesso di una necessità più ‘alta’.

È difficile scorgere questa lungimirante azione dell’energia, installati in un contesto che fa di tutto per mischiare le carte in tavola, eppure è sempre stato così: nulla accade per caso.

Il nostro ‘allenamento’ deve essere autentico al fine di poter maturare buoni risultati consolidati e forgiati nelle pieghe ruvide delle fucine del tempo.

Chi detiene un ruolo di potere e di comando forgiato in questa versione del tempo, non è disposto a perdere una posizione che è osservata e percepita dal punto di vista della dualità.

Non aspettiamoci nulla dalla Casta che è al comando. Essa è a sua volta in possesso dell’azione di controllo parassitario. Siamo solo noi che possiamo e dobbiamo renderci conto del livello incantesimale in cui ci siamo ‘impigliati’.

Mediante opera di 'leva di se stessi', possiamo assurgere ad un livello nuovo e diverso della nostra potenzialità. Quando questo accadrà, tutto il ‘resto’ del Mondo si adeguerà di conseguenza

Nessuna colpa, nessun giudizio, nessuna incoerenza: tutto ci compete e ci riflette.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

giovedì 3 novembre 2011

Angeli e Demoni nel cucchiaio.




Leggiamo delle porzioni di news ‘rilevanti’ facendo opera di ascolto del messaggio codificato nelle frasi e nelle parole ‘messe insieme’ secondo ordini mentali diversi; messaggio codificato funzionale alla lunghezza d’onda di chi si sintonizza in maniera ‘nativa’, ossia facendo astrazione di sé dal tutto, ripulendo il proprio ‘canale’ dalla gran parte delle ‘interferenze’ Antisistemiche in circolazione.

Sintonizziamo prima la nostra vibrazione leggendo qualcosa di coerente:

Mentre l’umanità evolve, viene raggiunta una prospettiva più elevata che vi permette di vedere ed abbracciare altre verità. La metafisica è semplicemente al di là del fisico o ciò che chiamiamo ‘spirito’. La nostra definizione di spirito è ciò che esiste quando il mondo fisico viene rimosso
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Vestiamo i panni dell’osservatore e ‘lasciamoci andare’ rimanendo nella nostra centralità: tutto è in perfetto ordine e nulla accade per caso. La ‘corrente’ ci guiderà sicura verso il punto dove dovremo essere, dove dobbiamo essere, dove ‘siamo’.

Per Rovi è importante che le emittenti rendano accessibili i loro contenuti ai consumatori. Altrimenti avverrà come per la musica, con la diffusione della pirateria. Mentre smartphone e tavolette rendono sempre più familiare la convergenza di tv e web, occorre che questa modalità sia accessibile anche sullo schermo più grande della casa. 

E i costruttori di televisori dovranno lottare contro la concorrenza degli altri mezzi: computer, tavolette e smartphone. Tutti quanti a caccia di consumatori-spettatori.
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I ‘contenuti’ sono importanti in quanto forniscono ‘risposte’ alla sete di risposte umana. Questo in linea teorica. Cosa succede in questa realtà? Senza un motore di ricerca non si saprebbe nemmeno ‘dove andare’ navigando in Rete

Questo fatto mette in risalto un ‘vuoto’ interiore diffuso tra la gente che ‘non sa dove andare’ ma che, comunque’ è ‘spinta ad andare da qualche parte’. 

Questa ‘ignoranza’ è palese. Chi si occupa di ‘traghettare’ le persone? Chi ha dipinto in questa funzione il ‘divin poeta popolare’ Dante Alighieri? Caronte:

un vecchio e canuto o un nocchiero con la barba e gli occhi infuocati o un Demone severo, ordinato e sistematico
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Un’entità capace di 'tanto', oggi riflessa nella funzione dei motori di ricerca. L’obolo da pagare è sempre lo stesso: energia. Sia essa sotto forma di moneta che di attenzione e/o di alimentazione 'elettrica'. 

La figura del Demone è concreta e si agita in ognuno di noi, facendo parte della dualità

È il nostro 'centro giroscopico' che può interrogare la polarità senza cadervi o parteciparvi passivamente. Si direbbe che osservando l’abisso in cui 'si è caduti', qualcuno potrebbe anche averci spinto alle spalle, ma quanto quell’azione è stata sorprendente per noi stessi? In fondo non lo desideravamo? Esplorare le 3d, i Mondi, le Galassie… se stessi.

La ‘lotta’ dimostrata dai costruttori, la loro concorrenza, è tesa alla ricerca avida di ‘consumatori-spettatori’, ossia di una ‘riserva di caccia’ personale, nella quale catalizzare ‘massa’ da sfruttare. Massa che deve dimenticare chi essa sia e limitarsi ad essere spettatrice di una programmazione decisa da altri. Questa ‘isola di Circe’ è l’anticamera dell’antro nel quale bolle il calderone con dentro la ‘rana ignara’

La circuiteria mediatica attuale ha la funzione di ipnotizzare, paralizzare, manipolare… Come un moderno Caronte, traghetta lontani da sé, ossia conduce dove ‘non vorremmo andare’. La sua è una logica inversa come diretto riflesso Antisistemico

La legge d’attrazione non prevede la particella negativa del linguaggio, per cui la ‘scelta’ in realtà non esiste, se insistiamo a porgere l’altra guancia senza battere ciglio. La consapevolezza con la quale si affronta questo ‘viaggio’ determina il livello di partecipazione al viaggio stesso:

vorremmo fare una crociera da clandestini, da pelapatate oppure da facoltosi turisti?

In questo reame del paradosso, noi siamo dei facoltosi turisti convinti di essere dei clandestini, per cui vivendo nella paura di essere ‘scoperti’ non esitiamo ad offrirci di fare i pelapatate per tutta la Vita

Il lavoro diventa l’unica alternativa in un viaggio in cui ci sembra di non condurre il timone personalmente, eppure i motori della nave hanno necessità della nostra energia per procedere. Per cui dobbiamo anche scendere nella sala macchine Antisistemica e metterci a ‘pedalare’ o a spalare carbone.

Noi siamo gli artefici di tutto questo: rinunce comprese.

Le misure.
L'intervento sicuramente più doloroso per le famiglie italiane sarebbe il prelievo forzoso sui conti correnti: l'ipotesi prevalente è orientata verso il 6 per mille, in linea con quanto fatto dal Governo Amato nel 1992 per difendere la lira dagli attacchi della speculazione internazionale. 

Per un risparmiatore che ha in banca 10mila euro, significherebbe un prelievo di 60 euro… Tutto da inserire in un decreto legge in modo da portare subito in cassa soldi freschi senza guardare molto all'etica.
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Ecco come l’Antisistema può approvvigionarsi di altro ‘carbone’ per i propri motori, ossia per sopravvivere in questa modalità della sua essenza. In questo regime di ‘paura e sospetto’ l’atmosfera si carica delle stesse caratteristiche e 'il fuori diventa come il dentro’. 

Paura e sospetto: non ci si fida più di niente e di nessuno, nemmeno di se stessi.

Nemmeno di se stessi

E, mi chiedo, dove andremo a finire vivendo in un simile stato di ‘rinuncia’? Probabilmente si continuerà a vivere da clandestini e da grandi potenziali ‘pelapatate’, fornendo passivamente l’energia per mantenere stabile un modello paradossale che, altrimenti, cadrebbe subito a pezzi, perchè non auto sostenibile.

Non è il 6 per mille il problema ma è la modalità con cui viene disposto. 

Polarizzando la massa con altra insicurezza e mancanza di alternativa. Caricando l’ambiente di negatività. Contribuendo a mantenere saldamente il timone della ‘nave’ e la regia inerente al viaggio in mano ‘altrui’.

La bancarotta di MF Global non è sintomatica di un problema maggiore nel settore finanziario, ma è solamente un caso isolato. Lo ha detto il presidente della Federal reserve, Ben Bernanke, nella conferenza stampa al termine della riunione dell'Fmoc sui tassi d'interesse.

‘Appare essere un caso isolato - ha detto Bernanke - e non può avere nessun impatto significativo sulla stabilità finanziaria’. MF Global ha presentato istanza di fallimento a inizio settimana…
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Dalla ‘regia’ giungono sempre segnali contradditori se confrontati con ciò che ‘succede’ attorno a noi

Lo possono fare perché noi dimentichiamo sistematicamente quello che avevano detto solo ‘ieri’. Non ricordiamo e non siamo in grado di valutare per coerenza l’operato della regia.

Ci siamo dipinti, però, un ‘colore’ di tutto quello che è la Società, e quel ‘colore’ non mente affatto

Ma ci dimentichiamo anche del colore nella fretta giornaliera. La corrente ci porta sempre ‘via’. La direzione è contraria, la corrente è contraria, il vento è contrario, le gambe sono contrarie… La nave procede al contrario

Eppure la polarità è sempre presente allo stesso tempo e siamo noi che ‘scegliamo’ inconsciamente. Non ci credete? Bene, ve lo dimostro:

siete a tavola. Avete di fronte un cucchiaio. Lo prendete incuriositi e lo osservate facendolo girare avanti e indietro, ossia visionando l’alternanza delle sue due facce, una convessa e l’altra concava.

Come viene ritratta la vostra immagine riflessa sulla superficie lavorata del cucchiaio, facendolo girare di 180 gradi in alternanza?
 
Non ve lo scrivo io. Andate a fare una prova. Quando capirete, quale scelta farete? È tutto nelle vostre ‘mani’…

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

mercoledì 2 novembre 2011

La crisi c'è per chi la vive.




In un periodo di ‘crisi’ finanziaria globale, la ‘crisi’ sembra non essere accusata da tutti. Ciò evidenzia il livello di biodiversità all’opera nelle 3d

La crisi non ferma le vendite di crisantemi.
Anche Oltralpe il crisantemo non conosce crisi. Nei giorni dedicati alla commemorazione dei defunti, i francesi continuano ad acquistare questo fiore per un gesto d'affetto nei confronti delle persone care che riposano al cimitero.

Una manna per i fioristi, che vedono il loro giro d'affari crescere vertiginosamente in queste giornate. Fra ottobre e novembre vengono venduti oltre 21 milioni di mazzi di crisantemi, che corrispondono a circa il 90% dei volumi annui pari a 23,1 milioni nell'intero 2010. Alcuni addetti spiegano che ogni anno ci sono clienti che chiamano dall'America, dalla Corsica o da altre parti affinché vengano portati crisantemi alla tomba dei loro cari, vista la lontananza e l'impossibilità di andare di persona al cimitero... 

Come ricorda il parroco di Martigné en Mayenne, ai defunti in questi giorni si cerca di offrire il meglio, a cominciare dai fiori: i crisantemi sono ormai diventati un'abitudine, ma naturalmente c'è chi ricorre ad altri generi di fiori.
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Crisi: una parola sconosciuta nel mondo dei giochi online.
Sembra di vivere in un’altra Italia... Nel nuovo mondo dei giochi online, la parola crisi non esiste.
 
Crescono i volumi di gioco, crescono gli utenti e crescono i player interessati al business. Il decreto Bersani ha di fatto regolamentato la liberalizzazione del gioco, rendendo così l’Italia, con la Gran Bretagna, l’unico paese europeo dove poter investire legalmente nel business del gioco off e online

Tutto questo, in un momento di grande recessione, si è trasformato in un’oasi in Italia. Tra gli operatori del gioco online la parola crisi non esiste
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È, casomai, utile parlare di ‘opportunità’ che vengono a crearsi ogni qualvolta qualcosa scombussola la routine: opportunità più o meno etiche. 

Possiamo notare che, addirittura, certe routine o abitudini ‘tengono’ nonostante la crisi, come ben evidenziato dal business dei crisantemi. In questo caso, tuttavia, esiste una particolarità, ossia il fiore in questione è divenuto una sorta di ‘simbolo’ legato al business della ‘dipartita e della celebrazione’

Per cui l’abitudine è più forte perché coincide anche con dei ‘valori’ interiori/esteriori e si unisce ad una sorta di gara estetica all’abbellimento del luogo di sepoltura. Inoltre questo business è soprattutto strettamente collegato al periodo che culmina con la 'celebrazione dei defunti'. 

Cosa si evince da questa ‘isola felice’ del business in tempi di crisi? Che se s’instaura una tendenza ben radicata ‘fuori e dentro’ della gran parte della massa, a livello di ‘valore’, motivandola tramite un forte 'impulso emotivo’ ed allo stesso tempo si approfitta della tendenza egoica ad 'apparire', mediamente ben diffusa, allora sarà possibile dare luogo ad un fenomeno talmente coeso ad auto alimentato a prova di 'decadenza'

Il discorso dei giochi online è anch’esso particolare ed, allo stesso modo, talmente sottile e tagliente da risultare persino irresistibile. Perché? Perché il portare nella ‘comodità’ delle nostre case la possibilità di poter ‘giocare’ e vincere del denaro è pressoché irresistibile

Questa tentazione a domicilio è costante e continuamente ‘accesa’ ed alla portata di chiunque.

Infatti è un ‘successo’ su tutta la linea, vista la 'debolezza' media diffusa tra le maglie della società.

In questo modo, la massa viene continuamente spogliata e messa a nudo… anzi, la massa è continuamente tentata a mettersi a nudo. È la massa che ‘accetta’, che 'lo vuole'

Le tentazioni sono ovunque nella società odierna. Perché esistono? Che cosa riflettono di noi?
 
Esistono perché riflettono quella parte di noi ‘emersa’, che testimonia l’antica rinuncia al comprendersi. Una ‘rinuncia’ a sua volta ispirata da 'principi tentatori' eppure ‘sensati’ per entrambe le polarità della manifestazione o della scissione celeste. Principi tentatori che sottilmente ispirano a comportarsi in una certa maniera perché ‘fa comodo’ a loro stessi, anche se a loro volta vengono ricompresi nell’opera ‘educativa’ del Piano Divino.

Nel reame temporale 3d ‘tutto’ è illusorio, dove per illusorio s’intende ‘una delle infinite possibilità’. L’illusione è reale quando si manifesta. Illusione e reale diventano la stessa cosa, allo stesso tempo descrivono la polarità della dualità. Diversamente si dovrebbe parlare di ‘miraggio’, come quello che accade nel deserto quando siamo allo stremo delle forze. 

Un miraggio è impalpabile, un’illusione… no: è reale.     

Non 'facciamoci male' da soli utilizzando i termini del linguaggio ‘pre parati’ da ‘qualcun altro’ o provenienti dal nostro passato. Il linguaggio 'vive' grazie alla nostra opera evolutiva ed esistenziale. Ci segue di pari passo. Non possiamo permetterci di subirlo ma di plasmarlo in funzione del nostro punto prospettico di volta in volta rinnovato.

McDonald’s batte le stime su utili e fatturato.
Ancora buone notizie per McDonald’s che si lascia alle spalle un altro trimestre di crescita, con numeri superiori alle attese del mercato. Il colosso dei fast-food ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto pari a 1,51 miliardi di dollari, in rialzo del 9%, con un risultato per azione di 1,45 dollari.

Il dato si è rivelato superiore alle aspettative della comunità finanziaria che si era preparata ad un eps meno corposo di 1,43 dollari. Buona performance anche sul fronte dei ricavi che nel periodo considerato sono aumentati del 14% a 7,17 miliardi di dollari, rispetto ai 7,02 messi in conto dagli analisti. La performance trimestrale è stata favorita dal successo riscosso presso il pubblico dei nuovi prodotti e dei menu offerti dal gruppo

Nel terzo trimestre le vendite di McDonald’s nei centri aperti da almeno un anno sono aumentate del 4,4% negli Stati Uniti, del 4,9% in Europa e del 3,4% nell’area Asia-Africa-Medio-Oriente. A livello globale si è avuto un incremento delle vendite nell’ordine del 5%. Positiva la reazione del mercato che sta premiando il titolo con numerosi acquisti nella fase di pre-apertura dove McDonald’s viaggia in rialzo di quasi tre punti, arrivando a segnare un nuovo record storico a poca distanza dall’area dei 92 dollari.
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Per Mc Donald’s, ad esempio, è sempre ‘festa’. Il titolo è ai massimi storici, alla faccia della crisi. La filosofia del gruppo è particolare: cibo a basso prezzo, buono al palato di grandi e piccini

Un successone assicurato vista anche la posizione di leadership costruita nel tempo. Peccato che, invece, la filosofia che contribuisce a diffondere nel Mondo sia tutt’altro che virtuosa a tavola. Nutrirsi in quella maniera in modalità continuativa è come suicidarsi. 

Del resto sino a quando la pubblicità punterà con ‘simpatia’ a circumnavigare l’inerzia del buon senso della popolazione, le cose non potranno mai andare diversamente. I testimonial d’eccezione non mancano mai, a tal proposito. I ‘campioni’ si prestano a diffondere messaggi ‘dubbi’; basta ricevere il giusto compenso e ogni altra ‘responsabilità’ viene annacquata. Il loro punto di consapevolezza dove è collocato? 

Lo fanno in buona fede oppure ‘sanno’ che quello che aiutano a diffondere è un modello in disarmonia? Non voglio esprimere giudizi o supporre. 

Un campione di uno sport qualsiasi si nutre effettivamente anche con quel prodotto che pubblicizza e consiglia a tutti? Non sto parlando di concedersi di tanto in tanto un ‘dono’ o fare una eccezione al proprio piano alimentare, ma di nutrirsi continuativamente anche con quel prodotto.

In questa maniera si creano e consolidano delle immagini, dei legami sottili nelle menti della massa, come ad esempio l’assoluta 'bontà' della Nutella perché da sempre associata al ‘volto’ di assolutamente ‘sani’ campioni dello sport.  

La riprova che l’alimentazione dettata dalla televisione è disarmonica è il livello di obesità crescente riscontrato nella società e tutti i problemi annessi e connessi all’utilizzo massivo dello zucchero, sia esso bianco che ‘grezzo’ ad esempio.

Le spiagge della California, lo Stato più vicino alla ‘catastrofe’ dell’unione statunitense, non sono popolate da quelle ‘figure statuarie’ tipiche evidenziate nei film e telefilm, piuttosto da quella piccola percentuale frammista ad  una maggioranza schiacciante in sovrappeso o, ancora meglio, frammista all’assenza della maggioranza schiacciante timorosa nello spogliarsi, evidenziando in tal modo il proprio livello decadente della forma.

Si mangia perdendo il controllo e si nasconde ‘tutto’ oltre l’apparenza dell’abito. 

Un modello comodo per fare finta di nulla o illudersi di essere ‘diversi’. Raggiunta questa anticamera della 'disperazione', solitamente scatta qualcosa. Solitamente si apre la possibilità di afferrare un’opportunità che conduce alla manifestazione di una alternativa. Solitamente…

La crisi veicola verso un punto di chiamata, un nodo focale, la ‘punta’ di un vortice, in cui s’annida la mancanza della crisi, ossia il suo esatto opposto. In quell’occhio del ciclone, dove tutto s’acquieta, si rimane ‘nudi’ con le proprie asperità e potenzialità, di fronte alla possibilità di una scelta.

La crisi è un mezzo: che uso ne faremo?

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

lunedì 31 ottobre 2011

Un salto nel buio.




Sono proprio le esperienze dettate dall'immaginazione e dalle convinzioni, quelle che la nostra cultura ci obbliga a sminuire, a costituire una forza creativa in sé, che dimora all'interno di ciascuno di noi e non richiede nessuna formazione speciale eccetto il sapere che c'è.
Gregg Braden
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Le esperienze dettate dall'immaginazione e dalle convinzioni. Dall’immaginazione deriva il genio. Dalle convinzioni deriva la chiave che permette di aprire le porte dei Mondi… Perché se non siamo ‘convinti’ di una cosa, non ci sarà modo di seguirla.

L’Antisistema ci convince da ‘sempre’ della propria verità, attraverso gli innumerevoli modi che ha sviluppato e che conosce per ‘giungere sino a noi’, sino al nostro inconscio, in maniera tale da indurci a ‘fare tutto da soli’ mediante opera di auto suggestione

Per cui, in realtà, dipende tutto da noi.

Incolpare qualcun altro o qualcos’altro lascia il tempo che trova, se non per iniziare ad osservare perlomeno quell’alone di ‘stranezza incantesimale’ che circonda il nostro attuale campo esistenziale, uno degli infiniti che può radicarsi alla manifestazione 3d.

Per iniziare ad osservare perlomeno questo alone di ‘stranezza incantesimale’, occorre evidenziare degli aspetti della Vita che risuonano in coerenza con il velo incantesimale, ossia dei suoi frattali. Ecco un esempio…

Tempo fa ho acquistato, da un rinomato sito Internet, questo prodotto della Save&Safe:

ECO2 Docce non richiedono manutenzione, perché la parte a contatto dell’acqua è realizzata in Derlin, materiale anticalcare della Du Pont. L’assenza della formazione di incrostazioni, oltre a garantire un getto sempre perfetto, elimina gli interventi manutentivi e garantisce le condizioni igieniche ottimali...
 
Se la ‘coperta Antisistemica è ancora troppo corta’ avremo un problema di possibile tossicità con il materiale di cui è composto questo prodotto, tuttavia mi è più congeniale osservare il ‘principio’ per cui la manutenzione venga pressoché eliminata utilizzando questo dispositivo

Per cui non mi esprimo sul tipo di materiale utilizzato, in questo momento, perché non ne ho informazioni dettagliate ed alternative, però è importante notare l’importante messaggio contenuto in questa tipologia di prodotto. Il fatto di ‘pensare’ ad un oggetto, d’indubbia popolarità, in maniera ‘definitiva’, ossia che non si consuma, riesce a farci capire quanto, in realtà, questa Società globale produca ‘rifiuti’. Perché? 

Perché il livello di obsolescenza programmata, insito in ogni oggetto prodotto, è totale. 

Il 'profitto' è l’argomento principe che anima questa versione dell’intelligenza creativa all’opera nelle 3d, per cui la progettazione prevede proprio parti che si consumino e parsimonia lungimirante nel distillare l’innovazione, che dunque viene appositamente distribuita nel tempo generazionale delle classi di prodotto

Questa ‘evoluzione’ dei prodotti è volutamente rallentata all’unico fine di generare più 'guadagno'.

Un prodotto che non prevede parti ‘a tempo’ rappresenta una differente visione del Mondo e della Vita.

L’obsolescenza programmata è un frattale del Controllo a cui l’intero genere umano è sottoposto. L’evoluzione della specie è come un tiro alla fune con l’Antisistema, il quale concede a poco a poco ‘spazio creativo libero’ utile a creare valore aggiunto e dunque ‘avanzamento evolutivo’. Però questo tiro alla fune è come ‘gestito’ dall’Antisistema, per cui esso può riuscire strategicamente a concedere, sì, ma allo stesso tempo deviando il flusso umano verso collocazioni energetiche ancora sfavorevoli

L’esempio tipico è la mischia in una partita di Rugby. La squadra più forte riesce a mantenere la palla all’interno della mischia e a spostarne il baricentro a proprio piacimento. Essa può anche dare l’impressione di cedere terreno ma, in realtà, sta solo spostando le operazioni di gioco a proprio favore, secondo un preciso schema tattico silente e pre organizzato.

Essa può mantenere la palla nascosta all’interno della mischia ed avanzare grazie alla sola preponderanza fisica, in attesa di aprire il gioco per il resto della squadra che attende schierata, oppure può 'aprire' velocemente in gioco...

La presunta ‘evoluzione’ dei prodotti è una deviazione del concetto di evoluzione stessa. Ciò che viene generato è figlio di una economia di spreco, di controllo totale del processo e di una ‘sete’ inesauribile di denaro/energia.

L’energia è alla base del tutto. 

Un Mondo tanto sbilanciato energeticamente è sinonimo di una organizzazione figlia di una carenza energetica, di una necessità scritta a caratteri cubitali nelle ‘forme’ del Mondo e della Società, creati a propria immagine e somiglianza.

All’opera vi sono dinamiche diverse, le une riflesse nelle altre, come in un gioco caleidoscopico d’eventi. La disarmonia inerente al genere umano, la fuga da sé, ha generato il substrato vibrazionale idoneo all’ancoraggio di forme di controllo parassitario sul genere umano stesso

La 'sete di energia' proveniente da un Mondo vibrazionalmente ‘diverso’ da quello 3d, è impresso in tutto quello che il genere umano ‘ha fatto’ sull’onda ispirante del controllo invisibile parassitario. 

Questa situazione evidenzia una ‘rinuncia’ di cui il genere umano si è auto investito: la rinunzia ad affrontarsi direttamente ed, in maniera inconscia, la ‘decisione’ di prendere una via più lunga ed arzigogolata; una via che l’avrebbe esposto, nel reame del tempo, allo smarrimento ed alla relativa raccolta dei propri ‘resti’ ad opera di altre entità, necessitanti dell’opera strumentalizzata di un intero genere trovato, e 'raccolto', completamente alla deriva di se stesso.

Ma 'chi' si è portato a bordo della propria nave?

Un genere umano che si è lasciato andare nelle profondità verticali del ‘pozzo’ inesplorato dell’esistenza e che come un detrito nel fiume della Vita ha innescato un preciso piano di recupero delle proprie parti mancanti, disperse nei reami dell’oscurità, di cui le entità parassitarie sono le legittime tenutarie.
 
Esse sono come delle componenti sperdute di un unico ‘corpo’, che necessitano di essere ricomprese. La lungimiranza del Piano Divino è totale. Il nostro coraggio senza eguali. La distorsione del Mondo è momentanea oppure definitiva: dipende da che punto si osserva il Mondo.

Non si tratta di una differenza quantitativa, ma piuttosto della constatazione che il fatto di separare dal tutto elementi e processi parziali ostacola sempre la comprensione della totalità, e che solo la comprensione della totalità in quanto tale può comportare una trasformazione reale, una reale guarigione, innanzitutto dell'individuo e poi del rapporto tra questi e i suoi simili (o, per usare un paradosso: la ricerca del punto nodale sposta quest'ultimo e fa così fallire l'intero tentativo di superare la problematica). 

Questo non significa assolutamente che non si debbano prendere in considerazione tutti i fenomeni dell'anima; ma nessuno di essi dev'essere posto al centro dell'esame, al punto che tutto il resto possa esserne dedotto. È invece indispensabile considerare tutti i punti, e non in modo separato ma proprio nella loro connessione vitale.
 
L'uomo, invece di essere trattato come oggetto dell'analisi, è sollecitato a ‘rimettersi in sesto’. Bisogna che l'uomo si renda conto innanzitutto lui stesso che le situazioni conflittuali che l'oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella sua anima, e che quindi deve sforzarsi di superare il proprio conflitto interiore per potersi così rivolgere ai suoi simili da uomo trasformato, pacificato, e allacciare con loro relazioni nuove, trasformate.
 
Indubbiamente, per sua natura, l'uomo cerca di eludere questa svolta decisiva che ferisce in profondità il suo rapporto abituale con il mondo: allora ribatte all'autore di questa ingiunzione - o alla propria anima, se è lei a intimargliela - che ogni conflitto implica due attori e che perciò, se si chiede a lui di risalire al proprio conflitto interiore, si deve pretendere altrettanto dal suo avversario

Ma proprio in questo modo di vedere - in base al quale l'essere umano si considera solo come un individuo di fronte al quale stanno altri individui, e non come una persona autentica la cui trasformazione contribuisce alla trasformazione del mondo - proprio qui risiede l'errore fondamentale…
 
Cominciare da se stessi: ecco l'unica cosa che conta

In questo preciso istante non mi devo occupare di altro al mondo che non sia questo inizio. Ogni altra presa di posizione mi distoglie da questo mio inizio, intacca la mia risolutezza nel metterlo in opera e finisce per far fallire completamente questa audace e vasta impresa

Il punto di Archimede a partire dal quale posso da parte mia sollevare il mondo è la trasformazione di me stesso

Se invece pongo due punti di appoggio uno qui nella mia anima e l'altro là, nell'anima del mio simile in conflitto con me, quell'unico punto sul quale mi si era aperta una prospettiva, mi sfugge immediatamente.
Martin Buber – Il cammino dell’uomo 
 
Questa citazione dell’opera
profonda di Buber, tra le altre cose, sembra mettere a nudo una debolezza dell’analogia frattale:

Questo non significa assolutamente che non si debbano prendere in considerazione tutti i fenomeni dell'anima; ma nessuno di essi dev'essere posto al centro dell'esame, al punto che tutto il resto possa esserne dedotto…
 
Lo prendo come un ulteriore spunto riflessivo al fine di non rimanere impaludato in concetti, comunque, tanto luminosi presenti in me stesso. Ricordiamo sempre che ogni deduzione è figlia del proprio ambiente e dipende dal punto prospettico da cui si osserva.

Le leggi che, sempre più numerose, si moltiplicano in maniera direttamente proporzionale alla densificazione vibratoria, possono essere 'agganciate' e possono veicolare verità che ad un livello superiore sono ricomprese in ‘concetti’ molto più coesi dal punto di vista della loro unità/separazione strutturata in un’unica fondamentale scala sinergica.

Ossia, se io intendo l’analogia frattale assumendo il mio attuale livello vibratorio e Buber lo fa dal proprio, non è detto che la verità sia unica ed inseparabile, bensì che esistono differenti livelli di verità che dipendono dal livello proprietario dell’osservazione. 

Come a dire che ognuno di noi ha ‘ragione’ a prescindere da quello che possa voler dire in termini di linguaggio un simile termine

Secondo me, la verità è vincolata al ‘tutto’ ed allo stesso tempo dipende da un particolare: il nostro livello di contemplazione.

Ecco perché la conflittualità tra individui è tanto accentuata nelle 3d. Nessuno ‘mente’ a nessuno. Semmai è la convergenza che fa fatica ad emergere alla luce del Sole, anche se esiste il movimento di convergenza. I conflitti sono illusori quanto reali

Conoscere se stessi è la migliore medicina in tal senso per dirimere la matassa esistenziale. Una matassa che esiste come proiezione della nostra matassa interiore, che è diversa, esiste, non esiste, cambia, non cambia in funzione anche del riflesso esterno. Tutto è ricompreso in se stesso, nulla è mai davvero ‘nuovo’ eppure è rinnovato ogni volta dalla nostra opera alchemica esistenziale

Il simbolo ‘carnivoro’ del maiale, del quale non si butta via niente’, rappresenta proprio questo ambito di globalità dell’esperienza esistenziale, nella quale ‘nulla è per caso’.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com