Sono proprio le esperienze dettate dall'immaginazione e dalle convinzioni, quelle che la nostra cultura ci obbliga a sminuire, a costituire una forza creativa in sé, che dimora all'interno di ciascuno di noi e non richiede nessuna formazione speciale eccetto il sapere che c'è.
Gregg Braden
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Le esperienze dettate dall'immaginazione e dalle convinzioni. Dall’immaginazione deriva il genio. Dalle convinzioni deriva la chiave che permette di aprire le porte dei Mondi… Perché se non siamo ‘convinti’ di una cosa, non ci sarà modo di seguirla.
L’Antisistema ci convince da ‘sempre’ della propria verità, attraverso gli innumerevoli modi che ha sviluppato e che conosce per ‘giungere sino a noi’, sino al nostro inconscio, in maniera tale da indurci a ‘fare tutto da soli’ mediante opera di auto suggestione.
Per cui, in realtà, dipende tutto da noi.
Incolpare qualcun altro o qualcos’altro lascia il tempo che trova, se non per iniziare ad osservare perlomeno quell’alone di ‘stranezza incantesimale’ che circonda il nostro attuale campo esistenziale, uno degli infiniti che può radicarsi alla manifestazione 3d.
Per iniziare ad osservare perlomeno questo alone di ‘stranezza incantesimale’, occorre evidenziare degli aspetti della Vita che risuonano in coerenza con il velo incantesimale, ossia dei suoi frattali. Ecco un esempio…
Tempo fa ho acquistato, da un rinomato sito Internet, questo prodotto della Save&Safe:
ECO2 Docce non richiedono manutenzione, perché la parte a contatto dell’acqua è realizzata in Derlin, materiale anticalcare della Du Pont. L’assenza della formazione di incrostazioni, oltre a garantire un getto sempre perfetto, elimina gli interventi manutentivi e garantisce le condizioni igieniche ottimali...
Se la ‘coperta Antisistemica è ancora troppo corta’ avremo un problema di possibile tossicità con il materiale di cui è composto questo prodotto, tuttavia mi è più congeniale osservare il ‘principio’ per cui la manutenzione venga pressoché eliminata utilizzando questo dispositivo.
Per cui non mi esprimo sul tipo di materiale utilizzato, in questo momento, perché non ne ho informazioni dettagliate ed alternative, però è importante notare l’importante messaggio contenuto in questa tipologia di prodotto. Il fatto di ‘pensare’ ad un oggetto, d’indubbia popolarità, in maniera ‘definitiva’, ossia che non si consuma, riesce a farci capire quanto, in realtà, questa Società globale produca ‘rifiuti’. Perché?
Perché il livello di obsolescenza programmata, insito in ogni oggetto prodotto, è totale.
Il 'profitto' è l’argomento principe che anima questa versione dell’intelligenza creativa all’opera nelle 3d, per cui la progettazione prevede proprio parti che si consumino e parsimonia lungimirante nel distillare l’innovazione, che dunque viene appositamente distribuita nel tempo generazionale delle classi di prodotto.
Questa ‘evoluzione’ dei prodotti è volutamente rallentata all’unico fine di generare più 'guadagno'.
Un prodotto che non prevede parti ‘a tempo’ rappresenta una differente visione del Mondo e della Vita.
L’obsolescenza programmata è un frattale del Controllo a cui l’intero genere umano è sottoposto. L’evoluzione della specie è come un tiro alla fune con l’Antisistema, il quale concede a poco a poco ‘spazio creativo libero’ utile a creare valore aggiunto e dunque ‘avanzamento evolutivo’. Però questo tiro alla fune è come ‘gestito’ dall’Antisistema, per cui esso può riuscire strategicamente a concedere, sì, ma allo stesso tempo deviando il flusso umano verso collocazioni energetiche ancora sfavorevoli.
L’esempio tipico è la mischia in una partita di Rugby. La squadra più forte riesce a mantenere la palla all’interno della mischia e a spostarne il baricentro a proprio piacimento. Essa può anche dare l’impressione di cedere terreno ma, in realtà, sta solo spostando le operazioni di gioco a proprio favore, secondo un preciso schema tattico silente e pre organizzato.
Essa può mantenere la palla nascosta all’interno della mischia ed avanzare grazie alla sola preponderanza fisica, in attesa di aprire il gioco per il resto della squadra che attende schierata, oppure può 'aprire' velocemente in gioco...
La presunta ‘evoluzione’ dei prodotti è una deviazione del concetto di evoluzione stessa. Ciò che viene generato è figlio di una economia di spreco, di controllo totale del processo e di una ‘sete’ inesauribile di denaro/energia.
L’energia è alla base del tutto.
Un Mondo tanto sbilanciato energeticamente è sinonimo di una organizzazione figlia di una carenza energetica, di una necessità scritta a caratteri cubitali nelle ‘forme’ del Mondo e della Società, creati a propria immagine e somiglianza.
All’opera vi sono dinamiche diverse, le une riflesse nelle altre, come in un gioco caleidoscopico d’eventi. La disarmonia inerente al genere umano, la fuga da sé, ha generato il substrato vibrazionale idoneo all’ancoraggio di forme di controllo parassitario sul genere umano stesso.
La 'sete di energia' proveniente da un Mondo vibrazionalmente ‘diverso’ da quello 3d, è impresso in tutto quello che il genere umano ‘ha fatto’ sull’onda ispirante del controllo invisibile parassitario.
Questa situazione evidenzia una ‘rinuncia’ di cui il genere umano si è auto investito: la rinunzia ad affrontarsi direttamente ed, in maniera inconscia, la ‘decisione’ di prendere una via più lunga ed arzigogolata; una via che l’avrebbe esposto, nel reame del tempo, allo smarrimento ed alla relativa raccolta dei propri ‘resti’ ad opera di altre entità, necessitanti dell’opera strumentalizzata di un intero genere trovato, e 'raccolto', completamente alla deriva di se stesso.
Ma 'chi' si è portato a bordo della propria nave?
Un genere umano che si è lasciato andare nelle profondità verticali del ‘pozzo’ inesplorato dell’esistenza e che come un detrito nel fiume della Vita ha innescato un preciso piano di recupero delle proprie parti mancanti, disperse nei reami dell’oscurità, di cui le entità parassitarie sono le legittime tenutarie.
Esse sono come delle componenti sperdute di un unico ‘corpo’, che necessitano di essere ricomprese. La lungimiranza del Piano Divino è totale. Il nostro coraggio senza eguali. La distorsione del Mondo è momentanea oppure definitiva: dipende da che punto si osserva il Mondo.
Non si tratta di una differenza quantitativa, ma piuttosto della constatazione che il fatto di separare dal tutto elementi e processi parziali ostacola sempre la comprensione della totalità, e che solo la comprensione della totalità in quanto tale può comportare una trasformazione reale, una reale guarigione, innanzitutto dell'individuo e poi del rapporto tra questi e i suoi simili (o, per usare un paradosso: la ricerca del punto nodale sposta quest'ultimo e fa così fallire l'intero tentativo di superare la problematica).
Questo non significa assolutamente che non si debbano prendere in considerazione tutti i fenomeni dell'anima; ma nessuno di essi dev'essere posto al centro dell'esame, al punto che tutto il resto possa esserne dedotto. È invece indispensabile considerare tutti i punti, e non in modo separato ma proprio nella loro connessione vitale.
L'uomo, invece di essere trattato come oggetto dell'analisi, è sollecitato a ‘rimettersi in sesto’. Bisogna che l'uomo si renda conto innanzitutto lui stesso che le situazioni conflittuali che l'oppongono agli altri sono solo conseguenze di situazioni conflittuali presenti nella sua anima, e che quindi deve sforzarsi di superare il proprio conflitto interiore per potersi così rivolgere ai suoi simili da uomo trasformato, pacificato, e allacciare con loro relazioni nuove, trasformate.
Indubbiamente, per sua natura, l'uomo cerca di eludere questa svolta decisiva che ferisce in profondità il suo rapporto abituale con il mondo: allora ribatte all'autore di questa ingiunzione - o alla propria anima, se è lei a intimargliela - che ogni conflitto implica due attori e che perciò, se si chiede a lui di risalire al proprio conflitto interiore, si deve pretendere altrettanto dal suo avversario.
Ma proprio in questo modo di vedere - in base al quale l'essere umano si considera solo come un individuo di fronte al quale stanno altri individui, e non come una persona autentica la cui trasformazione contribuisce alla trasformazione del mondo - proprio qui risiede l'errore fondamentale…
Cominciare da se stessi: ecco l'unica cosa che conta.
In questo preciso istante non mi devo occupare di altro al mondo che non sia questo inizio. Ogni altra presa di posizione mi distoglie da questo mio inizio, intacca la mia risolutezza nel metterlo in opera e finisce per far fallire completamente questa audace e vasta impresa.
Il punto di Archimede a partire dal quale posso da parte mia sollevare il mondo è la trasformazione di me stesso.
Se invece pongo due punti di appoggio uno qui nella mia anima e l'altro là, nell'anima del mio simile in conflitto con me, quell'unico punto sul quale mi si era aperta una prospettiva, mi sfugge immediatamente.
Martin Buber – Il cammino dell’uomo
Questa citazione dell’opera profonda di Buber, tra le altre cose, sembra mettere a nudo una debolezza dell’analogia frattale:
Questo non significa assolutamente che non si debbano prendere in considerazione tutti i fenomeni dell'anima; ma nessuno di essi dev'essere posto al centro dell'esame, al punto che tutto il resto possa esserne dedotto…
Lo prendo come un ulteriore spunto riflessivo al fine di non rimanere impaludato in concetti, comunque, tanto luminosi presenti in me stesso. Ricordiamo sempre che ogni deduzione è figlia del proprio ambiente e dipende dal punto prospettico da cui si osserva.
Le leggi che, sempre più numerose, si moltiplicano in maniera direttamente proporzionale alla densificazione vibratoria, possono essere 'agganciate' e possono veicolare verità che ad un livello superiore sono ricomprese in ‘concetti’ molto più coesi dal punto di vista della loro unità/separazione strutturata in un’unica fondamentale scala sinergica.
Ossia, se io intendo l’analogia frattale assumendo il mio attuale livello vibratorio e Buber lo fa dal proprio, non è detto che la verità sia unica ed inseparabile, bensì che esistono differenti livelli di verità che dipendono dal livello proprietario dell’osservazione.
Come a dire che ognuno di noi ha ‘ragione’ a prescindere da quello che possa voler dire in termini di linguaggio un simile termine.
Secondo me, la verità è vincolata al ‘tutto’ ed allo stesso tempo dipende da un particolare: il nostro livello di contemplazione.
Ecco perché la conflittualità tra individui è tanto accentuata nelle 3d. Nessuno ‘mente’ a nessuno. Semmai è la convergenza che fa fatica ad emergere alla luce del Sole, anche se esiste il movimento di convergenza. I conflitti sono illusori quanto reali…
Conoscere se stessi è la migliore medicina in tal senso per dirimere la matassa esistenziale. Una matassa che esiste come proiezione della nostra matassa interiore, che è diversa, esiste, non esiste, cambia, non cambia in funzione anche del riflesso esterno. Tutto è ricompreso in se stesso, nulla è mai davvero ‘nuovo’ eppure è rinnovato ogni volta dalla nostra opera alchemica esistenziale…
Il simbolo ‘carnivoro’ del maiale, del quale non si butta via niente’, rappresenta proprio questo ambito di globalità dell’esperienza esistenziale, nella quale ‘nulla è per caso’.