giovedì 5 maggio 2011

Angeli e Demoni: una Sol cosa.





Riusciamo a ‘concepire’ la sottile verità che ‘non siamo ancora liberi’? Si? No? Magari ci fossero risposte ‘secche’ di questo tipo. In realtà, la risposte più diffuse sono del tipo sfuggevole, come il non osservarsi di fronte ad uno specchio o come l’osservarsi in uno specchio che deforma ciò che riflette. Ecco alcune tipologie di risposte tipiche:
  • ancora con questa storia? 
  • e dai, cerca di crescere. 
  • ma per favore, pensa a lavorare. 
  • si vive una volta sola, goditela.
Mi chiedo: ma sono risposte, queste? Non sembra, invece, un modo nemmeno ‘elegante’ di sgattaiolare via dal nocciolo di una questione? Questione che può sembrare banale o paranoica, ma che per la Natura dell’argomento evocato, meriterebbe ben altro peso specifico e attenzione. Perché non succede?

Perché questo ‘nostro’ Mondo è troppo ‘rumoroso’. 

Nel concetto di 'rumore' occorre inserire ‘tutto’, persino lo stress che proviamo nel cambiare il pannolino al ‘pupo’. In ogni occasione che la Vita conduce sulle nostre rive, c’è del ‘rumore di fondo’ che non ci permette di ‘sentire’ quel qualcosa d’altro che, in una situazione ideale, ispirerebbe secondo una prospettiva perlomeno differente da quella usuale da cui ci siamo abituati a ‘scrutare il panorama osservato ed osservabile’

Il ‘rumore’ lo troviamo in ogni ambito dell’esistenza; ad esempio, nelle modalità di 'partecipazione' alla Borsa. Che cosa c’entra la Borsa? Beh, la Borsa è quell’aspirapolvere autorizzato dall’Antisistema, cioè dal ‘noi inconscio’, che preleva i nostri soldi e li distribuisce nei gangli delle infrastrutture del modello di ristrettezza apparente. Perché in Borsa oltre il 95% delle individualità perde denaro? Perché c’è troppo rumore di fondo. 

L’analisi tecnica o ogni altra possibile via percorribile è rumore di fondo. Confonde e divide. Non permette di focalizzare sul 'da farsi' in maniera convergente. Provvede, anzi, a disperdere le nostre facoltà maggiori attraverso un diabolico incontro di domanda e offerta virtuale atta a ‘dribblare’ il nostro intento.

Quale intento? Fare soldi. Fare tanti soldi. 

Ecco, questo è il punto focale: il rumore di fondo ci avvolge e ci seduce secondo le nostre debolezze sociali. L’ingordigia e l’avidità vengono promosse all’istante e salgono in cattedra. Se qualcuno ci proponesse l’opportunità di guadagnare 50 euro al giorno, in maniera sicura in Borsa, la maggior parte di noi rifiuterebbe. Perché? Perché è troppo poco! 

È questa la triste verità: non vedere oltre al proprio naso. 

Non comprendere un potenziale a causa del rumore di fondo da cui siamo avvolti e dell’ignoranza in cui ci siamo lasciati andare, come in un pozzo verticale senza appigli. Joe Ross e Larry Williams ci insegnano un’altra realtà, ad esempio: quale? L’accontentarsi. L’accontentarsi intelligentemente. Cercando e trovando delle ‘strozzature’ da sfruttare abilmente. È come attendere il ‘nemico’ sfruttando sagacemente il territorio conosciuto. Cosa vi ricorda questa tattica? Le forme di resistenza partigiane. Le più difficili da stanare e vincere per gli eserciti invasori. 

Cosa è da sempre successo in Afghanistan a quegli eserciti che hanno tentato di 'piallarlo'? Che hanno ottenuto delle grandi perdite di tempo, perché quel territorio è troppo vario e frastagliato per essere interamente e definitivamente occupato. E le persone che lo abitano sono troppo scaltre e attente per essere scalzate via. La loro conoscenza del territorio è l’arma più grande a loro disposizione. Conoscenza, scaltrezza e attenzione…

Ecco cosa serve in Borsa. 

Che altro? Umiltà, senso della misura e, la cosa più importante: disciplina. La disciplina prevede la conoscenza di se stessi. La consapevolezza di sapere in quale ambito ci si muove e da quale ambito ci si muove. Le nostre potenzialità riflesse in ogni momento tramite l’azione pianificata. Azione pianificata che nasce dall’intuizione di un momento senza rumore di fondo. Intuizione che genera un piano preciso e dettagliato, lucido, consapevole del ‘territorio’ in cui si è calati. La consapevolezza non si ferma, tuttavia, solo a questo aspetto, ma continua secondo una spirale di continuità dinamica, giorno dopo giorno. Questa modalità della manifestazione dell’essere/avere comporta l’estraneazione dell’individuo dalla massa pulsante e rotolante della Paura di perdere o di vincere

È solo con la continuità che riusciamo a creare nuove sinapsi, a cancellare le vecchie e a non cadere oltremodo nelle vecchie abitudini destrutturanti a cui il nostro Avversario inevitabilmente tenta di ricondurci.

In Borsa il pericolo numero uno è rappresentato da quello che noi stessi possiamo combinare a noi stessi. Potrei scrivere libri su questo argomento...

Ok? Ecco un altro ambito in cui le entità parassite svolgono al meglio il loro ‘dovere’. Se smettiamo di pensare ad esse come a dei nemici e iniziamo a percepirle come una parte della nostra genetica, allora inizieremo anche a cogliere il ‘senso’ della loro presenza. Mi rendo conto che questo discorso è ancora troppo avanzato per il punto di focus medio e medio/alto della massa. Infatti si è, mediamente, fermi ancora al fatto di non riconoscere nemmeno che esiste l’Avversario

Le varie branche del ‘sapere pragmatico’ umano lo hanno solo percepito, ipotizzato, dedotto, ma quasi mai identificato come un qualcosa di reale e giammai raffigurato come corrispondente ad una parte di noi. La figura dell’Ego e quella di Lucifero hanno qualcosa in comune? Di che cosa sta parlano un Prete quando si riferisce alla pratica dell’esorcismo? Di che cosa narrano, tra le righe, tutte le forme di tradizione religiosa, antiche e moderne? Da chi era stato tentato Gesù, più e più volte? A chi corrisponde quella strana voce che ci incita quotidianamente a ri-cadere regolarmente negli usi a abusi relativi al perpetuarsi dei cosiddetti ‘vizi’? 

Chi ci sussurra di fumare sempre quell’ultima sigaretta?

L’elenco è lunghissimo e la domanda da porsi è: c’è una parte di me molto strana, una parte di cui non ho mai fatto parola con nessuno. Perché?
Tutti noi lo percepiamo sottilmente. Capiamo inconsciamente che ‘non siamo soli’ dentro di noi. Ma evitiamo di guardare, perché quello che potremmo osservare, nemmeno tanto in profondità, ci spaventa. Abbiamo paura. E questa paura inconscia è un livello di alimentazione della paura stessa. un circolo vizioso per noi e virtuoso per il nostro Avversario.

Ricordate? Siamo chiusi in una stanza senza finestre e senza porta, da cui è stata estratta la causa prima del nostro inserimento in quel luogo. Per cui non abbiamo nemmeno la percezione del ‘perché’ ci troviamo lì. A quel punto costruiamo un ecosistema adatto a sopravvivere. Da un punto, nel soffito, entra un fascio di luce e iniziamo a ringraziare quel ‘punto’…  per rischiarare l’ambiente. 

Un ‘buco’ viene scambiato per un Dio…

La causa prima è l’Osservatore che, 'esternamente', osserva. Non facciamoci confondere dalla terminologia usata, dal linguaggio a nostra disposizione, perché il termine ‘esterno’ non è da intendersi nell’usuale modalità inscritta nei nostri circuiti logici, ma in un modo quantico e ben più adatto ad evidenziare una realtà multidimensionale in cui siamo ‘immersi’:
  • esterno corrisponde ad interno, nella fisicità 
  • interno corrisponde ad esterno, nell’essenza.
A cascata, dai nostri corpi sottili superiori, deriva un flusso di informazioni codificate nell’energia che si condensa sino a divenire fisica e… concreta. È come atterrare sulla Luna con un modulo spaziale per toccarla concretamente. È solo con un corpo fisico sensibile che possiamo vivere questa esperienza. Non certo con altri veicoli energetici che hanno funzionalità diverse, come quelle di ‘trasporto’, ad esempio. 

Avere ‘dentro ‘qualcosa significa essere controllati dall’esterno. È un concetto... wireless.

Chiaro? È un concetto astratto che prevede la consapevolezza del ‘come si è’ fatti oltre all’apparenza. Ora, prendiamo un reality qualunque; coloro che si prestano a vivere insieme e chiusi dentro ad uno scenario per un certo tempo, dopo qualche step, iniziano a dimenticare che è un ‘gioco’, ossia dimenticano che ci sono le telecamere che riprendono ed un pubblico che osserva. È solo una questione di tempo ed è una legge di adattamento della Mente.

Pensiamo di estendere questo concetto su più vasta scala: all’umanità intera. 

I partecipanti al reality sono veicolati dal di dentro, dalle leggi di adattamento biologiche naturali, ma controllati dall’esterno. Da chi? Dalla Regia, dall’intenzione di avere concepito la trasmissione, dall’audience, dalla capacità ultima di tecnologia e potere di coloro che hanno intessuto non solo la trama del reality ma la trama stessa di tutto quello che si estende oltre al reality, sino a coinvolgere tutta la gente che osserva e via in divenire. È un fenomeno globale che s’emana biunivocamente da noi a loro, da loro a noi, da me a te, da te a me, etc.

Che senso ha? 

Fare esperienza sulla via del ‘Conosci te stesso’…

Ora, dovete capire, che per l’umanità esiste una via di ‘passaggio’ che consente di attraversare, trascendere, questa esperienza, ma dovete assumere un atteggiamento creativo, non una postura di resistenza. Questo è quanto ‘loro’ si aspetterebbero da voi, sulla base dei vostri modelli di esperienza del passato. Vi posso garantire che la vostra storia è stata analizzata e studiata a tale punto da menti e modelli computerizzati, che la loro conoscenza di voialtri raggiunge livelli che non vi potreste nemmeno immaginare. 

Ogni scenario reazionario è stato sezionato a livello cellulare e sono state pianificate azioni restrittive atte a bloccare qualunque di questi possibili scenari

Oggi siete di fronte alla vostra possibile estinzione a meno che non facciate un salto cosmico che vi porti ad un livello di immaginazione creativa che annullerebbe completamente i loro progetti… Come farete? Come può esserci un cambiamento, nel mezzo di una simile scarsità di conoscenza di chi e di cosa siete?... 

Siete talmente incantati che i movimenti di supporto ai trucchi non sono neanche più nascosti. Procedono tutto intorno al Mago sul palcoscenico ma ancora non ne vedete neanche uno. Come è possibile? Ipnotizzando la mente cosciente! Per fortuna c’è un’altra parte della mente che va oltre questo pensare cosciente. I vostri psicologi la chiamano mente subconscia. L'hanno dipinta come qualcosa che tiene in ostaggio la vostra percezione della Vita perché è piena di esperienze buie ed orribili perpetrate su di voi da ben intenzionati ma abusivi genitori. Di conseguenza la temi e ne blocchi la partecipazione nella tua esperienza di Vita… Ah, l’Ego, il Diavolo della tua esistenza, o così ti hanno fatto credere…
Da ‘Guida pratica per il nuovo paradigma’ -  George Green.

A questo punto devo citare una fonte meravigliosa che ho scoperto in maniera sincronica qualche giorno or sono. Ciò che mi aveva indotto a scoprire il concetto di Volador, poco prima della metà di aprile 2011, e che come un fiume aveva iniziato a scorrere ed a ‘scavare’ dentro di me, in termini di consapevolezza, ebbene l’ho pienamente riscontrato nel profondo ed interessante lavoro riscontrato sul sito http://losfidante.marenectaris.net/

A cosa mi sto riferendo? Alla stesura derivante da un’ampia elaborazione interiore che ha condotto delle persone alla creazione di un film inerente proprio quella forma esistenziale parassita che ha dato il nome alla produzione in questione: lo Sfidante. Chi sta usando la tua mente?

È un film che dura oltre tre ore e mezzo, ma che vale veramente la pena di ‘vedere’. Porgo i miei più vivi complimenti e il mio più sentito grazie, a queste anime illuminate che hanno trovato la forza di mettere insieme quello che sentivano e di condividerlo con tutti i ‘risonanti’ in circolazione. L’ho veduto per intero e sono rimasto davvero allibito dalla precisione con la quale i miei articoli, il mio sentire, e quel film si sovrapponevano alla perfezione, come se un’unica fonte ispirativa avesse coordinato azioni e modalità diverse ma convergenti

Ogni essere umano che appare in vita sul nostro meraviglioso pianeta Terra ha diritto ad una vita piena, felice, intensa, che gli permetta di esprimersi nella sua unicità irripetibile, che gli porti il dono della Saggezza, e che gli permetta di contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni di vita dell'intera comunità umana.
Questo diritto, questo naturale retaggio ad una vita maestosa, gli è stato offuscato.

Ma da che cosa?

Che cosa si frappone tra noi e la vita che desideriamo, i sogni che vogliamo realizzare, la pace che desideriamo raggiungere? Siamo stati condizionati a credere che qualcosa di esterno a noi stessi sia la causa della nostra infelicità, ma non è così. Qualcosa che agisce dentro di noi scatena al di fuori quell'inferno dal quale vogliamo fuggire, ma di cui non riusciamo a privarci. Qualcosa di cui spesso non conosciamo nemmeno l'esistenza, perchè nessuno ci ha mai spiegato dove guardare; tranne, naturalmente, tutte le tradizioni di ricerca interiore che hanno un fondamento nella Verità, perchè tutte, senza alcuna eccezione, indicano da sempre l'esatto punto dove guardare e l'esatto modo di liberarsi.

Un insieme di Forze agiscono su ogni essere umano al fine di depotenziarlo e renderlo timoroso, debole, dubbioso, attaccato emozionalmente ad abitudini dannose, e portato ad indugiare invece che ad agire. Questo insieme di Forze è sostenuto dalla nostra non conoscenza dei mezzi che esse usano per depotenziarci, ma può essere inattivato per consentire finalmente alla Consapevolezza che alberga in noi di dispiegarsi verso ciò che è realmente.

Questo insieme di Forze è ciò che in questo film documentario identifichiamo con Lo Sfidante. Un termine di comodo, un segnale indicatore. Verso una realtà che è giunto il momento di svelare e diffondere.
Nel film, vedremo in che modo Lo Sfidante ci depotenzia, quali sono i mezzi che utilizza per farlo, e una possibile via di azione che ci porti a liberarci dalla sua nefasta interazione con noi. 
Vivamente consigliato per tutti coloro che ‘percepiscono sottilmente di non essere liberi’. Ricordo che la libertà a cui ‘siamo sottoposti’ è una mera illusione. Ognuno di noi ha il diritto anche di adattarsi ad un simile scenario, ma solo perché ignora quello che si perde

È una questione di percezione del nostro vero potenziale.

Non la si può insegnare ma solo caldamente incoraggiare. Leggiamo, ad esempio, la parte iniziale e finale dell’articolo 21 della Costituzione Italiana:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censureSono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Mi sbaglio o c’è qualcosa che ‘non va’, leggendo tra le righe di queste poche righe? È un mio sentire, ovviamente. Lo stesso ‘sentire’ che mi tiene lontano da ogni forma di Sacra Scrittura o di Codice Scritto dall’uomo. Perché? 

Perché il rischio è di instaurare una pericolosa abitudine: quella della ‘dipendenza’. 

Ricordo molto bene le parole di un Parroco illuminato che disse: agli uomini non serve nessuna legge, tuttavia se gli uomini sono ancora ‘immaturi’ allora occorre qualcosa che li sappia 'contenere', ma solo sino al giorno che saranno pronti per farne a meno, perché loro Natura è di essere liberi.

Ecco. Si recita che ‘la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’ e poi ‘sono vietate le pubblicazioni a stampa che…’. Lo so, si tratta di una eccezione alla ‘regola scritta’, è l’eccezione che conferma la regola. Però, mi chiedo, come è quantificabile il ‘buon costume’? Che cosa è? Da cosa dipende? Chi lo decide? E perché? 

Guardando la televisione, è subito chiaro come si sia ‘mosso’, il buon costume, dagli anni 50 ai giorni nostri. Dallo scandalo per la visione di una caviglia scoperta siamo passati alla routine del sesso introdotto in ogni forma di pubblicità, o altro, trasmessa in orario di cena, quando la famiglia è interamente riunita, ad esempio. Allo stesso modo, mi rendo conto che ognuno di noi è diventato un Giudice per ogni altro suo simile, ed è facile essere etichettati come dei ‘bacchettoni’ se si fa notare una contraddizione simile

L’Antisistema non ha più necessità di controllare, perché ciò che si è ‘formato’, sotto la sua egida,  ci pensa da sé ad autocontrollarsi, ormai.

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’. Vero, però il potere di raggiungere la massa, attraverso i Media nazionali, non è permesso se non si è Giornalisti appartenenti all’Albo inerente e, dunque, se si accetta un corpus operandi imposto

Rimane la possibilità di scrivere in maniera indipendente, è vero, però sino a che ‘non si diventa pericolosi’… Wikileaks docet.

Vedete, non è questa la ‘via’ da percorrere, perché è tutto vero e tutto falso allo stesso tempo. Questo scenario lo troviamo praticamente in ogni ambito dello scibile. Siamo divisi in tutto e per tutto. Ma questa divisione è illusoria

Vedete? Non se ne esce. 

Cosa significa frattalmente questo ‘fenomeno’ globale? Che la causa dell’incomprensione ci sfugge. Perché? Perché è ‘esterna’ pur essendo ‘interna’. È collocata al di fuori dell’area della percezione limitata dai 5 sensi. 

La Verità descritta dall’analogia frattale è insopprimibile dall’Antisistema o dallo Sfidante.

Rimane centrale la questione relativa alla padronanza di Sé, a quel ‘silenzio interiore', così ben espresso nel film documentario sopracitato, a cui dobbiamo incessantemente aspirare e lavorare, se abbiamo intenzione veramente di trasmutare la ‘resistenza’ ed abbracciare il ‘senso’ di tutto quello che ci circonda dentro e fuori della nostra proiezione animica.

Che cosa è l’analogia frattale? Ecco un esempio ben ‘scolpito’:

In futuro gli hard disk non si saranno più! E forse nemmeno i PC; almeno per come siamo abituati ad immaginarli. Come si farà ad archiviare file e ad eseguire programmi? Semplice! Utilizzando sistemi di ‘cloud computing’: server remoti che mettono a disposizione l’hardware (CPU, RAM, Hard disk…) e la tecnologia necessaria a virtualizzare le applicazioni.

Potremo così accedere a file e programmi da qualsiasi PC collegato ad Internet. I vantaggi? Immagina di trovarti in vacanza e di accorgerti all’improvvsio di dover accedere a un documento importante archiviato sul PC di casa… Tra i progetti più complessi di cloud computing c’è la virtualizzazione di interi sistemi operativi per dare la possibilità agli utenti di lavorare ovunque si trovino, in un ambiente a loro più ‘familiare’…
Da Win Magazine di maggio 2011
Quando si parla di ‘regioni’ energetiche intelligenti chiamate, ad esempio,  Akasha in ambito ’Spirituale’, cosa si intende? Proprio quello che abbiamo appena citato poco sopra. Un progetto a cui lavora l’uomo in maniera inconsciamente frattale coi disegni superiori, da cui egli stesso s’emana. Ogni individualità replica i meccanismi Celesti della Creazione. Dove per ‘individualità’ s’intende ogni forma di Vita sparsa a caratterizzare ogni ‘regno’ dell’esistenza. 

Basti osservare la trama descritta dalle radici di tutti gli alberi o il tessuto neuronale che contraddistingue un cervello. L’analogia frattale va oltre al concetto, autorizzato dall’Antisistema, di osservazione della replica a livello della forma, una evidenza molto affascinante ma che lascia il tempo che trova se non si procede oltre all’evidenza stessa.

Frattalmente: che cosa rappresenta un telecomando? Pensateci...

L’analogia frattale è molto più profonda ed esprime la trama del Creato, le sue Leggi, le sue Finalità. Non è semplice osservarla ad una certa ‘profondità’, ma l’evoluzione in corso, presto, permetterà anche una simile ri-lettura. 

Questo vero e proprio moto di Verità è stato descritto, tempo fa, da Ermete Trismegisto:

Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori.
 
La rete Hartmann e quella Curry che cosa sono? Cosa diceva Ighina a proposito del ‘ritmo’? Che cosa rappresenta l'Agente Smith? Che cosa adora da sempre l’umanità: il Sole.

Quel ‘buco’ che scambiamo per un Dio.

Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all'ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con 'gli occhi rovinati'

Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento ed, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.

Ombra e luce si confondono, ma solo agli occhi di chi non ha mai visto la vera luce.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

mercoledì 4 maggio 2011

Risvegliarsi alla/con la Noosfera.





Rabbia, paura, violenza: sono loro il lato oscuro. Veloci ti raggiungono quando combatti. Se anche una sola volta il sentiero oscuro intraprendi, per sempre esso dominerà il tuo destino. Consumerà te come consumò l'apprendista di Obi-Wan.
Yoda

La concezione delle ‘cose’, dal punto di vista umano, è una questione di prospettiva. Il vedere da un ‘punto diverso' la trama della Creazione, arricchisce lo scenario stesso al quale si ‘accede’. È come aggiungere un ingrediente segreto, un tocco magico alla ricetta dell’Universo. Per questo motivo si dice che l’umanità è in grado di co-creare la realtà manifesta di cui essa stessa è viva parte. 

L’osservatore riflesso nell’osservato.

Gli Human Bit sparsi in Terra contribuiscono a verificare l’equazione del Creatore e contemporaneamente innalzano il proprio grado di evoluzione e di iniziazione. Nel reame del Tempo sequenziale tridimensionale, il percorso appare lungo e ricolmo di difficoltà. La discesa vibrazionale, dovuta all’immersione nella densità energetica, comporta il ‘rischio calcolato’ della dimenticanza. Dimenticare per poi ricordare, smarrirsi per poi ritrovarsi. In questo orizzonte ciclico è racchiusa l’analogia con quelle qualità che occorre sviluppare, coltivare, autoeducare al fine di onorare l’impegno preso responsabilmente, prima della nostra ‘partenza da casa’: conoscere se stessi

La conoscenza del proprio Sé è un fulcro della padronanza della propria energia divina di co-creazione. Tutto ciò che ‘emerge’ vivendo in Terra è, alfine, opportuno. Vivere tutto questo ‘tutto’ in maniera distaccata ma presente è una qualità necessaria sulla via che si è volontariamente deciso di percorrere. Quale è la Missione a noi assegnata?

Agire in conseguenza del 'sentire' in modo equilibrato e illuminato, secondo ciò che abbiamo imparato e non ricordato: con viva responsabilità e qualità dell’intenzione. Oltre ad ogni interferenza, giudizio, separazione, illusione, credo, abitudine o sensienza. In quella luce che non manca mai, appellata Amore Incondizionato… Luce di ‘Casa’ o Luce ‘Centrale’…

La struttura dell’universo è segmentata in sette superuniversi ciascuno dei quali ruota intorno ad un universo centrale. L’universo centrale è la dimora materiale della Sorgente Primaria. Poche persone comprendono che, al fine di governare l’universo materiale, il Creatore Primario deve abitare la materialità ed operare nell’universo materiale. L’universo centrale è la sua dimora materiale ed è eterno. E’ circondato da corpi di gravità oscura che lo rendono essenzialmente invisibile anche a quelle galassie che si trovano nelle più immediate vicinanze della sua periferia che, per inciso, ospitano la Razza Centrale.
 
L’universo centrale è immobile ed eterno, mentre i sette superuniversi sono creazioni di tempo e ruotano intorno all’universo centrale in senso anti-orario. Intorno a questi sette super-universi c’è lo spazio 'esterno' o periferico, che consiste di elementi fondamentali non-fisici di materia non-barionica o anti-materia, che ruota intorno ai sette superuniversi in senso orario. Questo immenso spazio esterno è la camera di espansione in cui si espandono i superuniversi. L’universo conosciuto che i nostri astronomi osservano sono per lo più un piccolo frammento del nostro superuniverso e lo spazio di espansione agli estremi limiti della sua periferia.
 
Ai margini dell’universo centrale risiede la Razza Centrale, che contiene la matrice originale del DNA umano della creazione. Ad ogni modo, è una razza talmente antica da apparire a noi come Dei, quando invece essi rappresentano i nostri futuri sé. Tempo e spazio sono le sole variabili di distinzione. La Razza Centrale è conosciuta alla nostra razza più antica come gli dei creatori che hanno sviluppato la matrice originaria della specie umana e poi, operando unitamente con i Veicoli dell’Anima, hanno seminato le galassie man mano che gli universi si espandevano. Ciascuno dei sette superuniversi ha un distinto proposito e una sua specifica relazione con l’universo centrale tramite la Razza Centrale in base al modo in cui la Razza Centrale ha sperimentato il DNA per ottenere incarnazioni fisiche compatibili come veicoli dell’anima.
Estratto da: Passaggi Segreti (Camera 3) - Wingmakers

L’umanità non è lasciata da sola nel compiere questo ‘viaggio’ come, del resto l’umanità non è la sola a compiere questo ‘viaggio’. Le entità che si occupano della nostra ‘assistenza’ fuoriescono direttamente dall’emissione Creativa ad opera della manifestazione centrale. Il Creatore è anch’esso in evoluzione, per cui ognuno di noi è in evoluzione e per questo motivo ‘tutto’ concorda a permettere l’evoluzione stessa. Cosa si intende per ‘evoluzione’? 
 
Verificare una equazione ideale.

Un errore concettuale comune può essere il considerare l'evoluzione un processo di 'miglioramento' delle specie o di semplice aumento della complessità degli organismi o ancora più semplicemente nella capacità di 'uscire vincente' dal processo di selezione naturale. Ciò che in realtà mutazione e selezione producono è adattamento all'habitat e quindi, in tal senso, può comportare anche 'perdita' di caratteri e di funzionalità e una semplificazione. L'insieme delle condizioni ambientali e delle relazioni con le altre specie sussistenti ad un dato momento costituisce l'habitat ed esso è, al contempo, una fonte di selezione e il terreno in cui si esplicano gli adattamenti in essere. 

Un troppo rapido cambiamento delle medesime condizioni, quindi, può giungere a causare l'estinzione di popolazioni evolute nel senso di una forte specializzazione.
Da Wikipedia 
 
Verificare una equazione ideale.

Questa ‘verifica’ può avvenire solo nella densità della materia, ma a ‘ritroso’ corregge e sviluppa nuovi modelli sempre da sperimentare. È più facile comprendere questo fenomeno osservando quello che, ad immagine e somiglianza, sta effettuando l’umanità in ambito tecnologico, oppure nell’ambito più generico della progettazione e sperimentazione. Si intuisce, si pensa, si progetta, si crea, si esperimenta. Ma tutto questo ‘fluire’ non avrebbe senso senza un - perché? Ossia, cosa c’è da 'affrontare'? Perché progettiamo quel qualcosa? 

Certamente per affrontare un ‘problema’, una ‘resistenza’…

Senza questa ‘resistenza’ non avremmo avuto quel ‘valore aggiunto’ da estrarre dal nostro processo superiore. Pensiamoci bene. Ora, alla luce di questa evidenza, come possiamo inquadrare ogni 'avversità'? 

La separazione tra il bene ed il male è un’altra illusione.

La differenza risiede interamente nella viva partecipazione al fenomeno in questione. Vivere la ‘scure’ della separazione è cosa estremamente ‘vera’ e foriera di un forte coinvolgimento. Il ‘gioco’ è certamente serio, perché non si tratta di un gioco pur rimanendo, egli stesso, circoscritto nell’ambito di una ‘rappresentazione progettuale’ immanente (ossia ciò che risiede nell’essere, ha in sé il proprio principio e fine e, facendo parte dell’essenza di un soggetto, non può avere un'esistenza da questo separata - da Wikipedia) e trascendente (indica in filosofia e teologia il carattere di una realtà concepita come ulteriore, "al di là" rispetto a questo mondo, al quale pertanto si contrappone secondo una visione dualistica - da Wikipedia) ‘dentro’  e contemporaneamente ‘al di là’, come solidi di geometria sacra che ruotano in una sfera e ‘dialogano’ con l’energia del tutto.

La separazione era necessaria. Il nostro ‘Avversario’ anche. 

I ‘parassiti’ costituiscono una classificazione temporanea conferita loro da un punto di vista ancora immaturo: il nostro. Espresso, ad esempio, dalla caccia ai virus che la medicina allopatica conduce sistematicamente in ogni ‘occasione’ di malattia. Si confonde la causa con la conseguenza. La cosa meravigliosa che succede, scrivendo questo da parte mia, è che mi separo nella condizione del giudicare la medicina allopatica. L’imperfezione ci è amica. Da questo ‘motivo’ comprendo che non si tratta di imperfezione ma, bensì, di ‘perfezione itinerante’: la perfezione perfezionabile ma pur sempre perfetta per l’attimo di presente che viviamo con attenzione

Da questa prospettiva il giudizio viene meno, in quanto fagocitato dalla presenza del momento vissuto con tutta la propria imperfetta, ma opportuna, realizzazione del sé. 

Se le ‘cose’ potessero avverarsi all’istante, faremmo a meno di… soffrire? Penso di sì. O forse, no? Nella biodiversità e numericità umana, mai dire mai. Siamo mutevoli e capaci di tutto. Esistono infinite gradazioni della percezione esistenziale riconvertite nella massima popolare che afferma ‘della palla che è rotonda’. Tutto può accadere. Tutto può colorare questo Scenario 3d.
  
Ma, allora, cosa deve succedere per ‘tirare una somma’? 

Possiamo andare avanti per sempre a sperimentare ogni ‘pertugio’? No. Non mi sembra proprio il caso. Viviamo diverse fasi del processo naturale evolutivo. Viviamo nelle fughe e nelle attese, negli slanci e nei vuoti, nella forza e nella debolezza, nei trend e nei consolidamenti… è naturale. Occorre comprenderlo in maniera sensibile, perché ognuno di noi vorrebbe sempre di più, come il profitto atteso sempre in crescita dalle Multinazionali o l’illusione del Pil di uno Stato. Non è possibile perché sarebbe sovrumano, magico, non adatto alla sperimentazione tridimensionale, persino non opportuno.

Per questo abbiamo compreso l’esistenza dei ‘cicli’. In questa maniera si sono resi palesi. Non bastava osservare le fasi lunari o l’alternanza del giorno con la notte o il nostro umore. No, dovevamo saggiare con mano la ruvida presenza dei cicli. Come? Subendoli.

Ad esempio, il ciclo economico è sempre percepito da tutti e quasi sempre vissuto con consapevolezza limitata nella sua apparente drammaticità legata alle fasi di ‘debolezza’. Non si tiene conto che ‘non c’è crescita vera senza un vero consolidamento’. Il grafico del Dow Jones cresce da 100 anni, ossia è sempre cresciuto: è possibile una cosa di questo tipo? È sostenibile? Diminuendo la scala temporale, possiamo osservare che questa crescita continua a livello secolare, è stata inframmezzata da crisi violente e quasi sistemiche, poi ‘superate’. Vivere in quegli ‘attimi’ avrebbe comportato anche prendere in considerazione atti estremi

Vivere le fasi di grande crescita avrebbe instaurato in noi altri tipi di ‘tentazioni’. Vivere entrambe le fasi cicliche corrisponde al saggiare le estremità della scala emozionale e tentare di sviluppare la padronanza del proprio Sé. Le entità che si occupano della nostra ‘assistenza’ lavorano alacremente per permettere l’instaurarsi spontaneo di questa padronanza. Che cosa si intende con questo termine?

La condizione di chi è padrone.

Padrone di chi? Ovviamente di se stesso.

Perdonate la lunghezza della prossima citazione, ma è opportuna al fine di rendersi conto del fatto che esistono Mondi di cui non abbiamo sentore, ma che sono molto più 'vicini' a noi dell’anello che portiamo al dito:    

Poi, dopo l’evoluzione dell’antica Luna durante la quale ad opera degli spiriti del movimento è stato posto il germe del corpo astrale, è toccato agli spiriti della forma di dare sulla nostra terra all’uomo l’io, affinché distinguendosi dal proprio ambiente, l’uomo potesse in certo modo diventare un essere autonomo. Ma se anche, grazie agli spiriti della forma, l’uomo fosse diventato un essere autonomo nei confronti del mondo esterno, nei confronti di quanto lo circonda sulla terra, mai ad opera degli spiriti della forma egli sarebbe diventato un essere autonomo nei confronti di quegli spiriti stessi; egli sarebbe rimasto dipendente da loro, sarebbe stato guidato e diretto totalmente da loro. E che ciò non sia avvenuto, è dovuto all’azione, in certo senso perfino benefica, delle entità luciferiche che nell’epoca lemurica si sono contrapposte agli spiriti della forma

Queste entità luciferiche hanno dato all’uomo la speranza della libertà; d’altra parte gli hanno anche dato la possibilità del male, la possibilità di cadere nelle passioni e nelle brame sensuali. E a che cosa in sostanza si sono appigliati gli spiriti luciferici? Si sono appiglianti a ciò che c’era già e precisamente a ciò che per ultima era stato dato all’uomo, al corpo astrale che era allora in un certo senso l’elemento più interiore dell’uomo. Lì essi si sono stabiliti, del corpo astrale essi si sono impadroniti. Altrimenti, se cioè le entità luciferiche non fossero intervenute, del corpo astrale si sarebbero impadroniti soltanto gli spiriti della forma; e gli avrebbero impresso quelle forze che conferiscono all’uomo il volto umano, quelle forme che appunto avrebbero reso l’uomo immagine degli dei, immagine degli spiriti della forma. 

Tutto ciò si sarebbe attuato per l’uomo; ma l’uomo sarebbe rimasto dipendente dagli spiriti della forma durante tutta la vita e per tutta l’eternità. 

Le entità luciferiche, dunque, si sono per così dire insinuate nel corpo astrale; per cui da allora, in questo corpo, hanno agito due tipi di entità: quelle che spingono l’uomo in avanti, e quelle che invece ostacolano l’uomo nel suo incondizionato progresso e che hanno in compenso rinsaldato interiormente la sua indipendenza. Se le entità luciferiche non fossero intervenute, l’uomo, quanto al corpo astrale, sarebbe rimasto in condizione di innocenza e di purezza. In lui non sarebbe subentrata nessuna passionalità a fargli bramare ciò che solo sulla terra egli può trovare. Le entità luciferiche hanno reso per così dire più grossolane, più basse le passioni, gli istinti, le brame. Se le entità luciferiche non fossero intervenute, l’uomo sarebbe rimasto nella condizione di avere una continua nostalgia per la sua patria, per il regno spirituale da cui è disceso. Non avrebbe trovato piacere nelle cose che lo circondano sulla terra; gli sarebbe stato impossibile trovare un interesse per le impressioni che si ricevono in terra.
 
A questo interesse, a questa brama per le impressioni terrestri egli è pervenuto ad opera degli spiriti luciferici. Sono essi che lo hanno impigliato nella sfera terrestre pervadendo il suo elemento più interno, il corpo astrale. E come mai è accaduto che allora l’uomo non abbia del tutto abbandonato gli spiriti della forma o in genere i regni spirituali a lui superiori? Come mai è accaduto che l’uomo non sia totalmente caduto preda dei suoi interessi egoistici e delle sue brame? Ciò è accaduto perché gli spiriti che fanno progredire l’uomo hanno preso contro tutto ciò le loro misure; hanno cioè compenetrato l’entità umana di qualcosa che altrimenti in questa entità umana non ci sarebbe stato; l’hanno compenetrata di malattia, di dolori, di sofferenze.
 
Questo è stato il necessario contrappeso alle azioni degli spiriti luciferici

Gli spiriti luciferici hanno dato all’uomo le brame sensuali; ma contro ciò le entità superiori hanno adottato le loro contromisure: cosicché l’uomo non potè più soggiacere incondizionatamente all’influsso del mondo dei sensi, perché, come conseguenza delle brame e degli interessi per questo mondo, le entità superiori hanno dato origine alle malattie e al dolore; per cui oggi nel mondo ci sono altrettanti dolori e altrettante sofferenze quanti sono gli interessi rivolti meramente al mondo fisico, al mondo sensibile. Entrambe le cose si tengono assolutamente in equilibrio: non ne esiste nel mondo una più dell’altra; tante brame sensuali, tante passioni, altrettante malattie e sofferenze.
 
Questa fu, nell’epoca lemurica, l’azione contrapposta degli spiriti luciferici e degli spiriti della forma. Se gli spiriti luciferici non fossero intervenuti, l’uomo non sarebbe certo disceso così presto nella sfera terrestre. La sua passionalità, le sue brame per il mondo sensibile, hanno anche fatto sì che i suoi occhi si siano aperti prima del previsto e che egli abbia potuto vedere anticipatamente tutto l’ambito dell’esistenza sensibile…
Influssi Luciferici, Arimanici, Asurici - Rudolf Steiner

Trovo meravigliosa questa testimonianza che ci ha lasciato Steiner, più di 100 anni fa, quando il Dow Jones batteva le prime contrattazioni. Tutto ciò dimostra come questo piano degli eventi, l’Antisistema, sia esattamente ribaltato rispetto al pieno ideale a cui tutti aspiriamo nostalgicamente. 

Gli Spiriti del bene che introducono la ‘sofferenza’, e gli Spiriti del male che introducono lo spunto della ‘libertà’.

Se il nostro ‘sentire’ permane nella mancanza di consapevolezza e nella separazione del giudizio, ebbene, li vivremo a pieno: ed esisterà il bene ed il male scissi dentro di noi. E a noi spetterà il discernere tra di essi. È sempre tutto opportuno. Esiste nella corrente ‘filosofica’ di Steiner un grande approfondimento di  questa tematica ‘scabrosa’. Perché? Perché è un potente mezzo per aumentare la nostra consapevole scelta di vivere nel presente con altri ‘occhi’. Tutto è proteso a darci una mano, anche in maniere che ci sembrano irriguardose del vivere secondo una certa moralità acqusita, ma quasi sempre bivalente, spaccata in due, melliflua perché ancora in evoluzione o in-formazione

L’ambiente esterno ci riflette e ‘ci ha’, allo stesso tempo.

Siamo miscelati in lui e con lui, costituiamo una ‘pasta’ unica. È facile cadere in preda allo sconforto di un ‘momento’ per questa simultanea interattività. Lo dimostra Ugo Foscolo, ad esempio:

Del grande scrittore si sa che aveva un alto concetto di sé nonostante la condizione materiale e sociale relativamente modesta. Nel corso della sua vita fu sempre fedele ad alcuni ideali, come l'amore per la patria, la libertà, la bellezza femminile, l’amicizia,le virtù, la poesia,l'arte e l'eroismo. Questi valori in cui Foscolo credeva, erano ritenuti dagli illuministi idee vane ed irreali, pure 'illusioni', dando a questa parola il valore non di inganno ma di vera esigenza dello spirito… 

Non crede nell'immortalità dell'anima, ma nel cosiddetto nulla eterno.

Per gli illuministi quest'ideologia era causa delle loro serenità e liberazione dalle superstizioni delle religioni, Foscolo invece risente di un profondo turbamento perché non trova una ragione nell'esistenza dell'uomo. Definisce l'uomo prigioniero del mondo, dunque sarebbe meglio non nascere...
 
Foscolo aderì con convinzione alle teorie illuministiche di stampo materialistico e meccanicistico. Tali teorie, da una parte, contenevano elementi rasserenanti in quanto allontanavano le superstizioni, ma dall'altra determinarono in lui l'angoscia davanti al 'nulla eterno', all'oblio che avvolge l'uomo dopo la morte. Foscolo, infatti, si può definire ateo e razionalista, ma non areligioso. In lui il pessimismo e l'ansia di eternità si agitano dando un tono drammatico alla sua poesia e alla sua prosa.
 
Volendo recuperare alcuni valori spirituali non in contrasto totale con la ragione, egli non cerca di riavvicinarsi alla fede, come farà Manzoni, ma dà vita alla propria, personale 'religione delle illusioni', ossia i valori insopprimibili nell'uomo: la patria (l'Italia), l'amore, la poesia, la libertà, la bellezza, l'arte, il piacere della vita e le nobili imprese che rendono degni di essere ricordati, tramite il sepolcro, che da legame di affetto, simbolo di civiltà, esempio per i compatrioti, diventa suscitatore di poesia eternatrice.
Da Wikipedia 
  
La sua ‘Dottrina delle Illusioni’ veicola lo smarrimento, provato  da buona parte dell’umanità, ed il tentativo di ‘fare qualcosa’ per colmare quel vuoto che i ‘parassiti’ alimentano dentro di noi come ‘separazione’ da un Mondo perfetto e perduto, di cui si sente certo l’esistenza ma, allo stesso tempo, lo si colloca nelle anse del tempo, perduto per sempre. Nell’Arte della Poesia, Foscolo trova un surrogato di pace, ammantando la sua poetica di quel velo di sottile sofferenza. Foscolo rappresenta la crisi dell’umanità nel trend ultrasecolare della crescita evolutiva: una delle tante tappe forzate che occorrono per sedimentare e consolidare il cammino. 

Come incolpare il nostro ‘Avversario’ per un simile atto?

Una vera trasformazione è così ardua perché, come in ogni altro gioco, nel gioco della vita siamo costretti a confrontarci con un nemico che, incessantemente, fa di tutto per influenzare il nostro comportamento e metterci a soqquadro l'esistenza… Quello che davvero cerchiamo in un gioco è il rischio, la sfida... compresa l'eventualità della sconfitta. Ciò che lo rende avvincente è la sua capacità di metterci alla prova.

Il concetto di sconfitta è ciò che dà forma e senso a quello di vittoria.

A prescindere dal nome che gli si voglia dare, gli antichi cabalisti affermavano che l'Avversario era reale. Molto reale. Sebbene non riusciate a vederlo con i vostri occhi, è reale quanto gli invisibili atomi che sono nell'aria ed è altrettanto ubiquo e potente dell'invisibile forza di gravita. Il suo vero nome - come ci hanno rivelato gli antichi saggi cabalisti - è il termine suh-tàhn, con l'accento sulla seconda sillaba, si traduce con ‘Satana’.
 
Satana non è il demonio rosso, munito di corna e armato di un terribile forcone. Queste superstizioni non hanno fatto altro che celare ancora meglio il suo vero scopo e la sua identità. Quel nome è una parola in codice per indicare il comportamento reattivo - indotto dall'ego - e lui è il più potente di tutti i maghi.
   
Secondo la Kabbalah il nostro Avversario è un vero asso della magia

La sua abilità nel trarci in inganno è perfettamente sintetizzata in una frase tratta da I soliti sospetti, l'intelligente film sceneggiato da Cristopher McQuarrie:

La beffa più grande che il diavolo ha fatto al mondo è fare credere a tutti che lui non esiste.
Il potere della Kabbalah. Una tecnologia per l’Anima - Yehuda Berg 

Ricordiamolo sempre: è tutto invertito in questo piano della manifestazione esperienziale. Il detto ‘l’abito non fa il Monaco’ ce lo rammenta con esatta prospettiva. Cosa significa ciò? Che non dobbiamo più fidarci della nostra ombra? Giammai. Significa che dobbiamo osservare con estrema presenza e senza paura, perché siamo protetti dalla nostra origine, pur stanziando nell'ombra del nostro Avversario. 

Di fronte ad un individuo centrato e consapevole, l’entità che si nutre di noi, non può fare altro che arretrare e andarsene, sperando addirittura che la nostra luce lo aiuti nel proprio cammino, perché ogni essenza è in un cammino analogo al nostro. Tutto è in evoluzione secondo lo Spirito del Creatore

Nella religione dei Jedi il Lato Oscuro è la componente malvagia della Forza, utilizzata dai Sith e dai Jedi Oscuri.
 
Il Lato Oscuro della Forza è composto dalla rabbia e dall'odio causati dalla sofferenza. Un buono Jedi non dovrebbe mai essere sopraffatto dalla rabbia e quindi dovrebbe rimanere 'puro' da non divenire un praticante del Lato Oscuro. Chi non riesce a sopportare il dolore e si fa trascinare dall'ira, intraprende (anche indirettamente o inconsapevolmente) la strada che porta al Lato Oscuro della forza. Una sete insaziabile di vendetta e di potere sono i bisogni primari di un praticante del Lato Oscuro, ed i Sith sono i maestri che praticano quest'antica arte.
 
Una definizione ci viene fornita dal maestro Yoda nell'Episodio VI: 'Paura, odio, ansia e vendetta sono tutti sentimenti che portano al Lato Oscuro, Luke.' e nell'Episodio I: 'La paura porta alla rabbia, la rabbia porta all'odio, l'odio porta alla sofferenza. La paura è la via per il Lato Oscuro'.
 
Il Lato Oscuro può essere studiato a patto di non dare eccessivamente peso ai propri sentimenti e a non farsi trasportare, poiché si verrebbe consumati da esso.
Da Wikipedia 
 
Il lato oscuro è la componente malvagia della Forza. È una 'componente': bellissima immagine. Una componente del Tutto… Inquadrata in questo ambito, la malvagità è assoggettabile alla inconsapevole presenza della nostra parte più concreta che ‘subisce’ il corso degli eventi e identifica, in maniera paradossale, una crescita difficilmente percepibile immediatamente,  in quanto ammantata del tempo che 'ci contraddistingue'.

Forse, ci accorgeremo del valore di un atto ‘incomprensibile’, più ‘tardi’, nel corso dell’età fisica, allorquando i nostri centri osservatori avranno perso un po’ di quella vigoria fisica che appanna il proseguire lungo la via del ‘Conosci te stesso’. Si parla di ‘saggezza’ che, quasi sempre, giunge con l’età, con il trascorrere del fiume della Vita. E con la saggezza giunge anche il perdono, la comprensione e la lungimiranza

La forza fisica viene meno e lascia il posto a qualcosa d’altro… la nostra origine.

Per superare il nostro ‘Avversario’ occorre sviluppare la sua conoscenza e, di conseguenza, quell’autodisciplina consapevole che lo condurrà a ritenere che la sua missione, in noi, è terminata

È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve fare!

È molto indicativo che, in generale, dal Mondo Orientale giunga a noi l’evidenza che, questa sfida, sia stata da tempo compresa ed affrontata. Perché? Perché tutte le forme di sensienza sviluppate a quelle latitudini contemplano con gran evidenza la perseveranza della disciplina e della padronanza

Il Mondo delle Arti Marziali esprime da sempre questa grande verità, come una colonna vertebrale d’acciaio assolutamente necessaria per affrontare l’Avversario. Questa dura educazione esprime la necessità di avere il controllo della propria ‘dimensione’ interiore, ‘luogo’ nel quale si annida colui che ‘ci sfida’ ad ogni attimo della Vita.

Le dinamiche globali attuali, ossia l’occidentalizzazione dell’oriente, corrispondono ad una immancabile ed ovvia direzione interiore, meno evidente, che orientalizza l’occidente. È un processo di ‘scambio’ esterno/interno, poco riscontrabile nell’opinione pubblica, ma molto evidente all’occhio 'allenato'.  

Come in Matrix, prima Neo si fa assorbire dall’Agente Smith, liberandolo e rafforzandolo paradossalmente, e poi lo assorbe trasmutandolo nella vera liberazione dall’orizzonte degli eventi fisici tramite l’unione dei loro due Mondi interiori, così gli emisferi della Terra si stanno compenetrando reciprocamente

È interessante notare il concetto di Noosfera riveduto e ri-espresso da Josè Arguelles attraverso le sue opere:

Noi dobbiamo ampliare il nostro approccio per comprendere la formazione che sta avendo luogo davanti ai nostri occhi... di una particolare entità biologica come non ne sono mai esistite sulla Terra – la crescita, al di fuori e al di sopra della biosfera, di un ulteriore strato planetario, un involucro di sostanza pensante a cui, per ragioni di praticità e simmetria, ho dato il nome di Noosfera.
The Future of Man (Il Futuro dell’Uomo) -
Pierre Teilhard de Chardin

Il Manifesto per la Noosfera è il risultato di quarant’anni di studio, contemplazione, ricerca e sintesi. La noosfera va probabilmente al di là della capacità di comprensione della scienza convenzionale, ma è un’intuizione profonda e penetrante che ha fatto presa sulle menti di scienziati, filosofi, poeti e artisti fin dal momento in cui questo concetto è emerso per la prima volta, nel 1926

È un concetto evolutivo originato da ricerche sia nel campo della biogeochimica che in quello della paleontologia. È un paradigma d’insieme che fonde profezia e analisi degli attuali trend mondiali. È una percezione che la trasformazione della biosfera porta inevitabilmente ad una nuova epoca geologica e a un nuovo ciclo evolutivo; ed è per l’impatto del pensiero umano sull’ambiente che questa nuova era – la Noosfera – sta per sorgere.

Il termine “noosfera” si riferisce all’involucro o guaina mentale di pensiero che circonda la Terra, e deriva dal greco nous, ‘mente’. Il presentimento della noosfera si è pienamente risvegliato in me nel 1969, mentre osservavo in televisione l’immagine della Terra vista dallo spazio... All’incirca nello stesso periodo scambiai una fertile corrispondenza con Buckminster Fuller, che per primo mi suggerì l’esistenza di un sistema di archiviazione e recupero dell’informazione, esistente sotto forma di una specie di campo psichico o fascia di pensiero attorno al pianeta

Era grazie a questo sistema – mi scriveva Fuller – che poteva conversare con i filosofi pre-socratici mentre passeggiava sulla spiaggia.  
 
Il processo storico si sta trasformando radicalmente sotto i nostri occhi... La specie umana nel suo insieme sta diventando una poderosa forza geologica. La mente e l’opera dell’umanità si trovano di fronte al problema di ricostruire la biosfera nell’interesse di un’umanità di liberi pensatori, intesa come singola unità. Questo nuovo stato del mondo a cui ci stiamo avvicinando senza rendercene conto è la 'Noosfera'.
Vladimir I. Vernadsky
 
Esattamente come la biosfera è il campo unificato della vita e dei suoi sistemi di supporto – la regione per la trasformazione dell’energia cosmica sulla Terra, per usare l’espressione di Vernadsky – così la noosfera è il campo unificato della mente, il riflesso psichico della biosfera. E poiché noi, come specie – la somma totale delle cellule portatrici di coscienza della Terra in evoluzione – non ci siamo ancora risvegliati al nostro ruolo di organismo planetario, allo stesso modo neanche la Noosfera è ancora pienamente cosciente. Quando l’umanità diverrà cosciente di se stessa come singolo organismo e si unirà per attivare la Noosfera, allora troveremo la determinazione e la volontà collettiva di ricostruire la biosfera, e deviare l’energia della razza umana da un cammino di distruzione basato su un’astrazione meccanizzata dalla natura ad un nuovo ordine armonico di realtà super-organica basata su uno stato completamente diverso di coscienza, mai esistito finora sulla Terra.

Tale è la premessa fondamentale alla base del Manifesto per la Noosfera.
Manifesto per la Noosfera: Il prossimo stadio nell’Evoluzione della Coscienza Umana - di José Argüelles/Valum Votan - pubblicazione in lingua inglese prevista per Ottobre 2011.




La specie umana necessita di un ‘nuovo paradigma’ e lo sta progressivamente adottando, in sinergia con l’evoluzione della Terra e degli input che giungono dal Sole e al Sole attraverso la comunicazione sottile con i Soli Centrali e con l’Universo intero, rispecchiata nelle nostre cellule e nell’ecosistema che ci circonda e che da noi s’emana…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

martedì 3 maggio 2011

Essere 'anti': una questione di linguaggio.




Senza qualità di genere antisociale... gli uomini avrebbero condotto una vita da pastori d'Arcadia, in completa armonia, sempre soddisfatti e amandosi reciprocamente; ma in questo caso tutte le loro capacità sarebbero rimaste sempre nascoste nel proprio germe… Ringraziamo, dunque, la Natura di questa insocievolezza, di questa gelosa invidia e vanità, di questa sete insaziabile di possesso e di potere... L'uomo desidera la concordia; ma la Natura sa meglio che cosa va bene, per le sue specie; ed essa vuole la discordia, perché l'uomo sia obbligato ad esercitare sempre una potenza nuova, e un ulteriore sviluppo delle sue capacità naturali.
Immanuel Kant 

Ringrazio l’Amico Francesco per la segnalazione sovrariportata. Simili pensieri rientrano perfettamente nello Spirito di SPS. Pur emergendo dalle nostre profondità, i costrutti, sono alfine fatti di ‘sole’ parole, corrispondenti ad una terminologia simbolica e assoggettabile alla sfera personale, al proprio punto prospettico, quindi delimitabili dalla capacità di giudizio e, dunque, di separazione dal proprio sé e dagli altri. 

In pratica, ognuno di noi leggendo queste parole… capisce quello che capisce. 

Il filtro interiore interviene personalizzando l’input, elaborando una nuova versione dell’idea sorgente che, in quanto tale, rimane oscura al ‘sentire’ altrui. Persino la ‘fonte’ potrebbe, del resto, avere avuto dubbi o non essere riuscita ad esprimere al meglio ciò che avrebbe voluto partorire. E che dire dell’intervento di 'terzi' nelle eventuali lavorazioni traduttive? E dell’opera del tempo? E di infinite altre forme di modellazione…

Quello che giunge a noi è un surrogato dell’intuizione originale, eroso e lavorato dall’azione del tempo e dello spazio. Il ‘canale’ stesso inizia l’opera di ossidazione della verità ricevuta. Questo è un meccanismo naturale a cui siamo tutti sottoposti a questa latitudine dell’energia condensata in forma di evidenza. Questa è la strada, peraltro, della percezione logica e verista delle ‘cose’, analitica e scientifica o anche filosofica di marchio  Antisistemico. Ricordiamo sempre che siamo nell’ombra di una energia parassita di controllo, sviluppo ed assorbimento di gran parte della nostra ‘vitalità’

Ciò che ‘ci è stato lasciato’ e permesso, rientra nei canoni prestabiliti da questa forma di controllo silente. Non c’è nessuna esclusione da un simile atto di oppressione silenziosa. Il linguaggio fa parte di questa forma di controllo. Tramite lo sviuppo del linguaggio abbiamo perduto le facoltà chiaroveggenti di discorrere in maniera sovrasensibile. Il linguaggio ha provocato parte della separazione che abbiamo tastato con ‘mano’, iniziando a non capirci più

Ma allora qual è lo spirito del pensiero, giunto sino a noi, di Kant? 

Io non sono un esperto in nessuna materia e ben lungi da me l’idea di diventarlo, se non in alcune arti e mestieri nel segno della praticità dovuta all’esplorazione diretta delle modalità del fare; ideare e costruire una vetrata colorata a mosaico è il frutto di un proprio cammino diretto che non può subire l’abbaglio di una incomprensione. L’artefatto finale è ben evidente e non ha nessuna proposizione se non quella di piacere o non piacere e, sinceramente, oltre al proprio Ego, non interessa oltremodo il suo successo presso le regioni degli altri.

Ci perdiamo in tutto quello che ci circonda: questa è la funzione del ‘tutto’. Perdersi per poi ritrovarsi…

Lo spirito di quelle frasi, riportate in apertura di articolo, è riconducibile al termine ‘evoluzione’. La ‘Critica alla ragion pura’ è, dal 'punto di vista del mio sentire', espressione di una sensibile motivazione percepita dall’autore, trovatosi di fronte ad uno strano sentore esistenziale rispecchiato dal sentirsi impotente di fronte a forze che per loro Natura sfuggono perché ‘troppo grandi’. Per inglobarle dentro di sé, per comprenderle, occorre ammettere che il nostro modello sociale è 'limitato' da confini apparenti, ma sin troppo evidenti, e derivanti dall’opera stessa della Natura

Dove per Natura occorre inserire ogni possibile 'interferenza' possibile ed immaginabile, persino l’opera di soffocamento di una specie invasiva sull’altra. Tutto è lecito e rientra nei piani elaborati dal Genio sempre all’opera. Questa, ovviamente, è una mia elaborazione di quello che è giunto sulle mie ‘rive’ e non ha nessuna pretesa di aggiungere altro a quello che ogni individuo ha diritto di ‘pensare’ a tal proposito.

Questa mia ‘opera’, questo Blog, è un ‘gioco’

Colui che prova fastidio, dovrebbe interrogarsi sul ‘perché’ provi una simile sensazione. Mi farebbe certamente felice…

Si accorgerebbe di trovarsi su un promontorio dal quale osserva il fiume della Vita: il proprio promontorio situato nella propria ed esclusiva padronanza ‘territoriale’. Null’altro. Da quel punto egli è un Re, esattamente come ogni altra persona sulla Terra tridimensionale. E allora, forse, potrebbe percepire un flusso di uguaglianza fluire in lui. Pur nella estrema individualità, riconoscerebbe l’uguaglianza del poter essere diversi. Sentirebbe l’intenzione di passare oltre ad un simile concetto, perché ritenuto solo una debolezza, una sciocchezza, una inezia che non merita approfondimento, visto che conduce oltre all’orizzonte scrutabile e raggiungibile dall’abitudine e dal giudizio.

Da quel ‘punto’ potremmo notare una strana luce, alta nel cielo, che non è il Sole. È un punto di luce diverso: un varco. Probabilmente il nuovo sentire, quello soffocato, conduce lì. È impossibile che una via terrena conduca al cielo? O è più facile che quella via scenda dal cielo? Il solo prendere in considerazione queste possibilità espande il nostro punto prospettico, inglobando il 'nuovo'. Con la coda dell’occhio, da questo momento in poi, cercheremo quel varco, in una maniera… così; tanto per vedere se c’è ancora…

Chi ci sussurra di lasciare perdere? Quale parte di noi afferma che è solo una illusione? Riusciamo a percepirla? Se arriva alla nostra sensienza una simile ‘impressione’, deve pur emergere da qualche parte del nostro Sé, no? Lo so che siamo nel più puro astrattismo, tuttavia è da lì che si genera la ‘realtà’… Lo sforzo non deve essere uno sforzo ma un consapevole flusso di apertura temporizzato in questo reame: una questione di tempo

I 'parassiti' lo sanno benissimo e temono per questo: la loro paura diventa la nostra paura. Ci sono stati giorni in cui mi sentivo triste, poi, pensandoci, sentendomi nel presente, mi sono accorto che era una tristezza immotivata: non c’era motivo dentro di me. E allora cosa succedeva? Che mi sentivo sollevato, sereno. Questo significa vivere nel presente e comprendere le dinamiche che ci attraversano. Per troppo tempo lo abbiamo dmenticato.  

Cosa è il ‘presente’?  È una serie infinita di batitti del cuore.  Il cuore annuncia l'eterno presente...

Agganciando questa vibrazione possiamo vivere 'in questa vibrazione', in armonia con noi stessi e con la Terra, perché il cuore è agganciato alla Terra ed al Cielo. Ce lo ricorda sempre, ma non lo capiamo più. Ma egli continua a ricordarcelo instancabilmente, senza sapere altro; sa che deve battere per noi, per non permettere che ci allontaniamo troppo da lui e da noi stessi. È un tam tam nella giungla che non smette mai… Nel buio o nella luce. In ogni situazione lo possiamo ritrovare come il più fedele degli amici…

Le parole sono finestre (oppure muri).
Mi sento così condannata dalle tue parole,
mi sento giudicata e allontanata,
prima ancora di aver capito bene.
Era questo che intendevi dire?
Prima che io mi alzi in mia difesa,
prima che parli con dolore o paura,
prima che costruisca un muro di parole,
dimmi, ho davvero compreso bene?
Le parole sono finestre, oppure muri,ci imprigionano o ci danno la libertà.
Quando parlo e quando ascolto,
possa la luce dell’Amore splendere attraverso me.
Ci sono cose che ho bisogno di dire,
cose che per me significano tanto,
se le mie parole non servono a chiarirle,
mi aiuterai a liberarmi?
Se sembra che io ti abbia sminuito,
se ti è parso che non mi importasse,
prova ad ascoltare, oltre le mie parole,i sentimenti che condividiamo.
Ruth Bebermeyer

Una delle tante cose che ho imparato da mio nonno è apprezzare la grandezza e la profondità e a riconoscere che tutti siamo violenti e che abbiamo bisogno di portare un cambiamento qualitativo nelle nostre Vite. Spesso non riconosciamo che siamo violenti perché è un aspetto di noi che ignoriamo. Pensiamo di non essere violenti perché crediamo che la violenza consista solo di lotte, di uccisioni, aggressioni e guerre – tutte cose che la persona media di solito non fa. Per farmi capire questo, mio nonno mi fece disegnare la genealogia della violenza, usando gli stessi principi che si usano quando si traccia un albero genealogico. 

La sua idea era che avrei apprezzato di più la non violenza se avessi capito e riconosciuto la violenza che esiste nel Mondo… Nel giro di un mese avevo riempito un muro della mia stanza di atti di violenza ‘passiva’, che mio nonno diceva essere più insidiosa di quella fisica… Il Mondo è così come lo abbiamo fatto noi. Se oggi è spietato è perché lo abbiamo reso spietato con i nostri comportamenti. Se cambiamo noi stessi possiamo cambiare il Mondo e questo cambiamento comincia con un cambiamento nel linguaggio e nella comunicazione
Arun Gandhi – Fondatore e Presidente del Gandhi Institute for Nonviolence

Poiché credo che faccia parte della nostra Natura il provare gioia nel dare e nel ricevere con empatia, due domande mi hanno interessato nel corso della maggior parte della mia Vita. Che cos’è che ci fa allontanare dalla nostra Natura empatica, portandoci a tenere comportamenti violenti e strumentalizzanti? E cos’è invece che permette ad alcune persone di rimanere collegate alla loro Natura empatica anche nelle circostanze più difficili?
Donare dal cuore. Il cuore della comunicazione nonviolenta – Da ‘Le parole sono finestre (oppure muri)’ di Marshall B. Rosenberg

Sono davvero sconcertato e sorpreso da come questo articolo si stia formando. Il 'sentire' di interrogare Internet in un certo modo e di trovare un libro in casa e di aprirlo in un certo modo in una determinata pagina, e osservare e leggere talune righe in luogo di altre. Davvero meraviglioso questo flusso di intelligenza che spira dentro e fuori di noi tutti. La migliore Regia è quella del ‘lasciarsi andare’, dell’ispirazione guidata. Ecco il punto: l’ispirazione…

Il linguaggio può essere violento o non violento. Ma da dove giunge la ‘penna’ che usa il linguaggio? O l’azione che muove la ‘penna’? Dai pensieri. No, c’è dell’altro. Dalla ispirazione. Ma che cosa è l’ispirazione?
 
Con il termine ispirazione si intende una particolare eccitazione della mente, della fantasia o del sentimento che spinge un individuo a dar vita ad un'opera. In molte culture si ritiene che l'ispirazione sia l'azione di uno spirito divino o soprannaturale nell'uomo che si manifesta tramite visioni o rivelazioni. Generalmente l'ispirazione presuppone nel soggetto in questione particolari predisposizioni che possono variare nelle differenti culture.
Da Wikipedia 
 
Ecco. Torniamo sempre alla componente spirituale. Quella componente cancellata dall’Antisistema. Questo è il perno della questione: non riconoscendo ufficialmente la più ampia parte di noi, rimaniamo chiusi in un circolo vizioso da cui è stata tolta la ‘causa prima’

In questo loop si muove l’umanità stranita dalla mancanza di senso e di perché che la attornia. È solo estraendosi dal ‘cerchio’ che il ‘cerchio’ appare nella sua limitatezza effimera ma tagliente. Che cosa è un incantesimo? 
 
L'incantesimo è la concentrazione di energie volitive verso un preciso scopo, comprendente l'alterazione del comportamento naturale delle cose o della volontà delle persone… Dal punto di vista strettamente etimologico l'incantesimo dovrebbe richiedere l'uso della voce, la ripetizione di parole più o meno in rima, una cantilena, ecc. infatti deriva dal latino incantare con il significato di ‘cantare formule magiche’.
Da Wikipedia 
 
Ecco un altro snodo focale che torna e ritorna come un’eco ossessiva: il linguaggio.

Calma. Non facciamo di tutta l’erba un fascio. Il linguaggio non è da incriminare, così come non è il denaro l’anima di tutti i mali. Ogni ‘cosa’ si presta ad almeno due modalità di usufruizione e/o possesso:
  1. come mezzo
  2. come fine
Perché? Perché ogni ‘cosa’ è viva. Reagisce alla mancanza di energia che in questo ecosistema si è creata. La mancanza, la ristrettezza, si riflette immancabilmente su tutto quello che ‘esiste’, dove per ‘esistenza’ si deve intendere tutti i microcosmi e tutti i macrocosmi. Il concetto stesso di ‘cosa’ è davvero da rivedere ed ampliare. È sempre la convenzione del linguaggio che limita l’accesso al ‘varco’, e non solo. E, comunque, dipende da noi, dal come prospettiamo l’esperienza di Vita. 

Spetta a noi discernere. Usare o essere usati - è un motto di 'superficie' che rende crudamente bene l'esempio.

Andiamo al punto, finalmente. È facile comprendere che non occorre agire con violenza, per i più svariati motivi che possiamo fare emergere. Lo capiscono tutti perché è una ampia verità. Eppure non succede a livello globale. Perché? 
 
Facciamo vari esempi pratici:

Berlusconi l'ha confessato. Dopo il vertice italo-francese a Villa Madama ha dichiarato: ‘Siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo’ e ha ammesso che ‘fare il referendum adesso avrebbe significato eliminare per sempre la scelta del nucleare… Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria’.
Da www.greenpeace.org 
 
Bin Laden, Usa: sepoltura svolta secondo dettami islamici.
Il leader di al Qaeda Osama bin Laden è stato sepolto in mare dal ponte di una portaerei americana nel nord del mar Arabico dopo essere stato lavato secondo i costumi islamici ed aver ricevuto un funerale religioso. Lo ha detto oggi un funzionario della Difesa Usa. 'I preparativi per la sepoltura in mare sono cominciati all'1:10 del mattino (le 7:10 ora italiana) e sono stati completati alle 2 del mattino (8 ora italiana)', ha detto il funzionario. 'Sono state seguite le procedure tradizionali per la sepoltura islamica'.
Il corpo senza vita di bin Laden è stato lavato e poi avvolto in un lenzuolo bianco. Il corpo è stato posto in una borsa e un ufficiale ha letto un testo religioso tradotto in arabo da un interprete. Dopo la lettura, il corpo è stato posto su una tavola piatta, ribaltato, dopo di che è stato calato in mare', ha detto il funzionario.
Da Yahoo

Usa uccidono Bin Laden. Obama: ora mondo è migliore, più sicuro.
Il capo di al Qaeda, Osama bin Laden, è stato ucciso in un raid degli Usa in Pakistan, poi subito seppellito in mare, in una fine drammatica della lunga caccia al regista degli attentati dell'11 settembre negli Stati Uniti.
I leader di tutto il mondo hanno salutato con favore la morte di bin Laden, ma l'euforia è compensata dal timore di ritorsioni e dall'ammonimento di una rinnovata vigilanza contro eventuali attacchi.
La morte di bin Laden, che aveva raggiunto uno status quasi mitico per la sua capacità di eludere la cattura sotto tre presidenti Usa, chiude un capitolo amaro nella lotta contro al Qaeda, ma non elimina la minaccia di ulteriori attacchi.
Il presidente Usa Barak Obama oggi ha detto che 'questo è un buon giorno per l'America'…
‘Il nostro paese ha mantenuto il suo impegno affinché fosse fatta giustizia. Il mondo è più al sicuro’, ha detto Obama. '(Il mondo) è un posto migliore dopo la morte di Osama bin Laden'.
Da Yahoo 
 
Bin Laden, funzionario Usa: ordine era ucciderlo, non catturarlo.
Le forze speciali americane che hanno ucciso Osama bin Laden avevano l'ordine di eliminarlo e non di catturarlo. Lo ha detto a Reuters un funzionario della sicurezza nazionale Usa. 'Era un'operazione per ucciderlo', ha detto il funzionario, chiarendo che l'obiettivo non era catturare il numero uno di al Qaeda vivo in Pakistan.
Da Yahoo 
 
Bp si aspetta di riprendere trivellazioni Golfo in 2° semestre.
BP ha annunciato oggi di aspettarsi di tornare a trivellare nel Golfo del Messico nella seconda metà dell'anno, dopo il divieto imposto a causa di una fuoriuscita di petrolio provocato dalla stessa società.
Ci aspettiamo di tornare a trivellare attivamente durante la seconda metà dell'anno’, ha detto il Chief financial officer Byron Grote ad una conferenza stampa con gli analisti.
Da Yahoo 
 
Che cosa si genera in noi mentre leggiamo queste notizie? Stizza, rabbia, odio, violenza, nervoso, etc. Cioè? Separazione e senso di impotenza. Ha senso tutto questo?
 
È informazione, ok - ma cosa altro si nasconde dietro? Certamente si confondono le ‘carte in tavola’. In che modo? In ogni modo! Perché un telegiornale deve raccontarci che in una località sconosciuta della Cina, un treno è deragliato? Che senso ha? Non posso dire che mi dispiace e non posso dire che me ne frego, ma cosa si instaura, giorno dopo giorno, in me, mentre assorbo queste notizie insieme al cibo? Una apatia totale nei confronti di quello che succede agli ‘altri’. Mi separo dagli altri, sempre di più

C’è un magnetismo demoniaco che attira a sapere ‘che cosa è successo oggi nel Mondo’. È per tenersi informati? Bah. Siamo onesti prima di tutto con noi stessi. No. Non è per questo. E allora per quale motivo sentiamo di ascoltare sempre un telegiornale? In verità, non lo sappiamo nemmeno noi stessi. Non è una mancanza di idee, questa mia interpretazione, ma è davvero quello che ‘sento’: non lo sappiamo, in verità. Siamo portati a farlo.

Tutto quello che pensiamo di sapere o di fare ci giunge da una voce martellante che scambiamo per ‘nostra’, perché proviene da noi. Ma non è così. Questa voce non ci appartiene ma siamo noi che, ormai, le apparteniamo. Siamo onesti. Ammettiamo che per abitudine ci siamo adattati a permettere che la tv mostri la foto di un cadavere storpiato dalla violenza della ‘vendetta’, mentre mangiamo con le nostre famiglie o con i colleghi, non importa.  

Abbiamo superato un limite

In casa nostra può ormai giungere ogni tipo di messaggio e di immagine ed ogni tipo di parola. Il linguaggio dei Media è divenuto ‘multidimensionale’. È come prendere la dose di droga quotidiana, senza la quale si rischia di tornare a ‘sentire’ quell’altra voce che alberga in noi. Nel film ‘Equilibrium’ lo si fa capire molto chiaramente.

Si è deciso di creare un nuovo ordine e sradicare la guerra partendo dalle sue basi, cancellando dall'essere umano l'aggressività e gli istinti ad essa collegati; vale a dire, in sostanza, le emozioni. Ogni cittadino è tenuto per legge ad assumere quotidianamente una droga, il Prozium che inibisce le emozioni. I ricordi della civiltà del passato sono ugualmente vietati: libri, vecchi dischi o semplici giocattoli, se scoperti, devono essere immediatamente bruciati e il loro semplice possesso può costare la pena capitale.
 
Al fine di sorvegliare l'ordine costituito è stato posto il Tetragrammaton, a metà tra polizia segreta e ordine monastico, con i suoi micidiali Cleric addestrati alle discipline di combattimento più raffinate, come il letale kata della pistola (Gun Kata). John Preston è il migliore tra i Cleric, ma anch'egli non può fare a meno di mettersi in discussione allorché il suo migliore amico e collega viene 'contagiato' dalle emozioni, che ne firmano l'impietosa sentenza di morte.
Da Wikipedia 
 
Ed io essendo povero ho solo i miei sogni e i miei sogni ho steso ai tuoi piedi. Cammina leggera perché stai camminando sui miei sogni. Partridge, leggendo He Wishes for the Cloths of Heaven di William Butler Yeats.
Da Wikiquote 
 
La guerra (violenza) non la si estingue non ‘sentendo’, perché rimane il controllo, che è esterno all’uomo. Ricordate? Siamo nel cerchio dal quale la causa prima è stata levata, perché si protrae da un’altra dimensione.

È come essere in una stanza senza la porta per uscire.

Possiamo rimanere al buio o alla luce, ma la porta non la troveremo perché non esiste in quella modalità del ‘vedere’. Cosa fare? Chiudiamo gli occhi e permettiamoci di ‘sentire’. Usiamo la capacità di astrazione, immaginiamo la ‘porta’, il varco. Da quel punto è possibile agganciare un’altra prospettiva.

Perché non crederci? Che cosa abbiamo da perdere? Le nostre illusioni? Le nostre comodità? Il frutto del nostro vivere? Le nostre certezze? E allora perché sentiamo di non stare bene? Perché? Perché sentiamo che ci manca qualcosa, che qualcosa ci sfugge? Perché? Perché? Perché?...

Ascoltiamo.

Ma non la solita ‘voce’. Ascoltiamo in un altro modo. Fermiamoci… almeno un attimo.

Non basta questa 'energia' mtivazionale per convincervi? Allora percepite questa verità. Non importa se siete credenti o meno in un qualche culto, ma se avete adesso ancora dei dubbi è perché siete già stati conquistati da molto tempo, almeno dal periodo della nascita, ma anche prima purtroppo. Allora leggete questa espressione per convincervi che esiste un’altra realtà dalla quale si emana un controllo di origine parassitaria dell’umanità; rispondete:

che cosa è un esorcismo?

Se siete credenti, crederete anche a questa ‘branca’ della Chiesa che pratica l’esorcismo. Che cosa è un esorcismo? Si avverte già l’emozione mordente della paura, vero? Vengono alla mente le immagini tremende dei famigerati film che ne hanno 'parlato'. 

Che cosa fa un Prete Esorcista? A chi si ‘rivolge’?
 
Non potete fare a meno di affrontare anche questa parte del vostro Credo. A chi si rivolge il Prete? Non potete credere a pezzi, ma dovreste credere con tutto il vostro essere. Per cui, rispondere per favore alla domanda: che cosa è un esorcismo!





Non inserirò nessuna citazione tratta da nessuna fonte. Lo spazio rimarrà ‘bianco’, riempito dalla vostra introflessione, dal vostro atto di comprensione, dal vostro sincero aprire il ‘varco’. È solo trascendendo la paura dell’ignoto che andremo avanti…

Quando l'uomo muore abbandona il suo corpo fisico, affidandolo agli elementi della Terra e del Fuoco. In questo modo la forma che lo Spirito aveva impresso nella materia svanisce. Dopo la morte l’Essere animico-spirituale dell’uomo continua a vivere nel corpo eterico. Quest’ultimo è il portatore delle immagini della memoria. Come in un grande unico quadro di Vita queste immagini si presentano dinanzi all’Anima nei primi tre giorni dopo la Morte. Poi il corpo eterico incomincia a dissolversi negli elementi del Mondo eterico, così come il corpo fisico si è dissolto negli elementi terrestri. A questo proposito Rudolf Steiner parla di di un ‘cadavere eterico’ in analogia al ‘cadavere fisico’

Tuttavia proprio come tra le materie fisiche ne troviamo alcune che non si dissolvono – si pensi per esempio alle materie plastiche come PVC – così vi sono nel quadro della Vita strutture eteriche che si presentano come corpi estranei nel Mondo eterico. Esse vengono respinte e perciò non si dissolvono. Si tratta soprattutto di quelle rappresentazioni e sansazioni che hanno un carattere tecnico-materialistico. 

Esse sono, analogamente alle materie plastiche, il risultato di una costruzione di pensieri materiali  o di azioni materiali. Rimangono ‘non digerite’ nella sfera eterica, tuttavia conservano sempre un certo rapporto con noi, poiché noi le abbiamo generate…
L’uomo alla soglia – Bernard Lievegoed

... senza amore, senza rabbia, senza dolore, il respiro è come un orologio che fa tic tac. 
Mary O'Brien - Equilibrium
 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com