Riusciamo a ‘concepire’ la sottile verità che ‘non siamo ancora liberi’? Si? No? Magari ci fossero risposte ‘secche’ di questo tipo. In realtà, la risposte più diffuse sono del tipo sfuggevole, come il non osservarsi di fronte ad uno specchio o come l’osservarsi in uno specchio che deforma ciò che riflette. Ecco alcune tipologie di risposte tipiche:
- ancora con questa storia?
- e dai, cerca di crescere.
- ma per favore, pensa a lavorare.
- si vive una volta sola, goditela.
Mi chiedo: ma sono risposte, queste? Non sembra, invece, un modo nemmeno ‘elegante’ di sgattaiolare via dal nocciolo di una questione? Questione che può sembrare banale o paranoica, ma che per la Natura dell’argomento evocato, meriterebbe ben altro peso specifico e attenzione. Perché non succede?
Perché questo ‘nostro’ Mondo è troppo ‘rumoroso’.
Nel concetto di 'rumore' occorre inserire ‘tutto’, persino lo stress che proviamo nel cambiare il pannolino al ‘pupo’. In ogni occasione che la Vita conduce sulle nostre rive, c’è del ‘rumore di fondo’ che non ci permette di ‘sentire’ quel qualcosa d’altro che, in una situazione ideale, ispirerebbe secondo una prospettiva perlomeno differente da quella usuale da cui ci siamo abituati a ‘scrutare il panorama osservato ed osservabile’.
Il ‘rumore’ lo troviamo in ogni ambito dell’esistenza; ad esempio, nelle modalità di 'partecipazione' alla Borsa. Che cosa c’entra la Borsa? Beh, la Borsa è quell’aspirapolvere autorizzato dall’Antisistema, cioè dal ‘noi inconscio’, che preleva i nostri soldi e li distribuisce nei gangli delle infrastrutture del modello di ristrettezza apparente. Perché in Borsa oltre il 95% delle individualità perde denaro? Perché c’è troppo rumore di fondo.
L’analisi tecnica o ogni altra possibile via percorribile è rumore di fondo. Confonde e divide. Non permette di focalizzare sul 'da farsi' in maniera convergente. Provvede, anzi, a disperdere le nostre facoltà maggiori attraverso un diabolico incontro di domanda e offerta virtuale atta a ‘dribblare’ il nostro intento.
Quale intento? Fare soldi. Fare tanti soldi.
Ecco, questo è il punto focale: il rumore di fondo ci avvolge e ci seduce secondo le nostre debolezze sociali. L’ingordigia e l’avidità vengono promosse all’istante e salgono in cattedra. Se qualcuno ci proponesse l’opportunità di guadagnare 50 euro al giorno, in maniera sicura in Borsa, la maggior parte di noi rifiuterebbe. Perché? Perché è troppo poco!
È questa la triste verità: non vedere oltre al proprio naso.
Non comprendere un potenziale a causa del rumore di fondo da cui siamo avvolti e dell’ignoranza in cui ci siamo lasciati andare, come in un pozzo verticale senza appigli. Joe Ross e Larry Williams ci insegnano un’altra realtà, ad esempio: quale? L’accontentarsi. L’accontentarsi intelligentemente. Cercando e trovando delle ‘strozzature’ da sfruttare abilmente. È come attendere il ‘nemico’ sfruttando sagacemente il territorio conosciuto. Cosa vi ricorda questa tattica? Le forme di resistenza partigiane. Le più difficili da stanare e vincere per gli eserciti invasori.
Cosa è da sempre successo in Afghanistan a quegli eserciti che hanno tentato di 'piallarlo'? Che hanno ottenuto delle grandi perdite di tempo, perché quel territorio è troppo vario e frastagliato per essere interamente e definitivamente occupato. E le persone che lo abitano sono troppo scaltre e attente per essere scalzate via. La loro conoscenza del territorio è l’arma più grande a loro disposizione. Conoscenza, scaltrezza e attenzione…
Ecco cosa serve in Borsa.
Che altro? Umiltà, senso della misura e, la cosa più importante: disciplina. La disciplina prevede la conoscenza di se stessi. La consapevolezza di sapere in quale ambito ci si muove e da quale ambito ci si muove. Le nostre potenzialità riflesse in ogni momento tramite l’azione pianificata. Azione pianificata che nasce dall’intuizione di un momento senza rumore di fondo. Intuizione che genera un piano preciso e dettagliato, lucido, consapevole del ‘territorio’ in cui si è calati. La consapevolezza non si ferma, tuttavia, solo a questo aspetto, ma continua secondo una spirale di continuità dinamica, giorno dopo giorno. Questa modalità della manifestazione dell’essere/avere comporta l’estraneazione dell’individuo dalla massa pulsante e rotolante della Paura di perdere o di vincere.
È solo con la continuità che riusciamo a creare nuove sinapsi, a cancellare le vecchie e a non cadere oltremodo nelle vecchie abitudini destrutturanti a cui il nostro Avversario inevitabilmente tenta di ricondurci.
In Borsa il pericolo numero uno è rappresentato da quello che noi stessi possiamo combinare a noi stessi. Potrei scrivere libri su questo argomento...
Ok? Ecco un altro ambito in cui le entità parassite svolgono al meglio il loro ‘dovere’. Se smettiamo di pensare ad esse come a dei nemici e iniziamo a percepirle come una parte della nostra genetica, allora inizieremo anche a cogliere il ‘senso’ della loro presenza. Mi rendo conto che questo discorso è ancora troppo avanzato per il punto di focus medio e medio/alto della massa. Infatti si è, mediamente, fermi ancora al fatto di non riconoscere nemmeno che esiste l’Avversario.
Le varie branche del ‘sapere pragmatico’ umano lo hanno solo percepito, ipotizzato, dedotto, ma quasi mai identificato come un qualcosa di reale e giammai raffigurato come corrispondente ad una parte di noi. La figura dell’Ego e quella di Lucifero hanno qualcosa in comune? Di che cosa sta parlano un Prete quando si riferisce alla pratica dell’esorcismo? Di che cosa narrano, tra le righe, tutte le forme di tradizione religiosa, antiche e moderne? Da chi era stato tentato Gesù, più e più volte? A chi corrisponde quella strana voce che ci incita quotidianamente a ri-cadere regolarmente negli usi a abusi relativi al perpetuarsi dei cosiddetti ‘vizi’?
Chi ci sussurra di fumare sempre quell’ultima sigaretta?
L’elenco è lunghissimo e la domanda da porsi è: c’è una parte di me molto strana, una parte di cui non ho mai fatto parola con nessuno. Perché?
Tutti noi lo percepiamo sottilmente. Capiamo inconsciamente che ‘non siamo soli’ dentro di noi. Ma evitiamo di guardare, perché quello che potremmo osservare, nemmeno tanto in profondità, ci spaventa. Abbiamo paura. E questa paura inconscia è un livello di alimentazione della paura stessa. un circolo vizioso per noi e virtuoso per il nostro Avversario.
Ricordate? Siamo chiusi in una stanza senza finestre e senza porta, da cui è stata estratta la causa prima del nostro inserimento in quel luogo. Per cui non abbiamo nemmeno la percezione del ‘perché’ ci troviamo lì. A quel punto costruiamo un ecosistema adatto a sopravvivere. Da un punto, nel soffito, entra un fascio di luce e iniziamo a ringraziare quel ‘punto’… per rischiarare l’ambiente.
Un ‘buco’ viene scambiato per un Dio…
La causa prima è l’Osservatore che, 'esternamente', osserva. Non facciamoci confondere dalla terminologia usata, dal linguaggio a nostra disposizione, perché il termine ‘esterno’ non è da intendersi nell’usuale modalità inscritta nei nostri circuiti logici, ma in un modo quantico e ben più adatto ad evidenziare una realtà multidimensionale in cui siamo ‘immersi’:
- esterno corrisponde ad interno, nella fisicità
- interno corrisponde ad esterno, nell’essenza.
A cascata, dai nostri corpi sottili superiori, deriva un flusso di informazioni codificate nell’energia che si condensa sino a divenire fisica e… concreta. È come atterrare sulla Luna con un modulo spaziale per toccarla concretamente. È solo con un corpo fisico sensibile che possiamo vivere questa esperienza. Non certo con altri veicoli energetici che hanno funzionalità diverse, come quelle di ‘trasporto’, ad esempio.
Avere ‘dentro ‘qualcosa significa essere controllati dall’esterno. È un concetto... wireless.
Chiaro? È un concetto astratto che prevede la consapevolezza del ‘come si è’ fatti oltre all’apparenza. Ora, prendiamo un reality qualunque; coloro che si prestano a vivere insieme e chiusi dentro ad uno scenario per un certo tempo, dopo qualche step, iniziano a dimenticare che è un ‘gioco’, ossia dimenticano che ci sono le telecamere che riprendono ed un pubblico che osserva. È solo una questione di tempo ed è una legge di adattamento della Mente.
Pensiamo di estendere questo concetto su più vasta scala: all’umanità intera.
I partecipanti al reality sono veicolati dal di dentro, dalle leggi di adattamento biologiche naturali, ma controllati dall’esterno. Da chi? Dalla Regia, dall’intenzione di avere concepito la trasmissione, dall’audience, dalla capacità ultima di tecnologia e potere di coloro che hanno intessuto non solo la trama del reality ma la trama stessa di tutto quello che si estende oltre al reality, sino a coinvolgere tutta la gente che osserva e via in divenire. È un fenomeno globale che s’emana biunivocamente da noi a loro, da loro a noi, da me a te, da te a me, etc.
Che senso ha?
Fare esperienza sulla via del ‘Conosci te stesso’…
Ora, dovete capire, che per l’umanità esiste una via di ‘passaggio’ che consente di attraversare, trascendere, questa esperienza, ma dovete assumere un atteggiamento creativo, non una postura di resistenza. Questo è quanto ‘loro’ si aspetterebbero da voi, sulla base dei vostri modelli di esperienza del passato. Vi posso garantire che la vostra storia è stata analizzata e studiata a tale punto da menti e modelli computerizzati, che la loro conoscenza di voialtri raggiunge livelli che non vi potreste nemmeno immaginare.
Ogni scenario reazionario è stato sezionato a livello cellulare e sono state pianificate azioni restrittive atte a bloccare qualunque di questi possibili scenari.
Oggi siete di fronte alla vostra possibile estinzione a meno che non facciate un salto cosmico che vi porti ad un livello di immaginazione creativa che annullerebbe completamente i loro progetti… Come farete? Come può esserci un cambiamento, nel mezzo di una simile scarsità di conoscenza di chi e di cosa siete?...
Siete talmente incantati che i movimenti di supporto ai trucchi non sono neanche più nascosti. Procedono tutto intorno al Mago sul palcoscenico ma ancora non ne vedete neanche uno. Come è possibile? Ipnotizzando la mente cosciente! Per fortuna c’è un’altra parte della mente che va oltre questo pensare cosciente. I vostri psicologi la chiamano mente subconscia. L'hanno dipinta come qualcosa che tiene in ostaggio la vostra percezione della Vita perché è piena di esperienze buie ed orribili perpetrate su di voi da ben intenzionati ma abusivi genitori. Di conseguenza la temi e ne blocchi la partecipazione nella tua esperienza di Vita… Ah, l’Ego, il Diavolo della tua esistenza, o così ti hanno fatto credere…
Da ‘Guida pratica per il nuovo paradigma’ - George Green.
A questo punto devo citare una fonte meravigliosa che ho scoperto in maniera sincronica qualche giorno or sono. Ciò che mi aveva indotto a scoprire il concetto di Volador, poco prima della metà di aprile 2011, e che come un fiume aveva iniziato a scorrere ed a ‘scavare’ dentro di me, in termini di consapevolezza, ebbene l’ho pienamente riscontrato nel profondo ed interessante lavoro riscontrato sul sito http://losfidante.marenectaris.net/.
A cosa mi sto riferendo? Alla stesura derivante da un’ampia elaborazione interiore che ha condotto delle persone alla creazione di un film inerente proprio quella forma esistenziale parassita che ha dato il nome alla produzione in questione: lo Sfidante. Chi sta usando la tua mente?
È un film che dura oltre tre ore e mezzo, ma che vale veramente la pena di ‘vedere’. Porgo i miei più vivi complimenti e il mio più sentito grazie, a queste anime illuminate che hanno trovato la forza di mettere insieme quello che sentivano e di condividerlo con tutti i ‘risonanti’ in circolazione. L’ho veduto per intero e sono rimasto davvero allibito dalla precisione con la quale i miei articoli, il mio sentire, e quel film si sovrapponevano alla perfezione, come se un’unica fonte ispirativa avesse coordinato azioni e modalità diverse ma convergenti.
Ogni essere umano che appare in vita sul nostro meraviglioso pianeta Terra ha diritto ad una vita piena, felice, intensa, che gli permetta di esprimersi nella sua unicità irripetibile, che gli porti il dono della Saggezza, e che gli permetta di contribuire fattivamente al miglioramento delle condizioni di vita dell'intera comunità umana.
Questo diritto, questo naturale retaggio ad una vita maestosa, gli è stato offuscato.
Ma da che cosa?
Che cosa si frappone tra noi e la vita che desideriamo, i sogni che vogliamo realizzare, la pace che desideriamo raggiungere? Siamo stati condizionati a credere che qualcosa di esterno a noi stessi sia la causa della nostra infelicità, ma non è così. Qualcosa che agisce dentro di noi scatena al di fuori quell'inferno dal quale vogliamo fuggire, ma di cui non riusciamo a privarci. Qualcosa di cui spesso non conosciamo nemmeno l'esistenza, perchè nessuno ci ha mai spiegato dove guardare; tranne, naturalmente, tutte le tradizioni di ricerca interiore che hanno un fondamento nella Verità, perchè tutte, senza alcuna eccezione, indicano da sempre l'esatto punto dove guardare e l'esatto modo di liberarsi.
Un insieme di Forze agiscono su ogni essere umano al fine di depotenziarlo e renderlo timoroso, debole, dubbioso, attaccato emozionalmente ad abitudini dannose, e portato ad indugiare invece che ad agire. Questo insieme di Forze è sostenuto dalla nostra non conoscenza dei mezzi che esse usano per depotenziarci, ma può essere inattivato per consentire finalmente alla Consapevolezza che alberga in noi di dispiegarsi verso ciò che è realmente.
Questo insieme di Forze è ciò che in questo film documentario identifichiamo con Lo Sfidante. Un termine di comodo, un segnale indicatore. Verso una realtà che è giunto il momento di svelare e diffondere.
Nel film, vedremo in che modo Lo Sfidante ci depotenzia, quali sono i mezzi che utilizza per farlo, e una possibile via di azione che ci porti a liberarci dalla sua nefasta interazione con noi.
Vivamente consigliato per tutti coloro che ‘percepiscono sottilmente di non essere liberi’. Ricordo che la libertà a cui ‘siamo sottoposti’ è una mera illusione. Ognuno di noi ha il diritto anche di adattarsi ad un simile scenario, ma solo perché ignora quello che si perde…
È una questione di percezione del nostro vero potenziale.
Non la si può insegnare ma solo caldamente incoraggiare. Leggiamo, ad esempio, la parte iniziale e finale dell’articolo 21 della Costituzione Italiana:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure… Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.
Mi sbaglio o c’è qualcosa che ‘non va’, leggendo tra le righe di queste poche righe? È un mio sentire, ovviamente. Lo stesso ‘sentire’ che mi tiene lontano da ogni forma di Sacra Scrittura o di Codice Scritto dall’uomo. Perché?
Perché il rischio è di instaurare una pericolosa abitudine: quella della ‘dipendenza’.
Ricordo molto bene le parole di un Parroco illuminato che disse: agli uomini non serve nessuna legge, tuttavia se gli uomini sono ancora ‘immaturi’ allora occorre qualcosa che li sappia 'contenere', ma solo sino al giorno che saranno pronti per farne a meno, perché loro Natura è di essere liberi.
Ecco. Si recita che ‘la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure’ e poi ‘sono vietate le pubblicazioni a stampa che…’. Lo so, si tratta di una eccezione alla ‘regola scritta’, è l’eccezione che conferma la regola. Però, mi chiedo, come è quantificabile il ‘buon costume’? Che cosa è? Da cosa dipende? Chi lo decide? E perché?
Guardando la televisione, è subito chiaro come si sia ‘mosso’, il buon costume, dagli anni 50 ai giorni nostri. Dallo scandalo per la visione di una caviglia scoperta siamo passati alla routine del sesso introdotto in ogni forma di pubblicità, o altro, trasmessa in orario di cena, quando la famiglia è interamente riunita, ad esempio. Allo stesso modo, mi rendo conto che ognuno di noi è diventato un Giudice per ogni altro suo simile, ed è facile essere etichettati come dei ‘bacchettoni’ se si fa notare una contraddizione simile.
L’Antisistema non ha più necessità di controllare, perché ciò che si è ‘formato’, sotto la sua egida, ci pensa da sé ad autocontrollarsi, ormai.
‘Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione’. Vero, però il potere di raggiungere la massa, attraverso i Media nazionali, non è permesso se non si è Giornalisti appartenenti all’Albo inerente e, dunque, se si accetta un corpus operandi imposto.
Rimane la possibilità di scrivere in maniera indipendente, è vero, però sino a che ‘non si diventa pericolosi’… Wikileaks docet.
Vedete, non è questa la ‘via’ da percorrere, perché è tutto vero e tutto falso allo stesso tempo. Questo scenario lo troviamo praticamente in ogni ambito dello scibile. Siamo divisi in tutto e per tutto. Ma questa divisione è illusoria.
Vedete? Non se ne esce.
Cosa significa frattalmente questo ‘fenomeno’ globale? Che la causa dell’incomprensione ci sfugge. Perché? Perché è ‘esterna’ pur essendo ‘interna’. È collocata al di fuori dell’area della percezione limitata dai 5 sensi.
La Verità descritta dall’analogia frattale è insopprimibile dall’Antisistema o dallo Sfidante.
Rimane centrale la questione relativa alla padronanza di Sé, a quel ‘silenzio interiore', così ben espresso nel film documentario sopracitato, a cui dobbiamo incessantemente aspirare e lavorare, se abbiamo intenzione veramente di trasmutare la ‘resistenza’ ed abbracciare il ‘senso’ di tutto quello che ci circonda dentro e fuori della nostra proiezione animica.
Che cosa è l’analogia frattale? Ecco un esempio ben ‘scolpito’:
In futuro gli hard disk non si saranno più! E forse nemmeno i PC; almeno per come siamo abituati ad immaginarli. Come si farà ad archiviare file e ad eseguire programmi? Semplice! Utilizzando sistemi di ‘cloud computing’: server remoti che mettono a disposizione l’hardware (CPU, RAM, Hard disk…) e la tecnologia necessaria a virtualizzare le applicazioni.
Potremo così accedere a file e programmi da qualsiasi PC collegato ad Internet. I vantaggi? Immagina di trovarti in vacanza e di accorgerti all’improvvsio di dover accedere a un documento importante archiviato sul PC di casa… Tra i progetti più complessi di cloud computing c’è la virtualizzazione di interi sistemi operativi per dare la possibilità agli utenti di lavorare ovunque si trovino, in un ambiente a loro più ‘familiare’…
Da Win Magazine di maggio 2011
Quando si parla di ‘regioni’ energetiche intelligenti chiamate, ad esempio, Akasha in ambito ’Spirituale’, cosa si intende? Proprio quello che abbiamo appena citato poco sopra. Un progetto a cui lavora l’uomo in maniera inconsciamente frattale coi disegni superiori, da cui egli stesso s’emana. Ogni individualità replica i meccanismi Celesti della Creazione. Dove per ‘individualità’ s’intende ogni forma di Vita sparsa a caratterizzare ogni ‘regno’ dell’esistenza.
Basti osservare la trama descritta dalle radici di tutti gli alberi o il tessuto neuronale che contraddistingue un cervello. L’analogia frattale va oltre al concetto, autorizzato dall’Antisistema, di osservazione della replica a livello della forma, una evidenza molto affascinante ma che lascia il tempo che trova se non si procede oltre all’evidenza stessa.
Frattalmente: che cosa rappresenta un telecomando? Pensateci...
L’analogia frattale è molto più profonda ed esprime la trama del Creato, le sue Leggi, le sue Finalità. Non è semplice osservarla ad una certa ‘profondità’, ma l’evoluzione in corso, presto, permetterà anche una simile ri-lettura.
Questo vero e proprio moto di Verità è stato descritto, tempo fa, da Ermete Trismegisto:
Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori.
La rete Hartmann e quella Curry che cosa sono? Cosa diceva Ighina a proposito del ‘ritmo’? Che cosa rappresenta l'Agente Smith? Che cosa adora da sempre l’umanità: il Sole.
Quel ‘buco’ che scambiamo per un Dio.
Resosi conto della situazione, egli vorrebbe senza dubbio tornare nella caverna e liberare i suoi compagni, essendo felice del cambiamento e provando per loro un senso di pietà: il problema, però, sarebbe proprio quello di convincere gli altri prigionieri ad essere liberati. Infatti, dovendo riabituare gli occhi all'ombra, dovrebbe passare del tempo prima che il prigioniero liberato possa vedere distintamente anche nel fondo della caverna; durante questo periodo, molto probabilmente egli sarebbe oggetto di riso da parte dei prigionieri, in quanto sarebbe tornato dall'ascesa con 'gli occhi rovinati'.
Inoltre, questa sua temporanea inabilità influirebbe negativamente sulla sua opera di convincimento ed, anzi, potrebbe spingere gli altri prigionieri ad ucciderlo, se tentasse di liberarli e portarli verso la luce, in quanto, a loro dire, non varrebbe la pena di subire il dolore dell'accecamento e la fatica della salita per andare ad ammirare le cose da lui descritte.
Ombra e luce si confondono, ma solo agli occhi di chi non ha mai visto la vera luce.
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011