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giovedì 30 novembre 2023

L’infiltrazione provoca il calcare nel tempo.


O nel... tempio?

Intrattenere in qualcosa comporta una certa attività ed un altrettanto certo interesse. Logicamente, deve esserci qualcuno che ne ha la padronanza. E, all’opposto, una maggioranza dis-organizzata, da circuire. Se tutto ciò viene fatto in maniera non lineare, sostanziale, allora ecco che gli individui manco se ne accorgono: 

democrazia Vs “democrazia”. 

Che fa il Dj ogni mattina presto, quando i pendolari sono in viaggio per recarsi sul posto di lavoro? Intrattiene. In che modo? Allegramente, nonostante l’ora. Sempre raggiante. Con la battuta pronta. A prova di levataccia. Scherzoso, positivo, amicone. Anch’esso lavora, però. Da privilegiato, rispetto a chi si reca in fabbrica, oppure, nel luogo quotidiano ove non è soddisfatto. Che cosa serve per trasformare il grigiore mattutino in qualcosa di più colorato? Ad esempio, un’e-mail con in allegato la fattura del gas, stranamente, a zero. Anzi negativa. Wow: vuoi mettere la soddisfazione? Allora, quel tal Dj, che ti stava sui cosiddetti perché sempre troppo allegro e dunque falso, bè… in quel momento esatto sembra davvero divertente. In fondo lo fa per tirare su il morale alla gente. Non è cattivo. Sta lavorando come chiunque altro. È un grande! 

L’umore varia di pari passo alle “news”. 

Infatti, poi, se viene alla mente che subito dopo il lavoro devi andare dal dottore, uhm… quel Dj ritorna ad essere un po’ meno divertente. Il cielo interno si oscura nuovamente. La musica post Dj porta via, ad istanti. Come navigando per un mare mosso. Ora su. Ora giù. A volte, sotto. A volte, sopra. Figurarsi come si può essere se stessi, in un moto ondoso simile

martedì 8 marzo 2022

L’infiltrato speciale.



Ehi, Capitano, come riconosciamo i buoni dai cattivi?

Se ti sparano addosso sono cattivi”.

Captain America. The winter soldier

Si viaggia o “vive” come ciechi o ignoranti, calpestando quello che rimane di un altro “tempo”. Qualcosa che non si merita, generalmente. Troppo “piccoli” a fronte di tutto questo. Una vera e propria “miseria intima”; qualcosa che si riversa e riserva anche alla cosiddetta “economia generale”. Il riflesso portante è ovunque: 

come il relativo (assoluto, in gerarchia) segnale. 

AntiSistema. Sostanza: no?

C’è sempre così tanto da de-scrivere, ogni volta. È incredibile. Come se fosse una valvola che deve s-caricarsi ogni volta. Ancora una volta, l’alone del “moto perpetuo” non smette mai di ricordarti che “è im-possibile = potenziale (sempre)”. 

Ergo, dipende da Te. 

Ma: qua nell’AntiSistema sei “te”. Acciderba: che peccato. Bè: sarà per un’altra volta, allora. Del resto, sinché c’è vitaUhm, ma se sopravvivi, insomma… vivi? 

Sei vivo? 

Ho i miei dubbi, perché la qualità di ciò che emetti e dunque ti auto caratterizza è ben diversa, rispetto al vivere in quanto essente e non esente

Ci sei? No. 

Da quanto ap-pare, non ci sei. Alias, esisti ma non ci sei. Così, sopravvivi. Ma come può fare un qualsiasi soprammobile. Infatti, anche per “te” si tratta di “togliere la polvere, ogni tanto”: 

non ti lavi, forse, ogni tanto? È uguale, sostanzialmente. 

Diversamente, non ti laveresti? Sì, s’eppure per altro motivo interiore: come una esigenza di mantenersi “puliti” e non di certo “ripulirsi ogni volta (senza riuscirci per altro)”. 

Questo è un flusso logico (dato, sentire, verità) che continuamente scorre ovunque, come Rete Internet, ad esempio. Come segnale radio. Qualcosa che si capta e non necessariamente proviene da sé (figurati se da “sé”).