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giovedì 5 aprile 2012

Oltre i cicli 3d.




Il cambiamento scorre forte sulla Terra 3d, come in ogni altro ambito. Eppure la Terra 3d è un luogo ciclico caratterizzato da una destinazione d’uso molto marcata:

quella di costituire un grande Scenario di possibilità di auto esperimentazione.

Se la propria Natura è questa, la Terra 3d è come una nave scuola a cielo aperto, in cui il cambiamento è sì una costante, ma anche una variabile che cicla da un valore minimo ad uno massimo, dando luogo ad un moto vorticante dell’esperienza.

È ‘utile’ capire che, a mio modo di sentire, il cambiamento corrisponde ad un modello vibrazionale relativo alle individualità. Questa vibrazione sino a che viene contenuta nella scala dei valori registrati nei banchi di memoria magnetici della Terra 3d, permette ‘solamente’ di ciclare, ossia di continuare a spaziare nell’area 3d della possibilità, mentre quando supera i valori di ‘fondo scala’ allora si apre alla possibilità di trasmutazione delle 3d

In questo senso intendo inquadrare la via Ascensionale. 

Come se fosse una metafora del cambiamento; un cambiamento talmente ‘totale’ da risultare quasi paradossale, ossia il completamento del costrutto umano ‘inferiore’, anche al suo livello fisico e dunque cellulare, corrisponderebbe al completamento del ‘download’ dell’energia non manifesta del costrutto umano ‘superiore’. Per cui, invece di radicarsi, come ci si aspetterebbe nelle 3d con tutta la propria ‘presenza’ accadrebbe viceversa un ‘dissolvimento’ del corpo ri-costruito nella sua interezza fisico-spirituale, dando luogo ad una vera e propria smaterializzazione causata dall’innalzamento vibrazionale di Natura consapevole.

L’innalzamento vibrazionale comporterebbe un aumento del ‘calore’ e dell’entropia interna, riflessa per Analogia Frattale anche all’esterno, per cui la sensazione sarebbe di vivere in un Mondo sempre più ‘caldo e sull’orlo di esplodere’…

L’ambito Ascensionale è individuale o relativo a ‘famiglie’ dell’energia affini e/o in compensazione.

Quanto contano davvero i Paesi emergenti?
Durante un vertice a New Delhi, i rappresentanti delle economie emergenti hanno criticato le  politiche monetarie espansive adottate dal Fondo Monetario Internazionale per contrastare la crisi finanziaria, ‘che hanno avviato una guerra monetaria e hanno introdotto nuove e perverse forme di protezionismo nel mondo’, per dirla con le parole di Dima Rousseff, presidente del Brasile. Ma quanto contano davvero i cinque Paesi a maggior tasso di crescita (circoscrivendo l'analisi a quelli di medie o grandi dimensioni) e fin dove possono arrivare? Cerchiamo di capirlo..
 
I cinque Paesi che compongono i Brics nel 2010 hanno generato il 15% del commercio mondiale, una cifra cinque volte superiore a quanto registrato nel 2010. Intanto, il loro contributo alla ricchezza prodotta nel Pianeta è passato dal 16 al 25%... 
 
Scarso potere politico.
Nonostante, questo peso in termini economici, e la disponibilità a parlare con un'unica voce, i cinque Paesi emergenti non hanno finora conquistato posizioni a livello politico. Le principali istituzioni internazionali - a cominciare dallo stesso Fmi - sono state costituite nel Secondo Dopoguerra, quando cioè il mondo era dominato da ben altri equilibri. E oggi chi detiene il potere non è disposto a farsi da parte
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Oggi chi detiene il potere non è disposto a farsi da parte

La ‘pressione’ si alza e la temperatura, alla stessa stregua, si alza. Il Pianeta Terra ha conosciuto una costante ciclicità nel corso del Tempo. Una evidenza su tutte sono le cosiddette ‘ere glaciali’, ossia dei periodi post-Ascensione caratterizzati da una risposta frattale alla maturazione di interi ‘raccolti’ Ascesi, che per conseguenza lasciavano indietro una differenza, in termini fisici, di calo della temperatura terrestre, essendo contenuti nel medesimo ‘edificio ‘di Conoscenza del Sé.

Tutto quello che accade sulla Terra 3d è un riflesso frattale della verità relativa allo stato vibrazionale delle entità individuali in fase Ascensionale. 

La ‘media’ vibrazionale relativa alla Massa, in costante lavoro inconscio su se stessa, ha meno ‘peso’ rispetto alla presenza di entità in Ascensione. Il frattale che lo dimostra è l’effetto leva che sempre di più regola l’andamento dei Mercati Economici Internazionali.

Archimede aveva espresso qualcosa a tal riguardo, vero?

Datemi un punto d'appoggio e solleverò la Terra…

Quel ‘punto di appoggio’, secondo me, corrisponde a livello energetico al completamento della propria radicalizzazione bio-fisica-organica-spirituale:

il cui fulcro finale non è da confondersi con l’alto ma col basso, inteso come ambito relativo alle cellule. Infatti, per la sola legge di gravità, il ‘sopra’ tende per default a scendere, mentre il ‘sotto’ è come schiacciato al ‘suolo’. 

Il ‘sotto’ è il Mondo cellulare, il ‘sopra’ è il Mondo sovramentale.

Ecco, per cui il lavoro ‘ultimo’ da svolgere è relativo al ripristino o alla riprogrammazione del Cosmo Cellulare. Come possiamo rivolgerci ad una cellula? Con quale linguaggio? 
 
Senza perdere il ‘senno’, iniziamo a parlare praticamente con noi stessi (Conosci Te Stesso). In quel modo si 'solleva' la Terra, ma non certamente quella 3d.

Già Calligaris provò che il corpo umano è un ‘quadro vivente’ antropomorfo relativo alla propria 'storia'. Tutto è scolpito a livello della ‘pelle’:
  • traumi
  • vicissitudini
  • abitudini
  • emozioni
  • sentimenti.
La Medicina Cinese afferma praticamente la stessa cosa, andando a intessere o rivelare/rilevare la struttura di meridiani energetici che caratterizzano l’intero corpo umano.

La ‘mappa’ di chi siamo ci avvolge in ogni momento. 

Non solo l’Aura testimonia il nostro status, ma praticamente ‘tutto’ di noi corrisponde al nostro aspetto bio-energetico, esattamente come un biglietto da visita con fotografia esprime le generalità e le sembianze di una persona.

Il lavoro pratico organizzativo crebbe notevolmente all’Ashram, che durante la guerra aveva accolto numerosi bambini e donne, Mère comunque continuò, con Sri Aurobindo, nel lavoro di realizzazione della nuova Coscienza. Quella Coscienza superiore che egli aveva raggiunto oltre i piani della mente e della Sopramente, la ‘Coscienza di Verità’, attraverso un nuovo potere di coscienza, da lui chiamato ‘Supermente’, che avrebbe segnato una nuova tappa evolutiva;
 
‘L'uomo’ diceva infatti Sri Aurobindo ‘è un essere di transizione. L'evoluzione continua ed egli sarà superato’.
 
Il 5 dicembre 1950 Sri Aurobindo lasciò il corpo e Mère, a 72 anni, rimase 'sola' a svolgere il lavoro. Sri Aurobindo e Mère avevano individuato all'interno del corpo una ‘mente delle cellule’, una ‘mente solare e immortale’ capace di aprire la strada ad un altro essere dopo l'uomo’. L’obiettivo era quello di superare la loro ‘mortale memoria genetica’ in cui si cela il ‘nodo della vita con la morte’. 

‘Disfare la memoria delle cellule’… 

Questo sarebbe divenuto il lavoro di Mère, nel proprio corpo.
 
Proseguiva il suo lavoro in quel laboratorio evolutivo che l'Ashram rappresentava, ma soprattutto continuava l'immersione nella ‘nuova specie’, attraverso il proprio corpo, che cessava di essere un corpo individuale, ma diveniva il corpo stesso della Terra. ‘È nella frontiera cellulare che si trova la chiave, ovvero il passaggio della morte. E se la trasformazione è possibile in un corpo è possibile in tutti i corpi’. ‘Sarà proprio il corpo a gettare un ponte tra la vita fisica quale noi la conosciamo e la vita sovramentale che si manifesterà’.
 
Nel 1952 fondò il Centro Universitario Internazionale Sri Aurobindo con la finalità di sviluppare un nuovo modo di educare, senza certificati, lauree, diplomi. Uno sviluppo educativo non finalizzato alla carriera e al denaro…
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Aurobindo sosteneva che l'umanità del nostro tempo sta per compiere un salto evolutivo eccezionale e dalle conseguenze inimmaginabili, suscitato dalla discesa sulla Terra di un'energia cosmica da lui definita Supermente.
 
Questo stadio della coscienza planetaria, che darà vita a un nuovo tipo di donna e a un nuovo tipo di uomo, ha necessità, per manifestarsi pienamente, di una base fisica diversa da quella attuale. Il nostro corpo infatti è eccessivamente tamasico (inerte) e le sue componenti subatomiche tendono a quella stolida ripetitività che costituisce il maggiore ostacolo a una reale trasformazione e la causa principale della morte; mentre ‘la perfezione supermentale significa che il corpo diventa cosciente, viene riempito di coscienza’ (Lettere sullo Yoga, Arka, vol. IV, p. 291).
 
È proprio sul necessario risveglio di questa coscienza che lavorò Mère negli ultimi 15 anni della sua vita, nel tentativo di stabilire un contatto non più mediato con le componenti cellulari del proprio corpo

una sorta di discesa agli Inferi nella quale non ebbe altri maestri che se stessa. ‘È davvero un camminare alla cieca, senza niente’, ripeteva spesso al proprio discepolo Satprem. ‘Senza sapere niente, si cammina [...] Sto davvero aprendo una strada in una foresta vergine - peggio che in una foresta vergine’ (La nuova specie, Ubaldini, p. 126). 
 
E confrontando il metodo suo e di Aurobindo con quelli tradizionali ne evidenziava la profonda diversità:

'tutti quelli che cercavano il Nirvana lo cercavano abbandonando il corpo, mentre il nostro lavoro consiste nel fare in modo che sia il corpo, la sostanza materiale, a fondersi...
 
La meraviglia (per la coscienza comune è un miracolo) è conservare la forma perdendo completamente l'ego [...] adesso è il corpo, direttamente, ad avere il potere, senza interventi esterni. Non che una coscienza superiore si imponga al corpo: 

ma è proprio il corpo a svegliarsi nelle proprie cellule; è una libertà delle cellule’ (La mente delle cellule, ed. Mediterranee, p. 24 e p. 92).
 
Questo audace sprofondarsi nel proprio sé è però, a causa della sua stessa potenza rivoluzionaria, incomunicabile. Mère ne era consapevole e lamentava di non trovare parole adeguate per esprimere ciò che si stava attuando nel suo corpo, di non poter estendere la propria esperienza ad altri, se non in forme verbali puerili o approssimative. Come quando cercò di descrivere la visione che aveva avuto della vera Materia, definendola ‘come un'unità, un'unità fatta di innumerevoli - miliardi, capisci - di innumerevoli punti coscienti di se stessi. Che però non ne è la somma! Non è una somma: 

ma un'unità. Un'unità innumerevole' (La mente delle cellule, Mediterranee, p. 43).
 
È nel corpo che va cercata la chiave, è nelle cellule che può essere realizzata la salvezza. Le leggi di Natura vanno abbandonate per aderire a quelle della Coscienza suprema. In tal modo la morte potrà essere annullata e la vita diventare ininterrotta: 

‘se solo le cellule del corpo potessero svegliarsi alla capacità di cambiare con il cambiare della coscienza, la necessità di una dissoluzione brutale non esisterebbe più e la morte non sarebbe più inevitabile’ (Conversazioni 1929, Arka, p. 70).
 
È questo il grande scopo additato da Mère: 

che la Materia ritrovi e incarni in sé la Coscienza divina, creando così la perfetta base fisica per l'affermazione della realtà supermentale;  ed è a questo che dedicò ogni energia, trasformando il proprio corpo in un incredibile laboratorio sperimentale…senza dubbio un'originale interprete...
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Attenzione ad ogni presunto livello di 'libertà' che si raggiunge. Chi può dire di essere al di fuori del 'Controllo'? I Wingmakers ci ricordano, ad esempio, che il Nirvana è solo un checkpoint del 'Controllo'.

La Morte ha un alto senso nel cammino del 'Conosci Te Stesso'. Pensare di by passarla, nelle 3d, è un errore secondo me, perchè ci si scontra con una legge Planetaria e per giunta che 'gioca in casa'. La Morte si 'evita' quando non è più necessaria, ossia quando si Ascende dopo avere completato anche la riconnessione cellulare. A quel punto la Morte cambia d'uso, diventando qualcosa d'altro di ancora necessario per il nuovo livello raggiunto.  

Lo Yoga delle Cellule di Mère.
Sri Aurobindo ha fatto discendere nel corpo della Terra il supermentale e Mère lo ha fatto penetrare nel suo corpo, impregnando di esso le sue cellule e le ‘cellule’ del Pianeta.
 
La difficoltà di comprendere Sri Aurobindo e Mère sta nella nostra incapacità di liberarci da strati di false convinzioni sulla Materia e sullo Spirito. Il realtà la Materia è Spirito allo stato ancora incosciente. Dice Mère: 

'Ogni punto del corpo è simbolico di un movimento interiore; è un mondo di corrispondenze sottili... L’intero mondo fisico è il simbolo dei movimenti universali. Quindi il nostro corpo è il simbolo dei nostri movimenti interiori. Il mondo intero, l’intero mondo fisico è come una cristalizzazione, è una materializzazione, una cristallizzazione, dei movimenti degli altri piani dell’universo' (Conversazioni 1953, pag 74).

In questo viaggio attraverso l’Agenda cercherò di sottolineare le tappe fondamentali di Mère attraverso le quali desumere gli elementi radicali per creare una nostra disciplina. La difficoltà di percorrere la sadhana dello Yoga Integrale consiste appunto nella sua caratteristica di essere una Via aperta in cui ogni ricercatore diviene un vero esploratore. Per questo Sri Aurobindo non diede tecniche ed anche Mère lasciava un’estrema libertà, pur regalandoci un potente aiuto per mezzo del mantra delle cellule Om Namo Bhagavatè, di cui parlerò più avanti.
 
'E assolutamente certo che grazie all’influsso della luce sopramentale avverrà dapprima la trasformazione della coscienza del corpo; e che un progresso nella padronanza e nel controllo di tutti i movimenti e del funzionamento di tutti gli organi del corpo verrà soltanto in seguito; che questa padronanza diverrà a poco a poco una specie di modificazione radicale del movimento e poi della costituzione degli organi stessi... 

Quanto a ciò che alla fine dovrà prendrne il posto - allorchè i diversi organi saranno sostituiti da centri di concentrazione di forze, diverse di qualità e di natura, che agiranno ciascuna secondo un modo proprio - si tratta di un concetto ancora non ben compreso dal corpo, proprio  perchè ancora di là da venire quanto a realizzazione. Mentre il corpo può capire davvero solo quello che è sul punto di poter fare'. (Ibidem, pag 50)
 
Queste affermazioni di Mère sono davvero forti, ma anche molto dirette e chiare. Non è facile accettarle, se ricorriamo agli schemi che fino ad ora hanno nutrito la nostra mente. Ma perchè ci riesce di accettare che ad una lucertola ricresca la coda o che da due piccolissime cellule nasca un individuo così complesso come è l’Uomo? Dobbiamo avere sempre presente che è l’energia a formare la materia, che è l’energia a muovere gli universi ed ogni cellula del nostro corpo. Che le cellule stesse sono energia. Un’ameba si muove e cambia forma. Perchè non potrebbe essere possibile ad un corpo umano non più soggetto all’irrigimento? 

Non è forse vero che prima diventa disfunzionale l’energia di un chakra del nostro corpo e successivamente si presenta la malattia sul piano somatico? Anche la scienza più avanzata riconosce ormai questa verità.
 
Ma per adesso questa trasformazione così radicale non ci riguarda, mentre ci riguarda fin da ora la trasformazione della coscienza del corpo, come dice Mère nella frase citata. Noi possiamo iniziare ad agire su questo processo in vari modi che vedremo man mano. Intanto però sottolineo che il mantra delle cellule è uno di questi modi.
 
Al centro del petto, nel nostro intimo cuore c’è una porta che si apre alla nostra anima individuale, al divino che è in noi, all’Essere Psichico, come lo chiamano Sri Aurobindo e Mère. Potremmo chiamare l’Essere Psichico il maestro del nostro yoga, della nostra sadhana. 

È il centro della individualità vera, coperta dalle menzogne dell’ego che offusca ogni percezione, ogni intuizione, ogni azione. Sri Aurobindo dice che l’essere psichico 'È una porzione del Divino che permane di vita in vita... La parte psichica di noi è qualcosa che viene direttamente dal Divino ed è in contatto col Divino... C’è questo elemento divino in noi che rimane nascosto in tutti gli eseri viventi, ma sta nascosto dietro la coscienza ordinaria, non è sviluppato al principio e, anche se lo è, non è sempre o spesso in primo piano... Cresce nella coscienza facendo esperienza verso Dio, guadagnando forza ogni volta che c’è un movimento superiore in noi e infine con l’accumulazione di questi movimenti più profondi e più elevati, si sviluppa un’individualità psichica' (L’Essere Psichico, pag 22-23, Edizioni Lilaurora). 
 
Dice Mère: 

'L’anima è la scintilla divina che dimora al centro di ogni essere... è il Divino nell’uomo. L’essere psichico prende forma progressivamente intorno a questo centro divino (l’anima) nel corso delle sue innumerevoli vite nell’evoluzione terrestre, finchè arriva il momento in cui l’essere psichico, pienamente formato e interamente risvegliato, diventa l’involucro cosciente dell’anima attorno a cui si è formato'. (Ibidem, pag 26)
 
Mi sembra evidente che possiamo già identificare due punti immancabili della sadhana del purna yoga: 

Il mantra delle cellule e il centro psichico. 

Su di essi dovremo quindi porre l’attenzione e costruire un metodo. Per quanto riguarda il mantra è ovvia la pratica del japa, ovvero la recitazione silenziosa del mantra, ripetuto mentalmente. Dice Mère: 

'Per il momento fra tutte le formule mantriche, quella che agisce più direttamente su questo corpo prendendo tutte le cellule e producendo immediatamente una cosa così (gesto di vibrazione) è il mantra sanscrito Om Namo Bhagavatè... Tutte le cellule del corpo venivano prese da un’intensità di aspirazione... Il mantra ha un tale potere di trasformazione'. (Ibidem, pag 216)
 
Mantra delle Cellule.
Per quanto riguarda il contatto con l’essere psichico possiamo adoperare varie tecniche: 

la concentrazione sul chakra del cuore, il respiro nel cuore, delle visualizzazioni. Ma su questo punto è bene che ognuno trovi il metodo più congeniale alla propria indole. Ciò che conta è che la pratica scelta sia accompagnata da un vero anelito, dal surrender, da un’invovazione di cuore. L’apertura del cuore non è un atto meccanico; è una preghiera, è un atto di estrema fiducia

'Il modo migliore per ricevere qualsiasi cosa non è tirare verso di sè, ma di darsi. Se (le persone) vogliono darsi alla vita nuova, beh, la vita nuova entrerà in loro. Ma se vogliono tirare la vita nuova dentro di loro, con l’egoismo non faranno che sbarrare la porta'. (Ibidem, pag 100)
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‘L'uomo’ diceva infatti Sri Aurobindo ‘è un essere di transizione. L'evoluzione continua ed egli sarà superato’.

Facciamo attenzione ad un punto ‘mentale’ del recepimento delle informazioni. L’essere di transizione è anche l’essere in transizione, ossia  in movimento/cambiamento.

Lasciare il corpo significa anche completare la crisalide e lasciare l’involucro 'vuoto', mentre il valore aggiunto si sposta di livello vibrazionale. Non confondiamo come al solito le cause con le conseguenze.

Tutto è opportuno. 

Per cui l’esperienza inTerra 3d è opportuna per ‘Conoscere Se Stessi’ in determinate condizioni adatte all’emersione e all’immersione vicendevole, in un luogo dove tutto cicla e vortica, un luogo energetico sul modello del nastro di Möbius

Andando sempre avanti si riparte da capo.

No, occorre lasciare l’involucro vuoto del corpo e la Terra 3d stessa.

In transizione verso altra vibrazione dell’essenza

Ascendere è come galleggiare sempre più leggeri sull’oceano energetico e improvvisamente inabissarsi, scomparendo dal piano manifesto delle 3d e andando un po’ più vicini al ‘nucleo’ della Sorgente.

Ancora sulla Terra, magari, ma di un altro livello dimensionale… Ancora in un corpo. Magari, ma di un’altra fattezza vibrazionale.

In ogni cosa, in ogni atomo
c’è la Presenza Divina.
La missione dell’uomo
è di manifestarla.
Mère

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 2 aprile 2012

L'emersione dell'effetto delle parti.




L’Io è l’effetto delle ‘parti’ senza la consapevolezza delle ‘parti’.

Che cosa è il fegato, un rene, il cuore, ad esempio?

Sono le ‘parti’. 

Dal punto prospettico dell’Io o dell’aggregazione simbolica della Coscienza, non si ha ancora la sufficiente 'sensibilità' per rendersi conto del ‘lavoro’ compiuto dalle ‘parti’. Se ne accorge la Medicina, allorquando studia le ‘parti’ al fine di comprendere il senso fisico della presenza del tal organo nel tal punto. L’osservazione è prettamente 3d. L’ambito energetico sfugge del tutto, almeno a livello di Medicina Allopatica e di consapevolezza sociale.

Il corpo umano rappresenta una sinfonia di effetti:

un campo d'effetti diversi. Esso è più un 'campo umano' che un 'corpo umano'.

La risultante o il ‘valore aggiunto’ delle attività d’insieme è un campo d’energia intelligente, che conferisce un ‘moto’ al senso della presenza fisica.

Andando oltre, le ‘parti’ sono composte a loro volta da altre ‘parti’ più minuscole

È consuetudine ritenere queste piccolissime ‘parti’, come i globuli rossi, le piastrine, etc. come dei ‘dispositivi’ ordinati dal cervello per funzione e tempistiche. Se andiamo ancora più addentro alla struttura della Vita, raggiungiamo il livello cellulare. A quella ‘profondità’, così come scrutando lo Spazio, dobbiamo attenerci a quello che gli ‘Scienziati’ scoprono, celano e ci dicono.

A livello non manifesto accade di tutto. Le cellule sono a loro volta costituite da atomi, etc. e per porre un'ipotetica conclusione alla 'vivisezione', di energia, anche se l'energia dipende dall'intenzione...

Il 'motore' per partire necessita di una 'scintilla'.

Se la free energy è ‘solo’ un effetto di azioni che accadono ad un livello ‘superiore’, lo stesso discorso vale per i livelli ‘inferiori’ per dimensione fisica. Ciò che accade a livello cellulare determina ‘effetti’ al livello ‘emerso’ della corporeità 3d e a livello di morfogenetica. Che cosa è l’Ego?
 
Effetti nelle 3d…

Ora, si tende a scambiare molto spesso l’effetto con la causa. L’Ego che cosa è? Un effetto o una causa? E se incarnasse i due aspetti allo stesso tempo?

Come è possibile? È possibile dal momento in cui l’effetto del ‘Tutto’ sulla Terra 3d si riassume in una coesistenza tra leggi Celesti e Planetarie, ugualmente ‘autentiche’, diluite dall’effetto di ‘distanza vibrazionale’ e di ‘rispetto’ o auto determinazione o libero arbitrio dell’esistenza soggetto.

Se prendiamo un’esistenza soggetto, ad esempio, come la Terra, allora l’effetto delle leggi Celesti sarà certamente presente in/su di lei, tuttavia sarà 'smussato' opportunamente dal contesto dell’essere vivente Terra, ossia dall'effetto delle proprie leggi Planetarie.

Questa vera e propria diluizione rappresenta una sorta di smorzamento dell’ordinamento Celeste, in funzione del livello di consapevolezza raggiunto dalla Terra stessa. Al livello del Piano Divino, il libero arbitrio è perfettamente 'tutelato'; il libero arbitrio rappresenta la ‘fiducia’ del Creatore, la Giustizia Celeste, l’ubiquità della presenza del Creatore stesso in ogni ambito della Creazione.

La Terra, in quanto rappresentante della Creazione Celeste, ha diritto al proprio libero arbitrio, alla fiducia che il Creatore ha riposto il lei e nella sua funzione all’interno del senso e del fluire della Creazione, nel modello vettoriale relativo al Conosci Te Stesso.

Cosa siamo ‘noi’ per la Terra? 

Non siamo forse paragonabili a ‘parti diverse' che compongono effetti diversi sulla sua ‘superficie’. Se la Terra è un substrato, allora lo siamo anche noi, perlomeno per gli acari della pelle. Se conferiamo alla Terra una valenza maggiore, ossia se la riteniamo un essere vivente solo più grande e sfuggevole, allora cambia tutto. 

Se vivessimo sulla groppa di un elefante e la nostra esistenza fisica dipendesse da lui, come lo tratteremmo? 

Vedendolo e rendendoci conto della sua esistenza, in quanto essere vivente ‘caldo’ sotto ai nostri piedi, lo tratteremmo di conseguenza in maniera molto più rispettosa, diversa dal punto prospettico del ‘non vederlo’ e, di conseguenza, svilupperemmo una presenza molto più compensativa e coerente con il senso di unione sottile che spira in tutto l’ambito del Creato.

Il non percepire la Terra come un essere vivo, nel tempo, ha comportato una dissoluzione dei valori che discendevano dall’antichità, ossia dal tempo in cui l’umanità, o le ‘parti’, emergeva dalla Terra come valore aggiunto direttamente proporzionale alla ricchezza biodiversa di elementi utili alla formazione degli involucri umani. La Terra è come il dorso dell’elefante dell’esempio precedente.

Un essere umano si sente al centro del senso della manifestazione esistenziale. È il nostro punto prospettico. Non penso che l’umanità si sia sempre sentita in questo modo. È un modello attuale che deriva dalla formazione del campo morfogenetico dovuto alla presenza silente delle ‘parti’.

È come un sommergibile che emerge, dapprima, tramite osservazione dal solo periscopio. Quel dispositivo è un primo tipo di presenza in superficie; sotto di lui esiste una struttura non emersa, ma ‘importante’, che necessita del valore aggiunto trasmesso dal periscopio:

le immagini di quello che c’è in superficie.

Ogni ‘parte’ ha la propria funzione ed importanza. È per questo che l’umanità sente dentro di Sé questa centralità.

Non tanto perché sia ‘unica’ quanto perché è ‘utile’.

L’umanità è un qualcosa che deve la propria attuale presenza ad un’immane gioco compensativo di effetti diversi:

a che cosa ‘serve’ l’umanità?

Ad esplorare. Gli Human Bit sono sonde esplorative lanciate sulla frontiera dell’Universo. Ogni ‘sonda’ è senziente, viva e dotata di ogni tipo di ‘rispetto’ dovuto all’effetto e alla tutela delle leggi Celesti.

Per capirlo meglio dovremmo ripensare alla Vita di una cellula. Dal nostro punto di vista è difficile pensare alla singola cellula in termini di conduzione di Vita. I nostri modelli sono troppo ‘grandi’ per essere applicati ad una cellula. La mente non riesce. Come non riesce nemmeno a pensare alla Vita di una formica o di un’ape. Come è possibile che lavorano sempre? Come possono vivere in quella maniera?
 
Poi, se guardassimo il ‘formicaio’ umano da una prospettiva sufficiente ad inquadrarlo come se stessimo assistendo ad una puntata di Quark, allora potremmo giungere alla conclusione che anche la Vita umana non trascorre differentemente da quella di un insetto appartenente ad una socialità altamente organizzata e lavorativa come quella di api, formiche, etc.

Anzi, la loro presenza riflette la nostra e probabilmente anche viceversa. Dipende. Se non ci si ‘tira fuori’ dal livello che ‘contiene’, non è possibile comprendere ‘senza limiti mentali’ e a pieno la situazione creatasi. I livelli gerarchici tra le entità permettono l’applicazione di vere e proprie barriere vibrazionali, sorte per vie naturali, come se un 'cannone fisso' avesse una gittata di 10 chilometri e per mettersi al di fuori del suo potenziale effetto distruttivo, delle persone edificassero la propria città oltre quella distanza.

La membrana che divide le dimensioni è naturale e si è formata nella stessa maniera, come un fiume che accumula detriti in particolari anse del suo letto, nel tempo, nella disponibilità di materiali e in compensazione con gli effetti delle leggi Celesti e Planetarie o come una barriera corallina.

Ciò che oppone resistenza non equivale ad essere un ‘freno’. Dipende.

Una duna del deserto, che riusciamo a concepire come un effetto di sabbia e vento, non la percepiamo come un nemico che ci ostacola il cammino, così come la presenza di un fiume che sbarra il passaggio. La Natura diviene ‘nemica’ quando la si ‘colora’ in questo modo, ossia quando la biodiversità diventa un problema anziché una preziosità

L’umanità sta 'piallando' le asperità presenti sulla Terra e il nocciolo della questione, essendo diventato un ‘problema di tempo per giungere più in fretta all’arricchimento in termini di denaro’, allora evidenzia le ricchezze biodiverse del territorio come risorse da sfruttare unicamente; come un sacrificio alla divinità denaro.

Chi si rivolge alle cellule del proprio corpo per parlare con loro?

Lo yoga cellulare.
‘È nella frontiera cellulare che si trova la chiave, ovvero il passaggio della morte. E se la trasformazione è possibile in un corpo è possibile in tutti i corpi. Sarà proprio il corpo a gettare un ponte tra la vita fisica quale noi la conosciamo e la vita sovramentale che si manifesterà’.
 
Esiste anche una mente oscura, una mente del corpo, delle cellule stesse, delle molecole, dei corpuscoli… Questa mente del corpo, realmente tangibile, per la sua oscurità, il suo attaccamento ostinato e meccanico ai movimenti passati, la facilità nel dimenticare, il suo rifiuto a tutto ciò che è nuovo, è uno degli ostacoli principali all'infusione della forza supermentale nel corpo ed alla trasformazione del funzionamento corporeo

Per contro, una volta definitivamente convertito, sarà uno degli strumenti più preziosi per stabilire la Luce e la Forza supermentali nella Natura materiale.
 
Nelle cellule del nostro corpo risiede un Potere nascosto che vede l'invisibile e premedita l'eternità….
Sri Aurobindo
 
Le cellule costituiscono la materia di cui il nostro corpo è fatto, ma esse contengono anche, evidentemente, un elemento vitale, poiché esse sono viventi, e ciò che si sa un po’ meno, un elemento mentale

Questa coscienza delle cellule del corpo è la coscienza più elementare nell’essere umano e dunque l’ultima tappa nella trasformazione del corpo. Siccome la materia è direttamente relegata all’Inconscio attraverso l’intermediario del Subconscio, la coscienza delle cellule è di gran lunga la più difficile da trasformare, da divinizzare

È molto probabilmente a causa di questa difficoltà, che in precedenza non si è mai provato a risolvere, che Sri Aurobindo dovette compiere l’atto yogico senza precedenti di discendere vivente nella morte…
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I ‘Guardiani’, alla fine, sono le nostre stesse ‘parti’.

Nessun nemico ma solo ‘colore’…

Dipende da noi.

L’Analogia Frattale, che percepisco, preme per evidenziare, rispolverare, un 'nuovo' senso umano, ossia quello che Aurobindo definiva ‘un Potere nascosto che vede l'invisibile’, aggiungo io, ‘che vede l’invisibile nel manifesto, come se il manifesto fosse una traccia del non manifesto. 

Ogni entità 'non manifesta' lascia 'tracce' nel manifesto

Essa non affiora alla superficie con un corpo ma con un effetto. La struttura intelligente delle 3d registra tuttavia ogni affioramento anche senza corpo. Non è necessaria la 'massa' quando a scrivere, a co creare, è l’intenzione’.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

martedì 11 gennaio 2011

La resistenza dell'Antisistema "rivela".





Che cosa è l’Antisistema in "breve"? Innanzitutto la parola che lo definisce è una parola e basta: un costrutto umano. Per quanto tale rimane un insieme di suoni che codifichiamo in un certo modo. Suoni che hanno un significato “palese” e molti significati “occulti”. La differenza nell’intendere un significato piuttosto che l’altro, sta tutta nella nostra sensibilità o educazione di base.

Il termine Antisistema indica qualcosa che si oppone al Sistema. 

Di quale Sistema stiamo scrivendo? Chiaramente di quello che ci accoglie o che abbiamo creato attorno a noi. Certo. Proprio del Sistema globale moderno: quello che fa acqua da tutte le parti.

Quello che se stai bene te ne freghi di tutti gli altri e se stai male devi cercare l’elemosina di fronte al supermercato. Sì, proprio di quel Sistema. Quello, per intenderci, che usa la Natura come se fosse stata creata appositamente per essere distrutta dall’uomo

Quello che definisce l’uomo come un lupo per ogni altro suo simile.

Ebbene, se il Sistema è questo, io preferisco chiamarlo Antisistema. Perché? 

Perché per me il Sistema è un qualcosa di positivo, in cui non solo io sto bene ma anche tutti gli altri. Per intenderci: il Paradiso è il Sistema. Ogni altro Sistema è un  Antisistema, perché è agli antipodi della situazione ideale, perfetta.

Ci siamo? È politica odierna e ampia strategia, usare un termine per primi, impossessarsene per definire tutti quelli che non la pensano come i detentori della “parola” come degli “anti…”.

Noam Chomsky lo scrisse già molti anni fa. Gli Usa sono maestri in questa arte, ad esempio. Vi dice niente la querelle “Global e No-Global”?

Noi viviamo il sogno di qualcun altro. In questo sogno siamo ospiti privilegiati, in quanto co creatori nello scenario 3D a disposizione. Introduciamo allora un concetto che approfondisce maggiormente l’utilizzo del termine Antisistema, ossia il concetto di Resistenza:

“Con l’opposizione della resistenza (quantità) alla attività (qualità pura) il fenomeno appare”.
Da “Studio sui numeri” di R.A. Schwaller  De Lubicz

Anche in Sri Aurobindo, nel Savitri, si scrive che:

“La bellezza conquisterà la resistenza del mondo…”

Attraverso la resistenza si evidenzia un aspetto che, un certo tempo prima, era ancora non manifesto. Senza resistenza un fenomeno “nuovo o diverso dal consueto” non appare. Pensiamo alla resistenza in caso di guerra. Applichiamo una forza contraria ad un dominio nel tempo. Questa forza contraria si scontrerà con il dominio, togliendo energia e disponendola in maniera diversa sul “territorio”.

È un processo simile alla nascita delle catene montuose che, prima, non c’erano. 

Ecco il ruolo dell’Antisistema. Evidenziare e far crescere. Ed ecco perché noi siamo nell’Antisistema e non nel Sistema. 

L’Antisistema è la resistenza che permette il travaso del principio assoluto non manifesto in una progressiva diffusione nelle individualità incarnate e nel principio della Natura. Tutto quello che è interiore all’Anima trova l’esteriorizzazione nel fenomeno della resistenza o caduta.

L’Antisistema permette, secondo il principio dei vasi comunicanti, il download dell’alto nel basso, rendendolo visibile, percepibile, reale per questa altezza della vibrazione.

Una resistenza che riscalda rende evidente l’energia che scorre nel circuito. Senza la resistenza quell’energia continua ad esistere al di fuori della nostra percezione attuale.

Per questo motivo non possiamo essere in un Sistema, per quanto ci si possa perdere di fronte alla semplice definizione linguistica. Anche l’Antisistema è un Sistema: certo.
Ma il Sistema a cui mi riferisco è un Sistema ideale come il Paradiso e il suo opposto è l’Antisistema ideale come l’Inferno: se ci pensiamo bene il “nostro” mondo è più simile all’Inferno che al Paradiso, ma anche questa view può essere soggettiva.

Rimanendo nella sola ottica della Vita di Sri Aurobindo, possiamo riscontrare il concetto di resistenza regolarmente diffuso tra le righe:
  • Nel dicembre del 1892, a vent’anni, partiva per tornare in India, dopo aver rifiutato di entrare nel Indian Civil Service, l’organizzazione amministrativa con cui gli Inglesi governavano l’India, coinvolgendo i migliori giovani Indiani, allettati da ottimi stipendi.
  • Dall’agosto del 1893 inizia a scrivere articoli politici sul settimanale Indu Prakash di Bombay. E’ l’inizio di una attività politica rivoluzionaria per l’indipendenza dell’India. E’ del 1893 la prima denuncia, in un articolo, del Congresso del Bengala: "Morente di consunzione ... in un'era in cui democrazia ed altri termini altisonanti scorrono nei nostri discorsi in modo così sciolto, un corpo come quello del Congresso che non rappresenta la massa della popolazione, bensì una classe singola e limitata, non può onestamente dirsi Nazione."
  • Sri Aurobindo fu il primo 'politico' in India che si preoccupò di dichiarare apertamente, quale fine dell'azione politica in India, la completa e assoluta indipendenza. Come forme di lotta promosse incisive azioni di non cooperazione, resistenza, boicottaggio, sabotaggio nei confronti del governo britannico in India.
Da questi esempi possiamo notare sempre il frattale del concetto di opposizione ad un energia di dominio, appunto una resistenza. Movimento che denota una caratteristica dell’Antisistema. Coordinate che denotano la presenza dell’Antisistema. Modalità che fa comprendere di vivere in un Antisistema e di essere in cammino, in viaggio tra le polarità evolutive di un circuito “aperto” e non più in loop

Quando l’Antisistema diventa un Sistema, raggiungendo l’armonia, lo scopo è raggiunto ma la destinazione d’uso dello scenario 3D rimane inalterato

Il Sistema si trasferisce ad un altro livello, ascende alla vibrazione maggiore successiva, lasciando indietro la propria “ombra” in termini di un nuovo inizio, poiché il senso dello scenario 3D è e sarà sempre quello: l’induzione alla autoeducazione mediante opposizione di una resistenza al fine di far apparire il "fenomeno".

Nel leggere velocemente la Vita di Sri Aurobindo, ho trovato conferme alla mia "autodidattica ispirata" ed al fatto che il non ricevere aiuti è:
  • una sensazione dettata solo dal proprio Ego
  • un’altra forma di resistenza atta a generare una modalità proattiva
Ecco un esempio:  
 
Cominciai il mio Yoga nel 1904 senza un guru; nel 1908 ricevetti un aiuto importante da uno Yogi Maharatta e scoprii le fondamenta della mia sadhana, ma da allora, finché la Madre non giunse in India, non ricevetti aiuto spirituale da nessun altro

La mia sadhana, prima e poi, non era fondata sui libri ma su esperienza personali che si affollavano in me dall'intimo

Ma in carcere tenni con me la Gita e le Upanishads, praticai lo Yoga della Gita e meditai con l'aiuto delle Upanishads, questi furono i soli libri nei quali trovai una guida; i Veda, che cominciai a leggere per la prima volta molto tempo dopo a Pondicherry, anziché guidare la mia sadhana, confermarono piuttosto quali esperienze avevo già avuto. ...".

Infine in questo ultimo passo trovo molte analogie con ciò che mi anima in profondità. Il concetto di resistenza, di Antisistema, di opportunità di ogni cosa o evento, l’assenza ultima del caos nello sviluppo del Piano Divino, etc:

La novità e l’autentico scopo del suo Yoga era non solo quello di realizzare una Coscienza Superiore, ma andare oltre, una ricerca per armonizzare i due poli dell'esistenza, Spirito e Materia. Mantiene come punto di partenza gli antichi insegnamenti dell'India secondo cui dietro le apparenze dell'universo c'è la realtà di un Essere e di una Coscienza, un Sé di tutte le cose, unico ed eterno, di cui è possibile divenire coscienti attraverso una disciplina atta a rimuovere il velo di ignoranza, che separa gli esseri da questa Realtà. Poi Sri Aurobindo va oltre questi insegnamenti: questo Unico Essere e Coscienza è presente allo stato involuto anche nella Materia, nell'oscurità ed ignoranza del mondo sensibile, l'evoluzione è il metodo attraverso il quale questa Realtà Unica libera se stessa

La coscienza involuta in tutto ciò che sembra essere incosciente può e deve tendere verso l'alto, svilupparsi verso lo spirito, divinizzarsi in una perfezione sempre maggiore. Dopo la materia e la vita, la mente è il termine più alto raggiunto fino ad ora dall'evoluzione, non ne è però l'ultimo gradino. Mentre i passi precedenti nell'evoluzione sono stati compiuti dalla Natura, nell'uomo essa diviene capace di evolvere per mezzo di una volontà cosciente.  

Non è comunque solamente per mezzo della volontà mentale nell'uomo che questo passaggio può essere compiuto completamente, poiché la mente arriva solo fino ad un certo punto dopo il quale essa può solamente muoversi in circolo.

Si deve attuare una svolta della coscienza, attraverso la quale la mente deve trasformarsi nel principio superiore. Sri Aurobindo rivela infatti che è possibile la discesa di un nuovo potere di coscienza che egli chiama "Supermente", che segnerà la nuova tappa evolutiva; questa nuova Coscienza non libererà solamente il Sé spirituale oltre il mondo, ma nel mondo, e sostituirà l'ignoranza mentale con una Coscienza di Verità supermentale che renderà possibile all'essere umano ritrovarsi e crescere oltre la propria umanità, ancora animale, in una razza più divina. Non si tratta quindi di un miglioramento, ma di una radicale trasformazione che coinvolge la Materia stessa.
Realizzare questa possibilità diviene lo scopo dinamico dello Yoga di Sri Aurobindo.
Da www.FuocoSacro.com 

Ecco, per concludere, l’opposizione umana al moto naturale di resistenza al fine di fare apparire un fenomeno; il suo esatto opposto ai fini di un vantaggio bellico e la definizione attuale di ignoranza umana:

Gb: Bae Systems, carri armati 'invisibili' tra 5 anni.
LONDRA, 10 GEN - Gia' tra 5 anni l'esercito britannico potrebbe essere in grado di mettere in campo carri armati capaci di diventare invisibili. Il Daily Telegraph racconta del progetto della piu' grossa azienda nel settore della difesa, BAE Systems, che sta lavorando ad un nuovo tipo di carro dotato di una tecnologia definita 'e-camouflage', una sorta di mimetizzazione elettronica. Si tratta di sensori elettronici che proiettano sul veicolo immagini dell'ambiente circostante, mimetizzando il carro armato.
Da Yahoo

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

lunedì 27 dicembre 2010

La fissità mutevole.




Nello scritto profondo, estratto dal quinto libro dell’Agenda di Mère, caramente inviatomi dall’Amica Loredana, possiamo trovare preziose riflessioni che ricollegano al concetto di "ritmo" evidenziato anche da Ighina.

Ecco Mère:

“Nella visione di Dio non esiste vicino o lontano, presente passato o futuro. Queste sono soltanto le linee prospettiche con cui Egli disegna il quadro del mondo. Per i sensi resta sempre vero che il Sole si muove attorno alla Terra: ma ciò è falso per la ragione. Per la ragione resta sempre vero che la Terra si muove intorno al Sole : ma ciò è falso per la visione suprema. Non è la Terra  a muoversi, né il Sole: c'è solo un mutamento di rapporto fra la coscienza  solare e la coscienza  terrestre”.

Ecco Ighina:

“In questo periodo, le sue ricerche lo portarono a delineare il concetto di ritmo magnetico Sole-Terra
Ighina dichiarò nel suo libro di aver scoperto ed osservato l'atomo magnetico all'età di sedici anni, tramite un particolare microscopio di sua invenzione, e di averlo diviso in monopoli magnetici: il monopolo positivo sarebbe l'energia solare, che arriva alla terra in forma spiraliforme e riscalda tramite frizione, mentre dalla Terra partirebbe il monopolo negativo che si ricondurrebbe al Sole tramite un ciclo a spirale contraria. Lo scontro tra queste due ipotetiche particelle pulsanti creerebbe la vita e la materia, ognuna caratterizzata da un proprio ritmo.
Sempre secondo Ighina, al centro del Sole vi sarebbe un cuore magnetico che pulsa al ritmo del cuore umano”.
Da Wikipedia

Sono molte le “fonti” che narrano di ritmo Sole Terra e di “fissità mutevole”. Un concetto che ha creato il mito del “libro del destino” e ha confuso tanto le idee all’umanità.

In questa odierna miniriflessione, fa sorridere come venga definito Ighina nelle pagine di Wikipedia:

“Pier Luigi Ighina (Milano, 23 giugno 1908 – Imola, 8 gennaio 2004) è stato uno pseudoscienziato italiano”.

È questo un utile indicatore di quanto l’Antisistema sia ancora radicato nella mente umana.

È solo una questione di Tempo” è un mio pensiero che riconduce e riassume il concetto di fissità mutevole o in movimento.

L'uomo è un essere di transizione”. Sri Aurobindo