giovedì 14 marzo 2019

Inizio, partenza, termine (in loop ad onde).



Sei, poco prima di affrontare una battaglia campale “old style” (all’arma bianca, come ti hanno fatto vedere in un3 miriade di film), affett3 da “cervicale”.
Che fai? Marchi visita e, dunque, passi - in tale ambito - per vigliacc3? 
Non ti crederà nessun3, perché quell3 strano “tempismo” risulterà alquanto sospetto. Ergo, verrai gettat3 ugualmente nell3 mischia. 
Tanto, carne da cannone “sei” e rimani… anche “ora”, dove la battaglia infuria ad altr3 livelli. 
Eppure, lo sai (ma solamente tu) che provi dolore e… anche alzare di poco il braccio ti procura lancinanti visioni di stelle (come nei cartoons). 
Ti schieri, non avendo alcun3 scelta sostanziale, e… trovi qualche indizio in ciò che ti sta per accadere, ad esempio, andando oltre alla carica che le fila di tamburi emettono proprio con tal motivazione auto suggestiv3.
Inoltre, sei in gerarchia e qualunque “subordinazione” verrà auto ritradott3 in punizione. 
Il cocktail è servito e sei praticamente in trappola, non potendo svincolarti se non accettando di s-fuggire via (ma sempre con il dolore fisico che, chissà mai che cosa significa prima di convertirsi in dolore... al fine di comunicar con te/”te”). 

Chissà quante volte “è già success3”. 


Chissà quanti cuori ne hanno già patit3 l’impasse. 
Qualcun3 avrà disertato. Qualcun3, a scapito di tutt3, sarà andat3 a combattere come se niente fosse;
magari, rinvigorit3 (ma sempre preda dell3 paura) a livello psicologico dall’impianto motivazionale “di parte”, che di volta in volta può essere tam-tam, mal comune mezzo gaudio, salario, titolo di depredazione post conflitto, difesa del “propri3” Paese o, meglio, del “propri3” interesse, etc.
Di tu3, infatti, combatteresti mai qualsiasi battaglia, guerra… se, non ci fosse di mezzo (e di base) un interesse che riversi in qualunque modo nel personale? 
Quando accetti di (devi) combattere per il Paese o per il “futuro”, che cosa non ammetti? Che servi... 3l “tu3” Paese (o, meglio, a chi è di fatto, sostanzialmente).
Una volta era l'essere Re(ale). Ora è un paravento che, comunque, non cancella tale spartito (s-partizione):
mors tua vita mea, ovvero, “continua a succedere”. 
Stai lottando soprattutt3 per sopravvivere, scambiando tale “natura” per Ego. 
Quando nell3 sostanza il sopravvivere è tutt3 fuorché… “natura(le)”; anche se credi di riconoscere a/in tale ambito quel grado di “origine e originalità” che fa testo e, dunque, su cui ti basi per “giudicare”. 
Il livello natura, però, è originale quanto ciò che incarna – ad esempio – un3 lavagna o un3 memoria che, nonostante sia primordiale, riporta continuamente (come eco) ciò che da più vicino l’ha res3 tale, in termini di “aggiornamento dei dati in memoria”. 
Ovvero, può esistere l3 funzione di memoria ambientale, ma, se tale pratica “registra” ciò che avviene continuamente, allora tenderà come a “perdere (meglio, spostarsi logicamente)” informazione pregress3 o originale, dando maggiore enfasi a ciò che continua a succedere, seppure in maniera distaccat3 sia dal momento di “è già success3” che, a maggior ragione, dal momento -1, o, precedente… che, di/in conseguenza, non risulterà affatto, seppure c’è (essendo sede di potenziale contemporaneo).
Ecco che, or dunque, quando quest3 Spazio (Potenziale) Solid3 “narra” della funzione infrastrutturale ambientale di memoria frattale espansa (in quanto registro – o Akasha - del funzionamento “Terra”), l3 “Fa…” ad un livello sferico, ovvero, mantenendo l3 consultazione... di modo che nessun3 deviazione standard (neppure ciò che sembra “natura-le”) riesca a fungere da attacco remot3 o da firewall – altrettanto – ambientale, anche se di/in parte, poiché proprietà privata. 
Allora, esistono differenti versioni dell3 medesima “forza o compresenza”
Come, del resto, puoi auto decodificare quando ti accorgi che persino l3 ripartizione del “tempo”, in secoli, anni, giorni, ore, minuti, secondi, etc. riporta tale frammentazione (time frame), di modo che se tendi a calcolare tutt3 dal livello, ad esempio, “giorni” molto probabilmente ti sfuggirà ciò (chi) agisce dal livello, causale, “secoli”
Ok? 
Vedi tutt3 ciò come un3 serie di onde che inter dipendono da cosa “è” ch3 rimescola tutt3, essendo al/nel/il punto di sospensione o “intenzione/progetto, che aziona la mano, che brandisce il sasso, che finisce in acqua generando onde gravitazionali,  livello per livello, senza per/con ciò essere parte di riferimento, comprovante tale piano d’esecuzione del tutt3 singolare”. Ovvero:
non esiste (per “te”)
cosa “è” chi/che c’è, comunque
nonostante ogni ragionamento che comporta “diversità”, tanto quanto è sede e marchio dell’essere sempre come in trappola.
Non accorgendoti, non immagini nemmeno
E, sempre coerentemente con tale piano (modus), non risulti ma sei stabilmente “a valle”, poiché consegui. 
Quindi, puoi essere in tale status, seppure il territorio attorno a te/“te” è del tutt3 pianeggiante, non potendo contare sull’informazione ambientale geografic3, in termini di “rilievo”, qualora fossi in grado di dedurre attraverso tale forma di auto decodifica già, anche se in parte, “formulare”. 
Se il territorio è pian3, allora non puoi essere “ valle”
Vero? 
Ma, se espandi la “visione”, ti renderai conto che esiste sempre un “a monte”, perché i fiumi scorrono nonostante l’essere in pianura
Vai Oltre Orizzonte, allora.
Assumi verità sferica, ad esempio, dalla conformazione a “onda” dell3 realtà manifesta:
un’onda comporta giogo forza
che, magari per “te” non esiste anche se c’è, rilievo.
Infatti, un’onda ha un3 caratteristica di minimo-massimo-minimo:
inizia, parte, termina (dove, inizia parte termina, l’onda precedente/susseguente).
Ergo, c’è sempre “rilievo”, anche quando credi di essere s-oggettivamente “in pianura”. 
E che dire, poi, dell’essere faglie in gerarchia? 
Che cosa (chi) significa = dipendi, consegui, etc. o, meglio, inizi-parti-termini. 
Al che, finalmente, puoi auto renderti conto che… non sei tu tant3 artificiale, quanto sei diventat3 “di parte” o interdipendente da qualcun3 che sembra qualcosa e quindi non puoi nemmeno sindacare, perché…. infatti, come puoi andare a “dialogare” con forze della natura o, addirittura, con “Dio”
Ricordi quando si scambiava la saetta, che bruciava il bosco, per “Dio”?
Quante risate Dio bono che ci si fanno oggi (alla toscana). Vero? Già. Rivesti un abito, confezionat3 su misura proprio per “te”-
Ti credi tanto furb3 e tanto saccente, poiché l’essere in società ti rende tale, illusoriamente
Anche se sai perfettamente di non sapere nulla, poiché tutt3 nozionale. 
Anzi, sei consci3 di non sapere più niente relativamente al piano naturale che continua a circondarti (d-al di fuori della cerchia delle mura cittadine, come ancora se nel medioevo) ed a caratterizzare l3 campagn3, attraverso l3 colorazione variopinta dell3 fioritura, del volare, dello strisciare, del ramificare, etc. che descrive d’assieme un luogo comune, “qua (così)”. 
Non a caso, hai imparato a definire ciò in quanto a “lavoro”, assumendo che – analogamente al sopravvivere in città – anche in natura ogni componente sia impiegat3 in tal senso. 
Eppure, al/nel livello naturale, non giungi mai a definire cosa/chi possa ricoprire l3 parte “padronale”
Nonostante l’essere in gerarchia di ogni forma animale, vegetale, minerale, etc. ti manca sempre (sempre) l’essere ch’è al vertice o al/nel punto di sospensione
A meno che non ti rifugi, come al solito, nell’immaginario collettivo “Dio” che, infatti, è anche definit3 “Signore”, laddove il “tempo” non è mai passat3 da quando tale termine non era assegnat3 a caso o a chiunque, bensì, auto delineava ogni situazione di fatto avente tale caratteristica o marchio di fabbrica:
Signore = “ieri” chi deteneva un particolare status sociale in termini di “appartenenza, ricchezza, potere e conseguenze sociali ‘a valle’ per chi si ritrovava ‘a Massa’ rispetto a ciò (chi)”;
“oggi”… il plurale di Signora.
Comprendi quale differenza sostanziale insista e sussista, nonostante ogni apparenza persino solida(le)/affascinante o incantevole? 
Ad esempio, l’essere in democrazia sfiora tale appiattimento sociale, in cui comunque si continua a dover “lottare ancora/sempre per continuare a sopravvivere”.
Dunque, anche l3 democrazia fa parte sempre del medesimo tracciato AntiSistemico. Seppure a livello di potenziale contemporaneo, equivalga a informazione utile per ricordare.
Ricordare (che) cosa/chi? 
Ciò che sembra “solo” utopia e che, invece, significa in termini di status quo “qua (così)” e… “qua (come dovrebbe essere)”, che dipende da cosa “è” chi non esiste; c’è al/nel punto di sospensione, da cui parte ogni onda gravitazionale, rendendo automaticamente “a valle (conseguente e dipendente)” chiunque si ritrova “a Massa”.


Ricrea(ti) tale “spazio interiore”, anche “solo” in termini di immaginazione e poi:
coraggio viene dal latino cor, ‘cuore’. Al pari di molte altre parole che finiscono per -aggio, indica un agire che abbia un preciso scopo, l’ampiezza di qualcosa.
Cor-aggio, perciò, vuol dire fare cose che rivelino (a te innanzitutto) il tuo cuore, cioè la tua autenticità e scoprire in tal modo quanto è grande quel che in te è autenticamente tuo…”.
Ambra Angiolini
Dunque…
Bce, Coeuré: Ue più necessaria che mai per i 500 mln cittadini...
"Ma dobbiamo lavorare di più per garantire che i giovani adulti - molti dei quali devono affrontare prospettive di lavoro altamente incerte - possano trarre tutti i benefici di un'Europa unita…".
Benoît Coeuré
Bos Askanews 13 marzo 2019 Link
E... quando il coraggio è preda dell'illusione (incanto)?
Domanda:
perchè “si devono affrontare prospettive di lavoro altamente incerte…”?
In che modo? Lavorando di più...
Dove sta de-scritt3? Allora è “normale”?
Risposta: 
perché “qua (così)” tale loop (in serie)…. serve.
E ciò, bada bene, “servire” non è = a “destino”.
È rilievo, alias, gerarchia. Laddove non riesci più nemmeno ad immaginare.
Di fatti, possono manifestarsi contemporaneamente anche miliardi di singolarità, ma (ma)… “Fai… attenzione che, tutt3 passano in tale setaccio, nel filtro, nel collo di bottiglia, etc. del ‘lavoro/denaro’, ch’è l’equivalente dell’altr3 grande collettore ‘finale, ossia, il dover tutt3 quant3 indistintamente… morire”.
Come ogni onda, che inizia, parte e termina.
Salvo poi ripresentarsi ancora ma non (con) nuova mente.
Tutt3 si trasforma, del resto.
Come un ceppo di lattuga, da ritagliare ogni volta.
Come raccolto. 
Come mietitura. Come allevamento. Come coltivazione. Come “retro-ingegneria invers3 industriale”, che prevede un marchio (registrat3), data di scadenza ed etichetta nutrizionale (che conta quanto il due di picche, se non sai però “giocare a carte”).
In gerarchia “sempre verde”, anche l’essere “natura(le)” cor-risponde di/in conseguenza, essendo l’ambiente in toto… memoria ambientale collettiv3 contemporanea che registra e riporta tutt3 e che, dunque, si presta anche per chi è costantemente “a Massa”, ad essere travisat3, nel/dal momento in cui non esiste; c’è chi ha ogni interesse a far sì che ciò continui a succedere. 
Ricordi e dimentichi ciò che archivi, poiché ogni nuov3 informazione reclama il proprio “spazio/tempo”.
Ciò che archivi, da qualche parte e in qualche modo, però, non corrisponde al non esserci, al non esistere più… continuando sul “Cloud” a coincidere con l3 verità sferica ed il potenziale contemporane3.
Di programmi alla “Portobello” se ne possono fare quanti ne vuoi, ma, è nell3 versione originale che ritrovi/ricordi l’essere al/nel punto di sospensione o Regia:
l’essere “già success3” che nemmeno l3 morte ha portat3 via, poiché, auto propagatosi a livello ambientale, ben conoscendo (ricordando) come funziona.
Ergo:
qualcosa che supera ogni Ego, in termini di possesso materiale
essendo, di più… auto possessione “fai da te”.
A chi giova tutt3 ciò, se dematerializzatosi dal piano fisico
A chi, da “buon e fedele soldato” è continuamente “nuov3” sottoDomin3, che continua a succedere come se nulla fosse o come se fosse natura(le). Ergo? Sei alle prese con un fantasma, di fatto?
No. 
È memoria (eco) auto riportat3 “qua (così)”; proprio come ti accorgi dell’inquinamento che non molla il globo se non cambi sostanzialmente abitudini o, meglio, “atteggiamento”.
Dunque, sei alle prese con un3 sorta di “eredità” che grava su tutt3, come nebbia o di più come qualunque giornata di Sole troppo cald3.


Ecco(ti) nell’incanto… l’incanto.
Tutt3 narra di ciò, anche se per “te” si tratta solamente di bias di conferma o paranoia/pazzia, interesse, etc. facendo parte del... servizio.
       
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2512
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