martedì 7 febbraio 2017

Destino.




Lui sembra avere accettato il nostro destino”.
Passengers
Sembra che (è come se…) ci sia un anticipo (sincronico) rispetto al tempo (futuro):
parli, scopri, trovi, etc.
qualcosa
prima che una certa relazione di analogia accada.
Accorgiti.
Ora, questo può succedere – anche – se c’è una regia occulta (interferente), che cura ogni aspetto dell’orbita (destino).
In cosa credere? Al funzionamento ambientale naturale originale, oppure all'esistenza dell’interferenza?
L’esistenza dell’interferenza mette in luce che, a sua volta, esiste qualcosa dotat3 di una "direzione (intenzione)" e qualcosa che, invece, scorre indipendentemente
La limitazione al credere alla “storia della creazione (per opera divina o anche solo scientifico/naturale)”, non permette di accorgersi dell’interferenza, se non indirettamente, attraverso – ad esempio – le vicende narrate, sul Diavolo…
Colonizzare pianeti è l’affare del momento…”.
Passengers
Che cosa è, che succede “qua, così”?
E che cosa è, l’interferenza?
Nel “qua, così” succede (a partire da un certo momento) sempre la conservazioneper trasformazione – dello status quo by dominante (AntiSistema).
E… l’interferenza è, appunto, di origine dominante (ragione fondamentale sia della causa, che dell’effetto).

  
Un esempio? Eccolo.

Azione:
Il libro che vi farà passare la voglia di mangiare
È nelle librerie “Siete Pazzi a mangiarlo”, opera sull'industria alimentare che purtroppo non fa venire appetito.
Il libro di Christophe Brusset è un lungo elenco di pratiche scorrette e di truffe che si riversano nei prodotti che acquistiamo tutti i giorni nei supermercati…
Christophe Brusset, presenta una purtroppo lunga serie di truffe alimentari che in modo spesso inconsapevole subiamo, nel momento in cui acquistiamo cibi…
Brusset, francese, ha lavorato per anni nell'industria alimentare. Nel libro ha raccolto casi comprovati e testimonianze di una cattiva gestione del patrimonio alimentare, allo scopo di aumentare i profitti industrialiLink 
Reazione:
Siete pazzi a mangiarlo! Il libro-confessione di un insider delle multinazionali del cibo:
incompleto, impreciso e volutamente scandalistico...
La “confessione-denuncia di un insider delle multinazionali” resta proprio questo:
un libro confessionale, in cui si citano i casi eclatanti, che destano stupore, senza però mai esporsi troppo, senza documentazione, senza nomi di prodotto o di aziende.
Dietro un titolo così eclatante si scopre un libro poco interessante
Link 
L’interferenza (ovviamente, inconscia) è “servita”.
Ciò che sfugge (continuamente) è la decodifica del simbolismo sostanziale frattale espanso:
il “Che cosa significa?”.

  
Le "fake" hanno, da sempre, "fatto vendere". Ora, si scoprono le "fake", in quanto problema sociale...
L’analisi esperta riduce tutto a qualcosa dipoco interessante”, nonostante la portata del messaggio centrale raccolto e codificato nel libro (che certamente segue, anche, un filone d’interesse personale).
Quindi, è come se – ogni volta – “getti sempre via l’acqua, con il bambino”, oppure “fai di tutta l’erba un fascio”:
cosa che, per altro, è vera “qua, così”
ma
puoi sempre ed anche, andare Oltre Orizzonte
appunto
a livello di decodifica “lato tuo/umanità, centrale”, del simbolismo sostanziale frattale espanso, che qualsiasi situazione/scena/oggetto/persona rappresenta per incorporazione interiore, molto spesso non evidente; dal momento in cui “è compresente l’interferenza AntiSistemica, ambientale, della immanifestazione strategica dominante”…




  
Le persone, che già "corrono" da mattina a sera - in una realtà manifesta edificata sulla necessità, dipendenza e conseguenza (stress) - a fronte di una “etichetta” di “un libro poco interessante”, non riusciranno ad avere la necessaria lucidità per far proprio il simbolismo sostanziale, contenuto nella situazione “libro”. 
Persino senza una simile “pubblicità”, le persone fanno fatica a decodificare “lato proprio/umanità, centrale”.
Quindi, esiste come uno scollamento, causale, tra ciò che è portante “qua, così” e tutte le connessioni, in relazione in/diretta, con il “destino”… che è come una “nave”, percorrente un certo tragitto da “A a B”, dove sia il momento della partenza che quello dell’arrivo… costituiscono qualcosa di opinabile, solo perché l’umanità ha dimenticato il “è già successo”.
Qualcosa che può succedere solamente nella convenzione temporale, quando nella “cabina di comando della nave” c’è una rappresentanza, animata da una intenzione altra, rispetto al concetto di “giustizia ad angolo giro”.
Abbiamo tutti dei sogni. Facciamo programmi pensando di essere i padroni del nostro destino. Ma siamo passeggeri. Andiamo dove il destino ci porta”.
Passengers


  
Io ti invidio…
E perché mai?
Perché tu hai uno scopo”.
Passengers
Questa citazione va immaginata come un dialogo tra un essere umano ed una macchina, “ad immagine e somiglianza” di un essere umano (per il relativo auto intrattenimento):
lo “scopo” della macchina è quello di “servire i clienti, dietro al bancone di un bar”.
Meglio “poco” che niente?
A volte può sembrare di sì.
Quando la disperazione per il proprio “non sapere (impotenza)”, porta alla depressione ed al vorticare sempre attorno ad un “sogno altrui, scambiato per il proprio, che giace dimenticato da qualche parte di/in te”…


  
Questo spazio (potenziale) va Oltre Orizzonte, decodificando tutt3 alla luce del simbolismo sostanziale frattale espanso, attraverso la “formula”. 
Senza timore alcuno di cadere nella trappola del giudizio orizzontale, convenzionale “qua, così”.
“Osserva” come persino certi “discorsi”, bannati/dannati dall'opinione pubblica (che non c’è più a livello di esperienza diretta massiva, ma esiste… a partire dalla strategia AntiSistemica), abbiano e conservino certe caratteristiche “sempre verdi (comuni)”, segno inequivocabile della compresenza interferente ambientale dominante (al di là di ogni apparenza di facciata)…
Ascoltate! Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria.
L'ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia.
Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano.
Alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi:
promesse, minacce, ricatti e, alla fine, quale coronamento dell'edificio, l'ignobile assedio societario di cinquantadue stati.
La nostra coscienza è assolutamente tranquilla.
Con voi il mondo intero è testimone che l'Italia del Littorio ha fatto quanto era umanamente possibile per evitare la tormenta che sconvolge l'Europa; ma tutto fu vano.
Bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità; bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate; bastava non respingere la proposta che il Fuhrer fece il 6 ottobre dell'anno scorso, dopo finita la campagna di Polonia.
Oramai tutto ciò appartiene al passato.
Se noi oggi siamo decisi ad affrontare i rischi ed i sacrifici di una guerra, gli è che l'onore, gli interessi, l'avvenire fermamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia.
Noi impugniamo le armi per risolvere, dopo il problema risolto delle nostre frontiere continentali, il problema delle nostre frontiere marittime; noi vogliamo spezzare le catene di ordine territoriale e militare che ci soffocano nel nostro mare, poiché un popolo di quarantacinque milioni di anime non è veramente libero se non ha libero l'accesso all'Oceano.
Questa lotta gigantesca non è che una fase dello sviluppo logico della nostra rivoluzione; è la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra; è la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto, è la lotta tra due secoli e due idee…
Testo Dichiarazione di Guerra. Benito Mussolini - Roma, Palazzo Venezia, 10 Giugno 1940, ore 18.00
Prima di ogni “appartenenza ‘qua così’”, questo “discorso” rappresenta lo sfogo sostanziale – seppure deciso da una élite italica (a sua volta raggirata da un potere esterno) a nome della Massa italica – per una situazione d’assieme, contrassegnata ancora da una memoria storica di portata consapevole, in termini di condizioni di apparenza vs dipendenza di fatto (schiavitù sostanziale).


  
Il revisionismo della storia deviata, che puoi leggere in questo spazio (potenziale), utilizza tutt3 in chiave “lato tuo/umanità, centrale”, con la giustizia ad angolo giro, In Comunione (la “formula”). Senza tabù di alcuna sorta
Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria… Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell'Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insidiato l'esistenza medesima del popolo italiano…”:
il “destino” è descritto nell'orientamento della “via (direzione)”, intrapresa
per cui è “giàconoscibile, rilevabile, intellegibile, etc.
contro le democrazie... dell'Occidente”… quale “chiave di violino” migliore, al fine di scardinare anche questo concetto “democratico”, luogo comune, convenzionale… che, in ogni “caso”, incarna e rappresenta un gigantesco “sentirti dire quello che vuoi sentire (in maniera tale da accettare di buon compromesso, tutto quello che ‘prima’ risultava solamente un po’ più… indigesto)”…
La lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l'oro della terra”:
questa non è una scusante
questa è verità sostanziale, estratta a livello ambientale, decodificata dall'alto di una competenza da “statista” che, in un certo periodo storico, mentre veniva utilizzato… aveva intuito tutto (ad eccezione della compresenza immanifesta dominante) l’ambito sottodominantead immagine e somiglianza” della condizione ambientale imperante, globalmente.
L’intendere di sedersi al tavolo dei vincitori, a fianco della Germania nazista, corrisponde all'agire “basso”, interferito, conseguente, biforcuto, etc. Ma, a differenza di ciò, la decodifica che – comunque – si può e si deve fare, relativamente all'ambito sostanziale dell’accaduto (e del sempre compresente ed attuale status quo “qua, così”) è quella che 1) mette in evidenza la condizione di “schiavitù sempre più moderna”, 2) mette in evidenza, indirettamente, la ragione fondamentale dominante e 3) mette in evidenza la “trasformazione per conservazione” di qualcosa che esiste a livello sottile, ma è assolutamente fisico, tangibile, palpabile e – dunque – anche, arrivabile logicamente (Cui prodest? A chi giova, tutto questo?)…

  
Se (se) comprendi quale parte abbiano avuto, “qua, così”, i più recenti Saddam Hussein, Gheddafi, Milosevic, etc. allora (se – allora) non puoi non comprendere nella stessa “parte”, anche, i più datati Hitler, Mussolini, Stalin, Churchill, Roosevelt, etc.
Certo, i livelli sono diversi… ma la sostanza non cambia.
Chi ha “fregato” chi? Non importa.
Osserva la sostanza:
il “Che cosa significa”. Il “Che cosa succede”.
Al di là della recita, dal momento in cui… la “parte è pre assegnata e, dunque, inconscia”.
Le persone sono “portatrici sane” del segnale AntiSistemico:
servono (a)…”.

  
Qualcosa che accade, ormai, nativamente.
Alias:
sin dalla nascita, in poi.
Da “lì”, la condizione inconscia, aviotrasportata, della “propria” parte (necessità altrui).
La Massa è il volano:
attraverso di essa, si va in ogni direzione. 
A maggior ragione, dunque, la Massa deve essere sempre sotto al controllo della dominante, lasciandole credere di essere in una condizione “altra (libera, democratica, importante, etc.)”, rispetto alla condizione di servitù accessoria, che la stessa Massa non può auto ammettere da sé, per apparente “amor proprio”.
Non può essere, infatti, tutto – sino a “qua (così)” – sbagliato, rispetto a ciò in cui essa crede (qualcosa che è il frutto di ogni “guerra fratricida” già successa e combattuta dai propri avi).
Infatti, il “qua, così” non è sbagliato. Ma è “solamente”… girato al contrario, rispetto al “lato tuo/umanità, centrale.
La “giustizia” convenzionale, infatti, è in un piano inclinato che difende il potere già acquisito e stabilizzato vs il potere dimenticato e destabilizzato…
Un costante e “coerente (inconscio, poiché conseguente)”, ritardo
rispetto
ad una equivalente (conscia, poiché intenzionale) e riequilibrante forma di “anticipo” dominante.

La riforma costituzionale del 2012 è connotata da elementi di complessità più di ogni altra revisione della Carta operata fino ad oggi, in quanto coinvolge non solamente questioni giuridiche ma dottrine economiche, problematiche istituzionali, vincoli procedurali...
il tutto nell’ambito della crescente influenza sull'ordinamento giuridico nazionale esercitata dal sistema multilivello dell’Unione Europea
Sullo sfondo, rimane la sostanziale inadeguatezza del ruolo svolto finora dall'Unione, priva delle risorse e delle strutture istituzionali necessarie per poter dare vita ad una vera e propria politica economica comunitaria.
Di questo è espressione l’incerta definizione del limes tra una unione monetaria ed una vera e propria unione economica, la cui guida non può essere demandata all'attivismo, pur positivo, della Banca Centrale Europea, ovvero al mercato, in un contesto dove lo Stato, stretto tra gli obblighi di riduzione del disavanzo e del debito, tende ad essere sempre più un attore “passivo” e recessivo
Link 
il tutto nell’ambito della crescente influenza sull'ordinamento giuridico nazionale esercitata dal sistema multilivello dell’Unione Europea (“sistema multilivello” = catena di S. Antonio, schema Ponzi, etc,)
sullo sfondo, rimane la sostanziale inadeguatezza del ruolo svolto finora dall'Unione (l’Unione è di parte. Alias: non è inadeguata, bensì, agisce secondo una propria strategia, permeando tutto di complessità astrusa, in luogo di esattezza logica “lato tuo/umanità, centrale”).
In un contesto dove lo Stato, stretto tra gli obblighi di riduzione del disavanzo e del debito, tende ad essere sempre più un attore “passivo” e recessivo:
alcuni lustri della storia più recente si possono riassumere in queste frasi: promesse, minacce, ricatti
bastava rivedere i trattati per adeguarli alle mutevoli esigenze della vita delle nazioni e non considerarli intangibili per l'eternità
bastava non iniziare la stolta politica delle garanzie, che si è palesata soprattutto micidiale per coloro che le hanno accettate
l'onore, gli interessi, l'avvenire fermamente lo impongono, poiché un grande popolo è veramente tale se considera sacri i suoi impegni e se non evade dalle prove supreme che determinano il corso della storia
  

"Molto incerta e confusa".
Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, ha definito così la situazione politica in Italia, un Paese dalle "grandi potenzialità" ma con un "difetto fondamentale":
il problema di "avviarsi su una strada sicura" e che la gente sappia tornare "ad avere fiducia"
A New York per una lectio magistralis dal titolo "Mercato e democrazia nell'era della globalizzazione"... Bazoli ha espresso la sua apertura a un'Europa a più velocità
Link 
Analizza By la formula”:
molto incerta e confusa… la situazione politica in Italia (causalmente, strategicamente, conseguentemente, etc. ma solo ritornando a “registrare” la compresenza immanifesta dominante)
un Paese dalle "grandi potenzialità" ma con un "difetto fondamentale"… il problema di "avviarsi su una strada sicura" (la realtà manifesta, tutta, è già “su una strada sicura” = destino by dominante)
e che la gente sappia tornare "ad avere fiducia" (“fiducia” in chi/cosa?)
a New York per una lectio magistralis dal titolo "Mercato e democrazia nell'era della globalizzazione" (fra qualche anno, con Trump, avrà ancora senso parlare di “globalizzazione”? Di fatto, sì. Ma, apparentemente, no. Sarà un processo da osservare solo accorgendosi che esiste, ancora "per interesse")
Bazoli ha espresso la sua apertura a un'Europa a più velocità (nella gerarchia, come potrebbe essere diversamente?).

  
Finché c’è guerra c’è speranza diceva Alberto Sordi nel 1974, ricco industriale milanese che si scopre mercante d’armi per aumentare ancor più il suo benessere.
Finché c’è guerra c’è speranza dicono i russi disoccupati, che ora potrebbero trovare finalmente un lavoro. Sì, perché la famosa azienda produttrice d’armi, la Kalashnikov, ha annunciato nuove assunzioni
Link 
In una economia della “necessità (legge del minimo)”, non importa se sei “pacifista” (cioè, non importa come sei fatt3 dentro):
è portante che tu abbia un “lavoro”.
Le senti le "grasse risate" che, a partire dai piani alti dell’edificio piramidale “qua, così”, s’elevano per i “quattro venti”? Sì? No?


Bé, se non senti quelle sottodominanti, figurati quelle dominanti.
“Fai…”.
    
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 1999


2 commenti:

  1. molta roba da metabolizzare e sarebbe da approfondire punto per punto(anche perchè così mi sento sospeso in attesa di una risposta che non può esistere). Per adesso linko questo breve video, che, credo e mi auguro, conosci/ate già . Forse dice cose perfino ovvie...ma bisogna sbattere il muso anche nell'ovvietà.Credo sia di una ventina di anni or sono. https://www.youtube.com/watch?v=CWhYGNq-hKg
    grazie
    Alessandro

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  2. Ciao Alessandro, grazie per il video di Agosti. Come non dargli ragione?

    Si è accorto da tempo, anche se nel "qua, così" il "qua, così".

    Se non ritorni la grande concentrazione di massa, giurisdizionale... non c'è nulla da fare "qua, così". Ricordi il detto "chi va via, perde il posto all'osteria"? Ecco. Non siamo andati via, fisicamente, ma... a livello di consapevolezza. E quello che lasci, viene preso...

    Ancora grazie.

    Un abbraccio. Serenità

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"Fai..." un po' Te.