venerdì 2 settembre 2016

La “tendenza che continua tuttora”.


"Riproduzione frattale espansa"...
Fra tutto quello che si può “studiare espertamente”, è interessante questa proposizione by SPS:
  • come influisce la compresenza, non manifesta, dominante… sulla/nella fenomenologia conseguente, alias, la “tua” realtà manifesta, in toto, dettaglio per dettaglio, livello per livello, reame per reame, etc. “qua, così”?
E, ancora:
  • come, questa compresenza, non manifesta, dominante è, dunque, “prescrivibile ‘qua, così’”?
O, meglio:
  • come ti puoi accorgere, rilevando scientificamente la compresenza, non manifesta, dominante?
L’espert3 di turno, ognuno nel proprio ambito (e/ma tutti d’assieme, poiché il sistema esperto è perfettamente integrato all’interno di quello AntiSistemico, by “compresenza, non manifesta, dominante”), ha già trattato, tratta e tratterò in futuro di qualcosa che sostanzialmente “gli sfugge (poiché tende a sfuggire la ragione fondamentale, per la quale, ogni “dettaglio” rientra sempre in quella dipendenza da qualcosa che, guarda non caso, è compresente ma non manifest3 e dominante), anche se “non se ne accorge affatto”, non visto che – l’espert3 – rientra nello stesso ordine di amministrazione, che permette di essere studiato, nella misura in cui (analogia) è permesso intrinsecamente dalla caratteristica fondamentale, compresente, non manifesta, dominante…

"Impronta digitale"...
Queste riflessioni sono di ordine scientifico, anche se l’espert3 non ne “conviene” (non è d’accordo), poiché… sotto ad altre vesti, le stesse riflessioni sono già state affrontate nel corso secolare del processo scientifico, stesso.
  


In buona sostanza, qualcosa che si pone alla base di una catena ciclica di eventi, la cui ciclicità è 1) originalmente prevista, all’interno di un “circuito chiuso (Caverna di Platone), 2) sostanzialmente rigenerata proprio dal radicamento di quel “qualcosa” e 3) una forma di frattalità espansa, che permette la “registrazione” e, perché no, il controllo potenziale del “qualcosa”, che si introduce “post”… in un ambito d’assieme “in quiete”, capace di mantenere sempre separato, in termini di misura, “pre e post”, come un filtro, un registro, una memoria, un controller, etc. previsti, potenzialmente, già in fase di “progettazione/manifestazione”.
  


In oltre 1800 Bollettini quotidiani, lo "spazio web SPS" ha rielaborato tutta la “tradizione”, sotto ad altra “forma di auto osservazione centrale”, frutto dell’elevazione a potenza cardinale, della prospettiva ottica & frattalità espansa lente “lato proprio/umanità, centrale”:
  • mantenendo ferma la consapevolezza
  • mentre tutto il resto si è, come, adattato di conseguenza
  • invertendo il processo che prevede, “qua, così”, l’esatto procedimento apparente, opposto.

 
È, questa, la modalità per la manifestazione di un “nuovo” Sole (fuoco). 
 
Qualcosa che attinge direttamente dalla realtà potenziale, sempre “risplendente” al di là di qualsiasi “cortina nuvolosa”, di ogni specie, strategia e comportamento indotto, naturale, artificiale, di mezzo, etc.
Se, infatti, fermi un “punto (momento)” – poiché lo carichi di una certa valenza energetica (abitabilità del momento) o… interesse, prospettiva, etc. – allora, questo diventa come una sorta di “fortezza inamovibile”, il centro di una situazione (che inizialmente sembra “predicare nel deserto”) nel bel mezzo del “nulla”.
Motivo per il quale occorre che la consapevolezza, che rigenera l’atto, sia talmente coerente, densa, univoca, etc. da risultare come la grande concentrazione di massa, attorno alla quale prende a ruotare tutto, convenientemente (ossia, secondo un “piano economico” che comprende l’interesse delle parti, distribuito proporzionalmente, in funzione dell’ordine gerarchico di appartenenza, conseguenza e dipendenza. Una forma di status quo, dunque, che controlla tutto in leva, ubiquamente, non localmente, wireless).
SPS (Io) ho percepito, tuttavia, cheun simile “centro (fuoco)”, può avere un altro tipo di “anima (senso)”, direttamente insufflabile all’interno della situazione in via di propagazione, anche se sembra che il “qua, così” sia già in forma stabilizzata e solo apparentemente in via di evoluzione (strategia dominante).
Quale “altro tipo di anima/senso”?
Quella derivante da un “fuoco” che osserva tutto, “lato proprio/umanità, centrale”, con il livello di “giustizia” ad angolo giro (statore che non cambia mai, sostanzialmente, mutando l’osservazione perimetrale/sferica, della parte mobile, veicolante condizione virale di potenziale invasività di tipo estern3).



Ora, se introduci in tutto ciò che “viene (è) studiato, approfondito e sviluppato” - e che rigenera sempre lo stesso tipo di “algoritmo frattale espanso (ad immagine e somiglianza della ragione fondamentale ‘qua così’) - un diverso “ordine centrale di proposizione (motore di composizione)”, allora - conseguentemente -  tutto ciò che “viene (è) studiato, approfondito e sviluppato”… darà, sempre ed in ogni caso, luogo al… diverso “ordine centrale di proposizione (motore di composizione)”.
Ok?
È abbastanza scientifico/logico, questo approccio alla “teoria della pratica”?
La “forma” del pane dipende dalle mani che la “elaborano/plasmano”, ma… la sua “bontà” dipende dall’amalgama formato dagli ingredienti, contenuti.
La “forma” può, così, risultare “apprezzabile/accattivante” ma, una volta speso del denaro/tempo/energia, la “bontà” può lasciare “di sasso.


 
Questo accade, sempre, poiché “tutto 'qua così' dipende dal ‘fuoco dominante’”
  • dominante = che si trasferisce nella “caratteristica ambientale”.
Un “trasferimento” di sostanza che è, di più, una predisposizione di retroingegneria del dispositivo infrastrutturale (reale potenziale + manifesto):
  • un “modo” per polarizzare, terra riformare (ri organizzare), interi ambienti
  • sino a grandezze planetarie e oltre
  • in “leva”
ossia
  • con il minimo sforzo, ad immagine e somiglianza”…
La gerarchia è, allora, un “sistema di auto distribuzione organizzat3 (trasmissione), dell’informazione (portante)”.
E, secondo questa ottica/prospettiva, anche la gerarchia assume un’altra valenza, così che – la stessa – sia ammissibile nel processo (ordine) di pensiero “giusto, ad angolo giro”, che tende a sviscerarsi nella/dalla Massa.
Tutto ha, insomma, nelle “proprie corde”, qualcosa che è proprio, nella misura in cui la caratteristica ambientale, by ragione fondamentale… “permette di sviluppare, secondo una certa spigolatura del potenziale (orientamento)”.
Questo si ritraduce nella massima:
  • un Dio “giusto” permette la “giustizia”…

 
“Ora”, nel processo di elaborazione delle scienze (processo “deviato” per mezzo della dominante “qua, così”) è facilmente dimostrabile che:
  • il sapere è
  • una “catasta”
  • che segue le orme impresse nella sua costruzione fondamentale.
Se la dominante (ragione fondamentale tri-unitaria, della dualità causa/effetto) è, ad esempio, “un Dio giusto, ‘lato proprio, centrale’”, allora la giustizia sarà unilaterale, “illuminando” il destino della Massa secondo un angolo di luce “giusto ma, solamente nella/dalla direzione angolare dominante”.
La risoluzione dell’equazione “qua, così”, all’insegna della giustizia ad angolo giro… è l’assunzione di una centralità (fuoco, leva, moto di propagazione del segnale portante, organizzazione, etc.) “lato tuo/umanità, centrale”, dove:
  • lato = il centro “qua, così” è una convenzione virale, che dualmente lo ha suddiviso in “due lati”: apparenza e sostanza
  • tuo = nel rispetto della tua realtà sovrana, che non è solamente “Ego” se coincide con l’interesse, lo sviluppo, il rispetto, la sostenibilità e la manifestazione/realizzazione d’assieme
  • umanità = appunto, l’assieme. L’asse stabilizzatore dell’Ego individuale
  • centrale = l’abitazione ed il coinvolgimento del “lato sostanza”, nella suddivisione virale “qua, così”. La bussola auto orientante e sempre indicante, che sei il “pilota al posto di guida autentic3”

In Comunione”… è il modello d’atteggiamento, capace di riunificare l’interesse individuale e quello massivo; le due “forze” che se non controllate… danno luogo ancora a Dominio, che la dominante può sempre ritornare a colonizzare.
Che cosa “è”, allora, la dominante?
Una forma di aggregazione "giusta" solamente a livello “proprio”.
Qualcosa che sfrutta tutto e tutti, arrivando a consumare tutto e tutti, compresa se stessa… quando non esiste più niente da consumare, ritornando ad annichilirsi... ma non giungendo mai ad eliminarsi del tutto (poiché come un virus, capace di auto rigenerarsi facendo perno sulle due facce della stessa medaglia: realtà manifesta/on-off e realtà potenziale/reset).
Ergo, quale è la consapevolezza da sviluppare e non dimenticare mai?
Che la dominante è qualcosa di “sempre potenzialmente riformantesi”; richiamata in loco da “emanazioni caratteristiche sensoriali”, come la co/ri generazione di un certo tipo di emozioni/sentimenti/atteggiamenti (feromoni):
  • corruzione
  • avidità
  • tentazione, etc.
Qualcosa (una “via”) che, ad esempio, la “sostanza denaro”… rende sempre estremamente percorribile, essendo una invenzione a base di artificiale ristrettezza (legge del minimo).
 
Di chi/che cosa si nutre “lo sviluppo materiale (industriale, commerciale ed economico) della società…
E, quindi, la dominante “qua, così”?

 
I vizi capitali sono un elenco di inclinazioni profonde, morali e comportamentali, dell'anima umana, spesso e impropriamente chiamati peccati capitali.
Questo elenco di vizi (dal latino vĭtĭum = mancanza, difetto, ma anche abitudine deviata, storta, fuori dal retto sentiero) distruggerebbero l'anima umana, contrapponendosi alle virtù, che invece ne promuovono la crescita.
Sono ritenuti "capitali" poiché più gravi, principali, riguardanti la profondità della natura umana
Una descrizione dei vizi capitali comparve già in Aristotele, che li definì gli "abiti del male".
Al pari delle virtù, i vizi deriverebbero infatti dalla ripetizione di azioni, che formano nel soggetto che le compie una sorta di "abito" che lo inclina in una certa direzione o abitudine.
Ma essendo vizi, e non virtù, tali abitudini non promuovono la crescita interiore, nobile e spirituale, ma al contrario la distruggono
Nell'Età dei lumi la differenza tra vizi e virtù perse importanza, poiché anche i vizi, come le virtù, concorrerebbero allo sviluppo materiale (industriale, commerciale ed economico) della società
I vizi capitali nella dottrina cattolica.
  • superbia (radicata convinzione della propria superiorità, reale o presunta, che si traduce in atteggiamento di altezzoso distacco o anche di ostentato disprezzo verso gli altri, e di disprezzo di norme, leggi, rispetto altrui);
  • avarizia, più precisamente l'etimologia latina "avaritia", anziché l'avarizia nella sua accezione moderna; (cupidigia, avidità, costante senso di insoddisfazione per ciò che si ha già e bisogno sfrenato di ottenere sempre di più);
  • lussuria (incontrollata sensualità, irrefrenabile desiderio del piacere sessuale fine a se stesso, concupiscenza, carnalità, eccessivo attaccamento ai beni terreni ed eccessiva reticenza nel separarsi da essi);
  • invidia (tristezza per il bene altrui percepito come male proprio);
  • gola (meglio conosciuta come ingordigia, abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, perdita totale del senso della misura e quindi della capacità di provare piacere reale per ciò che si sta gustando);
  • ira (eccessivo senso di giustizia, che degenera in giustizia personale, nonché in desiderio di vendicare violentemente un torto subito);
  • accidia (torpore malinconico, inerzia nel vivere e nel compiere opere di bene, pigrizia, indolenza, infingardaggine, svogliatezza, abulia)…
  • mancanza, difetto, ma anche abitudine deviata (“deviata”)
  • gli "abiti del male"… Al pari delle virtù, i vizi deriverebbero infatti dalla ripetizione di azioni, che formano nel soggetto che le compie una sorta di "abito" che lo inclina in una certa direzione o abitudine (“una sorta di abito... che lo inclina in una certa direzione”)
  • ma essendo vizi, e non virtù, tali abitudini non promuovono la crescita interiore, nobile e spirituale, ma al contrario la distruggono (errato. Non “distruggono” ma trasformano, alias, fanno manutenzione nello status quo. Infatti “qua, così… ‘nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’”).
Tutto si trasforma” in… alimentazione AntiSistemica, per la dominante (status quo… che si auto mantiene “qua, così”), attraverso di te, deviandoti, in maniera tale da auto costruirti addosso “una sorta di abito”, che ti inclina nella sua direzione, mantenendo un centro che non corrisponde più al tuo.
Assumendo una prospettiva “lato tuo/umanità, centrale”, ogni formulazione scientifica, tra l’altro, si trasforma in bias di conferma (che non corrisponde più ad una strategia convenzionale, esperta, per il “bavaglio dell’alternativa sostanziale”) solare (in linea proprio con l’intento “giusto ad angolo giro ‘lato tuo/umanità, centrale’”)…
Le “formule” pur non cambiando, si trasformano in altra “sostanza”, perché 1) sempre valide, 2) come ingranaggi 3) causali, nella logica gerarchica (funzionamento) “con a cuore sia te, che l’umanità, allo stesso tempo”…
Una leggera “declinazione” e… oplà “il dado è tratto”.
Di conseguenza, puoi “riassumere tutto in/da una funziona diversa (poiché il ‘tutto’ è sempre ri orientabile in ogni direzione)”:
tutto si trasforma
secondo il relativo/assoluto “fuoco”
Ad esempio, l’intero parco d’automezzi per la trazione ed il trasporto, può essere mantenuto, ma cambiando la fonte d’alimentazione:
  • da quelle più “tradizionali ed AntiSistemiche”
  • a quella “free energy”
  • sino ad arrivare alla “tecnologia d3l movimento, Teva Liike (link)”.
Così, come ogni canale informativo, le cui infrastrutture, diversamente alimentate, possono essere utilizzate per trasmettere globalmente informazione “lato tuo/umanità, centrale”
Osserva a livello frattale espanso; cosa significano, sostanzialmente, i “fenomeni non solo fisici”, che la scienza deviata mette in luce, ma solamente dalla prospettiva centrale dominante?

 
In matematica e fisica un solitone è un'onda solitaria auto-rinforzante causata dalla concomitanza, con cancellazione reciproca, tra effetti non lineari e dispersivi in un mezzo di propagazione.
I solitoni si riscontrano in molti fenomeni fisici, dato che emergono come soluzioni di una vasta classe di equazioni differenziali alle derivate parziali non lineari che descrivono molti fenomeni fisici.
Il fenomeno dei solitoni fu descritto per la prima volta da John Scott Russell, che osservò un'onda solitaria risalire la corrente nell'Union Canal per chilometri senza perdere energia.
Russell riprodusse il fenomeno in un recipiente di onde, e lo chiamò "Onda di Traslazione"…
  • un'onda solitaria risalire la corrente… per chilometri senza perdere energia (cosa significa e rappresenta, a livello frattale espanso “lato tuo/umanità, centrale”: che "non tutto è perduto". Ma “qua, così”… è, anche, "l’eccezione che conferma la regola". Allo stesso tempo: potenziale e realtà manifesta).
Il “Fai” sta nella manifestazione della “differenza di potenziale (accorgiti)”.


Per concludere, quest’oggi, “nota bene”:
In elettronica e informatica, con il termine sistema embedded (generalmente tradotto in italiano con sistema integrato, letteralmente immerso o incorporato) si identificano genericamente tutti quei sistemi elettronici di elaborazione a microprocessore progettati appositamente per una determinata applicazione (special purpose) ovvero non riprogrammabili dall'utente per altri scopi, spesso con una piattaforma hardware ad hoc, integrati nel sistema che controllano ed in grado di gestirne tutte o parte delle funzionalità richieste…
Verso la fine degli anni settanta, i microprocessori ad 8 bit erano la norma, ma necessitavano sempre di memoria esterna, logica di decodifica e di un'interfaccia con il mondo esterno. In ogni caso, i prezzi erano in caduta libera e sempre più applicazioni cominciarono ad adottare questo approccio, piuttosto che metodologie di progetto di circuiti logici personalizzate.
Verso la metà degli anni ottanta, un maggiore grado di integrazione permise il montaggio di altri componenti, in precedenza collegate esternamente, sullo stesso chip del processore.
Questi sistemi integrati vennero chiamati microcontrollori piuttosto che microprocessori e fu possibile la loro utilizzazione di massa.
Con un così basso costo per componente, questa alternativa divenne molto più interessante che costruire interamente circuiti logici dedicati.
Ci fu un'esplosione del numero di sistemi embedded distribuiti sul mercato, così come delle componenti fornite da vari produttori per facilitare la progettazione di tali sistemi.
Per esempio, vennero prodotti molti circuiti integrati con un'interfaccia seriale (piuttosto che parallela, più tradizionale) che potevano essere interconnessi con microcontrollori con meno connettori.
In questo contesto apparve il bus I²C.
Verso la fine degli anni ottanta, i sistemi embedded rappresentavano la regola piuttosto che l'eccezione per quasi tutti i dispositivi elettronici, tendenza che continua tuttora
Aguzza la ‘vista’”:
  • sistema embedded (sistema integrato, letteralmente immerso o incorporato) = tutti quei sistemi elettronici di elaborazione a microprocessore progettati appositamente per una determinata applicazione (special purpose) ovvero non riprogrammabili dall'utente per altri scopi, spesso con una piattaforma hardware ad hoc, integrati nel sistema che controllano ed in grado di gestirne tutte o parte delle funzionalità richieste…
  • verso la fine degli anni ottanta, i sistemi embedded rappresentavano la regola piuttosto che l'eccezione per quasi tutti i dispositivi elettronici, tendenza che continua tuttora
Ossia? Che cosa è success3?
  • sistemi
  • progettati appositamente per una determinata applicazione
  • non riprogrammabili dall'utente per altri scopi…
Vs:
  • verso la fine degli anni ottanta, i sistemi embedded rappresentavano la regola piuttosto che l'eccezione per quasi tutti i dispositivi elettronici, tendenza che continua tuttora
Tendenza che continua tuttora”.

Ci arrivi da sol3? È per il tuo/umano “bene”.
  
Fai (te)…
 
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro 2016/prospettivavita@gmail.com
Bollettino SPS numero 1892
 
 

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