martedì 21 dicembre 2010

Tecnica per "desiderare" ed uscire dal "muro".





Conosci il vecchio adagio: "attento a quel che desideri”? - Tristan / Stardust

Stardust è un film del 2007 diretto da Matthew Vaughn, tratto dal romanzo omonimo di Neil Gaiman.
Il film racconta le gesta di Tristan che si avventura alla ricerca di una stella cadente da donare all'amata Victoria attraverso il regno magico di Stormhold, popolato da unicorni, streghe e pirati e separato dal mondo ordinario semplicemente da un muro”.
Da Wikipedia

“Un filosofo una volta si chiese: "Siamo umani perché osserviamo le stelle o le osserviamo perché siamo umani?" Quesito sterile. Le stelle poi osservano noi? Questa si che è una domanda! Ma sto correndo troppo; la nostra storia ha avuto inizio qui, 150 anni fa, presso l'accademia reale delle scienze di Londra, Inghilterra, all'arrivo di una lettera contenente un interrogativo davvero singolare. Lo aveva formulato un giovane campagnolo e lo scienziato che lo aveva letto pensò che si trattasse di una burla, doverosamente però aveva risposto spiegando con garbo che la domanda era insensata. Aveva poi spedito il tutto al giovane, che abitava in un villaggio di nome Wall, così chiamato, aveva precisato il ragazzo, per via del muro che lo costeggiava, un muro che secondo le leggende locali nascondeva un segreto straordinario” – Voce narrante".
Da Wikiquote

Dopo la serie degli ultimi tre articoli, inerenti allo scenario 3D, al senso dello starci sopra, alla consapevolezza di essere a scuola, ecco una intuizione, molto profonda a mio sentire, relativa a come fare per mutare polarità o ordine dei pensieri o modello del mondo reale che ci siamo costruiti a livello inconscio

Ciò che ci serve è osservare le “cose” in un’altra maniera. Da sopra o da sotto, fate voi, ma l’importante è spostarsi dal consueto piano di percezione degli eventi. Perché?

“Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere” -  Bufalino Gesualdo

Ecco cosa ho percepito negli ultimi giorni. Ciò che mi ha portato ad un simile “disegno” è stata la mia volontà immaginifica di provare a cambiare l’ordine con il quale percepisco il mondo reale; per fare questo ho chiesto una modalità diversa di visualizzare il mio mondo interconnesso con il vostro e miscelato con il tutto.

Lo scrivo per punti, così è più semplice da seguire.

Il processo mentale circoscrive un muro attorno a noi (infatti come si chiama il villaggio degli umani descritto in Stardust? Wall)
I Veda, e molti altri, hanno “investigato” attorno al vuoto che esiste tra un pensiero e l’altro, determinando che, proprio in quegli “spazi” vuoti, c’è la possibilità di passare ad un livello diverso  della mente e, dunque,  anche di trascenderla.

Il “muro” cresce con noi e ci caratterizza, come una serie di incredibili circostanze tutte insieme, ma non per caso, lo hanno determinato
In Stardust come appare il “muro”? Come un cerchio che racchiude l’intero villaggio. Come un destino che circoscrive ogni singola molecola d’aria. Infatti il film si apre con Tristan che lavora a bottega, piegato dalla necessità pratica della Vita e della consuetudine.
Il “muro” appare anche in un  altro modo, però. Come? 

Con una bella breccia custodita. 

Colui che fa da guardiano è un uomo molto anziano. Chi mai sarà se non il nostro inconscio o l’Antisistema? Questo vecchio è molto agile, forte e determinato nonstante l’età, segno che l’apparenza inganna sempre colui che si lascia trasportare dalla sola volontà, pur nel fiore degli anni. E questa apparenza è in grado di bastonare realmente colui che non intende uscire dal “muro” senza l’apporto dell’immaginazione, dell’inconscio stesso. L’inconscio è il nostro grande mago e custode, colui che ci protegge dalla percezione della paura

Colui che protegge, col tempo e la dimenticanza, anche con le randellate, ammonendo a “non fare nulla per il nostro bene”.

Abituandoci alla consuetudine, il fisico diventa la mente. La realtà diventa l’abitudine.

Pensiamo per un attimo ai film cosiddetti di “fantasia”. Esistono sempre degli oggetti magici o degli esseri viventi perlomeno “strani” e quasi insignificanti che, a discapito dell’apparenza, hanno dei poteri e dei significati altissimi. Un esempio è il Maestro Yoda di Star Wars o la Spada di Re Artù, il Rospo che diventa Re, il Leone Aslan delle Cronache di Narnia, etc. 

Esistono oggetti che contengono le chiavi dimensionali per raggiungere altri mondi, come descritto abilmente in "Mymzi il segreto dell’Universo" o come la “polvere” descritta nella “Bussola d’oro”. 

Nei film vediamo sempre più spesso varchi, aperture, tunnel, unioni di mondi diversi invisibili l’un l’altro: cosa significa?
Non crediamo che siano solo favole per bambini. Cosa hanno visto Tolkien, Lewis, Dante, J. K. Rowling, H.P. Lovecraft, George Lucas, etc.? Hanno visto mondi paralleli a questo e li hanno descritti. Hanno visitato altre dimensioni. 

Come avranno fatto? Ognuno certamente in maniere diverse così come la biodiversità ci contraddistingue. Ma, allo stesso tempo, avranno tutti quanti trasceso il piano della mente. Sono “usciti” dal canonico punto di osservazione.

Mi rendo conto che questo articolo verrebbe molto lungo se non controllo la mia modalità di scrittura e di “download”, per cui vado al sodo

Non devo mica convincere nessuno, no?

Ancora una cosa, però. Nel mondo tecnologico è stato introdotto e creato il concetto di interfaccia d’utente. Cosa è? 

È semplicemente una modalità “amica” per dialogare con le macchine, come ad esempio un personal computer. 

I sistemi operativi evoluti come Linux, Windows, Mac Os, etc. sono delle interfacce molto conosciute ormai. Tramite di esse, pigiando un tasto o trascinando il mouse, si riescono a fare cose “magiche” che, senza quell’interfaccia uomo-macchina, non sarebbe poi stato tanto semplice eseguire. Infatti chi ha lavorato in quel mondo negli anni 70, ad esempio, può testimoniare che per fare la minima operazione occorreva veramente conoscere oscuri linguaggi molto vicini al “modo di pensare” delle intelligenze al silicio. Il Dos era già una sorta di interfaccia, ma ancora molto primitiva. 

Il linguaggio “capito” dalle macchine è, appunto, il linguaggio macchina, ossia una serie di 1 e 0 codificati in maniera “logica”

Ancora oggi funzionano così, però le interfacce garantiscono quella facilità d’uso che noi tutti abbiamo imparato così bene ad apprezzare. Le nuove tecnologie stanno avvicinando il concetto di sfera magica all’uomo moderno. Con i nuovi iPad,iPhone, etc. vedere una serie di foto è come sfogliare un vero e proprio album “reale”. E che dire delle nuove "console per videogiochi", basate sul movimento del corpo?

Ecco: queste interfacce esistono anche nel mondo “reale”. Cioè? 

Che cosa mai sarà l’armadio descritto nelle Cronache di Narnia? 

Quell’oggetto che permette a Lucy e ai suoi fratelli di entrare in Narnia è una interfaccia, una porta tra mondi, un varco, una breccia, un collegamento come sul desktop della nostra capacità visiva. I nostri stessi sensi sono una interfaccia che permette di interagire con il mondo esterno. Ok?

La tecnica è questa. Un momento: tecnica per fare cosa? La tecnica per immaginare ciò che vogliamo e desiderare ciò che vogliamo, al di fuori del Controllo. Eccola:
  • Ad occhi chiusi, visualizziamo un muro attorno a noi (Quel muro è la rappresentazione fisica, l’interfaccia che rende visibile il nostro circolo di pensieri e di abitudini che non è semplice oltrepassare. Abbiamo due dimensioni adiacenti, collegate dal “muro”. Dall’altra parte c’è la quinta dimensione, dove ogni nostro desiderio si avvera immediatamente per magia. Al di qua c’è la terza dimensione, lo scenario 3D, dove non è affatto semplice manifestare i nostri desideri. Che fare allora? Utilizziamo il potere della musica e mettiamo una bella sonorità tipica da colonna sonora di film fantasy. Un esempio? Il prologo di Stardust di Ilan Eshkeri - Prologue/Through the wall)
  • Ad occhi chiusi, visualizziamo un muro con una breccia attorno a noi (Quella breccia è il punto da attraversare per raggiungere l’altra dimensione e corrisponde al vuoto che esiste tra un pensiero e l’altro. Dobbiamo attraversare la breccia per desiderare, immaginare, visualizzare i nostri desideri, al di là del guardiano della breccia. Il guardiano è tutto quello che vi trattiene, compreso lo scetticismo che adesso sentite! Al di là è molto più semplice. Questo meccanismo corrisponde alla riprogrammazione dell’inconscio che si esegue nella tecnica della PNL)
  • Ad occhi chiusi, varchiamo la soglia e trasferiamo la nostra consapevolezza al di là (Da quel punto, che immagineremo come vogliamo, eseguiamo la nostra visualizzazione. In quel mondo è più facile. In quel mondo pieghiamo la nostra realtà tridimensionale).
  • Accettiamo di rinvigorire la nostra facoltà di pensare ancora come fanciulli: desideriamo il meglio.È nostro diritto.
  • Poi, torniamo indietro sereni e tranquilli. Giorno dopo giorno la realtà 3D muterà.

Ricordiamo sempre che:

“Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto - H.P. Lovecraft

Ma che il nostro CuoRe è in grado di illuminare con il suo AmoRe ogni singola via che abbiamo percorso, oltre l’ignoto.

Perché, è sempre più evidente, che “oltre l’ignoto” ci siamo già andati da tempo e non è più sensato avere paura nell’Inferno. Noi siamo una parte del Creatore che porta la luce per ogni dove…

Davide Nebuloni /SacroProfanoSacro 2010
 
 

lunedì 20 dicembre 2010

Gettare "zavorra" per andare in profondità.





Nei precedenti due articoli si è parlato di scenario 3D, come  di un terreno disponibile ad ospitare le esperienze di Vita delle individualità  incarnate animiche. Su tale base, le “magie co creative” degli umani si mostrano, a prima vista, in tutta la propria dissonanza con coloro che le hanno create: noi stessi. 
 
Perché?
 
Perché abbiamo perduto il filo di connessione tra la vera causa e il principio di reazione della manifestazione del “reale”. Ossia, ognuno di noi continua a co creare la realtà, però non è più consapevole di questo fenomeno regolato da vere e proprie leggi celesti. Questa dimenticanza è frutto delle energie che dominano in questo scenario 3D:
  • la gravità planetaria
  • il magnetismo
  • il tempo

Oltre all’azione di energie “spirituali”:
  • il Karma
  • il libero arbitrio
  • la legge d’ottava.

Su tutte queste forme di potenti plasmatori della densità, vige il Piano Divino e, a cascata, l’intenzione di dover/voler esplorare le proprie profondità, sulla infinita spinta del Creatore che desidera conoscere ciò che si nasconde nelle proprie “cantine”.
 
La causa principale della “caduta” del genere umano è insita in questa spinta primordiale, in questa caratteristica innata del senso della Creazione:

conoscere se stessi

Ora, l’intera progenie del Creatore, frammentato in infinite scintille “intelligenti”, procede anche solo per inerzia, come potrebbe essere a prima vista la spinta che fa ancora girare i pianeti sul loro asse, nel proprio cammino esplorativo ed esperienziale – anche senza memoria del perché. Come le sonde Voyager, uscite dal Sistema Solare, ed ancora attive nel funzionare automaticamente, secondo funzioni programmate decenni or sono.
 
Pensiamoci bene: per conoscere quello che si nasconde dentro di noi, anche come sola Natura dell’omnicomprensiva intelligenza che regola la Creazione, cosa dovremmo fare?
Dovremmo portare alla luce o evidenziare la nostra intera gamma di “possibilità”. Quindi di cosa si dovrebbe necessitare?

Proprio di un supporto, di un terreno, di uno scenario capace di sostenere il peso della co creazione, quindi di una dimensione la cui vibrazione è molto lenta, in maniera tale da dare alla luce una realtà solida delle proprie “aspettative”. Per vivere in una simile dimensione occorre anche raggiungerla. Per cui, all’origine, le Anime hanno iniziato a sviluppare delle estremità atte a supportare l’immersione nelle profondità del rallentamento frequenziale della propria capacità di “brillare”.

Da qua è iniziata la “caduta”, che altro non è se un progressivo rallentamento delle funzioni di base animiche, ma non nel senso che è l’Anima a cadere d’intensità, bensì che è l’Anima che inserisce una parte di sé in un sonno-esoscheletro, come in un batiscafo, che scende in profondità verso il diverso tipo di “suolo” che si cela in un lontano luogo attrezzato appositamente al fine di manifestare luce e buio del sé: appunto questo scenario 3D.

Vivere nella Terra 3D è stato ed è difficile, perché con il tempo si perde il senso a cascata della co creazione, si perde la capacità di osservare la direzione della co creazione: non si è più consci che il proprio mondo interiore, i propri pensieri e immaginazione, determinano il mondo esteriore. In questa cancellazione della priorità, il mondo esteriore inizia a riversarsi in quello interiore, come una serie di vasi comunicanti ed ubbidienti alle leggi della fisica, determinando l’appesantirsi della “caduta”. 
 
L’accumulo di esperienza ha generato dei “mostri” all’esterno, che si sono irradicati nella ruota della reincarnazione, che altro non è che un blocco note con scritto sopra “a che punto siamo nell’opera che ci siamo prefissati”.  
 
L’Antisistema è quell’insieme di energie che permettono allo scenario 3D di continuare ad oscillare e, dunque, ad esistere per permetterci di “andare avanti”
 
L’Antisistema può essere ripulito energeticamente dalla nostra azione collettiva illuminata, proprio come si fa con una casa, dandogli aria e pulendola.
Esso è necessario e, in determinate circostanze può apparire come un incantesimo. 
 
Esso è come il nostro inconscio che è il diretto frattale.

Dalla logica spirituale sino alla logica fisica, tutto ha senso, scopo, significato.

L’intera infrastruttura che lega il corpo all’Anima è ancora in essere, cioè qualsiasi cosa ognuno di noi possa pensare di questo mondo 3D non nega l’esistenza ed il senso dell’intero “perché”!

Giunti a questo punto e toccato il fondo, abbiamo potuto esprimere tutto ciò che si nascondeva nelle nostre “cantine”, nel bene e nel male: lo abbiamo ancora tutti quanti negli occhi cosa siamo stati capaci di generare.

Adesso che lo sappiamo esattamente, perché gli abbiamo dato la luce dei riflettori, possiamo iniziare a riemergere, conoscendoci meglio. Questa emersione è un processo individuale, in assenza di un “richiamo” massivo della Sorgente.
Il tessuto della co creazione è solidale con il senso primigenio dell’unità, occorre solo tornare a comprenderlo.  
 
La “caduta” non è stata solo una mancanza, ma è stata una necessità, come il gettare zavorra da una mongolfiera per farla alzare, anche se in questo caso, il gettare zavorra ha equivalso a scendere. 
 
Questa zavorra, gettata al “vento”, si trova ancora oggi nel Dna così detto “spazzatura”.

È tutto pronto se solo lo vogliamo con ardente intensità.
Di tanto in tanto la scienza scopre, alla propria maniera e coi propri tempi, delle parti di verità. Questa verità, per essere accettata al suo più grande livello, ossia quella consapevolezza che ognuno di noi è il responsabile di ciò che lo circonda, necessita di essere introdotta nella società globale tecnologica per piccole dosi:   

Cervello è illusionista, ci inganna su dimensione cose.
Il mondo è pieno di illusioni ottiche e il ''grande illusionista'' è il nostro cervello: gli oggetti non sono uguali per tutti, le loro dimensioni dipendono dalle dimensioni del nostro cervello, da quant'è grande l'area neurale deputata alla vista. Lo dimostra uno studio del Wellcome Trust Centre for Neuroimaging (Londra). Gli esperti hanno misurato le dimensioni della corteccia visiva primaria dei volontari e osservato che, più piccola è tale area, più forti sono le illusioni ottiche.
Fonte: Yahoo

Tutto è illusione, ma non nel senso che non esiste, bensì che esiste in quanto temporaneo volere di un nostro desiderio di manifestarlo: egli esprime una condensazione di noi stessi.

La morale è quella di non immedesimarsi in esso o farsi possedere dal proprio potere mal compreso.
L’illusione 3D, come abbiamo provato vivendo, è molto di più di una mera illusione perché possiede un valore intrinseco molto concentrato: quello di incantare colui che è immemore.
 
Nelle “Cronache di Narna III- il viaggio del veliero” si evidenzia molto bene proprio questo aspetto: il nemico non esiste, non c’è un esercito da combattere.
 
È tutto dentro di noi. Il dentro, le paure che si sviscerano fuori…

Le vibrazioni atomiche e molecolari nel corpo umano producono campi di energia elettromagnetica e acustica che regolano e catalizzano i processi biochimici. Queste vibrazioni biologiche naturali sono regolate dall’ottava di una dimensione più elevata di vibrazione fondamentale che funziona a livello quantico. Il Lyricus fa riferimento a queste vibrazioni di base come alle Strutture d’Informazioni Inderivate (Underivative Information Structures – UIS).
Determinate vibrazioni acustiche e scale musicali fanno sì che l’elica all’interno della molecola del DNA si srotoli, distendendo la spina dorsale del DNA e rendendo le basi esposte più accessibili al loro accoppiamento ed attivazione, in modo particolare quando questo si collega a ciò che gli scienziati definiscono DNA “spazzatura” o quiescente. Le frequenze sonore possono essere tracciate per penetrare nella molecola del DNA, scoprire ed attivare i nucleotidi e – se utile – le corrispondenti cellule nervose.
Estratto da: Wingmakers - La Musica del Lyricus 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2010

 

venerdì 17 dicembre 2010

Il portatore "sano": l'invasione.





Nell’articolo di ieri  ho proposto un modello di consapevolezza, tramite il quale inquadrare il “senso” di questo scenario 3D. Non ci voglio tornare sopra, rimandando l’interessato lettore all’approfondimento consapevole. Riporto però il “testimone”, come se corressimo una staffetta a squadre, che è d’utilizzo per continuare nell’argomento:
  • questo scenario 3D è un supporto di energia densa, progettato appositamente per sostenere la co creazione delle individualità incarnate mentre fanno esperienza nella ruota delle reincarnazioni; esso può oscillare da un minimo ad un massimo e funge da terreno “scolastico” per noi tutti. L’Antisistema è l’Entità incaricata di fare da manutentore e insegnante indiretto o di riflesso del nostro “fare e sentire”.
Scrivevo, sempre ieri, nella risposta ad un intervento dell’amico Eremita.

La domanda, ora, è: una volta capito il senso di questo scenario,  è più facile "venire promossi"?
Sapere che sei a scuola, cambia i risultati dei tuoi esami?”.

Ecco; partiamo da qua.
Prendo spunto ancora dal libro di Deepak Chopra Guarire da dentro”:

“Migliaia di anni fa, gli antichi Rishi, o veggenti, che abitavano in India si chiedevano se la Natura sia in ultima istanza unificata… Furono loro a scrivere i più antichi testi dei Veda, o della verità rivelata, come il Rig Veda… Se chiedete ad un Indiano contemporaneo che cosa sia il Veda, vi indicherà i libri che contengono le parole dei Rishi, ma nel vero Veda quel che è vivo è il contenuto della consapevolezza dei Rishi. Un Rishi ha letto tanto in profondità nella Natura delle cose che persino Dio siede ai suoi piedi per imparare – basta infatti leggere lo Yoga Vasishtha, dove il giovane Rama, un’incarnazione divina, prega il saggio Vasishtha di consigliarlo”.

Primo spunto:

Non meravigliamoci di quello che trascrive Chopra del rapporto Rishi / Dio, perché quel Dio non è il Creatore, ma una o più Entità di cui Sitchin ha narrato “vita morte e miracoli”, ed in quanto Esseri in evoluzione, ancora desiderosi di apprendere ciò che non sapevano; nozioni che un Rishi poteva benissimo avere appreso nel proprio cammino spirituale cognitivo.

Nel passo relativo a quello che un Indiano sa in relazione al Veda, c’è già una prima risposta abbozzata “tra le righe”, alla domanda che ci siamo posti in precedenza. Tale “responso” afferma che non è sufficiente sapere di essere a scuola per migliorare il proprio curriculum scolastico. Non basta avere i libri e sapere anche di doverli usare, per condurre ad un buon corso di studi. Ciò che manca è sempre un ingrediente basilare, rappresentato dal coinvolgimento e dalla caratteristica vibratoria dell’Essere. Proprio come a scuola, molti allievi non riescono a giungere sino al naturale corso degli studi, pur sapendo di “essere in un luogo di studio” e pur sapendo che “altri”, i loro genitori, stanno facendo sacrifici per mantenerli in quel luogo. 

La responsabilità ed il coinvolgimento non possono essere rigettati interamente sul “corpo insegnanti” o sulla fatiscenza delle infrastrutture, perché quel “punto raggiunto” è la diretta summa vibratoria di tutti coloro che hanno “lavorato” su quel piano.

I Rishi erano capaci quanto noi di dividere la Natura in Tempo, Spazio, Materia ed Energia ma essi rifiutavano questo tipo d’approccio che asserva il nostro modo di pensare e di vedere il mondo. Essi scelsero invece di risolvere nel modo più pratico. Decisero di traversare il Vuoto ed entrare nella zona contrassegnata dal punto interrogativo, dove il pensiero non può andare. Effettuarono semplicemente una deviazione della loro consapevolezza, con conseguenze profonde – era come mettere sottosopra il mondo oggettivo. Per farlo, i Rishi dovevano analizzare la Natura in un modo inaspettato… Invece di considerare il Tempo, lo  Spazio, l’Energia e la Materia ‘esterne’, i Rishi notarono che la realtà inizia ‘interiormente’ con la nostra consapevolezza conscia. In qualunque momento, pensarono, la persona deve essere in uno degli stati di consapevolezza soggettiva – veglia, sonno o sogno

Quel che percepisce in questi stati costituisce la sua realtà”.

Esistono dunque diversi tipi di consapevolezza. Quella di sapere “che si è a scuola” giunge solo sino ad un certo punto, ma non va oltre se la caratteristica vibratoria complessiva dell’individuo non lo permette. Occorre allora iniziare ad osservare il mondo da un’altra quota, prospettiva, punto. Posso considerare il livello raggiunto da questa società globale proprio come un grande ribaltamento dello stato “paradisiaco” dell’Essere. Un girare a 180 gradi, però necessario, al solo fine di permettere di raggiungere un altro tipo di consapevolezza molto più profonda, perché ottenuto dopo una grande sofferenza: ed il mondo ha sofferto davvero così tanto sino ad oggi! 

Ci sono svariate strade per arrivare a… 

Abbiamo preso una delle più complesse. Probabilmente perché il livello base dell’apprendimento lo richiedeva.  I programmi che supportano lo scenario 3D sono mutevoli nel tempo e sono interattivi. Noi possiamo insegnare anche agli insegnanti, dare loro i voti, come fa Kiyosaki  nelle sue scuole.  

Dunque:
  • sappiamo di essere a scuola
  • ma non basta ai fini di dare un “buon esame”
  • necessitiamo di un'altra consapevolezza più profonda
  • necessitiamo di un nuovo modo di “osservare” e di pensare la realtà
I Rishi approfondirono il problema e individuarono tra questi stati uno spazio che fa da pivot quando si passa da una realtà all’altra. Poco prima di addormentarsi, per esempio, la mente lascia gradualmente lo stato di veglia, ritraendo i sensi, chiudendo fuori il mondo esterno, ma al punto di confine col sonno vero e proprio si apre un piccolo spazio, identico a quello che appare tra un pensiero e l’altro: è come una piccola finestra in una zona che è oltre il sonno e la veglia. Questa percezione aprì la possibilità di lasciarsi dietro i soliti confini dei cinque sensi per tuffarsi in quello spazio vuoto… 

Il loro approccio venne denominato Yoga, che in Sanscrito significa ‘unione’…

I Rishi, non essendo dei teorici, dichiaravano che il campo unificato esisteva nel mondo reale, si tratterebbe quindi di una esperienza e non soltanto di una costruzione mentale. Dal punto di vista dei Rishi, il campo unificato poteva essere solo un altro stato di coscienza”.

Un altro stato di coscienza. 

Ecco il punto. Quello stato “nuovo” dell’osservare è il conduttore della consapevolezza profonda di cui si necessita per essere “promossi” anche all’istante. Ecco il perché siamo qua, in una scuola mascherata, in un luogo divenuto “inospitale”, dove non ci sentiamo mai perfettamente a nostro agio senza rincorrere le sicurezze della concretezza, senza l’avere

Spaccati in due, comprendiamo principalmente di dover sopravvivere

Il programma di studio parte dagli albori della Vita, da quando non si aveva che  il cielo come tetto e una folgore intimoriva come un Dio da temere e adorare indistintamente.
Abbiamo fatto tanta strada e confuso parecchio le nostre “idee”. 

Le energie che si oppongono al nostro corso di studi, non sono una maledizione o un castigo divino. Sono una parte del senso dello studio

Sono la nostra parte negativa finalmente visibile.

Sono il tradimento ed il traditore, che fa parte del programma di studio. L’ostacolo che serve per rafforzare o semmai rimandare a “settembre” o, ancora,  respingere.

È del tutto verosimile che noi siamo immersi e circondati dal trascendente, ma non siamo sintonizzati su di esso. In questa ottica il Veda è come l’intera gamma di bande radio. Ma col tempo il suo significato venne distorto, mentre la gente perdeva contatto con la pura consapevolezza. La consapevolezza vedica scomparve e all’India restarono i libri vedici. I libri dichiaravano che Veda è supremo e universale, ma appare evidente, dallo stato in cui si trova l’India oggi, che del potere effettivo del Veda è rimasta solo la forma

È come sapere dell’esistenza del computer cosmico, possedere i manuali d’istruzione, ma dimenticare di inserire la spina”.

Il focus è finalmente giunto in questo passo: dobbiamo inserire la “spina”.

Cosa significa? Cambiare il modo di pensare la realtà.

Ecco perché l’Impero Britannico, un potere occidentale, ha invaso e “colonizzato” l’India.

Non per interessi economici, che sono sempre secondari in un certo contesto dell’amministrazione del potere, ma per il mantenimento stesso dell’esecuzione del potere. Mi riferisco all’Antisistema, a quell’energia che vincola il nostro cammino, che ci fa passare attraverso certe direzioni, se noi stessi dimostriamo di saper solo perderci nell’amministrazione del nostro “senso” o "potere"

Quel potere occidentale ha penetrato la consapevolezza vedica, che si stava spargendo in vaste zone, svuotandola del suo vero significato tramite le illusioni che  in occidente già imperavano. È stata solo una questione di tempo e la società Indiana si è ritrovata nelle stesse condizioni di apprendimento della società occidentale, ma nella globalizzazione questo fenomeno ha portato a miscelare i due emisferi e sta provvedendo alla loro necessaria unificazione

Quel potere invasivo si sta rivelando come un portatore "sano"...

È una questione di tempo in cui Gandhi si è inserito, dando la parvenza di una raggiunta liberazione dell’India, ma in realtà non potendo nulla contro il “germe” occidentale, lasciato a lavorare indisturbato

Basta vedere oggi l’India come si è trasformata.

Mutando frequenza di osservazione, invece, otteniamo una visione di indeformabile direzione verso la “promozione”, nel rispetto del senso di questo scenario 3D che può solo oscillare, portando a maturazione il proprio “carico” alla ricerca paradossale di se stesso.

Riassumendo:
  • siamo in uno scenario 3D che equivale ad un "terreno" di esercitazione teorico-pratica
  • la consapevolezza del solo saperlo non fa globalmente la differenza in merito alla funzione dello scenario
  • lo sviluppo di un nuovo modo di “osservare” se stessi, come inseriti in un contesto “mutevole” e legato alla propria vibrazione, fa la differenza e conduce inevitabilmente alla “promozione”, all'Ascensione, alla porta di uscita dallo scenario verso un nuovo livello dell’Evoluzione e della Creazione.