venerdì 20 febbraio 2015

Frattalità espansa (2).




Il debito = qualcosa che “non esiste” (ingegneria finanziaria permessa per legge e credo), che si manifesta attraverso di te.
Nota la “curiosa analogia” (frattale = frattalità):
  • le banche centrali aprono e chiudono i “rubinetti” del denaro, causando le “crisi economiche (inter)nazionali” (e, volendo, l’estinzione del debito – così, come lo “contrai”)
  • il Sole (centro dell/nell’omonimo “sistema”) espande e riduce la propria attività, causando le ere glaciali (e, volendo, l’estinzione della Vita – così, come la “contrai”).
Contrai => contrarre
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Contrarre…
  1. ridurre in uno spazio minore; restringere, raggrinzire...
  2. prendere, assumere, far proprio: contrarre una malattia, un’abitudine; contrarre un obbligo, un debito
  3. stabilire, stipulare, concludere con un accordo: contrarre un patto, un’alleanza... una relazione...
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L’etimologia (la radice) di un termine non è mai casuale.
Essa (af)fonda nel significato origina(rio/le). Per cui, nelle fondamenta di ogni espressione (formata dai singoli termini, formati dalle singole lettere) c’è una verità di fondo (base) cementata su “dati di fatto temporalmente accettati e pressofusi insieme, mediante (ri)utilizzo nel/del sociale”.
Ora, il termine “contrarre”, porta alla mente l’esistenza di un “contratto”, ossia, la terminologia (ri)sente di una "pratica commerciale" posta agli albori dei termini.

Solitamente, le branche ufficiali del sapere affrontano questo st®ato solido di verità, (inter)posto alle radici del sapere stesso, in maniera “datata”, ossia, secondo una prassi consolidata del (ri)scrivere la storia attraverso un filtro conveniente allo status quo (che finanzia le attività di ricerca, gli studi e, dunque, l’orientamento di ciò che deve emergere e, soprattutto, nella forma che deve emergere, relegando tutto il resto nell’ambito della sconvenienza che riduce/contrae a mito, leggenda, storiella, bufala, insabbiamento, etc.).
C’è, sì, una "pratica commerciale" (interesse) dietro a tutto ma, questa, non è quello che ti hanno fatto c®edere.
Non è la storia umana che emerge dal vuoto con la civiltà sumera, già pienamente sviluppata.
Non è la storia umana che (af)fonda nella necessità commerciale (utile), che parte dal “naturale” baratto e passa all’odierna industria del debito usuraio e del controllo relativo alla capacità di “battere moneta”.
È… un contratto che l’umanità ha “accettato di firmare (in)direttamente” con il Nucleo Primo, mediante adattamento senza alternativa apparente alcuna, di essere ospitata sul Pianeta (in “affitto”) pagando per poterne “godere i frutti” (ciò che si ricorda ancora nel mito religioso e non solo, come “Eden”).

giovedì 19 febbraio 2015

Frattalità espansa (1).



È sempre al livello frattale che occorre (ri)volgere la propria (ri)flessione, il proprio “sentire”.
È ad un simile livello che ogni “cosa/fatto/situazione” (p)rende Vita, in maniera (di)versa rispetto alla sua interpretazione diretta ed abitudinaria (credo).
È a quel livello che ogni “dettaglio” diventa il “tutto”, ossia, diventa una chiave per la (de)codifica del “tutto” (di ogni cosa/fatto/situazione e, al contempo, delle cause - e della causa - dalle quali derivano gli accadimenti e le “cose”).
Che cosa significa “frattalità”? E come ci si (ri)parametra?
Per esempio, se immagini una forma che si ripete all’infinito… che cosa “ti viene da pensare”?
Beh, se conosci l’opera di Mandelbrot, immediata(mente) (ri)correrai alla “dima frattale” che aveva (s)coperto. E, fluendo in questa maniera, non aggancerai af(fatto) ciò che SPS ti sta sussurrando da parecchio tempo, ormai.
Perché la “dima frattale”, se respirata a livello di immagine statica e (de)contestualizzata da quel grado di reale, che è... tutto ciò che tendi ad escludere (per via del paradigma in corso d’opera), ossia, se tendi ad applicarla/capirla solo attraverso la funzione generica di “forma che si ripete in natura”, senza però espander(n)e il concetto/significato a qualsiasi “(ri)forma” del Mondo al quale “appar(tieni)”, allora a nulla di autentica(mente) alternativo ti condurrà un simile (ri)pensare alla frattalità.
(Al limite potrai (ri)cavarne del "business", ossia, altro carburante per intrattenerti "qua, così"... rafforzando la "tua" funzione di simbologia di esempio per coloro che conseguono).
Perché… sapere che la forma delle coste si ripete, come quella delle radici, delle costellazioni, dei neuroni, delle città, etc. non (com)porta per nulla (al)la (de)codifica (comprensione) del “perché il Mondo reale emerso ha una forma così, come supponi ormai di conoscere”.
  

mercoledì 18 febbraio 2015

Il Tutto che è una Parte, quando ne (ri)Esci.


Effetto Nutella…
Se il tuo sguardo si posa/viene attratto da una scritta, per la quale è stato utilizzato il font della Nutella (o pseudo similare), che cosa ti accade?
Mediamente, che… “ti si muovono i succhi gastrici”.
He He… (provare per credere).
Quale profondità ha raggiunto la capacità dello “slogan”, di pene(n)trare il/nel tuo insieme (complesso)?
Nel 1963, Michele Ferrero, figlio di Pietro, decise di rinnovare la Supercrema, con l'intenzione di commercializzarla in tutta Europa.
La composizione venne modificata, così come l'etichetta e il nome:
la parola "Nutella" (basata sull'inglese "nut", "nocciola"), e il logo vennero registrati verso la fine dello stesso anno, restando immutati fino ad oggi.
Il primo vaso di Nutella uscì dalla fabbrica di Alba il 29 aprile del 1964. Il prodotto ebbe successo istantaneo, rimane a tutt'oggi estremamente popolare e viene spesso citato in romanzi, canzoni e opere cinematografiche…
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La parola "Nutella"… e il logo vennero registrati verso la fine dello stesso anno, restando immutati fino ad oggi.
È, dunque, almeno da cinquant’anni che questo “vettore” è nella società e che, evidente(mente), colpisce tutto e tutti da svariate generazioni.
Per carità, non stiamo alludendo ad “uranio impoverito”, bensì… a qualcosa di meno pericoloso sul breve termine ma, di egual(mente) influenzante sul lungo termine. Il livello di obesità nei “bimbi”, esplode dopo circa dieci anni di “(rod/ancor)aggio” (dieta), ad esempio. Mentre, nel precedente balcanico delle munizioni all’uranio impoverito, gli effetti si sono fatti sentire molto prima, su coloro che in qualche modo erano entrati a “contatto” con simili manufatti…
Un grande esercizio di “forza propria” che, benintesi non vale per tutti ma per una significativa maggioranza, è di resistere davanti ad un invitante vasetto di Nutella, perfettamente disponibile sulla tavola imbandita, con tanto di pane già tagliato e pronto ad accogliere la “supercrema”.

Marchio ®egistrato.

Se tale azienda non conosce crisi, significa che vende molto bene i suoi prodotti, ergo, che tu ne sei "succube", ormai.
Se a te non piace particolarmente la Nutella, hai comunque poco da gongolare, perché certamente (ri)cadi (d)entro al bacino giurisdizionale d’utenza, di qualche altro prodotto analogo nella “sostanza dell’effetto incantesimale” (drogaggio).
L’intera filiera dell’alimentazione è un modo strategico per (in)filtrare in te, sostanza atte a (man)tenerti “qua, così”.
(Sor)ridere a/di questa espressione è “infantile”, visto il grado tecnologico al quale un certo tipo di “industria” è ormai giunto.
Particelle infinitesimali sono (pre)programmate per incidere in te, nella maniera meno invasiva possibile, al fine di by passare ogni difesa dell’organismo.
L’organismo umano si difende? E da chi/cosa?