domenica 27 dicembre 2009
Alzarsi e "camminare".
Care "scintille" divine,
ciò che si è inserito nell’opera superiore dell’anima in corso, è una energia altamente evoluta che ci conosce molto bene ad ogni nostro livello funzionale. Essa non vivrebbe senza di noi, se non allo stato di potenziale inespresso che caratterizza l’Assoluto. Essa ha necessità di noi. Per questo non ci ha ancora distrutto. Semplicemente non lo può fare e non lo farà sino a quando il livello dello “scontro” in gioco non giungerà ad un livello talmente alto da poter cambiare le regole del “gioco”. Per ora va così. I “raccolti” umani si alternano nei cicli della vita e la loro qualità è sempre più livellata e controllata, per così dire, all’origine. Il “processo” di corruzione è entrato dentro la biologia umana e attende il feto ancora prima della sua comparsa. Lo attende nella psiche e nella “fisicità”, minandone il potenziale ancora inespresso ma già attaccabile. Questa “energia” è nata da noi, dalla nostra vibrazione di paura relativa alla “caduta” dell’anima, cioè al precipitare nelle dimensioni via via più dense della luce. Dalla nostra amnesia di chi siamo o di chi eravamo. Quante parole si potrebbero spendere attorno a questo “concetto” cardine? Molte. Troppe. Dunque vado al sodo. La "struttura" della verità è questa. In un reame cosparso di verità questa è la mia verità, ok. Eppure vi dico che questa dovrebbe essere la “traccia” da seguire, la prospettiva migliore per inquadrare ciò che sta succedendo ed il “posto” nel quale siamo immersi. Chi sono io per asserire questa verità? Sono UNO che finalmente comprende. Cosa dovremmo fare dunque, alla luce di ciò? Iniziare ad alzarci e camminare. Cosa intendo per “tutto ciò”? Intendo il modello vibrazionale che “qualcosa” ci ha indotti a creare, al fine di far deragliare il “convoglio” umano lanciato verso l’evoluzione o ritorno a “casa”. Perché esiste un modello energetico che si oppone? Perché esiste la paura in noi, il dubbio e tutte quelle componenti oscure che caratterizzano il vasto piano dell’Assoluto. È in corso una trasmutazione energetica dell’essenza del tutto. E ciò che “vive” tende a sopravvivere come di regola universale. La complicata danza delle variazioni energetiche della luce, è una manifestazione della voglia e necessità di sopravvivenza di ciò che è destinato a trasmutarsi nel suo opposto.
Perché io non credo che luce ed ombra debbano coesistere nell’Assoluto, perché sarebbe come sostenere un meccanismo di auto distruzione perennemente innescato. Espandiamo il nostro orizzonte e non poniamo fermi o vincoli alla super comprensione dei concetti fissati da “altre” menti che ci hanno preceduto. Tutto ciò che succede ha un senso… lo scopo educativo, l’apertura di fiducia incondizionata del Creatore, il nostro senso ultimo miscelato di libero arbitrio, la nostra responsabilizzazione. Alziamoci e partiamo ora!
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La mia verità.
sabato 26 dicembre 2009
Raddrizzare il ciclo.
“Essendo l’infelicità frutto dell’ignoranza e poiché questa genera errore, si può affermare che il dolore è frutto dell’ignoranza e di contro, che la felicità è frutto della Saggezza. Tutto questo può venire ulteriormente ridotto nei due opposti elementi di “squilibrio ed equilibrio”, da rendere complementari attraverso la realizzazione, in noi, della Via di mezzo o detta anche il Sentiero di mezzo. Questa Via, può essere dimostrata ad una mente occidentale anche in termini “occidentali” e questo, con il Criterio del Ritmo. Questo Criterio è l’elemento attraverso cui prende corpo e si manifesta ogni Legge, senza questo Criterio, legato alla Legge d’Equilibrio, ad es., non potrebbero manifestarsi coerentemente leggi come quella d’Economia, la Legge di Distribuzione, la Legge di Emanazione e Riassorbimento dei Cicli sistemici e cosmici dell’universo. Per l’Iniziato, il Criterio del Ritmo vela la Legge di Sincronicità che opera,tra l’altro, in presenza dei piani multidimensionali e pluritemporali. Il Criterio del Ritmo nella Filosofia ermetica afferma: «Ogni cosa fluisce e rifluisce, ogni cosa ha fasi diverse; tutto s’alza e cade, in ogni cosa è manifesto il criterio del pendolo ; l’oscillazione di destra è pari a quella di sinistra e tutto si compensa nel ritmo (Cicli, Cadenze, Ritmi, VII Aspetto cosmico, detto anche l’Aspetto Cerimoniale dell’Universo). Ciò vale per ogni cosa: per i pianeti, le stelle, l’energia e la materia, così come per gli uomini e gli animali e la mente.....Questo è l’arte degli ermetisti: compreso il criterio, imparare ad usarlo invece che subirlo. Quindi se l’ermetista si polarizza su un certo punto, neutralizza la forza ritmica del pendolo che, oscillando tenderebbe a condurlo all’altro polo.» I metodi d’uso, contrazione e neutralizzazione del criterio del Ritmo, formano una delle parti più importanti dell’Alchimia mentale”.
Fonte: Viaggio-attraverso-la-Grande-Opera
Nella naturale ciclicità di tutte le “cose”, è ormai chiaro che occorre padroneggiare il semiciclo negativo, al fine di non toccare l’estremità dell'altro polo. Cioè l’uomo deve prendere atto della propria natura mediante una ferma consapevolezza di essere parte del tutto e, per questo, essere soggetto alle leggi naturali legate all’alternanza luce/ombra. Una volta sostenuta una tale visione d’insieme, l’uomo potrà comprendersi inserito in un più ampio “bacino” energetico e, dunque, potrà colmare il primo step relativo all’ignoranza di sé. Successivamente si vedrà altalenante nell’oceano d’energia costituente il creato e tale ciclicità, verrà compresa e risolta tramite la focalizzazione del proprio intento. Attraverso lo sviluppo di consapevolezza e volontà d’essere riuscirà a "correggere" l’onda ritmica che caratterizza questo piano della creazione…
“Nel ritmo distinguiamo due momenti fondamentali: il momento di slancio, detto arsi (dal greco Arsis = elevazione) ed il momento di riposo, detto tesi (da Thesis= pongo)”.
“Qualsiasi movimento che non si ripeta regolarmente può essere detto come "aritmico".
Fonte: Wikipedia
È aritmica la nostra vita che non si ferma o non riposa in inverno, mentre la Natura pressochè interamente lo fa. La disarmonia si insinua nelle regole più consuete per la società moderna. E nel rincorrere un profitto tutto l’anno, l’uomo perde il proprio ritmo e se stesso…
"E prossimi e lontani univan sonnolenti
al ritmo dei torrenti un ritmo di campani".
“Le due strade” di G.Gozzano
Fonte: Viaggio-attraverso-la-Grande-Opera
Nella naturale ciclicità di tutte le “cose”, è ormai chiaro che occorre padroneggiare il semiciclo negativo, al fine di non toccare l’estremità dell'altro polo. Cioè l’uomo deve prendere atto della propria natura mediante una ferma consapevolezza di essere parte del tutto e, per questo, essere soggetto alle leggi naturali legate all’alternanza luce/ombra. Una volta sostenuta una tale visione d’insieme, l’uomo potrà comprendersi inserito in un più ampio “bacino” energetico e, dunque, potrà colmare il primo step relativo all’ignoranza di sé. Successivamente si vedrà altalenante nell’oceano d’energia costituente il creato e tale ciclicità, verrà compresa e risolta tramite la focalizzazione del proprio intento. Attraverso lo sviluppo di consapevolezza e volontà d’essere riuscirà a "correggere" l’onda ritmica che caratterizza questo piano della creazione…
“Nel ritmo distinguiamo due momenti fondamentali: il momento di slancio, detto arsi (dal greco Arsis = elevazione) ed il momento di riposo, detto tesi (da Thesis= pongo)”.
“Qualsiasi movimento che non si ripeta regolarmente può essere detto come "aritmico".
Fonte: Wikipedia
È aritmica la nostra vita che non si ferma o non riposa in inverno, mentre la Natura pressochè interamente lo fa. La disarmonia si insinua nelle regole più consuete per la società moderna. E nel rincorrere un profitto tutto l’anno, l’uomo perde il proprio ritmo e se stesso…
"E prossimi e lontani univan sonnolenti
al ritmo dei torrenti un ritmo di campani".
“Le due strade” di G.Gozzano
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Ciclicità.
venerdì 25 dicembre 2009
Identità.
Sono l’onda
che s’infrange sulla roccia umida
e, che tocca il cielo
attraverso la temporanea
vaporosa
bruma.
Come pulviscolo
affronto paure verticali
secolari,
carico dell’energia
di miliardi di esseri marini.
Sono gli occhi ed il braccio
il cuore e le idee,
le gambe di grandi aspettative.
Carico la roccia
per cambiare prospettiva
per giungere alle nubi
ed, alfine,
ricongiungermi.
Sono l’aria
che vortica evocata dai moti opposti delle vetture
e, che sogna turbini
inesauribili
attraversando i grandi spazi.
Come forza nuova
mi consumo,
bruciando ogni volontà
in un fazzoletto di mondo
in un battito di ciglia
in una esplosione di speranza.
Sono il segno dei tempi
l’invisibile presenza
lo spiritello di vento
un conflitto di direzioni.
Carico lo spazio
per meglio manifestarmi
per guadagnare un significato
ed, infine,
disperdermi soddisfatto.
Esistiamo,
entrambi,
nel sogno di un Burattino
che non vuole crescere mai.
che s’infrange sulla roccia umida
e, che tocca il cielo
attraverso la temporanea
vaporosa
bruma.
Come pulviscolo
affronto paure verticali
secolari,
carico dell’energia
di miliardi di esseri marini.
Sono gli occhi ed il braccio
il cuore e le idee,
le gambe di grandi aspettative.
Carico la roccia
per cambiare prospettiva
per giungere alle nubi
ed, alfine,
ricongiungermi.
Sono l’aria
che vortica evocata dai moti opposti delle vetture
e, che sogna turbini
inesauribili
attraversando i grandi spazi.
Come forza nuova
mi consumo,
bruciando ogni volontà
in un fazzoletto di mondo
in un battito di ciglia
in una esplosione di speranza.
Sono il segno dei tempi
l’invisibile presenza
lo spiritello di vento
un conflitto di direzioni.
Carico lo spazio
per meglio manifestarmi
per guadagnare un significato
ed, infine,
disperdermi soddisfatto.
Esistiamo,
entrambi,
nel sogno di un Burattino
che non vuole crescere mai.
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Poesia.
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