giovedì 14 aprile 2011

Vi rubano l'energia? È un problema secondario...





Ecco la quarta tappa di questo ‘cammino dell’energia vitale’ che si forma e viene in gran parte e continuamente ‘soffiata via’… in qualche modo

I precedenti articoli sono qua: 1 e 2 e 3

La ‘tentazione’ cosa è? Ed il trasgredire? Non saranno, in realtà, modalità Antisistemiche per gonfiare quel costrutto aspira-energia chiamato e conosciuto come genericamente ‘peccato’? L’inosservanza della ‘legge’ conduce al peccato. Ma a quale peccato si fa riferimento? E a quale legge? Certamente a quelle relative al modello di paradigma in auge

Al di fuori di questo paradigma, le regole, le leggi sono ‘diverse’.  È il diverso 'sistema cognitivo' riportato da Castaneda.

Questa strana miscellanea di sensazioni ci ammantano da sempre. Nel reame terrestre del libero arbitrio siamo evidentemente prigionieri. Nella prigionia è insita la scintilla del ravvedimento, della comprensione, della consapevolezza della libertà che si aveva, ma è anche insita la fiamma della rabbia, della vendetta, del furore: l’eterna presenza duale dell’essere. Per questo motivo ‘tutto è vincolato al nostro punto prospettico’ ed è meglio astenersi dal giudizio. Semplicemente abbiamo quello che ‘meritiamo’. 

Il piano individuale è inserito a tassello in quello globale: tutto ha un senso. La grande sete di conoscenza che serve in continuazione l’umanità alla tavola della Vita è rappresentata anche dall’utilizzo delle droghe. Perché se ne fa uso, perché le si attira come miele gli orsi. È una necessità? È una fuga? Certamente! 

È un tentativo determinato della forza animica di ‘far aprire gli occhi’. A mali estremi, estremi rimedi. Chi può giudicare questa azione? Nessuno lo può fare. Nella Kabbalah si illustra il concetto di ‘pane della vergogna’, ossia di un qualcosa di ‘immeritato’ ma non casuale e, per un certo verso, indotto e necessario:

È una definizione coniata dagli antichi cabalisti per descrivere tutte le emozioni negative che accompagnano una fortuna che non ci si è guadagnati. Per esempio, si dice che mangi il Pane della Vergogna quell'uomo che è costretto ad accettare la carità dagli altri. In lui c'è il profondo desiderio di guadagnarsi il denaro che gli serve per il pane. Desidera disperatamente riuscire a sfamarsi e a badare a se stesso senza dipendere dalla generosità altrui… Il Pane della Vergogna, dunque, impedisce al Vaso di provare la felicità assoluta
 
Fintanto che il Vaso si limitava a ricevere, rimaneva infelice

Dunque che cosa poteva fare per eliminare quelle orribili sensazioni chiamate il Pane della Vergogna? Condividere era impensabile perché non c'era qualcuno con cui farlo. Nel Mondo Senza Fine esistevano soltanto la Luce e il Vaso in unione perfetta. Il Vaso non avrebbe potuto condividere con la Luce? Un'idea encomiabile, peccato che la Luce non avesse alcun desiderio di ricevere. La Luce è di per sé una condivisione senza limiti di energia.
 
La soluzione: IL VASO SMISE DI RICEVERE LA LUCE!
 
Gli antichi cabalisti chiamarono Resistenza l'atto di respingere la Luce compiuto dal Vaso... Nel momento in cui il Vaso impedì alla Luce di colmarlo, essa si ritrasse e creò uno spazio vuoto. La Luce si contrasse creando nel Mondo Senza Fine un punto di oscurità. L'infinito aveva dato origine al finito.
Il potere della Kabbalah, una tecnologia per l’anima – Yehuda Berg

‘Cocaina sui set come un drink’, le rivelazioni shock di Dennis Quaid.
Quaid racconta a Newsweek: ‘Il mio rapporto con la droga è iniziato quasi per caso, quando nel 1974 ho lasciato il college e mi sono trasferito a Los Angeles. Tutti usavano cocaina alle feste, e a quel tempo era perfino nei bilanci dei film, sotto voci sottilmente alterate. Si tirava anche sui set, era come prendere un cocktail. Per me, che provenivo da una famiglia piccolo borghese di Houston, era difficile essere a Hollywood e gestire un successo e una fama che, in quel momento, neanche mi sembrava di meritare

E intanto la mia vita andava a rotoli’.
Da Yahoo

Ecco un esempio di Pane della vergogna... Nella finitezza si vivono le esperienze. Si soffre e si gioisce. Si prova carnalmente tutto ciò che le terminazioni sensoriali abbinate alle emozioni trasmettono interagendo con gli ‘altri e l’altro’. Non si è più 'soli'. Gli altri rispecchiano e vivono anche la nostra parte. Nella sinfonia degli eventi la ‘musica’ è coralmente all’altezza della situazione. È un intricato intreccio di fili, una trama variegata che necessita di ritrovare un senso comune. Le dinamiche che hanno portato a generarla sono contenute nel resoconto della storia cosmica e, frattalmente, in quello della storia deviata: la storia che narrano ‘le cronache dell’Antisistema’. 

Questa notizia mi porta ad agganciare un’altra dimensione:

Parigi espone i tesori dei Dogon.
La metà dei tesori esistenti dell'antica civiltà africana del Dogon riunita al Musée du quai Branly di Parigi fino al prossimo 24 luglio. Maschere, sculture, gioielli che oggi raggiungono quotazioni record nelle vendite all'asta: recentemente un busto scolpito è stato aggiudicato da Sotheby's per 1,4 milioni di euro.
 
E pensare che i discendenti di questi artisti straordinari e anonimi oggi lottano contro la miseria.
 
I Dogon occupano la regione della falesia di Bandiagara, a sud del fiume Niger, sono prevalentemente coltivatori di miglio e, nonostante i contatti con l'Islam e altre religioni monoteistiche, praticano ancora il culto dell'animismo.
Da Yahoo 

La dimensione dei Dogon è quasi riservata. Solo coloro che ne vengono attratti per questioni vibrazionali proprie, li trovano. In questa cerchia ci sono quelli che li hanno depredati e sfruttati e quelli che percepiscono il loro ruolo di custodi frattali della verità:

I Dogon non considerano gli umani dotati di componenti immateriali come lo scientista; niama è la forza, l’energia sovraindividuale che sta ovunque nel mondo, che appartiene al mondo, cerca e trova luoghi e supporti dove condensarsi,vegetali, uomini, rocce, conglomerati di materia che facciano da supporto a questa energia (se un cacciatore caccia una gazzella, sa che lo niama che aveva scelto questo supporto va sopra chi ha ucciso; l’energia dello niama fa bene se in giusta misura, se no fa male (gli  amuleti servono al cacciatore per sviare lo niama degli animali che uccidono; anche il contadino che abbatte un albero può ammalarsi). 

Niama è il principio che regola le trasgressioni aggressive, violente tra umani e non umani.. 

Ma è un’entità diffusa ovunque che  trova negli umani il proprio supporto. Allora accettando questo concetto si comprende la diversità tra le pratiche della psicologia, che considera psychè tutta dentro, e quelle  dei guaritori dogon, degli sciamani che fanno un percorso iniziatico complesso per intervenire sulle guarigioni. Tale percorso ha a che fare con il divino ( cfr. in greco iaomai/iatreuo e therapeuo: iaomai/ iatreuo = mi prendo cura, mi faccio carico di; il compito del prendersi cura  può essere  di tutti, non occorre essere medico; per curare invece ci vuole anche la componente terapeutica theòs = dio che ha a che fare con i sacerdoti, gli esperti i guaritori medici che fanno un percorso complesso, molto delicato che autorizza queste persone ad essere accompagnatori di un altro che è in difficoltà e a fare insieme un percorso migliorativo e trasformativo, e ciò vale sia per il medico scientista, sia per il guaritore presso i Dogon, sia pure con diverse tradizioni terapeutiche)…
 
L’esistenza dei demoni o spiriti inferiori era accettata ovunque nel mondo antico. Sono gli spiriti naturali delle colline, degli alberi, dei fiumi, delle rocce e dei venti. Agenti soprannaturali controllabili con la magia che hanno il potere di fare il bene e il male, dare e curare malattie, fornire indicazioni per il futuro. Sono collegati a divinità e a settori della natura, animali, metalli, colori, così da formare catene di corrispondenze per tutto l’universo ben note al sacerdote-sciamano. Cavendish.
 
Un’ultima considerazione: i tessuti e le porte scolpite forniscono ai Dogon il supporto per la comunicazione dei simboli,  come  spesso nei poemi omerici la tela è il canale alternativo al canto dell’aedo per le narrazioni del mito ('testo' da  textus, tessuto). Nel  medioevo europeo il tessuto  è ancora il mezzo per  trasmettere in occidente la simbologia mediorientale; non diversamente i portali delle cattedrali raccontano le storie bibliche in cui la comunità credente si riconosce e l’iconografia sacra perpetua prestiti simbolici dalla religione dei faraoni e dei sumerobabilonesi.  Per cui non sorprendono  le riproduzioni  di  sfingi egizie o del dio pesce della caldea, Oannes, sui capitelli di chiese medievali in villaggi anche sperduti nella campagna francese:'la filiazione diretta di temi e di immagini travalica distanze impensabili nel tempo e nello spazio' V.H.Debidour, in C.Jacq, Il segreto della cattedrale.
Prof.ssa Donatella Vignola

I Dogon sono agganciati all’osservazione delle stelle:

Cerimonie.
La loro antica religione animista si esprime in cerimonie e danze rituali, in cui le maschere sono il simbolo più importante. Una volta ogni sessant'anni viene celebrato il Sigui, cerimonia itinerante di villaggio in villaggio, che rappresenta la perdita dell'immortalità da parte dell'uomo attraverso la rievocazione della morte del primo antenato Dyongu Seru, rappresentato dalla iminana una grande maschera che viene intagliata a forma di serpente ed è alta circa 10 metri.

La stella Sirio B.
Un graffito Dogon ritraente secondo alcuni studiosi l'orbita di Sirio B attorno a Sirio. I Dogon godono, specie tra gli ufologi e in Internet, di una straordinaria popolarità: secondo gli studi dei due antropologi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen svolti nel 1931, poi rielaborati ed in parte manipolati dal libro The Sirius Mystery di Robert Temple (1975), la stella Sirio secondo la tradizione Dogon ha una compagna chiamata Po-tolo (che significa qualcosa come granellino) identificabile con Sirio B, che è effettivamente una piccola stella (una nana bianca) compagna di Sirio, orbitante attorno alla primaria con un periodo di circa 60 anni.

Il mistero legato a Sirio B è dovuto al fatto che essa risulta invisibile ad occhio nudo, e appare strano pensare che essa fosse già conosciuta ai Dogon, non avendo essi alcun mezzo per poterla osservare. Così Temple risolve la contraddizione sostenendo che i Dogon in passato siano entrati in contatto con una civiltà extraterrestre che avrebbe dato loro queste informazioni. A rafforzare questa tesi contribuisce la tradizione Dogon ove si parla della venuta di dèi anfibi sulle loro arche.
Link 

Ad ogni latitudine l’umanità racconta versioni della storia diverse solo nella ‘tonalità dei colori’, ma non nei tratti identificativi dell’accaduto. Questa è una verità frattale. 

In Wikipedia è riportata l’immagine di un graffito che viene descritto in questo modo: un graffito Dogon ritraente secondo alcuni studiosi l'orbita di Sirio B attorno a Sirio. Eccolo:

Preferisco vederlo così:
  

Secondo me ricorda molto l’uovo cosmico o l’involucro che contiene la nostra energia vitale. Che cosa è quella sorta di ‘X’ allora? Un punto di ingresso o di uscita? Un punto particolare? Mancano indizi ed informazioni. Manca l’aiuto di ‘chi sa’. È una cellula? Una testa? Un organo? Un emisfero? Un segno casuale creato da una mano inconsapevole? Questo è il ‘bello’ dell’esistenza. Intuitivamente cosa percepiamo? È una perdita di tempo? 

Bene. Lasciamo scorrere via questo momento. Andiamo oltre

Così noi comprendiamo perché vi debba essere questa varietà, e perché molteplici debbano essere le cose separate e viventi. E cominciamo a comprendere che la perfezione dell’universo manifestato deve necessariamente consistere nella sua stessa varietà; che se oltre l’Uno vi deve essere una pluralità, questa deve essere pressochè infinita, affinchè l’Uno, il quale è come un sole potente che effonde i suoi raggi in tutte le direzioni, li possa effondere dovunque; e nella totalità di questi raggi sarà la perfezione che illumina il mondo. 

Più numerosi, più meravigliosi, più vari saranno gli oggetti, e più l’universo rappresenterà fedelmente, sebbene ancora in modo imperfetto, l’immagine di Ciò donde proviene. Il primo atto della Vita evolutiva dovrà tendere alla pluralità, cioè a costituire delle esistenze separate – separate in apparenza – per modo che esteriormente sembreranno molte, quantunque considerandole nella loro essenza vedremo che il Sé di tutte è Uno. Comprendiamo quindi come nel processo dell’individuazione multipla, l’unità individuale si presenta quale un debole e limitato riflesso del Sé. E cominciamo anche a comprendere quale debba essere il risultato di questo universo, perché questa pluralità di individui debba subire una evoluzione, perché questa separatezza debba essere una condizione necessaria nell’evoluzione del tutto

Poiché noi cominciamo a vedere che il risultato dell’universo dovrà essere l’evoluzione del Logos di un altro universo, di quei potenti Deva che saranno le guide di tutte le forze cosmiche di quel futuro universo, e dei divini Maestri, cui spetterà di educare l’umanità bambina di un altro Cosmo. La vita in tutti questi mondi di esistenze individuali è una incessante evoluzione, per cui un universo trasmette all’altro i suoi Logoi, i suoi Deva, i suoi Manù primitivi e tutti quei Grandi che saranno necessari per costruire, educare, reggere, ammaestrare quell’universo che ancora non è nato. Così gli universi sono collegati l’uno all’altro, così un Manvantara succede ad un Manvantara, così i frutti di un universo sono i semi dell’universo che gli succede. 

In seno a tutta questa molteplicità si evolve un’unità sempre più vasta, la quale sarà l’ossatura del Cosmo non ancor nato, sarà il Potere che informerà e governerà il Cosmo futuro. E qui sorge una domanda… Perché tante difficoltà nell’evoluzione, perché tanti apparenti insuccessi, perché così spesso avviene che l’uomo s’inganni sulla via da prendere, e perché seguirà egli il male che lo degrada, anziché il bene che lo nobiliterebbe?  Non era dunque possibile al Logos del nostro universo, ai Deva che sono i suoi ministri, ai grandi Manù preposti a guidare la nostra umanità bambina… non era Loro possibile disporre le cose in modo che non vi fossero quegli insuccessi apparenti? Non potevano essi guidarci così che la strada riuscisse piana e diritta. Invece che tanto aspra e tortuosa?
 
Questa domanda tocca precisamente il punto per cui è tanto difficile l’evoluzione dell’umanità, quando venga esaminata senza perdere di vista il suo scopo ultimo. Sarebbe stato facile invero creare una umanità perfetta, facile dirigerne le facoltà nascenti in modo che queste potessero rivolgersi sempre a ciò che chiamiamo il bene, senza mai deviare verso ciò che noi chiamiamo il male. Ma quale sarebbe stata la condizione di un così facile compimento del proprio destino? L’uomo non sarebbe stato altro che un automa mosso da una forza impellente esterna a lui stesso, che gli avrebbe imperiosamente imposto una legge alla quale sarebbe stato costretto ad obbedire senza potervisi sottrarre… E la meta era non di far degli automi che seguissero ciecamente un sentiero loro prefisso, ma di creare un riflesso del Logos stesso, di dar vita ad un possente sodalizio di uomini saggi e perfetti, che sempre scegliessero il meglio per un atto d’intelligenza e di ragione, e respingessero il peggio convinti per esperienza propria della sua insufficienza e degli affanni ai quali conduce.  
Annie Besant – Il sentiero del discepolo.

Questi concetti esprimono e spiegano il mito della cacciata dal Paradiso terrestre. Queste sono parole e pensieri di molto tempo fa, relative alla fine del 1800. È incredibile la loro modernità e lungimiranza. In questo scritto è insito un senso di pace, proprio di colui che osserva le umane cosa da una distanza considerevole. Da quell’altezza hanno senso solo le dinamiche principali. Tutto il resto sparisce come una minuzia in una generalità. Ha senso solo l’evoluzione. 

La sofferenza ha lo scopo di fare comprendere, realizzare, rendere consapevoli sulla differente solidità della costruzione basata sul male e sul bene. Il castello di carta del debito attuale è, infatti, di una fragilità estrema. È sul debito che l’Antisistema basa il ricatto sottile di questo paradigma:

- Mirano al controllo. Al controllo del debito che il conflitto produce. Vedete, il grande valore di un conflitto, il vero valore, sta nel debito che genera. Se controlli il debito, controlli tutto quanto. Voi lo trovate inquietante vero? Ma è questa la vera essenza dell’industria bancaria. Fare di tutti noi, sia che siamo nazioni o individui schiavi del debito.
 
- Stiamo solo cercando la verità.
- Lo so, ma non dimenticate mai che c’è quello che la gente vuole sentire, c’è quello che la gente vuole credere e c’è tutto il resto... e poi c’è la verità.
- E da quand’è che questo va bene. Trovo incredibile che tu me lo dica. Verità implica responsabilità.
- Esatto! Motivo per cui tutti la temono.

- Si fanno delle scelte nella vita. Lei ha fatto le sue. A volte l’uomo trova il suo destino sulla strada che aveva scelto per evitarlo.
Citazioni tratte da ‘The International’

Sono come guidato a trovare questo mix di citazioni e porzioni di articoli, questi pensieri inchiodati a terra come le traversine della ferrovia, le une alle altre a costituire una… direzione. È gioco forza, alla fine, chiedersi ‘da dove giunge questa voce’? Ho scritto ieri di forze oscure che ci tolgono energia e ci confondono, poi, mi accorgo che pur mancandomi effettivamente l’energia, riesce a raggiungermi un flusso d’intenzione ferrea che urla sottilmente di ‘andare avanti’

Brucio il tempo o lo impiego? 

Certamente ha un senso questo lavoro, questa fervente attività quotidiana della ‘ricerca’. L’energia alimenta tutto nell’universo. L’energia è ambita da ogni entità vivente, soprattutto da quelle entità che non possono produrla. La Terra la produce, l’uomo la produce… ma non queste entità. Questa è la cartina tornasole che illumina lo scenario Antisistemico. Uno scenario neutro come la pelle. Uno scenario da agghindare con le proprie intenzioni o volontà inconcludenti. 

Il controllo del debito è il frattale della generazione di Karma e del relativo sfruttamento

Si permette di 'poterci perdere' per alfine assumere il controllo di quell’azione. È una logica sensata. Un metodo di sopraffazione che mette in evidenza l’obiettivo delle forze oscure: il controllo a fini di sostentamento energetico della loro stessa esistenza. Il film ‘The International’ termina con l’uccisione del capo della banca. Egli, prima di morire, dice che ci sono centinaia di banchieri pronti a prendere il suo posto e che, dunque, la sua uccisione non cambierà lo stato delle cose. Ecco un nodo focale della questione: l’uomo si presta alla tentazione del ruolo di comando e di potere. Questa è la forza dei Voladores.

È questo il segno che il cambiamento è ancora strisciante nella società umana. È poco più di un embrione o di un seme. Quelle oscure presenze che ci vampirizzano, non sono ‘il problema’, perché quando saremo pronti li spazzeremo via con la sola forza dell’intento. Sarà come aprire porte e finestre di casa per fare entrare i raggi del Sole. Questa è la nostra forza!
 
Per ovviare al momento, consiglio questo link, in cui è possibile trovare delle tecniche semplificate di stimolazione energetica, tratte da libri e studi di Robert Bruce e Castaneda.

I due metodi qui proposti, complementari fra loro, fanno aumentare moltissimo (stavo per scrivere 'enormemente') l'energia sottile disponibile, qualunque cosa poi tu intenda farne.  Provali, e fin dall'inizio ti sentirai diverso!  E se sei scettico sull'esistenza della bioenergia, questi metodi ti faranno ricredere.
Da
La stimolazione diretta dell'energia dell'aura
  
Avevo scritto tempo fa di quella ‘zona’ denominata Hara: un nostro centro di potere controllato da un impianto rettiliano. A questi link è possibile leggere i due articoli:
  1. http://sacroprofanosacro.blogspot.com/2010/08/estate-2010-hara-atlas-ed-il-suono.html  
  2. http://sacroprofanosacro.blogspot.com/2011/01/un-puzzle-intuitivo.html
Ma, in quanti modi siamo controllati? Nulla è stato lasciato al caso. Ciò è tipico di una struttura organizzata in maniera ‘superiore’, proprio come i film ci fanno capire, levando il finale che si svolge in maniera ‘bizzarra e semplicistica’ sempre negli ultimi fotogrammi. Come per evidenziare che il messaggio importante è inerente al ‘viaggio’ essendo la meta praticamente certa

Vi lascio con una serie di citazioni vibrazionali che ho ritenuto essere utili per comprendere, lasciandosi andare al flusso dell’energia universale.

In un convegno a Verona del Settembre 2002 dal titolo 'Curare e guarire come Via di conoscenza' introducevo alcune riflessioni sul tema di Hara citando una frase circa la malattia e la guarigione tratta da un libro di un autore tedesco, Karlfried Von Durckheim. La frase in questione dice: 'Non vi è malato la cui guarigione non sia ostacolata anche da una intima tensione o contrazione. Del pari, non vi è guarigione che non sia agevolata dal risolversi di tali nodi. Proprio nella misura in cui tensioni siffatte sono connesse con la paura di un Io preoccupato o protervo, esse si sciolgono quando l’uomo apprende l’arte di mettere da parte l’Io e di affidarsi a quelle forze più profonde alle quali l’Hara certamente lo apre.”…
 
Credo però che questa zona non ci apra solo ad un contatto con le nostre 'Grandi Energie', cioè le nostre energie costituzionali profonde. Nella citazione di Von Durckheim dalla quale siamo partiti, circa la malattia e la guarigione, si parla di Hara come di una possibile apertura a forze ancora più nascoste, profonde e potenti. Molte sono le pagine che Von Durckheim dedica nel suo libro a questa ipotesi, da queste pagine possiamo partire per un’ultima riflessione sull’Hara.
 
Il nostro autore tedesco lascia intendere che la Via che porta allo sviluppo di questo nostro ‘Centro energetico’ ci apre a forze profonde e misteriose.
 
Queste forze sembrano andare ben oltre le nostre potenzialità’ individuali, qui ed ora (intendendo con questa espressione le nostre caratteristiche energetiche costituzionali prese così come sono in un determinato momento della nostra vita). Egli afferma infatti che l’uomo che dispone di Hara non è rimesso solamente a sé stesso, in quanto '…questo ancorarsi nel Centro assicura all’uomo una forza che lo mette in grado di padroneggiare l’esistenza in modo diverso di quanto gli sarebbe possibile per mezzo del solo ‘Io’. E’ una forza che sostiene e che rinnova l’essere in maniera misteriosa, una forza che ordina e che dà forma, che risolve e rende interi, che unifica.”
 
Affidandosi ad Hara, dice ancora, l’uomo '…mette le proprie capacità al servizio di una forza profonda che compirà per lui l’opera  e l’azione quasi senza che egli intervenga. Ma l’attivazione di codesta forza ha per premessa l’ancoraggio dell’uomo all’Hara, nel Centro libero dall’Io'. La Via che consente lo sviluppo di Hara permetterebbe quindi all’uomo di vivere questa forza nel suo duplice aspetto: come una forza speciale che può usare nella sua vita nel mondo e che, nel contempo, gli permette di entrare in contatto con le energie metafisiche della sua essenza più profonda. Questo contatto, secondo Von Durckheim, è il senso più profondo di Hara. E il percorso che un individuo compie in questa Via di ricerca e di allenamento per lo sviluppo di Hara ha il senso di un percorso in una ‘Via Interiore’ che consente “…l’unità con l’Essere e l’Essenza sovramondani”.
 
Quindi il contatto profondo con Hara permetterebbe all’uomo di rapportarsi con una dimensione più ampia, aprendolo a quella che viene definita 'la Grande Vita che sorregge e protegge'. In questa dimensione egli verrebbe ad acquisire un nuovo sentimento del vivere e  il senso di una nuova forza e di una nuova ‘vicinanza’.
 
'Non è – continua Von Durckheim – una forza che ‘si ha’ ma una forza nella quale ‘si è’ . In essa l’uomo percepisce la sua partecipazione ad un ‘Essere’ a cui, nel senso più profondo, appartiene e a cui è più legato che non al mondo. Sente anche che essa non costituisce solamente il fondo vero della sua vita ma altresì il principio più profondo dell’intero Universo'…
 
Per  concludere, e tornando al pensiero dal quale eravamo partiti, Hara viene proposta anche come una grande forza di guarigione. Non ho mai potuto fare a meno di pensare alle parole del Maestro (e medico taoista) Jeffrey Yuen in una sua conferenza a Milano di qualche anno fa. Parlando di alcune diverse modalità di intervento terapeutico, Jeffrey Yuen riconosceva l’esistenza e la possibilità, tra queste, di una modalità del tutto particolare, che lui definiva di tipo ‘sciamanico’. Una modalità che è oltre l’abilità soggettiva del terapeuta e oltre la condizione oggettiva del paziente.
  
L’uso di questo termine ‘sciamanico’ non può fare a meno di rimandarci ancora una volta alla capacità di sapersi  affidare, da parte dell’uomo, a quelle forze profonde e misteriose alle quali, come dice Von Durckheim '…l’Hara certamente lo apre'.
Da
Hara - La forza dell'energia originaria - Massimo Beggio

Tutto ciò ricorda molto da vicino quella 'Riconnessione' portata avanti con estrema forza da Eric Pearl.

Creato è il corpo, creata è la mente, ma non l’anima. L’anima cade nel complesso corpo-mente, identificandosi con esso e così inizia il ciclo delle nascite e rinascite, della trasmigrazione. Questo stato negativo è prodotto, è causato dall’ignoranza; quindi solo la conoscenza (jnana, una conoscenza di un certo tipo, ovviamente, non libresca, non culturale) può condurre alla liberazione. La conoscenza in questo caso significa conoscenza del proprio atman, una conoscenza che è realizzazione. 

Questa importanza assoluta data a questo tipo di conoscenza-realizzazione spirituale significa qualcosa di ben preciso, per certi versi: cioè la liberazione non la si ottiene attraverso l’azione. Quindi la morale, ad esempio, può certamente avere una sua funzione, ma non è sufficiente; anzi: agire moralmente con l’idea secondo la quale se agisco in un certo modo, mi libero, produce ulteriore karma, perché si rimane all’interno del recinto dell’egocentrismo, del virtuosismo moralistico

Il fondamento di tutto invece, in ambito morale, è l’agire senza fini, senza tornaconti personali, un puro agire svuotato della volontà egoica. Altrimenti c’è produzione di karma. Su questo, tutti i grandi testi della tradizione vedanta concordano massimamente: dalla Bhagavadgita alle Upanisad e a tutte le opere vedanta. Lo stesso Ramana scrive: 'La mente sarà liberata dalle sue impurità soltanto se adempirà senza desiderio i suoi doveri nel corso di parecchie nascite, procurandosi un Maestro degno, imparando da lui e praticando incessantemente la meditazione sul Supremo'. 

Vediamo che non basta l’agire senza desiderio: ci vuole la meditazione sul Sé.
Da
www.gianfrancobertagni.it

Un tentativo di una cultura passata di trascendere l'Antisistema? Potrebbe essere questo, ad esempio:
 
I 7 principi del Bushido.

Gi : Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
 
Yu : Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
 
Jin : Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
 
Rei : Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
 
Makoto o Shin : Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di 'dare la parola' né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
 
Meiyo : Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

Chugi : Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.
Da
www.gorinkai.it 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

mercoledì 13 aprile 2011

L'uovo energetico.





Dalla stesura e valutazione interiore degli ultimi due articoli (1 e 2), inerenti il condizionamento sottile ad opera di entità eteriche agganciate al nostro campo energetico vitale, si evidenzia che:
  • occorre sviluppare un nuovo modello cognitivo, un nuovo punto prospettico dal quale ‘osservare’
  • occorre sviluppare un modello comportamentale ‘pulito’ e centrato e basato sulla consapevolezza dell’essere, risonante coi principi del ‘conosci te stesso’
  • ogni ambito dell’osservazione è basato sulla ‘geometria’ frattale/olografica, il piccolo che ha dentro di sé il grande e viceversa
Da ciò si possono facilmente comprendere alcune analogie uomo/modello sociale:
  • gli allevamenti intensivi e l’insensibilità verso gli animali d’allevamento
  • l’abitudine di nutrirci di loro
  • la scarsità di risorse energetiche globali
  • il ricorrere a forme d’energia a tempo, che creano danni collaterali, come i combustibili fossili ed il nucleare
  • l’esistenza in Natura di forme di Vita parassite, sia a livello microscopico che macroscopico
  • La creazione di un modello sociale destrutturante, avvilente, asfissiante, indebolente, per il quale l’individuo deve vivere sempre più a lungo per permettere di essere sfruttato più a lungo
  • Lo sviluppo di una scienza che ha sconfitto molte malattie contagiose mortali del passato ma ha creato molte malattie croniche a lungo assorbimento e decorso.
Tutto ciò, e molto altro, evidenzia nella lingua dei frattali, un qualcosa che molto subdolamente controlla l’umanità da un ambito ‘irraggiungibile’ rispetto al piano dimensionale e di consapevolezza da cui ‘osserva’.  

Il fatto è chiaro come la luce del Sole. I frattali non mentono. Abbiamo visto che Castaneda parla dei Voladores, creature ‘aliene’ che assorbono la nostra energia vitale. Energia che produciamo sulla nota vibrazionale di questo modello sociale. Non energia qualsiasi, dunque, ma energia di un certo tipo: energia della famiglia della paura.  

Signori e Signore… benvenuti nell’Antisistema. 

Ne parla diffusamente David Icke, ma Rudolf Steiner riferiva, già agli inizi del 1900, di potenze denominate ‘Asura’, entità che si sarebbero sviluppate nella ‘modernità’ che ancora doveva giungere a quel tempo, entità che avrebbero avviluppato il nuovo ‘corpo’ sviluppatosi nell’uomo: l’Io...
  
E nell’epoca che ora verrà, saranno delle entità spirituali denominate gli Asura che si insinueranno nell’anima cosciente, e perciò in quello che chiamiamo l'Io dell’uomo (perché l'Io sorge nell’anima cosciente). Gli Asura svilupperanno il male con una forza anche più intensa di quella delle potenze sataniche nell’epoca atlantica o degli spiriti luciferiche nell’epoca lemurica. Il male che gli spiriti luciferici, insieme al beneficio della libertà hanno arrecato all’uomo, l’uomo lo espierà tutto quanto durante il corso dell’evoluzione terrestre. Il male che gli spiriti arimanici hanno creato, potrà essere rimosso nel corso del divenire, grazie alla legge karmica. Ma quel male che sarà arrecato dalle potenze Asuriche, non potrà similmente essere espiato

Se gli spiriti buoni hanno dato all’uomo dolori e sofferenze, malattie e morte, affinché nonostante la possibilità del male, egli potesse evolversi ulteriormente, se gli spiriti buoni hanno dato, in contrapposizione alle potenze arimaniche, la possibilità del karma, per pareggiare l’errore, non sarà invece altrettanto facile contrapporsi agli spiriti asurici durante il corso dell’esistenza terrestre. Perché questi spiriti riusciranno ad ottenere che tutto quanto sia da loro afferrato (ed è proprio la zona più profonda ed intima dell’uomo, l’anima cosciente con l'Io) che l'Io dell’uomo si congiunga con la sfera materiale della terra. Pezzo per pezzo, verranno estirpate dall’io le sue parti; e man mano che gli spiriti asurici si stabiliranno entro l’anima cosciente, l’uomo dovrà lasciare sulla terra, via via, le parti della sua esistenza.

Quanto cade preda delle potenze asuriche è irrevocabilmente perduto. 

Non è che l’uomo debba cadere intero in loro mano; ma dallo spirito dell’uomo verranno tagliati fuori ad opera delle potenze asuriche, dei pezzi. Le potenze asuriche si annunziano nella nostra epoca attraverso lo spirito operante oggi, attraverso lo spirito che vive esclusivamente nella sfera del materiale e nell’oblio di ogni reale entità spirituale e di ogni mondo spirituale. Potremmo dire: che le potenze asuriche seducano l’uomo, è oggi un fatto ancora piuttosto teorico. Oggi esse lo adescano in molti modi, facendogli credere che il suo io sia il risultato del mero mondo fisico; lo seducono ad una specie di teorico materialismo. Ma nel corso ulteriore del divenire (e ciò si annunzia sempre più nelle caotiche passioni della sfera dei sensi, passioni che scendono sulla terra sempre più in basso), esse ottenebreranno lo sguardo dell’uomo nei confronti delle entità spirituali e delle potenze spirituali

L’uomo non saprà nulla e non vorrà saper più nulla di un mondo spirituale. Non si limiterà ad insegnare che le più alte idee morali umane sono soltanto sviluppi superiori degli impulsi animali; non si limiterà ad insegnare che il pensiero umano è soltanto una trasformazione di ciò che anche l’animale possiede; non si limiterà ad insegnare che l’uomo è affine all’animale in ciò che concerne la sua figura e che anche tutta la sua entità discende dall’animale; bensì prenderà questa concezione sul serio e vivrà conforme ad essa.
Rudolf Steiner - Influssi Luciferici, Arimanici, Asurici - Conferenza tenuta a Berlino il 22 marzo 1909

Da come si sono sviluppate le ‘cose’, non si può proprio dire che Steiner avesse detto delle amenità. Le entità in questione sono molto scaltre e abili nella conoscenza dei corpi sottili umani e della vera direzione delle cascate dei moti che sfociano dando luogo ad una realtà percepibile e percepita. Un altro frattale di questo dominio silenzioso è rappresentato dal mondo dei virus che ha agganciato quello dei computer e dei cellulari. Si può dire che non appena un modello organizzato cresce oltre ad una certa ‘misura’, scateni sempre un fattore ‘inquinante’ che, in qualche modo, si frappone alla sua crescita (ma dalla resistenza emerge sempre qualcosa di nuovo). 

È questo un indizio molto importante al fine di comprendere che anche l’umanità non costituisce eccezione a questa vera e propria legge tridimensionale.

Roma, quinta città al mondo con 'pc zombie'.
Roma, 6 Aprile 2011 - Roma è la quinta città al mondo per numero di Pc 'zombie', cioè di computer infettati da un codice malevolo che vengono controllati in remoto dagli hacker, all'insaputa dei proprietari, per lanciare attacchi informatici. Il dato emerge dall'ultimo rapporto di Symantec sulla sicurezza di internet. Stando all'analisi l'Italia alla fine del 2010 era la quarta nazione al mondo (e la seconda nella regione Emea) per numero di Pc ‘zombie’. Oltre a Roma, la classifica incorona anche Milano, 25.ma.
Da Yahoo

Osserviamo bene questa frase: Pc zombie, cioè computer infettati da un codice malevolo che vengono controllati in remoto dagli hacker, all’insaputa dei proprietari, per lanciare attacchi informatici.

La verità è sempre tutta attorno a noi seppure in modo frammentato e in… codice. La codificazione della verità è un dato di fatto, infatti basta vivere nel modello sociale per rendersene conto: è tutto un insieme di codici che regola l’esistenza condivisa nelle città. 

Codici esterni e codici interni: leggi ed abitudini.

Il tutto basato sulla logica di programmazione dell’inconscio umano. Il tutto basato su una conoscenza sottile del nostro funzionamento e su una strumentale ed obiettiva cancellazione dello 'scibile esoterico', unica visione capace di fare comprendere che questa versione della realtà è concepita da una commistione di due mondi opposti e complementari: quello spirituale e quello materiale.

Lo Spiritismo, dimostrando l’esistenza del mondo spirituale e i suoi rapporti con il mondo materiale, permette di comprendere una quantità di fenomeni incompresi, e di conseguenza considerati inammissibili da una certa categoria di pensatori. Fatti del genere abbondano nelle Scritture, e non conoscendo la legge che li regola, i commentatori dei due campi opposti, aggirandosi incessantemente entro la stessa cerchia di idee, gli uni facendo astrazione dai dati positivi della scienza, gli altri facendo astrazione del principio spirituale, non hanno potuto giungere ad una soluzione razionale.
 
Questa soluzione sta nell’azione reciproca dello spirito e della materia

Ciò toglie, è vero, il loro carattere sovrannaturale a moltissimi di questi fatti; ma che cosa è dunque meglio: ammetterli come conseguenze delle leggi della natura, oppure respingerli completamente?
Le rivelazioni degli spiriti – Allan Kardec
 
Ecco che anche Kardec descrive un processo di controllo e di struttura ‘vittima/carnefice’:

Sfortunatamente le religioni sono sempre state strumenti di dominazione; il ruolo di profeta ha tentato le ambizioni secondarie. E si è assistito all’avvento di una moltitudine di pretesi rivelatori o messia, i quali, grazie al prestigio di questo nome, hanno sfruttato la credulità altrui a tutto profitto del loro orgoglio, della loro cupidigia o della loro pigrizia, poiché trovavano più comodo vivere a spese delle loro vittime. A questo proposito, richiamiamo l’attenzione sul capitolo XXI del Vangelo secondo gli Spiriti, ‘Vi saranno falsi Cristi e falsi profeti’… 

Soltanto i puri Spiriti ricevono la parola di Dio e hanno la missione di trasmetterla; ma si sa benissimo che non tutti gli Spiriti sono perfetti, e ve ne sono molti che si spacciano per ciò che non sono: è appunto questo che ha fatto dire a San Giovanni: ‘Non credete a tutti gli Spiriti, ma per prima cosa accertate se sono Spiriti di Dio’ – Ep.I, cap.IV, vs. 4…
 
Il carattere essenziale della rivelazione divina è l’eterna verità.
Le rivelazioni degli spiriti – Allan Kardec
 
Polarizzando l’intenzione e l’osservazione emerge un codice unico: il discernere tra vero e falso. Questa opera di ‘ascolto’ o di ‘vedere’ è la gran corda tesa di questi tempi. L’umanità sta lavorando dentro se stessa, all’ombra di se stessa, quasi vergognosa di farlo sapere agli altri, ad ogni altro. Perché? 

Cosa spinge gli individui a provare 'vergogna', ad ammettere che un barlume di luce è penetrata in loro? Perché le persone non ammettono concretamente quello che i ‘sensi’ gli trasmettono in continuazione: qualcosa non va! 

Perché l’umanità non è libera di farlo… 

Le forme di schiavitù emerse nel tempo, quelle più evidenti, sono scomparse, superate del senso ‘civico’ sociale; in realtà si sono solo trasferite dimensionalmente, prorio come le guerre fatte con eserciti schierati in campo aperto

Tutto scorre, nulla si distrugge ma si trasforma. 

La nazione che ha preso il ruolo di ‘polizia’ del globo, gli Stati Uniti d’America, si fondano su un genocidio e su una forma molto evidente di ‘trascorsa’ schiavitù. Questo è il Karma che si trascinano come una pesante palla al piede. È il caso di dire: da quale pulpito, quindi. Eppure tutta questa evidenza non conta e gli USA rappresentano la terra delle opportunità, del sogno americano. Del loro sogno, dunque. Il loro… 

Ognuno tenta di imporre il proprio intento, e nel fare questo risponde solo ed univocamente al frattale che controlla ed amministra l’intero genere umano: le oscure presenze che assorbono energia da tutto questo ‘gioco’ Antisistemico. Ora, non devo scrivere ogni volta che ‘tutto ciò è a scopo auto educativo’: spero sia ormai implicito e scolpito a chiare lettere nel nome di questo Blog e nella consapevolezza dei Lettori.

Cosa possiamo fare per toglierci di dosso questi parassiti, questi vampiri energetici? Innanzitutto, occorre osservare che ‘essi’ descrivono una diversa forma di Vita dalla nostra, ma comunque sempre di forma di Vita si tratta

Le nostre paure sono le loro paure, per cui temono qualcosa. Che cosa? Di… morire. Come possono morire? Di… fame. 

Mancando l’energia, muiono, proprio come muore un essere umano se non si nutre. Ecco, sono mortali, dunque. Questa consapevolezza deve rafforzare la nostra sfera personale. Di questo dobbiamo nutrirci.

La nostra forza è la loro debolezza. 

Occorre dunque muoversi in termini rafforzativi della nostra protezione energetica e consapevolezza di essere entità multidimensionali. Inizio a meglio capire cosa volesse dire, in realtà, una frase intuitiva che scrissi tempo fa ad una certa persona:

Nessuno mi porterà più via energia vitale; il mio essere non lo permette più! Coloro che ci proveranno ne subiranno le conseguenze, perché la mia energia in loro si trasmuterà in… veleno. Questa è la mia volontà. La mia energia è vibrazionalmente marcata, coloro che se ne cibano si avveleneranno e si renderanno a me visibili…
 
Con questa frase ottenni che quella certa persona si allontanò da me in maniera istantanea. Costui agì in maniera inconscia, subendo il ‘risentimento’ dei Voladores. Oggi ho trovato molte spiegazioni del perché:

La materia eterica ed il prana sono sensibilissimi all’azione del pensiero umano. È possibile quindi proteggersi efficacemente dalle influenze nocive, arrestando – con uno sforzo di volontà – la radiazione di vitalità al limite esterno dell’aura di salute, in modo da trasformare quest’aura in un muro o guscio impenetrabile ai germi nocivi e da impedire nello stesso tempo ogni sottrazione di vitalità da parte di un vicino disposto al vampirismo.
Arthur Powell – Il doppio eterico

Ebbene, la mia salute è iniziata a migliorare proprio da quel momento in poi. Avevo avuto intuizione che c’era una dispersione della mia energia in qualche modo. Manifestando l’intenzione di interrompere il flusso, gli attori/vampiri fisici in gioco, si sono resi visibili e allontanati, ma l’azione dell’origine di quell’ombra è molto più ostica ed occorre lavorare ancora più a fondo

Non pensare che la comprensione altrui sia diventata la tua realizzazione. Non fare delle loro esperienze un oggetto di fede, non crederci ciecamente: piuttosto, tramuta tutto in una domanda. Trasforma queste esperienze in domande e non in risposte; in quel caso il tuo viaggio proseguirà, senza mai trasformarsi in un mendicare; piuttosto, sarà la tua ricerca. È la tua ricerca che ti porterà fino alla meta finale.
Osho
 
Cosa fare concretamente? Penso che Vadim Zeland ci possa dare una sostanziosa ‘mano’. Ognuno legga e cerchi di percepire se fa per sé:

Il Transurfing propone un modo fondamentalmente diverso di pensare e di agire al fine di ottenere ciò che si desidera. Non conquistare ma ottenere. E non cambiare se stessi ma ritornare a sè. Il Transurfing si basa sulla presupposizione che esista uno spazio delle varianti in cui sono custoditi gli scenari di tutti i possibili eventi. Il numero di varianti è infinito, come infinito è I'insieme delle possibili posizioni di un punto sul piano cartesiano.

In questo spazio è scritto tutto quello che è stato, è e sarà. L’energia dei pensieri dell'uomo, a determinate condizioni, è in grado di materializzare un settore o l'altro dello spazio delle varianti. La possibilità potenziale s'incarna nella realtà, al pari di un’immagine riflessa sullo specchio delle varianti. L’uomo è in grado di formare la sua realtà, ma per fare ciò deve osservare determinate regole. La ragione umana cerca invano di agire sull'immagine riflessa, quando invece dovrebbe cambiare l'immagine stessa. E di che immagine si tratta? Come cambiarla? Come manovrare questo strano specchio? Il Transurfing risponde a tutte queste domande. Solo una domanda rimane insoddisfatta: cosa si cela lì, dall'altra parte dello specchio?

Nonostante il carattere fantastico delle idee illustrate in questo libro, esse hanno già trovato una conferma pratica. Coloro che hanno deciso di mettere in pratica il Transurfing hanno provato una sensazione a metà tra lo stupore e l'entusiasmo. Il mondo che circonda il transurfer cambia in modo incomprensibile sotto i suoi occhi. Perchè non si tratta di misticherie virtuali ma di una realtà gestibile.
Reality Transurfing - Il fruscio delle stelle del mattino – Vadim Zeland

È sicuramente una buona energia quella che traspare dall’autore in questione. Occorre sempre e comunque percepire ‘se fa per noi’. Solo in questo modo saremo certi di non instaurare un meccanismo di ulteriore controllo energetico con l’autore stesso e con i nostri sensi di colpa, che altri non svelano se non gli oscuri vampiri presenti in noi

Ringrazio l’amica Patrizia per questa notevole segnalazione: gli Hathors descrivono la nostra capacità e possibilità di creare ‘Rimedi di luce’:

A causa del fatto che siete in un Nodo Caotico e che le energie provenienti dallo spazio profondo, unite all’attività delle eruzioni solari, stanno influenzando i vostri corpi energetici, voi, come collettivo, siete maggiormente condizionati. Quello che vogliamo dire è che assistere alla sofferenza dei vostri colleghi umani spezza il cuore. C’è un riconoscimento del fatto che quella situazione difficile potrebbe facilmente essere la vostra. Questo riconoscimento può provocare un’apertura nel vostro cuore ed è attraverso il cuore – il vostro cuore – che si realizzano gli stati più elevati della coscienza, perciò il terremoto in Giappone, per molti versi, è un terremoto del cuore collettivo.
 
I tempi che vi aspettano non sono facili. Dalla nostra prospettiva, sono imminenti maggiori cambiamenti della terra. Ma uno dei risultati di tali eventi è che venite scossi fino alle radici e l’ipnosi di massa subisce un attimo di pausa. E in una devastazione così estrema e surreale, molti di voi vedono in modo molto nitido che la vostra civiltà poggia su un terreno fragile. Inteso sia in senso figurato che letterale.
 
Quindi, il nostro consiglio, in questa fase del Nodo Caotico, è di imparare a padroneggiare la capacità di creare Rimedi di Luce per voi stessi, così che quando arriverà il momento, saprete come attivare questo potere di protezione e guarigione, che possedete nella vostra stessa natura. E vi consigliamo di navigare attraverso questi tempi, non soltanto con la mente, ma anche con il cuore – e lasciatevi toccare il cuore, perché è attraverso i vostri cuori che ascenderete lungo il cammino spirituale, verso la vostra personale grandezza.

Il fulcro del messaggio, qui, è che tutti gli esseri umani hanno la capacità di creare quelli che gli Hathors chiamano Rimedi di Luce. E questo genere di rimedi ha la capacità e il potenziale innato di proteggerci e guarirci non solo dall’avvelenamento da radiazioni, ma anche dagli effetti delle neurotossine e d alle infezioni virali e batteriche… E qui vorrei intervenire.
   
È di gran lunga meglio insegnare a qualcuno come creare un Rimedio di Luce, anziché creare dipendenza

La capacità di creare Rimedi di Luce è intrinseca in tutti gli esseri umani. Fa parte della nostra eredità multidimensionale. E dare a qualcuno il potere di farlo per sé stesso/a è un servizio alla sua maestria.
Gli Hathors 
 
Se si va a leggere l’intera canalizzazione, è possibile capire come preparare i ‘Rimedi di luce’. Per chi ci crede, per chi si sente, per chi vibra in risonanza con l’intento luminoso del veicolo d’energia che si cela oltre la diffusione del messaggio stesso. Tutto è energia. L’energia è Vita. Ogni forma esistente necessita di energia. Le forme di Vita negative ne hanno uno sfrenato bisogno, perché non riescono ad essere autosufficienti… guarda caso proprio come questa versione del Mondo. Meditiamoci sopra, per favore…

Ma ritorniamo all'incubo del persecutore. Deve esservi chiaro che il semplice desiderio di liberarsi dell'importuno non basta per sbarazzersene veramente. Trovandosi in balia del panico, la ragione vaglia velocemente tutte le possibili varianti di evoluzione degli eventi, varianti che trovano un’immediata realizzazione. 

Finite così per trovarvi coinvolti in un gioco basato su regole fissate da qualcun altro o qualcos'altro.

Anche se avete preso coscienza del fatto che si tratta solo di un sogno, non potrete far nulla finchè non prenderete in mano il controllo della situazione.  

Finchè avete un ruolo di vittima passiva, il gioco vi terrà in suo potere. E non conta che il gioco sia un prodotto della vostra immaginazione. In questo momento siete schiavi della vostra immaginazione, avete paura e fuggite perchè l'avete scelto voi, voi avete deciso di avere il ruolo della vittima.
Reality Transurfing - Il fruscio delle stelle del mattino – Vadim Zeland

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

martedì 12 aprile 2011

I Dissennatori in Harry Potter: i Voladores.





Ciò che pensiamo di sapere quale 'natura' ha? Di quali fattezze e propositi si ammanta? Cosa è ‘vero’ e cosa è apparente’? Sino a quando ci limiteremo ad usare il linguaggio, sarà difficile comprendersi a fondo. Infatti i termini ‘vero’ e ‘apparente’ sono indistinguibili per valore assoluto: il loro uso e la loro comprensione dipende da un sistema codificato in ognuno di noi. Quindi, ognuno di noi, comprenderà secondo due modalità:
  1. quella interna e ‘propria’
  2. quella esterna e ‘condivisa’
Esternamente l’Antisistema ha avuto la grande possibilità di ‘ipnotizzare’ l’umanità intera grazie ad un codice di credenze ed abitudini. Internamente ha lavorato molto in maniera sottile, utilizzando ogni metodo che ha provvidamente cancellato dalla conoscenza umana. Oltre all’opera dell’Antisistema esiste un reame di forze superiori che lavorano da sempre parallelamente all’uomo

Sono le entità descritte da Steiner nelle ‘Cronache dell’Akasha’, ad esempio. Queste entità hanno da sempre ‘ispirato’ la società umana, alla pari delle entità Antisistemiche che hanno sempre costituito funzione di contraltare all’ispirazione celeste. L’immagine che più evidenzia e semplifica questa visione è proprio la classica vignetta in cui è possibile vedere un individuo con le due entità, l’angioletto ed il diavoletto, appollaiati e distribuiti distintamente su ognuna spalla

Sia Sitchin che Steiner descrivono una modalità ‘ispirativa’ di queste entità verso l’oggetto del loro ‘contendere’: l’umanità. Con lo sviluppo dell’Io, le capacità comunicative si sono espanse in maniera più coinvolgente l’uomo stesso, il quale è stato come chiamato in causa mediante un’azione responsabilizzatrice interiore. Ad esso è stata conferita la capacità di ‘sentire’ consapevolmente, di essere l’arbitro del proprio destino, del proprio futuro. 

Oggi, ad esempio, c’è la notizia che l’FBI ha finalmente riconosciuto che nel 1949 e nel 1950, effettivamente, recuperarono dei dischi volanti con tanto di corpi alieni al loro interno. Ecco la news:

L'FBI rivela: trovati corpi alieni a bordo di dischi volanti precipitati.
'Tre corsi di forma umanoide su ogni disco volante'.
L'Fbi riapre il dibattito sugli Ufo. In base alle regole sulla trasparenza del 'Freedom of Information Act' voluto dall'Amministrazione Obama, l'agenzia ha pubblicato sul proprio sito Internet (http://vault.fbi.gov/) alcuni documenti segretissimi che svelano gli avvistamenti di dischi volanti avvenuti in Messico nel 1950, e nello Utah nel 1949.
 
Il primo è noto come 'incidente di Roswell'. Nel rapporto pubblicato in Rete, firmato dall'agente dell'Fbi Guy Hottel, e datato 22 marzo 1950, si afferma che nel New Mexico sono stati trovati tre dischi volanti del diametro di circa 16 metri e con una parte sopraelevata al centro. Nel documento si legge che in ogni disco c'erano 'tre corpi di forma umanoide, alti meno di un metro, vestiti con un tessuto metallico a trama molto fitta' e che 'ogni corpo è avvolto in un bendaggio simile alle tute anti gravità usate dai piloti collaudatori'. I dischi sarebbero precipitati a causa delle interferenze elettroniche provocate dai radar militari. 
 
L'Fbi pubblica anche un vecchio cablogramma intitolato 'Dischi volanti', in cui si legge: 'Un oggetto volante color argento è giunto sopra le montagne del Sardine Canyon ed è esploso poco dopo creando una palla di fuoco'. Il documento, classificato come 'urgente', è stato inviato il 4 aprile 1949 all'allora direttore dell'Fbi, J. Edgar Hoover, da alcuni agenti federali in servizio a Logan, in Utah. Il messaggio spiega che l'oggetto misterioso è stato visto a chilometri di distanza da un soldato di guardia in una base militare, da un poliziotto e da un agente della stradale. Anche diversi abitanti della cittadina di Trenton avrebbero visto "la doppia esplosione aerea seguita da oggetti cadenti".
Da Yahoo 
 
Sappiamo se questa notizia è vera o è una bufala? Se è vera, beh... allora è finalmente caduta la cortina di silenzio? Come possiamo saperlo? Ricorrendo alla nostra capacità automatica intuitiva. Se rimanessimo in attesa di un comunicato ufficiale, nessun comunicato ufficiale sarebbe sufficientemente ‘ufficiale’ per la nostra consapevolezza

Al genere umano è stata tolta la capacità di ‘sentire’. 

Siamo rimasti nella palude liquida del dubbio, sempre in attesa che qualcun altro ci fornisca un modello di pensiero a cui aggrapparci.

Questo 'fenomeno' è iniziato molto tempo fa e poggia le proprie fondamenta sul fatto che intere civiltà, popoli, regioni, tribù, gruppi, singoli individui, feudi, reami, etc. sono ascesi ad un’altra dimensione, lasciando dietrò di sé l’ombra di ciò che furono e che fecero. Successe così per i Maya, descritti da Arguelles e per le svariate individualità che riuscirono a completare il proprio tragitto esperienziale sulla Terra 3D. L’Antisistema ha trovato il modo di utilizzare questa ‘ombra’, questo ricordo o memoria lasciata a monito di insegnamento per tutti gli altri, mischiando da sempre le percezioni della massa con una grande dose di apparenza ed illusione 'nativa'. 

Per questo motivo la verità sfugge sempre ed è, allo stesso tempo, presente dappertutto. Questo campo vibrazionale confuso, lascia costantemente nel dubbio, rende deboli e permette di smarrirsi nel classico bicchiere d’acqua. Una prova dell’Ascensione umana è, ad esempio, il fatto che nell’antico Egitto si trovino forme d’arte che improvvisamente degradano nel tempo, come se fossero improvvisamente scomparsi gli ‘attori’ che avevano trovato il modo di rappresentare in maniera superiore il loro ‘sentire’ attraverso l’utilizzo di una rara sensibilità e lungimiranza creativa:

La rappresentazione delle costellazioni nello zodiaco circolare di Dendera.
I problemi posti dalla rappresentazione.
L'analisi di una rappresentazione egizia ci lascia assai spesso perplessi e sorpresi, constatata l'apparente mancanza di 'metodo' e l'evidente difficoltà di comprensione degli elementi figurativi. Nel caso di rappresentazioni astronomiche, e dunque con l'introduzione di elementi tecnico-scientifici, l'incertezza aumenta ancor più.
La cultura scientifica egizia è infatti caratterizzata da una marcata oscillazione tra precisione e approssimazione. Ad esempio, di fronte all'orientamento della piramide di Cheope, esatto a meno di pochi centesimi di grado, oppure alla corretta formula per il calcolo del volume del tronco di piramide, in molti altri casi la soluzione è solo vagamente approssimata, come nel calcolo dell'area di un quadrilatero generico oppure di quella di un cerchio.
Da
www.camillotrevisan.it 

L’uomo moderno cerca di interpretare questi 'pensieri antichi solidificati' in forme d’arte, attraverso una interfaccia mentale radicalmente diversa da quella che caratterizzò l’uomo asceso. In questa maniera si comprendono i ‘vuoti’ o le ‘cadute’ di interi popoli

Gli alieni sono stati trovati o no? È ufficiale? Non è ufficiale? Non importa. Importa quello che ognuno di noi ‘sente’ dentro di sé. Ma cosa ‘sentiamo’ dentro di noi? Sentiamo varie ‘voci’, anche quella di entità che sussurrano ossessivamente quel ‘da farsi’ mutevole che contraddistingue i ‘chiari di Luna’ della società moderna. 

Ne parla in maniera sorprendente Carlos Castaneda:

Questa serie di citazioni è tratta dai primi otto libri che ho scritto sul mondo degli Sciamani dell'antico Messico e derivano direttamente dalle spiegazioni fornitemi dal mio maestro e mentore don Juan Matus, uno Sciamano Yaqui discendente da una stirpe le cui origini risalgono sino agli Sciamani vissuti nel Messico antico. Nella maniera più efficace che si poteva permettere, don Juan mi ha fornito l'accesso al suo mondo che era, naturalmente, il mondo di quegli Sciamani dei tempi passati. Egli ricopriva una posizione chiave: era a conoscenza dell'esistenza di un altro dominio di realtà, una regione che non era né illusoria né un prodotto della fantasia. Per lui e i suoi compagni — ce n'erano quindici — il mondo degli antichi Sciamani era assolutamente reale e pragmatico…
 
Questa mia opera era in un primo tempo destinata a essere un semplice tentativo di raccogliere una serie di rappresentazioni, motti e idee che pensavo sarebbe stato interessante leggere e meditare. Ma dopo aver iniziato il lavoro, si verificò un imprevedibile mutamento di rotta: mi resi conto che le citazioni di per sé possedevano una forza straordinaria, e rivelavano una successione nascosta di pensieri che fino a quel momento mi era rimasta sconosciuta. Tutte, infatti, puntavano nella stessa direzione indicata dalle spiegazioni che don Juan mi aveva fornito durante i miei tredici anni di apprendistato. Meglio di ogni concettualizzazione, esse svelavano un'insospettata quanto decisa linea d'azione seguita da don Juan nell'intento di favorire e facilitare il mio ingresso nel suo mondo. Mi convinsi quindi che, se aveva intrapreso quella strada, doveva trattarsi della stessa su cui egli stesso era stato indirizzato dal suo maestro…
 
La linea d'azione di don Juan Matus era tesa ad attirarmi in quello che lui definiva un altro sistema cognitivo, dando a questa espressione il significato che si dà abitualmente al processo di apprendimento: 'I processi responsabili della consapevolezza del vivere quotidiano, processi che comprendono le facoltà mnemoniche, l'esperienza, la percezione e l'uso puntuale di qualunque sintassi data'. 

Don Juan sosteneva che il sistema cognitivo degli Sciamani dell'antico Messico fosse diverso da quello dell'uomo comune. In base ai percorsi logici accessibili a uno studente di antropologia qual ero io, non potevo che respingere tale asserzione. Più e più volte gli feci notare che certe sue affermazioni erano assurde; nella migliore delle ipotesi per me si trattava di aberrazioni mentali…
 
Furono necessari tredici anni di strenuo impegno da parte di entrambi per decostruire la mia fede nel sistema cognitivo che rende comprensibile all'uomo il mondo in cui vive. Mi ritrovai così in una condizione molto particolare: una condizione di semisfiducia nei confronti dei processi cognitivi del quotidiano che fino a quel momento mi erano parsi accettabili. Dopo tredici anni di attacchi massicci, arrivai a comprendere, quasi contro la mia volontà, che don Juan Matus procedeva effettivamente da un punto di vista del tutto diverso. Gli antichi Sciamani, di conseguenza, dovevano possedere un altro sistema cognitivo. Riconoscerlo non fu facile: mi sembrava di essere una specie di traditore, come se stessi dando voce alla più atroce delle eresie. Quando sentii di aver travolto le mie resistenze peggiori, don Juan si preoccupò di instillare in me le sue convinzioni quanto più profondamente poteva e senza riserve, portandomi a riconoscere che nel suo mondo i praticanti dello Sciamanismo guardavano alla realtà da posizioni che i nostri strumenti concettuali non erano neppure in grado di descrivere

Per esempio, percepivano l'energia come una forza che fluisce libera nell'universo, svincolata da tutti i condizionamenti della socializzazione e della sintassi: un'energia pura e vibrante. 

Definivano questo atto percettivo il vedere.
Carlos Castaneda, La Ruota del Tempo 
 
Gli antichi Sciamani, di conseguenza, dovevano possedere un altro sistema cognitivo’. Ecco il punto! Un altro sistema cognitivo, evidentemente scomparso, smarrito o cancellato. Essi 'vedevano'...

Il primo obiettivo di don Juan fu quello di aiutarmi a percepire l'energia così come fluisce nell'universo. Nel mondo sciamanico tale percezione è il primo, indispensabile passo verso una visione più completa e più libera di un sistema cognitivo differente. Nell'Intento di suscitare in me una reazione visiva, don Juan utilizzò altri elementi cognitivi nuovi. Uno dei più importanti tra questi era la cosidetta Ricapitolazione, e consisteva in un riesame sistematico e capillare della propria esistenza, segmento dopo segmento, effettuato non in un'ottica critica bensì nell'Intento di comprenderla e di modificarne il corso. Secondo don Juan, una volta che il praticante ha riesaminato la propria esistenza con il distacco richiesto dalla Ricapitolazione, per lui diventa impossibile tornare alla vita di prima. Vedere l'energia così come fluisce nell'universo equivaleva per don Juan alla capacità di vedere un essere umano come un uovo luminoso o una sfera luminosa di energia, e di distinguere in questa sfera luminosa un insieme di caratteristiche comuni a tutti gli uomini, come un punto interno di luce più intensa. Per gli Sciamani era in quel nucleo di luminosità, da loro chiamato Punto di Unione, che la percezione si trasformava in unità. Arrivavano quindi ad ampliare tale considerazione fino ad asserire che proprio in quel punto veniva a forgiarsi la nostra cognizione del mondo.
 
Per quanto bizzarro potesse apparire, don Juan Matus aveva ragione, perché è proprio questo che accade. La percezione degli Sciamani, di conseguenza, era soggetta a un processo diverso da quello che sta alla base della percezione dell'uomo comune. La percezione diretta dell'energia, sostenevano, li conduceva a quelli che essi chiamavano i fatti energetici. Con questa definizione indicavano una visione ottenuta appunto vedendo direttamente l'energia, e che portava a conclusioni definitive e irriducibili, cioè non inquinate da speculazioni e congetture né da tentativi di adattarle al nostro sistema interpretativo comune.
 
Don Juan sosteneva che per gli Sciamani della sua stirpe era un fatto energetico che il mondo intorno a noi sia definito dai processi cognitivi, e che tali processi non siano inalterabili, né codificati una volta per tutte. In realtà sono legati all'esercizio, all'uso e alla praticità. Questa riflessione portava a un altro fatto energetico: i processi della cognizione comune sono il prodotto della nostra educazione, e nient'altro. Don Juan Matus sapeva con assoluta certezza che quanto mi diceva sul sistema cognitivo degli antichi Sciamani messicani era reale. Inoltre, lui era un Nagual, ossia un leader naturale, un individuo capace di vedere i fatti energetici senza alcun detrimento per il suo benessere. 

Era quindi in grado di guidare gli altri uomini lungo percorsi di pensiero e percezione impossibili a descriversi. 
Carlos Castaneda, La Ruota del Tempo

La scoperta più evidente ed agghiacciante prende il nome di Voladores. Avevo anticipato qualcosa nell’articolo preparatorio di ieri. Lascio il Lettore alla lettura di queste pagine illuminate, rese disponibili alla nostra consapevolezza e luce interiore. Questo ‘sentire’  o 'vedere', esprime un prezioso tassello che si va ad inserire nella filosofia di SacroProfanoSacro: unisci et impera.

Carlos Castaneda rivela 'Los Voladores', le oscure entità parassite.
Quelli che volano, oscure ombre di fango parassite, predatori alieni.
Gli sciamani toltechi scoprirono la presenza di esseri oscuri posti direttamente sullo sfondo del campo energetico umano e per questo difficilmente individuabili. Gli stregoni videro che questi esseri oscuri si cibavano della lucentezza della consapevolezza di ogni individuo, riducendone sempre di più la patina luminosa. Le entità oscure sono particolari esseri inorganici, coscienti e molto evoluti e poiché si muovono saltellando o volando come spaventose ombre vampire furono chiamati los Voladores, ovvero quelli che volano.
 
Don Juan: Sei arrivato, e con le tue sole forze, a ciò che per gli sciamani dell’antico Messico era la questione suprema. Per tutto questo tempo non ho fatto che menare il can per l’aia, insinuando in te l’idea di un qualcosa che ci tiene prigionieri. Ed è davvero così! Carlos: Perché questo predatore ci avrebbe sottomessi nel modo che stai descrivendo, don Juan? Dev’esserci una spiegazione logica. 
Don Juan: Una spiegazione c’è ed è la più semplice che si possa immaginare. I predatori hanno preso il sopravvento perché siamo il loro cibo, la loro fonte di sostentamento. Ecco perché ci spremono senza pietà. Proprio come noi alleviamo i polli nelle stie
 
I Voladores si nutrono solo di un determinato tipo di energia e, come vedremo, noi produciamo molta di quella energia. Questo ci fa essere le prede ideali da mungere quotidianamente. Il danno energetico che questa azione predatrice ci arreca è immenso. Siamo esseri magici dotati di possibilità infinite condannati a brandelli di consapevolezza: i Voladores consumano regolarmente la patina luminosa – che torna a crescere per sua natura – e come impeccabili giardinieri tengono l’erba rasa sempre allo stesso (misero) livello. Gli sciamani vedono che la patina di luminosità rimastaci è una piccola pozzanghera di luce sotto i piedi, che non arriva nemmeno agli alluci. Questa consapevolezza rimastaci è davvero poca cosa e ci permette giusto di interagire nel mondo quotidiano fissato dalla socializzazione, ma certo non ci dà modo di comprendere la nostra reale situazione o di riconoscere che condividiamo lo stesso destino degli animali che alleviamo. Come inconsapevoli schiavi ci identifichiamo nei nostri predatori e riproponiamo i loro nefandi comportamenti con la natura in generale inquinando, disboscando, distruggendo e sfruttiamo noi stessi senza ritegno i nostri animali: li mungiamo, li tosiamo, prendiamo loro le uova e poi li macelliamo o li rendiamo in diversi modi sottomessi e mansueti. Li leghiamo, li mettiamo in gabbia, tagliamo loro le ali, le corna, gli artigli ed i becchi, li ammaestriamo rendendoli dipendenti e gli togliamo poco a poco l’aggressività e l’istinto naturale per la libertà.
 
Ci manca l’energia, non possiamo fare altro che specchiarci, nella pozzanghera di consapevolezza, in un limitato e illusorio riflesso di sé, una falsa personalità. La coscienza delle suole rispecchia la nostra immagine, la nostra superbia e il nostro ego, i quali alla fine non sono altro che la nostra vera gabbia.
 
L’esigua pozzanghera di consapevolezza è l’epicentro dell’egocentrismo in cui l’uomo è inconsapevolmente intrappolato. Ci hanno tolto tutta l’energia, ma ci hanno lasciato proprio quella che ruota intorno all’Ego! E proprio facendo leva sul nostro egocentrismo i Voladores creano fiammate di consapevolezza che poi voracemente consumano. I predatori alimentano l’avidità, il desiderio smodato, la codardia, l’aggressività, l’importanza personale, la violenza, le emozioni forti, tutti gli eccessi, l’autocompiacimento ma anche l’autocommiserazione. Le fiamme energetiche generate da queste qualità 'disarmoniche' sono il loro cibo prediletto

I Voladores non amano invece la qualità vibrazionale della consapevolezza, dell’amore puro, dell’armonia, dell’equilibrio, della pace, della sobrietà… in una parola aborriscono la qualità energetica della crescita evolutiva, e hanno ogni vantaggio nel boicottare ogni nostro incremento di coscienza.
 
La nostra mentalità da schiavi, che nella cultura giudeo-cristiana ci promette consolazione nell’aldilà, non porta alcun vantaggio a noi stessi, bensì ad una forza estranea, che in cambio della nostra energia ci fornisce credenze, fedi e modi di vedere che limitano le nostre possibilità e ci fanno cadere nella dipendenza.
 
Secondo don Juan sono stati proprio i Voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, le abitudini, le consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.
Da
www.carloscastaneda.it 
 
L'Installazione Estranea dei Voladores.
Sono stati proprio i voladores a instillarci stupidi sistemi di credenza, abitudini, consuetudini sociali, e sono loro a definire le nostre paure, le nostre speranze, sono loro ad alimentare in continuazione e senza ritegno il nostro Ego.
Carlos: Ma come ci riescono, don Juan? Ci sussurrano queste cose all’orecchio mentre dormiamo? 
Don Juan: Certamente no. Sarebbe idiota! Sono infinitamente più efficienti e organizzati. Per mantenerci obbedienti, deboli e mansueti, i predatori si sono impegnati in un’operazione stupenda, naturalmente dal punto di vista dello stratega. Orrenda nell’ottica di chi la subisce. Ci hanno dato la loro mente! 

CI HANNO DATO LA LORO MENTE!
 
Mi ascolti? I predatori ci hanno dato la loro mente che è la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene… Le nostre meschinità e le nostre contraddizioni sono il risultato di un conflitto trascendentale che affligge tutti noi, ma di cui solo gli sciamani sono dolorosamente e disperatamente consapevoli: si tratta del conflitto delle nostre due menti

Una è la nostra vera mente, il prodotto delle nostre esperienze di vita, quella che parla di rado perché è stata sconfitta e relegata nell’oscurità. L’altra, quella che usiamo ogni giorno per qualunque attività quotidiana, è una installazione estranea.

Carlos: Ma se gli sciamani dell’antico Messico e quelli attuali vedono i predatori, perché non fanno nulla? 
Don Juan: Non c’è nulla che tu e io possiamo fare se non esercitare l’autodisciplina fino a renderci inaccessibili. Ma pensi forse di poter convincere i tuoi simili ad affrontare tali rigori? Si metterebbero a ridere e si farebbero beffe di te, e i più aggressivi ti picchierebbero a morte. Non perché non ti credano. Nel profondo di ogni essere umano c’è una consapevolezza ancestrale, viscerale, dell’esistenza dei predatori.

Non c’è da meravigliarsi dunque del fatto che i bambini hanno spesso paura di demoni, mostri, spiriti o strane ombre (l’Uomo Nero) che secondo loro si nasconderebbero sotto il letto, dietro le porte, negli armadi, etc. I bambini piccoli vedono e solo quando hanno raggiunto una certa quota di socializzazione smettono di vedere, e ciò che prima era visibile si manifesta come inconscia presenza, come inquietudine, paura, disperazione, depressione… 
 
La mente di quello che vola non ha rivali. Quando si propone qualcosa non può che concordare con se stessa e indurti a credere di aver fatto qualcosa di meritevole. La mente di quello che vola ti dirà che qualsiasi cosa dica Juan Matus è solo un mucchio di sciocchezze e quindi essa stessa concorderà con la sua affermazione, 'ma certo, sono sciocchezze' dirai tu. È così che ci sconfiggono.» Don Juan Matus

Il recente film The Matrix dà forma in maniera efficace a queste tematiche castanediane: il Tonal dei toltechi – ovvero il mondo quotidiano frutto della socializzazione e mantenuto dall’attività della mente – è Matrix, una terrificante trappola che consente a delle entità (in questo caso macchine) di depredare l’energia degli esseri umani. I pensieri che attraversano la nostra mente sono certamente 'nostri', ma la mente, attraverso la socializzazione, ne dirige il percorso in modo tale che essi sono 'liberi' non più di quanto lo sia un treno su delle rotaie.

I dati sensoriali sono i nostri, ma il software che guida il pensiero è estraneo.

Il pensiero ricrea costantemente il mondo così come lo vediamo (o meglio, così come ci è stato insegnato a vederlo. Fermare il pensiero per gli sciamani toltechi significa 'fermare il mondo' e vedere le cose come sono veramente: pura energia.
 
Don Juan spiega che gli sciamani possono sconfiggere l’installazione estranea attraverso una vita di impeccabilità (uso strategico dell’energia) perché la disciplina strema in modo incommensurabile la mente aliena

La disciplina e la sobrietà sono qualità della consapevolezza che rendono la patina di splendore dell’uovo luminoso sgradevole al gusto dei Voladores. Ogni volta che si interrompe il dialogo interiore e si entra nel silenzio interiore si affatica la mente del predatore in modo così insostenibile che l’Installazione Estranea fugge. Successivamente essa ritorna, ma indebolita. Attraverso ripetuti stati di silenzio interiore l’Installazione Estranea prima o poi viene sconfitta e non torna.
 
Ogni volta che si interrompe il dialogo interiore, il mondo così come lo conosciamo collassa e affiorano aspetti di noi del tutto straordinari, come se fino a quel momento fossero stati sorvegliati a vista dalle nostre parole. Don Juan sostiene che il giorno in cui la Mente Estranea ci abbandona è il giorno più triste e difficile, poiché siamo costretti a contare solo sulle nostre forze e non c’è più nessuno a dirci cosa dobbiamo fare

Dopo un’esistenza di schiavitù, la nostra vera mente è molto debole e insicura e deve ritrovare la sua identità.
Da
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La Libertà e il Vivere consapevolmente nel Momento Presente.
La via tolteca fornisce agli amanti della libertà tantissime tecniche pratiche per uscire dalla prigione della vita quotidiana, dalla schiavitù della socializzazione. Oltre a quanto già considerato attraverso le arti dell’Intento, dell’Agguato e del Sognare, gli sciamani praticano la Ricapitolazione e i Passi Magici (la Tensegrità).
 
LA RICAPITOLAZIONE è la tecnica respiratoria e di rievocazione per recuperare tutte le energie perdute nelle infinite situazioni e negli innumerevoli incontri della nostra vita e per abbandonare le energie tossiche che tali situazioni o persone hanno lasciato in noi.
LA TENSEGRITA' è l’eredità dei Passi Magici che gli antichi stregoni ci hanno lasciato. Attraverso moltissime sequenze di movimenti possiamo attingere alle energie dell’universo e invocare la forza dell’Intento in noi. Questo ci ridona forza, sobrietà, salute e determinazione. E di tutto questo abbiamo un gran bisogno, perché c’è da lottare più che mai con le proprie risorse e attraverso un atteggiamento di presenza in un momento storico delicatissimo che appare come una svolta epocale. Carlos racconta:
Il predatore che don Juan mi aveva descritto e che avevo visto non aveva nulla di benevolo. Era immensamente grande, osceno, indifferente. Avevo percepito con chiarezza il disprezzo che provava nei nostri confronti. Non c’era da dubitare che tanto tempo addietro quelli della sua specie ci avessero schiacciati, rendendoci deboli, vulnerabili e docili… Mi sedetti e piansi fino a non poterne più. Ma non era per me stesso che piangevo. A difendermi dai predatori avevo la mia collera, il mio inflessibile intento. Piangevo per i miei simili
 
Lo studioso tolteco Norbert Classen ci ricorda che se 'ci vogliamo effettivamente liberare dai voladores e da quella parte dell’intelletto che non è nostra, dobbiamo cominciare dal falso dualismo del nostro Ego, dallo specchiarci nella pozzanghera di consapevolezza, e ritornare a osservare il mondo per quello che è, cioè pura energia, che non è né buona né cattiva. Se riusciamo in questo, potremo riconoscere che oltre il velo del conosciuto e degli stretti confini del quotidiano ci attende un universo immenso e meraviglioso. 

Certo è un universo predatorio con voladores e uomini altrettanto rapaci, ma questa constatazione non significa il dover giudicare; mette anzi noi, i voladores e tutto ciò che esiste su uno stesso piano. Solo se ci liberiamo dallo spirito di schiavitù e dallo schema fisso 'carnefice-vittima' abbiamo davvero una chance di riguadagnare la nostra libertà – una chance di libertà dai dettami impostici dai voladores, dallo specchio del narcisismo, dagli obblighi della realtà quotidiana e dalla fissazione del Punto d’assemblaggio. Se ci disfiamo del giudizio dualistico e consideriamo gli avvenimenti che ci accadono non più come maledizioni e ricompense, ma come promettenti sfide, abbiamo mosso il primo passo sulla via che ci può portare fuori dalla prigione del nostro Io abituale: la Via del Guerriero.
 
La visione tolteca del mondo si configura dunque come un vasto interessante paradigma alternativo sia alla visione del mondo occidentale che a quella orientale. Uno sciamano saggio incarna le doti della pragmaticità e della fluidità e sapendo che nessun paradigma rappresenta la verità assoluta è libero di cambiare sistema a piacere, a seconda di ciò che ogni situazione richiede. Paradigmi diversi non sono per lui concepiti come antagonisti, minacciosi o sbagliati, ma semplicemente come diversi punti di vista.
 
Questa breve introduzione al mondo magico degli Sciamani Toltechi vuole essere un invito alla libertà e non può che concludersi con le parole di don Juan, uomo di conoscenza estremamente evoluto e libero, vero, impeccabile maestro:
 
Per consentire alla magia di avere presa su di noi, non dobbiamo fare altro che bandire ogni dubbio dalla nostra mente. 

Una volta eliminati i dubbi, tutto diventa possibile.  
Una volta raggiunto il silenzio interiore, tutto diventa possibile.
Da
www.carloscastaneda.it 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com