giovedì 21 dicembre 2017

Poesia del Fondamento.



Passata è la tempesta…ecco il sereno
rompe là da ponente, alla montagna;
sgombrasi la campagna,
e chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
risorge il romorio
torna il lavoro usato
La quiete dopo la tempesta – Giacomo Leopardi
Quando passa la “tempesta”, temi che qualcosa di molto serio ti possa accadere. 
Da sempre, l’umanità teme la furia della natura
E, dopo la tempesta, quale tipo di status quo ritorna? 
Quale altra sfumatura della “paura” ricominci a temere, seppure… “in quiete”? 
All’interno del “tutt3 scorre”, esiste la stabile r3gione fondamentale
il perno, il fulcro, la leva, il centro auto decentrato che nulla toglie alla caratteristica centrale e portante del… centro.

Ascolta tra i palmizi il getto tremulo 
dei violini, spento quando rotola 
il tuono con un fremer di lamiera
 percossa; la tempesta è dolce quando
sgorga bianca la stella di Canicola
nel cielo azzurro e lunge par la sera 
ch'è prossima: se il fulmine la incide
 dirama come un albero prezioso
entro la luce che s'arrosa: e il timpano 
degli tzigani è il rombo silenzioso…
Arsenio - Eugenio Montale
La tempesta è dolce quandoè già passata
Come se (se) avessi la coscienza sporca. 
O avessi detto una bugia. 

Perché temi tale “tempesta”? Perché t’impaurisce? Che cosa (chi) ti ricorda? Il “suono” forse (forse) del "è già success3", probabilmente...
Qualora ritenessi di non aver alcun timore, è solamente perché… non ti sei mai (mai) ritrovat3 in mezzo ad una tempesta “come si deve”, quando puoi esclusivamente “temerl3”anche se te la spieghi poiché “era previst3”




Osserva con fare “formulare”; ogni dettaglio non è che la sostanza che albeggia ovunque e soprattutto nei livelli m3croscopici, rispetto a “te ‘qua così’”. 
Ad esempio: 
come consideri ciò che accade dentro a/di te, quando senti di essere tu a variare il ritmo della respirazione
Quando ti consideri un intero mondo, per quelle dimensioni che contieni. E per la vita che s’anima in te. 
Il “tuo” espandere i polmoni, crea - ogni volta - una “tempesta” interiore (dentro). 



“Ora”, immagina di essere piccol3 piccol3 (a quel livello):
i “polmoni”, al fine di espandersi, sono - “lì (dentro)” - una parte del territorio che, dunque, prende a smuoversi (la ritmicità non avviene velocemente per come è il respiro dell’intero corpo umano, rispetto all'Io. 

A quel “punto”, è molto più rallentata. 
Per cui, non si ha nemmeno il senso del ciclo di respirazione, che è distanziato dal possibile battito di una vita intera, ivi contenuta). 
E, tal movimento, a cosa (chi) corrisponde
Chi = a te/"te". 
Cosa = ad un mare agitato, oppure, ad un cataclisma e/o ad una tempesta
L3 puoi solo immaginare.
Ma (ma), intanto, inizia ad accorgerti per vero somiglianza (frattalità espansa) che, ciò che succede “lì” non è dissimile da ciò che succede “qua (così)”.
Di più:
espandi la tua attenzione al livello microscopico, che sopravvive negli effetti collaterali del “tuo” auto respirare d’assieme e – contemporaneamente – prendi atto che sei “tu” a smuovere l’intero ambiente interiore.
Ecco lo snodo cruciale:
sentirti responsabile per tutt3 quello che succede
sentire che la “respirazione” del tutt3 dipende da… te.
E “qua (così)”, invece, da… “te”.
Ergo:
stai continuamente mettendo a "ferro e fuoco", ogni livello (mondo) interiore, anche solamente... respirando.
Ciò significa che puoi anche e soprattutto "fare" diversamente, al fine di ristabilire sia il sereno che la serenità.

Prendi atto del “cosa significa” essere dentro e fuori all’unisono.
In "quiete"...
Riuscire a decodificare il movimento a cui è sottoposto il territorio (ambiente), per la respirazione di un corpo che risulta immanifesto, dato che è tutt3
Attraverso la “mente (sensibilità, Io)”, senti e comprendi cosa significa “respirare” e “smuovere l’interno mondo”. 
E percepisci anche di essere tu/”tu” al comando di detta “operazione”. 
Sei, infatti, a capo del motivo per cui avviene sempre (sempre) tale “tempesta”. Sei dentro al movimento stesso. Sei il movimento. Lo riesci a provocare ma (ma) non ad impedire (semmai, ad allungare, accorciare o intensificare)… dato che “devi” respirare

Allo stesso modo, il funzionamento del corpo umano si ripercuote dentro, in qualcosa che “ti dicono” non essere… abitato, per come “è” abitato il Pianeta. 
Sai, tuttavia, perché te lo hanno detto, che al “tuo” interno c’è l’intero Universo, in termini di espansione del numero di esseri viventi componenti il “tuo” corpo. 
Immagina, ora, una caverna, la cui entrata è coperta da un gigantesco masso, impossibile da spostare umanamente

Una “frana (tempesta)” lo ha posizionato in tale situazione.
Sei davanti ad esso, non importa se dentro o fuori. E sai solo che vuoi invertire tale posizione (se sei dentro, vuoi riuscire. Se sei fuori, vuoi rientrare). 
Se (se) non ricordi “chi sei”, allora (allora) quel masso non lo potrai nemmeno smuovere di un millimetro
Se (se) ricordi che sei tu/“tu” responsabile per ciò che è già accaduto, allora (allora) avrai chiara la situazione:
senti il respiro

Sentilo attraverso il “sapere” a che cosa equivale, a cosa si ritraduce e codifica nei vari ambienti interiori
Senti di essere responsabile. 
Sentiti il respiro, la “tempesta”, il masso che dunque cede e crolla più sotto, tappando la caverna.
Poi, dai un “colpo di tosse”
Provocalo appositamente. Sai che cosa succederà? 
Quel masso si sarà spostato da “lì”. Ecco, che cosa significa essere (e sentirsi)… “Dio”. 
Essere dentro al processo, alla funzione, al padroneggiare la propria situazione. 
L’essere accort3 secondo l’atteggiamento “formulare”. 
Auto decodificare da te in te, senza assumere toni dominanti (come "è già success3"), ben sapendo che “quello che puoi fare tu, lo può fare chiunque, se…”.



E.. senza sentirti una mostruosità, qualora non riuscissi a ricordare proprio tutt3 ma (ma) solamente una parte – comunque – preoccupante, se (se) l’omissione della rimanenza è senza capacità di auto decodifica frattale espansa “in leva”. 
Probabilmente, per “te”, tutt3 ciò è… “antico sumero”: 
non comprendi la portata di un simile “esempio”. 
Molto di più rispetto alla consueta “provocazione” o ginnastica mentale. Ok
La Grande Opera “è” possibile, poiché potenziale:
alla Regia, comunque, ci sei sempre tu ma (ma) secondo quale versione? Te o “Te”?
Un dettaglio non da poco, che fa la differenza in termini sostanziali. La Caverna esiste davvero
Così come il… “masso (tempesta)”. 




Dunque, a “chi” corrisponde tale “respirazione” che scambi per fenomeno naturale, catastrofe, crisi, era glaciale, tempesta, “tempo”, etc.? 
Se (se) sempre “qua (così)”… tutt3 ciò corrisponde (“è”) al/il Dominio. 
La fonte in-diretta della “tua” depressione, che nemmeno il possedere “valori” tende per molto a far passare (ignorare), agendo come una aspirina che apparentemente va a distogliere dal… dolore.
 Il “male di vivere” è l’effetto della cura per “antibiotici (AntiSistema)”, secondo la “lente (esempio)” appena poco sopra riportat3.
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.
Bene non seppi; fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.
Spesso il male di vivere ho incontrato - Eugenio Montale
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era... (il mondo, l'ambiente stesso ad immagine e somiglianza)
Bene non seppi... fuori del prodigio che schiude la divina Indifferenza (il “respiro di Dio” = te o “te”, mentre respiri senza ricordare che esistono molti altri livelli che, d’assieme, permettono tale respirazione ed al contempo ne sono “investit3” come se da una “tempesta”).
L’accortezza è una espansione totale, assoluta e globale della medesima situazione che riverbera ovunque, comunque e quantunque.
Immagina, quindi, quale “responsabilità”… hai “qua”, “lì”, “qua (così)”, “qua (altresì)”, “là”, etc. etc. etc.



Dove inizia e dove finisce, non lo sai, non lo ricordi… anche se tutt3 ciò ha il sempre meno vago “sapore” del loop, del ciclo e, dunque, della “respirazione” della r3gione fondamentale:
un loop che puoi decidere di lasciare
senza che per/con questo “non ci sia più niente e/o nessun3, al di fuori”…
Il potenziale è tale da non lasciarti mai (mai) sol3.
Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:
se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Sonetto 116 – William Shakespeare
se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato (ecco la “firma” della Regia. Eccoti, te e non “te”)…

L’atteggiamento “formulare” è (in) una “sfera”, in questa dimensione. 
Ma (ma) può assumere altra “forma” se (se) l3 si osserva indipendentemente da qualsiasi prospettiva
Ad esempio, può diventare (continuare ad essere sempre) un cerchio, una App, una funzione, una strategia, intenzione, speranza, potenziale, sentimento, idea, mente, Io, ispirazione… “respiro”, etc. 

Può sembrare una caverna, un masso, la tempesta… ma (ma) “è” ciò che “è” e rimane tale sempre (sempre). 
Non ti soffermare a dare una forma, quindi:
sentil3. 
Quando l3 senti, dentro (anche se non c’è un apparente dentro). 
Quando “sai (ricordi)” che puoi smuovere anche le montagne se (se) “senti” di poterl3 fare.
Se (se) sei dentro a/di te, agendo “in leva” secondo gli attributi conferiti al/nel luogo comune simbolico… “Dio”.






La “santità” è stata sempre raffigurata con una sfera di luce che avvolge la testa della persona
O, con un cerchio in prospettiva, dipinto sopra al “capo”. 
Che cosa significa. 
Occorre che tu dia una/la “risposta”. Vero
“Qua (così)” tutt3 è auto ridott3 a... spiegazione (di parte) scientifica (deviata). 
Eppure, il significato rimane sempre e “solo” l3 stess3
quello frattale espanso, relativ3 all’assolut3 “è già success3” ed al tuo potenziale (sempre possibile).
In fisica, il vettore di Poynting, il cui nome è dovuto a John Henry Poynting, è una grandezza vettoriale che descrive il flusso di energia (energia per unità di superficie per unità di tempo) associato alla propagazione del campo elettromagnetico.
Più precisamente, è definito come la quantità di irradianza trasportata dalla radiazione elettromagnetica…
Si tratta di un'importante relazione tra il campo elettrico ed il campo magnetico, il cui flusso associato ad una superficie rappresenta l'energia elettromagnetica trasportata dalla radiazione elettromagnetica nell'unità di tempo attraverso la superficie stessa

Un circuito DC costituito da una batteria (V) e un resistore (R), che mostra la direzione del vettore di Poynting (S, blu) nello spazio circostante, insieme con i campi da cui è derivato, il campo elettrico (E, rosso) e il campo magnetico (H, verde).
Nella regione intorno alla batteria il vettore di Poynting è diretta verso l'esterno, indicando che la potenza è trasferita dalla batteria ai campi;
nella regione intorno alla resistenza il vettore è diretta verso l'interno, indicando che la potenza dei campi è trasferita al resistore.
Attraverso qualsiasi piano P tra la batteria e il resistore, il flusso Poynting è nella direzione del resistore…
Link 
la potenza dei campi è trasferita al resistore...
più precisamente, è definito come la quantità di irradianza trasportata… (ok?).
Bada al “sodo”: 
vai o, meglio, rimani sempre (sempre) alla significanza.
Dato che “lì” sarai costantemente agganciat3 alla “memoria ambientale (frattalità espansa)”
Manovra, Baretta: ridotti tempi accesso Fondo ristoro risparmiatori...
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Contratto statali: pausa pranzo di 10 minuti e tetto agli straordinari
Tra le ultime novità che dovrebbero finire nel nuovo contratto degli statali spunta la pausa pranzo.
Nella bozza del nuovo contratto si ipotizza una riduzione del tempo minimo dedicato al pasto, previsto dopo le sei ore continuative di lavoro:
da “almeno 30 minuti” ad “almeno 10 minuti”.
L’idea non dispiace ad una parte del sindacato perché potrebbe aprire all’orario flessibile.
Ci potrebbero essere però delle difficoltà per il rilascio dei buoni pasto
Link
Con questa nuova funzione, annunciata oggi, il social network potenzia il riconoscimento facciale che avviene soprattutto attraverso un'altra funzione lanciata nel 2010
"Vogliamo che le persone si sentano fiduciose quando postano una foto di se stesse su Facebook...", ha spiegato in un post Joaquin Quiñonero Candela, direttore per le attività di Applied Machine Learning del gruppo.
È lui ad avere detto che l'obiettivo è "prevenire che qualcuno impersonifichi qualcun altro su Facebook..." e quindi si spacci per chi non è
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Smartphone, ecco lo schermo che si ripara da solo.
Questo materiale è il primo che si conosca che, pur essendo rigido, è in grado di ripararsi a temperatura ambiente
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Catalogna, l'esperto: Il vero problema sarebbe l'uscita dalla Ue
Chi ci perderebbe di più nel quadro di una scissione?...
Link 
I trattamenti psichiatrici possono cambiare la personalità...
Uno studio ha dimostrato che la terapia della parola o gli psicofarmaci possono cambiare la personalità del paziente.
Il cambiamento della personalità può avvenire in tempistiche relativamente rapide.
Il cambio di personalità si può verificare già dopo 4-7 mesi di trattamento e, secondo lo studio, se ben radicato, continuerà per anni dopo la terapia.
La maggior parte dei professionisti di settore, degli addetti ai lavori della “salute mentale“, non pensano che i loro trattamenti possano cambiare la personalità dei pazienti.
Vedono i trattamenti come un modo per modificare i comportamenti disfunzionali ma non per apportare cambiamenti alla personalità
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Tutt3 ciò, “che cosa significa” (senza punto di domanda).






Se i “personaggi sono in cerca di autore”, in questo Spazio (Potenziale) Solido, le varie parti hanno tutt3 un nome:
compres3 il Dominio, che “non esiste; c’è”. 
L’affermazione (che non è una domanda) “è”:
in cerca di… chi? 
Di certo, non di “risposte (non essendo una domanda)”.
Dunque
La necessità è di auto ritrovarti, anche se “qua (così)”. 
E l’affermazione che non introduce alcuna domanda, né alcun altr3 livello, ha il “potere” di farti sentire te in te.
Tutt3 il resto, consegue (essendo una/in leva).
E quest3 “è”… Poesia del Fondamento.
“Fatti… ‘leva’, più che an-coraggio”.
      
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2208

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