venerdì 16 giugno 2017

Il “significato” (1).



La realtà manifesta “qua, così” è caratterizzata da una “corsa al potere (interesse)”, ossia, alla sostanziale – per quanto ci giri intorno – sopraffazione premeditata altrui
A volte, non ci credi nemmeno tu. Ma tant'è. 
Non puoi negare che esiste un “buco” nel cielo, che chiami Sole… dal quale fuoriesce luce. No? 
Del resto, provieni - “a quanto si dice” - da una versione delle “cose”, contrassegnata dal famoso marchio “mors tua, vita mea”. 
Ora… 1) quando definiscono il presidente Usa, come l’uomo più potente al mondo e 2) lo stesso uomo è sottoposto ad “attacchi serrati (accuse)”, provenienti – da qualche/molte parti – tutt'attorno a lui… che cosa significa
Quale significato ne ricavi? 
Se è la “testa che puzza”, che fine farà il “corpo”? 
E poi ti parlano e, magari, ti accusano di… “fake news”:
una nuova “malattia sociale”. 


Rifletti; dai due punti sopra riportati, è chiaro che esiste 1) un conflitto e 2) nel conflitto… il conflitto, ossia, la “dima” per le fake news

È proprio dall'alto che proviene la “malattia”. 
Qualcosa che a cascata, diventa virale quando raggiunge e caratterizza la Massa. Nella sostanza, tutto ciò può prendere molti significati, tante quante sono le persone ed i livelli in gioco ed in giogo. 
Ma (ma) c’è un solo significato fondamentale, simbolico sostanziale frattale espanso, allorquando ti accorgi e, così, definisci la compresenza immanifesta dominante.
Quale? Questo:
è una strategia (ricordi? “Tra i due litiganti, il terzo…”).

Di conseguenza, facendo leva su questa consapevolezza (che è l’anticamera del ricordo, della memoria e del recupero della tua esperienza originale e totale), riesci a delineare – anche e sopra a tutto – la tua strategia (if/se, then/allora, else/altrimenti) più completa e lungimirante (coerente con tutte le carte, finalmente, scoperte sul tavolo). Eccola, nel suo primo step fondamentale:
nel pieno marasma “qua, così”, che caos proprio non è, anzi… tutt'altro
interrompi la tua “vivisezione” continua, quotidiana
smettendo di divenire, sulla scorta di ciò che ti viene continuamente riportato (informazione, paradigma, scienza, cronaca, scienza, dogma, credo, etc.)
sempre meno “sensibile”, ossia, sempre più “te stess3”.
Evita di farti sempre più trascinare, perché in questa modalità diverrai sempre più “macchina/macchinario”



Tutt3, “qua, così”, ti spersonalizza, ti decentra, ti devia, facendoti sempre più personalizzare, centrare e continuare… lungo lo status quo “incantesimale ‘qua così’”…
Cioè, ciò che “è” deviat3, non lo sembra più, muovendosi in moto rettilineo uniforme, lungo la via pre tracciata AntiSistemicamente by sotto/dominante. 
Non importa se il grafico dell’evoluzione tecnologica è una parabola:
il moto (dominante) è rettilineo uniforme “qua, così”.
Sei, infatti, alle prese con un modello di potere, totale, robusto e rodato nel tempo, dal momento di “è già successo” ad… “ora”. 
E, ad esempio, una multinazionale – una volta consolidata la propria parte giurisdizionale, punta al consolidamento della crescita
Nella situazione ideale (per il proprio interesse) una realtà smette di espandersi (dopo la fase di start up e di crescita esponenziale) quando ha già raggiunto e completato il massimo della copertura (il pianeta). 
Da quel “momento” in poi, l’indirizzo strategico diventerà il consolidamento della posizione, alias, una crescita moderata ma sicura (certa), equivalente all'auto mantenimento della propria “posizione (realtà manifesta ‘qua così’)”. 
La dominante è già giunta a questo punto, essendo la “proprietà (il marchio) planetari3”, alla sua massima estensione e copertura giurisdizionale. 
E, a quel “punto”, non rimane altro da fare che “ispirare (permettere)” – all’interno della propria “creatura (opera, proprietà privata)” – tutt3 ciò che è solamente in linea con detto orientamento dirigenziale, ad “immagine e somiglianza.
Quindi, la dominante, da “lì” in poi… non avrà più nessuna necessità di esporsi direttamente in "prima persona".
Ovverosia, potrà persino scomparire, rendendosi – nel tempo e nell'abitudine – compresente ma attraverso una immanifesta-mente

La caratteristica frattale espansa, ambientale, le garantisce – infatti – in modalità “wireless”, la possibilità di controllare in remoto ogni ambito della propria “realtà manifesta ‘qua così’”, attraverso la rigenerazione continua di onde sottodominanti, capaci di agire “in leva”… facendo le veci della dominante stessa ma (ma), in maniera del tutto inconscia, indiretta, inconsapevole, etc.
Non a caso, il vertice è distaccato dal resto dell’edificio piramidale…
Raggiunta la massima espansione (che coincide con il potere assoluto di… auto esistente in ogni parte del globo) e “copertura”, la dominante si è dedicata – quindi – alla amministrazione dell’impero senza vessilli esposti al vento, come un controllore centralizzato ed ubiquo. 
Qualcosa che ricorda, non a caso, il principio tecnologico “moderno” (che è l’alveolo per il “che cosa significa”).
Arrivando al dunque, questo moto rettilineo uniforme “maturo”, è esattamente rilevabile mediante assunzione di consapevolezza frattale espansa (osservandone le relative “tracce”, lasciate a propria testimonianza, praticamente, ovunque e, soprattutto, anche contro la propria intenzione di continuare nella “modalità fantasma”).
A questo punto, si parte con la trattazione scientifica, mediante decodifica simbolica sostanziale frattale espansa (il “significato” di qualsiasi s-oggetto anche se “qua, così”)…
A tal pro, viene buono un testo di Fisica (per gli istituti magistrali) del 1988 (non un testo a caso ma quello che si è “manifestato” al momento giusto. Anche se qualsiasi testo riporta sempre, al “proprio” interno, la medesima sostanziale traccia frattale espansa):
Corso di Fisica – Volume unico per gli Istituti Magistrali con esercitazioni didattiche per i futuri maestri. Moreno e Pallottino. 1988
Prossimamente, verrà trattato il medesimo ambito – anche – a livello di I Ching:
una meraviglia, un portento, la conferma della caratteristica ambientale frattale espansa ma… solo se (solo se), ti accorgi della sua esistenza.
Non un paradosso, bensì, una apertura “mentale” che lascia disponibile la possibilità della “infiltrazione intuitiva (in quanto vera e propria fonte d’informazione ed auto orientamento, esatt3 e traslat3 rispetto alla convenzione ‘qua, così’”)…
È un po’ come quando al tuo primo colloquio di lavoro, ti viene richiesta anche l’esperienza:
ti sembra impossibile, eppure, sai già che in qualche modo… lavorerai (perché lo sai? Perché lo “vedi”, lo intuisci, lo “senti” che è così. Non solo perché, in un certo qual modo, sei costrett3 a dover lavorare. Di più, perché quando sei nella parte, attivi una certa “inclinazione a…”).
Per cui, l’esperienza vien da sé (e questo lo sa molto bene anche l’imprenditore, che ti sta mettendo alla prova anche se “solo” in fase di colloquio. Altrimenti, a che servirebbe la chiacchierata iniziale?
Rifletti sempre, ed accorgiti, del significato.
“Che cosa significa”…
Quiete e moto.Sistemi di riferimento.
Osservate la figura 1. Essa mostra una stessa scena ripresa in due momenti successivi.
Secondo voi, nell'intervallo di tempo trascorso fra la ripresa della prima scena e quella della seconda si sono mosse entrambe le imbarcazioni o una soltanto? E, in quest'ultimo caso, quale?...
Guardate la figura 2:
non avrete più dubbi nel dire quale delle due imbarcazioni era ferma e quale in moto.
Osservando soltanto la prima figura non siete riusciti a stabilire quale barca fosse in moto, in quanto in essa manca uno sfondo di oggetti “sicuramente” fissi.
Nella figura successiva, invece, si vede la costa e ci si accorge che l'imbarcazione a vela ha cambiato posizione rispetto ad essa, mentre l'altra è rimasta dov'era.
Poiché ci siamo riferiti alla costa (cioè alla Terra) per decidere quale barca fosse in movimento, diciamo che la terra ha costituito il nostro sistema di riferimento.
fig. 1 - Osservate la stessa scena ripresa in due momenti successivi: è possibile stabilire quale delle due imbarcazioni si è mossa, nell'intervallo di tempo tra la ripresa della prima scena e la ripresa della seconda?
fig. 2 - La presenza della costa sullo sfondo ci permette di capire che una delle imbarcazioni si è mossa (ha infatti cambiato posizione rispetto alla costa), mentre l'altra è rimasta ferma…
La Terra ha costituito il nostro sistema di riferimento:
la “massima giurisdizione” possibile è, dunque, la Terra.
Una volta “completata l’opera (in ogni campo)”, la Terra “è” conquistata
E, una volta che la grande concentrazione di massa raggiunge una simile giurisdizione, diventa un (il) Dominio. Ossia, da quel “momento” in poi… governerà la Terra, sulla (e/o nella) Terra.
La dominante, allora, che cosa è?
L’espressione è corretta. Infatti, il Dominio è un “chi”, mentre la dominante è un “cosa”.
Nel senso che:
l’uno è compresenza fisica (come e quanto te, uman3)
mentre
l’altra è un “principio” (la viralità, la malattia, la ruggine, il calcare, la muffa, l’attrito, la corruzione, la tentazione, etc.).
Quando questo spazio (potenziale) si riferisce alla dominante, usualmente, occorre decodificare il linguaggio utilizzato, in termini di:
coppia “dominante (Dominio)”
dove la dominante è quella componente virale, che si tramanda e si trasferisce da Dominio a Dominio, allorquando “è tempo di…”.
Per cui, il riferimento alla “cosa” dominante è in termini di “chi”, in quanto 1) la dominante è l’elemento fondamentale che ancora la coppia e le conferisce un senso unico, esatto (e, dunque, anche dominante nella coppia) però 2) il “chi” è il miglior orientamento possibile, che ti puoi auto applicare ed incarnare, in quanto che… puoi agganciare (ricordare e…) la dominante, anche ritrovando il Dominio (che è un “chi”, ossia, è fisico e quindi ritrovabile direttamente nel “qua, così”).
Nel Dominio, la dominante
Le decodifica del testo di “Fisica”, permette di ricavare valore aggiunto, alias, conferma della “tesi” appena riportata
Te ne puoi accorgere, “indossando” la proprietà frattale espansa (qualcosa che non ha necessità alcuna di una interfaccia, per la comprensione, quando diventi tu detta interfaccia, osservando e prendendo in considerazione tutt3, in termini frattali espansi: che cosa significa, sostanzialmente, qualsiasi s-oggetto “qua, così”).
Di solito, la terra è il sistema di riferimento più naturale per le nostre osservazioni:
così diciamo che un'automobile o un aeroplano sono in moto quando cambiano di posizione rispetto ad essa.
A volte, però, facciamo uso di sistemi di riferimento diversi
Quando, per esempio, trovandoci su un treno in corsa, diciamo che una valigia, posta sulla reticella, è ferma, stiamo usando il treno come sistema di riferimento (rispetto al sistema di riferimento  della Terra, la valigia è invece in moto insieme al treno)…
Fai attenzione:
per “scorgere” il meccanismo della “compresenza immanifesta”
occorre andare a delinearlo in termini di possibile, laddove riesci ancora a giustificare una simile “proprietà (potenziale)”.
a volte, però, facciamo uso di sistemi di riferimento diversi (non solo rispetto alla Terra, bensì, anche rispetto a “ciò che hai già dimenticato”. Questo ti permette di comprendere come nella convenzione, nel tempo, nell'abitudine, il riferimento massivo “naturale” possa anche cambiare senza rendersene e renderti conto, auto dimenticando “naturalmente” il passato... in quanto tradizione, esperienza, memoria, significato, etc.)
quando, per esempio, trovandoci su un treno in corsa, diciamo che una valigia, posta sulla reticella, è ferma, stiamo usando il treno come sistema di riferimento (come sei salit3 sul “treno”? Nel “qua, così” come ci entri? Manifestandoti direttamente dentro o “sopra”, nel caso del treno. Non nascendo ma manifestandoti. Il che significa che ti sei moss3, rispetto a… ritrovandoti in/su… Una volta sul “treno”, il riferimento Terra scompare, se il treno non ha finestrini né porte, ossia, se il treno viaggia sempre ad alta velocità senza mai fermarsi. Non solo… se il treno prevede delle aperture, queste possono essere artificiali, ossia, non "fedeli", ed auto devianti, rispetto al riferimento esterno Terra)
rispetto al sistema di riferimento della Terra, la valigia è invece in moto insieme al treno (questa è la prospettiva “superiore” in termini di posizione e consapevolezza, che testimonia che il livello esterno esiste ed… “osserva”. Una testimonianza che puoi valorizzare “intuendola”, se sei sul/nel treno sempre in/di corsa. Qualcosa che auto ammetti da te, in te, anche se la convenzione tutto attorno a te, l3 nega; in che modo la nega? Estromettendo l’immaginazione, quindi, dichiarando ciò... come non rientrante nel “metodo scientifico”. Con il risultato indiretto che, nel tempo, tendi a dimenticare anche di immaginare e come immaginare).
fig. 3 - Le due auto e il filare di alberi possono essere in quiete o in moto a seconda del sistema di riferimento adottato. Le frecce indicano le direzioni del moto nei tre sistemi di riferimento considerati.
Facciamo un altro esempio (fig. 3). Sul rettilineo di un'autostrada, fiancheggiata da un filare di alberi, un'automobile (A) ha appena terminato il sorpasso di un'altra vettura (B) più lenta.
Questa volta possiamo considerare le cose da tre punti di vista diversi.
a) sistema di riferimento della terrab) sistema di riferimento dell'auto Ac) sistema di riferimento dell'auto B.
1) Nel sistema di riferimento della terra, il filare di alberi è fermo (o, come si usa anche dire, è “in quiete”), mentre le due automobili si muovono in una stessa direzione (quella indicata dalle frecce nella parte a della figura).
2) I passeggeri della vettura A vedono allontanarsi alle loro spalle sia la vettura B che il filare di alberi. Nel sistema di riferimento di A, l'automobile B e il filare di alberi sono dunque in moto nella direzione indicata dalle frecce nella parte b della figura. In tale sistema di riferimento, l'automobile A è in quiete.
3) Ancora diversamente vanno le cose per i passeggeri dell'automobile B, che vedono allontanarsi in direzioni opposte la vettura A e il filare di alberi. La vettura B è, invece, in quiete in questo sistema di riferimento (parte c della figura).
Questi esempi ci portano a concludere che non ha senso parlare di moto o di quiete di un corpo se non si è prima scelto un sistema di riferimento.
Ciò significa che quiete e moto non sono concetti assoluti, ma relativi:
un corpo può essere in moto rispetto ad un certo sistema di riferimento e in quiete rispetto ad un altro; oppure muoversi in direzioni diverse a seconda del sistema di riferimento adottato
questi esempi ci portano a concludere che non ha senso parlare di moto o di quiete di un corpo se non si è prima scelto un sistema di riferimento (motivo per il quale, “ora”, credi di essere solo nel “qua, così”, avendolo “adottato” per forza di cose come riferimento assoluto. Per questo motivo, quando in questo spazio – potenziale – prendi atto del concetto di “fermarti”, non comprendi il suo più autentico e profondo “significato”: fermarti rispetto a cosa/chi?)
ciò significa che quiete e moto non sono concetti assoluti, ma relativi (perfetto: relativi a cosa/chi? Senza auto rifornirti della più esauriente “risposta”, non vai da nessuna parte, alias, rimani perfettamente “qua, così”… in moto o in quiete che sia)
Per oggi finisce qui.
Rimugina attorno a questi primi concetto di “Fisica”, che vengono insegnati a scuola. Affermare ciò:
le due auto e il filare di alberi possono essere in quiete o in moto a seconda del sistema di riferimento adottato 
significa agganciare il concetto del "gatto di Schrodinger" da un'altra prospettiva, più "sensata, espansa e notevole", ricca di valore aggiunto (significato).
Anche partendo da questa “ottica”, puoi andare ad agganciare verità sottintese molto, molto, portanti e centrali e – guarda non caso – perfettamente insabbiate dentro al linguaggio complesso del metodo scientifico (deviato). 
Tutt3 dipende dal “cardine (perno, focus)” a cui ti ancori e, poi, dalla coerenza e lungimiranza che metti in "moto":
una sorta di “azione” che “qua, così” viene chiamata “lavoro (dedizione)”
qualcosa che ti sei auto convint3 essere “energia”
in qualcosa che ti hanno detto essere “limitat3 in natura”
giungendo, pertanto, a
credere che tutto abbia un “prezzo (e un debito, peccato)”
auto delineando in questa maniera il limite, il confine, il possibile e l’impossibile, etc.
Ma, bada bene, che “tutt3 funziona”
Vedremo più “in là”, come il concetto di energia sia artificiale.
Così, come quello di “lavoro” e, dunque, di “denaro (e debito, peccato)”.
Qualcosa che serve per continuare ad alimentare il “campo magnetico della/nella convenzione ‘qua così’” che, non paradossalmente, appunto… auto mantieni indirettamente “tu”, mentre – di contraltare – ti consumi (cedi energia, credendoti energia a termine), giungendo sino a… “morire”.
Da “qua” ti puoi rendere conto di quanto sia portante e centrale, ciò che “ti metti in testa”.
Qualcosa che film come, ad esempio, Inception, ti mettono nella situazione – anche, nel "caso" – di accorgerti (ricordare) in termini di “significato”…
Fai che ti fermi”. Rispetto a “cosa”
Al “qua, così”…
Il che, non significa che sei mort3, ma che riesci dalla “tua” parte convenzionale, all’interno dell’opera prima dominante.
I “neri (africani)”, che venivano rapiti ai tempi della schiavitù più evidente, rientravano in un’altra "parte", in termini di “copione”.
Ma (ma) non erano più loro. Erano “loro”, nel senso che appartenevano ad altri, da quel “momento” in poi.
“Oggi”... i discendenti si possono considerare finalmente “liberi”? No

  
Nella sostanza non è cambiato nulla.
       
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2084



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