mercoledì 5 ottobre 2016

La Tavola Rotonda della giustizia ad angolo giro.



La quattordicesima è costruita in ragione di quanti contributi uno ha versato".
Giuliano Poletti
Una simile “misura”, quindi, a cosa equivale? A ridarti una parte di quello che hai, in precedenza, già versato
Un meccanismo che scatta all'interno di un più vasto ambito, nella fattispecie, relativo all'incasso perpetuo, statale, dei “tuoi” contributi lavorativi. 
Qualcosa che quando muori, difficilmente sarai riuscit3 a “recuperare del tutto”. 
 
Oltre quarantanni di contributi, quanto tempo necessitano per essere riassegnati ai diretti proprietari, attraverso il testimone delle pensioni?
Quando lasci il mondo del lavoro (sempre più “tardi”), di quanti anni – ancora – necessiti, al fine di “spendere/consumare” tutto quello che hai “messo da parte (in contributi)”?
Troppi. A meno che tu riesca a sopravvivere oltre i cento anni (ma... in quale "stato"?).
Ergo? Tutto questo significa che lo Stato (che "non sei tu"), ha messo a punto una strategia che sfrutta la differenza temporale tra due vere e proprie “ere”:
  1. quella lavorativa (pressoché certa)
  2. quella pensionistica (certamente incerta).
La “differenza” si trasforma in “denaro soft”, che passa di tasca/mano, senza per questo dare nell'occhio. Infatti, che fine fanno (in “termine di legge”) i contributi “inevasi (causa decesso della parte avente diritto)”?
Vengono come “assorbiti” e, così, trasformati… facendone perdere una volta per sempre, le tracce. 

martedì 4 ottobre 2016

La sponsorizzazione sociale a cui ambisci.



Per decenni la Federazione ci ha insegnato che era un eroe. Il tempo ci giudica tutti…”.
Star Trek Beyond
I nomi “delle vie”, quelli dei “santi del calendario”, dei monumenti, delle infrastrutture, degli istituti, delle leggi, delle scoperte scientifiche, etc. … sono dei “titoli” applicati alla ricorsività del tempo, invischiata dal/nel calendario d’uso comune.
Persone che hanno “onorato la propria vita, al servizio di…”, una volta decedute hanno la “soddisfazione” di coincidere con qualcosa di più o meno fisico, che verrà intitolato “alla memoria di…”. 
Ogni “angolo sociale” è, in questa maniera, “sponsorizzato” dalla tal figura (memoria).
Una tecnica sottile per sancire, sempre maggiormente, la prospettiva in auge, riconosciuta nel termine status quo, a cui SPS (Io) aggiungo: “qua, così”.
Perché è necessario questo tipo di ulteriore “etichetta”?
Perché… 1) lo status quo è qualcosa di generico che, tuttavia, viene polarizzato/usato “una volta per tutte le stagioni”, 2) diventando qualcosa di specifico (“qua, così”), dipinto per qualcosa di generico e di, dunque, sempre valido.

lunedì 3 ottobre 2016

Lunga vita e prospettiva.


Lato tuo/umanità, centrale...

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Costituzione della Repubblica Italiana 
Sei auto prigionier3 di/in una “definizione”, applicata alla società (Massa)… nella quale, la definizione di Costituzione risente della “forma di limite” della Costituzione stessa
È un loop: come fai a non accorgertene?
Come Hawking, quando afferma che l’universo si è creato da sé (grazie alla gravità). E la gravità?
Perché non rientra, allora, nella “formula”? Perché rientra solamente in quanto “semplice parametro fisico (conseguenza), se – all'opposto – permette, addirittura, all'universo intero di potersi “auto generare”?
Perché Hawking (in quanto rappresentante della scienza deviata), distorce il segnale portante frattale espanso “lato tuo/umanità, centrale”, rigenerando quella “gravità” che permette allo status quo di… sopravvivere (prosperare), sino a quando sempre “qua, così”.
Nel loop, il loop…   

venerdì 30 settembre 2016

Scienza, non fantascienza.



Qualche volta il coraggio si presenta soltanto nel momento in cui non si vede altra via d'uscita…”.
William Faulkner
Quale tipo di “coraggio”, allora, è questo?
Qualcosa che si manifesta solo se… che cosa “è”
Come al solito, ci sono infinite modalità di lettura, ma… quale sarà quella “migliore”? Quella più “efficace”
Come, forse, puoi notare… ti mancano delle chiavi di lettura, per cui l’interpretazione che dai, è sempre un parto della convenzione nello status quo “qua, così”. Nella sostanza, senza un obiettivo, una meta, un desiderio, un sogno, una idea, un progetto, etc. non vai da nessuna parte, ovverosia, “rimani esattamente dove già sei (‘qua così’)”. 
Senza le idee chiare “lato tuo/umanità, centrale”, tutto quello che ti contraddistingue è... in tutto quello che sembra esistere, in virtù di un preconfezionamento “naturale/divino/originale”… che tendi, nel dubbio, a prendere come assoluto
 
Senza la tua memoria, la tua esperienza, i tuoi ricordi, etc. il momento di “è già successo” ha sempre la meglio su tutto quello che “poteva essere ed, invece, non è stato (alternativa sostanziale)”.
Ergo:
non ti rimane altro che, auto relegarti/regolarti nella convenzione AntiSistemica (la forma di realtà manifesta “ad immagine e somiglianza” della compresenza non manifesta dominante).
In questa maniera, per “auto asfissia generale”, fai tutto da te (o, perlomeno, questa è l’impressione che ti fai, rilevi, misuri, ragioni, calcoli, pensi, immagini, credi, etc,).
 
In tutto questo, non sembra nemmeno esserci spazio per quella che “è” la ragione fondamentale, della realtà manifesta “qua, così”.
  

giovedì 29 settembre 2016

L’annidato singolo comune.


L'inquinamento è una tendenza (frattale espansa): inquina mente...
"Il mondo del calcio è sporco, ma non voglio essere io a sporcare anche quello inglese e non rispettare le regole. Vi sto proponendo un modo per guadagnare ed essere al sicuro. Quella inglese è la peggiore cultura del mondo, sembrano buoni, ma in realtà sono i più sporchi, anche peggio rispetto a quello che succede in Argentina o in Brasile. In Inghilterra sono i peggiori per quanto riguarda il calcio...".
"Per quanto riguarda il calcio..."?
"Qua, così"... è tutto un uniformarsi (a chi/che cosa?).
"L'Occidente… è a una svolta storica. È in gioco la sopravvivenza della democrazia, anche a causa della situazione economica e finanziaria… Siamo alla vigilia di una nuova, grave crisi economica che aggraverà il pericolo della fine delle democrazie, così come le abbiamo conosciute…".
“Qua, così”… vivi in/nella democrazia?
Lo desumi, facendo un paragone con quel modello di vita, che credi essere proprio d’altri tempi, ormai, trascorsi. Qualcosa che è “passato” e che, dunque, non ti riguarda più. Eppure
La democrazia… etimologicamente significa "governo del popolo", ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall'insieme dei cittadini che ricorrono ad una votazione…
Eppure… c’è sempre qualcosa che “percepisci non andare”.
Qualcosa che ti fa descrivere la realtà manifesta (con te al suo interno), come “uno schifo”.
Perché, allora, tendi ad essere tanto “pessimista”? Perché tendi a riflettere, prima di “mettere al mondo (in questo tipo di mondo) dei figli”? Che cosa te lo fa pensare, visto che “sei in democrazia”?