giovedì 19 febbraio 2015

Frattalità espansa (1).



È sempre al livello frattale che occorre (ri)volgere la propria (ri)flessione, il proprio “sentire”.
È ad un simile livello che ogni “cosa/fatto/situazione” (p)rende Vita, in maniera (di)versa rispetto alla sua interpretazione diretta ed abitudinaria (credo).
È a quel livello che ogni “dettaglio” diventa il “tutto”, ossia, diventa una chiave per la (de)codifica del “tutto” (di ogni cosa/fatto/situazione e, al contempo, delle cause - e della causa - dalle quali derivano gli accadimenti e le “cose”).
Che cosa significa “frattalità”? E come ci si (ri)parametra?
Per esempio, se immagini una forma che si ripete all’infinito… che cosa “ti viene da pensare”?
Beh, se conosci l’opera di Mandelbrot, immediata(mente) (ri)correrai alla “dima frattale” che aveva (s)coperto. E, fluendo in questa maniera, non aggancerai af(fatto) ciò che SPS ti sta sussurrando da parecchio tempo, ormai.
Perché la “dima frattale”, se respirata a livello di immagine statica e (de)contestualizzata da quel grado di reale, che è... tutto ciò che tendi ad escludere (per via del paradigma in corso d’opera), ossia, se tendi ad applicarla/capirla solo attraverso la funzione generica di “forma che si ripete in natura”, senza però espander(n)e il concetto/significato a qualsiasi “(ri)forma” del Mondo al quale “appar(tieni)”, allora a nulla di autentica(mente) alternativo ti condurrà un simile (ri)pensare alla frattalità.
(Al limite potrai (ri)cavarne del "business", ossia, altro carburante per intrattenerti "qua, così"... rafforzando la "tua" funzione di simbologia di esempio per coloro che conseguono).
Perché… sapere che la forma delle coste si ripete, come quella delle radici, delle costellazioni, dei neuroni, delle città, etc. non (com)porta per nulla (al)la (de)codifica (comprensione) del “perché il Mondo reale emerso ha una forma così, come supponi ormai di conoscere”.
  

mercoledì 18 febbraio 2015

Il Tutto che è una Parte, quando ne (ri)Esci.


Effetto Nutella…
Se il tuo sguardo si posa/viene attratto da una scritta, per la quale è stato utilizzato il font della Nutella (o pseudo similare), che cosa ti accade?
Mediamente, che… “ti si muovono i succhi gastrici”.
He He… (provare per credere).
Quale profondità ha raggiunto la capacità dello “slogan”, di pene(n)trare il/nel tuo insieme (complesso)?
Nel 1963, Michele Ferrero, figlio di Pietro, decise di rinnovare la Supercrema, con l'intenzione di commercializzarla in tutta Europa.
La composizione venne modificata, così come l'etichetta e il nome:
la parola "Nutella" (basata sull'inglese "nut", "nocciola"), e il logo vennero registrati verso la fine dello stesso anno, restando immutati fino ad oggi.
Il primo vaso di Nutella uscì dalla fabbrica di Alba il 29 aprile del 1964. Il prodotto ebbe successo istantaneo, rimane a tutt'oggi estremamente popolare e viene spesso citato in romanzi, canzoni e opere cinematografiche…
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La parola "Nutella"… e il logo vennero registrati verso la fine dello stesso anno, restando immutati fino ad oggi.
È, dunque, almeno da cinquant’anni che questo “vettore” è nella società e che, evidente(mente), colpisce tutto e tutti da svariate generazioni.
Per carità, non stiamo alludendo ad “uranio impoverito”, bensì… a qualcosa di meno pericoloso sul breve termine ma, di egual(mente) influenzante sul lungo termine. Il livello di obesità nei “bimbi”, esplode dopo circa dieci anni di “(rod/ancor)aggio” (dieta), ad esempio. Mentre, nel precedente balcanico delle munizioni all’uranio impoverito, gli effetti si sono fatti sentire molto prima, su coloro che in qualche modo erano entrati a “contatto” con simili manufatti…
Un grande esercizio di “forza propria” che, benintesi non vale per tutti ma per una significativa maggioranza, è di resistere davanti ad un invitante vasetto di Nutella, perfettamente disponibile sulla tavola imbandita, con tanto di pane già tagliato e pronto ad accogliere la “supercrema”.

Marchio ®egistrato.

Se tale azienda non conosce crisi, significa che vende molto bene i suoi prodotti, ergo, che tu ne sei "succube", ormai.
Se a te non piace particolarmente la Nutella, hai comunque poco da gongolare, perché certamente (ri)cadi (d)entro al bacino giurisdizionale d’utenza, di qualche altro prodotto analogo nella “sostanza dell’effetto incantesimale” (drogaggio).
L’intera filiera dell’alimentazione è un modo strategico per (in)filtrare in te, sostanza atte a (man)tenerti “qua, così”.
(Sor)ridere a/di questa espressione è “infantile”, visto il grado tecnologico al quale un certo tipo di “industria” è ormai giunto.
Particelle infinitesimali sono (pre)programmate per incidere in te, nella maniera meno invasiva possibile, al fine di by passare ogni difesa dell’organismo.
L’organismo umano si difende? E da chi/cosa?
  

martedì 17 febbraio 2015

(Auto)Combustione.


Corsi: "A volte sembra di stare ad un banchetto dove non siamo invitati".
Il Presidente dell'Empoli:
"Devono contare i valori sportivi, non quelli economici"…
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La battuta/(ri)flessione è non certo casualmente molto profonda.
Al “banchetto” si è invitati, ma non in qualità di commensali, bensì, in quantità di pietanza servita ai commensali.
Nella “lista della spesa” c’è il genere umano massivo (il “parco buoi” o i “pupazzi”, per dirla alla Goldman Sachs).
Utilizzando il “pazientese” di Gabriella Mereu… la frase di Corsi (ri)suona di una grande verità che, a livello di frattalità espansa, puoi (ri)trovare (re)distribuita dapper(tutto) attorno a te.
Sono medico, laureata in medicina e chirurgia, odontoiatra, omeopata e anche grafologa ed ho fatto una ricerca per 20 anni che mi ha portato a capire che il paziente semplicemente si cura da solo.
Benissimo, abbiamo capito che siamo davanti ad un medico ufficiale, anche se ufficiale non è il termine più appropriato, omeopata nonché grafologa.
So che hai scritto un libro, che ho trovato molto interessante, la “terapia verbale” ovvero la medicina della consapevolezza, ci puoi spiegare cos’è la terapia verbale?
La terapia verbale è una terapia omeopatica, verbale, che cura il male con lo stesso male:
cioè il paziente quando esprime la sua malattia usa inconsciamente un linguaggio poetico e metaforico collettivo che io chiamo ‘pazientese” che si compone di proverbi, modi di dire, filastrocche etc.
Una volta che ho capito cosa mi vuol dire, rispondo con una battuta che abbia un alto contenuto emozionale, in cui spiego il motivo della sua malattia e il paziente ha una reazione:
se ride, piange, entra in trance o si arrabbia significa che è quasi sempre guarito dal sintomo…
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(In)somma, Yahoo (ri)porta due frasi di Corsi, al link dove c’è il suo video da vedere. Ossia, quelle sopra citate. Ebbene, se la prima espressione è foriera di una verità sottile… la seconda raf(figura) una verità da “cineteca”, cioè… “vuota, vacua, da discorso elettorale”:
"Devono contare i valori sportivi, non quelli economici".
Leggi, a (con)seguire, come anche il gergo sportivo usuale “serve” per giustificare comportamenti in altri ambiti (che, per inciso, risentono tutti quanti dell’orma matrice, non manifesta, della compresenza dominante Planetaria del Nucleo Primo):
Renzi: alla Camera brutte scene ma si è portato a casa risultato.
Durante queste notti in Parlamento "ci sono state delle brutte scene, di deputati che si sono picchiati… urlavano e insultavano, di quelli che impedivano di prendere la parola. Ma queste brutte scene non cancellano un Parlamento che sta fino alle 4 di notte e porta a casa il risultato". Lo dice Matteo Renzi al Tg1.
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Il dogma "l’importante è vincere" (interesse), che il calcio – ad esempio (in)carna alla perfezione, sembra avere ormai eclissato del tutto il famoso motto “l’importante è partecipare”. Ed, invece, per nulla af(fatto). Perché?
Beh… perché:
  • "A volte sembra di stare ad un banchetto dove non siamo invitati" (si è invitati in quantità di pietanza)
  • "Devono contare i valori sportivi, non quelli economici" (quindi contano solo i valori economici).
Se metti insieme le due (ri)letture frattali delle espressioni di Corsi, ottieni:
  • tu ci devi essere perché, altrimenti, come fa “lo spettacolo (banchetto) ad aver luogo ed a continuare?”
  • tu ci sei (sei invitato) perché contano i “valori economici”, che la tua presenza permette di generare (utile).
Nella dualità auto imperante (se non alimenti tutto, tu, dal tuo terzo stato), le condizioni di base affinché avvenga un innesco (scintilla), un avvio ed un “moto” (combustione)… sono sempre e solo due, che (pre)vedono la (com)presenza di:
  • combustibile o carburante (“tu”)
  • comburente (ossigeno dell’aria).