La percezione della ‘realtà’ corrisponde ad uno stretto giro alchemico di commistioni di sensi, intuito e consapevolezza, e il ‘tutto’ è perfettamente ‘aggirabile’ attraverso l’analogo mix alchemico di conoscenza e chiarezza intenzionale.
Insomma, abbiamo chiaramente la ‘sinergia’ tra due blocchi, polarità duale, dei quali ‘uno’ non è cosciente e l’altro è cosciente del funzionamento di verità superiori innescate dal proprio potere.
Lo si evince, praticamente, osservando le 3d a qualsivoglia livello. Frattalmente esse ci indicano, con grande precisione, l’esistenza, in ogni ambito, di un potere umano che s’approfitta della propria posizione dominante a scapito di un gruppo umano, molto più grande, che invece subisce passivamente la stessa dinamica: azione e reazione? Piuttosto causa e effetto, visto che la ‘reazione’ c’è ma si tratta molto spesso di un ‘riflesso condizionato’ e, dunque, più un effetto che una vera e propria reazione naturale.
Devo fare esempi? Che poi sarebbero i soliti esempi? No, non serve. È talmente evidente osservando la struttura sociale umana, che esiste sempre ‘chi’ ha le informazioni ‘prima’ e chi si limita a ‘respirarle’. Questo meccanismo è installato in profondità nel costrutto umano, segno evidente di un ‘qualcosa’ che analogamente ‘vive’ ad un livello superiore della vibrazione energetica.
Diciamo che, per capirci meglio, dobbiamo immaginare la forma della piramide; ecco… la base allargata e il vertice stretto. Tutto nelle 3d si muove secondo questo vettore. Tutto. Anche i casi più ‘solari’ hanno al loro interno una forma energetica piramidale.
Non è il detto, ‘la tua Morte è la mia Vita’, dei tempi passati, ma un ‘la tua Vita controllata è la mia sopravvivenza’. È evidente il livello della Paura che anima il Controllo e tutto il resto diventa una conseguenza, un riflesso. Per mantenere il livello dei ‘pochi’, si dovranno sacrificare i ‘molti’, non morendo a 30 anni ma vivendo sino agli 80/90, perlomeno, perché essi sono come il maiale, ossia non si butta via niente:
servono in tutto quello che fanno. Serviamo in tutto quello che facciamo. La 'metafora' degli Anunnaki, che hanno creato ed assogettato l'umanità al ruolo di schiavi operai, è molto chiara. 'Ieri' evidentemente schiavi operai, 'oggi' apparentemente 'lavoratori salariati'...
Ciò spiega l’apparente evoluzione civile nei costumi e nei modi:
un’illusione dettata precisamente da un cambio di ritmo nel Piano del Controllo, che si intesse di pari passo al processo di evoluzione naturale umano. Processo che tende ad 'emancipare'; un effetto già preventivato nell’ordito del Controllo. Ricordate?
Sistema di Manipolazione Genetica (SMG) – Questo sistema fu il prodotto di varie razze interdimensionali che lavorarono per creare un mezzo adatto ad accedere al mondo fisico. Fu Anu che specificamente lo volle, non solo per accedere e sfruttare le risorse del mondo fisico, ma anche in funzione della soppressione degli esseri infiniti che davano energia allo strumento umano, così da avere l’equivalente di schiavi volonterosi. Sì, gli esseri infiniti possono essere ridotti a esseri finiti quando sono assoggettati al Sistema Mente Umana.
Durante la progettazione dello strumento umano, fu deciso di creare il Sistema di Manipolazione Genetica come mezzo per modificare lo strumento umano nel corso del tempo man mano che evolveva, e assicurarsi che non avrebbe mai raggiunto l’auto-realizzazione o lo stato di consapevolezza di Sovranità Integrale.
Lo stato di Satori, Nirvana, Coscienza Cosmica, Illuminazione ed Estasi, furono tutti nomi diversi per gli stati superiori del Complesso Dio-Spirito-Anima (CDSA), sempre nell’ambito del Sistema Mente Umana (SMU), ma che diventavano dei posti di controllo innescanti l’intervento del Sistema di Manipolazione Genetica.
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Nel mio libro ‘Prospettiva Vita’ sono le ‘Sentinelle’, entità energetiche che emergono dalla propria persona allorquando il potenziale espresso dalla trinità intenzione/pensiero/azione, diventa pericoloso per il mantenimento dello status quo. Ossia, in tempi non sospetti ho scritto la stessa cosa, il medesimo concetto in forma romanzata, in virtù di un diretto ‘sentire’. Per questo, ma non solo, considero il mio ‘parto’ un’opera di canalizzazione perlomeno del mio Sé superiore al pari degli scritti presenti in SPS.
Nulla è per caso per vie ‘naturali’ e ‘nulla è lasciato al caso’ per vie ‘artificiali’:
causa e reazione / analogia frattale.
Torniamo alla percezione della realtà. Quante realtà esistono? Una, si è portati a pensare. Allora leggiamo questa notizia:
Auto: produzione mondiale record a 80,1 mln unità nel 2011.
La produzione mondiale di automobili ha toccato nel 2011 un nuovo record. Secondo i dati diffusi oggi dall'Organisation Internationale des Constructeurs d'Automobiles (Oica), con sede a Ginevra, la produzione di vetture a livello globale è salito del 3% a 80,1 milioni di unità rispetto all'anno prima.
‘Dopo un calo nel 2009 a 61,8 milioni di unità dovuto alla crisi del 2008, la produzione di auto ha ripreso a crescere’, si legge nella nota odierna. A livello geografico, l'Asia rappresenta il primo produttore con 40,6 milioni di vetture prodotte, seguita dall'Europa (21,1 milioni) e dalle Americhe (17,8 milioni).
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Esiste la realtà alle prese con la cosiddetta ‘crisi’ e perlomeno un’altra in cui non esiste la ‘crisi’. La produzione globale di auto lo dimostra a pieno. Quel dato è relativo al record mondiale di auto prodotte e non corrisponde ad una crescita fisiologica dopo il calo dell’anno precedente. È il record da quando si è iniziato a produrre su larga scala.
Esattamente lo stesso leit motiv trasmesso dagli indici azionari Americani, tutti vicini ai loro massimi storici.
Un vero e proprio paradosso. Certamente molto ben spiegabile dagli ‘esperti’, attraverso giri di parole e concetti Antisistemici, provenienti direttamente dal condizionamento molto ben dettagliato nell’articolo di SPS del 6 marzo 2012.
Tutto ciò mette chiaramente in evidenza che la ‘realtà’ non è unica, ma è quella percepita, che sembra escludere tutto il resto, l’alternativa, la biodiversità. Il saperlo per certo conferisce un certo vantaggio/potere su coloro che non lo ricordano più, per cui gioco forza ‘chi conosce, si muove di conseguenza’, mentre ‘chi non conosce, si muove per inerzia’.
La forza inerziale deriva dal movimento innescato dal Controllo. L’umanità si muove per induzione (badate bene che non devo evidenziare ogni volta che esiste anche un Piano Divino, al di sopra delle parti, per cui ‘tutto è opportuno’).
I famosi ‘danni collaterali’, che si quantificano in ambito militare, conferiscono molto bene l’idea del ‘piano nel piano’, con la differenza che la morte fisica non rappresenta la ‘fine’ dell’esistenza dell’individuo.
Se ognuno di noi, improvvisamente, sapesse con certezza di non essere solo il corpo fisico, l’esistenza sulla Terra 3d cambierebbe all’istante. Una simile consapevolezza 3d non rientra nei piani né del Controllo né del Piano Divino. Perché? Perché questo Scenario 3d, per continuare ad esistere all’interno della propria ‘funzione’, necessita una forma di dimenticanza da parte di coloro che s’installano ai fini esperienziali, in funzione dell’input morfogenetico ‘Conosci Te Stesso’.
Per questo motivo non succederà a livello massivo.
Questo Scenario cicla per funzione nativa. C’è ‘qualcuno/qualcosa’ che conosce perfettamente questa verità. E certamente se n’è approfittato. Ma quel ‘qualcuno/qualcosa’ è proprio il target, la meta, l’obiettivo da raggiungere mentre si è impegnati a fare esperienza di Sé.
Nulla è per caso e tutto è opportuno.
I ‘danni collaterali’ sono solo illusori e non permanenti. Tutto serve per ‘fare dimenticare a chi non ha dimenticato’ che la realtà superiore prevede un gran finale nella luce collettiva dell’Amore del Creatore. Saperlo, per il lato oscuro, significa approfittarsene ma rimanendo in una logica di 'non evidenza', perché quella 'non evidenza' corrisponde all’allungamento del ‘gioco’ a livello pressochè infinito.
Mentre l’evidenza corrisponde alla ‘fine’ del gioco.
Per cui, ‘dimenticando quello che conosce’ cadrà nella rete dell’apparenza. Una volta manifesto sarà impossibilitato a fuggire nuovamente e sotto i riflettori del ‘Cielo’ sarà aiutato a rientrare nei ranghi, mediante conoscenza di Sé. Intanto abbiamo iniziato l’Opera dimenticando a livello di umanità; ciò permetterà per riflesso indotto, che anche il Controllo dimentichi, abbassando la guardia e mostrandosi per effetto della propria superbia e del proprio Ego.
Signore e Signori: vi presento il Mondo che conoscete, fatto di ombre cosparse di apparenza, poco convincente ma parecchio ‘allettante’, ricco di tentazioni. Non trovate?
Provate a resistere ad un qualcosa che vi tenta…
La realtà è biodiversa. La Sorgente è Una, perlomeno la Sorgente a cui facciamo capo e non è detto che sia finita lì.
Islam: primo imam donna d'Italia, diritti per donne ma no legge su velo.
Trentina ma di origine siriane, 35 anni, con studi di teologia a Parigi e una laurea a Lione, oggi insegnante di cultura araba:
è questo l'identikit di Nibras Breigheche, la prima donna chiamata a far parte di un'associazione nazionale musulmana di Imam - l'Associazione Islamica Italiana degli imam e delle guide religiose, nata lo scorso dicembre, con l'obiettivo di formare i leader religiosi musulmani del nostro Paese. Intervistata da 'Mondo e Missione', mensile del Pime di Milano, Breigheche sottolinea che ‘non è vero che l'islam vuole donne sottomesse: perla mia religione uomini e donne hanno gli stessi identici diritti’…
Nell'intervista, Nibras tocca alcuni dei temi caldi nel dibattito su donne e islam, dalla questione del velo integrale – ‘non è un precetto religioso e condanniamo chi lo impone, ma una legge per vietarlo non è la soluzione’ - fino al 'caso Hina': ‘In quell'occasione abbiamo emesso un comunicato stampa per ribadire che secondo il Corano l'omicidio è il peccato più grave, a maggior ragione se viene perpetrato nei confronti di un figlio. Sottolineerei che il fenomeno della violenza domestica non ha religione ed è da condannare da qualunque parte provenga’…
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Le realtà sono diverse e dettate dalla massima ‘paese che vai, usanza che trovi’. Il Controllo prevede, invece, di uniformarci il più possibile. Perché? Perché è più facile mantenere il dominio e livellare il ‘sapere’.
Ecco un frattale molto chiaro che identifica ‘qualcosa che non esiste ma drena risorse/energia’:
il Ponte sullo Stretto di Messina ci costa altri 61 milioni.
È già un fantasma, ma ha ancora un appetito da gigante. È il Ponte sullo Stretto di Messina, che nonostante sia ormai dato per spacciato, continua a fagocitare risorse. Solo lo scorso dicembre nella società promotrice Stretto di Messina sono stati iniettati altri 61,3 milioni, per arrivare a una capitalizzazione complessiva di 383 milioni di euro. I versamenti, a valere su un aumento di capitale deliberato nel 2003, sono stati richiamati dalla società stessa e a sborsare i denari sono stati l’Anas, che ha messo sul piatto 53,3 milioni, ed Rfi, che ha dovuto corrispondere 7,9 milioni.
È vero che si tratta di operazioni previste da anni e per le quali i soci avevano assunto degli impegni, ma questo ultimo versamento appare ancora più difficile da digerire. Non solo perché è arrivato in un momento in cui il Paese aveva altre priorità, alle prese con la pesante escalation del debito pubblico, ma anche perché questo versamento è arrivato quando era ormai chiara la volontà politica di non andare avanti con la realizzazione.
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Questo è un esempio frattale, della realtà ‘parassita’, estremamente incisivo e esemplificativo. È solo perché non si crede e non si applica l’analogia frattale, che non si corre ai ripari, ossia che non si amplia pubblicamente la propria prospettiva. Il detto ‘non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire’ afferma proprio questa verità, seppure al livello 3d, rispettando in questo sempre la legge della vero somiglianza.
Lavoro: indagine Ipsos-Fabi, posto in banca nei desideri dei giovani.
Nonostante la crisi, il lavoro in banca resta ancora appetibile per i giovani tra 18 e 25 anni, l'88% lo considera ben retribuito, e il 53% lo ritiene di prestigio. Ben il 41% del campione degli under 25 dichiara di aver preso in considerazione l'idea di andare a lavorare allo sportello…
‘Quello bancario si conferma settore aperto al ricambio generazionale. Con la nuova ipotesi d'accordo sul contratto, si sono costruite le basi per sconfiggere la precarietà e create le condizioni per 30mila nuove assunzioni a tempo indeterminato nei prossimi 5 anni ', così Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, commenta i risultati dell'indagine. L'appeal per lo sportello deriva anche, come mostra l'indagine, dalla convinzione che il lavoro in banca offra pari opportunità a uomini e donne (69%), sia adatto ai giovani brillanti (66%), assicuri la possibilità di ricevere adeguata formazione interna (75%), sia un lavoro che impiega alte professionalità (64%) e preveda la possibilità di fare carriera (65%).'
I ‘contro’ sono invece rappresentati dallo stress, dalla non sempre scontata stabilità del posto di lavoro e dall'incognita della meritocrazia, secondo gli intervistati, non proprio un elemento cardine del settore. Leggendo l'indagine si scopre, così, che poco meno della metà del campione dei giovani (il 47%) pensa che quello del bancario sia un lavoro tranquillo (per gli over 56 la percentuale scende al 42%), che il 42% di loro vede nell'impiego allo sportello una prospettiva di stabilità, che soltanto il 35% di loro ritiene che il talento e le capacità siano sempre premiate. Mentre per il 38% degli intervistati il settore offre ancora molte opportunità d'impiego a chi si affaccia adesso nel mondo del lavoro.
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La realtà percepita è indotta. Non serve che le banche siano all’epicentro 3d del terremoto della crisi ‘vera’, quella che pesa sulle tasche e sui destini della gente. Non servono tutti gli scandali che sono venuti alla luce, con le banche nel ruolo di primi attori. No, non serve. I ‘giovani’ ambiscono ugualmente andare a lavorare in banca per motivi di ‘opportunità’. È quello che conta, vero?
Questo Scenario 3d cicla.
Va da un massimo ad un minimo e viceversa. Stiamo per raggiungere il massimo o il minimo? Non importa. La cosa certa è che ‘si ruota’. Osserviamo la ‘storia’, i cicli geografici, quelli delle Stelle, quelli delle stagioni, i nostri cicli, quelli della Natura:
tutto cicla per funzione indotta.
Nessuna colpa. Solo responsabilità.
Quanto costa un morto in Italia.
La spesa media per un funerale è di 5.600 euro. Ma, vista la crisi, le imprese funebri si stanno organizzando per …
È un business che - è il caso di dirlo - non muore mai. Secondo una recente ricerca della Camera di Commercio di Monza e Brianza, le imprese funebri, oltre 25mila in Italia, fatturano quasi un miliardo di euro all'anno e gli affari vanno a gonfie vele:
più 1,2% rispetto al 2010, con una crescita delle aziende nel settore del 4,7%. Altro che crisi:
i funerali non conoscono flessioni di sorta. Per dirla con una celebre frase de 'I soliti ignoti' di Monicelli:
‘è la Vita: oggi a te, domani a lui’. Prima o poi, se ne vanno tutti.
Ma anche morire è diventato un lusso che non tutti si possono permettere: 5.600 euro, stima l'Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori (Adoc), è il prezzo medio per l'estremo addio, tra feretro, carro funebre, certificato di decesso, personale d'assistenza, annunci mortuari, corone di fiori, cerimonia in chiesa, con offerta annessa, tassa di tumulazione, lapide e concessione del loculo al cimitero.
Un conto salatissimo, che ha registrato un'impennata del 53,6%, pari a quasi 2mila euro di differenza tra il 2001 e il 2011. Se il servizio è organizzato dal comune, anziché da un'agenzia privata, il prezzo scende del 30 per cento, ma al giorno d'oggi la perdita di una persona cara è comunque una stangata per le finanze familiari.
Ecco allora che spuntano un po' dappertutto offerte e pacchetti per esequie low-cost.
Sì, perché anche quello delle imprese funebri è un mercato competitivo che richiede di stare al passo con i tempi. E magari farsi pure un po' di promozione, con quella giusta dose d'ironia che aiuta a esorcizzare l'ineluttabile.
Funerale a rate.
È in voga già da alcuni anni la richiesta di prestiti rateizzati per affrontare l'aldilà. Un italiano su tre sceglie di dilazionare oggi la spesa che, altrimenti, ricadrà sulla famiglia domani, in un colpo solo. E sempre più spesso le imprese funebri stipulano accordi con finanziare per offrire direttamente il servizio agli interessati.
Nessuna, però, finora lo aveva sponsorizzato così efficacemente. 'Perché piangere due volte? Funerali completi da 99 euro al mese'.
Questo è l'annuncio dei servizi funerari Taffo che campeggia per le strade di Roma e dintorni. 'Al momento della dipartita di una persona cara, ci si può trovare impreparati a sostenere una spesa extra, dovendo sacrificare i propri risparmi o ripiegando su onoranze insoddisfacenti', dice Alessandro Taffo, 28 anni, uno dei titolari dell'azienda che organizza 90-100 funerali al mese nella capitale:
'Così abbiamo pensato di offrire soluzioni in comode rate da 18 mesi per un pacchetto funebre all-inclusive, economico e assolutamente dignitoso'. A proposito dello slogan scanzonato, aggiunge: 'Volevamo distinguerci dalle altre imprese che organizzano funerali last-minute'.
E ci sono riusciti, lanciando fra l'altro una campagna di sensibilizzazione per la sicurezza stradale dai toni non meno geniali. 'Se hai sonno fermati subito! Meglio riposare in auto che da noi'. 'Non correre oltre i limiti. Noi non abbiamo fretta di vederti'. Oppure: 'Fai allacciare le cinture anche agli altri passeggeri. Non costringerci a fare gli straordinari'. E ancora: 'Mantieni sempre la distanza di sicurezza: E noi faremo altrettanto'.
Cremazione certificata.
L'acquisto di un loculo per la tumulazione costa quasi come un appartamento: si viaggia sui 3-4 mila euro al metro quadro. L'inumazione in terra è più economica, ma l'opzione meno dispendiosa in assoluto resta la cremazione:
per legge il prezzo massimo non può superare i 562,55 euro (nel 2011) e alcuni comuni la offrono gratis ai residenti. Anche considerando il costo della bara, obbligatoria, è conveniente. Difatti, la cremazione è in aumento, tanto da interessare ormai il 10 per cento dei decessi, soprattutto nel Nord e Centro Italia dove si concentra la maggior parte degli impianti autorizzati.
A Milano, addirittura, le persone che si fanno cremare dopo la morte (il 60 per cento) hanno sorpassato quelle che finiscono al cimitero. La volontà va espressa in vita, con una dichiarazione o testamento, oppure iscrivendosi ad associazioni riconosciute, come la Federazione italiana per la cremazione o l'Istituto della cremazione e dispersione delle ceneri. Serve poi l'autorizzazione a procedere del comune dove la persona è venuta a mancare. L'urna con i resti del defunto può essere posizionata al camposanto, e dal 2001 la legge 130 consente anche di conservare le ceneri a casa o disperderle nell'ambiente.
Le regole variano ed è bene informarsi presso la polizia mortuaria o gli uffici di competenza. In linea generale, il coniuge o un altro familiare stretto viene incaricato di liberare i resti. Si può fare nei cimiteri, in aree private, in natura, persino in mare, purché in un tratto libero da natanti e manufatti. Di fatto, la legge vieta espressamente solo di spargere le ceneri nei centri abitati. Raccomandazione ai fedeli:
alla Chiesa la pratica non piace.
Sepoltura a impatto zero.
Chi la sceglie come forma di espiazione dei peccati ambientali commessi in vita. Chi lo fa perché ha un'anima ecologista fino alla morte e anche oltre. Chi perché, più prosaicamente, s'è fatto due conti in tasca. Fatto sta che i funerali verdi, di moda negli Usa e in Gran Bretagna, cominciano a prendere piede anche in Italia.
Da quest'anno, l'impresa funebre Pagliarin, a Venezia, offre urne cinerarie in mais e bare in cartone verniciato. Rispettano l'ambiente, evitando di seppellire materiali e metalli inquinanti. E consentono un risparmio del 30 per cento rispetto alle casse di legno verniciato. Siccome l'occhio vuole la sua parte, le bare di cartone sono rivestite con un foglio di cellulosa sul quale si può stampare un'immagine a scelta, un cielo azzurro per esempio, o una tinta del tutto simile al legno. Sono già i 20 i funerali a impatto zero celebrati nella laguna.
Gli ambientalisti duri e puri non si accontentano.
Sognano alternative più ecologiche alla cremazione che comporta l'emissione di gas inquinanti nel processo di combustione. Per esempio, la resomazione (che consiste nel liquefare il corpo in una soluzione alcalina) o la criomazione (il cadavere viene raffreddato nell'azoto liquido a -196 gradi °C, essiccato e polverizzato), attualmente praticate all'estero.
C'è anche chi propone sepolture naturali, sul modello anglosassone dei Green Burialpark, come il progetto Capsula mundi:
è un contenitore a forma di uovo, totalmente biodegradabile dove il corpo verrebbe posizionato in posizione fetale e interrato per trasformarsi in un albero (ma al momento in Italia è vietato). Forse così un giorno il colore del lutto non sarà più il nero, ma il verde.
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Sono davvero con la pelle d’oca in tutto il corpo. Facciamo cose senza senso per altre culture, per le quali la realtà è un’altra. E le altre culture fanno cose che esulano dalla nostra realtà. Nel passato non si esitava a uccidere platealmente, come durante le Crociate, ma sempre utilizzando l’arma dell’apparenza (in questo caso religiosa), proprio perché la realtà altrui non corrispondeva con la propria.
Oggi si utilizzano strumenti più ‘fini’, apparendo con giacca e cravatta davanti alle vittime sacrificali, che non sanno di esserlo. Ma raramente si uccide come nel passato. Si effettuano stragi di Stato (vedasi ad esempio l’industria dei tumori in occidente o quella della guerra nella altre parti del Mondo) per normalizzare il numero della popolazione oltre ad un certo 'tot' giudicato come sostenibile per generare ‘profitto’ d’ogni tipo. Il troppo stroppia? Non sempre...
La logica di Mc Donald’s potremmo chiamarla. Le strategie del colosso del ‘mangiare veloce’ sono sovrapponibili a quelle del Controllo. Lo colorano delle giuste tonalità. Per questo l’azienda prospera sulla Terra 3d. Perché è polarizzata con il ‘senso vettoriale’ del potere parassita.
Se ci si mantiene nella scia del ‘più forte’, egli aprirà la via anche per la nostra direzione, senza sforzo né resistenza.
Ti piace vincere facile?
Il Mondo che ci appare così ‘strano’ è una spiegazione matematica delle dinamiche sottili in corso, a cui noi non siamo estranei ma, invece, rappresentiamo i meccanismi ad orologeria di alta precisione che la commistione di ‘sensi’ dell’Universo mette a disposizione.
Il ragno tesse la tela con ciò che la Natura lo ha dotato e utilizzando ciò che la Natura gli mette a disposizione. Detto questo, non significa che la Natura è complice del ragno o che il ragno è cattivo.
Il senso contenuto in questa ‘scenetta’ è quello di essere consapevoli di quello che si fa, per automatismi più o meno naturali... e di 'muoversi' da lì con 'senso cosciente'.
La consapevolezza veicola il riflesso superiore.
Una volta reso manifesto il superiore, la Natura cambia; però questa è una vicenda che non riguarda, nel suo massimo 'tragitto', le 3d. Le 3d ciclano e costituiscono il trampolino di lancio verso le realtà ‘altre’; certamente una tappa successiva del ‘Gioco della Vita’ sull’onda del ‘Conosci Te Stesso’.
Emancipiamo il nostro punto prospettico...