sabato 2 ottobre 2010

Vuoto a... vivere.





Il vuoto e l’ostacolo. Cosa rappresentano questi due veri e propri mondi? Sembrano essere innanzitutto legati ad un “perno centrale”, un vincolo che li trattiene a sé come dei satelliti ad un pianeta: la ragion d’essere. Il senso. Il perché.

Quale è la loro "collocazione", la loro identificazione nella dimensione umana? L’essere d’utilità. Dove per utilità s’intende una movimentazione delle energie, atta a risvegliare un potenziale

Ecco che queste due polarità, tanto estreme, riescono allora a “toccarsi”, a compenetrarsi l’un l’altro. Sorge evidente un piano netto, deciso, un progetto sensato di appartenenza. Nel vuoto che siamo abituati a definire come il “nulla”, l’assenza d’ogni “cosa”, esiste il potenziale del “tutto”. Nell’ostacolo che siamo abituati a definire come una “ostruzione” al nostro cammino, è contenuto il “tutto” relativo alle nostre potenzialità inespresse o in via di espressione. 

L’ostacolo è un “colpo di frusta”, una sferzata di nuova energia che trae origine dal nostro profondo

Il “colpo” che muove l’ostacolo davanti a noi necessita della nostra energia, perché è una nostra creazione. Tale energia deriva dal nostro vuoto, dal nostro inconscio incompreso. Tale energia ci viene richiesta come "diritto di contrappasso". Come un caffè che “risveglia” utilizzando le nostre riserve d’energia e non un surplus esterno. Gli ostacoli ci spossano perché utilizzano la nostra scorta, ma essi stessi costituiscono il principio sul quale costruire nuovi ponti per raggiungere una meta, un “qualcosa”. Proprio quella serie di “qualcosa” contenuti ed estratti dal vuoto. Gli ostacoli sono “Made in Vuoto”: la loro origine è ivi collocata.

Il termine “vuoto” ha, nell’uso corrente, significati più concreti, come ad esempio i concetti frattali di:
  • vuoto a rendere - un contenitore che, privato del proprio contenuto, può essere reso, in cambio di un compenso, in modo da poter essere nuovamente utilizzato. Si tratta di una forma di riciclaggio.
  • vuoto a perdere - un contenitore privato del suo contenuto che non può essere reso. Un vuoto a perdere rappresenta una zavorra, qualcosa di inutile e di cui si sente il bisogno di disfarsi.
Sono queste due facce, i due soliti opposti caratterizzanti la dualità. Il vuoto è un “contenitore” a cui non possiamo che accedere in maniera “sottile”. Il vuoto eroga potenziali. Il vuoto è sempre pieno, non si svuota mai. Il vuoto è carico di potere che deriva dalla nostra divinità. Nel vuoto esistono tutte le versioni di noi stessi. È come il cilindro magico di un mago. Il vuoto può essere una zavorra o una piuma, a seconda del nostro punto prospettico ma, in ogni caso, è il conferimento di una energica possibilità di essere. Il vuoto è una nostra estensione come noi lo siamo del vuoto, come l’ostacolo lo è sia del vuoto che di noi stessi e di come noi  stessi lo siamo del vuoto e dell’ostacolo.

È un’altra forma di Trinità, dove abbiamo i principi “genitoriali” e la loro proiezione densa nell’uomo come diretto risultato di una interazione, di un attrito senza sfregamento e senza distanza

Il cerchio è la figura che meglio contraddistingue il perimetro delineato dalla loro interazione. Il triangolo inscritto nel cerchio. Due triangoli capovolti ed avvolti dalla circonferenza. Un rombo in un cerchio. Schiacciandolo ai vertici diventa un quadrato in un cerchio.

La quadratura del cerchio.

Saper coesistere, equilibrando l’ottava rappresentata dal vuoto e dall’ostacolo è un’arte di Vita. L’equazione che deriva rappresenta ciò che siamo e ciò a cui aspiriamo. L’equivalenza è la direzione verso cui siamo sottesi. Come partire per un lungo viaggio marino, da un porto che contiene già l’estratto di tutto il nostro viaggio che ci stiamo accingendo a vivere.

Perché facciamo quel viaggio se il suo potenziale, il suo insegnamento è già in noi, nel nostro “vuoto”? 

Perché è il viaggio ciò che va "assaporato"; la lenta progressione tra e oltre gli ostacoli. Ostacoli che ci plasmano e ci identificano.

La “frustata” ricevuta è un propellente che toglie energia ma addensa un potenziale, rendendoci “stanchi ma felici”

Stanchezza che in seguito scompare, sostituita dalla gioia per il viaggio, per la realizzazione dell’essere sulla cresta dell’onda, mai separati dalla “costa” eppure lontani da ogni convenzione capace di innescare la paura e la separazione.

Non è mai troppo tardi per questo e per infinite altre bellezze…

Se io potessi vivere un'altra volta la mia Vita
nella prossima cercherei di fare più errori
non cercherei di essere tanto perfetto,
mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono stato,
difatti prenderei pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico,
correrei più rischi,
farei più viaggi,
guarderei più tramonti,
salirei più montagne,
nuoterei più fiumi,
andrei in posti dove mai sono andato…
Istanti di Jorge Luis Borges  
 
 

venerdì 1 ottobre 2010

Le ragioni della reattività.




Energia. Stato dell’Essere. A lei è legata la capacità di “allargarsi” multidimensionalmente. La sua qualità ed abbondanza determina stati propizi alla “magia”. Senza paraocchi, lo possiamo capire meglio questo concetto. A lei è legata la nostra destrutturazione da “unico punto” a “infiniti punti”, dal vuoto al pieno. Anche se il vuoto è ricolmo di energia, il vuoto è assenza di "attività". Il vuoto ricolma la sua estremità: il pieno. Dal Buco Nero al Buco Bianco: l’Albero della Vita

Quando medito perdo energia e mi stanco. Accade perché medito troppo?

No, se perdi energia mentre mediti, significa che la tua meditazione non è corretta. Se mediti bene ottieni energia: la meditazione è il modo per ottenere energia, luce e beatitudine infinite, ma se il metodo che usi è sbagliato, perderai energia invece di ottenerla. Vuoi essere felice? Allora non sopravvalutare il potere della tua mente e non sottovalutare la luce del tuo Cuore… Fonte: “Meditazione” di Sry Chinmoy

Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso.
Lev Tolstoj

Osserviamo le "cose" da un'altra angolatura.

Quando guardiamo nel regno del 99 per cento, scopriamo quatto attributi chiave della Luce che abbiamo ereditato e sentiamo il bisogno di esprimere nel nostro mondo al fine di eliminare il Pane della Vergogna.
Essi sono:
  • essere la Causa
  • essere un Creatore
  • essere il Controllo
  • Condividere
Nel nostro mondo fisico queste quattro qualità si fondono in un unico tratto. Mio padre, il cabalista Rabbino Berg, ha coniato un’elegante definizione per questo tratto, che è direttamente connessa al comportamento umano: Proattivo!

Inoltre, tutte le caratteristiche del Vaso – cioè dell’umanità – possono essere espresse in una sola parola: Reattivo! Reattivo significa:
  • essere l’Effetto
  • essere un’Entità Creata
  • essere Sotto il Controllo di Qualunque Cosa
  • Ricevere
Un’ulteriore definizione del comportamento reattivo.

Il comportamento reattivo si basa sul desiderio di ricevere connaturato all’umanità, cioè il desiderio originario che fu creato nel Mondo Senza Fine.

Il comportamento reattivo include l’avidità, l’egoismo, l’indulgenza verso se stessi, l’ego e così via.
Per comportamento reattivo s’intende ogni nostra reazione a eventi esterni, per esempio la rabbia, l’invidia, l’eccessiva sicurezza di sé, la scarsa autostima, il desiderio di vendetta, l’animosità.

Fermatevi un momento a pensare a questo tipo di reazioni, alle volte in cui le avete provate. Pensate alle situazioni che hanno innescato in voi quei sentimenti.


In realtà il 99 per cento del nostro comportamento è di natura reattiva. Ma questo fa parte del piano. Ricordate: il desiderio di ricevere appagamento è la nostra essenza. La nostra coscienza si fonda su desideri reattivi, impulsivi, istintivi. La vera trasformazione spirituale avviene nel momento in cui ci si eleva al di sopra di questa coscienza.

Esaminiamo ora il ruolo che tutti questi concetti cabalistici giocano nel nostro mondo reale.

Il senso della Vita.

Semplificando al massimo possiamo affermare che la missione del Vaso è trasformarsi da forza reattiva in forza proattiva. Dunque…
  • Questo è il fine ultimo della Vita;
  • la ragione della nostra esistenza;
  • il senso della Vita;
  • la strada verso casa;
  • il sentiero verso un appagamento senza fine;
  • il segreto per eliminare il Pane della Vergogna ed esprimere il nostro DNA divino;
  • la vera definizione di quella che chiamiamo trasformazione spirituale.
Abbiamo così svelato il Quarto Principio della Kabbalah:

lo scopo della Vita è la trasformazione spirituale da entità reattive a esseri proattivi.

Smantellare la Teoria della Reattività.

Quando noi reagiamo a ogni situazione o evento esterno della nostra Vita, siamo soltanto un effetto e non una causa; siamo reattivi, non proattivi.

Se vivessimo senza andare incontro ad alcuna crescita personale o ad alcun cambiamento della nostra Natura, non creeremmo nuovi livelli spirituali di esistenza per noi stessi. Quando lasciamo che forze esterne influenzino i nostri sentimenti, positivi o negativi che siano, abbiamo rinunciato al Controllo. Quando diamo prova di un comportamento egocentrico, non stiamo condividendo bensì gratificando il nostro ego. Rifletteteci su bene…

Fonte: “Il potere della kabbalah. Una tecnologia per l'anima” - Yehuda Berg

Cosa significa tutto ciò? I coniugi Hicks, nella “Legge dell’Attrazione in azione” ci dicono che è meglio essere arrabbiati che depressi. È dunque meglio essere reattivi che passivi. Certo! Berg ci sta dicendo che la rabbia è un comportamento reattivo, non che la rabbia è “male”.


Il punto di discernimento è sempre e solo il nostro: la rabbia è meglio di qualsiasi altra cosa peggiore, ma la rabbia non è il punto di arrivo. Impariamo ad essere flessibili ed agili con il pensiero e con la nostra capacità di “sentire”. La nostra “bussola” siamo noi stessi e la nostra identificazione con le nostre proprietà più “intime” che non sono mai scomparse. Torniamo, infine, ai quattro punti “utili”:
  • essere la Causa
  • essere un Creatore
  • essere il Controllo
  • Condividere
L’Antisistema ci usa proprio per invertire la spinta di questo potenziale a cui aspiriamo “segretamente”, inconsciamente. Siamo usati per:
  • essere la Causa della nostra segregazione
  • essere un Creatore di una “comoda” prigione
  • essere il Controllo come carcerieri per noi stessi e per gli altri (Agente Smith di Matrix)
  • Condividere le comuni pene, provando sete di dominio sulle minoranze e sulla Natura
Riflettiamoci bene…


giovedì 30 settembre 2010

Le "cascate" biunivoche dell'essere.






I liberi pensatori sono mentalmente malati?
Metti in dubbio l'autorità? Non riesci ad accettare la saggezza convenzionale? Vai in collera quando senti un politico fare una promessa e sai che non potrà mantenerla?
Se sì, stando alla più recente revisione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali (DSM), potresti essere mentalmente malato. 
In questa revisione, gli psichiatri sperano di aggiungere dozzine di nuovi disordini mentali. Sfortunatamente, molte delle cosiddette malattie hanno come bersaglio persone che semplicemente pensano o si comportano differentemente dalla maggioranza della popolazione.
Un caso esemplare è "il disordine oppositivo provocatorio (ODD)". Il DSM definisce l'ODD come "un persistente modello di comportamento disobbediente, ostile e insolente verso le figure di autorità". I sintomi includono l'andare in collera, dar fastidio alla gente ed essere "permalosi". Altri "disordini" includono comportamento antisociale, arroganza, cinismo e narcisismo. Sembra che molti dei miei lettori ne soffrano!
Mentre la diagnosi delle "vittime" di ODD si focalizza sui bambini, non c'è nessuna ragione per cui l'ODD non possa esistere negli adulti. Infatti, l'ODD può evolvere nel "disordine della condotta (CD)", che il DSM definisce come "quello in cui i diritti degli altri o le norme sociali sono violate".
Oh - Oh. Dunque anche la violazione di "norme sociali" è ora una malattia mentale.
Vediamo di unire i puntini. C'è una lunga e sordida storia di governi che usano la psichiatria per la repressione sociale. In Unione Sovietica centinaia di prigionieri politici furono detenuti in ospedali mentali. Lì, venivano isolati dagli amici e dalla famiglia e, in molti casi, medicati forzatamente. La Germania nazista si è spinta ben oltre: ha assassinato più di 180.000 pazienti psichiatrici.

Le leggi in molti stati permettono che enti di assistenza in difesa del bambino curino forzatamente i tuoi figli. Infatti, se manchi di somministrare farmaci prescritti da un medico o manchi di sottoporre i tuoi figli alle vaccinazioni, te li possono togliere e affidare a un istituto.
Come osservava il Washington Post: "Se un Mozart di 7 anni avesse cercato di comporre i suoi concerti oggi, sarebbe stato diagnosticato di disordine di iperattività e curato fino alla sterile normalità."
La conversione delle differenze di personalità in disordini psichiatrici e la cura forzata dei bambini, è una tendenza pericolosa. Si tratta solo di un breve passo estendere queste leggi agli adulti che hanno una serie di "comportamenti negativi, insolenti, disobbedienti e ostili verso le figure di autorità".
Io preferirei un approccio differente: istituzionalizzare gli psichiatri che se ne sono usciti con questi nuovi disordini, abituarli a vivere secondo le norme del buon senso

Forse possiamo chiamare la loro condizione "psicosi da sovramedicazione". Così quelli di noi con l'ODD, il CD (o che semplicemente non amano che il governo dica loro come vivere le proprie vite) potremmo respirare più facilmente.
Il CCDU raccomanda di informarsi attentamente, di non accettare facili diagnosi psichiatriche sia per se stessi che per i propri figli, ma richiedere accurate analisi mediche.
Silvio De Fanti
Vicepresidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus
Fonte: www.disinformazione.it

Questa notizia conferma le dinamiche di controllo messe in atto attraverso la medicalizzazione della società. È davvero triste. Ma noi non dobbiamo cadere nello sconforto, se ci sentiamo dei “liberi pensatori”. La condizione di malattia è un qualcosa di molto diverso. Essa è opportuna quando arriva. Questa “sindrome” è invece del tutto artificiale, un’altra illusione per confondere le persone che, soprattutto, iniziano un cammino senza nemmeno saperlo. 

È questa una condizione che segnala uno stato dell’essere in progressivo risveglio

Diciamo che, se di malattia intendono parlare, allora anche questa “malattia” rientra nei canoni dell’opportunità: ci conferisce la possibilità di capire che la nostra parte più “vasta” vuole finalmente liberarsi dall’oblio e lo fa capire attraverso questa agitazione mentale e fisica

Nulla è per caso. Comunque l’Antisistema la metta, le leggi universali rimangono valide e inalterate.

Ma quale deve essere il punto prospettico da mantenere, al fine di non cadere nell’illusione?

Contare sul proprio “sentire”, sulla propria forza interiore, sul proprio CuoRe. Accendere la propria “luce”, soppesando quello che ci giunge, è l’indicatore più “sincero”. La “spia” di attenzione è accesa da tempo e questa nuova classificazione della condizione di malattia lo dimostra a pieno. Se ci sentiamo in questo stato, siamo certi di essere in stato “on”, acceso, sveglio, senziente. È un ottimo segno, altroché! 

Se manteniamo la nostra “rotta” accettando il nostro sentire, è possibile evitare le tempeste lungo il cammino. È una questione di fiducia nei propri mezzi, proprio come fa un abile lupo di mare nel bel mezzo dell’oceano: senza vie di riferimento attorno a sé, in realtà sa dove sta andando. Perché? Perché si fida dei suoi strumenti. I nostri "strumenti" non sono bussola e cannocchiale, bensì il nostro “sentire”. La fiducia in noi stessi.

Leggiamo questa notizia in un’altra dimensione, sotto un’altra prospettiva, ossia dal punto di vista animico. Dal punto di osservazione di quelle Anime che hanno subìto violenza o aborto in una loro esperienza di incarnazione. Ce lo racconta Daniel Meurois-Givaudan in “Anime indesiderate”:

“Non sono potuta restare a lungo accanto ai miei genitori: le mie radici sulla Terra erano così poco profonde! Nel giro di poche ore sono stata aspirata verso l’alto, portata via da una specie di corrente d’aria luminosa. Come vedi, non ho sofferto veramente: però, ecco, sono risalita con una grande frustrazione, una frustrazione che in breve si è trasformata in collera, quando ho capito che cos’era accaduto”.
“L’hai capito in fretta? Immagino che siano state le tue guide a informarti…”, interviene Florence.
“Mi stavano aspettando, si, ma solo per consolarmi, e all’inizio non volevano dirmi niente. Le spiegazioni sono venute solo in seguito, quando sono riuscita ad estrarmi abbastanza dall’ambiente terrestre.
È un problema nuovo che si fa sempre più frequente, mi hanno detto. Un grave problema sociale, un problema che ha a che vedere con la tossicità sempre maggiore dell’attuale mondo terrestre. Naturalmente lo ho tempestati di domande. In un certo senso, credo che avrei accettato più facilmente ragioni di natura psicologica, o un Karma sottilmente nascosto, ma no! Quello che mi veniva detto era semplicemente una faccenda meccanica!”.
“Una malformazione?”.
“Niente affatto! Un indebolimento… Un indebolirsi improvviso e rapido del metabolismo umano in generale. Mi  è stato spiegato che nelle donne la cosa si manifestava più che non negli uomini, a causa della grande complessità di quello che accade nel loro corpo. Voglio dire che la loro capacità di portare un feto e di partorire, rende il loro organismo più delicato e più facile ad alterarsi di quello di un uomo. Questo non è un segreto per nessuno, naturalmente… Ma ormai il problema ha raggiunto proporzioni gigantesche, a causa della sempre maggiore tossicità dell’ambiente terrestre”.
Vuoi dire che molti aborti spontanei sono ormai provocati dall’inquinamento?”.
“Dipende da che cosa intendi per inquinamento… Ciò che mi hanno rivelato le guide non mette sotto accusa soltanto l’aria che si respira, o l’acqua che si beve. Punta il dito anche sulla qualità degli alimenti, sui campi elettromagnetici, sulla moltitudine di onde di ogni genere che percorrono la Terra

È tutta questione chimica che spossa il corpo, soprattutto quello delle giovani donne, predisponendole agli aborti, alle gravidanze difficili…”.

“… Tutto viene sconsideratamente messo in atto, oggi, perché il corpo umano perda l’equilibrio fondamentale, e la capacità di autoregolarsi. Hai potuto constatarlo tante volte, la frontiera fra i mondi è molto più porosa di quello che si crede. Avvelenando in mille modi il corpo fisico, si riesce a destrutturare anche la sua controparte sottile, e non mi riferisco al corpo dell’Anima naturalmente, ma al cosiddetto corpo eterico, ossia quel campo di forze ordinate sottese alla realtà fisica di un organismo”.

Capite? Tutto ciò è veramente illuminante! Il processo è biunivoco (un concetto univoco nelle due direzioni e quindi per concetto ed espressione, biunivoco. Da it.wiktionary.org)

La malattia si manifesta prima a livello eterico o soprasensibile e poi a cascata nel fisico, ma trae origine dalla condizione di densa realtà. Nasce in Terra, si trasferisce a livello sottile e indebolisce il doppio eterico, il quale si “lacera” e manifesta nel corpo fisico il suo stato di alterazione, di malessere, di non equilibrio... a cascata che riprende se stessa e torna a riversarsi entro se stessa.

Tutto ciò mette in grande evidenza il laboratorio alchemico terrestre, il nostro comportamento! È una conferma che occorre maturare equilibrio vivendo nella dimensione densa: sulla Madre Terra.

Tutto ciò evidenzia le trame dell’Antisistema e la sua logica e profonda conoscenza della condizione energetica umana e della Creazione in generale. Esso ci trattiene, ma con un evidente scopo, anzi due scopi "sovrapposti":
  • quello più evidente è la sua sopravvivenza attraverso il nostro “possesso”
  • quello meno evidente è la nostra evoluzione

A noi la “scelta”Sappiamo che le condizioni di Vita sono una illusione per coloro che, per ottenere l’agio e la comodità, hanno barattato se stessi: gran parte dell’umanità. Il tradimento che avviene nel primo Matrix ne è un esempio lampante!

In questa rincorsa alla civilizzazione tecnologica, alla manifestazione di superiorità di una parte della specie umana sopra ad ogni altra forma di Vita, c’è un profondo disequilibrio e una intensa ignoranza dei processi sottili che regolano la Vita.

Sino a quando faremo finta di nulla? 

Sino a quando il tetto della nostra casa non ci  crollerà addosso, lasciandoci come uno dei molteplici profughi che siamo abituati a vedere in televisione o nei film? Tutto ciò è realtà… non è fiction. E può succedere a chiunque…

Nulla è per caso, tutto è opportuno.

Non esiste più il futuro di una volta     

* L'opera di testa s'intitola "Radici e rami", di Eloi Flore  www.artgeist.it  
** Ringrazio l'Amico Rino per la segnalazione dell'articolo riportato in apertura di post.