giovedì 24 giugno 2010

Il cuore e la coerenza.





“Nello stato naturale d'esistenza, non si possiede il senso di un'identità separata dal Creatore, eccetto quando si è impegnati in un rapporto. A questo livello, l'identità emerge soltanto nel contesto di una relazione con qualche altro aspetto dell'essere che sia stato oggettivato, proprio come la mia identità di messaggero angelico viene ad esistere tramite il mio rapporto con voi. Quando non sia presente una relazione simile, quella particolare espressione di voi semplicemente non esiste; galleggiate senza sforzo nel potenziale di Dio. Non siete annichiliti, ma tutte le definizioni di voi lo sono, e siete sollevati dalla loro opprimente influenza, vi potete espandere in uno stato di amore e perfezione.
Dopo un po', se dovesse capitare che ci fosse bisogno di voi per qualche compito particolare, sareste ancora lì, perchè la vostra identità è una cellula specifica in uno specifico organo di un più vasto essere. Quando arriva l'impulso dell'energia successivo, porta con sè la vostra definizione e le necessarie istruzioni. Allora emergete quel tanto che è necessario per compiere ciò che vi è richiesto.
Dal principio alla fine del corso della vostra esistenza, oscillate continuamente, secondo l'onda di funzione che essenzialmente siete, dentro e fuori definizione, muovendovi sempre in avanti e indietro, come il pendolo di un orologio o il cuore dell'atomo, fuori della divina unità dell'essere, entro un'espressione finita dell'infinito potenziale di Dio, e di nuovo indietro nell'unità, avanti e indietro, avanti e indietro. Questo è il ritmo naturale della vostra esistenza, come pure della mia. È la musica di Dio, il ritmo della Vita stessa”.
Fonte: “Trasmissioni stellari” di K.Karey

Ciò che mi colpisce di questa citazione, sono questi concetti:
  • un “rapporto” definisce una condizione di separazione dal “tutto”
  • nello stato di separazione abbiamo un compito ed una definizione
  • la nostra identità è una “cellula” in uno specifico organo
  • oscilliamo continuamente
Ebbene, leggendo “Il doppio eterico” di A. Powell, cosa ho riscontrato?

“Sopravvenendo la morte, l’involucro atomico, accompagnato dal Prana, si distacca dalla materia fisica densa e si ritira nel cuore, intorno all’atomo permanente… L’involucro atomico continua ad avvolgere l’atomo permanente fisico nel corpo causale, in attesa del giorno in cui dovrà essere formato un nuovo corpo fisico… A questo stadio succede generalmente una breve fase di piacevole incoscienza, dovuta al ritiro della materia eterica dal corpo fisico ed alla immersione nel corpo astrale”.
 
Il rapporto che ci “identifica” nel mare magnum dell’esistenza è quello della nascita e di tutto quello che un simile atto concerne. Intendo in questo caso, l’intero processo che porta come sua logica conclusione all’atto del nascere, ossia a tutto il “risveglio” energetico che lavora a tale scopo. All’origine vi è l’Anima che necessita di evolvere e “ciclicamente” dà luogo ai meccanismi della reincarnazione, proprio in maniera oscillante tra la condizione “d’inerzia” originale e la condizione di attività delle Vite incarnate. La nostra identità, simile ad un filo che unisce le esperienze di Vite succedutesi, è racchiusa in un atomo primigenio che viene collocato nell’organo del cuore. È come una sorta di “scatola nera” che memorizza ogni istante e che, quando non siamo incarnati, “sale” al livello del corpo causale per poi “scendere” nella sede del cuore quando siamo incarnati. Tra una Vita e l’altra rimaniamo in uno stato come di “sospensione”, di oblio, una volta raggiunto il livello del corpo astrale.

È tutto coerente ciò che viene descritto dalle due opere. Dalla comprensione anche parziale di questi “meccanismi” si può veramente elevare il punto prospettico dal quale ci “osserviamo”. Anche se rimane difficile farsene una ragione di fronte a certi episodi della Vita.

  
Un grande legame tra il lavoro di Powell e quello di Ighina è la connessione valorizzante che si crea leggendo le considerazioni inerenti:
  • l'atomo primario di Powell
  • l'atomo magnetico di Ighina
Questa "intuizione" merita un approfondimento successivo.

  
  

mercoledì 23 giugno 2010

Buono… come il pane!








Rieccomi!!! La scuola è finita. Questi per me sono gli ultimi giorni di un corso di aggiornamento “obbligatorio” prima delle ferie con la mia famiglia…

Come promesso, ecco la ricetta del mio pane. Poiché è qualcosa che richiede PAZIENZA, gli orari che scriverò sono puramente indicativi: credo che ognuno debba trovare le proprie tempistiche, anche perché non si avrà sempre lo stesso tempo a disposizione… Comunque ecco quel che ho sperimentato e mi è riuscito molto bene con una mamma acida “giovane”:
  1. ore 21.30 circa: sciolta la mamma acida in 200 ml di acqua tiepida (25°); 
  2. ore 23 circa: aggiunti 200 gr di farina più un cucch.no di miele, ho impastato (tolto un pugno di impasto, l’ho messo in un contenitore chiuso e poi in frigo), coperto con la pellicola e con un canovaccio di media pesantezza; 
  3. ore 9.30 circa: in 250 ml di acqua tiepida in cui ho sciolto un cucch.no di miele e 5 gr di lievito di birra (poiché la mamma acida “è giovane”, c’è bisogno di uno “starter”; dopo qualche rinfrescata, non sarà più necessario…), mescolato il tutto con attenzione e… amore, atteso circa 5 min., ho poi aggiunto 400 gr di farina integrale di Kamut e 20 gr di sale sciolto in 50 ml di acqua e 3-4 cucch.d’olio e.v.o., se si vuole (la farina che serve durante la lavorazione deve essere quanta basta per avere una palla omogenea e asciutta!).
  4. Lavorato molto, metto poi l’impasto nella teglia da plum cake a lievitare, coperto da uno strofinaccio leggero, per circa 4 ore.
Quando la mamma acida è matura (e si capisce, perché trasborda anche in frigorifero, se il contenitore è troppo piccolo), si rinfresca la sera prima e il mattino dopo si parte dal punto 3.
Lo cuocio (a forno già caldo da circa mezz’oretta, con dentro una ciotola di acqua) a 220° per i primi 20 min., dopo a 200° per altri 30 min. circa.
Quando la superficie è bella dorata e battendo con un cucchiaio di legno ha “quel suono inconfondibile di pane ben cotto e fragrante”… allora lo metto a raffreddare su una gratella e sto attenta che mio marito non lo tagli prima che sia freddo, altrimenti si sbriciola!

Queste quantità consentono di avere una forma di pane del peso di circa 800 gr.: si può anche dividere l’impasto per fare una teglia di focaccia (o di pizza) per 3 persone e una pagnotta più piccola… o tutto ciò che si vuole!

Nei libri che ho consultato, si tiene presente che la quantità di mamma acida deve essere almeno 1/3 dell’impasto complessivo: cioè per fare 1 kg di pane ci vogliono ca.800 gr di farina, il peso dell’impasto è ca. 1,2 kg, perciò avremo bisogno di 400 gr di mamma acida, ma…io ci metto tutta la pasta acida rinfrescata.

Spesso si trovano procedimenti lunghi e scoraggianti per farsi da sé la mamma acida: io ho trovato la mia in un libriccino dal titolo “Cucina integrale delle Dolomiti” di Inge Orehek (regalatomi da una cara amica), che mi ha convinta e mi è venuta subito!!! Eccola:
  • 50 gr. di farina di segale (meglio se appena macinata).
  • 50 ml di acqua (a 25° ca.).
  • 1 punta di coltello di miele.
  • facolt. un pizzico di cumino macinato.

Mescolare tutti gli ingredienti e tenere l’impasto a temperatura ambiente in un contenitore con buona chiusura. Dopo 24 ore aggiungere altri  50 gr di farina e 50 ml di acqua tiepida: mescolare il tutto e lasciar lievitare. Il terzo giorno si aggiunge tanta farina quanta ne serve perché l’impasto sia asciutto. A questo punto la “mamma acida” è pronta per essere conservata in contenitore a buona chiusura in frigo: è bene rinfrescarla se non la si utilizza almeno una volta alla settimana (semplicemente aggiungendo una tazzina media di acqua tiepida, in cui si è sciolto una punta di coltello di miele, e tanta farina quanta ne serve perché l’impasto sia asciutto).

Naturalmente si può utilizzare anche un’altra farina, meglio se integrale, ma comunque biologica: quella di segale, oltre ad essere la più utilizzata nella tradizione nordico-germanica, è quella che meglio si presta  alla preparazione della pasta madre, perché ricca dei nutrienti di cui vivono i microrganismi di questo lievito naturale. Io ho creato la mamma acida con la farina di kamut bianca, ma ogni tanto la rinfresco aggiungendo della farina di kamut integrale appena macinata (per ora me la macina una mia amica: spero di ricevere il mio mulino per il compleanno!!!), perché ricca di nutrienti VIVI.
I primi tempi la mamma acida avrà il caratteristico odore “acidulo”, quasi di yogurt, per interderci.
Dopo un po’ di rinfrescate, avrà un profumo “fresco”, tipo di ricotta…e anche il pane non avrà il  retrogusto acidulo; rimarrà la fragranza e la certezza di un pane VIVO, che una volta raffreddato continuerà a produrre fermenti e lieviti: ecco perché il pane a pasta acida secca più lentamente ed è altamente digeribile!!!

Si trovano altre ricette per la preparazione della mamma acida in altri libri. Posso segnalare:
  • “Facciamo il pane” di Annalisa De Luca,  ed. AAM Terranuova, che è una piacevolissima lettura, al di là delle belle ricette e dei suggerimenti che può dare;
  • “Pane gustoso e salutare” di Ada Pokorny, ed. Natura e Cultura, un po’ impegnativo ma meticoloso ed esauriente;
  • numeri arretrati di “Cucina naturale”, mensile di Tecniche Nuove, in edicola o in abbonamento.
Allora… buon lavoro e buon appetito!!!
 
  

Il campo morfogenetico dell'evoluzione.





Immaginate di conoscere una persona che vi offra la sua capacità di “osservare” ciò che è successo nelle vostre Vite trascorse, diciamo almeno nelle ultime 4 o 5. immaginate poi di acquisire la conoscenza del come siamo fatti a livello sottile e di come funzionano i diversi corpi che, come delle matriosche, vanno a comporre il corpo fisico. Cosa succederebbe alla normale prospettiva con la quale siete abituati ad inquadrare ciò che vi succede quotidianamente? Pensereste ancora nella stessa maniera? Le cause e le conseguenze assumerebbero una “forma” molto diversa dal consueto.

La malattia che si riversa sulla salute fisica, improvvisamente troverebbe una spiegazione molto diversa da quella “evanescente” che, molto spesso, ci viene propinata. Sarebbe più comprensibile abbracciare il perché succedono determinate “cose” o attiriamo con regolarità certe situazioni. Sarebbe, dunque, come ricevere la chiave della comprensione inerente alla propria “situazione” sul piano denso della materia.

Cosa è in realtà un raffreddore, ad esempio? Perché quel dato dolore si ripresenta con puntualità nella nostra Vita? Perché ci è “successa” questa brutta malattia? Come si spiega la sofferenza all’interno di una esistenza ritenuta, in maniera autoreferenziale, equilibrata?

Come al solito, “nulla è per caso”.

Quello che manca al genere umano, al fine di spiccare un “volo” pressoché immediato, è proprio questa apertura interiore, la consapevolezza del “chi siamo”; la mente logica è stata addestrata dall’Antisistema a cancellare e a non tenere in considerazione la gran parte della nostra vera Natura. Perché? Perché lo abbiamo voluto noi inconsciamente, provando “paura” e perchè era "previsto", in un certo senso.

Immaginate questa espansione, questo innalzamento della vostra prospettiva, tenendo conto di tutte le informazioni sopra riportate; sarebbe proprio come volare. Il punto focale della coscienza verrebbe letteralmente “sparato” ad una frequenza di funzionamento tipica di altre dimensioni più “luminose”.

Tenete saldo in voi questo “consiglio”, cercate lo spunto, le informazioni, le modalità per attirare a voi questa maggiore consapevolezza. Permettetele di entrare in voi. Questa intenzione modificherà gli schemi paludosi che caratterizzano le routine giornaliere e le “chiusure” quotidiane alla “luce” che lavora incessantemente per farsi largo con fare sempre “gentile”, rispettoso del nostro libero arbitrio. Notate la differenza di “cortesia” e di “rispetto” tra questa energia evolutiva e la prepotenza di un mezzo di condizionamento di massa come la televisione. È come trovarsi al cospetto di un battaglione di soldati d’assalto e ad un viandante che bussa per chiedere se può entrare in casa. 

Di solito chi “grida” più forte è colui che ha fretta di “vendere” qualcosa.

In questo reame della “luce”, il “velo” occlude, soffoca la “voce” che ci guida di Vita in Vita; ciò che la scienza chiama campo morfogenetico è, in realtà, lo stampo eterico che circonda il corpo fisico, costituito anch’esso di materia “deperibile” tanto quanto l’ambito fisico. I processi si riversano a cascata, di corpo in corpo, tenendo conto del nostro passato e progettando il nostro futuro prospettico, in un’ottica di completamento delle nostre “parti” carenti, il tutto mantenendo sempre vivo il focus sull’aspetto evolutivo dell’esperienza vissuta sulla “Terra”. Vengono scelti i genitori in funzione di empatie, di compensazioni legate al carattere ed all’impostazione di Vita in “cantiere”. La prossima Vita è preparata tenendo in considerazione ciò che manca per completare il senso del nostro “stare qua”, tenendo in considerazione ciò che abbiamo fatto in “passato” e di ciò che ci aspetta, vivendo per sempre in un eterno attimo presente.

Se noi potessimo sapere e tenere in considerazione, “allargando” il concetto di esistenza:
  • le negatività accumulate in altre Vite che si ripercuotono nel presente
  • come funzionano i nostri corpi intercomunicanti
  • il senso dell’esperienza portata avanti in questa densità  
Ebbene, il “mondo” cambierebbe in maniera quasi istantanea, perché cambieremmo noi in maniera intimamente legata l’uno all’altro.

È quello che mi sta succedendo in questi ultimi quattro anni o, forse, in questi ultimi quattro giorni, chissà! È quello che sta succedendo a moltissimi di noi in questi ultimi tempi in maniera sempre più marcata ed evidente.

Per quanto tempo “terranno” le maschere che ci siamo calati in “volto”? Questi sono concetti che “lavorano” sempre e soprattutto quando tutto “dorme”; nel “silenzio” dei nostri cuori. Per questo motivo ci siamo “dati” Vite tanto stressate… per non "sentire".

Le coscienze sono in espansione.

Ringrazio infinitamente Arthur E. Powell per il suo splendido "lavoro" di paziente passione educatrice, che consiglio a tutti quanti sentono in cuor loro, "sete" di conoscersi:

Arthur Edward Powell, molto spesso abbreviato in Arthur E. Powell (Newton, New Jersey, 1882  – Los Angeles , California, 1969), è stato uno scrittore statunitense.

Poco si sa di questo personaggio, se non che servì come Tenente Colonnello (Lieutenant-Colonel) nell'esercito americano.

Arthur E. Powell è noto come scrittore di libri Teosofici.

Il suo principale interesse fu la coscienza. Studiò soprattutto i maggiori lavori di Madame Blavatsky, Charles Webster Leadbeater e Annie Besant, scrivendo un importantissimo e famoso riassunto della loro dottrina Teosofica in cinque volumi, pubblicati in inglese all'inizio del '900, e in tempi più recenti anche in Italia, da Bis Edizioni:
  •     Il Doppio Eterico (The Etheric Double - 1925)
  •     Il Corpo Astrale (The Astral Body - 1926)
  •     Il Corpo Mentale (The Mental Body - 1927)
  •     Il Corpo Causale (The Causal Body And The Ego - 1928)
  •     Il Sistema Solare (The Solar System - 1930) 
Fonte: Wikipedia