Visualizzazione post con etichetta Natale.. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Natale.. Mostra tutti i post

mercoledì 24 dicembre 2014

L'altrove.




La realtà, questa versione della “realtà”, è qualcosa di travestito ad hoc per sembrare quello che non è. Perché “quello che è” lo puoi (ri)comprendere solo attraverso i riflessi, che s’emanano radioattivamente da ciò che esiste al di là del camuffamento adottato in virtù di facciata pubblica.
È attraverso la frattalità che puoi meglio (ri)osservare tutto. Attraverso ciò che va a comporre lo “spettro energetico” di qualsiasi “corpo/essere”…
Ossia, ciò che tiene conto del “detto e del non detto”, del “appare e non appare”, etc.
La dimensione del sottile, del “tra le righe”, di ciò che s’intuisce… è reale quanto ciò che appare come reale, ma in una forma filtrata dai sensi, che rispondono ad esigenze che non sono più solo le tue.
L’interesse per il reale, da parte di attori che stanno un passo (in)dietro, rispetto all’evidenza che comporta la luce del giorno (solare), ha reso molto appetibile la tua presenza; perché “tu vali”.
Per cui, il reale che conosci è diventato tale… tagliando opportunamente il Reale, che hai dimenticato non certo per motivi casuali.

martedì 24 dicembre 2013

Storie e sfumature sul Natale.







Il paradosso di Moore è un paradosso formulato nel 1942 da George Edward Moore che tratta dell'assurdità di affermare una proposizione e contemporaneamente affermare di non crederci.
Detta p una generica proposizione, il paradosso si può formulare nel seguente modo: "p, ma io non credo che p"; oppure: "Io credo che p, ma non p".
Nella formulazione tipica di questo paradosso, questo si traduce in "piove ma io non ci credo"…
Link
Quando, nelle 3d, “non si crede all’evidenza”… si corre il rischio di essere “passati per pazzi”. Si è perlomeno dei “fuori di testa”. Cioè, per esempio…
il motto “il lavoro nobilita” è una evidenza, giacchè la necessità di denaro, per “vivere”, rende il lavoro, a sua volta, necessario e dunque “evidente, certo, sicuro”, nella misura in cui il “lavoro ci vuole” ma, allo stesso Tempo, il “lavoro non c’è”.
Ciò che “serve” diventa “raro”, in società, tranne la “manodopera”, dal punto prospettico del Nucleo Primo, che è immensa (oltre sette miliardi di individui). 
La “richiesta” fa aumentare il “prezzo” del “bene”, oggetto dell’interesse per una “cosa”.
A quale prezzo, dunque, sarà arrivato quello di un essere umano, sul Mercato del Nucleo Primo? Ogni individuo, infatti, ha il proprio “prezzo”, no? Ogni persona è disposta a “vendersi” e la prostituzione (il “mestiere più antico del Mondo”) non è che il riflesso frattale di questa verità/evidenza, a cui – evidentemente – nessuno crede.

Piove ma io non ci credo.