venerdì 15 novembre 2019

Che ne sai?



Rispetto a ciò che continua a succedere, tu/“tu” che ne sai? 
Ti dicono – e perciò sopravvivi di/in conseguenza – che… il denaro non cresce sugli alberi e che nell3 vita dovrai sudarti tutto
Che... non sarà facile. Che dovrai lavorare praticamente sempre, per meritarti qualcosa.
E che (nel) “qua (così)” si soffre. 
Non sol3, infatti… c’è come un certo modo di reinterpretare l3 questione, come se sostanzialmente ognun3 versasse in uno stato di “piacere (quasi, nel soffrire)”. 
O, ancora, nel vedere l’altrui compresenza (prossim3) che soffre. 

Si sprecano, poi, frasi/espressioni del tipo “non mi ha mai regalato niente nessuno…”, “tutto quello che ho, me lo sono guadagnato e non è stato facile…”, “la vita è dura e allora fai attenzione a non farti fregare…”, “il mondo è dei furbi…”, etc. etc. etc.
“Ora”, che cosa auto comporta il “sentirsi e sentire” in tal modus? Appunto, tale mondus.
Alias? L’Anti-Sistema. No? 
Che altr3
Qualcosa che es-trae sostentamento attraverso ciò che l’essere, causalmente, “a Massa”, s’impegna “natural-mente” ad auto ri-generare o “minare”, non solo in termini di lavoro usualmente intes3, bensì, anche e soprattutt3 per mezzo del “proprio” atteggiamento, ch’è conseguentemente e sostanzialmente… by Anti-Sistema. 
“Così (qua)”, alimenti ciò che ti sembra non esiste(re), anche se c’è (un po’ come il concetto di ombra e/o di “Dio”, di wireless e di controllo in remoto, di Rete - di spie - e di ragnatela senza alcun ragno evidente, poiché si auto ritrova nell’ambito essenziale e non, di fatto… nel luogo comune “logica e dimostrazione secondo metodo scientifico o credo”). 
A tal pro, infatti, quest3 Spazio (Potenziale) Solid3 (Io) ti propone un3 “storiella”;
un po’ come fa un genitore con l3 prole, prima di lasciarsi andare nel sonno.
“Fai… che tu possa funzionare a livello di atteggiamento ‘formulare’, però”. Ossia… non continuare a lasciarti andare.
Ok? 

Correva l’anno 1992. Alle undici di sera del 10 settembre, un giovedì, il governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi – mentre era in riunione con il presidente del Consiglio Giuliano Amato e il ministro del Tesoro Piero Barucci – ricevette una telefonata da Francoforte.
Si appartò un momento, giusto il tempo per il collega della Banca centrale tedesca, Helmut Schlesinger, di informarlo sugli esiti dei colloqui con il cancelliere Helmut Kohl e con il ministro delle Finanze Theo Waigel:
la Bundesbank avrebbe smesso di finanziare gli interventi a sostegno della lira e del suo tasso di cambio.
Subito dopo la telefonata, Ciampi “tornò nella stanza che era pallido, anzi quasi bianco in volto…”, avrebbe ricordato Amato.
Alla cornetta, il banchiere centrale tedesco aveva stabilito un temibile precedente:
non soltanto aveva sospeso il suo sostegno a un altro Paese fondatore, ma lo aveva fatto cestinando un’intesa comune in nome di una clausola eccezionale fino a quel momento tenuta segreta a tutti i partner europei.
Si riferiva alla cosiddetta “lettera Emminger”, messa nero su bianco nel lontano 1978 dall’allora governatore Otmar Emminger e vidimata dal cancelliere Helmut Schmidt – sempre al riparo da occhi indiscreti – come conditio sine qua non per dare vita al Sistema monetario europeo (Sme) con l’avallo dei custodi della stabilità monetaria insediati a Francoforte.
Arrivò dunque una doppia iniezione di sfiducia da parte della Bundesbank, con effetti negativi portentosi per la costruzione comunitaria.
La tempesta finanziaria di quelle settimane, nata anche in ragione delle incertezze circa l’esito del referendum francese sull’approvazione del Trattato di Maastricht (già bocciato dalla Danimarca), non fece infatti che aggravarsi:
dopo poche ore il nostro Paese dovette abbandonare lo Sme, seguito poi dal Regno Unito.
“In appena sei mesi, la lira italiana si svalutò (ovvero, il suo tasso di cambio si deprezzò) di oltre il 20 per cento…” ricorda Emanuele Felice… “Tutt’altro che infondato era il timore che alla crisi valutaria ne seguisse una finanziaria:
dato che il valore della lira era crollato, si era ugualmente ridotto il valore reale dei titoli del debito italiano, e ciò aveva portato a un rapidissimo innalzamento dei tassi d’interesse.
In quei mesi a cavallo fra 1992 e 1993 si materializzò il rischio di una fuga dai titoli del debito pubblico italiano. E con esso, quello della bancarotta finanziaria del Paese…”….
Marco Valerio Lo Prete 13 Febbraio 2016 Link
Che cosa ti deve assolutamente essere chiar3?

Ricorda cosa successe nel 1992, anche “solo” in termini di occorrenze italiche (ci hanno fatto, ormai, anche un3 “fiction”).
Poi… analizza espressione per espressione, ciò che hai “non solo letto”.
Correva l’anno 1992. Alle undici di sera del 10 settembre, un giovedì… (nota bene di quale data si tratta).
Il governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi – mentre era in riunione con il presidente del Consiglio Giuliano Amato e il ministro del Tesoro Piero Barucci – ricevette una telefonata da Francoforte. Si appartò un momento, giusto il tempo per il collega della Banca centrale tedesca, Helmut Schlesinger, di informarlo sugli esiti dei colloqui con il cancelliere Helmut Kohl e con il ministro delle Finanze Theo Waigel… (ossia? Mentre tu/“tu” chissà cosa facevi, ma, certamente con “in testa” i consueti luoghi comuni de noantri, qualcun3 decideva e molt3 sapevano sostanzialmente da che “parte” sarebbero andati i mercati nel proseguo del “tempo”, per almeno un3 parentesi notevole di potenziale al ribasso.
Ad esempio.
Anche se devi renderti conto soprattutt3 di che cosa significa tale verità, persino spiattellata in faccia, nonostante non ci poni nemmeno attenzione, come se si trattasse di un idioma s-conosciut3).
La Bundesbank avrebbe smesso di finanziare gli interventi a sostegno della lira e del suo tasso di cambio… (ecco l3 “decisione” altrui che, dunque, dichiara apertamente che in tale realtà manifest3, piramidale, c’è sempre chi sa/conosce in anteprima ciò che – non – succederà e, dunque, può auto predisporsi per “fare surf” opportunamente e parallelamente rispetto al tipo di “lavoro” che incarna ed interpreta alla luce del Sole “democratic3”).



Alla cornetta, il banchiere centrale tedesco aveva stabilito un temibile precedente:
non soltanto aveva sospeso il suo sostegno a un altro Paese fondatore, ma lo aveva fatto cestinando un’intesa comune in nome di una clausola eccezionale fino a quel momento tenuta segreta a tutti i partner europei. Si riferiva alla cosiddetta “lettera Emminger”, messa nero su bianco nel lontano 1978 dall’allora governatore Otmar Emminger e vidimata dal cancelliere Helmut Schmidt – sempre al riparo da occhi indiscreti – come conditio sine qua non per dare vita al Sistema monetario europeo... Sme... con l’avallo dei custodi della stabilità monetaria insediati a Francoforte… (si tratta, ancora un3 volta se necessario, di segreti. E, quindi, di mezze verità che ti vengono date da sempre in pasto, distribuit3 d’assieme con ogni mezzo e/o organo di “propaganda” camuffat3 da… lavoro).
La tempesta finanziaria di quelle settimane, nata anche in ragione delle incertezze circa l’esito del referendum francese sull’approvazione del Trattato di Maastricht... già bocciato dalla Danimarca... non fece infatti che aggravarsi… (certamente; da “a monte” ad “a valle”, di/in conseguenza, ad hoc, nonostante te/“te” ed ogni chiacchiera non solo da bar/salotto).
In quei mesi a cavallo fra 1992 e 1993 si materializzò il rischio di una fuga dai titoli del debito pubblico italiano. E con esso, quello della bancarotta finanziaria del Paese… (ok?).
Ora, metti in relazione l3 data iniziale e quella dell3 “crisi” che colpi molto duramente, a posteriori.
Proprio come se fosse un totale “di-segno”, applicat3 alla forma reale del manifest3 sociale “a Massa”.
Correva l’anno 1992. Alle undici di sera del 10 settembre, un giovedì…
vs
la tempesta finanziaria di quelle settimane…
e
in quei mesi a cavallo fra 1992 e 1993 si materializzò il rischio…
Ragione fondamentale (non esiste; c'è), causa (sottoDomin3), re-azione (“a Massa”).
Durante ogni “crisi” (e non solamente), dunque, non esiste ma c’è sempre chi sa/conosce anzitempo, cosa “è già success3”, cosa succede e cosa succederà, sostanzialmente
Alias:
cosa (chi) sta continuamente succedendo
a di-partire dall3 forma del reale “qua (così)” o Anti-Sistema.
Come, ad immagine e somiglianza, se butti un sassolino dal vertice di un rilievo, generi contestualmente un3 slavina, frana, valanga, etc.
Or dunque? Che cosa ne puoi auto estrarre, in termini di.. valore aggiunto o “sostanza”?
Sta a te. Ma, se con-seguendo, “è già success3” che te sei “te”?
Ecco in cosa consta l3 “frittata”. O l’incanto che si è fatt3, auto incanto.
È tramite il consuet3 “arrivederci” che lasci, ogni volta, tutt3 sostanzialmente com’è già, nell’Anti-Sistema.
Cambiare tutt3 al fine di lasciare tutt3 “così (qua) com’è già”, sostanzialmente = al di là di ogni tentativo di “risveglio” o di denuncia/dimostrazione, che passa sempre da un tribunale/università, auto prepost3 in quanto a luogo comune per il pre-giudizio altrui.
“Fai… di by passare l’ovvio: sii e resta ‘formulare’”.
        
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 10-38
Riproduzione libera”.