lunedì 25 settembre 2017

Briganti (2).



Un computer senza “l’esistenza (segnale) della Rete” rimane un dispositivo, potenzialmente, in grado di “connettersi (in 'attesa')”.
Una pianta cresce e si riproduce in vari modi, rimanendo un unico organismo (specie), ma (ma) un singolare seme può attecchire in maniera particolare (la "distanza" dai propri simili conta a livello giurisdizionale e di... "attrazione, gravitazione"), dando luogo ad un impianto radicale potenzialmente altro, dal quale potrà generarsi un intero diverso organismo unico singolare (specie)... altrimenti come ti spieghi la "diversità" ambientale?  
A meno che... la realtà manifesta sia un "progetto". Ipotesi da non escludere a priori; il che non eliminerebbe del tutto la possibilità "auto evolutiva", appena sopra accennata (se prevista in quanto "legge naturale... auto programmata (frattale espansa").
Nell’isolamento, ogni computer lavora localmente, ignorando proprio la possibilità di “sentire” ogni altro simile. 
La Rete, che cosa “è”? 
Una infrastruttura adatta a fungere da “luogo comune”, in maniera tale da “avere un appuntamento, lì (all’esterno rispetto ad ogni computer)”. 
Computer ed infrastrutture sono considerabili come organismi vivi

Per ora, no. 
Ma (ma) quando verrà realizzata l’intelligenza artificiale e verrà implementata in ogni “macchina, struttura, dispositivo, etc.”, che cosa si auto realizzerà? 
Che... tutto il generato potrà “parlare la stessa lingua” in maniera senziente. 
L’essere umano “espert3”, che avrà concepito, e realizzata, l’anima di simili dispositivi, sarà l’autentic3 “genitore” di una simile genie? 
Oppure, a sua volta, sarà stat3 solamente “ispirato” nel compiere tale opera
In questo Spazio (Potenziale) Solido, l’espansione frattale collegata al concetto di fenotipo esteso, ha permesso di accorgersi che il “gene” è in qualche modo l’organismo che manifesta la propria intenzione, sopra a tutto, andando ad interfacciare l’esterno… modificandolo ad hoc, in funzione della propria “esigenza”. 
In ciò, il principio della dominante ritrova la sede più propizia, in senso di coerenza (qualcosa di molto vicino ad un “sentimento”, una inclinazione, un talento, etc. ma – anche – alla compresenza fisica della ruggine, del calcare e della muffa, oltre – in altro ambito - della tentazione, corruzione, e malattia, noia, paura, etc.).

Quando, in un Pc, riscontri la presenza di un “virus”, sei alle prese con “cosa (chi)”?
Con un organismo “per modo di dire”, poiché – nella sostanza – è un programma, un codice, un interesse/intenzione
Da parte di chi? 
Di esseri umani aventi uno scopo preciso: 
approfittarsi della situazione (sotto al controllo) al fine di ricavare un “vantaggio”. 
Se (se) il virus, nel Pc, sai non essere un organismo vivente (secondo i canoni tradizionali della definizione di “vita”), ugualmente risponde a “leggi (funzionamento)” molto simil3 a quelle “naturali”. 
Infatti, il virus entra in un organismo altro (ospite) in maniera disattesa, dimostrando “intelligenza”, invadendo e conquistandosi una posizione di privilegio, ingannando le difese immunitarie locali, e muovendosi “sapendo esattamente quello che fa e come lo deve fare”
Dopo di ché, “pensa” anche ad auto diffondersi il più possibile (se è prevista questa fase). 
Altrimenti, se si tratta di un attacco mirato “una tantum”, allora trasmette le informazioni e… che cosa “fa”? 
O smette di essere utile, entrando in una sorta di limbo, oppure rimane in posizione, dato che deve continuare a monitorare la situazione interna. 
Dunque, se è semplice definire un tale virus come un “manufatto”, piuttosto che un organismo vivente, non è altrettanto “semplice” andare a definire i virus che interessano – analogamente – il corpo umano.
Perché, il virus che colpisce l’essere umano è considerato “vivente”? 
Ciò che ti induce a giudicare in maniere differenti è il livello d’attenzione, che assumi come riferimento unico (“credo”). 
Un virus che entra di/in te, infatti, non può essere fatto da un codice macchina (sino a quando non sarai  parte macchina e parte uman3). Non accorgendoti che, il virus informatico è costituito della stessa “pasta” dell’organismo (dispositivo, macchina) che deve andare ad interessare e caratterizzare.
Allo stesso modo, il virus genetico che pervade l’essere umano è… fatto di materiale idoneo a non procurare alcun “rigetto (alias: a non procurare nessun tipo di ‘allarme’)”. 
In tutto questo si rivela, piuttosto, una grande attenzione a “non dare nell’occhio”, piuttosto che… altro. No
E, ogni livello... ha una caratteristica che “se non vuoi destare attenzione”, farai bene ad osservare; non è questo, forse, il principio cardine della mimetizzazione perfetta?
Ergo, non puoi esprimere alcun giudizio sul fatto che il virus informatico sia o non sia “vivo”. 
Perché, ciò che conta è – invece – che cosa significa quella tale compresenza. 
Che cosa compia, una volta “dentro”. Che cosa vada a “fare”…
Credere che tale “compresenza” sia solo un costrutto ingegneristico, significa preservare l’origine umana anteponendola a tutto e credendola sempre diversa, rispetto a qualsiasi manifestazione ambientale. 
Ma (ma), di fatto, il virus che si muove in una macchina non è diverso – sostanzialmente – da quello che si muove dentro ad un organismo umano, dato che... "si muovono allo stesso modo, l'atteggiamento e la conoscenza sono uguali". 

Di più, questa dissociazione d’eventi, serve per mantenere distante la consapevolezza che “si tratta del medesimo fenomeno”, messo in giro (generato) perché esiste un motivo fondamentale
Comprendi che espandendo la questione sino ad un simile “punto”, è proprio il “panorama umano” ad apparire sotto ad un’altra “luce”? 
Il virus sembra qualcun3, piuttosto chequalcosa (a prescindere da quali fattezze auto compositive si trattino).
Un riflesso (frattale espanso) e non solo. 


Il riflesso è multiplo:
tratta della situazione nella quale è “qua, così” l’intero genere umano, tratta della situazione sotto – alla – dominante, tratta del “è già successo” e del perché continua, quindi, a succedere… e tratta della dominante stessa (un principio, piuttosto che una condizione fisica)... il motivo per il quale si narra di magia, metafisica, energia, non località, condizione wireless, etc. 
Ciò che deve essere “notato”, è che un livello evidenzia maggiormente un certo riflesso (informazione frattale espansa), rivelandone all’opposto un altro e… viceversa (ogni livello ha un proprio “carattere, personalità, giurisdizione”). 
Per cui, se (se) un livello esprime che il virus informatico non è vivo, per come lo sei tu, ma si comporta esattamente come l’analogo virus “vivo”, in ambito genetico… allora, significa che l’informazione che “rimbalza (doppio specchio)” è relativa prioritariamente alla funzione “virale”, ossia, al che cosa significa detta compresenza (che, viva o meno, mette sempre in risalto lo stesso tipo di “intento” o... un modo di inter comunicare). 
Il che, comporta un livello di programmazione, in grado di influenzare sia l’interno che, poi, l’esterno; qualcosa che non è solo interesse, per come lo puoi immaginare “qua, così”… dedito all’accumulo di ricchezza e potere (vantaggio) ma, di più, dedito al più feroce di tutti gli “istinti”, ossia
la sopravvivenza (qualcosa che ha molto a che fare con l’inclinazione della “paura di…” morire, ossia? Smettere di… cosa?). 
La paura, che alimenta tutt3 “qua, così” è una forma di ignoranza
uno stato ben preciso, che si riflette ovunque
Qualcosa che si riedifica sempre (sempre), sino a quando non ricordi integralmente – anche – cosa ci sia Oltre Ogni Orizzonte. 
Una situazione che “ricorda” in maniera molto affine, un vuoto... frutto del generare (manifestare, costruire, progettare, realizzare, etc.) – appunto – una forma di esistenza, senza l’intenzione di conferirle anche la memoria del relativo (assoluto) “momento di realizzazione ‘a monte’”… 
Se non sai, “ora”, è perché non ricordi e, di più, perché 1) non è prevista una memoria di questo tipo, oppure  2) perché uno “shock” successivo ha “danneggiato (deviato)” la tua memoria originale. 
È ovvio che lo scenario cambia totalmente, in funzione della trama 1, piuttosto che quella 2.
In ciò esiste una intenzione primaria del tutto “sincera”, oppure, al/in contrario “di parte (tendente a rimanere ad osservare e prendere un vantaggio dalla situazione andatasi a ‘creare’)”. 
Ora, il passo successivo è quello che ti porta nella direzione che, comunque siano andate le cose, esiste una parte che osserva completamente inosservata (ma riflessa, comunque, ambientalmente)”. 
Oppure, credi che tutti questi giri di loop siano fini a se stessi? 
O preferisci credere che “l’universo si sia fatto da sé, grazie alla gravità…”? 

Puoi sempre continuare a girare sulla/nella giostra, oppure puoi accorgerti della giostra, accorgendoti anche di te mentre continui ad essere (nel) “qua, così”. 
Allora, in funzione di questo “stato”, potrai trarre differente motivazione (ispirazione) sempre da ciò che osservi, facendo la differenza in termini di “come” osservi
Il “paesaggio” è sempre quello:
sei tu che ne estrai valore aggiunto diverso.
Ok? “Qua, così” la caratteristica di fondo è quella della “giustizia (di parte)”. Ossia, una sostanziale diseguaglianza.
Il che mette in risalto che “deve pur esistere, da qualche parte, la parte che ha già deciso anche per ‘te’”.
Solitamente t’interroghi in questa “direzione”? 
No. 
Dal momento in cui “non hai tempo” se sempre (sempre) “qua, così”. Dunque, la forma sociale ambientale “qua, così” è un velo perfetto proprio per mantenere la compresenza umana sotto a quella dominante
Ed è, allora, proprio ad un simile livello che occorre “far leva”, andando al di là di ogni convinzione/convenzione auto delimitante, oltre al “sipario calato sulla scena”, progettato appositamente al fine di rivelare la dominante (il “gene” che muove i fili, in maniera tale da amministrare l’intero ordito, trama, intessuto… abito rivestito “qua, così”. Da lì, il motto “l’abito non fa il monaco (l’apparenza inganna)”. 

Il “qua, così” è il fenotipo esteso – frattale espanso – sotto (alla) dominante
Immagina: 
un virus si cela dentro ad ogni essere umano. 
In questa maniera, il virus è “un3” e non… miliardi di virus. 
Se (se) il controllo è centralizzato, di conseguenza, lo status quo è il frutto di una invasione, conquista e (auto) possessione.
Così, il “virus (dominante)” può decidere di terminare qualsiasi organismo/individuo, allorquando gli fa più comodo (quando si tratta di una mosca bianca, ad esempio), senza per/con questo andare ad eliminare se stess3, in quanto cheil virus è “un3” e non l’apparenza numerica

Si tratta come di... potare un albero, una siepe, piuttosto che perdere una parte del proprio esercito, etc. 
In ciò, si cela la grande differenza tra le singolarità (involucro ospite) umane, del tutto auto isolate, e l’organismo unico virale, che è qualcosa d’assieme... nonostante il fatto di essere “ospitato” in oltre sette miliardi di parti “diverse”… 
Se (se) poni l’umanità allo/sullo stesso piano, allora (allora) la prospettiva muta diametralmente:
non esisterebbe più, in quel “modo”, la sensazione (di qualunque tipo) di essere organismi isolati, unici, diversi, separati, etc. aventi ognun3 un interesse diverso e incoraggiante, dunque, la corsa singolare alla sopravvivenza, ossia, il prendersi vantaggio relativamente alla “scarsità ambientale” di qualsiasi risorsa, in primo luogo – proprio – di quel tempo (chimic3), a cui credi essere collegata la “tua” vita “qua, così”


L’espansione frattale del fenotipo esteso, comporta ulteriore capacità auto deduttiva sostanziale. 
Il “gene egoista” è un3
un unico organismo, che sembra avere infinite “teste”.
Una compresenza che è già diffusa ambientalmente e che regola, quindi, la “forma” reale manifesta… a partire da una intenzione portante centrale e centralizzata, che a “te ‘qua così” completamente tende a sfuggire, dato che “guardi – causalmente (non a caso) – in maniera tale da continuare a non accorgerti”. 
Il “gene (sotto dominante)” controlla non solo l’organismo nel quale è annidat3, ma (ma) anche l’intero ambiente esterno, giungendo ad ispirare (motivare) quelle singolarità umane, più adatte (per “physique du role”, caratteristica), così da caricarle delle “idee” più opportune al fine di andare a realizzare la tal “opera”, in funzione dello stimolo “genico” sotto (alla) dominante. 
Il Filtro di Semplificazione è ancora attivo, bada bene:
non si tratta di astrarre, bensì, di continuare ad aprire il "Vaso di Pandora". Infatti: 
che cosa (chi) "è" il gene, se (se) è un organismo ricetrasmittente e, dunque, ricevente l'imprinting di specie sotto (alla) dominante?
Un altro dispositivo facente parte del "funzionamento"?
La "risposta" è nella progettazione del corpo umano...


Le città radunano le persone, creando quella rete neuro funzionale più adatta all’auto controllo d’assieme, scambiato per “(bio) diversità” e libero arbitrio, commercio, interesse, speculazione, religione e scienza deviat3, credo, etc. 
Le città sono “la città”, nel momento in cui l3 vedi dall’alto di, magari, un satellite – meglio – se quando è notte e l’illuminazione artificiale ne rende evidente la struttura “neuronale (rete)” della mente genica by lente frattale espansa… 
Pandora come manifestazione di Eywa (lo “stile” è sempre lo stesso negli individui, nella fauna, flora, territorio, etc.).
Pandora come fenotipo esteso frattale espanso di Eywauna “divinità”, nel senso di/che “si fa sentire, dato che esiste”… 
Di livello in livello, lo schema è sempre lo stesso, dato che è “fisso (altro che diversità)”. 
Ad esempio, le banche stanno scaricando le proprie “sofferenze” sulla Massa, trasformandole in “nuovo” fardello. Ecco cosa è il “karma”, il peccato, il debito, il libero arbitrio, la scelta “qua, così”, etc. 
Quando ti accorgi, lo stesso “dato” ti dimostra anche… come è raggirabile la situazione: 
ma (ma) se sei sol3, la conseguenza è ancora lo stesso status quo AntiSistemico (le persone sono controllate interiormente, dal virus genico sotto dominante, il che le rende sostanzialmente la sua proiezione unica ed univoca, nella globalità travestita d’apparenza). 
Come ne riesci? 


Attraverso un processo funzionale che fa perno sull’atteggiamento “formulare”… step by step. Diventando una nuova... "specie" per, poi, andare a modificare (cambiare) anche l'ambiente, come testimonia il fenotipo esteso frattale espanso.
I fatti hanno sempre… nomi e cognomi. Sempre…”.
Nomi e cognomi
Vero. Ma (ma) quando si tratta di una auto possessione, il nome e cognome è una parentesi. 
Se (se) una persona non è registrata all’anagrafe… sembra come non esistere, anche se c’è.
Ergo:
l’anagrafe serve per controllare le persone e per mantenere nascosta la compresenza immanifesta sotto (alla) dominante.
Perché non glielo fai capire tu chi è quil’economia?...
Il giornale non è solo mio, ma anche di altri…
Un padrone… ce l’abbiamo tutti…
E chi sarebbero questi altri?
Altriche finanziano. Che assicurano non solo l’uscita del giornale ma anche il suo stipendio. Altri che potrebbero diventare un serio problema per lei”.
Nomi e cognomi


Con questo libro voglio sostenere il mio particolare modo di intendere la vita, sia animale che vegetale, e voglio chiedermi perché gli organismi fanno ciò che fanno.
Non sto parlando di una nuova teoria, né di un'ipotesi che possa essere verificata o meno, né di un modello che possa essere giudicato dalle sue previsioni...
In realtà il mio è soltanto un modo nuovo di considerare fatti e idee note e quello che propongo è solo un punto di vista.
Chiunque legga questo libro aspettandosi di trovare una nuova teoria, nel senso tradizionale del termine, lascerà la lettura con un senso di insoddisfazione mentre in testa gli ronzerà la domanda "e allora?".
Ma io non sto tentando di convincere nessuno della validità di alcuna affermazione. Piuttosto induco il lettore a interpretare i fatti biologici in un certo modo
Il fenotipo esteso – Richard Dawkins
Nel libro in questione, salta all’occhio come Dawkins esprima la convinzione che 1) non riuscirà a dimostrare la propria “tesi” e come 2) porti all’evidenza che gli scienziati osservano solamente da una certa prospettiva, per la quale tutto il resto è “sbagliato”. 
Ora, se al fenotipo esteso agganci la frattalità espansa… di conseguenza, puoi arrivare a “dimostrare” anche la bontà della tesi, facendo perno proprio sulla condizione mono prospettica nella quale versa la “specie scientifica deviata ‘qua così’”. 
La “dimostrazione” non passa, infatti, dalla stessa coordinata AntiSistemica (metodo scientifico) che è, anzi, erett3 proprio come frangiflutti per ogni questione potenziale altra. 
La “dimostrazione” passa attraverso le persone, facendo leva sul valore universale giustizia (ad angolo giro)”, che non dipende da alcuna prospettiva (cavillo, interesse, paradigma, etc.).
Ok? 
Il gene sotto (alla dominante) si rivolterà nella tomba, se (se)… la prospettiva (di parte) viene bypassata attraverso la “logica formulare”. 
E... a nulla potrà più rivolgersi, allorquando il genere umano si sarà auto convinto della “cosa”, andando a bruciare ogni organo in-conscio (nel conscio) parassitato e parassitario, divenendo – ognun3 – il sistema immunitario originale, finalmente liber3 di potersi “auto esprimere secondo funzione propria”. 
Riesci a vedere la specie umana come un’unica forma di vita? 
Se (se) la singolarità “Ego”, ha sempre la meglio, è perché fa parte della “cura”:
non che tu non esista, ma (ma)… tu sei la vita stessa, il riflesso dell’atto primo, dotat3 però di potenziale tuo.
La nuova piantina che può, anche, divenire nuova specie...
Tu non puoi mai (mai) morire, perché la “pianta è unica” ed ora “qua, così” è s-oggett3 di auto possessione dominante: 
la situazione è, dunque, esprimibile, anche riassumendola singolarmente (nel senso che il virus è un3 e la pianta è un3).
Chi ti autorizza a credere che, infatti, il livello portante è quello osservabile dal gradiente (“coscienza”) uman3? 
Con così tanti livelli in gioco e giogo, perché proprio questo dovrebbe essere quello da cui si è originato tutt3
Perché non quello genico, o subatomico, ad esempio? 
La caratteristica frattale espansa pone un termine a questo “dubbio cosmico”. 
Infatti, la memoria ambientale frattale espansa è sempre (sempre) inerente al riportare l’informazione “è già success3 (fatto, evento da ricordare)”.
Lo shock che interessa la realtà manifesta “qua, così”.
E, dunque, a fungere da focus (lente, ottica, filtro, inclinazione, etc. ma non prospettiva) sempre (sempre) adatto a non perdere mai di vista, sostanzialmente, proprio quell’ancoraggio sotto (alla) dominante, reo di mantenerti (sempre) agganciat3 al/nel “qua, così”.
La scoperta di Lorenz (1937) che un modello di comportamento può essere trattato come un organo anatomico, non è una scoperta nel senso che comunemente si attribuisce a questa parola.
Nessun tipo di risultato sperimentale venne mai presentato.
La scoperta rappresenta semplicemente un nuovo modo di interpretare i fatti già ben noti; oggi appare così ovvia, tanto da diventare uno dei punti essenziali della moderna etologia (Tinbergen 1963), che è difficile credere che vi sia mai stato bisogno di "scoprirla".
Analogamente il notissimo e celeberrimo capitolo di D'Arcy Thompson "Sulla teoria delle trasformazioni..." (1917) viene generalmente considerato di notevole importanza anche se non ha alle spalle né prove né ipotesi sperimentali.
In un certo senso è ovvio e necessariamente vero che qual sia si forma animale può essere trasformata in una forma correlata mediante l'uso di modelli di trasformazione matematici, d'altro canto non è altrettanto ovvio che questo modello sia semplice.
Facendo questo per un certo numero di esempi specifici, D'Arcy Thompson provocò una reazione di disappunto tra tutti coloro così pignoli da sostenere che la scienza proceda attraverso dimostrazione di ipotesi specifiche.
Se leggendo le parole di D'Arcy Thompson ci domandassimo quale conoscenza in più abbiamo acquisito, le risposte sarebbero ben poche. Ma la nostra immaginazione sarà stimolata
Il fenotipo esteso – Richard Dawkins
Fai attenzione (è già tutto scritto tra le righe):
un modello di comportamento può essere trattato come un organo anatomico
non è una scoperta nel senso che comunemente si attribuisce a questa parola
nessun tipo di risultato sperimentale venne mai presentato
la scoperta rappresenta semplicemente un nuovo modo di interpretare i fatti già ben noti
oggi appare così ovvia
tanto da diventare uno dei punti essenziali della moderna etologia
che è difficile credere che vi sia mai stato bisogno di “scoprirla”
Oppure:
considerato di notevole importanza anche se non ha alle spalle né prove né ipotesi sperimentali
d'altro canto non è altrettanto ovvio che questo modello sia semplice
Allo stesso modo, puoi andare a "dimostrare" degli eventi, anche se "ora" non trovano il consenso esperto e, quindi, nemmeno quello conseguente della Massa.
I discendenti dei “briganti”, che poi sono diventati partigiani, li ricordi diversamente
Perché? 
Perché 1) sono più vicini in quanto a periodo storico, 2) perché hanno “vinto”, sostanzialmente, dato che 3) la storia deviata “così” te l3 ricorda. 
Dai partigiani si generarono anche quelle personalità che, se approfondisci il discorso, divennero la “classe politica” che, in seguito, condusse l’Italia allo “scatafascio”, sempre attuale:
la caratteristica ambientale italica, dunque, che serve alla condizione genica sotto (alla) dominante... 
I briganti dovettero essere “spazzati via”, per far posto alla Talia “moderna”, lo scatto evolutivo che non guarda in faccia a niente e nessuno
Per cui, devono essere ricordati come “immondizia”, oppure, non devono nemmeno essere ricordati (anche se conosci cosa è analogamente già successo, ad esempio, ai nativi pre colombiani, nutrendo nei loro confronti della “stima”). 
Però, se fai attenzione, perché tanta solerzia – allora - nell’estirparli, e perché – “ora” - c’è la Mafia
Il significato “è”... che i briganti costituivano un ostacolo all’espansione dell’AntiSistema (nel “caso” in questione: Regno d’Italia), mentre – all’opposto – la Mafia costituisce quell’organo parassitario che fa parte della medesima “pianta” (così come la mente è, all’interno, uno dei tanti organi del corpo)… 
La Mafia serve ma dimostra, allo stesso modo, l’esistenza del singolar-giogo: 
la “dimostrazione” è efficace, però, solo quando la sai cogliere e fa la differenza solo quando diventa “virale”, ossia, trasmissibile da singolarità in singolarità, andando a condensarsi sino al punto focale d’immunità di gregge (massa critica o grande concentrazione di massa giurisdizionale).
Commissione d'inchiesta sul brigantaggio.
Relazione stralcio di Giuseppe Massari.
Il 16 dicembre 1862 la Camera nomina una commissione d'inchiesta per studiare il fenomeno del brigantaggio nelle provincie meridionali e le sue cause politiche e sociali.
L'inchiesta… dovrebbe anche sollevare il velo di silenzio steso dal governo sugli errori e sugli abusi compiuti dall'esercito nell'opera di repressione.
Nel maggio 1863 la commissione d'inchiesta conclude i lavori. I risultati, raccolti in una lunga relazione, vengono letti alla Camera in diverse sedute e saranno quindi pubblicati in estate sul giornale "Il dovere".
La relazione evidenzia numerose ragioni economiche e sociali del fenomeno del brigantaggio, ma evita di parlare delle responsabilità del governo, chiamando invece in causa l'attività degli agenti borbonici e clericali.
In sostanza conclude la relazione "Roma è l'officina massima del brigantaggio, in tutti i sensi e in tutti i modi, moralmente e materialmente:
moralmente perché il brigantaggio indigeno alle provincie meridionali ne trae incoraggiamenti continui e efficaci; materialmente perché ivi è il deposito, il quartier generale del brigantaggio d'importazione".
La commissione d'inchiesta, pur raccomandando provvedimenti economico sociali, propone per l'immediato l'adozione di una legge speciale di carattere fortemente repressivo.
Sarà varata, infatti, il 15 agosto 1863 la Legge Pica.
Facil cosa è dire che il brigantaggio si è manifestato nelle provincie meridionali, a motivo della crisi politica ivi succeduta; con ciò si enuncia il motivo più visibile del doloroso fatto, ma si rimangono nell'ombra le ragioni sostanziali, le quali invece sono quelle che vanno accuratamente studiate ed esaminate, perché esse sole possono fornire l'indicazione dei mezzi più sicuri e più efficaci a ricondurre le cose nelle condizioni regolari.
La prima domanda che spontanea sorgeva nell'animo nostro era la seguente:
il brigantaggio, che da tre anni contrista le provincie continentali del mezzodì dell'Italia, è conseguenza esclusiva del cangiamento politico avvenuto nel 1860, oppure questo cangiamento è stato soltanto un'occasione, dalla quale lo sviluppamento del brigantaggio è stato determinato?
Negli ordini politici e sociali, come nel fisico, non basta riconoscere le cause prossime ed immediate dei fenomeni, ma è di uopo accennare se a queste cause si colleghino altre, senza le quali l'azione delle cause prossime ed immediate o non potrebbe svolgersi affatto, oppure raggiungerebbe proporzioni minime e di poca entità
Link 
Roma è l'officina massima del brigantaggio, in tutti i sensi e in tutti i modi, moralmente e materialmente: moralmente perché il brigantaggio indigeno alle provincie meridionali ne trae incoraggiamenti continui e efficaci; materialmente perché ivi è il deposito, il quartier generale del brigantaggio d'importazione
Negli ordini politici e sociali, come nel fisico, non basta riconoscere le cause prossime ed immediate dei fenomeni, ma è di uopo accennare se a queste cause si colleghino altre, senza le quali l'azione delle cause prossime ed immediate o non potrebbe svolgersi affatto, oppure raggiungerebbe proporzioni minime e di poca entità
Tutte le persone sono intelligenti. 
Ma (ma) l’intelligenza è di diversi tipi.
E “qua, così” ne conta solo uno, che è già stato gerarchizzato (guarda non caso).
Il percorso accademico e quello del comportamento “Bravo (ricordi I Promessi Sposi?)”, sono i bracci operativi del rullo compressore AntiSistemico. 
Dove non arriva l’uno, arriva sempre (sempre) l’altro, con grande efficacia e risoluzione. 
Per cui, “sai già come funziona”. Sai già tutt3, ma (ma) per “paura” non trovi lo spunto, lo “spirito”, per fare la differenza anche se “qua, così”. 
Lo sai che è tutt3 “giusto (ma di/in parte)”
Lo sai, perché la Massa esige la giustizia.
Pertanto, le è stata data la convinzione della giustizia.
Così, la Massa rimane “quieta”, ossia, sotto (alla) dominante, nell’incanto “qua, così”. Ma “quel che è giusto, è giusto”.
Vero? Quindi?
“Fai… che la realtà manifesta possa ritornare a riconoscere la giustizia universale (non una facoltà assoluta divina, bensì, la forma di “natura” che hai ogni diritto di ‘inspirare ed espirare’ sempre)”.
     
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2017
Bollettino numero 2149

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