lunedì 18 aprile 2016

A 180 gradi "lato tuo, centrale (fermezza)".



Per quanto sia convinta che quell’azienda sia l’incarnazione del male e, fidati, lo è… non ne vale la pena…
Mr Robot
Non ne vale la pena a far che?
A “muovere contro” la tal azienda. Perché?
Perché è inserita in un contesto che, “qua, così”, la protegge, poiché “nulla è per caso (se non lasci nulla al caso)”.
Ora, se la “tal azienda”, piuttosto che essere una – azienda – è, altresì, l’unica azienda sostanzialmente esistente al mondo, in questa realtà manifesta (la “tua” realtà fisica di ogni giorno)?
Come la metti, infatti, accorgendoti che non esiste autentica competizione, concorrenza, “sovraffollamento” aziendale? Come la metti se tendi a renderti conto che “esiste una sola planetaria azienda” e che la stessa coincide con il “mondo” intero, ivi ricompreso, per intero, anche il carico umano, così…sopravvivente?
Il Dominio è questa “azienda”.
 
E tutto il resto è “solo”… sottodominio, organizzato gerarchicamente ed “in fase” con l’unica polarità e polarizzazione auto proiettantesi non localmente, ubiquamente, in leva, piramidalmente… lungo il piano inclinato reale manifesto “qua, così”… a propria “immagine e somiglianza”.
SPS converge con lo spirito della citazione d’apertura odierna:
  • non ne vale la pena
  • metterti contro…
soprattutto
  • in questa “tua” impreparazione sostanziale (decentramento, disinnesco, depotenziamento, annichilimento nell’incanto, nell’oblio previsto dalla “deviazione dominante”).
La via è, comunque, sempre aperta. Quale? Quella che “passa sempre ed unicamente, da te”. Dal tuo centro centrale, centralmente, con te al tuo centro (il “lato tuo, centrale... con te 'fermo' al tuo interno/esterno”).
Qualcosa che, prima di ritrovarlo, può ingannarti alla perfezione... di averlo già ritrovato.
  

venerdì 15 aprile 2016

La trasformazione di ciò che non cambia.


Livello. Prospettiva...
Riciclo (questo sconosciuto).
Il famoso motto “tutto si trasforma (‘qua così’)”, non ti incuriosisce? Sì. Leggi bene (e soprattutto fra le righe, nel… dettaglio):
  • tutto (“tutto” è… tutto. Ok? Ci sei dentro, ricompreso/a, anche te)
  • si trasforma (la “trasformazione” è un’arte, piuttosto che una risultante. Oppure, è anche una risultante, quando è prevista. Ma, anche l’arte è una forma previsionale, quando è controllo. “Ogni arte è mestiere”. Esiste, nella sua forma esatta e ritratta, un tipo di arte che è lineare, come quel “linguaggio macchina”, tanto profondo... da essere talmente semplice e raffinato, allo stesso tempo. L’arte esatta, di “una volta” si è trasformata nell’arte astratta, di “oggi”? O, piuttosto, questa trasformazione è relativa alla conseguenza di un altro tipo di… trasformazione, più a monte, più strategica, poiché… dominante).

La stessa Enel di sempre in una nuova forma
Siamo sempre noi, solidi e affidabili, ma in grande cambiamento. Vogliamo offrirti servizi sempre migliori e un’energia sempre più pulita.
Enel sta cambiando ma è sempre la tua Enel”.
Che cosa rifletti? Su cosa rifletti?
Vai oltre al significato comune dei termini e delle espressioni a “forma di luogo comune”. La definizione stessa di “termine”, è già indicativa di per sé.
Le parole, che utilizzi, sono il “termine” di una procedura che ti raggiunge logicamente, usualmente e convenzionalmente, per mezzo della “tua” mente.
Così, come una postazione di lavoro, dotata di “terminale Pc”, è qualcosa che ti permette di “prestare servizio”, agganciato/a ad una struttura d’insieme, che ti ricomprende e che tu dai, ormai, per normale e per scontata (dipendenza).
Niente di male. Vero? Che problema c’è? Nessuno.
Con tutto quello che succede nel mondo
   

giovedì 14 aprile 2016

Questa “tua” condizione d’assieme.



Fare a meno di tutto, sia che la condizione (che si trasforma in altra condizione) “cambi”, sia che rimanga uguale a “prima (che è sempre un ‘ora’)”… è possibile.
Significa “rinunciare alle dipendenze”.
È una rinuncia. Perché no?
Perché una simile “tentazione”, dovrebbe essere qualcosa di “straordinario”? Qualcosa che “ti accade (addosso)”. No.
La dipendenza, come ogni altra “cosa”, è proprio… tentazione.
Ergo:
non è “normale (lato tuo, centrale)”, visto che tutto quello che “tenta, ‘qua così’” ha uno stampo di natura AntiSistemica.
E, in un reame manifesto, nel quale “nulla avviene per caso”, allora, la dipendenza – che è tentazione – deriva da una precisa, esatta, millimetrica, alchemicastrategia – non evidentemente ma evidentemente, a livello frattale espanso – dominante.
Dipendenza (evoca, in te, un senso di assolutismo, riversato a livello di “destino”).
Tentazione (attrattore/aggregatore di dipendenza, non manifesto ma “solo” compresente, ad “immagine e somiglianza” del relativo ed assoluto “principio ombra dominante”).
Strategia (è la “forma” che assume, di conseguenza, il territorio, la scenografia che ospita l’inclinazione per la tentazione, dalla quale deriva la dipendenza del tutto, che ne calca la scena, scambiando un “piano perfetto”, per una ottusa e “propria” perfettibilità).
SPS lo sa che “non capisci”.