giovedì 20 novembre 2014

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Papa: denaro non sia considerato idolo ma mezzo per bene comune.
Il Papa ha salutato "i giovani professionisti, impresari ed imprenditori sociali partecipanti al convegno promosso dal World Economic Forum, in collaborazione con le Università Pontificie di Roma, per promuovere vie e atteggiamenti che aiutino a superare l'esclusione sociale ed economica", a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro.
"Auspico che l'iniziativa contribuisca a favorire una nuova mentalità in cui il denaro non sia considerato idolo da servire, ma un mezzo per perseguire il bene comune".
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Favorire una nuova mentalità…
 
"I giovani professionisti" (il... "futuro") sono come tir lanciati alla velocità massima sull’autostrada: chi li può convincere diversamente, ora… dopo avere studiato per due decenni, al fine di rispondere alla chiamata della “famiglia, della carriera, dell’interesse”?
Essi sono passati dall'"Abc"! In maniera (pre)ordinata e causale. Uno step necessario affinché tutto il resto sia una (con)seguenza e non certamente il frutto del caso. 
Essi hanno "risposto" alla domanda fondamentale (con)sequenziale (educazione familiare), che in seguito caratterizzerà la loro intera esistenza e (in quanto... "futuro"), nel piano inclinato, quella della Massa.

Può convincerli, forse, il Papa… attraverso quattro “parole in croce”?
 
Attraverso non l’esempio, bensì, solo con le (in)utili parole?

È il denaro stesso… l’effetto del demone nel Mondo; la cartina di tornasole. 
Il “bene comune” è ormai divenuto lo status quo, anche se… non va bene. A livello frattale, che cosa significa essere “pagati, per fare qualsiasi attività”? Suvvia… sii sincero con te stesso.
Il “Programma e LSD” costituiscono un primo abbozzo di nuovo paradigma; qualcosa (d)entro al quale, il denaro diventa via via sempre meno utile e necessario, prima ancora, a livello mentale…
È l’utilizzo che fai, del denaro, la discriminante che lo mantiene in Vita?
Beh… è qualcosa che rovescia tutto su di te, come forse ti sembra persino giusto che sia. Però, tu non sei libero di decidere, scegliere, capire a fondo. Dunque, come la metti, la metti... la questione resta sempre aperta, in maniera tale da “non cambiare mai autenticamente, nulla”.
Nell’indecisione… si rimane “fermi… così”.
E… tutto… (pro)cede "alla via… così". 

mercoledì 19 novembre 2014

La "terza persona".


Secoli fa il mio cognome si scriveva diversamente.
Da dove vieni?
Da nessun posto in particolare. Vado dove voglio e faccio quello che posso. Per questo sono nei guai. Diciamo che sono quella cosa che parecchi sentono… in esilio.
Perché sei nei guai?
Un uomo onesto è sempre nei guai… ricordatelo.

La follia di Henry
Che cos’è che serpeggia sempre “tra te e te”? Sei ancora… “tu”? E cosa sei tu? Oppure (pre)ferisci: chi sei tu? Ehm, non lo sai, vero! Nessuno lo sa. E senza questa risposta dove credi di poter andare? Pensi quindi esisti? He He He… 
La natura è frattale, ossia, (ri)flette; immagina te che gli appari davanti… è te che ella riflette. E uno specchio è, forse, dotato di intelligenza? È, esso, vivo nella misura in cui lo sei tu? Lo specchio che hai conosciuto nella fiaba di “Biancaneve” è vivo solo perché risponde alla domanda iniziatica? E che cosa dice? Che cosa afferma? Che cosa… provoca, evoca?
L’animo dello specchio è puramente sincero? Oppure, egli ha facoltà di (in)disporre i vari livelli di interlocutori, attraverso le proprie “risposte”? Chi comanda chi? Col(u/e)i che pone la domanda (inizia), oppure lo specchio stesso attraverso ciò che afferma, ben conoscendo chi formula il quesito/desiderio/auspicio?
 

martedì 18 novembre 2014

Uno con te stesso.


Perché, vedete, le erano ormai successi tanti fatti straordinari!
Stava convincendosi che le cose assolutamente impossibili erano in realtà molto poche.
Di solito Alice si dava degli ottimi consigli (sebbene li seguisse piuttosto di rado) e qualche volta anche si sgridava così severamente da farsi venire le lacrime agli occhi; un giorno, perfino, cercò di tirarsi le orecchie perché aveva imbrogliato se stessa giocando una partita a croquet contro se stessa. Perché questa curiosa bambina si divertiva un mondo a far finta d'essere due persone.
Vediamo un po':
era la solita Alice quella che s'è alzata stamattina?
Quasi quasi mi sembra di ricordare che mi sentivo un pochino differente. Ma se sono la stessa allora il problema è:
chi diavolo sono? Ah, questo è il grande indovinello”…
Alice nel paese delle meraviglie – Lewis Carroll

"Sii quel che sembri di essere o”…
Duchessa ad Alice
Se… “quel che ti sembra d’essere” è… qualcosa di una versione di te, allora… tu sei impalpabile e tutto ciò che “ti sembra di essere” è come riferito ad una sorta di direzione impressa all’aereo, senza che nessuno all’interno dell’abitacolo comandi fisicamente l’aeromobile. Ci sono strumenti tecnologici, voci captate dall’etere, indicazioni d’ogni tipo, il pilota automatico ed il… vuoto.
Eppure, d’insieme, l’aereo “va” e… vola verso una meta, che ogni passeggero conosce, perché tutti si sono imbarcati di propria volontà. Un obiettivo che per i molti è diverso in termini di “destinazione d’uso”; c’è chi va in vacanza, chi va per lavoro, chi per… trovare dei cari, chi per noia, chi ritorna a casa, etc.
Tu… chi sei? Che cosa sei? Dove vai? 
Hai mai percepito/pensato/rilevato di essere come… “prigioniero”, dentro di te?