lunedì 13 febbraio 2012

Il frattale del Tao.




È tempo di cambiamenti; infatti, tanto per fare il verso alla pubblicità: ‘L’unica cosa certa è il cambiamento’.

Comunque, certo o non certo, il cambiamento è alla base della legge della biodiversità. Si potrebbe dire che è un suo ‘postulato’ o un effetto, che ‘prende forma’ allorquando le ‘forze’ Cosmiche e Planetarie, di cui l’umanità è una comune rappresentante in termini di co creazione, si miscelano per dare luogo alle manifestazioni esistenziali 3d.  

Ciò a cui pensiamo di assistere, cioè allo spettacolo della ‘Natura’ e a tutte le sue sfumature, dipendono dal nostro ‘comportamento’, dove con quest’ultimo termine si deve intendere l’intera struttura di potere racchiusa nella nostra sfera individuale e collettiva. La ‘miscela’ di leggi diverse, quelle poco sopra accennate, che percepiamo come un qualcosa di così grande da essere inarrivabile, in realtà ci ‘assistono’ nel processo di Vita e di conoscenza di se stessi.

L’umano, perfettamente integrato nella sua centralità e potere, è 'al di sopra' degli effetti di queste leggi e all’altezza del Piano Divino, del quale è una diretta emanazione.

È una questione di consapevolezza, ovviamente. Quando si soffre, nelle 3d, la sofferenza è ‘autentica’ pur essendo solo una ‘parte’ del Tutto che ci contraddistingue. La ‘sofferenza’ ci sta semplicemente dicendo – ‘Tu sei lì’. Null’altro. Non sta giudicando. Sta solo eseguendo un ‘compito’. Ella è come un nostro riflesso

Se smettessimo di ‘ammalarci’ ogni volta che si ‘accende una spia’ e mettessimo semplicemente in funzione una modalità più ampia dell’osservazione di noi stessi e degli eventi che ‘attiriamo’ tutt’attorno, allora potremmo procedere con fare molto più sicuro verso la nostra maggiore conoscenza.

Questa modalità di non consapevolezza è molto simile a quello che accade quando si manifesta la malattia in noi. Cosa facciamo? Andiamo dal medico. Come se quella malattia piombasse su di noi all’improvviso e fosse essa stessa causa di se stessa. No, la ‘causa’ è il nostro ‘comportamento’ e il ‘delegare’ alla classe medica il compito della nostra guarigione, nel tempo, ha significato perdere ancora maggiormente il ‘controllo di noi stessi’

Ci siamo come ‘spenti’, adagiati sul fondo. 

Tanto c’era sempre qualcuno che ci poteva guarire in qualche modo. Questo è un processo molto antico, che nasce addirittura con lo sciamanesimo, nel momento in cui diventa ‘elitario’, ossia nel momento in cui nella ‘tribù’ s’inizia a parlare di una persona che guarisce, mentre tutti gli altri ‘dipendono da lui per stare bene’.

Il frattale ‘moderno’ è la medicina allopatica, caduta nelle mani Antisistemiche, votata all’osservazione della causa apparente. Non intendo, con questo, demonizzarla, in quanto per le cure di pronto soccorso e di determinati interventi chirurgici è assolutamente basilare, anzi… la medicina allopatica è, con le religioni, tra le poche ‘branche del sapere umano’ ad affermare l’esistenza delle entità parassite, ossia degli organismi virali, ossia quei diretti frattali che testimoniano, al pari di quello che si vede in Natura, della manifestazione fisica di forme viventi, più o meno microscopiche, ‘parassite’. 

Anche l’informatica, il Mondo dei computer, ci narra dell’esistenza di forme ‘virali’; infatti persino nell’ambito al silicio di pc e cellulari esistono i cosiddetti ‘virus’. In quella sede è opportuno notare come l’esistenza del virus sia da mettere in relazione all’intenzione umana di generarlo ad ‘immagine e somiglianza’ dell’impulso sovradimensionale che ‘ispira’ inconsciamente. Molte volte questi ‘virus’ sono delle retro ingegnerie di modelli di debugging utilizzati dai programmatori per verificare il proprio lavoro

Da notare, altresì, che abbiamo anche in questo caso ‘coloro’ che traggono un beneficio dalla progettazione e diffusione virale dei programmi ‘nocivi’ al maggior numero di computer possibile. Chi sono? Tra le righe, le case produttrici di ‘antivirus’.

Ecco il frattale del Mondo alla ‘rovescia’: chi 'protegge' è lo stesso che diffonde la causa opprimente.

Alludevamo, pocanzi, al cambiamento come atto strutturale insito nelle 3d. Questa notizia, a tal proposito, ‘rischia’ di procurare un vero terremoto in ambito sportivo calcistico, ossia in quella sorta di ‘reame incantato’ nel quale i ‘cittadini’ sono tutti milionari in Euro e appaiono come distaccati dal contesto 3d, da cui traggono la loro linfa vitale di denaro, fama, etc.  

Il calcio si apre al tetto salariale.
Per combattere la crisi economica, il Levante ha deciso di auto-imporsi un tetto salariale sugli ingaggi, con valore massimo fissato a 500.000 euro: non saranno più tollerate 'escursioni' al di sopra di questa cifra. 

Il club granota è il primo a fissare una soglia ben definita: svolta nel calcio?
 
Cinquecentomila euro all'anno, non uno in più. Che, di per sé, fanno comunque una bella cifra, con cui vivere in maniera più che dignitosa. E se qualcuno dovesse avere richieste maggiori sarà libero di firmare, sì, ma per un'altra squadra. Il Levante non ammette più contrattazioni che superino il mezzo milione di euro per la stipula dei contratti dei suoi giocatori: la squadra valenciana ha deciso di auto-imporsi un tetto salariale ben definito per abbassare i costi fissi ed evitare, dunque, gravi buchi nel bilancio in un periodo economico di per sé già estremamente complicato.
 
Il pesante giro di vite adottato dal Levante è una grande novità all'interno della Liga e nel calcio in senso lato: certo, i club minori che militano nei principali campionati sono costretti, giocoforza, a una gestione più oculata degli ingaggi e, di conseguenza, a rinunciare a giocatori importanti, ma il caso della formazione granota è unico, perché è la prima a fissare con precisione una linea oltre la quale è vietato andare. Cinquecentomila euro, appunto. In questo senso, se un giocatore punta già di per sé a strappare un contratto migliore, saprà già che sarà inutile provare a bussare alla porta del Levante; di contro, un giocatore che accetterà di imbastire una trattativa con la seconda squadra di Valencia, saprà a cosa andrà incontro.
 
Ovviamente il tetto salariale vale anche per i giocatori già in organico: il centrale difensivo David Navarro, che ha un ingaggio di un milione di euro, sarà costretto a tagliarlo della metà se vorrà continuare a giocare nel club granota anche nella prossima stagione. Se il salary-cap resterà sempre una parola incomprensibile per i grandissimi club come Real Madrid e Barcellona, l'imposizione di un tetto salariale sulla falsariga di quanto proposto dal Levante potrà invece essere una soluzione per le altre squadre del campionato spagnolo, e non solo

un'idea che potrebbe attecchire ovunque in Europa, quanto meno per aiutare i club a fare chiarezza sin da subito: 

o questi soldi qui, o niente, cambiare aria.
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È una questione di tempo, come lo è stato per ogni ‘rivoluzione’. 

Il 'contrasto tra Mondi' è diventato talmente stridente da infastidire anche un ‘sordo’. In un contesto che cambia possibilmente in ‘meglio’, occorre attendersi la manifestazione del ‘nuovo’ all’insegna di valori diversi rispetto al ‘vecchio’ o, meglio, rispetto all’attuale forma di paradigma. Osserviamo da vicino il meccanismo perverso del Pil, un sistema di calcolo tramite il quale la moderna economia ‘misura’ il livello di crescita o di 'de crescita' degli Stati e, dunque, del Mondo. 

Il Pil tiene conto di tutto, anche degli effetti nefasti che accadono nel Mondo. Per cui una guerra, paradossalmente e nel medio periodo, fa addirittura ‘bene’ al Pil di una Nazione. Logicamente ci sarà una Nazione che subirà e una che ‘godrà’ apparentemente della situazione. Pensiamo al meccanismo usuale messo in atto durante tutte le guerre:
  • uno Stato attacca un altro Stato per un certo ‘motivo’
  • la distruzione è più o meno distribuita
  • uno dei due Stati alla fine della guerra ha ‘vinto’
  • le politiche economiche si rimettono in moto per la ricostruzione di entrambi i Paesi.
Si distrugge per cambiare degli ‘assetti’ e per infine tornare a costruire. Non solo. Il Pil misura anche l’indotto economico generato dal malessere, dagli incidenti, dagli infortuni, etc. 

Maltempo, Adoc: ultimo weekend costato a romani 440 euro spese extra.
‘Il weekend di maltempo è costato in media 440 euro alle famiglie romane’. Lo sostiente Carlo Pileri, presidente dell'Adoc (Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori), che aggiunge: ‘Cento euro di spesa per l'acquisto delle catene, il cui prezzo è più che raddoppiato in concomitanza della neve, una vera e propria speculazione. Dato che le catene sono pressochè introvabili, soprattutto per le vetture più comuni, chi non ha potuto acquistarle ed è stato multato sarà costretto a pagare in media 250 euro di sanzione. L'allarme neve ha provocato anche un aumento dei prezzi dei beni alimentari, con un aggravio di spesa per i romani pari a 120 euro, il 30% in più di quanto normalmente speso mensilmente’.

Secondo il presidente di Adoc, inoltre, ‘il maggiore consumo di energia elettrica e gas ha comportato un aggravio di spesa pari a 50 euro, i rialzi della benzina fino a 1,85 euro al litro hanno causato un aumento della spesa pari a 80 euro, il prezzo di un pieno. Infine, per lavare le auto, sporcate da neve e sale, il costo è di 15 euro. Totale, quasi 450 euro di spesa in un solo weekend’.
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Il maltempo ha dunque generato un innalzamento del Pil. Ma è 'crescita' quella identificata dal Pil?

Quel denaro speso in più dalle famiglie viene registrato come ‘crescita’ dello Stato. È tutto misurabile in termini di maggiori o minori introiti, di proiezioni mancate o rispettate, di annunci superiori o inferiori alle attese. È tutto ‘relativo’ perché illusorio…

Riguardo alla spinosa vertenza greca, non ancora definita, Monti ha detto di non avere aspettative eccessive sul lavoro dell’Eurogruppo. Sono stati fatti sforzi importanti ed è importante raggiungere un accordo, ma quando qualcosa è meno atteso è più facile perseguirlo
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Questa frase suona un po’ sibillina, tuttavia ‘quando qualcosa è meno atteso è più facile perseguirlo’ equivale, secondo me, a mantenere lontana l’opinione pubblica da questioni troppo ‘delicate’ e relative al ‘controllo’ dell’opinione pubblica stessa. È l’applicazione consapevole di quel ‘distacco’, necessario al fine di non generare ‘potenziale superfluo’, per come lo intende il ‘virtuale’ Vadim Zeland

È l’assumere il proprio compito, lo stare nei ‘ranghi’ delle proprie mansioni, nella tranquillità che ciò che interessa accadrà. È una virtù dei ‘forti’, questa e, in soldoni, significa essere consapevoli del proprio potenziale di co creazione e del proprio ruolo.

Osserviamo il ‘vecchio’ come stenta a ‘lasciare andare’. Si ostina a radicarsi nella struttura energetica che sta lentamente ‘scivolando via’.

Codice disapplicato.
Premafin ha verificato la sussistenza, per gli amministratori non esecutivi, dei requisiti di indipendenza dichiarati. Il cda ha deciso di ‘disapplicare’, tra i criteri enunciati dal Codice di autodisciplina delle società quotate, approvato da Borsa italiana, quello che prevede che non possa essere considerato indipendente il soggetto che sia stato amministratore della società per più di nove anni negli ultimi 12, ‘ritenendo che la semplice durata dell`incarico, disgiunta da ulteriori elementi di valutazione nel caso concreto, non costituisca elemento idoneo di per sé a inficiare l`indipendenza di professionisti qualificati’…
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Questa è ‘paura’. Paura di perdere la posizione guadagnata nei livelli Antisistemici, per cui ci si ostina a circondarsi degli stessi individui ‘ci cui ci si fida’.

Da qualche settimana a questa parte sembra che gli investitori internazionali abbiano deciso che l’Europa non è più in pericolo, tanto che i mercati obbligazionari dell’area euro hanno fatto spallucce anche all’ipotesi di default della Grecia…
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Chi sono ‘gli investitori internazionali’? Essi hanno deciso che… 

Ci si rende conto, mediamente, che il Mondo è amministrato da ‘pochi’? Sembra una favoletta, ormai. Dirlo o scriverlo suscita esclamazioni del tipo: ‘Ancora con queste storie?’. 

Matrix has you.

Whitney Houston è stata trovata morta in un hotel di Beverly Hills. Aveva solo 48 anni. L'annuncio è stato dato dalla sua rappresentante, Kirsten Forster, che però non ha rivelato le cause della morte. La Houston lottava da anni contro la dipendenza da alcool e sostanze stupefacenti…
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Osserviamo le routine come siano ben radicate nel substrato delle 3d. Ecco il caso di un altro ‘Vip’ morto nelle consuete circostanze dubbie, atte a costituire un simbolo perpetuo da consacrare all’industria del business 'post mortem' a beneficio altrui

Anche lei, la tenera Whitney, che mi faceva battere forte il Cuore da adolescente, se n’è ‘andata’ in maniera tragica, nella solita camera d’Hotel. Bah. Pace a lei e grazie per quello che ha fatto di bello al Mondo intero.

Infine, vediamo come gli opposti si attirino e come il ‘paradosso’, per questo paradigma, governi le vicissitudini 3d:

la piccola era glaciale.
Tra la fine del 1200 e l'inizio del 1800 la Terra fu investita da una piccola era glaciale: un periodo di freddo intenso, con picchi da inverno Siberiano, che in alcune zone del pianeta rese la vita davvero difficile ai nostri antenati. 
 
Secondo uno studio condotto dall'Università del Colorado il calo di temperature fu innescato da un periodo durato circa 50 anni di massicce eruzioni vulcaniche nelle aree tropicali.
 
I ricercatori sono arrivati a questa conclusione grazie all'analisi di alcun reperti vegetali risalenti a quel periodo carote di ghiaccio prelevate in vari punti del Polo Nord e informazioni raccolte dai sedimenti lacustri.
 
Un modello realizzato al computer ha permesso di ipotizzare, circa 800 anni fa, un'attività vulcanica così intensa da diminuire l'insolazione del pianeta: il materiale emesso dai vulcani emise anche grandi quantità di solfati e aerosol che riflessero la luce del Sole verso lo spazio. 
 
'È la prima volta che qualcuno ha chiaramente identificato la causa fondamentale del periodo freddo che innescò la Piccola Era Glaciale', ha spiegato Gifford Miller dell'Università del Colorado.
 
'Le nostre simulazioni - ha spiegato il ricercatore - dimostrano che il freddo prodotto dai vulcani può aver innescato una reazione a catena che ha interessato i ghiacci polari e le correnti oceaniche diminuendone la temperatura generale e conseguentemente la loro attività'…
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Il freddo prodotto dai vulcani: che meraviglia di espressione!

Le eruzioni vulcaniche, ossia un simbolo di fuoco e calore, sono dunque in grado di procurare l’effetto opposto: il freddo. Tramite copertura della luce del Sole, ovviamente. 

È interessante questo accostamento di ‘valori’. 

Viene in mente la condizione geografica particolare, a cui abbiamo dato il nome, Islanda

una terra di fuoco e ghiaccio.

Un luogo della Terra che ricorda molto da vicino il simbolo dello Zen:


Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

venerdì 10 febbraio 2012

La dipendenza dal lavoro.




Somatizzare: trasformare uno stato (o meglio disagio) psicologico in una alterazione fisica della salute.
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Ciò che ‘respiriamo’ lo viviamo. È per via della legge frattale. 

Il rimpianto di aver lavorato troppo durante la propria esistenza.
In punto di morte quasi tutti rimpiangono di aver dedicato troppo tempo al lavoro. In vita mia ho lavorato troppo. Avrei preferito lavorare di meno e dedicarmi di più alla vita privata’. È questo uno dei rimpianti principali delle persone in punto di morte. A rivelarlo è un’infermiera australiana, Bronnie Ware, nel libro ‘The Top Five Regrets of the Dying’ (I maggiori cinque rimpianti delle persone che muoiono). 

Il testo è la trasposizione cartacea del blog della Ware, in cui l’infermiera aveva annotato le rivelazioni e i rimpianti delle persone morenti assistite nel corso della sua carriera professionale.

Tra i rimpianti, in posizione numero 2, subito dopo il desiderio inappagato di essersi comportati più in linea con la propria personalità seguendo meno le aspettative degli altri, c’è quello di aver lavorato troppo. ‘Si tratta di un rimpianto espresso da ogni paziente maschio che ho assistito come infermiera’, scrive Bronnie Ware. ‘Tutti dicevano di sentire la mancanza dell’infanzia dei propri figli o della compagnia della propria partner’. E la ragione del poco tempo dedicato a queste attività era appunto il troppo tempo passato a lavoro. 

Tutti gli uomini che ho assistito rimpiangevano moltissimo il fatto di aver speso la maggior parte della propria vita nella monotonia di un’esistenza fatta di solo lavoro’...

Le donne, insieme ai giovani, sono le persone che più rifiutano di sacrificare la vita familiare per il lavoro nello stesso modo in cui lo hanno fatto i loro genitori e i loro nonni. Secondo Gustav Grodnitzky, consulente manageriale specializzato in questi temi, all’idea di work-life balance (equilibrio tra lavoro e vita familiare), le giovani generazioni vanno verso una ‘blended life’, una ‘vita mista’ in cui, dice il consulente, ‘ogni attività ha senso ed è importante e non importa dove sia fatto il lavoro ma conta solo che sia fatto’.
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Il lavoro è una necessità per la ‘spina dorsale’ e dunque ha una valenza spirituale. Corrisponde a quel ‘lavoro’ interiore che dovremmo fare, che la Vita ci ricorda sempre per gran parte della sua lunghezza. 

Al di fuori della sfera spirituale il ‘lavoro’ 3d è una forma di schiavitù a norma di legge.

Non  importa che tipo di lavoro si faccia; potrebbe anche essere il più bello della Terra, ma rimane comunque una forzatura della nostra libertà. C’è tuttavia da chiedersi:

Senza lavoro e dunque padrone di tutto il mio tempo, cosa farei?’. Se abbiamo una risposta 'coerente e sostenibile', allora è possibile fare esperienza in quest'ottica di liberazione proattiva del tempo; se sentiamo sinceramente di non trovare nessuna risposta 'affine', allora è meglio essere disposti a lavorare ‘allineati e coperti’.

Senza un proprio ‘centro’, e senza lavoro, il rischio è quello di smarrirsi ancora di più.

Nell’Antisistema lavorano quasi tutti. I tassi di disoccupazione, seppure considerati alti, non costituiscono la maggioranza numerica, per cui la ‘schiavitù’ impera a livello medio nel Mondo. Sul punto di morte, poi, ci si lascia andare a talune considerazioni tardive, inerenti a quello che ‘non si è fatto in Vita’, lasciando il corpo carichi di ‘sensi di colpa’ e amarezza. 

Ciò equivale ad affermare che ‘non si è vissuti in pace con se stessi’. Una simile morte è fortemente magnetizzata sul timbro energetico negativo, per cui scontereremo nella prossima esistenza un ulteriore carico di vicissitudini o ‘lezioni’ di Vita e, se non sapremo porre 'rimedio' continueremo ad alimentare l'Antisistema.

La somatizzazione non avviene solo a livello fisico, ma anche a livello sovradimensionale. È come gettare le reti per poi issarle piene di ‘zavorre’ da smaltire in maniera articolata secondo l’esigenza del ‘Piano di Studio’. In generale si vive di corsa, tralasciando tutto ciò che passa in secondo piano, essendo il lavoro una parte preponderante del tempo concesso. 

Se pensiamo che l’altra parte da Leone la passiamo a dormire, è difficile farsi una ragione delle decine di migliaia di ‘giorni e notti’ trascorsi sulla Terra. Nel tempo libero che si fa? Tutto il 'resto', cioè si ammassa la rimanenza delle ‘cose’ nel tempo che viene concesso; come per i carcerati esiste l’ora d’aria, per i cittadini esistono ‘le ore d’aria’.

Ovviamente non veniamo mai dimenticati nemmeno in quelle circostanze, infatti ‘tutto’ ruota attorno al nostro tempo libero. La ‘libertà’ va saputa padroneggiare, altrimenti si corre il rischio di perderla, perdendosi nella libertà. Non sapendosi amministrare. Abusando della libertà.

Ossia il 'leitmotiv' della situazione che ha generato l’attuale crisi economica globale, nata da un eccesso di libertà conferita all’operato di Banche & Co. Persone? Certo. Ma non solo…

Quando si sente dire che la Grecia ha fatto grandi sacrifici, perché ha lasciato senza lavoro decine di migliaia di dipendenti statali, migliorando così i propri conti, si vede un solo lato della medaglia. E tutta quella gente disperata? Il lavoro è ormai come una ‘dipendenza’, dato che l’alternativa si è dissolta

La gente cerca il lavoro, non perché ne ha bisogno per vivere, ma perché non vede l’alternativa. È gioco forza lavorare. L’alternativa è semmai quella di rubare. Cosa ‘no buona’, vero? 

E sì, perché un’educazione ce l’hanno data per bene e sappiamo alla lettera cosa fare e cosa non fare. Eppure le figure ombrose viste nei film sono sempre molto gradite. Perché? Perché incarnano quella libertà ‘sincera’, che è anche nostra ma che non possiamo incalzare nella Vita di tutti i giorni perché siamo schiavi pagati per essere schiavi

Abbiamo le ‘cannette’ eteriche piazzate nei centri opportuni e puntualmente l’energia viene prelevata da noi, lasciandoci quella dose necessaria per ‘non morire’. 

Bce: Draghi prepara trasfusione a banche, ma vuole più prestiti.
Impazza l'acquisto di ‘bond perpetual’ da parte delle banche che si ricomprano queste obbligazioni irredimibili emesse a suo tempo con prezzi vicini al valore nominale di rimborso (100), ma oggi con quotazioni di mercato inferiori di qualche decina di centesimi. 

Una plusvalenza che gli istituti di credito possono poi imputare al patrimonio netto rafforzando i propri coefficienti patrimoniali. Insomma, Draghi prepara la nuova maxi-trasfusione e spera che una buona parte di questo denaro sia poi convogliato dagli istituti di credito verso l'economia reale, soprattutto ora che ‘il maquillage’ bancario è a buon punto.
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Titoli irredimibili: titoli obbligazionari che hanno una d infinita perché offrono il pagamento degli interessi per un periodo illimitato, senza restituire mai il capitale Traente...
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Ho sempre più il sospetto che la crisi sia pilotata e che la situazione non sia per nulla sfuggita di mano. Sembra tutto così ordinato e ammansito. Anche un grafico di Borsa, a livello tecnico, è ordinato, seguendo impostazioni teoriche che si concretizzano tramite una concertazione perfetta da Mercato a Mercato. 

Una sincronia sinfonica. 

Sale questo e si abbassa quello; il tutto alla velocità della luce. Infatti i movimenti che contano durante la giornata avvengono molto velocemente, secondo schemi logici persino diabolici per astuzia e conoscenza dell’inconscio collettivo.

Dato che in Borsa per chi vince c’è chi perde, e dato che chi perde è sempre il ‘Parco Buoi’, mi chiedo allora chi ha incassato tutto il denaro ‘perso’ durante la diminuzione di capitalizzazione delle Borse. Dai… i soliti noti. No? E chi altri, se no.

Per cui la crisi è un modo ciclico di fare soldi e di ‘lavare’ il passato, riproponendolo sotto altre vesti ma ancora valorizzato dalle sue fattezze storiche. Dunque? 

Squadra che vince non si cambia. 

Perché dovrebbero cambiare modo di 'fare', visto che ha reso così bene per tanto tempo? No, servirà qualcosa di molto più incisivo per obbligare l’Antisistema a mutare di polarità. Che cosa? Ad esempio, un cambio di paradigma sul modello della centesima scimmia, ossia orchestrato dal ‘basso’, in maniera tale che tutto il ‘resto’ si debba adattare o scomparire

E l’adattamento, nel tempo, significherebbe sviluppare nuove abitudini. Dipende da noi. cosa scegliamo di fare?

Contrariamente a una convinzione diffusa, la questione fondamentale e realmente controversa della politica non è la libertà, la giustizia o l'uguaglianza. Questi sono problemi derivati. La questione fondamentale è la scelta – cioè chi sceglie cosa per chi – e ciò che riteniamo vero relativamente alla scelta determina anche quale teoria politica possiamo o meno accettare. 
 
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 9 febbraio 2012

Giudicare il 'gioco d'azzardo'.




Il gioco d’azzardo è 'giudicabile'? A quanto pare sì, perché in Italia esiste il ‘giuoco’ d’azzardo illegale e legale

L’ago della bilancia è apparentemente lo Stato. 

In realtà sono gli ‘interessi’ ad esserlo. Ancora più in profondità è l’indole umana e il suo controllo sottile sovradimensionale ad opera di entità parassite.

Lo so che iniziare un articolo utilizzando il concetto di ‘entità parassita’ equivale, per SPS, a darsi la ‘zappa sui piedi da solo’, nel senso che il 90% delle persone che iniziano una lettura, che può risultare accattivante osservando la coppia ‘immagine + titolo’, caratterizzata da una simile visione ‘sfuggevole’ per il punto di vista della consuetudine 3d, è ‘logico’ che chiudano quasi immediatamente la pagina di questo Blog. Ma non importa. È questione di tempo, come per ogni accadimento: una questione di tempo.

Prima o poi accadrà che la gente inizi ad approfondire questo argomento, a prima vista, ‘paradossale’ chiamato 'Vita'. La gente è controllata dal ‘paradosso’ e vede tutto il resto ribaltato a 180 gradi.

Il Casinò di ‘xxx’ è legale, perchè autorizzato e certificato da AAMS.
Ogni tua giocata per soldi veri viene registrata presso i Monopoli di Stato per poter essere verificata in ogni momento e anche se il gioco in corso dovesse interrompersi per qualunque motivo, nessuna giocata andrà persa.

Espressioni pubblicitarie di questo tipo se ne leggono a ‘mazzi’ in ‘Rete’. La ‘Rete’ è Internet, ovviamente, e in questo caso si tratta di una vera e propria ‘rete’ da pesca, essendo universale il 'collegamento' tramite dispositivi informatici.

Il controllo sui minori è una barzelletta e persino quello sulle persone ‘malate di gioco d’azzardo’ e, in generale, di ogni tipologia caratteriale ad alto ‘rischio’.

Azzardo deriva dall'arabo 'az-zahr', che significa 'dado', infatti, i più antichi giochi d'azzardo si facevano utilizzando dei dadi. Il gioco d'azzardo consiste nello scommettere denaro o altri beni sul futuro esito di un evento: per tradizione le quote si pagano in contanti, e il saldo di eventuali debiti deve avvenire entro le 24 ore.

Il giocatore d'azzardo può essere chiunque.
 
In genere questo evento, può essere un gioco di società come la roulette o l'ordine di arrivo di una gara, come le corse dei cavalli, ma in linea di principio qualsiasi attività che presenti un margine di incertezza si presta a scommesse sul suo risultato finale, e quindi può essere oggetto di gioco d'azzardo. Nella rete, il gioco d'azzardo prospera: oltre ai casinò virtuali esistono siti con le recensioni di questi ultimi, comunità di giocatori e forum di discussione dedicati ad appassionati scommettitori.
 
In Italia la legislazione permette il gioco, le scommesse e le lotterie solamente se svolte in modo autorizzato dall'autorità pubblica. Il gioco d'azzardo è in generale vietato nei locali pubblici, secondo la tabella dei giochi proibiti.
 
Il gioco è in ogni caso da considerarsi contratto aleatorio.
 
Il gioco d'azzardo può diventare in alcune persone una vera e propria patologia, detta ‘gioco d'azzardo patologico’, diagnosticabile e curabile attraverso un'adeguata psicoterapia, che le spinge a giocare in maniera compulsiva e per vivere l'eccitazione del rischio, che spesso è tanto più forte quanto più alta è la posta: anche se queste persone sanno perfettamente come funziona il mondo del gioco d'azzardo, continuano a giocare senza riuscire a fermarsi, che stiano vincendo o perdendo, finché non hanno perso tutto quello che potevano giocare. 

Per questo molto spesso si dice che chi è malato di gioco d'azzardo in realtà non gioca per vincere, ma per perdere.
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Smembriamo la citazione precedente in questo modo:
  • il giocatore d'azzardo può essere chiunque
  • in linea di principio qualsiasi attività che presenti un margine di incertezza si presta a scommesse sul suo risultato finale, e quindi può essere oggetto di gioco d'azzardo
  • nella rete, il gioco d'azzardo prospera
  • in Italia la legislazione permette il gioco, le scommesse e le lotterie solamente se svolte in modo autorizzato dall'autorità pubblica
  • il gioco d'azzardo può diventare in alcune persone una vera e propria patologia, detta ‘gioco d'azzardo patologico’
  • anche se queste persone sanno perfettamente come funziona il mondo del gioco d'azzardo, continuano a giocare senza riuscire a fermarsi, che stiano vincendo o perdendo, finché non hanno perso tutto quello che potevano giocare
  • chi è malato di gioco d'azzardo in realtà non gioca per vincere, ma per perdere.
Dunque:
  • potenzialmente chiunque è un ‘giocatore’
  • qualsiasi attività si presta a ‘essere giocata’
  • in ‘Rete’ il ‘gioco’ prospera, ossia è liberamente aperto a chiunque
  • lo Stato decide cosa è legale e cosa non lo è. Ma su quale base?
  • L’azzardo è una ‘malattia’ sociale
  • I giocatori perdono.
Dove si trova la via d’uscita da questo ‘labirinto’, una volta che si entrati? Certamente l’uscita non è da ricercare al di ‘fuori’ ma ‘dentro’ di sé. Fuori esiste solo l’Antisistema che prende l’ammalato, gli dona una parvenza illusoria di guarigione e lo mantiene in Vita in uno stato molto simile a quello ‘vegetale’. Il frattale è la lobotomizzazione

Lo Stato è un veicolo del Controllo. 

Un veicolo a cui si ‘crede’, anzi, a cui si deve credere. Provate a fare il contrario. Vi ritroverete addosso non solo lo Stato ma anche la ‘gente’. Ricordate? L’Agente Smith è potenzialmente in ognuno di noi.

Fare il ‘contrario’ significa forzatamente fare ‘male’? 

Ci sono talmente tante situazioni paradossali da far accapponare la pelle. Mancherei di rispetto nei confronti dei lettori facendo degli esempi. Mi limito ad evidenziare che SPS è pieno di ‘esempi’ a tal proposito.

Tassi fermi all'1%, Grecia maggior urgenza Bce.
La Banca centrale europea, come da attese, non tocca i tassi di interesse che restano all'1%. Poco prima la Banca d'Inghilterra ha confermato il tasso d'interesse di riferimento allo 0,5%, ma il programma di quantitative easing, con cui l'istituto compra bond stampando moneta fresca per sostenere l'economia, è stato aumentato di 50 miliardi di sterline portandolo a un totale di 325 miliardi…
Link 
 
Ecco il frattale più evidente del ‘gioco d’azzardo’. Leggete questa porzione di notizia:

il programma di quantitative easing, con cui l'istituto compra bond stampando moneta fresca per sostenere l'economia

Il nome di un ‘concetto’ che sfugge: ‘quantitative easing’. L’effetto è apparente, ossia di mantenere lo 'status quo', che la ‘crisi’ sta sollevando per aria o, semplicemente, evidenziando a livello d'incongruenza. Cosa fanno?

Comprano Titoli Governativi, alias debito, lo immagazzinano in attesa di decidere cosa farne e stampano nuovo denaro da rimettere in circolazione. Siamo alla 'pazzia pura'. Questo è il meccanismo che sta mantenendo un surrogato vitale nelle ‘vene’ del castello di carta eretto sul meccanismo della ‘leva’. 

La notizia ha fatto schizzare le Borse al rialzo, come se ci fosse da festeggiare. È tutta speculazione che si muove nei mercati internazionali, altro che 'il buon imprenditore' che crede nella quotazione della propria azienda a fini proattivi. Le buone aziende sono fuori dalle Borse. Quelle ‘sane’ ne fanno a meno. Quelle ‘non troppo grandi per fallire’ ne stanno lontane.

La ‘legge è uguale per tutti’? Non vedo nessun frattale in circolazione che attesti questa pseudo verità. Ripeto: non vedo nessun frattale che lo testimoni. Non mi basta quello che pensa l’establishment o la 'gente incantata'.

L'anglicismo establishment, letteralmente ‘organizzazione’, se utilizzato nella lingua italiana è un termine col quale ci si riferisce alle classi dominanti e alle strutture che queste controllano. Si può quasi sempre agevolmente sostituire con sistema, sistema politico o con altra specifica aggettivazione in caso di ambiguità. 

Un sistema politico si differenzia dallo Stato perché è un sistema di interazioni e non un'organizzazione in senso stretto.
 
Col termine si descrivono gli interessi delle élite nelle singole Istituzioni. Per esempio, si dice spesso dei politici che debbano ottenere l'approvazione dell'’establishment dei partiti’ per essere eletti.
 
Sociologicamente, chi non ne fa parte è un ‘outsider’.
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Capite? 
  • un sistema di interazioni e non un'organizzazione in senso stretto
  • col termine si descrivono gli interessi delle élite nelle singole istituzioni.
Se cambiamo il termine ‘Sistema’ con ‘Antisistema’, il ‘gioco’ è fatto.

L’Antisistema: un Sistema di interazioni in cui una ‘elite’ ha il controllo delle Istituzioni, le quali vengono utilizzate per ‘scrivere’ gli ordinamenti e le leggi per la massa, ossia per i ‘lapis magici’ attraverso i quali predeterminare il futuro vivendo il presente.

Le ‘elite’ umane sono a loro volta sotto l’influsso di controllo sovradimensionale.

Osserviamo come la prospettiva cambi dalla sera alla mattina, quando cade una ‘cupola’:

Maldive, scontri a Male, Nasheed: costretto a dimissioni.
Il presidente uscente delle Maldive, Mohamed Nasheed, ha detto oggi di essere stato costretto alle dimissioni, ieri, sotto la minaccia delle armi, e le sue parole hanno innescato proteste e scontri di piazza tra polizia e manifestanti…
 
Sono stato costretto a dimettermi sotto la minaccia delle armi... ero circondato dai fucili e mi hanno detto che non avrebbero esitato a usarli contro di me, se non mi fossi dimesso’, ha detto oggi Nasheed ai giornalisti.
 
‘Faccio appello al ministro della Giustizia a indagare su chi c'era dietro il golpe. Cercheremo di fare del nostro meglio per riportare al potere il governo legittimo’.
 
In precedenza, il nuovo presidente Mohamed Waheed Hassan Manik - fino a ieri vice di Nasheed, considerato colui che aveva riportato la democrazia nell'arcipelago dell'Oceano Indiano - aveva invece assicurato di non essere andato al potere grazie a un colpo di stato e che la successione è in linea con la costituzione.
 
Waheed, alla sua prima conferenza stampa da capo dello Stato, ha detto di aver discusso con tutti i partiti e che in pochi giorni si conosceranno i nomi dei nuovi ministri.
 
Il neo-presidente ha negato che ci fosse un piano per costringere alle dimissioni Nasheed, il cui partito invece insiste che si sia trattato di un golpe. ‘Sembro qualcuno che provocherà un colpo di stato?’, ha chiesto Waheed. "Non c'era alcun piano. Non ero per niente preparato".
 
A far scattare le proteste che ieri poi hanno portato agli scontri e alle dimissioni del presidente, era stato l'ordine di Nasheed di arrestare un giudice, che accusava di bloccare inchieste di corruzione relative a membri del governo dell'ex presidente Maumoon Abdul Gayoom.
 
Dopo essersi dimesso, Nasheed è rimasto per qualche ora sotto la custodia della polizia e poi è stato liberato. In un comunicato, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha detto di sperare che ‘il passaggio dei poteri, che è stato annunciato come un passo costituzionale per evitare ulteriori violenze e instabilità, porti a una soluzione pacifica della crisi politica che ha polarizzato il Paese’.
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Mi viene il voltastomaco e devo stare attento a non respirare questa energia. Ecco che colui che aveva il potere ieri, oggi è addirittura un ‘pericolo pubblico’:

Maldive, mandati d'arresto per ex-presidente Nasheed, ministro Difesa.
Un tribunale delle Maldive ha emesso un mandato di arresto per l'ex-presidente Mohamed Nasheed e l'ex-ministro della Difesa, per delle accuse ancora poco chiare.
 
Lo ha detto un rappresentante del Partito democratico delle Maldive, formazione di Nasheed. ‘E' stato emesso un mandato di arresto per lui e il suo ex ministro della Difesa’, ha detto a Reuters Adam Manik, funzionario del partito. ‘Non abbiamo idea (di quali siano le accuse)’.
 
Polizia e soldati starebbero andando ad arrestare Nasheed, che ha appena incontrato una delegazione del Commonwealth per trovare una soluzione alla crisi politica seguita alle sue dimissioni di martedì, che Nasheed stesso ha definito un colpo di Stato.
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La ‘cupola’ che cade è un pezzo di Antisistema che alterna una spira di potere all’altra, come facendo pulizia. L’energia è aggregata in ‘marchi’, ossia in ‘pacchetti’ stabili collocati con chiari scopi. Quando un ‘marchio’ perde in stabilità e inizia a dare segni di ‘sfiducia’, significa che la sua funzione ammaliante sulla massa sta venendo meno e deve essere sostituito al più presto dall’apparato Antisistemico di turno:

cos’è un marchio.
Sono parole, nomi, disegni, loghi, colori e suoni. Oppure, tutte queste cose insieme. Il mondo dei marchi è ovunque: oggetti, servizi, o anche certificazioni d'origine. 

Dotati di significato, come fossero ideogrammi, creano (o confermano) idee e associazioni mentali sulla marca (o del brand, che è - più o meno - la stessa cosa) e sono regolati da un sistema di norme e limitazioni che si pongono prima del momento della loro registrazione, e anche dopo.
 
Non è strano. Il marchio ha una funzione importante: riassume in sé un prodotto, o un'intera azienda. Meglio ancora: riassume l'idea che l'azienda vorrebbe dare di sé (anche se, a volte, le idee che si impongono sono diverse). 

Il marchio, allora, è il simbolo di quest'idea (o insieme di idee) che a loro volta costituiscono la marca. Un'esigenza sentita dal produttore, che vuole stabilire un rapporto preciso con i consumatori, e dal cliente, che in questo modo sa cosa può aspettarsi da un'azienda o un prodotto, perché lo riconosce dalla marca.
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  • l'idea che l'azienda vorrebbe dare di sé. 
  • il marchio, allora, è il simbolo di quest'idea (o insieme di idee) che a loro volta costituiscono la marca. 

La ‘marca’ è il timbro energetico sullo ‘sfondo’, ossia l’intenzione parassitaria mascherata da quello che si crede un innocuo ‘monito grafico/letterale’.

Perché fa così freddo?
Se questa perturbazione gelida sia un segnale del clima che cambia è ora oggetto di dibattito, così come l'eventualità che i prossimi inverni siano particolarmente freddi come questi. Al momento ci sono solo teorie

Tra queste c'è quella cosiddetta della compensazione, secondo la quale questo freddo sarebbe la risposta del nostro pianeta al riscaldamento globale

Questa tesi, partendo del presupposto che la Terra si stia riscaldando da oltre un ventennio, sostiene che inverni eccezionalmente rigidi e nevosi siano l'effetto di una sorta di meccanismo di compensazione alle temperature globali medie sempre più alte…
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La ‘compensazione’ è la biodiversità: una legge Cosmica

Più in generale, questo dibattito è basato su ‘aria fritta’, allo stesso modo di tutto quello che può sostenere SPS. Eppure questa tesi ha 'credito indotto', agli occhi della massa, mentre il concetto di 'Antisistema' e di 'entità parassita' sembra una ridicola barzelletta. Bah… Ognuno è libero di credere a ciò che vuole, è vero ma: 

la verità è che non si è liberi di credere a quello che si vuole

La strategia è talmente profonda da risultare, nelle 3d, perfettamente invisibile.
  
Cosa è successo alla Protezione Civile.
Prendersela con la Protezione Civile per i mancati interventi nelle calamità che azzoppano il Paese, forse, è troppo facile. O almeno cosi sembra valutando i cambiamenti dovuti alla legge 10 del 2011 che, di fatto, non rende più operativo l’ente durante le emergenze

Dopo anni di sprechi e super poteri, è arrivata la stagione delle ingessature decisionali e di spesa, che ne limitano il potere d’intervento. Come ha fatto notare l’ex direttore del Sisde, già prefetto, Franco Gabrielli, che ne è attualmente a capo, durante l’emergenza romana la macchina della Protezione Civile non ha funzionato, perché non messa in condizione di farlo

Il prefetto, dodici mesi fa, si chiedeva anche dove andassero a finire le responsabilità delle rappresentanze intermedie, e non solo quelle del Dipartimento e del volontariato. Ovvero, i sindaci che ‘hanno incarichi importanti in materia ma raramente ne sono consapevoli’… 

Come mai molti governatori di regione durante il maltempo non hanno chiesto lo stato di emergenza? 

Perché lo stesso determina un immediato innalzamento delle accise sulla benzina, che certo non fa piacere data la congiuntura e non è moneta spendibile, verso l’elettorato, al prossimo giro di votazioni

Il cittadino paga sempre insomma, sia per la calamità evitata sia per quella in atto ma che non può essere contenuta se prima il Ministero dell’Economia non approva di elargire il denaro del contribuente stesso.
 
E intanto, una delle poche eccellenze italiane rimaste, cede il passo alla malapolitica.
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Penso che questa porzione di citazione parli da sola. L’effetto sottile del 'controllo', causa tutti gli effetti 3d. L’astrusità del Mondo deriva da ‘lì’ (ma ricordiamo sempre che il tutto nasce da noi).

Ogni persona presa singolarmente è un gioiello. Tutte insieme creano il caos. Caos apparente, perché in realtà è tutto perfettamente ordinato secondo funzioni specifiche, appunto, mai lasciate al caso.

Caos è il nome che indica un peculiare pre-oggetto del mondo nella sua totalità e del signoreggiare cosmico.
Martin Heidegger

Il caos è un nome per ogni ordine che causa confusione nelle nostre menti.
George Santayana

Il caos è una sensazione dell'uomo. Il mondo altrimenti è costituito da armonia e ordine.
Evangelion: 2.0 You Can (Not) Advance

In ogni caos c'è un Cosmo, in ogni disordine un ordine segreto.
Carl Gustav Jung

Se introduci un po' di anarchia... se stravolgi l'ordine prestabilito... tutto diventa improvvisamente caos. Sono un agente del caos. E sai qual è il bello del caos? È equo!
Il cavaliere oscuro

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com