venerdì 25 marzo 2016

Una strana normalità (2)


 

“Qua, così”… la storia continua a ripetersi, ossia “la storia si ripete”. 
Ma, lo farebbe in ogni caso. Anche “qua, non così”.
Perché? Perché è insita, nella “creazione”, quella molla che rende tutto un “riflesso… ad immagine e somiglianza”.
Si potrebbe insistere e ritenere/percepire che, lo strumento per la creazione sia, ad un livello al di là dell’apparenza (macro, micro), proprio ciò che – per ogni aspetto inferiore o “umano, ‘qua così’” – non risulta essere percepito come tale e cioè:
  • la “leva”, che permette – con “agio” – di terra riformare un intero ambiente (a prescindere dalla sua estensione).
In SPS, è emersa (accortezza) la meccanica frattale espansa, a capo di ogni “cosa”.
Qualcosa che risale ad una tecnologia infrastrutturale, che riguarda/abbraccia tutto… ma a livello di “creazione ambientale potenziale (spazio sostanza per il contenitore)”.
Ossia, un simile evento creativo è più simile ad un progetto complessivo, che prende in esame qualsiasi tipo di possibilità, sempre previsto “in potenza” e dipendente dal “come le cose si radicheranno e si svilupperanno, in forza di eventi lasciati liberi di accadere, da una ragione fondamentale che sviluppa interesse in tutto questo, a prescindere dalla forma che prenderà”.
La tecnologia non ricordata, dagli umani ivi contenuti, è quella che “probabilmente non hanno mai nemmeno conosciuto”, essendo asset nel/del “progetto”.
  

giovedì 24 marzo 2016

Strano per strano? "Normale"... (1)



Il Bollettino SPS, di oggi (e domani), è… “strano”.
Seguirà un filone ben preciso (ma la stranezza non è questa).
E seguirà l’argomento in maniera tale da rendere “meno noiosa” la lettura della “definizione legislativa di un atteggiamento antipatico, che caratterizza le banche”.
Un mix “legale/illegale”, che galleggia sempre “a metà” e che, quindi, alla fin fineassumi, per asfissia, come “normale/legale”:
l’anatocismo bancario e l’usura (che lo segue come un’ombra).
Se ce la fai a terminare la “lettura”, e non sei un “addetto ai lavori”, allora… “tanto di cappello”. Solitamente, argomenti come questo – se proprio “non ci sei dentro, mani e piedi” – li eviti come la peste, perché… ti risultano poco comprensibili, poco digeribili, poco pocoassurdi.
Ti accorgerai che, pur – la legge – facendo chiarezza, non c’è mai autentica… chiarezza. E che... la sostanza dei fatti propende – sempre – verso la “parte più forte, ‘qua così’”: quella bancaria.
Perché? Come mai? Per quale arcano motivo?
  

mercoledì 23 marzo 2016

Fino alla fine, che non arriva mai.


 
Chi non muore, si rivede”. Questo vale solo per te, perché il Dominio non lo vedi ugualmente.
La “scusa” è sempre la stessa:
è nato prima l’uovo o la gallina?”.
Quindi, “non avendo, tu, una risposta esatta (e “riconosciuta ufficialmente dalla scienza deviata e dalle autorità”)” consegui in un loop, che chiami “realtà”.
  
La realtà è, però, questa:
  • senza un tuo orientamento esatto (la tua memoria, la tua esperienza pregressa)
  • dipendi, da ciò che ritrovi sempre in loco “qua, così”
  • la "portante" è, dunque... "l'esserci sempre".
Lo status quo è mancanza sostanziale di alternativa, tra le scelte che la “società” ti chiede di compiere. Scelte che, volente o nolente, devi “prendere”, una volta giunto/a in pre determinati punti della “tua” vita.
Qualcosa che accomuna la Massa e che, per questo, sembra anche costituire un “passo obbligato”. Ma non c’è nessun obbligo. Non esiste nessuna tappa, nessun dovere, nessun "obiettivo", nessuna legge divina che ti forza in tal modo.
Fai tutto da te. Convinto/a del contrario e... convinto/a dallo status quo.
Certo, sei sempre libero/a, di “non fare questo o quello” ma, in questo modo, a cosa ti esponi… quando tutti gli altri o la “gran parte”, invece, si adegua?
Ti esponi (rischi) al metterti in contrasto, anche se sei animato/a dalle migliori intenzioni.
  

martedì 22 marzo 2016

I droni della morte (parte 3)



Ritornare “indietro nel tempo”, serve per rendersi conto e, così, per mettere a fuoco (migliorare) le “cose”, ossia, la prospettiva… per mezzo della quale si inquadra la realtà manifesta.
Ora, tu, potrai obiettare che “non è possibile ritornare indietro”.
Vero?
Ne sei proprio certo/a?
 
Dunque. Ad esempio, quando trovi una vecchia copia di un quotidiano (nel quale è descritta, da una certa prospettiva, la “storia di quel determinato giorno”, seguendo una articolazione locale, nazionale, internazionale, scandita per punti cardinali, scelti come rappresentativi del processo “evolutivo, situazione per situazione”), a cosa “accedi, di fatto”?
Ad una vera e propria “macchina del tempo”.
Se ti identifichi col “viaggiare nel tempo”, ti accorgerai che, allora, “è proprio possibile”.
Cioè, se inquadri la situazione dalla prospettiva frattale espansa (tutto ha un significato “altro”, interconnesso al tutto, dettaglio per dettaglio, livello per livello), puoi riuscire a comprendere – quindi – quanto sia in realtà possibile “viaggiare a ritroso nel tempo”. Perché? Perché quella vecchia copia di giornale, che tieni distrattamente gettato in cantina (magari “perché può sempre servire… per incartare barattoli di conserva da regalare a Natale”), rappresenta proprio il potenziale di “ciò che puoi fare/essere/sei”.
Memoria frattale espansa = registro dati, “di tutto quello che è successo”.
  

lunedì 21 marzo 2016

La free energy de’ noantri (8) e “I droni della morte” (parte 2)


Non può andar bene… non saperlo?”.
Anesthesia
Rispondi “di tuo”, se ci riesci. Ti può “andar bene”? Che ne dici? Che ne pensi? Ti senti affine a quel Cypher di Matrix?
L'ignoranza è un bene...”.
Cypher
Liberati? Questa la chiami libertà? Fare solo quello che lui mi dice di fare. Se dovessi scegliere fra questo e Matrix, bè... sceglierei Matrix...”.
Cypher
La “liberazione, ‘qua così’” è sempre di parte.
C’è sempre interesse, al di sotto (o al di sopra). C’è anche un detto “cadere dalla pentola nella brace”. Qualcosa che ti “ammonisce” a far luce, a non dipendere, a credere in te stesso/a. Quale liberazione può esistere, quando non credi nemmeno di essere in “gabbia”?
- Io non voglio ricordare niente. Niente. Sono stato chiaro? E voglio essere ricco. Non so, una persona importante. Un grande attore.
- Tutto quello che desidera, signor Reagan.
- D'accordo. Riportate il mio corpo alla centrale, reinseritemi dentro Matrix e vi dirò tutto quello che volete…
Cypher
Fra il tempo in cui l'oceano inghiottì l'Atlantide e il sorgere dei figli di Aryas, vi fu un'era aldilà di ogni immaginazione. L'era in cui…”.
Conan il barbaro
Che cosa ne è stato della tua “memoria”?
Quale trauma/trama te la “portata via”?
Sei abituato/a a credere che il “tuo” inconscio “veli il passato, per il tuo bene”, per farti dimenticare un episodio troppo brutto per essere vero. Ma… se “ora” non ricordi il motivo per il quale “vivi in un modo ed in un mondo simile”, allora:
  • come puoi riuscire a scegliere, anche prendendo in causa l’alternativa sostanziale”?
È doloroso il ricordare tutto? Ed il “non ricordare la pietra angolare del ‘tuo destino’, come può essere”?