giovedì 19 maggio 2011

Cupole d'energia del pensiero e lavoro.




Esistono addensamenti di energia che danno luogo a sistemi di potere. L’energia viene polarizzata attraverso l’intenzione e la forma geometrica delle idee o radionica del pensiero. 

Per fare questo occorre un ‘osservatore esterno’. 

Se il massimo osservatore corrisponde al Creatore, da cui s’emana il Piano Divino, frattalmente si diramano a cascata le medesime peculiarità ad ‘immagine e somiglianza’ su ‘attori’ via via ‘diversi’. A livello di comunità sociali si sono create delle immagini pressochè statiche di quello che 'è' ogni ambito dello scibile

Laddove non si riesce ancora ad abbracciare concetti o misure troppo grandi e lontane, ci siamo costruiti dei fermo immagine che delimitano uno spazio ancora da ‘conquistare’, allo stesso modo del mettere un cartello sul finire di una strada in costruzione; un cartello di avviso che i lavori non sono ancora terminati e che è pericoloso proseguire oltre: le famose Colonne d’Ercole


Quando giungiamo in prossimità di quel punto e ci fermiamo, ci accorgiamo anche che ‘non c’è nessuno al lavoro’. Ossia il ‘cantiere’ è desolatamente vuoto. E allora? 

I lavori non sono ancora terminati ma nessuno sta lavorando e noi dobbiamo passare da quel punto per raggiungere la nostra meta.

L’immagine che abbiamo davanti è illusoria. Ci dice sottilmente di tornare indietro. Rimanda il nostro passaggio perlomeno sino alla data della conclusione dei lavori che, altri, qualcuno diverso da noi deve ancora compiere. Cosa facciamo? Quello scenario ci rappresenta in qualche modo, oppure è solo un ologramma illusorio, proprio come potrebbe esserlo una locandina di un nuovo film previsto in prossima uscita?

Il lavoro che devono compiere altre persone ci permetterà di passare da quel punto, ma, se questo lavoro non giungesse mai a termine? Quanto tempo aspetteremmo per niente? Ecco quello che succede al giorno d’oggi. Siamo in stand-by, in attesa che qualcuno apra la strada, rinunciando ad aprirla in prima persona… manca il coraggio, il senso dell’avventura

Proprio ciò che ha da sempre contraddistinto il genere umano.

È proprio così? Pensiamoci bene. Quando si dice ‘io sono buono e calmo, ma se mi fanno girare le scatole divento una belva’, cosa intendiamo? Forse che stiamo attendendo proprio l’avvento di una persona che ci ‘pungoli’ per fare qualcosa, per risvegliarci? E se non arrivasse mai? 

Rimarremmo ‘buoni e calmi’ per tutta la Vita? 

Se questo 'rimanere in quiete’ corrispondesse solo alla risultante di un lucido comportamento del ritenuto ‘altro’, cosa avremmo ottenuto? Di rimanere ingabbiati in noi stessi

La lungimirante opera di un certo potere sottile di ‘non offendere’ direttamente, di non gettare mai il guanto della sfida, di non affrontarci muso a muso, ma bensì di aggirare le nostre difese, come fece Hitler con la linea Maginot, dove ci potrebbe avere condotto? Su una ‘via’ parallela a quella che avremmo dovuto imboccare; una via in cui spazio e tempo sono stati clonati dall’originale e mutati nelle chiavi geometriche vibratorie che ‘ci hanno’. Dunque? 

Cosa esiste al di fuori di questo scenario?

Questo è Struttura, il nostro programma di caricamento. Possiamo caricare di tutto: vestiti, equipaggiamento, armi, addestramento simulato. Tutto quello di cui abbiamo bisogno.
 
Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com'era alla fine del XX secolo. E che ora esiste solo in quanto parte di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo.
   
Benvenuto nella tua desertica nuova realtà.
 
Matrix è un sistema, Neo. E quel sistema è nostro nemico. Ma quando ci sei dentro ti guardi intorno e cosa vedi? Uomini d'affari, insegnanti, avvocati, falegnami.... le proiezioni mentali della gente che vogliamo salvare. Ma finché non le avremo salvate, queste persone faranno parte di quel sistema, e questo le rende nostre nemiche. Devi capire che la maggior parte di loro non è pronta per essere scollegata. Tanti di loro sono così assuefatti, così disperatamente dipendenti dal sistema, che combatterebbero per difenderlo.

Sai cosa dice quella scritta? Temet NosceConosci te stesso.
Morpheus a Neo – Matrix
Da Wikiquote 
 
La scelta a cui neo viene chiamato, da Morpheus, lo pone davanti al colore delle pillole.

È la scelta del colore o del contenuto della pillola?

Quanto incide sulle nostre scelte l’apparenza legata, ad esempio, al colore di una ‘immagine’? Chi riesce ancora a scegliere in base al contenuto? Non ci si ferma quasi sempre all’estetica di una ‘situazione’? Solitamente una strada sbarrata ci veicola a tornare indietro, proprio come descritto in Truman Show. In questa vera e propria abdicazione da noi stessi s’inserisce un tarlo che potenzia il segnale veicolato dalla classe energetica/emotiva della paura. È un carico da 90 che non fa altro che aumentare la ‘dose’ di paura introdotta in noi

Quando riusciamo a vincere la funzione illusoria di quel cartello? Quando non abbiamo più nulla da perdere. Quando una malattia ci sta per ‘portare via’, ad esempio. Quando un dramma ci ha tolto tutto quello che pensavamo di possedere, compresi gli affetti familiari.  

Dinnanzi a quella situazione non esiste più nessun cartello che ci può fermare perché abbiamo smesso di identificarci con un fermoimmagine di noi stessi

Noi siamo mutevoli, rispondiamo agli stimoli dell’Anima. Una illusione, un incantesimo non può fermarci per troppo tempo. Siamo un fiume perennemente in piena, inarrestabile proprio come lo è la Vita che possiamo vedere attorno a noi ad ogni attimo. Un oceano in movimento, libero di fare l’esperienza di se stesso immerso in se stesso…

Il linguaggio usato in Matrix che definisce un 'nemico' e un 'sistema', è come ben sappiamo solo una convenzione, che identifica una separazione all'origine. In realtà non esiste nessun nemico e nessun sistema, tuttavia cercherei quel qualcosa che 'si oppone a noi' direttamente dentro di noi stessi. Gli 'altri' sono una nostra proiezione... Il 'fuori' siamo sempre noi.
 
Conosci te stesso’ è un antico aforisma greco (γνῶθι σεαυτόν o gnôthi seautón, tradotto in latino come nosce te ipsum o, appunto, temet nosce) iscritto nel pronao del tempio di Apollo a Delfi, secondo quanto riportato da Pausania il Periegeta. ‘Per l'oracolo di Delfi - Conosci te stesso - significava: sappi che non sei dio e non commettere l'errore di pretendere di diventarlo’ - Jean-Pierre Vernant, Mito e religione in Grecia antica, traduzione di Riccardo Di Donato, Donzelli Editore.
Da Wikiquote 
 
Sappi che non sei dio e non commettere l'errore di pretendere di diventarlo’. È questo che significa il famoso ‘motto’? Ma per favore! Falsità e verità vanno a braccetto da sempre, eppure devono esserci stati dei punti nel corso della storia deviata, in cui l’Antisistema ha caricato la dose. È stato gioco persino facile dal momento in cui l’intero genere umano è stato ‘spostato’ dimensionalmente in un ‘territorio’ preparato appositamente per tale scopo manipolativo:

Giunge poi alla sistemazione sineterica del giudizio, necessario, immutabile e universale di Socrate, (Il Concetto), e ti dimostra come, immediatamente dopo il grande ateniese, principalmente ad opera dei sofisti, prevalse la via delle opinioni.
Da 'Il Tachione il dito di Dio - I volume - Il Nulla - Vincenzo Russo 

Lasciando perdere, per ora, il contenuto della citazione, è possibile osservare come un accadimento nel modo di pensare di una ristretta ‘categoria’ di persone, che influenzi la rimanenza sociale, possa modificare il corso della storia. È la forza di una ‘idea’. Ma dietro ad una idea c’è una ‘ispirazione’ e una vera e propria immagine mentale. Questa immagine è insufflata in noi attraverso un processo di comunicazione sottile non riconosciuto

Chi si cela all’altro capo della trasmissione? Da chi parte il messaggio? L’ispirazione da dove e da chi giunge?

Giunti davanti a questo cartello che indica ‘voi siete qua’, cosa facciamo? Frasi melliflue come ‘il lavoro rende liberi’ o ‘lasciate ogni speranza voi che entrate’ a cosa alludono e cosa infondono in coloro che leggono con animo disarmonico?
  • Separazione
  • Confusione
  • Adattamento.
L’adattamento corrisponde ad una resa? Dipende da quale livello viviamo come prioritario in termini di consapevolezza. Dove abbiamo trasferito la nostra presenza, il nostro focus esperenziale? Ecco, solo a quel punto è possibile rispondere alle domande esistenziali che giungono da un ‘luogo’ distinto e fisso nel fiume del Multiverso. Quella domanda è pertinente nel luogo da cui si emette, direttamente proporzionale a quel ‘luogo’, ma pur sempre con delle eccezioni: infatti una radio trasmette messaggi e domande che provengono da un altro luogo. È un 'cul de sac'? No, è un loop, un girare intorno a…

La causa prima che ‘ci ha’ in questo scenario 3d si è opportunamente trasferita dimensionalmente, non è più tra noi fisicamente. 

Lo si intuisce dal corso della storia deviata; infatti progressivamente le civiltà hanno registrato un trasferimento dell’autorità celeste dagli Dei all’uomo. Cosa significa? Che ‘essi’ non sono più in questa dimensione. Nel ‘Signore degli Anelli’ cosa significa la scena finale in cui i personaggi ‘mitologici’ vanno via perché è giunto il tempo degli uomini?

La Terra di Mezzo diviene il ‘luogo’ dimensionale in cui la società umana vive il corso delle proprie esperienze a scopo evolutivo.

La ‘causa prima’ a cui alludo, è la causa che nasce da noi e che ha fedelmente svolto alla perfezione il proprio compito di abbassamento della vibrazione. Gli Dei racchiudono in sé tutta l’illusorietà del potere e del controllo sugli altri, rappresentano la separazione, un taglio netto con il Creatore ma non con l’essenza e la missione del ciclo evolutivo in corso. È tutto ambivalente ed ogni ambito è solo un tassello del tutto. Non è possibile esprimere nessun punto fermo se non siamo fermi. Per questo abbiamo la percezione della staticità dovuta al modello di Vita instaurato dall’Antisistema:
  • educazione
  • lavoro
  • pensione.
Tappe fondamentali che dettano un ritmo ‘statico’, legiferato e modellato sulla base di una intenzione parassita esterna a noi: una tappa del percorso atta a generare o colmare un gap presente.

Ti sei mai fermato un attimo ad osservarla? Ad ammirare la sua bellezza? La sua genialità? Miliardi di persone che vivono le proprie vite, inconsapevoli. Tu sapevi che la prima Matrix era stata progettata per essere un mondo umano ideale? Dove non si soffriva, e dove erano felici tutti quanti, e contenti. Fu un disastro. Nessuno si adattò a quel programma, andarono perduti interi raccolti.  

Tra noi ci fu chi pensò a... ad errori nel linguaggio di programmazione nel descrivere il vostro mondo ideale, ma io ritengo che, in quanto specie, il genere umano riconosca come propria una realtà di miseria e di sofferenza. 

Quello del mondo ideale era un sogno dal quale il vostro primitivo cervello cercava, si sforzava, di liberarsi. Ecco perché poi Matrix è stata riprogettata così. All'apice della vostra civiltà. Ho detto 'vostra civiltà' di proposito, perché non appena noi cominciammo a pensare per voi diventò la nostra civiltà, e questa naturalmente è la ragione per cui noi ora siamo qui.

Evoluzione, Morpheus. Evoluzione. Come per i dinosauri. Guarda dalla finestra: avete fatto il vostro tempo. Il futuro è il nostro mondo, Morpheus. Il futuro è il nostro tempo. 
Agente Smith a Morpheus in Matrix.
Da Wikiquote 
 
La separazione incarnata da Smith narra di un qualcosa di esterno all’umanità, un qualcosa d’altro. Un esterno che corrisponde ad un interno, però… Le divinità del passato hanno lasciato lo spazio al genere umano, telecomandandolo in altra maniera. Come insegnano i Wingmakers, le responsabilità delle ‘razze centrali’ sono piuttosto evolute e la consapevolezza di aiutare gli ‘altri’ sul cammino dell’evoluzione è un senso raggiunto e consolidato anche attraverso le ‘fucine’ dell’esperienze di Vita densa. 

È una ruota che gira e che tocca tutti quanti… in questa ‘ruota’ siamo immersi in un oceano ricco di onde:

Chi pratica il Transurfing scivola senza sforzo tra le onde del quotidiano e cavalca la vita con leggerezza, senza sprofondarvi dentro. Libero da legami di dipendenza e consapevole di ogni cosa che fa, il transurfer non attribuisce mai troppa importanza agli eventi, che in questo modo perdono la loro connotazione positiva o negativa e non hanno più il potere di influire sulla sua esistenza.
 
Attento a non disperdere la propria energia lottando inutilmente contro i pendoli – strutture mentali vincolanti che si rafforzano quanto più le persone danno loro risonanza - il transurfer preferisce essere spettatore attivo invece che attore, assumendo in questo modo una prospettiva più distante, rilassata e obiettiva.
 
Transurfing è: scivolare per le linee della vita nello spazio delle varianti.
 
Lo Spazio delle Varianti.
Vivete in balia delle circostanze. La Vita intorno a voi 'accade'. E così sarà sempre fino a che non saprete come si può gestire la realtà…
Nessun miracolo però. Quello che ci aspetta è una sensazione simile alla caduta libera: l’incredibile ha la sfrontatezza di trasformarsi in realtà.
Transurfing

Impariamo a leggere gli eventi:

Strauss-Kahn: Rassegnate Dimissioni Da Direttore Fmi.
Washington - Dominique Strauss-Kahn ha rassegnato le proprie dimissioni da direttore operativo del Fondo Monetario Internazionale, continuando al contempo a protestarsi innocente dalle accuse di violenza sessuale, molestie e sequestro di persona per le quali si trova in carcere. 'E' con infinita tristezza che oggi mi sento costretto a presentare al Consiglio Esecutivo le dimissioni dal mio incarico di direttore operativo del Fondo', scrive Strauss-Kahn nella lettera di rinuncia.
Da Yahoo 
 
Un uomo è stato espulso da un modello di potere. La ‘cupola’ non lo protegge più. È un capro espiatorio in un momento in cui Draghi viene scelto come uomo simbolo per rappresentare la Banca Centrale Europea. Due differenti destini…

Bankitalia: Visco, Fondo Salva Stati? Il Diavolo è Nei Dettagli.
Roma, 18 mag – ‘Naturalmente, il diavolo è nei dettagli’, così Ignazio Visco, Vice Direttore Generale della Banca d'Italia, parlando del Meccanismo di Stabilità Europeo (Fondo Salva Stati), nel suo intervento tenuto oggi a Bruxelles nel corso del convegno ‘Ripensare la politica economica in Europa. Una nuova era della governance dell'Unione Europea’. 

Il Fondo entrerà in funzione nel 2013 e prevede ‘il coinvolgimento dei privati in tutti i casi in cui un debitore sia ritenuto insolvente. Naturalmente il diavolo è nei dettagli’, spiega Visco. Il problema, spiega il Vice Direttore Generale di Bannkitalia, è che non esiste un 'metodo infallibile' per distinguere una situazione di ‘illiquidità di breve termine’ da una di ‘insolvenza’. Conseguentemente, spiega Visco, il Fondo Salva Stati (come qualsiasi altro prestatore di ultima istanza) è esposto a due tipi di rischi: ‘salvare un debitore insolvente e lasciare andare in bancarotta chi è illiquido’. 

Non c'è solo questo, al contrario dei debitori privati, quelli sovrani ‘possono normalmente scegliere se o meno onorare i loro debiti, cosicchè il problema non è una reale insolvenza (incapacità di ripagare), poichè la riluttanza a rimborsare potrebbe derivare 'dagli alti costi politici e sociali’, che sono ancor meno direttamente giudicabili e misurabili. ‘Questo è un problema che va evitato’, avverte Visco... Il Vice Dg di Bankitalia conclude ricordando ‘le conseguenze distruttive di un default’, che spesso compromette in modo permanente la reputazione dei governi. Non c'è solo l'esclusione dal mercato dei capitali per un lungo periodo e l'aumento dei costi nella raccolta dei fondi, quanto soprattutto ‘la mancanza di affidabilità di un paese’...
Da Yahoo 
 
Il Diavolo è davvero nei dettagli. Dal momento in cui ci sono diversi stati in Europa che rischiano il collasso totale, il ‘decreto salva stati’ descrive un momentum di massima importanza nella gestione della ‘crisi che verrà’. Perché, stiamone certi, che verrà. Se stanno varando un simile decreto è la prova che stiamo per conoscere anche questo ambito da film di fantascienza.

Cosa significa che il decreto ‘prevede il coinvolgimento dei privati in tutti i casi in cui un debitore sia ritenuto insolvente’? L’ultima crisi del modello illusorio basato sul debito non ha insegnato nulla. Si è solo comprato tempo, come disse Tremonti. Il tempo comprato ha permesso di tornare a fare ancora le stesse cose, da parte dei soliti attori privilegiati che hanno, molto sagacemente, trasferito il loro debito agli Stati e dunque ancora sulla gente. 

La gente chiede garanzie agli Stati ma, in realtà, gli Stati sono intervenuti salvando le Banche, che adesso sono simili a veri e propri zombie. Il costo dell’intervento è sulle spalle della gente

Per cui quale garanzia può dare lo Stato se dipende esso stesso dalla gente? 

È il consueto modello a vortice in cui non si riesce a dare la risposta su ‘chi è nato prima tra l’uovo e la gallina’. La risposta è fuori dal modello dimensionale.

Quello che sappiamo è che l’Antisistema è modellato da cupole energetiche di controllo di differenti grandezze, che si fondano sul livello partecipativo della massa. Chiamiamole ‘pendoli’ o forme aggregative di pensiero, il succo della vicenda non cambia. Esistono, a questo livello dell’energia e occorre fare i conti con esse. Esse ci rappresentano e sono le ‘boe’ attorno alle quali ci siamo agganciati o siamo stati catturati

Il libero arbitrio è la corda che ci tiene uniti ad esse. Il Karma è un contratto che ci permette di rimanere in posizione a tempo indefinito… È tempo di trascendere tutto ciò che veicola e mantiene assenti. 

Il ‘Conosci Te Stesso’ è l’energia che frantuma ogni legame elettromagnetico, eterico o altro. Ricordiamoci sempre che noi tutti siamo il Creatore e rappresentiamo la sua/nostra intenzione di evolvere: una Sol cosa.

Il materialismo è inconciliabile con la visione scientifica dei processi biologici. La scienza ha infatti dimostrato che tutti i processi chimici, biologici e cerebrali consistono unicamente in successioni di processi fisici elementari, determinati unicamente dalle leggi della fisica quantistica. Questa concezione dei processi biologici non permette di spiegare, nè di giustificare, nemmeno in linea di principio o concettualmente, l'esistenza della vita psichica, neppure della sensazione più banale

Questo risultato acquista un significato molto profondo se si analizza lo stato delle nostre attuali conoscenze scientifiche. Innanzitutto, tutte le scienze naturali sono subordinate alle leggi della fisica, che rappresentano i principi da cui esse derivano e di cui sono solo versioni approssimative...
 
A questo punto sorge la domanda: da dove ha avuto origine la nostra psiche? Il fenomeno della vita psichica dimostra che la psiche ad un certo punto certamente comincia ad esistere in noi. Le leggi della fisica dimostrano che la psiche non può essere il prodotto di processi fisici, chimici o biologici.

Dunque l'origine dell'anima è trascendente rispetto alla realtà fisica. 

Possiamo quindi chiamare Dio la Causa necessaria all'esistenza della psiche, essendo tale Causa trascendente... 
Ritengo sia legittimo affermare che oggi l'esistenza dell'anima e l'esistenza di un Dio trascendente siano dimostrate scientificamente.
 
Aggiungo una breve osservazione sulla teoria dell'evoluzione. La teoria dell'evoluzione si applica soltanto agli organismi biologici. Non abbiamo elementi sufficienti per stabilire se realmente l'organismo biologico dell'uomo sia il risultato di un processo evolutivo. Il punto è però che la vita psichica è trascendente rispetto alla realtà fisica/biologica e richiede nell'uomo l'esistenza di un componente trascendente (la psiche o anima o mente ecc.).
 
Poiché non esistono fossili di mente, la teoria dell'evoluzione non può dire nulla relativamente all'origine della vita psichica umana. Dunque, anche ammettendo che il corpo umano sia il risultato di una evoluzione biologica, l'uomo non potrebbe avere alcuna vita psichica cosciente se non avesse ricevuto anche un'anima, anima che non può essere generata da processi biologici/evoluzionistici. 

Senza un'anima, noi saremmo solo dei robot biologici in grado di agire e reagire, ma incapaci di percepire alcuna sensazione, emozione o pensiero…
Mente e cervello: Una discussione scientifica che conduce all'esistenza dell'anima - a cura di Marco Biagini, Dottore di Ricerca in Fisica dello Stato Solido.


Tornando all'immagine della strada in costruzione, non c'è nessuno al lavoro perchè ognuno di noi pensa che, quel lavoro, lo faranno gli altri per noi...  

* L'immagine di apertura di articolo è tratta da questo link.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

mercoledì 18 maggio 2011

Circa il Pifferaio ed il Caso.





Le ‘cose’ avanzano nel tempo sequenziale tridimensionale deviato, apparentemente come detriti condotti caoticamente dalla corrente, dalla piena o dalla secca del ‘fiume’, in virtù della stagione e della intermittenza delle pioggie. La loro percezione, ossia la personale visione della Vita, narra di una modalità separatoria da se stessi. Perché? Perché ‘tutto’ ciò che è inerente sia alla sfera personale, che a quella progressivamente più allargata del Globo, è interpretato come se la singola individualità fosse un ingranaggio meccanico di una ‘macchina’ enorme che vincola e distribuisce sorte, destino o prospettive filoguidate

Persino il ‘Dio’ nel quale si crede o non si crede è divenuto una ‘variabile’ e non più una ‘certezza’; la certezza caratterizzante un certo tempo antico e trascorso, è stata rimpiazzata dal solco, o dal muro, che l’Antisistema ha provveduto a personalizzare attorno ad ognuno di noi. Ciò che viene ‘cantato’ in Another Brick in The Wall dei Pink Floyd, ossia:

Non abbiamo bisogno di educazione
non abbiamo bisogno di essere sorvegliati
né di oscuro sarcasmo in aula
professore, lascia in pace i ragazzi
hey, professore, lascia in pace i ragazzi!
Tutto sommato, è solo un altro mattone nel muro.
Tutto sommato, siete solo un altro mattone nel muro.

Corrisponde proprio alla ‘collocazione’ di ogni individualità in una struttura ‘prevista’ da un centro di controllo collocato al di fuori della nostra sfera personale, appunto ‘un altro mattone nel muro’. 

Ora, abbiamo già ampiamente veduto nel mese di aprile 2011, a cosa corrisponde questo centro di potere e come occorre inquadrarlo al fine di trascenderlo e comprenderne la grande opportunità racchiusa e nascosta oltre ad un certo tipo di apparente compressione o senso di soffocamento. Il meccanismo delle scatole cinesi descrive le proprietà frattali dell’energia condensata sempre all’opera in ogni 'ambito' esistenziale; inoltre allargando la 'prospettiva' si può ri-comprendere meglio, attraverso una 'vista' unificante della visione d’insieme

Ciò che la ‘specializzazione’ provvede a separare, la ‘globablizzazione’ tende ad unificare. 

Il bianco è la condizione di luce che ha in sé tutti gli altri colori che, insieme, si ‘annullano’. Il nero è una condizione contraria, ma esprime solo un potere illusorio di mancanza della luce, in quantochè il nero è infine ricompreso nel bianco e altri non è che una sua emanazione, una sua esternazione manchevole di completezza, una sua… specializzazione

In quanto 'fenomeno secondario' conserva in sé un ‘sotto/senso’ ed una precisa collocazione nel fiume evolutivo. Nell’assenza di luce abbiamo la possibilità di sperimentare ciò che si cela nelle nostre profondità e che mai potrebbe emergere in maniera tanto diretta, senza l’incoraggiamento intelligente del ritrarsi della luminescenza. Non è una coperta troppo corta, ma una sensibile presa di coscienza diramata dall’energia omnicomprensiva: il conoscere se stessi.

Il buio non esprime una ristrettezza o una mancanza ma solo una opportunità. 

È uno scenario appositamente concepito, in una struttura densa e ciclica come quella in cui maggiormente ci identifichiamo, al fine di rendere evidente e padroneggiare quella parte di noi che sfugge per definizione: la nostra parte oscura riflessa dall’evidente frattale espresso dalla Luna e dalla sua faccia nascosta
  
C’è un linguaggio, codificato nella struttura della condensazione energetica 'attorno' a noi, che non siamo più in grado di comprendere, perché la nostra attenzione è catalizzata verso un senso di ansia comunemente confuso con quel senso di sopravvivenza che, da grande tempo, ha condotto il genere umano a confrontarsi attraverso il ‘metro e la misura’ della guerra e della violenza.
 
Affermavo, in apertura di articolo odierno, che c’è una strana percezione legata al senso di scorrimento degli eventi personali e globali, come se tutto fosse legato al caso. Per quanto ognuno di noi si possa dare da fare al massimo delle proprie capacità, non c’è la matematica certezza che si otterranno i risultati agognati in termini di rendiconto e di qualità della Vita. Perché? 

Perché esistono cerchi concentrici di energia ad ogni livello e dimensione. 

Se siamo ricompresi in un ambito in cui si vive in un certo modo e noi tentiamo di andare contro quel modo, ebbene, sarà molto difficile trovare ‘la propria via su quella via’. È come se fossimo degli stranieri in casa. Potremo realizzare tutte quelle cose che non ledono il cerchio più grande che ci contiene, ma difficilmente potremo realizzare tutto ciò che ci caratterizza senza prendere in considerazione uno ‘spostamento’ dall’ambito di quel cerchio di energia materializzata dalle forme pensiero unitarie del potere e di gran parte della massa. Spostarsi da quella posizione significa trovare un’alternativa: alternativa che oggigiorno è sempre più difficile da trovare in quanto la tentacolarità dell’Antisistema è pressochè ormai distribuita in tutto il Mondo.

Senza alternativa dove si può andare? 

Ebbene, quando non si osserva più nessuna alternativa, allora è venuto il momento di tornare a crearla; ciò significa che un ciclo è giunto al termine, in quanto la biodiversità è una ricchezza intima contenuta nel seme della Vita. Una potenzialità imprescindibile. Se non la si scorge più, interverranno delle forze naturali al fine di invertire il ciclo e normalizzare il fluire dell’energia, proprio come Zeland descrive a proposito delle forze livellanti i potenziali superflui: energie celesti che intervengono allorquando si alloca un carico di aspettative/energia eccedenti la 'regola'. 

Le famose ‘farfalle nella pancia’, ad esempio, costituiscono un accumulo di aspettativa e di energia, che richiamano l’azione livellatrice del ‘tutto’, focalizzato in forze motrici di inversione. Ciò significa solo che occorre rimanere nel proprio centro, possibilmente ‘sempre’. Da quel ‘punto’ il nostro giroscopio può alternarsi nelle varie modalità di ‘transurfing’, permettendo alla nostra essenza di non essere travolta anch’essa dalle dinamiche evolutive ‘scritte tra le righe’ o tra le onde.

Ogni tanto si sente questa espressione: ma se ti dicono di buttarti nel pozzo tu ti butti? 

Questa secca domanda racchiude in sé proprio la capacità di mantenersi centrati attorno al proprio ‘nucleo’ portante. Non esiste alternativa? La creo. Esiste? La voglio sperimentare. Sempre che si senta la necessità di una alternativa, ovvio. 
  
Obsolescenza programmata: tecnologia a scadenza.
Se tutto ciò che acquistiamo avesse una durata lunga quanto dicono le pubblicità, probabilmente molte aziende chiuderebbero. Televisori, cellulari, iPad, ma anche abiti e giochi non avrebbero mai bisogno di essere sostituiti. Invece c’è una scadenza, proprio come per latte e formaggi.

Non una data 'entro il', ma qualcosa di simile: si chiama obsolescenza programmata e secondo i consumatori è quasi una truffa, soprattutto se l’apparecchio in questione smette di funzionare proprio – guarda caso – alla scadenza della garanzia. Un problema che riguarda soprattutto i beni tecnologici, come lettori mp3, telefonini, computer e quant’altro, ma che non dipende soltanto dal loro buon funzionamento, ma anche dalla percezione che se ne ha.

Ci sono casi in cui effettivamente dopo pochi anni l’oggetto smette di funzionare, in altri invece è solo passato di moda. In pochi utilizzano ancora i vecchi lettori cd, abbandonati in un cassetto per essere sostituiti da lettori mp3 e iPod: il mercato, con nuovi prodotti e tanta pubblicità, ha fatto scadere gli strumenti più vecchi nell’angolo dei beni obsoleti.

Una vecchia teoria.
A parlare per primo di 'obsolescenza programmata' è stato l’economista Bernard London. Era il 1932, pochi anni dopo la crisi del ’29, quando scrive un articolo intitolato 'Ending the depression trough planned obsolescence', dove spiegava che la definizione di un tempo di vita determinato per le cose avrebbe portato alla loro distruzione e all’immissione di nuovi prodotti sui mercati per prendere il posto di quelli obsoleti

In pratica, si garantisce così una domanda continua, nonostante la crisi. 

E anche negli ultimi due anni, secondo i dati di Ceced, l’associazione nazionale dei produttori di apparecchi domestici e professionali, sono usciti centinaia di nuovi elettrodomestici. Un frigorifero dura in media 12 anni, una lavatrice 8, ma in realtà ogni due o tre anni la gamma di prodotto cambia e il nostro elettrodomestico diventa, quindi, obsoleto.

Gli acquisti consapevoli.
Il consumatore rischia di essere indifeso davanti ad apparecchi destinati a morire dopo pochi anni, ma in Gran Bretagna i cittadini possono denunciare i casi sospetti di obsolescenza programmata all’Office of Fair Trading, che può procedere con indagini di verifica.

Dall’altra parte, però, per non gettare tra le cose vecchie un abito considerato obsoleto solo perché vogliamo seguire le mode, basterebbe essere consumatori attenti e consapevoli. Per spiegare come siamo sottoposti all’influenza delle strategie di marketing la televisione spagnola La2 ha recentemente mandato in onda un documentario girato in Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti e Ghana. Il film “Comprar, tirar, comprar” è diretto da Cosima Dannoritzer ed è il risultato di tre anni di ricerca che spiega le pratiche industriali, come la riduzione deliberata della durata di un prodotto, e le sue conseguenze. 

Spesso però basta solo un attimo di riflessione e una domanda: 'Mi serve davvero?'.
Da Yahoo

Che dire? Che è vero. Però occorre 'accorgersi', perché ricordiamo sempre che siamo la rana bollita. Il fuoco è lento e ci deve fare abituare progressivamente altrimenti ci accorgeremmo saltando fuori subito dal ‘pentolone’. Allora osserviamo cosa succede attorno a noi

I miei genitori hanno tenuto frigorifero, forno a gas, arredamento, macchina, etc. almeno 20 anni. Oggi dobbiamo cambiare tutto alla velocità della luce. Perché? Per una miriade di motivi interni ed esterni. Il punto è, secondo me, non tanto addentarsi nella denuncia di questa dinamica, ma riuscire a snidare il 'programma', o meglio, l'algoritmo che frattalmente l’ha evocata dalle nostre profondità

Cosa significa cambiare le 'cose' sempre più in fretta? 

A parte i discorsi legati al Pil e compagnia bella, ossia a tutto il rumore di fondo, è meglio interrogarsi su cosa ha spinto i nostri inconsci a generare questo modello paradossale di iperconsumismo. Andiamo persino oltre alle entità parassite ed  all’Antisistema. Cosa rimane?

Ognuno di noi immerso nella propria individualità

Bene, fermiamoci qua e non saliamo ancora. Altrimenti tutto ‘evapora’ ricolmando l’Uno... Cosa rappresenta frattalmente il consumismo sfrenato? Certamente un nostro disequilibrio interiore, che se si è manifestato in questo scenario 3d, perché doveva essere estratto dalle profondità in cui si celava. Questo squilibrio circoscrive un senso di insufficienza e di non attenzione, esprime una auto svalutazione di sé, una ricerca al di fuori della propria sfera personale, un disallineamento dei nostri centri di potere e di controllo… 

Quando Martin Buber ne 'Il cammino dell'uomo' riporta la domanda che Dio fa ad Adamo – ‘Adamo, dove sei?’ – evidenzia proprio questa dinamica allontanante dal proprio perno esistenziale. 

‘Dove sei?’, significa: chieditelo, riguadagna te stesso, rientra  in te… perché vedo che adesso sei fuori da te. Dove sei? Ascoltati ed osserva. Fai silenzio e cercati. Fai attenzione a quello che fai. Perché fai quello che fai? 

C’è una tale perfezione in quello che s'emana dal genere umano da rimanere sconvolti da alcune dinamiche legate ad un mirato pressapochismo

Ad esempio, la rete di controllo del traffico aereo perfettamente sincronizzata con l’enorme flusso di velivoli in funzione... Una cosa da rimanere a bocca aperta per efficienza e padronanza delle proprie azioni. Ebbene, quell’intelligenza è umana. Quella perfezione si ‘scontra’, poi, con lo scempio delle scuole pubbliche, ad esempio, a cui mancano persino i soldi per dotarsi di carta igienica. Due veri e propri Mondi diametralmente opposti

Sembra che la responsabilità per il carico umano, trasportato a bordo di un aereo, sia superiore a quella che si dovrebbe provare per l’educazione delle nuove generazioni. Se un aereo si schianta al suolo, l’eco dell’insuccesso si propaga all’istante in ogni direzione: è deflagrante l’accaduto e a cascata si riversa su enti di controllo e di costruzione, certificazione, etc. Il focus dell’attenzione è immediato e indicante chiaramente una crepa nel modello. Mentre in ambito scolastico i ‘danni’ sono striscianti e non ci si espone al rischio di un ‘crash’ sotto la luce diretta dei riflettori

È meno evidente ma molto più tagliente la dinamica in corso: la svalutazione del sé a partire dalla tenera età.
 
Esistono apparati tecnologici che si guastano esattamente dopo il termine della garanzia, anche a distanza di molti anni. Ciò significa che c’è una enorme padronanza dei processi e della conoscenza dei punti di usura e di rottura dei materiali. Nulla sfugge se si rimane nell’ambito delle leggi monitorate dalla Fisica. È tutto calcolabile. È tutto ‘legge’. Come al solito, è la massa che permette l’instaurarsi di una determinata tendenza imposta dall’alto. 

Mediante autosuggestione, la massa stessa, accetta di patteggiare la propria Vita, ritenuta come unica e degna di essere vissuta in ben altri modi rispetto all’attività preponderante legata al Mondo del lavoro; per cui si dota di tutte quelle dinamiche gaudenti che l’Antisistema propina loro.
 
Una su tutte, la corsa pre programmata dello sviluppo tecnologico al contagocce. Come direbbe Grillo: è una cosa pazzesca!
 
Questa società ha tutte le carte in regola per autoperfezionarsi all’insegna di principi etici e morali. È tutto pronto. Le strutture alternative e parallele agli scenari ufficiali sono pronte. Ma allora perché non succede il cambiamento e tutto sembra sempre più contorto e stagnante? 
 
Esportiamo il modello che regola ogni ambito del processo di progettazione e di costruzione di un aereomobile, ogni ambito che lega il personale alla responsabilità verso quello ‘che fa’, all’attenzione costante che occorre per effettuare i piani di manutenzione, etc. – esportiamo questo modello – ad ogni ambito del sociale. Sarebbe un buon viatico al fine di collegare tutte le parti agli attori in gioco. In ambito 'aereo', una imprecisione è subito amplificata dalla più evidente delle sorti: la morte di molte persone

È forse questa evidente risultante che costringe le persone a comportarsi in maniera tanto virtuosa? È il vivere perennemente sulla corda tesa a venti metri di altezza che permette di mantenersi sempre focalizzati su se stessi? Gli esperimenti condotti nel corso della storia deviata lo dimostrano a pieno: nella troppa libertà ci si perde perché ancora non si è in grado di ‘auto gestirsi’.

Per questo il cambiamento non giunge in maniera deflagrante, palese. La più grande scuola esistente, quella dell’intero Globo, non ha ancora laureato la maggior parte degli ‘studenti’. Tutto è ancora approssimativo e abbozzato secondo una perfezione itinerante che descrive a pieno il momento presente.

Semplicemente: abbiamo quello che ci siamo meritati.

Non è un dramma e non è una sfortuna.

È solo quello che abbiamo contribuito ad autorizzare.

È quello che eravamo e non è detto che corrisponde a quello che siamo…  
 
Parti, ma non lasciarmi – Breathe – Pink Floyd 


* L'opera raffigurata in apertura di articolo è relativa a questo link.


Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

martedì 17 maggio 2011

Partecipare senza separazione (2).



Ecco la seconda parte dell’articolo.


Non importa cosa si dica o cosa si trasmetta, importa l’ottenimento di quell’entità del risultato, ossia la partecipazione separativa della massa. Gli ‘attori’ siamo noi e lo sono anche gli speaker e gli addetti ai lavori. 


Ognuno di noi è un ‘attore’. 

La televisione non è altro che un frattale del gioco della Vita. Abbiamo visto, nel recente passato, chi siano i diretti responsabili della nascita, propagazione e mantenimento di questo ecosistema: le entità parassite che ‘ci hanno’. Entità che devono essere inquadrate necessariamente da un livello superiore dell’osservazione e della consapevolezza. Per cui il loro operato è da inquadrarsi da un unico punto di vista evolutivo di ogni Human Bit sulla via del ‘Conosci te stesso’. 

Una via scambiata come egoica solo a prima vista, superficialmente, senza consapevolezza. Per capirlo meglio dobbiamo aumentare il focus su questa vera e propria dinamica o corrente esistenziale

Il mondo è sempre più egoista? 

Abbiamo ordini ed associazioni, organizzazioni e strutture, albi ed altri tipi di unioni identificate proprio da una forma di appartenenza di stampo protettivo e conservatore ed, infine, di tipo egoico. È una cosa buona o cattiva? Dipende dal chi è, e dal dove si è, ad osservare

In realtà questo riflesso non è giudicabile. 

Perché? Perché è solo una emanazione dell’evoluzione in corso, basata proprio sulla concezione conoscitiva di se stessi: è un frattale grossolano, dunque l’associarsi per difendere un proprio ‘diritto o privilegio’, del più che diretto flusso evolutivo sempre in corso. Un frattale che si espone al giudizio di chi non appartiene ad un determinato ‘ordine o gruppo’. Un frattale tuttavia esemplificativo, in quanto esponente di un ingrandimento del ‘singolo alla ricerca di se stesso’ ed, in questo, capace di evidenziare il fenomeno evolutivo del ‘Conosci Te Stesso’. Mi scuso per le ripetizioni, ma è un concetto un po’ complicato da esemplificare.

Cosa è una ‘class action’?

 
Negli Stati Uniti la class action svolge un’importantissima funzione di regolazione del mercato e di controllo dei rapporti tra singoli cittadini e soggetti giuridici più forti, come le multinazionali, le banche, le assicurazioni… La class action realizza una duplice funzione: da un lato consente un effettivo accesso alla giustizia ai singoli cittadini, dall’altro si pone quale meccanismo di deterrenza e di controllo nei confronti delle condotte illecite poste in essere dalle imprese… La decisione del giudice vincola tutti coloro che si trovano nella stessa situazione del soggetto che agisce, anche chi non ha aderito o partecipato al giudizio... (negli USA, non in Italia).
Da ‘Azioni di classe? Vai sul sicuro’ – Guide ai Diritti / Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Torino.


Ecco ancora i due tipi di partecipazione separativa e condivisiva, questa volta tracciata da nazione a nazione. Mettersi insieme e farsi valere al fine di ottenere un qualche cosa di condiviso pur riguardante ogni singolo partecipante. Esistono delle dinamiche nelle dinamiche che rendono complesso il comprendere le correnti evolutive in corso.  


Un esempio sono i 7 specchi esseni che ‘narrano’ differenze sempre più profonde della messaggistica universale all’opera. Se il primo specchio è facilmente osservabile, il settimo è veramente ben ‘nascosto’, anche se abbiamo sempre la possibilità di aumentare la nostra ‘visione’ osservando da un piano diverso la struttura panoramica. Salendo di vibrazione o consapevolezza, possiamo trascendere le differenze nascoste nei riflessi degli specchi tridimensionali.  

Ad esempio è più facile capire cosa succede in una nazione se osserviamo da fuori della nazione stessa: saremo più lungimiranti e meno dediti al ‘rumore di fondo’. Anche questo è aumentare la nostra consapevolezza, la nostra vibrazione personale. 

Entrare a far parte del personale di un’azienda permette di vedere le cose in maniera diversa da tutti coloro che ne fanno parte da anni. La nostra visuale è sgombra da forme pensiero imperanti, ma sarà sufficiente trascorrere del tempo, anche non molto, al fine di esserne invinghiati a nostra volta. Cosa succede? 

Che il nostro campo energetico si accorda a quello più forte dell’intero ‘gruppo’. Il nostro cammino personale passa da quello del gruppo. Non sarà certamente un caso, tuttavia esistono infinite gradazioni di quella immagine in cui ci siamo addensati. Quanto decideremo di stanziare? E perché? Sono domande bizzarre se non siamo in sintonia con noi stessi e se non viviamo nel momento presente eterno

La dinamica espressa da Facebook nel tentativo di ottenere l’autorizzazione di tutti noi, nel riconoscere come ‘concreti e affidabili’ i crediti maturati nel circuito omonimo, rende molto bene l’idea del come sia potuto accadere l’espandersi, la materializzazione, delle forme di monetizzazione in vigore nei Paesi del Globo al giorno d’oggi. 


Che differenza c’è tra il Monopoli e la realtà percepita? 

Nessuna se non il nostro grado di ‘viva’ partecipazione. Senza la nostra presenza attiva, un dollaro ed un soldo del Monopoli sono assolutamente uguali: carta contro carta

Un Mondo basato sul denaro, come fine, richiede una partecipazione di tipo separativo. 

La torta è una sola e finita e noi partecipiamo, competiamo, per averne una fettina, a differenza della partecipazione spirituale/condivisa che prevede una torta che aumenta esponenzialmente attraverso il nostro ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’. 

Partecipare alla gioia altrui è espandere la gioia stessa, dunque gioire con gli altri per un qualcosa che è di altri rappresenta un potenziale che difficilmente riusciamo a comprendere. No? Come può essere che io possa gioire per un risultato altrui ed ottenere il medesimo stato d’animo? Non lo possiamo comprendere sino a che ‘ragioneremo’ con lo strumento dell’avere, del materiale. 

Ciò che si espande, come diretto risultato della nostra partecipazione, è un qualcosa che esula dal materiale, un qualcosa di etereo come l’Amore, ad esempio. Un qualcosa, però, in grado di smuovere persino le montagne. Il ‘Conosci Te Stesso’ si applica sia che siamo con gli altri, sia che siamo con noi stessi. Entrambe le forme di partecipazione ci spingono verso quella  direzione, per cui è chiaramente comprensibile che una simile via è solo all’apparenza giudicabile come egoica. L’astensione dal giudizio evidenzia ancora la via interiore. Tutto è inerente alla conduzione verso la propria illuminazione.
 
Quando lo capiremo? Non si getta via nulla della Vita, di ogni istante, di ogni battito di cuore o di ogni respiro. Non esistono errori o svalutazioni del Sé che rechino impedimenti definitivi. Quando lo riusciamo ad 'agganciare', allora tutto prende una colorazione diversa. La gioia interiore si espande perché entra in risonanza con quella degli altri e ci ritroviamo felici senza nemmeno sapere il perché, per default


Questo meccanismo lo conosciamo molto bene, ma esattamente girato al contrario, vero?

Quante volte ci siamo sorpresi ad essere tristi senza motivo? Forse è meglio se mi limito a parlare per me, perché a me è successo molte volte. Il fatto è che sono certo che questo meccanismo è reale ed esprime una verità; perché? Perché non appena mi sono chiesto ‘perché sono triste? Che motivo ho?’, ebbene la tristezza è passata all’istante. Che cosa vuole dire? 


Che la tristezza mia era la tristezza di un 'altro'. Che non mi apparteneva, ma che catturavo per risonanza o per sensibile lontananza da me stesso. In questi casi la nostra sensibilità conduce a noi, come un’antenna, ciò che magneticamente ci identifica in un determinato momento. È solo rimanendo ‘presenti’ che riusciamo ad illuminare ciò che stiamo vivendo

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 16 maggio 2011

Partecipare senza separazione (1).






L’articolo di oggi è un ‘mezzo articolo’, ossia la seconda parte sarà disponibile domani. Perché? Perché, in maniera del tutto eccezionale, sarò assente da casa per due giorni interi. Allora ho pensato, ai fini della continuità di SPS, di scrivere in questa maniera pre-programmata, proprio come si può agire sull’impianto del riscaldamento domestico o sull’impianto d’irrigazione del giardino

Abbiamo a disposizione i cosiddetti ‘automatismi’. 

Che cosa rappresentano, sottilmente o frattalmente, questi ‘dispositivi’? Il riflesso dei condizionamenti e della programmazione inconscia. L’umanità crea sempre ad ‘immagine e somiglianza’


Anche il ‘nuovo’ è in realtà sempre rispecchiante il ‘profondo’. Diciamo che non si inventa mai nulla, ma ci si ‘limita’ a riscoprire ciò che non è mai andato perduto nei piani sottili dell’energia’. Insomma, nulla di nuovo sotto al Sole, ma solo se facciamo parte del ‘Sole’...


Dal nostro punto prospettico ‘terrestre’, invece, la percezione innovativa del ‘nuovo’ è un manto di vivo interesse. È come assistere ad una continua ‘prima visione’, senza avere consapevolezza che il ‘copione’ è già esistente ad altri livelli. È un po’ quello che succede, ad esempio, tra programmi televisivi di Paesi diversi; il programma di successo americano viene clonato ed adattato per il pubblico italiano


Ci sono ‘storie’ di questo tipo un po’ dappertutto e la dinamica è sempre strisciante. Diciamo che il fine conduttore è il raccogliere l’interesse della gente, la sua osservazione. Ma a quale scopo? Sarebbe sin troppo facile dire che il vero scopo è quello del ritorno economico e del condizionamento, oppure del semplice intrattenimento o educazione, vero? No, lasciamo questi luoghi comuni, queste verità tridimensionali, al tempo che trovano. Cerchiamo di andare oltre, in quanto lo Spirito di SPS è proprio quello di evidenziare e trascendere, unire e condividere, osservare le chiavi Ascensionali, i modelli frattali all’opera, il corso evolutivo dell’Opera, etc. Quindi?

Perché si necessita del consenso della gente, della ‘massa’? Perché senza quel tipo di ‘consenso’ o di ‘partecipazione al gioco’, nulla sarebbe possibile ai fini della manifestazione e  dell’estensione auto-esperienziale. Un esempio? Eccolo:
  
Facebook, ti pago se guardi la pubblicità.
Pagati per guardare la pubblicità. È questa l'ultima mossa di Facebook, frutto di un accordo con TrialPay, società proprietaria di una piattaforma chiamata DealSpot con cui gli sviluppatori possono inserire pubblicità nelle loro applicazioni pensate in chiave social.

 
Dieci centesimi di dollaro per ogni spot.

 
Face book ha dunque introdotto un programma che offre ai propri utenti un incentivo finanziario per guardare i video promozionali di aziende inserzioniste sul network: un credito, ossia la moneta del social network, per ogni filmato guardato da cima a fondo, equivalente a dieci centesimi di dollaro. Finora i crediti sono stati solo una delle possibili forme di pagamento accettate da Facebook, non prevista da tutti gli sviluppatori ma, a partire da luglio, diventerà obbligatorio per tutti consentire agli utenti di utilizzare i credits per l'acquisto di beni e saranno previsti incentivi per coloro che li useranno come moneta preferenziale


Gli utenti potranno poi usarli anche per acquistare oggetti 'reali' a prezzi scontati, attraverso il servizio di offerte geolocalizzate Deals, lanciato da Facebook pochi mesi fa.
Da Yahoo 

  
Questo è un modello ‘impositivo’, che ‘scende dall’alto’, di una posizione dominante. Facebook lo può fare o, almeno, ci può provare. Ma l’ultima parola è sempre delle persone in termini di partecipazione


Ma cosa è la ‘partecipazione’? Cosa si intende?
 
Il verbo ‘partecipare’ ha un largo uso nel linguaggio ordinario: fra i più evidenti e correnti, è quello in cui il partecipare, nell’ambito di una concezione quantitativa, è un vero ‘partem capere/far parte’ di qualche cosa, e suppone sempre che un tutto qualsiasi, nel campo degli interessi concreti, si sia scisso in parti, che vengono poi distribuite ai partecipanti. In questo caso il ‘partecipare’ ha tutto il suo significato forte di prendere una parte fra le altre parti, sia come ricevere reale, sia come prendere una parte con esclusione formale delle altre parti.

 
Possiamo definire questo tipo di partecipazione, una partecipazione quantitativa, che nella sua intellegibilità è una nozione del tutto chiusa, che non pone alcun problema: problemi sorgono invece quando, applicato alla qualità e agli altri predicamenti quel significato si oscura e sembra andare incontro alla contraddizione.

 
Il linguaggio ordinario presenta tanti altri usi del termine ‘partecipare’, e non sempre in essi è implicata la divisione di un tutto preesistente, anzi a volte questo tutto manca: ‘partecipare’ alla gioia o al dolore ad esempio.

 
In base a ciò, si può dire che il ‘partecipare’ nell’ordine quantitativo affetta direttamente l’oggetto della divisione mentre nel ‘partecipare’ morale la partecipazione riguarda il modo...

 
La ragione formale della partecipazione ‘morale’, o meglio il suo fondamento, non è dato dall’oggetto stesso, quanto dai legami particolari che i partecipanti possono stringere con colui il quale per primo compete l’oggetto della partecipazione: legami di amicizia, di parentela. Mentre nei rapporti quantitativi la ‘comunanza’ era un effetto della partecipazione, in quelli d’ordine morale affettivo, la comunanza è invece la radice del partecipare.

 
Siamo quindi di fronte a due significati quasi antitetici e in sé inconciliabili, poiché guardano alla realtà sotto punti di vista del tutto disparati: nell’ordine metafisico che tutte queste esigenze del ‘partecipare’ sono ridotte in ben legittime proporzioni.

 
Più facile dell’etimologia latina, sembra quella offerta dalla lingua greca, che è la madre legittima del termine, ove, se il significato resta più vago, è insieme meno esclusivo del latino ‘partem capere’… Il greco non sembra suggerire immediatamente ‘partem capere’… ma piuttosto ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’
Da www.filosofico.net 

  
Abbiamo le due ‘consuete’ strade davanti a noi:

  1. ‘partem capere/far parte’ di qualche cosa
  2. ‘habere simul/avere al tempo stesso’, ‘habere cum alio/avere con gli altri’
Ossia:
  • separazione
  • condivisione
Se le due strade sono entrambi percorribili, possiamo tuttavia osservare che le dinamiche ‘imposte dall’alto del potere Antisistemico’ sono relative alla prima modalità che riconduce nuovamente al ‘divide et impera’. 

I Media trasmettono ordini subliminali separativi.

Difficilmente a livello globale/nazionale possiamo ascoltare messaggi del tipo condivisivo, se non nell’ordine di appartenza alla famiglia della paura. Come aprono i telegiornali usualmente? Musica secca e decisa, tono dell’anchorman secco e deciso, notizie secche, decise, e soprattutto sempre negative

Un ‘carico’ che se sentito tutti i giorni della nostra Vita, induce a sviluppare dipendenza da quel tipo di notizie.

Esistono molte realtà familiari in cui l’assistere al tg significa 'incendiarsi' tutte le sere, ad esempio. Proprio mentre si mangia e, dunque, mentre si ingoia anche quelle notizie

L’analogia frattale è sempre all’opera. Dunque a cosa puntano le trasmissioni televisive? Alla partecipazione separativa della massa. Separati da sè e dagli altri...

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

venerdì 13 maggio 2011

Scuotendo l’albero.




Vivere nella densa struttura tridimensionale è illudersi. Tutto è illusorio e tutto ha una spiegazione. Come possono coesistere questi due aspetti? Dando Vita ad un paradosso: il nostro Mondo

Un Mondo alla rovescia in cui strutturare concretamente il ‘fumo’ invisibile del pensiero, del pre-pensiero, dell’intuizione, dell’ispirazione, della fantasia, dell’immaginazione, della creatività, della Natura divina di cui siamo portatori inconsci. Una ‘mano’ smisurata sta scuotendo l’albero. La genie umana ha ripiegato le proprie ‘ali’, dimenticando il ‘sapore del vento’ e del volo oltre l’apparenza. 

Questo vero e proprio processo di ‘caduta nel sonno’ è scolpito nella figura contrastata della discesa negli Inferi di Lucifero:

Lucifero o Lucifer è una divinità della luce e del mattino della mitologia romana, corrispondente alla divinità greca Eosforo o Fosforo (‘Torcia dell'Aurora’), nome dato alla ‘Stella del mattino’… Più precisamente, Lucifero è considerato essere il nome di Satana prima della sua precipitazione dal Cielo da parte di Dio, e dunque la sua connotazione angelica. Accanto alla coppia umana Adamo/Eva, secondo una tradizione, corrisponderebbe la coppia Michele/Lucifero, intravedendo nell'uno il capo delle schiere angeliche, nell'altra il riferimento degli angeli resisi indipendenti da Dio, con la loro scissione e la conseguente precipitazione negli Inferi.
Da Wikipedia 
 
Ora, rileggiamo un brevissimo passo di quanto asseriva Rudolf Steiner nella sua famosa conferenza sugli ‘Influssi luciferici, arimanici e asurici’:

Queste entità luciferiche hanno dato all’uomo la speranza della libertà; d’altra parte gli hanno anche dato la possibilità del male, la possibilità di cadere nelle passioni e nelle brame sensuali.

Ecco la separazione, la ‘creazione’ del concetto convenzionale del bene e del male. Un atto che avviene ‘dentro’, nella ‘profondità’ del Corpo Astrale ad opera delle forze luciferine. Ecco che, allora, la frase riportata in Wikipedia, inerente la coppia Michele/Lucifero, ‘intravedendo nell'uno il capo delle schiere angeliche, nell'altra il riferimento degli angeli resisi indipendenti da Dio, con la loro scissione e la conseguente precipitazione negli Inferi’, è possibile interpretarla in questa maniera:

la separazione che avviene nell’alto corrisponde alla formazione frattale della medesima ‘immagine’ anche nel basso. La separazione ‘alta’ è l’inizio dell’esperienza creativa ad opera dell’Assoluto, o il Big Bang che la scienza Antisistemica ‘registra’ in tutto noi. La formazione frattale ‘bassa’ è la risposta nella densità vibrazionale che accade ‘ad immagine e somiglianza’.

Nell’immaginario collettivo che ‘funziona’ appunto per immagini o archetipi, ecco la configurazione neuronale delle due immagini di Angeli e Demoni. Nel caso in questione, Lucifero è descritto come un ‘Angelo caduto’, ossia nella sua descrizione è ancora contenuta la sua ‘origine’ comune con le entità del bene. Una sol cosa

E chi è, allegoricamente, Lucifero? Beh, mi sembra chiaro che corrisponda a noi: al genere umano

Chi è ‘caduto’ sulla ‘Terra’? Noi. Perché? Per osservare proprio questa distinzione di quello che era indistinguibile se mantenuto nella sua interezza. La ‘precipitazione negli Inferi’ è la descrizione dello scenario 3d relativo alla Terra

La verità ci segue, è stata solo diluita in virtù del processo omeopatico dell’energia, ma la sua ‘potenza’ non è stata in alcun modo intaccata. Cogliere la sua impronta è, ora, il compito di uomini e donne apertisi al processo Ascensionale condotto progressivamente dal proprio risveglio.
 
Alla luce di questa dinamica non è possibile scorgere nessuna differenza tra bene e male, perché si trascende ogni distinzione, accedendo allo spazio superiore dal quale esse si diramano. Si ‘sale’ di livello. Ma, alla luce di questa dinamica, ossia se non avessimo ‘dimenticato’, che esperienza ‘vera’ avremmo potuto fare nella tridimensionalità? Cosa avremmo potuto imparare di tanto denso anche da fare male? 

Tutto è opportuno.

E a qual fine la schiera degli spiriti arimanici ha tentato l’uomo? L’ha tentato al fine che egli ritenesse solo cosa materiale tutto ciò che esiste nel suo ambiente; al fine che egli non potesse scorgere attraverso tale elemento materiale il vero sostrato della materialità, ossia lo spirituale. Se in ogni pietra, in ogni pianta, in ogni animale l’uomo avesse veduto lo spirituale, mai egli sarebbe caduto nell’errore e perciò nel male; bensì, se su di lui avessero influito solo gli spiriti del progresso, l’uomo sarebbe stato preservato da tutte le illusioni a cui sempre dovrà soggiacere se si fonderà soltanto sulla testimonianza del mondo dei sensi.
Influssi luciferici, arimanici e asurici – Rudolf Steiner

Ecco che la formazione dei movimenti ‘solidi’ dell’Illuminismo e del Verismo, ad esempio, possono essere meglio inquadrati sotto questa luce rivelatrice della motricità che muove il ‘tutto’. Queste dinamiche sono la logica risultante del processo della condensazione dell’energia che deriva come diretto abbassamento della vibrazione dell’Essere ‘Angelico’, che intende ‘fare esperienza di quello che è’. 

Lo stesso processo descritto da Steiner è riconducibile a Lucifero stesso, ossia la sua caduta è l’origine della nostra caduta che, in quanto tale, esprime ‘solo’ il frattale della caduta 'superiore'. Come a dire che il processo di esperienza contenuto in quello superiore dell’evoluzione, parte da molto in ‘alto’: dal Creatore stesso.

L’evoluzione è immanente in relazione alla sfera del Creatore: è in lui ‘contenuta’. Il Creatore è presente in ogni ambito dell’evoluzione e contiene in Sé ogni fine e ogni inizio. L’opera di trascendenza è a ‘carico’ dell’illusorietà della sua ‘discendenza’: il trascendere la separazione al fine di ‘tornare a Casa’.

Gli Human Bit conducono alla Sorgente le informazioni relative alla propria esperienza e, in questo modo, permettono il fluire della Creazione, chiudendo il ‘circuito’.

La sindrome dell'accento straniero è una rarissima disfunzione neurologica che appare in seguito a un ictus o a un forte trauma cranico, costringendo le persone appena svegliate dal coma a riabilitare le proprie funzioni linguistiche con un accento diverso da quello che si conosce. Dal 1941 al 2010 sono stati recensiti in letteratura scientifica solo una cinquantina di casi.
 
Sebbene gli accenti modificati siano a volte di una precisione impressionante, pare che le parti danneggiate del cervello che ospitano le funzioni linguistiche siano quelle che determinano la lunghezza delle vocali o l'intensità del suono, caratteri molto importanti per la determinazione di un accento. Questo significherebbe che si tratta solo di un'impressione nelle persone che ascoltano il paziente, il quale inoltre non si renderebbe subito conto del cambio di accento finché non gli viene fatto notare.
Da Wikipedia 
 
Tutto è illusorio e tutto ha una spiegazione.

Si parla di aree danneggiate del cervello, tentando di dare una spiegazione logica per il corso del paradigma vigente. Ci si ‘ferma’ a questa immagine di ‘imperfezione’, di ristrettezza di capacità, come se la Natura avesse commesso degli errori, evidenziando di fatto una condizione di tensione e di ‘lotta’ con la Natura stessa

Nella supposizione di dover sopravvivere, la nostra capacità co-creativa modella uno scenario di sopravvivenza. 

Che altro potrebbe fare questo potere che s’emana da quello che è scritto nell’inconscio? Che significa che ‘Matrix ci ha'?. Che l’Antisistema ci ha conquistati a livello inconscio, molto vicino alla nostra ‘centrale di potere’. Molto più vicino rispetto all’area del conscio, ad esempio. Area che utilizziamo normalmente e che corrisponde alla mente di superficie che, come un burattino, agisce rispondendo agli influssi sensoriali dell’ambiente recepito come esterno a se stessa. Questo ‘cortocircuito’ produce ulteriore separazione da Sé e dagli altri

È un meccanismo di logica sottile e un altro capolavoro di strategia delle ‘entità parassite’.
 
‘Una moderna pianificazione assomiglia in modo impressionante allo spartito d'una composizione orchestrale, dove le diverse risorse di uomini e di mezzi rappresentano gli strumenti, ed i loro compiti i rispettivi tempi: ebbene, ogni singola risorsa deve iniziare con precisione cronometrica e con tempismo - al momento giusto - e deve suonare la sua parte nell'armonia generale, appunto per non risultare fuori tempo o stonata’.
Sir Basil Liddell Hart

La Blitzkrieg (in italiano guerra lampo), è una tattica militare teorizzata in Germania principalmente da Alfred von Schlieffen e Hans von Seeckt a partire dal 1914, durante la Prima Guerra Mondiale, ed utilizzata per la prima volta dalle grandi unità tedesche durante la Seconda Guerra Mondiale, basata sull'utilizzo combinato di truppe meccanizzate, aviazione, artiglieria e corazzati in una o più manovre rapide e travolgenti volte a sfondare le linee nemiche nei loro punti più deboli per poi procedere all'accerchiamento ed alla distruzione delle unità isolate, senza dar loro la possibilità di reagire, dato il costante stato di movimento delle unità attaccanti

Perno essenziale della Blitzkrieg è l'unità (Einheit). 

Essa è organizzata in cunei di sfondamento corazzati, supportati da fanteria d'assalto. Le unità corazzate garantiscono alle truppe attaccanti una forte superiorità di fuoco e di movimento laddove queste indendono sfondare. Inoltre l'ampio utilizzo di unità meccanizzate permette una costante fluidità allo schieramento, permettendo rapide conversioni, e rendendo più agile l'eventuale rettifica del piano di attacco.
Da Wikipedia
 
L’uomo compie frattalmente quello che i propri sensi profondi recepiscono essere funzionante ad altri livelli, nemmeno presi in considerazione dalla logica imperante. Azione che rappresenta esclusivamente la legge dell’analogia frattale sempre all’opera, come il vento o le correnti marine attorno e sul Globo.
 
Le origini della Blitzkrieg sono oscure… Anche se considerato uno stile di guerra moderno, le basi strategiche del Blitzkrieg sono vecchie almeno quanto la guerra stessa. Strategie simili vennero impiegate da Alessandro Magno nell'epoca classica; Napoleone ne era maestro; e furono impiegate su scala più piccola da entrambe le parti nella prima guerra mondiale…
Da Wikipedia 
 
Le basi strategiche del Blitzkrieg sono vecchie almeno quanto la guerra stessa’. E la guerra è molto ‘vecchia’. Esiste da quando l’uomo si è rassegnato alla sopravvivenza. Per cui questa operatività deriva dall’alto e descrive una analogia attuata da ‘forze’ che esulano il piano tridimensionale.

Flächen und Lückentaktik: tattica 'delle superfici e dei vuoti'. Una volta penetrati in forze oltre le linee nemiche, gli attaccanti dovevano sfruttare al massimo la mobilità appena acquisita, evitando di dissanguarsi in scontri settoriali contro i capisaldi nemici (superfici) ma 'scivolando' negli spazi liberi o debolmente difesi (vuoti). 

L'obiettivo, infatti, non era l'eliminazione fisica del nemico, ma la riduzione della sua capacità operativa. Per questo i target di missione erano in questa fase le linee di comunicazione radio e stradali, i depositi, le stazioni ferroviarie ed i comandi.
Da Wikipedia 
 
Capite? Siamo stati ‘tagliati fuori’. Il tempo è stato deviato. La storia è stata deviata. Tutto è stato capovolto. I valori scambiati per debolezze e viceversa ‘… Scivolando negli spazi liberi o debolmente difesi (vuoti)…’.

Tutto torna se osserviamo dal punto di vista dell’analogia frattale. Basta leggere una qualsiasi fonte, in punti significativi del messaggio, fosse anche una fonte che narra di cucina o di storia dell’abbigliamento, non cambia l’esito dell’osservazione deduttiva attuato in questa forma di lungimirante penetrazione del tessuto esistenziale. Perché? Perché la verità è dappertutto e come il Creatore è ubiqua.

L'ubiquità è la capacità di trovarsi in più luoghi nello stesso momento. La parola deriva dal latino ubique che significa ‘in ogni luogo’. La filosofia medioevale utilizzava questa proprietà per spiegare la capacità di Dio di essere presente contemporaneamente in ogni posto del suo creato. Secondo l'Antico Testamento Dio possiede sia l'ubiquità che l'onnipresenza, ovvero la capacità di trovarsi in tutti i luoghi in un dato momento.
Da Wikipedia 

Come espresso dall’immagine dell’occhio di Ra, l’occhio che tutto vede, oggigiorno le web cam, le camere immesse in ogni cellulare di nuova generazione, i satelliti, etc. rappresentano proprio la realizzazione, più o meno inconscia, da parte di una parte dell’umanità di ‘replicare’ la stessa immagine di ubiquità. Se tutte queste immagini giungessero in una ‘stanza’ contemporaneamente, ebbene, non saremmo molto lontani dal concetto precedentemente espresso. Se poi, le nanotecnologie 'respirate in noi' inviassero loro segnali relativi ad ognuno di noi, la ‘tracciabilità’ sarebbe totale e il concetto di onnipresenza sarebbe esattamente riprodotto

In questa realtà gli ‘strati’ dei potenziali sono tutti presenti allo stesso tempo.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com