La Massa (anche tu) si è uniformata all’imperioso crescendo di ritornello sociale, che afferma quanto meravigliosa sia la mente umana e quanto poco, mediamente, essa venga “usata”.
Nel pieno del rispetto del concetto di “consumismo”, persino la mente viene ordinata in questa speciale classifica.
Usualmente, si pensa che la mente sia utilizzata per una percentuale vicina al dieci per cento.
È poco? Sembra di sì, vero? In confronto al termine di paragone massimo di "cento", dieci è poco.
100 > 10 (di conseguenza... 10 è "poco").
Cioè, si riduce il tutto ad una questione di “quantità” e non di “qualità”.
Allora, il detto "poco ma buono" è solo un'espressione ricavata da chi si accontenta miseramente? E il concetto di "scarsità/preziosità", che sembra sorreggere l'intera impalcatura dell'attuale forma di società?
Esistono sulla Terra, lasciti, testimonianze di epoche “che furono”, che fanno capire quanto questo “dieci per cento” possa essere più che sufficiente, se inquadrato da una prospettiva che faccia della qualità/giustizia il proprio fulcro centrale.
Ma, poi, pensando a queste “tracce di civiltà”, che cosa accade inesorabilmente nella capacità di comprensione consapevole e presente di un individuo “attento”?
Che, molto spesso, a tal riguardo... la storia deviata evidenzia le fattezze di un “palazzo, di un quadro, di un tracciato di pietre, di un codice di leggi, di un grande edificio impossibile da costruire per i mezzi del Tempo, di una strategia di guerra, di una grande società o Nazione, etc.”…
Ossia?
Il “dieci per cento di qualità” a cosa è servito? Cosa ha comportato?