giovedì 2 gennaio 2014

Anno nuovo, vita vecchia.


 

Il modo di dire: "essere un arpagone" è assai comune nella lingua italiana; è descritta di seguito la sua origine e significato.
Cioè (essere) un avaro. Arpagone, protagonista de L'avaro di Moliere, è forse il più celebre avaro di tutta la letteratura. Avaro e avido, smanioso di arraffare.

D'altronde, come nome comune, arpagone era il rostro con cui una nave uncinava la nave nemica per l'arrembaggio…
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Questo è un clichè (matrice, stereotipo), come il famoso Mister Scrooge rappresenta in maniera altrettanto mirata. Una matrice è la derivazione d’uso di una abitudine e, contemporaneamente, la sua dima:
forma ed orma, coincidono.
Ma è nel definirle cronologicamente che, inevitabilmente, ci si perde. Perché? Perché “azione e reazione” non si distinguono più – nel Tempo, ossia… si vive costantemente nel dubbio, derivante dal binomio dubbio/certezza (status quo indefinito ed indefinibile) in cui si “è”: 
quello generato dal vortice, che esiste, senza più essere avvertito attraverso ciò che è rimasto a disposizione dell’individuo (sensi, logica, intuito).
È sufficiente un piccolo “vuoto/mancanza/rarità” (definito secondo la legge di Liebig), a cui ben presto ci si abitua per mancanza di alternativa e capacità sovrana decisionale, al fine di ingenerare/continuare/persistere nel/lungo il cammino "in movimento senza movimento", al di fuori di tutto quello che si agita all’interno del vortice di appartenenza (incantesimo, routine).
La “mancanza di base” è il dubbio tramite il quale tutto sfugge, rendendo quello che si “ha” come quello che si “è” e, per questo, attivando quella forma di magnetismo (su matrice di scarsità) che “ha/è” l’attaccamento su base d’avarizia.
 

martedì 31 dicembre 2013

I numeri si adatter(anno) di conseguenza.


Tre valori su vari livelli sequenziali di realtà; ogni volta accade la stessa cosa. La "parte emersa" è la metà di quella "sommersa" e la polarità sommersa ha la parte decimale (nell'esempio) invertita... La matematica "formale" elimina i numeri e rimane adesa alla forma e dunque allo spazio occorrente al fine di... Il Nucleo Primo è dimostrabile anche a questo livello!
In questo ultimo articolo del 2013, ti propongo un esercizio per trascinarti al di fuori dal "corpo"; elimina dal processso i "numeri" e lascia spazio alle forme. La tua logica ne risentirà, proiettando il tuo processo (a)matematico in funzione di una elaborazione del tutto diversa dal consueto...


L'Etere non è numerico ma formale. Imprigionandolo nel reame numerico, lo si ancora alla logica utilizzata (sfondo), invertendo per contrasto la sua fase e relegandolo alla necesità di provare la sua esistenza... La "forma di Luce" è un vettore di trasporto, che l'eggregora nel suo insieme replica, anche se non minimamente avvertita dalla Massa (che, o la teme o la ignora)...
Il processo numerico è una zavorrante necessità, così come l'utilizzo della parola. I processi della "Natura" avvengono allo stesso modo, anche se il genere umano smettesse di misurarli numericamente.


lunedì 30 dicembre 2013

Scoperta da SPS la Stella NP.




La Massa (anche tu) si è uniformata all’imperioso crescendo di ritornello sociale, che afferma quanto meravigliosa sia la mente umana e quanto poco, mediamente, essa venga “usata”.
Nel pieno del rispetto del concetto di “consumismo”, persino la mente viene ordinata in questa speciale classifica. 
Usualmente, si pensa che la mente sia utilizzata per una percentuale vicina al dieci per cento.

È poco? Sembra di sì, vero? In confronto al termine di paragone massimo di "cento", dieci è poco.
100 > 10 (di conseguenza... 10 è "poco").
Cioè, si riduce il tutto ad una questione di “quantità” e non di “qualità”.
Allora, il detto "poco ma buono" è solo un'espressione ricavata da chi si accontenta miseramente? E il concetto di "scarsità/preziosità", che sembra sorreggere l'intera impalcatura dell'attuale forma di società?
Esistono sulla Terra, lasciti, testimonianze di epoche “che furono”, che fanno capire quanto questo “dieci per cento” possa essere più che sufficiente, se inquadrato da una prospettiva che faccia della qualità/giustizia il proprio fulcro centrale.

Ma, poi, pensando a queste “tracce di civiltà”, che cosa accade inesorabilmente nella capacità di comprensione consapevole e presente di un individuo “attento”?
Che, molto spesso, a tal riguardo... la storia deviata evidenzia le fattezze di un “palazzo, di un quadro, di un tracciato di pietre, di un codice di leggi, di un grande edificio impossibile da costruire per i mezzi del Tempo, di una strategia di guerra, di una grande società o Nazione, etc.”…
Ossia?

Il “dieci per cento di qualità” a cosa è servito? Cosa ha comportato?