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Cambiamento, trasformazione, mutazione, evoluzione, etc. Tali termini, che cosa indicano e significano?
Ragionando per sinonimi:
cambiamento = cambio, mutamento, modifica, modificazione, trasformazione, alterazione, variazione, metamorfosi, novità, innovazione, rinnovamento, miglioramento, correzione, evoluzione, riforma...
Contrario:
stasi, regresso, involuzione, peggioramento…
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Dunque, tra i sinonimi ritrovi anche mutamento, trasformazione, metamorfosi, evoluzione, etc.
Ma (ma) sostanzialmente si tratta, davvero, di descrizioni che possono ricadere nella categoria dei sinonimi?
Che cosa significa “sinonimo” = in semantica, la sinonimìa (dal greco synōnymía, "comunanza di nome") indica la relazione che intercorre fra due lessemi con lo stesso significato…
Sinonimo significa dunque che due parole hanno lo stesso significato…
Naturalmente, si tratta in genere di equivalenza, non di identità perfetta di senso… anzi, è proprio la possibilità di variare leggermente il significato che spiega l'uso retorico della sinonimia:
vedere e guardare, viso e volto…
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Il Ravvedimento operoso… è… ripristino della legalità violata...
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“Io sono un istrione,
ma la teatralità scorre dentro di me
quattro tavole in croce
e qualche spettatore, chi sono lo vedrai
lo vedrai...”.
L'istrione - Charles Aznavour
Che cosa (chi) “è” la… conducibilità?
È scorrimento di corrente (tendenza, differenza di potenziale) elettrica, ovvero, di elettroni convenzionalmente negativ3.
Ma può essere anche, di calore, d’informazione, di passaparola (credo), etc.
Ovvero, la “corrente” è nel letto del fiume, che è uno scavo, ossia, il solco dell’aratro (AntiSistema, luogo comune “qua, così”, status quo, paradigma, reame senza vessilli al vento eco-dominante, programma e riprogrammazione, intenzione, progetto, sogno, compresenza immanifest3 “ombra”, etc.).
Qualcosa che “è” qualcun3 e che “non vedrai mai (mai), se (se)… tutt3 continuerà a trasformarsi senza cambiare sostanzialmente”.
“Perdonatemi se, con nessuno di voi
non ho niente in comune,
io sono un istrione a cui la scena dà
la giusta dimensione…”.
L'istrione - Charles Aznavour
“Piangere” è sempre una buona strategia.
Il “mal comune” che diventa “mezzo gaudio”, il bicchiere mezzo pieno, una certa positività di fondo “nonostante tutt3”, etc.
Un mix di confusione chirurgica, che non lascia ombra di dubbio, relativamente a cosa/chi?
Non l3 sai. Non l3 ricordi. Non se sei sicur3. Non ci giureresti, ma… “hai molta fantasia”, ti dicono.
Vedi sempre torbido, non ti fidi mai di nessun3.
Dunque, sino a quando fa fig3, va bene – perché “ti dona” – però quando esageri o quando sei sempre lo stesso ritornello… che barba che noia. Gli amici se ne vanno. E, rimani sol3 con tutt3 ciò che non è proprio definibile come… nulla/niente.
Piuttosto, rimani con un vuoto interiore che è un pieno; solo che ti sembra di non potertene fare niente/nulla, dal momento in cui non ti sembra una “merce” scambiabile con nessun3, dando valore pari a zero a ciò che, altresì, ti caratterizza e quindi sei proprio tu.