giovedì 2 ottobre 2014

Verso “nuove fette di pubblico”.


Mc Italy è un grande obiettivo che mi ero prefisso e che è stato realizzato…
Luca Zaia
Che differenza c’è tra il “giudizio” e l’Analogia Frattale o, meglio, ciò che è (ri)comprensibile attraverso l’auto induzione frattale (l’assumere una posizione d’insieme che catalizzi tutta l’informazione, relativamente a qualsiasi “argomento”)?
Zaia è (in)giudicabile (scagli la prima pietra chi è senza peccato) ma, di più, è inquadrabile perfettamente dal punto prospettico frattale, soprattutto quando colui che “auto osserva” (SPS, nel caso in questione) si esprime dal proprio centro di presenza sovrana e consapevole, in equilibrio (come tutti coloro che sono inconsapevoli, anche Zaia si "presta" a mantenere queste 3d)...
SPS (Io), dunque, non alimenta nessuna forma di “colpa”, bensì, (ri)spolvera lo scenario 3d entro il quale avviene una “sceneggiata” ad hoc, al fine di preservare qualcosa che tende a sfuggire, seppure rimanendo sempre al culmine (staccato) di ogni situazione (ir)reale 3d.

Il frattale Mc Donald's di "alimentazione d/nelle 3d"...
È alla visione d’insieme che tende SPS (Io). Non a qualunque Zaia di turno; le singolarità 3d non fanno altro che (ri)confermare frattalmente (ossia... "a titolo di esempio"), ciò che alimenta tutto e tutti in questa forma di realtà 3d.

E, la visione d’insieme, è proprio il “dettaglio” che scompare… allorquando guardi sia l’orizzonte che il particolare, focalizzando attraverso tutto te stesso ma in una maniera convenzionale, ossia, “non vedendo ma, solo, guardando”; come se tu fossi l’occhio di una telecamera senz’anima che, passivamente (o attivamente dal punto prospettico di chi “usa” la telecamera) si limita a fungere da dispositivo di “controllo”.

mercoledì 1 ottobre 2014

Cosa è... diabolico?


"L'articolo 18 non c'è più... ma da due anni"… L'articolo 18 è ormai residuale…
"Non si racconta che la riforma non è stata fatta per 44 anni, qualcuno che le cose le sa ancora c'è"...

Massimo D'Alema
SPS utilizza il Metodo Indiretto, l’Analogia Frattale ed il Doppio Specchio… per la decodifica – dal relativo punto prospettico – di qualsiasi espressione, fatto, notizia, citazione, immagine, etc. che giunge sino alla proprie “rive”.
Tutto si presta per essere (ri)tradotto alla lunghezza d’onda personale; al di là della superficie apparente del segnale vi sono st(r)ati di informazioni, sedimentati gli uni sugli altri per mezzo di (in)collanti energetici di parte, livellati da/in ordini gerarchici di appartenenza; veri e propri possedimenti facenti capo a strutture d’insieme legate da un sottile filo di continuità, anche completamente staccato da ogni "filo (il)logico" (ri)utilizzato usualmente per (ri)comporre ogni trama, alla luce dell’unica trama impressa in questa realtà 3d (ri)tenuta unica, perché apparentemente senza alternativa.
Quindi… tu sei costretto a rimanere sull’attuale via.

Anche se ti auguri un altro tipo di “vi(t)a” è “questa che ti devi sorbire”. È questa a cui devi obbligatoriamente partecipare. Ti sembra “giusto”? 
"Dove" si trova il tuo desiderio per qualcosa di diverso? Sì, perché… sai che da qualche parte esiste, visto che… ne percepisci comunque le “forme eteriche” (il suo profumo, il suo gusto, etc.).
È solo una… "vana speranza", che un grosso sospiro può mettere da parte ogni volta e per sempre?

martedì 30 settembre 2014

Tra parentesi...


Beethoven è stato uno strenuo sostenitore della libertà, non certo del tutto dell’uguaglianza e della fraternità. Il desiderio, cantato nella Nona, di unire il mondo in un solo abbraccio unendo popoli distanti doveva realizzarsi soprattutto attraverso l’arte. Ma egli non ha mai cessato di dimostrare il suo disprezzo per le classi inferiori coi fatti (si vedano i suoi rapporti con la servitù) o con le parole:
Il borghese – e a me è capitato di essere uno di costoro – è destinato a rimanere escluso dalle classi superiori della società”…
Quaderni di Conversazione, febbraio 1820 Q.vii 48a-b
Il desiderio… di unire il mondo in un solo abbraccio unendo popoli distanti doveva realizzarsi soprattutto attraverso l’arte…
 
Esistono tanti modi per “perseguire lo stesso obiettivo”? 
La domanda è retorica e la risposta è automatica: certamente, sì (le moltitudini si “spiegano” così, ad esempio, il cosiddetto “Piano Divino”, in maniera tale da bypassare con la fede e la speranza la solida realtà 3d, che sfata ad ogni istante ogni più lusinghiera speranza “celeste”).
Allo stesso modo, esistono tanti modi per “non perseguire lo stesso obiettivo” che, per una questione prospettica relativa a colui che esprime l’intento, equivale ancora al:
esistono tanti modi per “perseguire lo stesso obiettivo” (loop).

Ossia, se ribalti le posizioni contrastanti dei singoli, il “succo del discorso” è sempre (ri)allineato verso/ad una sola “coordinata/senso”:
ciò che esprime il proprio punto prospettico o “interesse” (frattalmente è... l'ago magnetico che si orienta spontaneamente in direzione Nord-Sud, lungo i meridiani terrestri... Link).


Se per l’uno lo status quo individuale è il “bianco”, la prospettiva dell’altro equivale al “nero”... allora, per l’altro, la propria linea d’assetto principale è sempre un “bianco”, dove per bianco deve intendersi quello stato dell’essere, più o meno presente in se stesso, che (ri)colora di “giusto/bianco” tutto ciò che entra il relazione con la propria direzione di marcia.

Ergo:
  • non esiste differenza di contenuto (colore), per l’insieme che si riempie di “comportamenti apparentemente diversi”
  • esiste solo l’insieme riempito di qualcosa, che va a prendere una “posizione ideale” (colore).


Ad esempio, le coordinate di orientamento convenzionale spaziale “nord, sud, est, ovest”, possono essere meglio inquadrate se le si (ri)assume in qualità di “contenitori di concetto”, (in)direttamente applicabili a qualsiasi sostanza, situazione, comportamento, etc.; tutte quelle situazioni dalle quali fuori esce la “realtà 3d”.